A Kiyoomi non è mai andato a genio trovarsi in mezzo alla gente. Essere nato e cresciuto nella megalopoli più popolata del pianeta non aiuta molto: il frastuono è assordante, ci sono sempre persone ovunque volga lo sguardo e se trova qualche angolo libero, si tratta di vicoli luridi in cui non metterebbe mai piede nemmeno a pagarlo. È stato contento di spostarsi a Osaka quando ha firmato il contratto con i Black Jackals; non è certo in uno sperduto villaggio di montagna ma quella città gli dà comunque un senso di maggiore ariosità.

Ha imparato a trovarsi bene nei suoi anni lì, sia con la città che con la squadra. Forse fin troppo bene con certi elementi. Lui e Atsumu sono passati dal saltarsi alla gola per irritarsi l'un l’altro al saltarsi alla gola per marchiarla di morsi e baci.

Così quando il suo fidanzato gli ha proposto di spendere un weekend a Tokyo perché, no, non ha mai visto la città all’infuori di visite per partite o ritiri e una volta tanto valeva fare il turista come si deve, magari con la sua “guida speciale” che tanto lui lì è di casa, Kiyoomi non ha saputo rifiutare.

Atsumu alle superiori abitava in chissà quale buco di paese nella prefettura di Hyogo e ancora adesso, quando parla, certe parole vengono storpiate nella pronuncia del dialetto del Kansai di cui è originario.

Eppure Shibuya sembra costruita apposta per lui. Gli calza a pennello quasi fosse una seconda pelle.

Miya è fatto per stare in mezzo alla luce. Forse brilla più lui di quanto non lo facciano i teleschermi sui grattacieli a ogni incrocio. I capelli tinti di biondo risplendono come un’aureola stroboscopica sotto i riflessi dei neon; Atsumu monopolizza l’ambiente e la frenesia della megalopoli si piega al suo passaggio. È la sua mano che guida sicura quella di Kiyoomi, coordinandosi con il movimento fluido della schiena che si destreggia attraverso lo sciame di persone sull’incrocio pedonale più popolato del pianeta.

Quando l’alzatore si volta di tre quarti per donargli un sorrisino divertito – non uno strafottente o di sfida, un sorriso davvero felice – che sembra catalizzare tutta l’illuminazione circostante, a Kiyoomi sembra di trovarsi in un paradiso di luci fosforescenti. E Atsumu è il Sole che primeggia su tutte.