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Autore: Stillathogwarts    08/12/2022    4 recensioni
Cinque anni dopo la fine della guerra, il Wizengamot scavalca il Ministro Shacklebolt e fa approvare una Legge sui Matrimoni, nonostante lo scontento generale.
Hermione si ritrova così a dover sposare un Draco Malfoy che mostra fin da subito uno strano e incomprensibile comportamento, mentre una serie di segreti e omissioni iniziano pian piano a venire a galla.
• Marriage Law trope, ma a modo mio (per favore, leggete il primo n.d.a.).
• DRAMIONE
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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The Weight of Us



CAPITOLO 6
Draco's Story





 






POV DRACO

 
Qualche giorno prima del matrimonio
 
«Potter!»
Non era stato convocato al Ministero quel giorno, ma doveva urgentemente parlare con qualcuno.
Normalmente, Draco non avrebbe mai fatto niente di simile, ma quel giovane occhialuto era l’unica persona che avesse e che fosse disposta ad ascoltarlo.
Quella volta, non poteva fare da sé.
Quella situazione lo stava uccidendo.
Era tutto sbagliato, tremendamente sbagliato.
Non era così che se lo era immaginato!
Farla sua in quel modo, contro la sua volontà… poteva solo sperare che un giorno le cose sarebbero migliorate, che sarebbe riuscito a conquistarla di nuovo.
Stava impazzendo.
Aveva il matrimonio imminente a cui pensare, ma lui riusciva a pensare solo al piccolo Sirius.
«Dobbiamo parlare. Subito
Il Prescelto lo fissò da dietro i suoi occhiali e parve convenire con la sua affermazione. «Certo che dobbiamo parlare.»
Draco grugnì. «Non farmi la predica. Lo so che se le faccio del male, tu ne farai a me. Che ne ha passate già abbastanza nella vita, che non la merito, ma le cose stanno così, non c’è scelta e allora devo fare di tutto per renderla felice e per essere un buon marito per lei. Non ho bisogno che mi faccia la ramanzina tu, sono abbastanza consapevole della portata della situazione già da me.»
Harry lo guardò sorpreso. «Oh. Beh… di cosa volevi parlare allora?»
Il biondino gli chiese di sigillare la porta e di lanciare un Muffliato per buona misura; si lasciò cadere sulla poltrona davanti a quella del moro e poi si passò una mano sul volto.
Sembrava indescrivibilmente stanco e di fatti lo era. Non dormiva da diverse notti ormai e sebbene non avesse trascorso una singola notte tranquilla dal suo quarto anno a Hogwarts, era riuscito con enorme fatica a costruirsi un suo equilibrio, fondato su almeno quattro ore di sonno al giorno. Quel ritmo non era esattamente salutare, ma era abbastanza funzionante da permettergli di trascinarsi durante le sue giornate e di adempiere ai suoi pochi impegni quotidiani senza soccombere ad essi.
«Sirius», sussurrò. «Il bambino della Granger…»
«È un problema per te?»
Draco chiuse gli occhi e scosse il capo lentamente. «Tu non capisci…»
«Hermione non sa veramente chi sia il padre» gli disse subito. «Non ricorda nulla di lui. Al San Mungo hanno ipotizzato che sia dovuto alle conseguenze della Cruciatus… Malfoy, sarò onesto con te, Hermione non sta ancora bene. È ancora in terapia.»
«Cosa?»
Potter annuì stancamente. «Aveva da poco avuto una gravidanza e Bellatrix ci è andata pesante, era già debole in partenza e non era il nostro primo scontro con le forze oscure… una volta al mese, va ancora al San Mungo per il trattamento. Non è niente di grave, sono riusciti a marginalizzare il problema, stanno cercando di arginarlo completamente.»
Il biondino espirò pesantemente. «Di cosa si tratta?»
«Il braccio sinistro, le trema spesso» gli rivelò. «Non se ne lamenta mai, perché comunque è destrorsa, ma succede.»
Draco strinse i pugni con fervore.
Merlino solo sapeva quanto fosse tormentato da quella notte, quante volte, ancora, dopo cinque anni, rivivesse l’evento nei suoi peggiori incubi. E Morgana solo sapeva il dolore e il senso di colpa che gli aveva procurato.
«È tutto qui? Posso passare alla parte dove ti minaccio ugualmente?»
Il biondino trasse un respiro profondo. «Devo dirti una cosa», sussurrò con voce tremante, cosa che allertò Harry. «Hai tempo e volontà per starmi a sentire con attenzione? Non ti avrei cercato se non fosse stato importante.»
Il moro corrugò la fronte e annuì.
Draco aprì la bocca per parlare, ma poi parve ripensarci per un momento. «E sei disposto a stringere un voto di segretezza magico per giurare che non rivelerai a nessuno quello che sto per dirti?»
Potter trasalì. «È proprio necessario?»
«Sì.»
Forse fu l’urgenza nel suo sguardo, o la punta di supplica nella sua voce, o l’evidente disperazione sul suo viso a convincerlo, seppure con una manifesta esitazione.
Harry gli tese il braccio, con l’aria di chi era perfettamente consapevole di fare qualcosa di cui si sarebbe presto pentito e i due intrecciarono le loro mani.
Non era un Voto Infrangibile, ma non c’era motivo di ricorrere a qualcosa di così estremo: il Voto di Segretezza sarebbe stato sufficiente a impedirgli di parlare. Non c’erano scappatoie che il Prescelto avrebbe potuto prendere per aggirare il giuramento.
Esausto dall’ esecuzione del complicato Incanto, Draco ricadde sulla sua poltrona. Si prese qualche istante per riprendere respiro e per trovare il coraggio, si passò una mano sul volto stanco, poi lo guardò dritto negli occhi.
«Potter, sono io il padre di Sirius.»
Lui lo scrutò perplesso. «Malfoy, che ti sei bevuto?» chiese scettico. «Hermione ha scoperto di essere incinta…»
«…Alla fine del sesto anno, probabilmente quando io me n’ero già andato da Hogwarts.»
Harry sbatté le palpebre; dalla sua espressione, si capiva che si stesse interrogando circa la sua sanità e che stesse valutando attentamente le sue reazioni fisiche.
«Avevamo una relazione segreta, io… dannazione! Facevo la spia per Piton, sarei dovuto subentrare solo in caso della sua morte prematura, se non fosse riuscito a farti avere le informazioni necessarie… Silente era d’accordo, sarei dovuto rimanere con i Mangiamorte per tutto il tempo, passare informazioni all’Ordine, all’ES a Hogwarts…»
Il prescelto sbarrò gli occhi e si prese qualche momento per metabolizzare quelle rivelazioni; sicuramente, gli sembrava assurdo quanto il biondino stava raccontando, ma Draco sapeva che più ci avrebbe riflettuto più le prove di quanto diceva gli sarebbero divenute evidenti. Perché c’erano delle prove, per chi sapeva come e dove guardare, e se qualcuno era in grado di fare ciò, quel qualcuno era proprio Harry James Potter.
«Glieli mandavi tu i biglietti incantati?» chiese Potter, sbalordito. «Hai avvisato tu Neville che i Carrow volevano ucciderlo?»
Lui annuì brevemente.
Il moro si lasciò cadere contro lo schienale della sedia. «E Hermione…»
«Lei ha iniziato tutto, sai. Mi ha trovato nel bagno di Mirtilla un pomeriggio, stavo male… mi ha convinto a tirarmene fuori, ci ha impiegato un bel po’ per farmi cedere… non so di preciso perché lo abbia fatto, ma non si è mai arresa» raccontò il biondino, parlando sommessamente. «Sapeva che Piton lavorava per l’Ordine, mi ha spinto a rivolgermi a lui. Discutendone con Silente, è venuta fuori l’idea di tenermi lì come spia dormiente, finché il momento di entrare in azione non sarebbe arrivato. Lo chiamavano “piano B”, anche se in quel momento ancora non potevo capire a cosa si riferissero. Poi Silente ha chiesto a Hermione di aiutarmi con gli Armadi, ma facendomi promettere che non le avrei detto che avremmo lasciato entrare i Mangiamorte nel castello… Non ho capito il motivo di ciò finché non ho scoperto perché Piton lo aveva ucciso e cosa avrei dovuto fare se anche lui fosse morto prematuramente, quello che avrei dovuto dirti.»
Potter lo fissava allucinato, come se non riuscisse a credere che a distanza di cinque anni, ancora c’erano cose da scoprire in merito al piano di Silente per liberarsi di Voldemort.
«Hermione era così contrariata in merito alla decisione di rendermi una spia, sai? Non so perché si preoccupasse tanto della cosa, diceva che avrebbero dovuto proteggermi, non caricarmi di un peso così grande, ma io… Non hai idea di quanto tempo abbiamo trascorso insieme, del modo in cui siamo arrivati a conoscerci… volevo essere degno di lei, della sua fiducia, per cui ho accettato la missione che mi stavano affidando. Mi sembrava una buona opportunità di riscatto» si interruppe per qualche istante, si passò una mano sulle labbra. «Non mi ha detto niente prima che tutto degenerasse, quindi credo che abbia scoperto di essere incinta dopo la morte di Silente, il che significa che lei…»
«…Credeva che avessi fatto il doppiogioco», concluse Harry. «Ecco perché stava così male ed ecco perché non ci ha mai detto chi era il padre, neanche prima… cazzo, Malfoy! Non hai parlato di niente di tutto questo al tuo processo!»
Draco emise una risata fredda e spenta. «Chi mi avrebbe creduto? Le uniche due persone che sapevano del mio ruolo erano morte, Hermione non ricordava nulla… e Piton non ti ha dato nulla al riguardo nei suoi ricordi, quello stronzo! Immagino abbia dato priorità solo alle cose importanti per lui o necessarie per vincere la guerra.»
Il giovane sembrava scosso. «Il Manor», considerò poi, visibilmente contrariato. «Sei rimasto a guardare mentre veniva torturata. Come cazzo hai potuto farlo?»
Il biondino si accigliò. «Erano i miei ordini, non avrei dovuto far saltare la mia copertura per nessun motivo e comunque avrei potuto metterla in maggiore pericolo rendendo pubblico quello che significava per me.»
Draco deglutì con forza, poi si prese il volto con le mani. «Ho fallito, ovviamente. Quando Bellatrix ha iniziato a usare il pugnale… Le sue grida… Non riuscivo più ad occludere, stavo per fare qualcosa, probabilmente di incredibilmente stupido e avventato. Lucius, lui… Potter, ti sei mai chiesto perché non lo chiamo più padre, la vera ragione per cui non ci parliamo?»
Il Prescelto annuì. «Ho solo pensato che non condividesse la tua presa di posizione contro la linea purosanguista.»
Draco scosse leggermente il capo. «Non è solo quello.»
Harry attese che articolasse; lui si passò una mano tra i capelli e nel suo sguardo guizzò un lampo di tormento. «Gli è bastato lanciarmi un’occhiata per capire tutto. Ha capito che tra me e Hermione c’era qualcosa e ha sfilato la bacchetta di mia madre, mi ha immobilizzato e mentre Bellatrix parlava con il Goblin, l’ha obliviata. Lei, di me, ricorda solo le cose brutte. Mi ha portato via la ragazza che amavo… perché non approvava le sue origini e sapeva che non avrei mai rinunciato a lei.»
Potter si prese il volto tra le mani e soffiò forte contro i palmi. «Merlino… E nella Stanza delle Necessità, allora…»
«Non ero lì per cercare di catturarti veramente. Volevo vederla» ammise Draco. «Speravo che non avesse funzionato, che mi ricordasse…»
«Merlino e anche Morgana!» sussurrò Harry, senza parole.
Il silenzio cadde come un’ombra su loro e sembrò protrarsi per ore, poi, alla fine, la cupola di vetro si ruppe. Draco non riuscì più a contenere le emozioni che aveva a fatica represso e tenuto a bada per tutto il racconto.
«Quel bambino è mio e io non sapevo niente della sua esistenza e non avrei saputo niente se non fosse stato per questa maledetta Legge!» la sua voce si alzava sempre più, ad ogni parola, per cui il moro gli fece cenno di calmare i toni.
«Capisci?» lo ignorò lui. «Sono innamorato di lei da sei anni, cazzo, e la devo sposare contro la sua volontà! Il modo in cui mi parla… non mi vuole vicino a Sirius, non posso dirle che è anche mio figlio… tutto questo mi sta uccidendo!»
«Perché non sei mai tornato da lei?»
«Perché credi che abbia iniziato a frequentare il Ministero? Rifletti, Potter. Quand’è che sono venuto da te per chiederti se potevo esservi d’aiuto in alcun modo?»
Il Prescelto rifletté per qualche istante. «Dopo che Hermione è stata assunta», rammentò, allargando gli occhi. «Perché diavolo non le hai mai detto niente? Le hai a malapena rivolto la parola in questi anni!»
«Io… ho pensato che sarebbe stata meglio senza di me» ammise Draco, dopo una pausa di silenzio tombale. «Non la meritavo, non la merito e non la meriterò mai… Ho pensato che lei meritasse di meglio, qualcuno di più… rispettabile di me.»
Potter sembrava ormai pallido, come se fosse sul punto di avere un mancamento.
«Perché non glielo dici ora?»
«Sei impazzito?» ringhiò lui, la mascella a terra. «Se glielo dico ora non avrò alcuna possibilità di farla innamorare di nuovo di me!»
L’altro sollevò un sopracciglio, perplesso.
«Sto… sto lavorando a una pozione, ci sto provando da anni… è quasi impossibile da annullare, l’Oblivion. Non mi crederà mai, senza i suoi ricordi. Chi poteva corroborare la mia versione è andato da anni.»
«Un test di paternità sarebbe una prova inconfutabile.»
Draco scosse il capo lentamente. «Non posso permettermi errori, Potter.»
«Quando scoprirà che non le hai detto niente si arrabbierà», precisò lui, poi si batté una mano sulla fronte. «Mi hai fatto giurare così non avrei potuto dirglielo io!»
«Beh, hai la scusa no, in caso? Non puoi infrangere un voto di segretezza magico.»
Il moro grugnì. «Devi dirglielo subito!»
«Potter! Crede che il Cuore di Cupido si sia sbagliato! È disgustata anche solo dall’idea di stare nella stessa stanza con me…»
«Non è così», gli disse Harry. «Solo… non ti conosce. Cioè, non sa… non ricorda… insomma, lo hai detto tu, no? Ricorda solo il brutto e non le hai rivolto la parola manco per sbaglio in questi anni, ha solo la mia parola sul fatto che tu sia cambiato!»
«Sono un fottuto codardo» sospirò Draco. «Questo è sempre stato chiaro a tutti.»
«Smettila di esserlo allora!»
«Non è il momento di dirglielo», insisté lui. «Mi odierà ancor prima del matrimonio.»
Il Prescelto sospirò e scosse il capo. «Sei davvero un idiota patentato, Malfoy.»
Il biondino non rispose; poggiò la fronte contro il tavolo, per nascondere le lacrime.
«Avrei mandato tutto al diavolo, se lo avessi saputo», singhiozzò, le mani tra i capelli. «Me la sarei portata via e l’avrei messa al sicuro, le sarei stato vicino…»
«Non era sola. È stata con noi quasi fino alla fine, poi da Andromeda», lo rassicurò.
«Non è la stessa cosa», disse lui, scuotendo il capo. «Avrei dovuto sostenerla, prendermi cura di lei. E mi sono perso cinque anni della vita di mio figlio. Io che ho giurato che sarei stato un padre esemplare, quando sarebbe venuto il mio turno.»
Potter si alzò e gli si avvicinò, poggiandogli una mano sulla spalla. «Troveremo una soluzione. Si sistemerà tutto.»
Draco gemette. «Sono maledetto, Potter.»
«Oh, chiudi il becco, Malfoy!» sbuffò l’altro. «Non è il momento di essere drammatici. E comunque, a me sembra più questione di destino
Il biondino alzò il viso giusto per poterlo guardare truce.
«Siete stati scelti dal Cuore di Cupido», sottolineò il Prescelto. «Siete praticamente anime gemelle.»
«Sì, certo. Chiedi a Hermione quanto si sente baciata dalla fortuna.»
«Cos’hai intenzione di fare allora?» sospirò Harry, rassegnato.
Il biondino fece spallucce. «Essere un buon marito per lei. Riconquistarla. Essere un buon padre per Sirius. Avere successo con quella pozione, farla ricordare. Pregare che non mi lasci dopo i cinque anni. O forse dovrei semplicemente tornare a Hogwarts e buttarmi giù dalla Torre di Astronomia come avrei dovuto fare anni fa?»
«Non esagerare, ora» lo rimbeccò Harry. «I Babbani hanno un detto, sai?»
Draco inarcò un sopracciglio, scettico. «Che detto?»
«Finché c’è vita c’è speranza.»
Arricciò il naso, corrugò la fronte. «Ma… l’ultima volta mi hai detto che era “aspetta e spera”.»
«Uhm», mugugnò Potter. «Dipende dai casi, sai…»
«Insomma, i Babbani hanno detti da usare a seconda di ciò che gli conviene.»
L’Auror abbozzò un sorriso tirato. «Perché devi sempre ricordarti tutto?» commentò. «Cerca di essere ottimista, una volta tanto.»
«Ottimista», ribatté lui, scettico. «Non è una cosa da Tassorosso?»
«Menomale che non siamo più a scuola, allora. No?»
 
*
 
Il giorno del matrimonio, Dragonshore
 
Aveva passato la notte a vomitare.
L’idea di sposare Hermione contro la sua volontà lo stava logorando dentro.
La loro storia non era mai stata una fiaba, ma quello era sicuramente uno dei peggiori epiloghi che potesse avere. Il loro percorso era iniziato male, si era sviluppato persino in maniera peggiore… e la conclusione, se fosse stata veramente quel matrimonio forzato, avrebbe finito per essere ancora più tetra.
Si era svegliato all’alba, dopo un sonno di poche ore, disturbato da echi di urla e insulti, un miscuglio dei suoi rimpianti peggiori quando si trattava di Hermione Granger e che costituivano sia la base dei suoi rimorsi e tormenti peggiori, sia gli unici ricordi che la ragazza aveva di lui.
Per quanto si fosse sforzato di rendere decente quel giorno, non era comunque come lo aveva immaginato.
Lei non voleva diventare sua moglie, tanto per cominciare.
Passò la prima ora di veglia a piangere e tremare sotto le lenzuola, perdendo la cognizione del tempo e ridestandosi solo quando sentì l’allarme magico che aveva installato sulla casa annunciare un visitatore.
Sua madre.
Gli aveva promesso che ci sarebbe stata per lui.
Chiamò Tippy e gli chiese di farla entrare, non aveva ancora raccolto abbastanza forza per alzare le sue barriere e buttarsi giù dal letto.
La figura imponente di Narcissa Malfoy apparve sulla soglia della porta della sua camera da letto; aveva l’aria corrucciata e il dispiacere era evidente sul suo viso aristocratico.
«Draco… devi alzarti.»
«Non posso farlo», rispose lui. «Non posso farle questo.»
La donna si spostò fino al lato del letto su cui era rannicchiato il figlio e si chinò per guardarlo in faccia.
«Non hai altre opzioni al momento.»
Il biondino scosse la testa. «Mi odierà per tutta la vita. Perché sono destinato a sbagliare sempre, con lei?»
«Questo non è un tuo errore», gli disse lei. «È un grave fallo del Wizengamot.»
«Non fa alcuna differenza. La legherò a me ugualmente, no? Tra qualche ora avrà un cognome che detesta... e un marito che la disgusta.»
«Non hai scelta! Non lo faresti in questo modo se ne avessi una», sussurrò dolcemente la madre e forse pensava di sollevargli il morale, ma lo stava inconsapevolmente facendo precipitare ancora di più nel baratro.
«Perché non ho mai scelta, allora? In tutta la mia maledetta vita, non c’è stata un’occasione significativa in cui abbia potuto scegliere veramente qualcosa!»
La donna si immobilizzò e poi emise un lungo sospiro. «Sono abbastanza sicura che riuscirai a riconquistarla. Dopodiché, allo scadere dei cinque anni, potrai chiederle di risposarti e avere il matrimonio che sognavate da ragazzini.»
Draco grugnì. «E se non riuscissi a riconquistarla prima di dover… di dover…»
Narcissa non rispose.
«Io non posso… non voglio che accada per obbligo…» biascicò tra le lacrime lui. «Questo è un cazzo di incubo!»
«Riuscirai a riconquistarla, Draco» lo incoraggiò lei. «O riuscirai a finire quella pozione a cui lavori da anni.»
Sua madre non approvava la sua relazione con Hermione e non l’avrebbe mai incoraggiata se sfatare quell’evenienza fosse stata una sua opzione; senza dubbio, la Granger la intrigava e non era invasata quanto suo padre in merito ai principi purosanguisti, ma ne condivideva ancora i valori. La differenza, tuttavia, stava nel fatto che si era resa conto di quanto la ragazza fosse importante per lui e alla fine aveva accettato quella “disgrazia” per amor suo, per non perdere il suo unico figlio.
«E il bambino… madre, ho perso cinque anni della vita di mio figlio!» singhiozzò ancora. «Come farò a stargli accanto senza potergli dire la verità?»
«Sei mio figlio, Draco», mormorò la donna, abbozzando un mezzo sorriso. «Per quanto difficile possa essere, saper fingere e saper mentire è un tratto dei Black che sono sicura di averti trasmesso.»
«È proprio questo il punto, no? Sono stanco delle bugie e dei sotterfugi!»
«Allora dille tutto!» sbuffò Narcissa. «Non ho ancora capito perché ti ostini tanto ad aspettare.»
«Dirle che il padre della persona che il Ministero la sta costringendo a sposare l’ha obliviata per farle dimenticare di aver mai amato suo figlio? Di essere stata amata a sua volta? Di esserlo ancora?»
Lei trasse un profondo respiro. «Devi farti coraggio, figlio mio.»
Una risata sarcastica lasciò la gola di Draco. «Coraggio! Quando mai ne ho avuto? Sono un Malfoy, sono un maledetto codardo per nascita!»
«Allora fatti forza! Scendi da questo letto, fai il tuo dovere e poi rifletti su un modo per risolvere la faccenda! Sei un ragazzo intelligente, ci riuscirai. Ti verrà in mente un qualche piano di successo.»
Il biondino pensò che ne avesse molto più che abbastanza della gente che gli diceva di “fare il suo dovere”. Quando avrebbe potuto fare quello che voleva? Quando avrebbe potuto vivere senza dover elaborare piani, senza manipolazioni?
Si era pentito profondamente di non aver provato a riprendersi la Granger negli anni passati, di non averla riconquistata secondo i suoi termini quando ne aveva ancora la possibilità.
Pensava davvero che sarebbe riuscito a starle lontano?
Pensava davvero che si sarebbe condannato all’infelicità eterna?
Il Cuore era, secondo le leggende tramandate nell’ambiente Purosangue, uno strumento in grado di individuare le anime gemelle… e l’aveva designata come la sua.
Lui lo sapeva già da tempo, ma promettergli una cosa del genere come base di un matrimonio forzato era una vera e propria carognata. Soprattutto nel loro caso, era come spargere sale su una ferita aperta da anni.
«Si sta facendo tardi, figliolo.»
Draco trasse un respiro profondo, poi un altro; rialzò le sue barriere mentali e sfilò fuori da sotto le coperte.
«Non credo che ne avrai l’interesse», disse a sua madre in tono aspro. «Ma ti dico già da ora che non potrai avvicinarti a mio figlio, oggi. Sarebbe troppo complicato da spiegare.»






___
n.d.a

Salve!
Innanzitutto grazie a tutti voi che state leggendo e in particolare a chi mi ha lasciato una recensione, sapete ormai quanto tengo a ricevere un parere da parte di chi legge le mie storie :)
Dal momento che oggi è festa ho deciso di pubblicare un capitolo a sorpresa, ma preciso che non riesco ancora a rendere fisso l'aggiornamento del giovedì, per cui dalla prossima settimana tornerò a pubblicare i nuovi capitoli di questa fanfiction ogni martedì e ogni sabato.
All'inizio non sapevo se inserire o meno questo pov Draco, poi ho pensato che non sarebbe stato ideale lasciarvi con i dubbi per ulteriori capitoli (anche perché lo avete capito quasi tutti che Sirius è figlio di Draco a questo punto, per cui perché ritardare le conferme?). Questo sesto capitolo è un capitolo flashback dal pov di Draco che credo abbia risposto a molte delle vostre domande e anche il prossimo capitolo, quello di sabato, sarà pov Draco. Dopo tornerò al pov Hermione.
Spero che vi sia piaciuto!
Lasciatemi un feedback se vi va e buona giornata a tutti voi!
A presto!

 
   
 
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