Alcune
istruzioni per l’uso
Per Smistare i personaggi,
diciamo che ho fatto un pochino secondo i miei comodi. Di fisso avevo
Hinata a
Grifondoro e Kenma a Corvonero, e poi ho distribuito gli altri, motivo
per cui
la maggior parte della Nekoma è finita a Corvonero a propria
volta (d’altra
parte Yaku e Kuroo sono due super nerd che si insultano usando gli
elementi
chimici – qui diventati pozioni –, dove volevate
potessero finire?) e lo stesso
si può dire per molti del Karasuno. Volevo poi inserire
anche Akaashi (perché
in questa casa crediamo nella OsaAka supremacy), che doveva stare per
forza a
Corvonero, e di conseguenza Bokuto lo ha seguito – ma secondo
me ci sta molto
bene, come una Luna Lovegood di Haikyuu. I fuori squadra sono
Yamaguchi, che poteva
finire solo a Tassorosso, anche per esigenze di trama, e Tsukki, che mi
piaceva
l’idea di avere tra i Serpeverde (in squadra con i gemelli
Miya – poretto).
Anche perché mi ha sempre infastidito la rigorosa
separazione tra Case di HP, e
volevo mescolare un pochino di più le amicizie.
Seconda cosa, i ruoli a
Quidditch. La prima idea era di far giocare Hinata come Cercatore,
perché agile
e piccolino, ma poi ho optato per fargli fare il Cacciatore, proprio
perché
sarebbe qualcosa che ci aspetta di meno da uno piccolino e mingherlino
come
lui, e quindi si sarebbe incastrato anche qui “lo
svantaggio” con cui parte nel
manga (e poi tornava comodissimo per esigenze di trama che si vedranno
sotto).
La parte del fenomeno di Grifondoro è quindi tutta per
Kageyama, che fa il
Cercatore (ho pensato anche che in HP quelli col ruolo da
“piccola promessa”
sono tutti Cercatori, quindi…). Kenma fa il Portiere
perché l’ho pensata come la
posizione in cui ci si muove meno.
Infine, ho inserito qualche
easter egg che fa riferimento a eventi avvenuti nel solo manga, in
particolare
nel post time-skip, riadattati al contesto, ma alcuni facilmente
intuibili.
Mago avvisato, mezzo salvato (?).
Ora vi lascio alla lettura!
Di regali e
primi appuntamenti
A Kodama 🧡
«Non
ci crederete mai!».
Lev Haiba fa
irruzione nel dormitorio Corvonero dei ragazzi
dell’ultimo anno, ricevendo in risposta un’occhiata
perplessa dal Caposcuola
Kuroo, una curiosa da Kai e un libro di Trasfigurazione in testa da
Yaku.
«Ahia!
E questo per cosa sarebbe?».
«Per
non aver ancora imparato a bussare, per essere così
irritante e perché entro sera te lo saresti comunque
meritato» sentenzia logico
il piccolo Cercatore, stringendosi nelle spalle. «Per
Merlino, mi chiedo quanto
Whisky Incendiario deve aver bevuto il Cappello Parlante per metterti a
Corvonero».
«E
questo cosa c’entra, adesso?».
«C’entra
sempre, testa di Schiopodo».
Un altro libro
minaccia di finire in testa all’allampanato
Cacciatore, ma Kai ferma l’amico con una spallata.
«Quale
sarebbe la grande novità, Lev?».
«Kenma!».
Kuroo e Yaku
alzano un sopracciglio, il primo perplesso –
Kenma alla fine è il suo migliore amico da sempre, possibile
che non sappia
questa strabiliante novità su di lui? – mentre il
secondo decisamente
esasperato – qualcuno insegnerà mai a
quell’idiota a formulare frasi di senso
compiuto?
«Se tu
fossi così gentile da articolare la frase, forse
capiremmo anche noi. Ma evidentemente è chiedere
troppo…» commenta infatti
sarcastico, anche se Lev non coglie appieno la sua esasperazione, come
ogni
volta.
«Va a
Hogsmeade con Hinata!» rivela tutto compiaciuto il
Cacciatore, un enorme sorriso in viso, non si sa se perché
compiaciuto di aver
avuto l’esclusiva sulla notizia o perché felice
per “l’amico” (tra tante
virgolette, perché ha paura che Kenma possa lanciargli
qualche incantesimo al
solo pensiero di definirsi amici).
«Chi,
quel piccoletto del Cacciatore di Grifondoro?» domanda
Yaku, interessato come una brava mamma chioccia che si rispetti.
«Piccoletto…»
ribatte senza pensarci troppo Lev, «siete alti
uguali!».
Questa volta
nemmeno la prontezza di riflessi da Battitore di
Kai riesce a salvare il povero Lev dall’incantesimo che lo
spedisce fuori dalla
stanza.
«Non
ha tutti i torti, Pozione Restringente»
ridacchia
Kuroo, alzandosi dal letto e abbandonando i libri di Trasfigurazione su
cui
stavano studiando. «Il piccoletto è solo qualche
centimetro più basso di te».
«Bada
a come parli, Pozione Drizzacapelli!»
replica
infervorato il Cercatore, alzandosi a sua volta e seguendo Kuroo fuori
dal
dormitorio in direzione di quello dei ragazzi del sesto anno, mentre
Kai li
segue scuotendo la testa e premurandosi di controllare che Lev sia
ancora
integro.
«Sgonfiotto!».
«Tricopozione
Lisciariccio!».
La situazione
nel dormitorio del sesto anno è ugualmente
caotica, anche perché ad accoglierli
c’è un capannello attorno al letto di Kenma,
che cerca di tenersi a debita distanza da tutti. Da Taketora, che
continua a
bombardarlo di domande, da Fukunaga, che ridacchia e fa battuta
indirizzate a
Tora (ma sta pronto con la bacchetta in mano, caso mai servisse sedare
i due
coetanei con una spruzzata d’acqua in faccia, dato il tono
spesso troppo acceso
che prendono le loro discussioni), e da Bokuto, infiltrato tra quelli
del
sesto, che a dire il vero sembra più interessato a
rimbalzare sul letto di
Kenma – straordinariamente più morbido del suo
– che altro. In tutto questo, il
piccolo Portiere lancia occhiatacce ai compagni di Casa e squadra,
mentre cerca
di indossare mantello, sciarpa e berretta per affrontare il gelo fuori
dal Castello,
insofferente a tutte le attenzioni che gli vengono rivolte. Per questo,
non
appena sente la voce di Kuroo che sbeffeggia Yaku in avvicinamento
– Decotto
Dilatante mancato! – maledice tra i denti tutti e
quattro i Fondatori.
«Ho
sempre pensato ci fosse qualcosa di strano tra voi
due…».
«Non
c’è niente di strano tra noi due».
«Ma tu
guarda, Tora che pensa! Forse il Cappello non ha del
tutto sbagliato a Smistarti!».
«Oh,
ma taci, questa battuta non fa più ridere dal primo
anno».
«A me
fa ridere…».
«Grazie,
Kenma».
«E in
che Casa avrebbe potuto mandarlo, allora?».
«Non
saprei, Bokuto-san... non era questo il punt-».
«Secondo
me starebbe bene a Grifondoro, insieme a Tanaka-san!
Certo, forse Noya-san è un Battitore migliore, ma tanto non
credo che voglia
continuare a giocare anche dopo, sembra felice così, non so
se mi spiego… Però
Tora potrebbe. Certo, anche Serpeverde sarebbe una buona scelta
e-».
«Comunque,
tornando a noi. Pensavo foste più una sorta di
rivali, tu e il piccoletto. Ti interessa battere solo Grifondoro, in
pratica».
«Uh?
Rivali? No, siamo solo dei normalissimi amici».
«A me
non sembra».
«E
invece è così».
«Però
bisogna tenere conto che i gemelli funzionano
perfettamente in coppia come Battitori, e allora come giocheresti con
loro? Ma
Akaashi dice che Miya-Sam vuole aprire un ristorante a Diagon Alley,
finita la
scuola, non giocare a Quidditch, quindi forse…».
«Oh,
abbi le palle di ammettere che ti piace, allora! Ci esci
assieme a Hogsmeade».
«Piantala
con quella parola».
«Quale,
piace?».
«Di
sicuro però non credo che tu possa finire a Tassorosso,
Tora. Proprio no…».
«Calmini,
voi piccoletti!» esclama Yaku, entrando nel
dormitorio e frenando la confusione che vi regna sovrana.
«Piccoletti
cos-» inizia Lev di nuovo (perché l’istinto di sopravvivenza del ragazzo è proprio
assente, forse è vero che
più che a Corvonero sarebbe stato meglio tra i Grifondoro),
zittito prontamente
dai compagni che cercano di salvarlo dall’ennesima Fattura
Orcovolante. «Lev!».
«Haiba
qui dice che hai un appuntamento con Elfo-chan»
indaga diretto Kuroo, distogliendo l’attenzione dal nuovo
Cacciatore della
squadra – trasferitosi da pochi mesi da Durmstrang
– e riportandola su Kenma,
il quale si sta calando la berretta per bene, a coprire i capelli fino
alle
punte bionde.
«Lev
dice stupidate» ribatte Kenma, senza nemmeno spostare lo
sguardo verso l’amico, troppo impegnato a cercare qualcosa
sotto il letto a
baldacchino.
«Non
ci sarebbe niente di male, Kenma! Il piccoletto ha un’ottima
influenza su di te» continua Yaku compiaciuto, sorridendo
come chi la sa lunga.
«Eh?»
scatta il Portiere, evitando per poco di non sbattere
la testa contro lo spigolo del comodino nell’alzarla per
fissare con occhi
sbarrati Yaku.
Kuroo sorride
sotto i baffi, rispondendo al posto dell’amico:
«Lo guardi come guardi i videogiochi Babbani che ti regala
tua madre, quando
sei a un livello particolarmente difficile che vuoi superare».
«Non
lo guardo in nessun modo» ribatte laconico Kenma,
maledicendo l’essere vicino di casa e migliore amico di Kuroo
da una vita e il
non potergli nascondere ormai nulla. Se Kenma è diventato,
con gli anni e il
desiderio di dare sempre meno nell’occhio, bravissimo a
capire cosa passa per la
testa degli altri, deve ammettere che anche Kuroo è un buon
osservatore. Forse
è anche per questo che sono diventati tanto amici:
nell’apparente diversità che
tutti vedono a primo impatto, sotto sotto sono simili anche loro, in
qualche
modo.
«Invece
sì» conviene Bokuto annuendo vigorosamente, messe
da
parte le sue divagazioni sullo Smistamento di Tora. «Se te lo
chiede lui sei
pure disposto ad allenarti di più. Quando sono io a
chiederti di farmi fare
qualche tiro, piuttosto ti affogheresti nelle docce».
«Tu
non chiedi mai a Kenma di allenarvi insieme… lo chiedi
sempre ad Akaashi» precisa Lev, inclinando la testa perplesso.
Bokuto si
stringe nelle spalle e scuote il capo: «Vero, ma
quando sei tu che vuoi fare qualche tiro in più è
così».
«Beh,
non posso dargli torto… Anche io preferirei la morte
per annegamento a Lev» s’intromette Yaku.
«Ma questo non cambia che Bokuto
abbia ragione».
«È
perché altrimenti continuerebbe a inseguirmi e tormentarmi
di fare mille tiri» replica monocorde Kenma, sollevando gli
occhi al cielo e
fingendo la più totale indifferenza al tutto.
«Resta
che con lui ti alleni, ed è pure un nemico!»
esclama
Lev, a cui l’usanza dei Corvonero di condividere spesso il
campo coi Grifondoro
non è ancora molto chiara, anzi, e l’idea che il
loro Portiere possa passare
del tempo con il Cacciatore gli risulta difficile da comprendere, a
meno che
sotto ci sia altro rispetto all’amicizia.
«Quella
non è certo colpa mia» conclude Kenma,
«ma del nostro
Capitano e della sua ossessione per quello di
Grifondoro…».
Kuroo non fa in
tempo a ribattere qualcosa circa la sua
totale indifferenza per Sawamura e quel suo sorriso sincero –
perché sta
pensando al sorriso di Daichi-san proprio in questo momento?
– che Kenma
sguscia via dalla calca di amici con un incantesimo di Disillusione
(gli escono
piuttosto bene, un chiaro esempio di quello che i Babbani chiamano fare
di
necessità virtù).
«Ti
piace il Capitano Sawamura, Capitano-san?».
«Cinque
set di cento flessioni prima di iniziare
l’allenamento, lunedì».
«Oh,
ma non è giusto!».
«Ehi,
ma dove è finito Kenma?».
Shouyou Hinata
è un puntino tutto rosso dalla testa ai piedi
nel mezzo del manto di neve che ha ricoperto il cortile del Castello
nelle
ultime settimane. Sono almeno venti minuti che non fa che andare avanti
e
indietro lungo il vialetto che conduce ai cancelli e al villaggio di
Hogsmeade,
e in venti minuti è già riuscito a collezionare
tre attacchi di mal di pancia e
una corsa al bagno – se Kenma tarda ancora un
po’, probabilmente
diventeranno due, pensa.
Lui e Kenma sono
buoni amici, crede – no, no, ne è sicuro!
–,
passano tanto tempo insieme tra una lezione e l’altra
– Hinata si impegna anche
a rimanere buono buonino su una sedia per almeno due ore al giorno in
biblioteca, per passare del tempo con Kenma, e Kenma a volte lo
asseconda coi
tiri liberi, cosa che secondo Kuroo-san significa tantissimo, per lui
– e da
quando ha scoperto che la madre di Kenma è Nata Babbana e
lui possiede un
cellulare, in estate si scrivono tantissime mail e messaggi. Insomma,
sì,
amici. Solo che Hinata ha iniziato a pensare che, beh, forse per lui
Kenma è
più che un amico, possibile? E Suga-san gli ha assicurato
che la cosa è certamente
reciproca, e poi Tanaka-senpai gli ha riempito la testa con
tutte le cose
che avrebbe dovuto fare per ottenere un appuntamento da Kenma (a
Shouyou è
venuto da pensare che forse – forse, eh!
– Tanaka-san non sia proprio da
prendere come modello per quanto riguarda le faccende di cuore, ma
ormai il pasticcio
era fatto).
Così
Shouyou ha chiesto a Kenma di andare insieme a
Hogsmeade, qualche settimana fa.
Ha preparato un
discorso con Tanaka, Suga e Noya, i tre
compagni di Casa che gli riempivano la testa di consigli totalmente
opposti – Appena
lo vedi che esce da lezione urlagli che lo ami! No, no, meglio, incanta
un
bigliettino perché vada da lui e faccia la proposta! La
proposta? Non siamo
tutti come te, Tanaka, non si fa la proposta a sedici anni! Ne ho
quindici, a
dire il vero. Fagli recapitare piuttosto una lettera dal tuo gufo in
Sala
Grande, e aggiungi tanti cuoricini alla tua firma!
Poi ha optato
per seguire il consiglio di Daichi-san, che è
sopraggiunto per riportare il silenzio in Sala Comune, e chiedere
semplicemente
a Kenma di uscire assieme durante il primo finesettimana a Hogsmeade. E
sembrava che tutto stesse andando per il meglio, fino a quando Kenma si
è
seduto vicino a lui in biblioteca, mentre da dietro gli scaffali
Suga-san e
Tadashi si sbracciavano per fargli coraggio, e Hinata ha balbettato il
proprio
invito, facendosi prendere dal panico e finire per aggiungere un solo
come
amici, ovviamente, non pensare male ecco, eh, sì, ti
andrebbe? Ma non pensare
male, no no. Da dietro il sopraccitato scaffale di libri di
Artimanzia,
Hinata ha visto poi Suga-san colpirsi il viso con una manata,
incredulo, mentre
Tadashi alzava timido un pollice cercando di sorridergli incoraggiante.
Kenma
ha annuito, però, tornando a concentrarsi sul suo tema per
la McGranitt, ma in
quel momento Hinata avrebbe solo voluto sprofondare sotto il Lago Nero,
nella
pancia della Piovra Gigante. La colpa, ha stabilito, è tutta
di Kageyama, che
da pessimo compagno di dormitorio si è rifiutato di aiutarlo
a ripetere il
“discorso”, non capendo cosa potesse mai servire
una cosa simile, e ha
preferito tornare a concentrarsi sul proprio quadernino del Quidditch.
Hinata è
stata così costretto a rivolgersi a Yamaguchi (ritentare la
sorte con il
terzetto dei senpai non gli è parso saggio, non per una
seconda volta), ma
trovare momenti per rimanere solo col Tassorosso si è
rivelato più difficile
del previsto, dato il divieto di infiltrarsi nelle Sale Comuni altrui.
Atsumu-san
gli ha detto, una volta, che suo fratello passa tantissimo tempo nella
Torre di
Corvonero con Akaashi, ma a Hinata non è parso opportuno
andare a disturbarlo
per avere consigli su come fare: qualcosa gli ha suggerito che
Atsumu-san si
sarebbe poi preso l’onere di dargli a sua volta lezioni di
corteggiamento – hai
chiesto al migliore, Shouyou-kun! – ma, dopo i
discutibili tentativi di
approccio dell’amico con Kageyama l’anno
precedente, ha ritenuto preferibile
non seguire le sue orme, anche perché gli mancano la
sfacciataggine e la
sicurezza di Atsumu-san in queste situazioni.
Quindi, insomma,
la morale della favola è che si è esercitato
per quel che ha potuto con Yamaguchi, ha fatto un pasticcio con Kenma,
e ora
dovrebbero uscire come solo-amici-non-pensare-male. Sempre
che Kenma –
dati i venti, ormai venticinque, minuti di ritardo – si
presenti, ovvio. Il che
inizia a non sembrargli più così scontato,
proprio mentre l’attacco di mal di
pancia numero quattro minaccia di aggiungersi all’elenco.
«Shouyou».
Kenma compare
alle spalle di Hinata con un sorrisetto mezzo
nascosto dalla sciarpa blu e bronzo, facendolo sobbalzare, ma
scacciando anche
mal di pancia e agitazioni varie: accanto a Kenma, Shouyou non si sente
mai
agitato, forse per la pacatezza che l’amico riesce sempre ad
avere (con lui,
almeno, perché con Tora e Lev solitamente la storia
è ben diversa). Anzi, si
sente ancora più pieno di energie e fame di vita, come se
Kenma fosse una luce
che lo fa splendere più del solito, e gli fa venire voglia
di fare
trecentonovantaquattro cose tutte insieme. Kageyama una volta ha detto
che con
il Portiere di Corvonero diventa ancora più arancione
– e fastidiosamente
accecante – e forse quel testone non ha tutti i torti.
Così, dimenticando il solo-amici-non-pensare-male,
si mette a saltellare al suo fianco mentre si dirigono
insieme verso il
villaggio.
Anche Kenma,
vicino a Shouyou, si sente diverso. Certo,
l’eccessivo entusiasmo del Grifondoro per, letteralmente, qualsiasi
cosa
a volte lo esaspera un pochino, soprattutto l’entusiasmo per
il Quidditch e la
sua instancabile dedizione allo sport. Kenma ricorda quando, al suo
primo anno,
Hinata non faceva che stare seduto sugli spalti dello stadio agli
allenamenti
di tutte le squadre, proponendosi costantemente come raccattapalle
– Prendo
io le Pluffe se vi cadono! – e bombardandoli tutti
con mille domande su quello
che per lui era uno sport completamente nuovo e affascinante. Sono
cinque anni
che è determinato a diventare il miglior Cacciatore di
sempre, nonostante tutti
lo vedessero meglio come Cercatore e destinato a rimanere sempre
nell’ombra di
Kageyama. Al Corvonero tutto questo è sempre parso
incomprensibile, da matti
a ben vedere, eppure non lo ha mai fermato
dall’accontentare – nei limiti
del possibile – le richieste del ragazzino, insegnargli
quello che sapeva sulla
teoria e la strategia del Quidditch, e prestargli la propria scopa per
imparare
a volare fintanto che i suoi genitori, nonostante le
difficoltà per due
Babbani di capire
il nuovo mondo del
figlio, non gli avessero comprato la prima, sgangherata e di seconda
mano,
Scopalinda Cinque. Con parsimonia, poco alla volta, Shouyou
è finito per
diventare una presenza costante nella sua vita, fuori e dentro
Hogwarts, e
Kenma si è ritrovato a constatare che, con lui, non ha mai
il desiderio di
rendersi invisibile, anzi, tutto il contrario. Può
dissimulare quanto vuole, ma
dentro di sé sa che i suoi compagni di Casa non sbagliano
troppo. Anzi, forse
sbagliano, ma in tutt’altro senso.
Sono quasi
arrivati nei pressi di Mielandia, quando Shouyou
si alza appena sulle punte per sussurrare all’orecchio di
Kenma: «Credo che
qualcuno ci stia seguendo, continuo a sentire dei passi alle nostre
spalle…».
Kenma ridacchia
contro la sciarpa, poi torna serio e, ad alta
voce, col solito tono disinteressato, commenta: «Se vogliono
passare
inosservati, forse Lev dovrebbe smetterla di pestare i piedi a Yaku e
farlo
innervosire. E Sugawara di riprendere Tanaka che tenta di imitare un
fantasma…».
Shouyou spalanca
gli occhioni: «Wooo! Sei fortissimo, Kenma,
come hai fatto a capire che erano loro?!», mentre i colpevoli
arrossiscono,
sentendosi chiamati in causa, nascosti dietro cespugli e casette.
Escono tutti dai
loro nascondigli, come maghetti alle prime
armi colti con le mani nella pozione, con sorrisetti più o
meno colpevoli sul
volto, mentre tra un fischiettio e qualche inchino di scusa si defilano
per le
strade secondarie, scomparendo chi dietro le vetrate dei Tre Manici di
Scopa e
chi dietro l’insegna sgangherata della Testa di Porco di
Ukai-san. Nessuno, tra
Shouyou e Kenma, crede però nella reale decisione degli
amici di lasciar
perdere la loro attività di spionaggio amatoriale (e
illecito, a parer di
Kenma), e se Shouyou pensa alla possibilità di averseli di
nuovo alle costole
con un misto di divertimento e ansia da prestazione – Tsukki
non si sarà
disturbato per venire, ma pochi dubbi ci sono su Yamaguchi pronto a
riferirgli
ogni cosa e al Serpeverde altrettanto pronto a rinfacciargli a vita
qualsiasi
passo falso –, Kenma invece trova tutto questo interesse
snervante – cosa c’è,
trovano impossibile che anche lui si impegni e sforzi per un ragazzo
che gli
piace? O è l’idea che a lui piaccia qualcuno a
renderli tanto stupiti?
Per questo
motivo, fintanto che sono ancora certi che i
rispettivi compagni sono lontani a fingersi disinteressati ancora per
un po’,
entrambi decidono di approfittarne per portare avanti il loro
“appuntamento-non-appuntamento”.
«Allora,
cosa volevi fare, Shouyou?».
«Potremmo
andare a Mielandia» esclama lui, cercando di
ricordare tutti i consigli di Tanaka e Suga sul miglior appuntamento
possibile,
e, non riuscendo a decidersi su quello che potrebbe piacere di
più a Kenma,
opta per proporre tutto a raffica. «E poi a fare gli acquisti
di Natale: devo
ancora comprare il regalo per Natsu-chan e magari potresti aiutarmi.
Poi bere
una Burrobirra da Madama Piedibur-».
«Burrobirra
in una sala da tè?» domanda Kenma, alzando
divertito
un sopracciglio.
«No,
hai ragione, questa è una cosa che Tsukki deve aver
detto per dispetto. Cioè, volevo dire, no, ehm, Tsukki non
mi ha detto
assolutamente niente» cerca di giustificarsi il Grifondoro,
mettendo le mani
avanti e scuotendole con foga. «La Burrobirra da Ukai-san
sarebbe bella, cioè,
no, meglio da Madama Rosmerta, forse, prima che ci finisca dentro
qualche
goccio di Whisky e poi io finisca come Tanaka-san a chiederti in matr-,
volevo
dire, a fare cose stupide come Tanaka-senpai. Che è un buon
senpai, davvero, ma
si fa mettere in punizione troppe volte da Vitious. Non che io non
finisca in
punizione per i voti, ma comunque…».
«I Tre
Manici di Scopa vanno bene, per la Burrobirra» concede
Kenma, portando ordine nel vortice di parole del Cacciatore.
«E poi
anche due tiri quando torniamo a Hogwarts, eh? Che ne
dici, Kenma? Mi pari mille tiri liberi, eh?».
«Questo
assolutamente no. Non ho alcuna intenzione di giocare
a Quidditch, piuttosto scrivo tre temi di Pozioni per Piton».
«Beh,
se è così puoi scrivere i miei! Se non vuoi farmi
contento col Quidditch, lo sarò coi compiti
finiti!».
Il pomeriggio
trascorre nel migliore dei modi, con Kenma che,
sempre più stanco ma con gli occhi che gli brillano, si
trascina dietro a un
esuberante Shouyou per tutta Hogsmeade, tra una scivolata del
piccoletto su una
lastra di ghiaccio, due o tre Burrobirre e alcuni – sospetti
– sussurri alle
loro spalle (Kenma giura di aver sentito più di una volta
qualche sibilo molto
simile a un Lev!, che a una certa si sono
però zittiti, sotto forma di
rimproveri alla Daichi Sawamura che hanno quasi spaventato anche
Kenma).
Finché
a un certo punto è proprio lui a fermare Shouyou, che
lo sta convincendo ad aiutarlo a imparare una qualche acrobazia sulla
scopa –
qualcosa che Kenma non vuole proprio conoscere, ma se lo
lascerà andare avanti
con i vaneggiamenti finirà incastrato a fare, già
lo sa – e a decidere la tappa
successiva.
«L’ufficio
postale?» chiede Shouyou inclinando la testa
appena di lato, perplesso, grattandosi la nuca.
«Devo
ritirare un pacco» è la concisa risposta che
riceve da
Kenma, il quale si avvia in direzione dell’edificio, con
Shouyou che gli corre
subito dietro trotterellandogli accanto e ricominciando con la sfilza
di
domande su cosa gli sia arrivato per posta.
Kenma elude ogni
domanda, finché l’impiegato delle poste non
gli consegna un pacco arrivato con i Voli Prioritari proprio quella
mattina. La
forma del pacco non lascia spazio a molti dubbi, così appena
escono sotto la
neve, che ha ripreso a scendere da poco, Shouyou esclama:
«Una scopa nuova! È
fighissima, Kenma: te l’hanno presa per Natale i tuoi? Dalla
forma sembra una
Firebolt, deve essere spaziale!».
«È
una Firebolt» replica il Corvonero distogliendo lo
sguardo, quasi imbarazzato. Poi allunga il pacchetto che tiene
cautamente tra
le mani verso Shouyou: «Per te. Buon Natale!».
Shouyou sbatte
gli occhi più e più volte, incredulo:
«P-per…
m-m-me?».
Kenma annuisce,
facendo ancora una volta il gesto di
allungare il pacco perché il Grifondoro si decida a uscire
dal momentaneo stato
di immobilità.
«Perché
per me?».
«Perché
è il tuo regalo di Natale» spiega ovvio Kenma, non
capendo cosa ci sia di così difficile.
«R-regalo
per m-me?».
«Stai
bene?».
«No
che non sto bene: mi stai regalando una Firebolt!»
esclama Shouyou, gli occhi diventati enormi per la sorpresa e uscendo
dall’apparente Incanto di Pietrificazione.
«Doveva
essere una cosa carina…».
«Ma
è una Firebolt, Kenma, costa tantissimi soldi e io non ti
ho fatto nessun regalo di Natale!» spiega concitato Shouyou,
saltellando sul
posto e guardando sempre più strabiliato, e stordito, il
Corvonero.
«Allora
fammene uno: accetta il regalo».
«Ma…
perché?» domanda ancora il ragazzo, agitandosi
confuso
ed esaltato al tempo stesso.
«Avevo
dei soldi da parte che mi avanzavano» risponde Kenma,
stringendosi noncurante nelle spalle. «E per la Battaglia
delle Due Torri.
Questo è l’ultima volta che potremo giocare con
quelli del settimo anno, e la
penultima per me: voglio che sia la migliore di tutte, e non puoi
essere davvero
interessante con quella vecchia scopa mezza
sgangherata».
Shouyou
deglutisce, qualcosa di caldo che gli si agita nel
petto e gli fa tremare le ginocchia.
«Io…
non-».
«Su,
accettala. Nessuna squadra professionale ti prenderà
senza una scopa decente. E finché resterai interessante
è tua» aggiunge
Kenma con uno strano sorrisetto malizioso sulle labbra che Shouyou non
gli ha
mai visto e lo inquieta, in qualche modo, e allo stesso tempo gli fa
venire
voglia di baciarlo fino al giorno dopo. Gli ha regalato una Firebolt,
ma ha
fatto molto di più: gli ha dato le ali che gli mancavano per
essere alla pari
degli altri, per spiccare il volo e competere coi più forti,
sui campi più
importanti.
Nell’allungarsi
per prendere con mani tremanti la scopa,
Shouyou intravede sopra le loro teste un rametto di vischio –
che qualcosa gli
dice possa essere colpa, o merito, di Suga-san – e decide che
vale tentare il
tutto per tutto. Ha appena sborsato una fortuna per lui (certo, Kenma
è ricco,
lo sa, molto ricco), forse qualcosa in più
c’è davvero. Allora con un
sorrisetto ugualmente malizioso e gli occhi affamati, come quando la
Pluffa si
scontra con la sua mano e vola oltre gli anelli, si sporge in avanti e
stampa
un bacio impacciato e al gusto di Burrobirra sulle labbra di Kenma.
«Grazie».
Il Corvonero non
fa in tempo a riprendersi, che Shouyou lo
sta già trascinando per un braccio correndo verso il
Castello, facendolo
incespicare nei propri piedi.
«Dobbiamo
assolutamente provarla, voglio passare tutta la
notte a volare! Mi pari i colpi, vero, Kenma?!».
«Assolutamente
no!».
Vicino a una
delle finestre impolverate della locanda,
appoggiato al bancone, il nuovo insegnante di Storia della Magia,
Takeda
Ittetsu, allunga una mano guantata verso il proprietario della Testa di
Porco.
«Pare
che io abbia vinto, Ukai-kun: si sono baciati prima dei
MAGO di Kenma».
Note
alla storia: per una volta, saranno poche. Non ho
molto da dire su
questa storia, se non che spero di aver fatto un buon lavoro con la
caratterizzazione, specie quella di Kenma (più amo una ship
e più diventa difficile
scriverne, non parliamo di questi due).
È
un
piccolo pensierino di Natale per Kodama
(leggete le sue Atsuhina che sono
bellissime, e le Osaaka!!!), quindi, niente: tantissimi auguri,
Cora-senpai!
Una volta avevamo parlato di una Kenhina Hogwarts!AU e quindi ho
pensato di
scrivertela per ringraziarti di tutto. Quando abbiamo iniziato a
commentare
insieme Haikyuu – e la Kenhina, soprattutto la Kenhina!
– per me era un brutto
periodo, e sclerare con te una delle uniche cose belle delle mie
giornate;
questo è un piccolo modo per dirti grazie. E, ovviamente,
farti tantissimi
auguri per Natale, ma soprattutto per l’anno nuovo: che possa
essere pieno di
fanfiction, di Haikyuu e che possa realizzare alcuni dei tuoi desideri.
Un
bacio (ovviamente giallo-arancione)! 🧡💛
Grazie di cuore per essere arrivati a leggere fin qui, spero sia stata una bella lettura.
[Un grazie
particolare a Elena Wander e Leila per aver letto la storia in
anteprima]