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Autore: MissAdler    01/12/2022    5 recensioni
Raccolta di One Shot, Flashfic e Drabble su Obi-Wan Kenobi e Anakin Skywalker. Aggiornerò quando capita, ma saranno tutte autoconclusive e slegate tra loro.
Il rating varia a seconda della storia.
Vi consiglio comunque quest'ordine:
1. One day
2. La pace che uccide
3. In the end
4. In the sunset
5. Insieme
...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Luke Skywalker, Obi-Wan Kenobi
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: PWP
Capitoli:
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Rating: giallo
Coppia: Obi-Wan x Anakin/Vader

#preepisodioII #teen!anakin #obiwanpov


Questa storia partecipa all'evento indetto dal gruppo Facebook “Prompts are the way”.
Questo prompt mi è stato dato da Tania Desideri e recitava: "Ha cominciato a guardare Anakin con occhi diversi il giorno in cui si è reso conto che era diventato più alto di lui. Ma il vero cataclisma emotivo lo ha avuto quando ha dovuto insegnargli a radersi."




 
ONE DAY
 


Forse era dipeso dalla voce più roca, più bassa e profonda. Forse dallo sguardo che si era fatto più intenso, tagliente e provocatorio. Obi-Wan non ne era certo, ma qualcosa doveva essere cambiato nel modo in cui lui e Anakin si ritrovavano ogni giorno uno di fronte all’altro.
Un disagio denso e persistente aleggiava costantemente sulle loro teste come una nebbia gelida e appiccicosa, e allora era un battibecco continuo, una cacofonia di Anakin, non lasciare la tua roba in giro! oppure Anakin, è tardi, alzati da quel letto! ma soprattutto Anakin, perché non fai mai quello che ti dico??
O forse non era Anakin a relazionarsi col suo Maestro in modo diverso, forse era Obi-Wan a non riuscire a posare gli occhi su di lui senza sentirsi in imbarazzo.


Il suo Padawan non era più un bambino, e non lo era già da un bel pezzo! Le sue ossa si erano allungate sotto fasci di muscoli acerbi, il viso aveva perso la rotonda morbidezza tipica dell’infanzia, la solita parlantina implacabile aveva lasciato spazio a lunghi silenzi carichi di tensione. Eppure certi atteggiamenti erano rimasti gli stessi, puerili e fastidiosi, come il fatto che continuasse a lasciare le sue tuniche sparse ovunque, a posporre la sveglia almeno cinque volte, o a scansare le verdure sul bordo del piatto con quella smorfia disgustata che a Kenobi dava sui nervi.


Obi-Wan non aveva mai considerato l’idea di doversi confrontare con un adolescente, soprattutto quando lui stesso non riusciva a sentirsi adulto fino in fondo.
A tredici anni Anakin era un terremoto tutto capricci e sudore, a quattordici gli ormoni gli schizzavano direttamente fuori dalle orecchie, e già a quel punto la stoica compostezza del Cavaliere aveva iniziato a vacillare.
Non aveva avuto bisogno di spiegargli niente, perché al Tempio i Padawan erano tutto fuorché disinformati. Obi-Wan era grato di questo, perché gli avevano fatto la cortesia di risparmiare a lui e Anakin una conversazione molto più che imbarazzante. Tuttavia non ricordava che ai suoi tempi funzionasse così… o forse era proprio lui – la sua versione adolescente! – a essere un bamboccio ingenuo e senza speranze, terrorizzato anche di incrociare lo sguardo chiaro e luminoso di Siri Tachi, temendo di poter perdere la verginità anche solo fissando le sue labbra.


Anche in questo Anakin era completamente diverso da lui, viveva la sua pubertà così come guidava una navicella biposto: correndo come un pazzo, assecondando l’istinto e cercando l’adrenalina, lamentandosi teatralmente e inveendo contro ogni rallentamento o segnale di divieto. Il tutto senza curarsi di Obi-Wan, che gli snocciolava mille raccomandazioni dal sedile accanto, terrorizzato e affascinato al tempo stesso.


 


“Maestro, puoi prestarmi un rasoio?”
“Un rasoio?”
“A te non servono più ma magari te n’è avanzato qualcuno.”


Obi-Wan gli si era avvicinato titubante, mentre Anakin si sfregava le guance e ciondolava pigramente spostando il peso da un piede all’altro.
Aveva da poco compiuto sedici anni, le sue spalle si erano allargate e le gambe avevano guadagnato almeno altri tre centimetri, abbastanza da farlo diventare più alto del suo Maestro.


A Obi-Wan faceva sempre uno stato effetto vederselo arrivare a brutto muso, dover alzare il mento per incontrare i suoi occhi.
Lo infastidiva. E non riusciva a capire il perché.


“Guarda” si era lagnato il Padawan indicandosi la mascella con fare polemico, “devo far sparire questa roba!”
“È… barba??”
A Obi-Wan si era rivoltato lo stomaco per lo shock.
Quando era successo? Quanti decenni erano passati?? Come aveva fatto a crescere così in fretta e dov’era finito quel moccioso biondino e logorroico che Qui-Gon gli aveva letteralmente lanciato addosso come la patata più bollente nella storia delle patate?
All’inizio aveva sperato più volte che quel ragazzino crescesse in fretta, che smettesse di essere così strettamente dipendente da lui, convinto che sarebbe stato più semplice un giorno, avere a che fare con un altro adulto.
Ma come succedeva spesso quando si trattava di Anakin, Obi-Wan non aveva capito proprio un bel niente.


“Non sei contento? Ormai sei un uomo fatto e finito” aveva ridacchiato dandogli una goliardica pacca sulla spalla, nascondendo il turbamento dietro un cameratismo così poco tipico di lui.
“Non è… barba!” Anakin aveva letteralmente sputato l’ultima parola. “Sono quattro peli che crescono a caso e che non hanno nessun senso! Mi fanno sembrare un toydariano!”
“Calmati, mio drammatico apprendista, vediamo cosa possiamo fare.”


Quando era riemerso dal bagno, Obi-Wan teneva in mano un rasoio usa e getta ancora incartato.
“Ecco” aveva esclamato lanciandolo al più giovane, “stai attento a quello che fai, soprattutto quando arrivi al pomo d'adamo.”
“Ma come??”
“Che c’è?”
“Io non ho idea di come si faccia! Non puoi pensarci tu?”
Certo che no! Avrebbe voluto protestare in rimando. Non metterò le mie mani su quella faccia, non ora che è così dannatamente… matura? Spigolosa? Attraente?
ATTRAENTE??
Adesso lo stomaco gli era arrivato direttamente tra le tonsille, arrotolato così tanto su se stesso che avrebbe potuto sputarlo.
O magari era solo nausea.
Aveva mangiato a pranzo?
“V- va bene ma sbrighiamoci, ho dei rapporti da consegnare al Maestro Windu entro stasera” aveva borbottato invece, ricacciando in gola il disagio.


Erano tornati in bagno, Anakin si era seduto sul bordo della vasca mentre Obi-Wan si spruzzava sul palmo una noce di spuma al pino – al muschio o qualsiasi fragranza boschiva e virile ci fosse in quella roba che ormai non usava più da almeno due anni.
“Adesso, per una volta nella vita, sta’ fermo!”


Le guance di Anakin erano calde e morbide sotto le dita incerte di Obi-Wan, con un lieve accenno di acne giovanile che era solo la coltellata finale. I polpastrelli scivolavano su ogni centimetro di pelle chiara, sugli zigomi appena spigolosi, sulla curva mascolina delle mascelle, sulla fossetta del mento. E a ogni centimetro il cuore di Obi-Wan pulsava una volta di troppo, come un singhiozzo intercostale che gli faceva vibrare tutta la cassa toracica.


Sei ridicolo, continuava a ripetersi, mordendosi l’interno delle guance. È solo un ragazzino e tu potresti essere suo padre! O più verosimilmente un fratello maggiore…
È tutto così inopportuno!


Anakin aveva chiuso gli occhi, rilassando la fronte corrucciata, abbassando le spalle e respirando più lentamente, mentre lui gli passava delicatamente la lama sulla pelle, eliminando strisce di schiuma mescolata a quella rada peluria biondastra.
Un paio di volte gli aveva spostato sulla spalla la treccia da Padawan, anche se in realtà non ce n’era alcun bisogno. Giusto per assicurarsi che non si sporcasse. O magari per distrarsi da quella vicinanza disdicevole, da quell’odore così familiare eppure così diverso, mischiato a fragranze di bosco e ormoni ancora in fermento.


“Tieni, questo puoi mettertelo da solo.”
Obi-Wan gli aveva passato il dopobarba per poi allontanarsi con una specie giravolta a velocità luce.
Non aveva intenzione di restargli così vicino un secondo di più. Non quel giorno. E nemmeno quello dopo.
Non finché non si fosse abituato al fatto che il suo Padawan si era trasformato in un giovane uomo inaccettabilmente bello e che probabilmente lo sarebbe diventato anche di più col passare degli anni, ma che lui avrebbe dovuto starsene al suo posto e togliersi quelle sciocchezze dalla testa o sarebbe impazzito molto presto.
Il suo dovere era verso l’Ordine e il Consiglio dei Jedi, verso Qui-Gon e le sue ultime volontà, verso Anakin, che ancora dipendeva da lui e che rimaneva una sua totale responsabilità.
Poco importava che proprio Anakin fosse anche la sua più grande debolezza, che rischiasse di farlo uscire fuori di testa anche solo perché era più alto di lui.
Se Obi-Wan non avesse iniziato a tenere a bada il proprio cuore, in un modo o nell’altro, un giorno quel ragazzino sarebbe stato la sua rovina.



 
FINE

 
ANGOLINO DELL'AUTRICE

Hello there! Ringrazio Tania per il bellissimo prompt e mi scuso se alla fine ho tirato fuori 'sta mezza cavolata. Però mi sono svagata parecchio a scriverla e in questi giorni ne avevo bisogno. Mi ha fatto anche passare il blocco per Twin suns, quindi domani ricomincerò a lavorare su quella. 
Se vi va di lasciarmi qualche parola mi farete felice. Grazie comunque per essere qui e per continuare a incoraggiare i miei deliri! ♥
Non riesco a trovare il tempo di rispondere alle recensioni ma mi fanno tanto bene e sappiate che vi blesso tantissimo!
   
 
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