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Autore: OrnyWinchester    05/12/2022    6 recensioni
Sam e Dean si ritrovano misteriosamente catapultati nella Camelot arturiana e dovranno affrontare una serie di difficoltà prima di scoprire la pericolosa minaccia che si cela dietro al loro strano viaggio nel tempo e che rischierà di mettere a repentaglio tanto il loro presente quanto il destino di Artù, Merlino e di tutti gli abitanti del regno di Albione.
La storia è ispirata alle serie tv "Merlin" e "Supernatural" e si colloca tra gli episodi 4.7 e 4.8 di Merlin e tra gli episodi 9.19 e 9.20 di Supernatural.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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Dopo un giorno di meritato riposo, i cavalieri e Artù si apprestavano a prendere parte ai festeggiamenti per la vittoria e si preparavano a dire addio ai due forestieri che avevano trascorso un periodo come ospiti nel castello e che si erano rivelati un aiuto impagabile per la causa di Camelot nella guerra contro Morgana e le forze della magia oscura.
“Devo ammettere che sentirò la loro mancanza.” disse Artù, mentre con i cavalieri varcava la soglia del grande salone.
“Nonostante non sappiamo molto sul loro conto, devo riconoscere che hanno dimostrato di meritare la vostra fiducia, sire.” gli fece eco Leon.
“Sì, sir Leon. Non si sono risparmiati sul campo di battaglia, benché non siano dei guerrieri. E hanno perfino salvato quell’imbranato di Merlino da morte certa per mano dell’alleato di Morgana.”
“Perché non li invitate ad unirsi a noi? Diventando cavalieri, intendo.” propose sir Galvano. “Hanno un ottimo potenziale e potrebbero ancora migliorare se si addestrassero con noi.”
“Sai, Galvano, di solito non ti ascolto quando parli a sproposito, ma in questo caso non hai tutti i torti.” convenne Artù.
“Sarebbe bello se restassero: iniziavo già a considerarli come dei compagni d’armi.” aggiunse sir Elyan.
“Non mi dispiacerebbe affatto avere qualcun altro su cui contare. Di questi tempi è difficile trovare qualcuno che ti aiuti in modo disinteressato e devo dire che Sam e Dean sono stati impeccabili da questo punto di vista.” continuò sir Parsifal.
“Hanno fatto molto più di quanto immaginassi, solo per ripagare l’ospitalità che avevo offerto loro.” proseguì Artù.
“Non è solo per questo, Artù. E lo sai benissimo.” lo interruppe Ginevra, che era sopraggiunta insieme agli altri e stava controllando che tutto fosse in ordine. “Quando le persone vengono coinvolte nel clima di Camelot, per loro è impossibile non lasciarsi ammaliare da ogni cosa, tirando fuori il meglio da ciascuno.”
“Sarà come dici tu, Ginevra, ma quei ragazzi mi hanno fatto davvero una buona impressione.”
“Anche a me e mi dispiace che se ne vadano, ma dopo tante afflizioni potranno tornare alla loro vita e al loro lavoro, ora che tutto si è sistemato.”
Nel frattempo, Merlino entrò nel salone dopo aver sbrigato tutti i compiti che gli erano stati affidati per la serata. Era visibilmente affaticato e il suo volto appariva più pallido che mai per la stanchezza.
La stanza, tuttavia, era stata decorata a festa, proprio come Artù aveva richiesto, e almeno non avrebbe dovuto sorbirsi dei rimproveri per un lavoro approssimativo. Ampi bracieri e sontuosi candelabri sprigionavano la loro più vivida luminosità, rivestendo ogni angolo di una vasta gamma di luci gialle e arancioni. Lo stendardo con lo stemma dei Pendragon si ergeva lungo la parete, proprio dietro al posto spettante ad Artù, mentre i drappi che adornavano le finestre riproponevano lo stesso motivo cremisi. I tavoli erano apparecchiati con cura e imbanditi con i cibi e le bevande più vari, anche se ancora mancavano le portate principali, e ovunque si poteva notare gente allegra che chiacchierava amabilmente, rasserenata dallo scampato pericolo.
Pochi minuti dopo, anche Sam e Dean fecero il loro ingresso e, incrociato lo sguardo del mago, lo raggiunsero.
“E’ tutto a posto, Merlino? Stai bene?” gli domandò Sam.
“Sì, sono solo stanco. Artù mi ha riempito di commissioni e ho impiegato il poco tempo che avevo per dormire a formulare l’incantesimo per rimandarvi a casa.” disse piano il mago.
“Mi dispiace. E com’è andata? Hai avuto problemi?”
“Mmmh, diciamo che ho optato per annullare ciò che vi ha condotto qui. E’ più sicuro. Altrimenti potreste finire dappertutto.”
“Ma funzionerà?” chiese Dean a voce impercettibile.
“Sì, dovrebbe funzionare.” “Attenzione, arriva Artù!”
Il re si avvicinò ai tre e invitò Sam e Dean ad accomodarsi a tavola insieme a lui e ai cavalieri più fidati.
“Venite a sedervi con noi, a breve inizierà il banchetto.”
“Grazie, sire.” dissero i due.
“Merlino, quando tutti avranno preso posto, puoi iniziare a far servire la cena.”
“Sì, sire. Lord Agravaine si unirà a voi?” chiese Merlino.
“No, mio zio si è dovuto assentare da Camelot per degli impegni improvvisi e sarà di ritorno solo tra qualche giorno.”
Il mago lanciò un’occhiata di intesa a Sam e Dean, poi si allontanò e si diresse verso le cucine.
Quando si furono accomodati, Artù iniziò a parlare e propose ai due fratelli Winchester l’idea che gli aveva suggerito Galvano.
“Avete combattuto con abnegazione e ci avete ripagato con molto più dell’ospitalità che vi abbiamo offerto. Mi farebbe piacere, anzi ci farebbe davvero molto piacere potervi accogliere nel nostro esercito, se decideste di restare a Camelot.” disse Artù, sentendosi stranamente in imbarazzo.
“Intendete dire, diventare cavalieri?” gli chiese Dean, allibito.
“Sì, è quello che vi stavo giusto proponendo, sempre se per voi va bene.”
“Ah, sire, vi ringraziamo profondamente per quello che ci state offrendo e sappiamo bene quanto questo voglia dire per voi!” esordì Sam. “E non immaginate nemmeno quello che può significare per noi, ve lo assicuro…”
“Ma non potete accettare, non è vero?”
“E’ così. Non è facile rifiutare un’offerta simile, ma anche noi, proprio come voi, abbiamo fatto una scelta di vita importante e totalizzante quando abbiamo iniziato il nostro lavoro. E non possiamo venire meno ai nostri obblighi. Significherebbe che tutto quello che abbiamo fatto finora smetterebbe di avere importanza da un momento all’altro. Vi ringraziamo di cuore per questa opportunità, ma dobbiamo finire quello che abbiamo iniziato.”
“Apprezzo quello che stai dicendo, e vi comprendo in qualche modo. E’ molto nobile portare a termine una missione che si è scelto di intraprendere, qualunque siano gli ostacoli sul proprio cammino. E questo mi fa capire che avevo fatto la scelta giusta, chiedendovi di diventare miei cavalieri. Sappiate, comunque, che le porte di Camelot saranno sempre aperte per voi. Potrete tornare quando vorrete e considerare questo posto come casa vostra.” statuì Artù.
“Sire, è stato un immenso piacere poter combattere al vostro fianco, insieme ai vostri cavalieri. Penso di parlare anche a nome di mio fratello quando dico che non dimenticheremo mai il periodo che abbiamo trascorso qui, ma è giunto il tempo di tornare e non c’è più nulla che ci trattenga. Vi ringraziamo del privilegio che ci avete concesso trattandoci come vostri pari.” disse, infine, Dean.
Artù e i cavalieri apprezzarono tanto le parole di Sam e Dean, ma, al tempo stesso, compresero la loro necessità di tornare alla vita che avevano sempre fatto. Durante la cena il clima scherzoso e goliardico ebbe la meglio sui formalismi di corte e tutti si divertirono con storie, battute e soprattutto alcol a volontà, che compromise perfino la lucidità dei commensali meno turbolenti. Uno dei malcapitati fu proprio il povero Sam, che, di gran lunga inebriato da vini e simili, scambiò re Artù per suo fratello Dean, suscitando l’ilarità dei più, ma un certo fastidio nei due diretti interessati, entrambi abbastanza suscettibili sull’argomento. Smaltita la sbornia, il momento dei saluti fu particolarmente sentito, data l’affabilità con cui tutti avevano fraternizzato. La versione diffusa era quella che l’indomani mattina di buon’ora i fratelli Winchester sarebbero partiti per fare ritorno al villaggio natio e che Merlino li avrebbe accompagnati fino al confine di Camelot. Pertanto, quella notte fu riservata al commiato.
“Spero di rivedervi, prima o poi.” esordì sir Elyan, abbracciando Sam e Dean nell’ordine. “Chissà che il destino non ci faccia rincontrare una volta o l’altra.”
“Mai dire mai!” gli fece eco Dean.
“Sarebbe stato bello avervi a Camelot, ma vi auguro di riuscire nella vostra impresa.” si congedò sir Leon.
“Mi mancheranno le serate passate insieme alla taverna. Fate buon viaggio!” disse sir Parsifal.
“Credo che anche a Dean mancherà la vostra compagnia durante le sue serate di bevute, Parsifal.” gli rispose Sam, sorridendo, mentre Dean gli lanciava un’occhiata di traverso.
“Abbiate cura di voi!” esclamò sir Galvano, dando una vigorosa stretta di mano prima a Dean, e poi a Sam. “E cercate di non farvi uccidere!”
“L’idea è quella. Ci proveremo, Galvano.” rispose Dean.
“Vale lo stesso per te! Fa’ attenzione!” ribatté Sam, memore delle leggende che si tramandavano sul cavaliere.
“Contaci!” replicò Galvano.
Proprio in quel momento due mani, le mani di Artù, afferrarono delle ciocche di capelli rispettivamente dalla testa di Sam e da quella del cavaliere, passandole delicatamente tra le dita. “Avete entrambi gli stessi capelli curati e setosi!” osservò, forse un po’ alticcio, forse ancora un po' stranito per lo scambio di persona avvenuto durante la cena. “Peccato che anche le vostre teste non ragionino allo stesso modo, eh Galvano?”
Il cavaliere lo guardò torvo per un istante, poi tutti e tre scoppiarono a ridere in modo incontrollato.
Tra le risate generali, sopraggiunse Ginevra, intenta a dire addio ai due fratelli prima che lasciassero Camelot.
“Ah, fateli salutare anche a me! Sentirò anche io la loro mancanza!”
I cavalieri si fecero da parte e Ginevra abbracciò calorosamente Sam e poi Dean, augurando loro buon viaggio e buona fortuna e sperando che in futuro sarebbero tornati a Camelot in visita.
“Magari quando sarai diventata regina!” le sussurrò in un orecchio Dean, divertendosi a stuzzicarla.
“Finiscila di scherzare!” lo redarguì Gwen.
“Non sto scherzando. Dico davvero. Vedremo se ho ragione!” concluse Dean, ritornando serio dopo aver notato lo sguardo indagatore e geloso di Artù, che li osservava non troppo distante da loro.
“Prenditi cura di te, Ginevra.” la salutò Sam.
Alla fine, fu il turno di Artù accomiatarsi dai due fratelli.
“Sono onorato di avervi avuto qui a Camelot. Non dimenticherò quello che avete fatto per noi e, se in futuro avrete bisogno di qualcosa, di qualsiasi cosa, sappiate che potrete contare su di me e sui miei uomini. Spero che il destino sia benevolo con voi e che un giorno o l’altro le nostre strade possano incrociarsi ancora.”
“Siamo noi ad essere onorati di aver avuto la possibilità di combattere al vostro fianco, sire. Il viaggio che intraprenderemo ci condurrà molto lontano e non so se avremo più occasione di fare ritorno a Camelot o di vederci di nuovo. Tuttavia, ci teniamo che sappiate che la vostra gentilezza sarà ricordata a lungo, al pari delle vostre grandi gesta. Non dimenticheremo quello che avete fatto per aiutarci e il vostro comportamento rappresenterà un esempio da seguire per noi.” si congedò Sam, stringendo amichevolmente la mano al sovrano.
“Quello che è accaduto in questo periodo è stato strano tanto per noi quanto per voi, ma lasciate che vi dica che siete un re perfino migliore della fama che avete. Credo che solo avendo l’occasione di vivere in questo posto e di frequentarvi possa far comprendere appieno la grandiosità di Camelot e dei suoi abitanti, una possibilità che sono contento di aver avuto, sire. Vi attendono dure battaglie e altrettante aspettano me e Sam, ma questa esperienza mi ha permesso di far chiarezza e di capire cosa è giusto che io faccia. Vi ringraziamo anche per questo e vi auguriamo a nostra volta le migliori fortune.” concluse Dean. “Ah, un’ultima cosa, sire. Posso darvi un consiglio?”
“Certamente!”
“Non lasciate che le idee altrui offuschino il vostro giudizio, non tutte le persone le espongono con buone intenzioni, perfino quelle più vicine. Come ho appena detto, è solo un consiglio; potete anche non seguirlo, ma rischiereste di perdere molto.” aggiunse, infine, Dean, lanciando lo sguardo verso Ginevra.
“Grazie.” si limitò a rispondere Artù, stringendogli la mano.
   
 
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