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Autore: Miky_D_Senpai    05/12/2022    1 recensioni
E se le scene post credit dei film Marvel fossero state girate nel set fittizio della serie italiana Boris?
Direttamente dalla regia di René Ferretti, la partecipazione sul set di attori del calibro di Stanis La Rochelle e la scrittura degli Sceneggiatori della rete.
Come verranno prodotte?
Come sarà la luce?
"Ma soprattutto che cazzo è 'na scena post credit limortacci vostra!"
Scusatelo, il regista è ancora confuso.
Tutto sarà più chiaro una volta lette le sceneggiature.
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Low effort story: scritta e pubblicata direttamente su Wattpad.
Genere: Comico, Commedia, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alessandro, René Ferretti, Sorpresa, Stanis La Rochelle
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Negli studi

"Arianna!"
René stava avendo un problema: si era dato al giardinaggio. Nei mesi che erano passati tra un lavoro e l'altro aveva cercato un modo per ingannare il tempo e purtroppo l'aveva trovato. In poco tempo si era riempito casa di piante di basilico, prezzemolo, pomodori e tanti, troppi, alberelli da frutto. Quindi quella mattina, come ogni volta che tornava sul set a girare, se ne era portate alcune da regalare.
Lei, che era sempre attenta a farsi trovare prima degli altri sul set, era sfortunatamente già sulla porta ad aspettare il regista con delle brutte notizie.
"Oh eccoti, ti ho portato dei cespuglietti di fragoline, queste devi stare attenta..." le avrebbe detto vita morte e miracoli su come coltivare, annaffiare, produrre, vendere fragoline selvatiche, ma lei non gli poteva lasciare il tempo di finire la frase.
Almeno l'assistente aveva il compito di far rispettare la tabella di marcia: "René allora è arrivata l'altra sceneggiatura, questa scena è un po' più complicata però" era evidente che fosse spazientita dal ricevere l'ennesima piantina.
"Dentro Sergio sta già facendo montare la scenografia, dobbiamo chiamare ancora le comparse" si fermò alla vista dell'albero di limoni che giaceva sui sedili posteriori dell'auto del regista. Sembrava alto quanto lei.
"E quello che è?".
René, che intanto aveva preso i fogli con la scena della giornata e gli stava dando un'occhiata, le rispose distraendosi completamente: "Quello è per Sergio, a proposito, chiamamelo che non me lo posso tenere in macchina ancora a lungo, mi si riempie di terra" la sua voce era squillante, era felice.
Mentre Arianna sbuffava, lui si iniziava a occupare dello spostamento dell'alberello che aveva portato fieramente fin lì.

"Alessandro? Senti vai tu a sistemare per le comparse che qui è tutto un casino" gli ordinò Arianna, mentre posava la piantina insieme alle altre, che già stavano morendo.
Il ragazzo sapeva che quello sarebbe stato un lavoraccio, quindi sperava che la risposta che si era preparato funzionasse come scusa per liberarsi di quell'onere.
"Ma io sono già bloccato per l'arrivo degli attori, Sergio mi ha detto che se mi muovo mi licenzia".
Per sua sfortuna, Arianna non abboccava così facilmente alle sue scuse.
"Non mi rompere anche tu, vai ad occupartene o passerai un brutto quarto d'ora, in più tieni lontano Stanis che se poco poco lo vedo in giro sono cavoli tuoi".
Nonostante la riluttanza, Alessandro sapeva che sarebbe dovuto andare il prima possibile a reclutare le comparse necessarie. Servivano una dozzina di persone per riempire il bar fittizio che stavano allestendo, più una barista che avrebbe dovuto servire un solo bicchiere. I costumi erano già pronti e bisognava solo fare una breve selezione.
Era l'unico momento in cui Stanis avrebbe potuto interferire con il lavoro e, puntuale come la iella, lo trovò lì, pronto a prendere la sua occasione.
"Perché voialtri cosa ne sapete dei veri sacrifici che questo lavoro comporta, dover ricominciare da così in basso per un attore di fama internazionale è davvero una sfida e voi siete fortunati a esserne testimoni"; sembrava sul punto di essere malmenato quando entrò Alessandro.
C'erano una trentina di persone pronte per quei ruoli e già sarebbe stato un lavoro difficile mandarne via alcune, ora che anche Stanis si pavoneggiava come se avesse già il ruolo era tutto più difficile.

"René dobbiamo fare qualcosa per questo modo che ha Sergio di utilizzare il budget".
La troupe vagava per il set sistemando il bar fittizio tra le solite pareti verdi: aveva tutta l'aria di un locale trasandato, ma quello che preoccupava Arianna erano i dettagli.
"Che succede? Ha speso di nuovo troppo?" Il regista era particolarmente attento al denaro e sperava che almeno quel giorno avrebbero potuto stare sereni.
"No, tutt'altro, pare che sia rimasto senza: dovevamo avere qualcosa che somigliasse a un superalcolico e si è presentato con questa" La bottiglia che aveva in mano, oltre ad essere completamente spoglia di etichetta o marca, conteneva uno strano liquido verde.
"Ma che è 'sta merda?" René era diventato tutto d'un tratto scettico, il sogno della seconda scena perfetta si allontanava dalle sue mani.
Sergio stava tornando con le mani sporche di terra, borbottando qualcosa su quel "cazzo di alberello che manco c'aveva un limone attaccato".

"Sergio che cazzo è sta roba?" gli domandò subito il regista "Dobbiamo fare finta che sia un alcolico e che gli diamo? Un infuso verde? Eddai"
"René che te devo dì, quello m'hanno dato"; mentre i tre si stavano facendo distrarre dalla discussione, Itala stava giustamente pensando a degustare il liquido incriminato, ma dopo un singolo sorso di quello che ne aveva versato stava già tossendo.
"'cci vostra" era l'unica cosa che era riuscita a dire iniziando a tossire, attirando l'attenzione degli altri.
"A Itala, che te piglia?" le chiedeva Sergio avvicinandosi. Se la stava prendendo per l'insulto, ma Arianna stava già intervenendo per controllare invece se si fosse strozzata o meno.
"Vieni, andiamo a prendere una boccata d'aria" diceva l'assistente mentre la signora indicava la bottiglia.
"Che te stai a beve gli oggetti di scena? Vecchia ladra ubriacona" continuò a inveirle contro l'altro, riprendendo la bottiglia e mettendola di nuovo tra gli oggetti di scena.
Erano tornati ognuno alle proprie faccende. Le acque sul set sembravano essersi calmate, nessuno si era accorto però che il bicchiere era già stato preso da qualcun altro, che lo stava posizionando per la scena.

"Stanis ti prego, lasciami lavorare"
Alessandro era bloccato sotto l'ascella dell'attore, che lo teneva intrappolato con il braccio per sottolineare la sua posizione di dominio sulla sua vita e sulla sua persona.
"Allora non ci siamo capiti Seppia, per chi non lo sapesse, lui è il mio amico Seppia" continuava a parlare l'altro alternando le minacce verso di lui e quello strano teatrino con le altre persone presenti, "Io sono qui per un ruolo come gli altri e tu devi essere imparziale e scegliere le persone che sono più adatte a trovarsi in scena, lì sul grande schermo".
Sembrava stesse per iniziare un altro dei suoi monologhi esistenziali, una metafora senza senso tra il grande schermo e qualcosa di insensato, invece gli presentò un'altra persona tra quelle presenti nel loro piccolo pubblico.
"Vieni, ti presento Mauro" lo continuava a portare con sé sotto il braccio, "Mauro è un mio grandissimo amico che mi sta insegnando la lingua degli inglesi, i loro usi, i loro modi di dire, così che io possa immedesimarmi alla perfezione per questo e tanti altri ruoli".
Mauro era un uomo sulla trentina, dai lunghi capelli con i dread e lo sguardo di chi in quel momento non viveva nella realtà, ma qualche dimensione parallela. Ripeteva "Love is love, fratelli" come un mantra ogni minuto e Stanis lo seguiva. Ogni tanto intonavano insieme una canzone reggae.
Alessandro era allibito e non sapeva da dove iniziare, l'unica cosa che gli venne in mente era iniziare a dare indicazioni ad almeno alcuni di quelli che erano lì da un'ora ad aspettare. Decise che, invece di dire direttamente chi sarebbe andato in scena, avrebbe mandato a casa prima chi non serviva, lasciando Stanis per ultimo.
"Per i vestiti lì a destra, per il trucco sempre a destra, ma alla seconda porta, tu Stanis invece resti qui e ti chiamo direttamente Arianna" le persone avevano finalmente iniziato a muoversi, in un ritardo clamoroso, considerando anche che gli attori avevano già finito di provare le loro battute. Non che a René dispiacesse lavorare con due attori di quel calibro, ma Arianna non sarebbe stata contenta e qualcosa poteva sempre andare storto.

Arianna, che riuscì a tirare un sospiro di sollievo vedendo finalmente arrivare le comparse, si era accorta di come uno degli attori sembrasse molto alticcio, atteggiamento che il regista tentava di giustificare come un'immedesimazione totale nel personaggio. La verità era che, continuando a ripetere la scena, si era finito per bere tre bicchierini di quello strano liquido verde che solo Itala avrebbe potuto dire fosse in realtà assenzio, ma ormai era stata mandata a casa.
"Arianna, qui c'è Stanis che chiede di te" dal walkie-talkie si sentì la voce di Alessandro e lei sperava fosse la sua immaginazione o che si fosse ubriacata in qualche modo anche lei.
"Va bene, arrivo, ma tu vieni ad occuparti dell'attore, Hurt, che non mi sembra sia molto in sé"

René intanto stava continuando a dare indicazioni, aiutato dall'interprete, ai due attori. Per rendere la scena più solenne e aumentarne la suspense, avrebbe reso quei deboli dialoghi più taglienti per lasciare allo spettatore la voglia di tornare al cinema. Era gasato, su di giri, ispirato come non era da tempo.
"Tu ti avvicini" intanto muoveva le dita verso il bancone.

"You get closer"


"Lui non si gira finché tu non sei vicino" seguiva la sua narrazione girando la mano imitando i movimenti dell'attore.


"He doesn't look at you until you're closer"


"Gli dici che state creando er gruppo de cosi"


"You tell him about the group"

"Lui chiede noi chi?"

"He asks who?"

"E te je risponni stocazzo"

"And then you answer..." René bloccò il traduttore "Statte bono te, chiaro?"
Tornando alla postazione, prese le cuffie e controllato lo schermo fece cominciare il vero e proprio ciak.
"Azione!"

"Dov'é Stanis?" domandò Arianna, incrociando Alessandro proprio davanti l'uscita degli studi.
Girandosi verso dove l'aveva lasciato, Alessandro ebbe quasi un mancamento nel vedere che non c'era più.

Quella volta le comparse che avevano avuto modo di prepararsi vagavano nella scena, sapendo che non dovevano interferire in nessun modo e fare finta di essere impegnati in altro.
L'attore stava bevendo l'ennesimo sorso e quando ne domandò un altro al barista, la comparsa che doveva solo dargliene un altro, si girò rispondendo.
"Sure my friend, love is love"
L'attore, ormai troppo ubriaco per reagire in maniera composta, scoppiò in una risata fragorosa, mentre Stanis che si trovava davanti a lui non capiva bene che era successo, se quello fosse parte della battuta o se si trovasse davanti a un palese incapace.
René era di tutt'altro parere.
"A pezzo demmerda! Levate quella testa di cazzo dal set?! Tra quello ubriaco fracico e sto pezzo demmerda non chiudiamo più! Do cazzo sta Arianna?!"
L'incazzatura faceva tremare tutto il set, tranne l'attore americano che si rotolava ancora dal ridere. Stanis riuscì a scappare senza lasciare tracce, prendendosela con il suo amico Mauro che gli aveva insegnato davvero troppo poco per capire e reagire alla "situazione".

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Negli uffici della rete

"René il problema non è dover lavorare in fase di montaggio per togliere le inquadrature in cui rincorri Stanis minacciandolo di morte" sogghignava Lopez, che si era divertito nel rivedere quella scena.
"Ma qui abbiamo ricevuto lamentele da parte di due attori, uno dei quali è stato costretto a letto due giorni per recuperare la sbronza" continuava poi, comunque irritato per la situazione scomoda che si era creata.
"Lo so, ma qui c'è stato un problema con la scenografia e ci hanno scambiato le bottiglie" tentava di scusarsi il regista, completamente costernato e preoccupato per un'eventuale cancellazione nel progetto, ma la chiamata era solo un'ammonizione.
"Per la prossima scena il budget sarà risicatissimo e forse inizierà ad esserci una supervisione più attiva"
"Ma che ce mannate gli sciacalli?" La paura più grande di René era proprio quella di trovarsi qualcuno della rete che supervisionasse la produzione delle scene. Non che la qualità fosse scarsa, ma la manodopera avrebbe potuto trovare pretesti per ribellarsi e quello non era nemmeno lo scenario peggiore.
"Direttamente dall'America, quindi vedi di non fare cazzate!"

Una volta chiusa la chiamata, René guardò Arianna e Sergio, che erano rimasti a origliare.
"E mo so cazzi"

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Gli occhi del cuoreee
Gli occhi del cuoreee
Booooooriissss

Il video pur di non metterlo, o metterne uno troppo lungo, ve lo lascio in Hindi.

Per il meme.

   
 
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