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Autore: Maqry    11/12/2022    2 recensioni
«Quale sarebbe la grande novità, Lev?».
«Kenma!».
Kuroo e Yaku alzano un sopracciglio, il primo perplesso – Kenma alla fine è il suo migliore amico da sempre, possibile che non sappia questa strabiliante novità su di lui? – mentre il secondo decisamente esasperato – qualcuno insegnerà mai a quell’idiota a formulare frasi di senso compiuto?
«Va a Hogsmeade con Hinata!» rivela tutto compiaciuto il Cacciatore, un enorme sorriso in viso, non si sa se perché compiaciuto di aver avuto l’esclusiva sulla notizia o perché felice per “l’amico”.

{ Kenhina | Hogwarts!AU | manga spoilers }
> partecipa ai 72 prompt in attesa del Natale indetti da Mari e Sofifi sul forum Ferisce la penna
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Karasuno Volleyball Club, Kozune Kenma, Nekoma, Shouyou Hinata
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Alcune istruzioni per l’uso

Per Smistare i personaggi, diciamo che ho fatto un pochino secondo i miei comodi. Di fisso avevo Hinata a Grifondoro e Kenma a Corvonero, e poi ho distribuito gli altri, motivo per cui la maggior parte della Nekoma è finita a Corvonero a propria volta (d’altra parte Yaku e Kuroo sono due super nerd che si insultano usando gli elementi chimici – qui diventati pozioni –, dove volevate potessero finire?) e lo stesso si può dire per molti del Karasuno. Volevo poi inserire anche Akaashi (perché in questa casa crediamo nella OsaAka supremacy), che doveva stare per forza a Corvonero, e di conseguenza Bokuto lo ha seguito – ma secondo me ci sta molto bene, come una Luna Lovegood di Haikyuu. I fuori squadra sono Yamaguchi, che poteva finire solo a Tassorosso, anche per esigenze di trama, e Tsukki, che mi piaceva l’idea di avere tra i Serpeverde (in squadra con i gemelli Miya – poretto). Anche perché mi ha sempre infastidito la rigorosa separazione tra Case di HP, e volevo mescolare un pochino di più le amicizie.

Seconda cosa, i ruoli a Quidditch. La prima idea era di far giocare Hinata come Cercatore, perché agile e piccolino, ma poi ho optato per fargli fare il Cacciatore, proprio perché sarebbe qualcosa che ci aspetta di meno da uno piccolino e mingherlino come lui, e quindi si sarebbe incastrato anche qui “lo svantaggio” con cui parte nel manga (e poi tornava comodissimo per esigenze di trama che si vedranno sotto). La parte del fenomeno di Grifondoro è quindi tutta per Kageyama, che fa il Cercatore (ho pensato anche che in HP quelli col ruolo da “piccola promessa” sono tutti Cercatori, quindi…). Kenma fa il Portiere perché l’ho pensata come la posizione in cui ci si muove meno. 

Infine, ho inserito qualche easter egg che fa riferimento a eventi avvenuti nel solo manga, in particolare nel post time-skip, riadattati al contesto, ma alcuni facilmente intuibili. Mago avvisato, mezzo salvato (?).

Ora vi lascio alla lettura!

 

 

Di regali e primi appuntamenti

 

 

A Kodama 🧡

 

 

 

 

«Non ci crederete mai!».

Lev Haiba fa irruzione nel dormitorio Corvonero dei ragazzi dell’ultimo anno, ricevendo in risposta un’occhiata perplessa dal Caposcuola Kuroo, una curiosa da Kai e un libro di Trasfigurazione in testa da Yaku.   

«Ahia! E questo per cosa sarebbe?».

«Per non aver ancora imparato a bussare, per essere così irritante e perché entro sera te lo saresti comunque meritato» sentenzia logico il piccolo Cercatore, stringendosi nelle spalle. «Per Merlino, mi chiedo quanto Whisky Incendiario deve aver bevuto il Cappello Parlante per metterti a Corvonero».

«E questo cosa c’entra, adesso?».

«C’entra sempre, testa di Schiopodo».

Un altro libro minaccia di finire in testa all’allampanato Cacciatore, ma Kai ferma l’amico con una spallata.

«Quale sarebbe la grande novità, Lev?».

«Kenma!».

Kuroo e Yaku alzano un sopracciglio, il primo perplesso – Kenma alla fine è il suo migliore amico da sempre, possibile che non sappia questa strabiliante novità su di lui? – mentre il secondo decisamente esasperato – qualcuno insegnerà mai a quell’idiota a formulare frasi di senso compiuto?

«Se tu fossi così gentile da articolare la frase, forse capiremmo anche noi. Ma evidentemente è chiedere troppo…» commenta infatti sarcastico, anche se Lev non coglie appieno la sua esasperazione, come ogni volta.

«Va a Hogsmeade con Hinata!» rivela tutto compiaciuto il Cacciatore, un enorme sorriso in viso, non si sa se perché compiaciuto di aver avuto l’esclusiva sulla notizia o perché felice per “l’amico” (tra tante virgolette, perché ha paura che Kenma possa lanciargli qualche incantesimo al solo pensiero di definirsi amici).

«Chi, quel piccoletto del Cacciatore di Grifondoro?» domanda Yaku, interessato come una brava mamma chioccia che si rispetti.

«Piccoletto…» ribatte senza pensarci troppo Lev, «siete alti uguali!».

Questa volta nemmeno la prontezza di riflessi da Battitore di Kai riesce a salvare il povero Lev dall’incantesimo che lo spedisce fuori dalla stanza.

«Non ha tutti i torti, Pozione Restringente» ridacchia Kuroo, alzandosi dal letto e abbandonando i libri di Trasfigurazione su cui stavano studiando. «Il piccoletto è solo qualche centimetro più basso di te».

«Bada a come parli, Pozione Drizzacapelli!» replica infervorato il Cercatore, alzandosi a sua volta e seguendo Kuroo fuori dal dormitorio in direzione di quello dei ragazzi del sesto anno, mentre Kai li segue scuotendo la testa e premurandosi di controllare che Lev sia ancora integro.

«Sgonfiotto!».

«Tricopozione Lisciariccio!».

 

La situazione nel dormitorio del sesto anno è ugualmente caotica, anche perché ad accoglierli c’è un capannello attorno al letto di Kenma, che cerca di tenersi a debita distanza da tutti. Da Taketora, che continua a bombardarlo di domande, da Fukunaga, che ridacchia e fa battuta indirizzate a Tora (ma sta pronto con la bacchetta in mano, caso mai servisse sedare i due coetanei con una spruzzata d’acqua in faccia, dato il tono spesso troppo acceso che prendono le loro discussioni), e da Bokuto, infiltrato tra quelli del sesto, che a dire il vero sembra più interessato a rimbalzare sul letto di Kenma – straordinariamente più morbido del suo – che altro. In tutto questo, il piccolo Portiere lancia occhiatacce ai compagni di Casa e squadra, mentre cerca di indossare mantello, sciarpa e berretta per affrontare il gelo fuori dal Castello, insofferente a tutte le attenzioni che gli vengono rivolte. Per questo, non appena sente la voce di Kuroo che sbeffeggia Yaku in avvicinamento – Decotto Dilatante mancato! – maledice tra i denti tutti e quattro i Fondatori.

«Ho sempre pensato ci fosse qualcosa di strano tra voi due…».

«Non c’è niente di strano tra noi due».

«Ma tu guarda, Tora che pensa! Forse il Cappello non ha del tutto sbagliato a Smistarti!».

«Oh, ma taci, questa battuta non fa più ridere dal primo anno».

«A me fa ridere…».

«Grazie, Kenma».

«E in che Casa avrebbe potuto mandarlo, allora?».

«Non saprei, Bokuto-san... non era questo il punt-».

«Secondo me starebbe bene a Grifondoro, insieme a Tanaka-san! Certo, forse Noya-san è un Battitore migliore, ma tanto non credo che voglia continuare a giocare anche dopo, sembra felice così, non so se mi spiego… Però Tora potrebbe. Certo, anche Serpeverde sarebbe una buona scelta e-».

«Comunque, tornando a noi. Pensavo foste più una sorta di rivali, tu e il piccoletto. Ti interessa battere solo Grifondoro, in pratica».

«Uh? Rivali? No, siamo solo dei normalissimi amici».

«A me non sembra».

«E invece è così».

«Però bisogna tenere conto che i gemelli funzionano perfettamente in coppia come Battitori, e allora come giocheresti con loro? Ma Akaashi dice che Miya-Sam vuole aprire un ristorante a Diagon Alley, finita la scuola, non giocare a Quidditch, quindi forse…».

«Oh, abbi le palle di ammettere che ti piace, allora! Ci esci assieme a Hogsmeade».

«Piantala con quella parola».

«Quale, piace?».

«Di sicuro però non credo che tu possa finire a Tassorosso, Tora. Proprio no…».

 

«Calmini, voi piccoletti!» esclama Yaku, entrando nel dormitorio e frenando la confusione che vi regna sovrana.

«Piccoletti cos-» inizia Lev di nuovo (perché l’istinto di sopravvivenza del ragazzo è proprio assente, forse è vero che più che a Corvonero sarebbe stato meglio tra i Grifondoro), zittito prontamente dai compagni che cercano di salvarlo dall’ennesima Fattura Orcovolante. «Lev!».

«Haiba qui dice che hai un appuntamento con Elfo-chan» indaga diretto Kuroo, distogliendo l’attenzione dal nuovo Cacciatore della squadra – trasferitosi da pochi mesi da Durmstrang – e riportandola su Kenma, il quale si sta calando la berretta per bene, a coprire i capelli fino alle punte bionde.

«Lev dice stupidate» ribatte Kenma, senza nemmeno spostare lo sguardo verso l’amico, troppo impegnato a cercare qualcosa sotto il letto a baldacchino.

«Non ci sarebbe niente di male, Kenma! Il piccoletto ha un’ottima influenza su di te» continua Yaku compiaciuto, sorridendo come chi la sa lunga.

«Eh?» scatta il Portiere, evitando per poco di non sbattere la testa contro lo spigolo del comodino nell’alzarla per fissare con occhi sbarrati Yaku.

Kuroo sorride sotto i baffi, rispondendo al posto dell’amico: «Lo guardi come guardi i videogiochi Babbani che ti regala tua madre, quando sei a un livello particolarmente difficile che vuoi superare».

«Non lo guardo in nessun modo» ribatte laconico Kenma, maledicendo l’essere vicino di casa e migliore amico di Kuroo da una vita e il non potergli nascondere ormai nulla. Se Kenma è diventato, con gli anni e il desiderio di dare sempre meno nell’occhio, bravissimo a capire cosa passa per la testa degli altri, deve ammettere che anche Kuroo è un buon osservatore. Forse è anche per questo che sono diventati tanto amici: nell’apparente diversità che tutti vedono a primo impatto, sotto sotto sono simili anche loro, in qualche modo.

«Invece sì» conviene Bokuto annuendo vigorosamente, messe da parte le sue divagazioni sullo Smistamento di Tora. «Se te lo chiede lui sei pure disposto ad allenarti di più. Quando sono io a chiederti di farmi fare qualche tiro, piuttosto ti affogheresti nelle docce».

«Tu non chiedi mai a Kenma di allenarvi insieme… lo chiedi sempre ad Akaashi» precisa Lev, inclinando la testa perplesso.

Bokuto si stringe nelle spalle e scuote il capo: «Vero, ma quando sei tu che vuoi fare qualche tiro in più è così».

«Beh, non posso dargli torto… Anche io preferirei la morte per annegamento a Lev» s’intromette Yaku. «Ma questo non cambia che Bokuto abbia ragione».

«È perché altrimenti continuerebbe a inseguirmi e tormentarmi di fare mille tiri» replica monocorde Kenma, sollevando gli occhi al cielo e fingendo la più totale indifferenza al tutto.

«Resta che con lui ti alleni, ed è pure un nemico!» esclama Lev, a cui l’usanza dei Corvonero di condividere spesso il campo coi Grifondoro non è ancora molto chiara, anzi, e l’idea che il loro Portiere possa passare del tempo con il Cacciatore gli risulta difficile da comprendere, a meno che sotto ci sia altro rispetto all’amicizia.

«Quella non è certo colpa mia» conclude Kenma, «ma del nostro Capitano e della sua ossessione per quello di Grifondoro…».

Kuroo non fa in tempo a ribattere qualcosa circa la sua totale indifferenza per Sawamura e quel suo sorriso sincero – perché sta pensando al sorriso di Daichi-san proprio in questo momento? – che Kenma sguscia via dalla calca di amici con un incantesimo di Disillusione (gli escono piuttosto bene, un chiaro esempio di quello che i Babbani chiamano fare di necessità virtù).

«Ti piace il Capitano Sawamura, Capitano-san?».

«Cinque set di cento flessioni prima di iniziare l’allenamento, lunedì».

«Oh, ma non è giusto!».

«Ehi, ma dove è finito Kenma?».

 

 

Shouyou Hinata è un puntino tutto rosso dalla testa ai piedi nel mezzo del manto di neve che ha ricoperto il cortile del Castello nelle ultime settimane. Sono almeno venti minuti che non fa che andare avanti e indietro lungo il vialetto che conduce ai cancelli e al villaggio di Hogsmeade, e in venti minuti è già riuscito a collezionare tre attacchi di mal di pancia e una corsa al bagno – se Kenma tarda ancora un po’, probabilmente diventeranno due, pensa.

Lui e Kenma sono buoni amici, crede – no, no, ne è sicuro! –, passano tanto tempo insieme tra una lezione e l’altra – Hinata si impegna anche a rimanere buono buonino su una sedia per almeno due ore al giorno in biblioteca, per passare del tempo con Kenma, e Kenma a volte lo asseconda coi tiri liberi, cosa che secondo Kuroo-san significa tantissimo, per lui – e da quando ha scoperto che la madre di Kenma è Nata Babbana e lui possiede un cellulare, in estate si scrivono tantissime mail e messaggi. Insomma, sì, amici. Solo che Hinata ha iniziato a pensare che, beh, forse per lui Kenma è più che un amico, possibile? E Suga-san gli ha assicurato che la cosa è certamente reciproca, e poi Tanaka-senpai gli ha riempito la testa con tutte le cose che avrebbe dovuto fare per ottenere un appuntamento da Kenma (a Shouyou è venuto da pensare che forse – forse, eh! – Tanaka-san non sia proprio da prendere come modello per quanto riguarda le faccende di cuore, ma ormai il pasticcio era fatto).

Così Shouyou ha chiesto a Kenma di andare insieme a Hogsmeade, qualche settimana fa.

Ha preparato un discorso con Tanaka, Suga e Noya, i tre compagni di Casa che gli riempivano la testa di consigli totalmente opposti – Appena lo vedi che esce da lezione urlagli che lo ami! No, no, meglio, incanta un bigliettino perché vada da lui e faccia la proposta! La proposta? Non siamo tutti come te, Tanaka, non si fa la proposta a sedici anni! Ne ho quindici, a dire il vero. Fagli recapitare piuttosto una lettera dal tuo gufo in Sala Grande, e aggiungi tanti cuoricini alla tua firma!

Poi ha optato per seguire il consiglio di Daichi-san, che è sopraggiunto per riportare il silenzio in Sala Comune, e chiedere semplicemente a Kenma di uscire assieme durante il primo finesettimana a Hogsmeade. E sembrava che tutto stesse andando per il meglio, fino a quando Kenma si è seduto vicino a lui in biblioteca, mentre da dietro gli scaffali Suga-san e Tadashi si sbracciavano per fargli coraggio, e Hinata ha balbettato il proprio invito, facendosi prendere dal panico e finire per aggiungere un solo come amici, ovviamente, non pensare male ecco, eh, sì, ti andrebbe? Ma non pensare male, no no. Da dietro il sopraccitato scaffale di libri di Artimanzia, Hinata ha visto poi Suga-san colpirsi il viso con una manata, incredulo, mentre Tadashi alzava timido un pollice cercando di sorridergli incoraggiante. Kenma ha annuito, però, tornando a concentrarsi sul suo tema per la McGranitt, ma in quel momento Hinata avrebbe solo voluto sprofondare sotto il Lago Nero, nella pancia della Piovra Gigante. La colpa, ha stabilito, è tutta di Kageyama, che da pessimo compagno di dormitorio si è rifiutato di aiutarlo a ripetere il “discorso”, non capendo cosa potesse mai servire una cosa simile, e ha preferito tornare a concentrarsi sul proprio quadernino del Quidditch. Hinata è stata così costretto a rivolgersi a Yamaguchi (ritentare la sorte con il terzetto dei senpai non gli è parso saggio, non per una seconda volta), ma trovare momenti per rimanere solo col Tassorosso si è rivelato più difficile del previsto, dato il divieto di infiltrarsi nelle Sale Comuni altrui. Atsumu-san gli ha detto, una volta, che suo fratello passa tantissimo tempo nella Torre di Corvonero con Akaashi, ma a Hinata non è parso opportuno andare a disturbarlo per avere consigli su come fare: qualcosa gli ha suggerito che Atsumu-san si sarebbe poi preso l’onere di dargli a sua volta lezioni di corteggiamento – hai chiesto al migliore, Shouyou-kun! – ma, dopo i discutibili tentativi di approccio dell’amico con Kageyama l’anno precedente, ha ritenuto preferibile non seguire le sue orme, anche perché gli mancano la sfacciataggine e la sicurezza di Atsumu-san in queste situazioni.

Quindi, insomma, la morale della favola è che si è esercitato per quel che ha potuto con Yamaguchi, ha fatto un pasticcio con Kenma, e ora dovrebbero uscire come solo-amici-non-pensare-male. Sempre che Kenma – dati i venti, ormai venticinque, minuti di ritardo – si presenti, ovvio. Il che inizia a non sembrargli più così scontato, proprio mentre l’attacco di mal di pancia numero quattro minaccia di aggiungersi all’elenco.

 

 

«Shouyou».

Kenma compare alle spalle di Hinata con un sorrisetto mezzo nascosto dalla sciarpa blu e bronzo, facendolo sobbalzare, ma scacciando anche mal di pancia e agitazioni varie: accanto a Kenma, Shouyou non si sente mai agitato, forse per la pacatezza che l’amico riesce sempre ad avere (con lui, almeno, perché con Tora e Lev solitamente la storia è ben diversa). Anzi, si sente ancora più pieno di energie e fame di vita, come se Kenma fosse una luce che lo fa splendere più del solito, e gli fa venire voglia di fare trecentonovantaquattro cose tutte insieme. Kageyama una volta ha detto che con il Portiere di Corvonero diventa ancora più arancione – e fastidiosamente accecante – e forse quel testone non ha tutti i torti. Così, dimenticando il solo-amici-non-pensare-male, si mette a saltellare al suo fianco mentre si dirigono insieme verso il villaggio.

Anche Kenma, vicino a Shouyou, si sente diverso. Certo, l’eccessivo entusiasmo del Grifondoro per, letteralmente, qualsiasi cosa a volte lo esaspera un pochino, soprattutto l’entusiasmo per il Quidditch e la sua instancabile dedizione allo sport. Kenma ricorda quando, al suo primo anno, Hinata non faceva che stare seduto sugli spalti dello stadio agli allenamenti di tutte le squadre, proponendosi costantemente come raccattapalle – Prendo io le Pluffe se vi cadono! – e bombardandoli tutti con mille domande su quello che per lui era uno sport completamente nuovo e affascinante. Sono cinque anni che è determinato a diventare il miglior Cacciatore di sempre, nonostante tutti lo vedessero meglio come Cercatore e destinato a rimanere sempre nell’ombra di Kageyama. Al Corvonero tutto questo è sempre parso incomprensibile, da matti a ben vedere, eppure non lo ha mai fermato dall’accontentare – nei limiti del possibile – le richieste del ragazzino, insegnargli quello che sapeva sulla teoria e la strategia del Quidditch, e prestargli la propria scopa per imparare a volare fintanto che i suoi genitori, nonostante le difficoltà per due Babbani  di capire il nuovo mondo del figlio, non gli avessero comprato la prima, sgangherata e di seconda mano, Scopalinda Cinque. Con parsimonia, poco alla volta, Shouyou è finito per diventare una presenza costante nella sua vita, fuori e dentro Hogwarts, e Kenma si è ritrovato a constatare che, con lui, non ha mai il desiderio di rendersi invisibile, anzi, tutto il contrario. Può dissimulare quanto vuole, ma dentro di sé sa che i suoi compagni di Casa non sbagliano troppo. Anzi, forse sbagliano, ma in tutt’altro senso.

 

 

Sono quasi arrivati nei pressi di Mielandia, quando Shouyou si alza appena sulle punte per sussurrare all’orecchio di Kenma: «Credo che qualcuno ci stia seguendo, continuo a sentire dei passi alle nostre spalle…».

Kenma ridacchia contro la sciarpa, poi torna serio e, ad alta voce, col solito tono disinteressato, commenta: «Se vogliono passare inosservati, forse Lev dovrebbe smetterla di pestare i piedi a Yaku e farlo innervosire. E Sugawara di riprendere Tanaka che tenta di imitare un fantasma…».

Shouyou spalanca gli occhioni: «Wooo! Sei fortissimo, Kenma, come hai fatto a capire che erano loro?!», mentre i colpevoli arrossiscono, sentendosi chiamati in causa, nascosti dietro cespugli e casette.

Escono tutti dai loro nascondigli, come maghetti alle prime armi colti con le mani nella pozione, con sorrisetti più o meno colpevoli sul volto, mentre tra un fischiettio e qualche inchino di scusa si defilano per le strade secondarie, scomparendo chi dietro le vetrate dei Tre Manici di Scopa e chi dietro l’insegna sgangherata della Testa di Porco di Ukai-san. Nessuno, tra Shouyou e Kenma, crede però nella reale decisione degli amici di lasciar perdere la loro attività di spionaggio amatoriale (e illecito, a parer di Kenma), e se Shouyou pensa alla possibilità di averseli di nuovo alle costole con un misto di divertimento e ansia da prestazione – Tsukki non si sarà disturbato per venire, ma pochi dubbi ci sono su Yamaguchi pronto a riferirgli ogni cosa e al Serpeverde altrettanto pronto a rinfacciargli a vita qualsiasi passo falso –, Kenma invece trova tutto questo interesse snervante – cosa c’è, trovano impossibile che anche lui si impegni e sforzi per un ragazzo che gli piace? O è l’idea che a lui piaccia qualcuno a renderli tanto stupiti?

Per questo motivo, fintanto che sono ancora certi che i rispettivi compagni sono lontani a fingersi disinteressati ancora per un po’, entrambi decidono di approfittarne per portare avanti il loro “appuntamento-non-appuntamento”.

«Allora, cosa volevi fare, Shouyou?».

«Potremmo andare a Mielandia» esclama lui, cercando di ricordare tutti i consigli di Tanaka e Suga sul miglior appuntamento possibile, e, non riuscendo a decidersi su quello che potrebbe piacere di più a Kenma, opta per proporre tutto a raffica. «E poi a fare gli acquisti di Natale: devo ancora comprare il regalo per Natsu-chan e magari potresti aiutarmi. Poi bere una Burrobirra da Madama Piedibur-».

«Burrobirra in una sala da tè?» domanda Kenma, alzando divertito un sopracciglio.

«No, hai ragione, questa è una cosa che Tsukki deve aver detto per dispetto. Cioè, volevo dire, no, ehm, Tsukki non mi ha detto assolutamente niente» cerca di giustificarsi il Grifondoro, mettendo le mani avanti e scuotendole con foga. «La Burrobirra da Ukai-san sarebbe bella, cioè, no, meglio da Madama Rosmerta, forse, prima che ci finisca dentro qualche goccio di Whisky e poi io finisca come Tanaka-san a chiederti in matr-, volevo dire, a fare cose stupide come Tanaka-senpai. Che è un buon senpai, davvero, ma si fa mettere in punizione troppe volte da Vitious. Non che io non finisca in punizione per i voti, ma comunque…».

«I Tre Manici di Scopa vanno bene, per la Burrobirra» concede Kenma, portando ordine nel vortice di parole del Cacciatore.

«E poi anche due tiri quando torniamo a Hogwarts, eh? Che ne dici, Kenma? Mi pari mille tiri liberi, eh?».

«Questo assolutamente no. Non ho alcuna intenzione di giocare a Quidditch, piuttosto scrivo tre temi di Pozioni per Piton».

«Beh, se è così puoi scrivere i miei! Se non vuoi farmi contento col Quidditch, lo sarò coi compiti finiti!».

 

 

Il pomeriggio trascorre nel migliore dei modi, con Kenma che, sempre più stanco ma con gli occhi che gli brillano, si trascina dietro a un esuberante Shouyou per tutta Hogsmeade, tra una scivolata del piccoletto su una lastra di ghiaccio, due o tre Burrobirre e alcuni – sospetti – sussurri alle loro spalle (Kenma giura di aver sentito più di una volta qualche sibilo molto simile a un Lev!, che a una certa si sono però zittiti, sotto forma di rimproveri alla Daichi Sawamura che hanno quasi spaventato anche Kenma).

Finché a un certo punto è proprio lui a fermare Shouyou, che lo sta convincendo ad aiutarlo a imparare una qualche acrobazia sulla scopa – qualcosa che Kenma non vuole proprio conoscere, ma se lo lascerà andare avanti con i vaneggiamenti finirà incastrato a fare, già lo sa – e a decidere la tappa successiva.

«L’ufficio postale?» chiede Shouyou inclinando la testa appena di lato, perplesso, grattandosi la nuca.

«Devo ritirare un pacco» è la concisa risposta che riceve da Kenma, il quale si avvia in direzione dell’edificio, con Shouyou che gli corre subito dietro trotterellandogli accanto e ricominciando con la sfilza di domande su cosa gli sia arrivato per posta.

Kenma elude ogni domanda, finché l’impiegato delle poste non gli consegna un pacco arrivato con i Voli Prioritari proprio quella mattina. La forma del pacco non lascia spazio a molti dubbi, così appena escono sotto la neve, che ha ripreso a scendere da poco, Shouyou esclama: «Una scopa nuova! È fighissima, Kenma: te l’hanno presa per Natale i tuoi? Dalla forma sembra una Firebolt, deve essere spaziale!».

«È una Firebolt» replica il Corvonero distogliendo lo sguardo, quasi imbarazzato. Poi allunga il pacchetto che tiene cautamente tra le mani verso Shouyou: «Per te. Buon Natale!».

Shouyou sbatte gli occhi più e più volte, incredulo: «P-per… m-m-me?».

Kenma annuisce, facendo ancora una volta il gesto di allungare il pacco perché il Grifondoro si decida a uscire dal momentaneo stato di immobilità.

«Perché per me?».

«Perché è il tuo regalo di Natale» spiega ovvio Kenma, non capendo cosa ci sia di così difficile.

«R-regalo per m-me?».

«Stai bene?».

«No che non sto bene: mi stai regalando una Firebolt!» esclama Shouyou, gli occhi diventati enormi per la sorpresa e uscendo dall’apparente Incanto di Pietrificazione.

«Doveva essere una cosa carina…».

«Ma è una Firebolt, Kenma, costa tantissimi soldi e io non ti ho fatto nessun regalo di Natale!» spiega concitato Shouyou, saltellando sul posto e guardando sempre più strabiliato, e stordito, il Corvonero.

«Allora fammene uno: accetta il regalo».

«Ma… perché?» domanda ancora il ragazzo, agitandosi confuso ed esaltato al tempo stesso.

«Avevo dei soldi da parte che mi avanzavano» risponde Kenma, stringendosi noncurante nelle spalle. «E per la Battaglia delle Due Torri. Questo è l’ultima volta che potremo giocare con quelli del settimo anno, e la penultima per me: voglio che sia la migliore di tutte, e non puoi essere davvero interessante con quella vecchia scopa mezza sgangherata».

Shouyou deglutisce, qualcosa di caldo che gli si agita nel petto e gli fa tremare le ginocchia.

«Io… non-».

«Su, accettala. Nessuna squadra professionale ti prenderà senza una scopa decente. E finché resterai interessante è tua» aggiunge Kenma con uno strano sorrisetto malizioso sulle labbra che Shouyou non gli ha mai visto e lo inquieta, in qualche modo, e allo stesso tempo gli fa venire voglia di baciarlo fino al giorno dopo. Gli ha regalato una Firebolt, ma ha fatto molto di più: gli ha dato le ali che gli mancavano per essere alla pari degli altri, per spiccare il volo e competere coi più forti, sui campi più importanti.

Nell’allungarsi per prendere con mani tremanti la scopa, Shouyou intravede sopra le loro teste un rametto di vischio – che qualcosa gli dice possa essere colpa, o merito, di Suga-san – e decide che vale tentare il tutto per tutto. Ha appena sborsato una fortuna per lui (certo, Kenma è ricco, lo sa, molto ricco), forse qualcosa in più c’è davvero. Allora con un sorrisetto ugualmente malizioso e gli occhi affamati, come quando la Pluffa si scontra con la sua mano e vola oltre gli anelli, si sporge in avanti e stampa un bacio impacciato e al gusto di Burrobirra sulle labbra di Kenma. «Grazie».

Il Corvonero non fa in tempo a riprendersi, che Shouyou lo sta già trascinando per un braccio correndo verso il Castello, facendolo incespicare nei propri piedi.

«Dobbiamo assolutamente provarla, voglio passare tutta la notte a volare! Mi pari i colpi, vero, Kenma?!».

«Assolutamente no!».

 

 

Vicino a una delle finestre impolverate della locanda, appoggiato al bancone, il nuovo insegnante di Storia della Magia, Takeda Ittetsu, allunga una mano guantata verso il proprietario della Testa di Porco.

«Pare che io abbia vinto, Ukai-kun: si sono baciati prima dei MAGO di Kenma».

 

 

 

Note alla storia: per una volta, saranno poche. Non ho molto da dire su questa storia, se non che spero di aver fatto un buon lavoro con la caratterizzazione, specie quella di Kenma (più amo una ship e più diventa difficile scriverne, non parliamo di questi due).

È un piccolo pensierino di Natale per Kodama (leggete le sue Atsuhina che sono bellissime, e le Osaaka!!!), quindi, niente: tantissimi auguri, Cora-senpai! Una volta avevamo parlato di una Kenhina Hogwarts!AU e quindi ho pensato di scrivertela per ringraziarti di tutto. Quando abbiamo iniziato a commentare insieme Haikyuu – e la Kenhina, soprattutto la Kenhina! – per me era un brutto periodo, e sclerare con te una delle uniche cose belle delle mie giornate; questo è un piccolo modo per dirti grazie. E, ovviamente, farti tantissimi auguri per Natale, ma soprattutto per l’anno nuovo: che possa essere pieno di fanfiction, di Haikyuu e che possa realizzare alcuni dei tuoi desideri. Un bacio (ovviamente giallo-arancione)!  🧡💛

Grazie di cuore per essere arrivati a leggere fin qui, spero sia stata una bella lettura.

[Un grazie particolare a Elena Wander e Leila per aver letto la storia in anteprima]

   
 
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