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Autore: Flofly    04/12/2022    3 recensioni
“a-lḗtheia” è l' assenza di cose nascoste, ciò che è svelato nell’accezione di aderenza a sé. Tre donne così diverse tra loro, eppure accumunate dallo stesso sangue.Tre sorelle nel momento in cui cadono tutte le maschere e si scoprono nel loro essere.
La prima storia partecipa contest "Birdwriting – Pesca un dialogo" indetta da Sia_ sul Forum Ferisce più la penna.
Genere: Angst, Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andromeda Black, Bellatrix Lestrange, Narcissa Malfoy | Coppie: Lucius/Narcissa, Rodolphus/Bellatrix, Ted/Andromeda
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Nota brevissima prima di iniziare: è un missing moment totalmente inventato. Ho cercato di inserire le informazioni importanti nel testo ma per ulteriori note ci vediamo alla fine!
 


Andromeda


Da quanto tempo era seduto ad aspettarla?

Minuti.

Ore.

Secoli.

Aveva perso il conto, come sempre. E ancora una volta si diede dello sciocco per averla assecondata, per non averla costretta a fare le cose a modo suo.

C’era un silenzio quasi irreale attorno a loro, dopo che avevano spento la radio, insopportabile nel suo incessante elenco di incidenti. Quando era stato annunciato il ritrovamento del cadavere di una ragazza dai lunghi capelli scuri proprio nei pressi di Villa Black, il suo cuore era quasi esploso. Era stato allora che Molly aveva deciso di silenziare il mondo esterno.

E se fosse stata lei?

L’aveva implorata di non andare, di lasciar perdere quela stupida foto. Un dannato pezzo di carta che l’aveva ossessionata da quando aveva deciso di rivelare al mondo la loro storia d’amore. Ma ovviamente lei lo aveva ignorato, limitandosi a baciarlo leggera sulle labbra prima di scomparire. Così come aveva fatto quando le aveva proposto di andare a vivere insieme, preferendo invece accettare l’invito dei Weasley a stare da loro fino a quando le acque non si fossero calmate.

Sembrava andare tutto bene ma poi aveva iniziato a dare di matto per quella foto, rovistando in ogni angolo del baule che si era portata da Hogwarts, l’unico ricordo della sua vecchia vita. Aveva blaterato di qualcosa sulla sorella e una promessa, ma onestamente Ted era convinto che per una volta, una sola dannatissima volta, gli avrebbe dato ragione. E invece, come al solito, per lei era impossibile passare oltre.

«Vedrai che tra poco sarà qui.»Arthur si era seduto accanto a lui sul divano,posandogli una mano sulla spalla con fare rassicurante, mentre una tazza di cioccolata fumante e profumata allo zenzero candito si depositava sul tavolino d’abete davanti a loro.«Su prendi qualcosa, sei gelato.»

Uno sbuffo e la tazza venne affiancata da un bicchiere ripieno di un liquido ambrato mentre Molly si metteva al suo fianco dall’altro lato, un tornando di riccioli rossi in un vestito di lana color ruggine appena teso sulla pancia «Ma quale cioccolata e cioccolata. Qui ci vuole qualcosa di forte. D’altronde è sempre una Black ... Merlino sai bene che saranno anni fantastici ma ha il suo bel caratterino» disse con un sorriso complice strizzandogli l’occhio.

Una Black.

Già.

Come diavolo aveva fatto ad innamorarsi di una Black?

La prima volta che se l’era chiesto era stato quando, vedendolo in jeans per la prima volta, lei gli aveva chiesto seria come la morte se avesse rubato i vestiti all’elfo domestico. E ancora se lo chiedeva ogni volta che lo rimbeccava per non aver pronunciato correttamente un incantesimo, o quando sbuffava quando lui ed Arthur si sedevano a vedere la partita dell’Arsenal sul televisore appositamente modificato, commentando quanto fosse idiota stare fermi a fissare una scatola. 

Ma poi ogni suo dubbio spariva, anzi si chiedeva come avrebbe potuto fare senza poterla amare. Se lo chiedeva spesso la notte quando la guardava dormire e si inebriava del suo profumo, ritornando indetro sino alla prima volta che l’aveva vista al di fuori della scuola, il sapore salino e sfacciato dell’Oceano Atlantico irriverente come loro. Si inebriava di quell’accordo di fiori bianchi,carnosi, che sapeva della sua pelle morbida e calda sotto le sue labbra la prima volta che le aveva rubato un bacio. Esattamente le stesse cose che aveva percepito  quando aveva preparato una perfetta pozione di Amortentia al sesto anno, con Lumacorno che lo guardava stupito mentre la sua bellissima Andromeda Black schiumava di rabbia, tentando di pietrificarlo con lo sguardo.

Era stata la prima e l’ultima volta in cui l’aveva battuta a Pozioni. Ma d’altronde la posta in gioco era troppo alta: una fialetta di Felix Felicis

Ovviamente l’ aveva utilizzato per riuscire ad incontrarla da sola, senza sorelle,senza quelle leziose leccapiedi che la circondavano in continuazione nella vana speranza di contendersi i suoi favori, senza quell’idiota di Malfoy con cui battibeccava di continuo sebbene sembrasse essere il suo più caro amico, se mai si potesse essere amici di un idiota simile.

Le aveva chiesto di uscire sul serio e lei aveva detto di si.

Semplicemente.

Come al solito sicura di quello che voleva.

Ted sorrise nonostante tutto, anche se le mani continuavano a torcersi l’una sull’altra, quasi che stritolandosi avrebbe potuto ritrovare il tocco deciso ed elegante delle sue mani, capaci di calmarlo anche solo sfiorandolo.

Qualsiasi cosa facesse, in qualunque posto si trovasse, Andromeda era padrona di sè. Ogni movimento calcolato, ogni sorriso calibrato, ogni parola che usciva dalle sua labbra aveva un significato, anche se la maggior parte dei suoi interlocutori non se ne accorgeva.

Era lei che gli aveva fatto scoprire l’amore, quello incosciente, quello che non avrebbe mai dovuto nascere. E gli aveva fatto anche conoscere  il dolore di quello stesso sentimento che sembrava impossibile e che, come ora, gli faceva contare le ore e pregare chiunque potesse ascoltare la sua voce di farla tornare da lui. Lei era la sua preghiera, l’unica sacerdotessa del suo destino. Quella dannata donna lo sapeva benissimo e si divertiva un mondo a guardarlo soddisfatta con i suoi occhi liquidi e caldi come l’ambra, avvolgendono e trattenendolo a sé.

Sentiva il tocco rassicurante di Molly sulla sua spalla, leggero ma deciso, senza un minimo di incertezza, anche mentre continuava a guardare fuori dalla grande finestra sopra il lavello della cucina sperando di vedere qualche indizio che lei fosse finalmente arrivata.

«Non devi preoccuparti, probabilmente si è materializzata in qualche villaggio qui vicino e ora se la starà facendo a piedi su queste stradine di campagna.»

Il commento di Molly gli strappò un mezzo sorriso al pensiero di Andromeda, non più Black, che imprecava contro lo stato delle strade di campagna del Devon, decisamente poco congeniali all’estetica della donna che amava così tanto. Come si poteva essere tanto intelligenti e al contempo così assolutamente irrazionali rimaneva una delle tante contraddizioni che non avrebbe mai cercato di comprendere.

La sentì ancora prima che aprisse la porta, una scarica elettrica lungo la spina dorsale. Pochi secondi dopo la stringeva tra le braccia, il suo corpo che finalmente trovava pace.

«Per Merlino, Drom come hai potuto farmi questo?» le bisbigliò mentre la rabbia sembrava esplodergli nella testa ma incapace di lasciarla andare.«Davvero valeva la pena tornare in quella casa ? Cosa diavolo pensavi di fare, eh? »

«Oh andiamo, non essere melodrammatico. Sono brava a difendermi. E poi Bellatrix non vive più li, Narcissa è ad Hogwarts e i miei sono da qualche parte in Francia.» aveva risposto lei sbuffando e sciogliendosi dal suo abbraccio per chinarsi a salutare Molly. 

«No, come sempre tu hai pensato prima a te che a me.Ti sei fermata a chiederti come mi sentissi a saperti in quella casa?» aveva ribattuto. «Mi hai lasciato qui ad immaginare il peggio... sei sparita per ore Drom. Per ore!»

«In effetti eravamo tutti preoccupati. Ma ora sei qui, è quello che conta. Dovremmo proprio aggiungere la tua faccia all’orologio … tu e Ted siete parte della famiglia, ormai.» Arthur aveva cercato di intercedere stringendo Andromeda in uno dei suoi famosi abbracci, quelli che ti facevano dimenticare ogni problema, inclusa una guerra sulla porta di casa. Forse con gli altri funzionava, ma non di certo con qualcuno abituato sin da bambino a coltivare il proprio rancore con estrema attenzione.

«Arthur mi  accompagni nell’orto,per favore?»

«Ma siamo andati stamattina prima di uscire, Molly cara! Non vedi sul tavolo…» Arthur aveva provato a resistere ai tentativi della moglie di farlo uscire dalla cucina, continuando svagato a guardare Andromeda e Ted, un secondo prima due innamorati clandestini e che ora invece si guardavano in cagnesco. E dire che se una era Serpeverde l’altro era un Tassorosso, notariamente pazienti ed inclini a perdonare.«Oh... no perdonami hai ragione. Andiamo a raccogliere le prugne.»

«A dicembre non ci sono le prugne, Arthur.» sibilò Andromeda senza staccargli gli occhi di dosso. Poi, ignorando i padroni di casa ancora sulla soglia, si rivolse nuovamente a quello che considerava l’amore della sua vita: «Che cosa vuoi dire?»

Ted allargo le braccia, esasperato: «C’è una dannata guerra Drom, La gente muore… hanno trovato un cadavere di una ragazza vicino villa Black... e io... io pensavo che fossi tu. Ho pensato che fossi morta, Capisci? Merlino...… è stato insopportabile.»

«Ti ho spiegato il perchè dovevo andare, Edward. Avevo bisogno di quella foto. E’ l’unico ricordo felice della mia infanzia, di mia sorella. Ho lasciato tutto per te ma non puoi chiedermi di smettere di essere me. Io sono quello che sono, non posso rinunciarci». La voce di Andromeda era calma ma non gli era sfuggito il leggero tremore nella voce, quel pizzico di debolezza che mostrava solo con lui.

Rinunciare a lei?Come poteva anche solo pensarlo?

Si avvicinò di un passo, prendendole il viso tra le mani, la rabbia che provava poco prima scomparsa di fronte alla crepe della sua armatura:«Non ti sto chiedendo di rinunciare, non lo farei mai.»

Per un attimo lo sguardo di Andromeda tentennò, mentre la sentiva irrigidirsi sotto le sue dita «Preferisci rinunciare a me? Sacrificheresti questo? Se lo facessi, è come se fossi morta per davvero. Posso rinunciare al nome di famiglia, ai soldi, a tutto Ted. Ma non posso vivere senza di te.» mormorò con un filo di voce mentre le labbra tremavano appena nello sforzo di mantenere il suo contegno algido.

Merlino come l’amava. Si chinò appena a baciarla, tentennante come in quel primo bacio rubato in riva al mare, il cuore che batteva all’impazzata e il mondo che finalmente iniziava ad avere senso.

Si staccò appena,portandosi la sua mano affusolata alle labbra, mentre si inginocchiava. Merlino non aveva pensato di chiederglielo così. Aveva pensato che avrebbe organizzato qualcosa di speciale, che ci sarebbero stati fiori e champagne e un cielo stellato sopra di loro. Per Tosca Tassorosso, almeno avrebbe dovuto avere un anello. Si quello avrebbe davvero dovuto averlo.

Improvvisamente sentì un peso leggerlo nella tasca della camicia, mentre con la coda dell’occhio poteva sentire lo sguardo compiaciuto di Molly ed Arthur, abbracciati sulla soglia della porta della cucina. Infilò le dita lasciandosi scappare un sorriso, tirandone fuori un pezzo di filo rosso, lo stesso che poco prima Molly stava lavorando ai ferri per la prima copertina del bambino che sarebbe nato tra qualche mese.

«Vuoi sposarmi, Andromeda Black?»

«Non sono più una Black, Ted. E non posso essere neanche solo Andromeda Tonks.Anche se è tutto quello che vorrei, nonostante tu sia un dannato testardo e stia ignorando il patto che avevamo fatto di aspettare un anno.» rispose testarda come sempre, lasciando però che le infilasse all’anulare quel piccolo pezzetto di lana che ora era tutto il suo mondo.

«E’ un tuo modo contorto di dirmi di si? O vuoi solo vedere per quanto tempo posso restare così? Sai che i Tassorosso sono resilienti, vero?» le chiese ancora in ginocchio, baciandole il palmo della mano.

«Sicuro di voler passare tutta la tua vita con... me? Nonostante tutto?» chiese con voce triste accarezzandogli la guancia. «Non diventerò qualcun altro Ted. Io sono testarda, irascibile, permalosa e voglio sempre avere ragione. E non cambierò Ted.»

«E’ un si? Mia piccola testarda, irascibile permalosa, bellissima, intelligente, carismatica ed affascinate strega che non sei altro, mi stai forse dicendo SI? Vuoi passare la tua vita con un Natobabbano Tassorosso?» chiese ancora, continuando a sorridere mentre lei gli si buttava finalmente tra le braccia,  ridendo contro le sue labbra.

«Si», mormorò Andromeda staccandosi appena con gli occhi che le brillavano di felicità.

«Si», ripeté a voce alta, mentre Molly ed Arthur li abbracciavanostretti.

«Si», urlò dentro di sé mentre finalmente tutto trovava un senso. Per tutta la vita si era sentita inadeguata, incapace di rispecchiarsi nelle aspettative della società, impaurita di scoprirsi incapace di amare. Si era sentita incompleta, sbagliata.

Ora invece sapeva chi era, finalmente si era ritrovata. Nel momento in cui aveva deciso di perdere la sua corazza aveva finalmente conosciuto se stessa.

Andromeda, nata Black, purosangue, Serpeverde, rinnegata dalla sua famiglia.

Andromeda Black innamorata di un Natobabbano Tassorosso per cui aveva deciso di tradire il suo mondo.

Andromeda Black, amica di Molly Weasley ed Arhtur Weasley che l’avevano accolta in casa loro come una sorella.

Andromeda non più Black che però continuava ad amare le sue sorelle, nonostante tutto. Che avrebbe voluto che solo per un minuto Narcissa la stesse a sentire e abbandonasse quel mondo che l’avrebbe schiacciata.

Andromeda Tonks che avrebbe vissuto una vita d’amore.

Andromeda Tonks che non avrebbe mai cucinato ma che sarebbe tornata ogni sera dall’amore della sua vita.

Andromeda Tonks che non si sarebbe arresa all’oscurità.

Sorrise al suo riflesso nello specchio, incontrandosi per la prima volta.

 


Eccoci qui.
Prima di tutto: i credits del dialogo ( lo stesso della storia precedente) che vanno a Sia all'interno del contest "Birdwatching-pesca un dialogo"  e che ho utilizzato spudoratamente anche per questo capitolo, ovviamente con un risultato ed un'atmosfera diamentralmente opposta a quello su Bellatrix.
"Che cosa vuoi dire?”
“Quando pensavo che fossi tu, che fossi morta… è stato insopportabile.”
“Io sono quello che sono, non posso rinunciarci.”
“Non ti sto chiedendo di rinunciare, non lo farei mai.”
“Preferisci rinunciare a me? Sacrificheresti questo? Se lo facessi, è come se fossi morta per davvero

Facendo due veloci calcoli su Pottermore: Molly ed Arthur sono del '49-50, più o meno la stessa età di Bellatrix. Narcissa è del '54-'55 quindi ho ipotizzato che Andromeda potesse avere uno o due anni in meno della sorella maggiore e non so perché ma potesse essere amica di Lucius Malfoy mentre era a Serpeverde  (questo è un mio puro sfizio). Presumendo che Andromeda venga ripudiata dopo aver il settimo anno, onestamente ritengo plausibile che per un periodo abbia vissuto da sola, sia per non esporre Ted a ritorsioni e vendette che per puro spirito di pragmaticità di cui secondo me è portatrice sana. Nel mio caso, però, accetta l'invito dei Weasley... in fondo la Tana è stata proprio concepita per accogliere, no? Altra mio viaggio mentale personale è che Andromeda sia comunque legata alla sorella minore,Narcissa,per cui ha una flebile speranza che possa un giorno comprendere quanto Voldemort sia abominevole.
Infine, il profumo:Taersìa di Gabriella Chieffo. Nota a margine del margine: Grazie a Mari Lace che mi ha permesso di correggere il nome della Pozione. Non Felix Felicitas ma Felix Felicis!

 
   
 
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