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Autore: Angel_7    13/12/2022    0 recensioni
“Tu sei un senziente, Harry.”
“Io sono cosa?”
“Un senziente. Una persona con un avanzato livello di empatia che ha sviluppato una profonda connessione psichica con un simile, me... in questo caso.”
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Storia ispirata a Sense8 e in cui Draco è un consumatore compulsivo di biscotti al cioccolato.
Genere: Azione, Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Luna Lovegood, Neville Paciock | Coppie: Draco/Harry, Luna/Neville
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Draco se ne stava comodamente disteso sul grande letto a baldacchino con indosso i soli pantaloni di una vecchia tuta, ascoltando la musica dal suo amato mp3. Se Lucius e Narcissa Malfoy l’avessero visto in quelle condizioni, avrebbero come minimo perso vent’anni di vita a testa. Alla sola idea il ragazzo si ritrovò a sogghignare perfido. Fortunatamente i suoi genitori erano ben lontani dallo scoprire la sua passione per la musica e gli abiti babbani e anche se ne fossero venuti a conoscenza, avevano ormai perso il diritto di dettare legge nel sua vita anni fa.
Tutto era iniziato con quella che doveva essere una semplice capatina dettata dalla curiosità adolescenziale nella Parigi babbana. Doveva ricordarsi di ringraziare quel cretino di Blaise, che tempo addietro lo aveva convinto a sgattaiolare fuori dal maniero per quella che era stata una vera e propria notte brava all’insegna del divertimento e dello svago. Il fatto che il giorno successivo si fosse ritrovato in uno stato talmente pietoso da instaurare una solita relazione con la tazza del bagno, beh… quello era un semplice effetto collaterale.
In quel momento aveva ben altro a cui pensare e quel ‘ben altro’ aveva le sembianze di un affascinante ragazzo dagli intensi occhi verdi.
Come se l’mp3 avesse intuito i suoi pensieri, Adulte e sexy iniziò a risuonare nelle sue orecchie e la mente non poté che tornare indietro, al momento in cui Draco si era ritrovato in una camera da letto che non era la sua e al cospetto di quell’angelo sceso in terra

-“Nous ne sommes pas des anges et des damnés, nous ne sommes pas des anges des possédés.”-

Un’improvvisa ondata di piacere lo fece tremare dalla testa ai piedi, al ricordo di quell’aitante corpo che si piegava in avanti e di quelle spalle robuste che si irrigidivano al percepire la presenza di un intruso nella stanza. Quando poi gli aveva scagliato contro quell’incantesimo al fine di metterlo fuori gioco… Dio. Bello, istintivo e incredibilmente potente.

- “Nous ne sommes pas des anges à condemner, nous ne sommes pas des anges à verifier.”-

Una mano iniziò a scendere lentamente verso il basso, tracciando un percorso preciso sul petto glabro del ragazzo, fino ad arrivare all’orlo della tuta, con il quale si fermò qualche secondo a giocherellare. Quando anche quell’ultima barriera stava per essere oltrepassata, un gemito a malapena trattenuto destò Draco dallo stato di celestiale pace, portandolo ad alzare le palpebre che poco prima aveva abbassato per godersi il momento. Voltando la testa verso destra, costatò di non trovarsi da solo e che quegli intensi occhi verdi, a cui stava pensando in quell’esatto istante, lo stavano scrutando chissà da quanto.
Il suo primo pensiero andò al modo in cui l’avere quello sguardo su di sé non stesse facendo altro che accrescere il desiderio di esser preso dal ragazzo che lo stava ora fissando come fosse carne da macello.
Prese a giocherellare con il fiocco della tuta e, nel tirare ripetutamente uno dei due lacci, finì ‘maldestramente’ per scioglierlo.

-“Oh.”-

Troppo impegnato a osservare le sottili dita che si muovevano abili sull’orlo del pantalone, il moro a malapena registrò l’esclamazione di Draco, cercando, invece, di darsi un contegno e apparire il più disinvolto possibile. Inutile dire che il suo tentativo fallì miseramente.
Il biondo, infatti, notò il modo in cui il petto dell’altro si abbassava e si gonfiava sotto il proprio sguardo. Non era di certo la reazione che si aspettava, ma non per questo rendeva la cosa meno interessante, anzi.

-“Sai Draco, dalla prima volta che ti ho visto non faccio altro che pormi la stessa domanda.”-

-“Mh?”-

Draco iniziò lentamente ad abbassare la tuta, scoprendo un lembo di pelle alla volta. La sua eccitazione aveva ormai raggiunto le stelle e il desiderio di sentire le mani dell’altro sulla proprio pelle era diventato una necessità. Mancava poco e la sua erezione sarebbe stata finalmente libera da ogni costrizione e, magari, soddisfatta. Tirò giù la stoffa per un altro paio di centimetri per poi alzare gli occhi e puntare lo sguardo su quelli socchiusi del ragazzo alla sua destra.
L’unica cosa che Harry riuscì a fare in quel frangente fu prendere il primo oggetto che gli capitò tra le mani, in questo caso la sua bacchetta, e lanciarlo contro il ragazzo ancora disteso sul letto, colpendolo in testa.

-“La smetti?”-

-“Ahi, ma sei pazzo?”-

Harry si avvicinò divertito al grande baldacchino e si mise a sedere all’altezza del torace dell’altro, impossessandosi di una cuffietta e ignorando il fatto di averlo beccato in procinto di farsi una sega che, se non lo avesse fermato in tempo, si sarebbe benissimo tirato anche in sua presenza. C’era da dire che in quanto a privacy il ragazzo ne sapesse ben poco. Avrebbe dovuto immaginarselo dal momento in cui se l’era ritrovato in camera da letto. Non che la situazione attuale fosse da meno, ma se avesse saputo non sarebbe entrato… forse. Già, forse. Infondo quella piccola scena peccaminosa non lo aveva di certo disgustato, proprio per niente. A quei pensieri, Harry scosse la leggermente la testa. Non se lo poteva permettere, non a pochi passi dal matrimonio.

-“Me ne stavo tranquillo tra bomboniere e inutilità varie quando Ginny mi ha fatto gentilmente notare di aver iniziato a canticchiare in francese e sai qual è la cosa strana? Io non conosco il francese.”-

-“Ma io sì e si dà il caso che prima che ti intrufolassi nella mia stanza io stessi per l’appunto canticchiando e…”-

Le gote di Draco si tinsero quasi immediatamente di rosso, ma un’improvvisa intuizione lo spinse ben presto a far scivolare lo sguardo verso il basso e non si stupì nel trovare un familiare rigonfiamento all’altezza del cavallo dei pantaloni del moro.

-“… vedo che non sono l’unico a trovarsi in situazioni compromettenti.”-

L’imbarazzo provato poco prima scomparve lasciando spazio all’intraprendenza con cui era solito affrontare ogni situazione.

-“E, di grazia, di chi credi sia la colpa? Compilare liste e scegliere centro tavola non sono di certo le cose più eccitanti che io abbia mai fatto. Anche se devo ammettere che quei coniglietti di cristallo erano niente male e…”-

-“Ok, ok! Ho afferrato il concetto. Purtroppo è uno degli aspetti negativi dell’essere collegati. Nel momento in cui uno dei due è soggetto a forti sensazioni, queste si riflettono anche sull’altro. Ciò spiega perché ti trovi ad avere un’erezione pur non avendo fatto o pensato niente di eccitante. Almeno che tu non abbia un qualche strano tipo di fetish per i coniglietti perché, wao… amico, in quel caso non credo di volerne venire a conoscenza.”-

Harry si ritrovò a ridacchiare, grattandosi nervosamente una guancia.

-“Posso sapere che ci trovi di tanto divertente? Fossi in te sarei piuttosto preoccupato. Sono un ragazzo sessualmente attivo e ciò implica un certo flusso di sangue in zone altamente sensibili. Non sta di certo a me indicarti quali.”-

-“Scusa, stavo pensando al fatto che probabilmente non staresti neanche poi così male con un paio di orecchie e una codina da coniglio.”-

Il ragazzo non sapeva come gli fosse venuta in mente un’immagine del genere e  tantomeno si soffermò a chiedersi perché.
Harry si limitò semplicemente a prendere posto a fianco del biondo, sistemandosi quasi interamente sulla parte del letto non occupata da Draco.

-“Certo che ne hai di idee malsane tu, eh? Di certo la fantasia non ti manca.”-

Pur non ammettendolo, quell’idea aveva causato in Draco un certo formicolio allo stomaco. Era sicuramente da archiviare tra le cose da fare prima di rimetterci le penne, subito dopo ‘dire a James Cameron che su quel maledetto pezzo di legno c’entrava anche Jack e non solo Rose’.

-“Scherzi a parte. Mi sono informato un po’ al riguardo, sui senzienti intendo. La preside di Hogwarts ed io siamo rimasti in buoni rapporti e mi ha permesso di consultare un paio di libri della biblioteca senza alcun tipo di problema. Sei libero di interrompermi se mai dovessi dire qualche stupidaggine, ok? Allora… in quanto senzienti riusciamo a mantenere una connessione telepatica ed empatica con altri senzienti della Cerchia, del gruppo a cui apparteniamo, nonostante essi si trovino in altre parti del mondo. Ne è un esempio il fatto che io mi trovi a Londra mentre tu in… aspetta, dove ci troviamo esattamente?”-

-“Bienvenue à Paris, la ville de l'amour.”- lo informò allora il biondo, spostandosi su di un fianco per avere un maggiore contatto visivo con Harry.

-“Parigi, fantastico. Dicevo… ne è un esempio il fatto che io mi trovi in Inghilterra mentre tu in Francia. Oltre alla connessione possediamo due principali abilità: la Visita e la Condivisione. La Visita è quando due o più senzienti appaiono nella mente dell’altro: grazia alla Visita possiamo parlare tra di noi e visitare i dintorni. Un po’ come sta accadendo ora. Tra senzienti della stessa Cerchia accade istintivamente, mentre si può visitare un senziente esterno alla Cerchia solo dopo un contatto visivo diretto. Non può succedere quando uno dei due è drogato o privo di sensi, ma può avvenire quando dorme e, nonostante non sia una visita fisica, permette di toccarsi.”-

Quasi senza riflettere, Harry portò una mano sul viso di Draco, accarezzandogli dolcemente una guancia, e sorrise nel notare come il biondo si rilassasse sotto il suo tocco, facendo quasi le fusa.
Si chiese se anche quello fosse uno degli effetti collaterali dell’essere legati o se l’altro si trovasse semplicemente a suo agio in sua presenza, nell’essere accarezzato dal suo tocco.

-“La Condivisione è quando un senziente ha accesso a conoscenza, lingua e abilità di un altro senziente e può accadere solo all’interno della Cerchia. Ecco spiegato perché stessi canticchiando in francese. A proposito, bella la canzone. Bella e decisamente accattivante, direi.”-

-“Se essere umani significa essere capaci di ragionare, immaginare, amare o soffrire, allora noi siamo più umani di quanto un umano potrà mai essere.”- asserì Draco, ignorando volutamente il commento non poco velato sui suoi gusti musicali.

Sentite quelle parole, Harry ebbe l’irrefrenabile impulso di abbracciare il biondo ma, nonostante non ci fosse nulla che lo trattenesse, si limitò a farsi un po’ più vicino e ad appoggiare la testa sul suo petto.

-“Della Cerchia facciamo parte solo noi due?”-

-“Questa è una bella domanda. Raramente sono formate da due soli senzienti, ma non c’è un criterio che ne stabilisca il numero esatto. Ti darebbe fastidio essere collegato unicamente a me?”-

-“No, affatto. Come hai detto tu, non trarrei nessun vantaggio nell’essere collegato a una donna, tuttalpiù se perennemente ciclata! Mi basta Ginny per quello.”-

Nell’udire quel nome, Draco storse leggermente il naso. Non gli piaceva quella donna, aveva un qualcosa di strano, fuori posto. Al momento, però, l’unica cosa degna della sua attenzione era il profumo di frutti di bosco che il moro emanava e che gli stava dolcemente stuzzicando il naso.

-“E che vantaggi trarresti dall’essere collegato a me?”-

-“Beh… hai detto di  essere stato educato nelle migliori scuole, no? Scommetto che sai un sacco di cose. E poi c'è ancora molto che non so di te, ma mi dai l'impressione di una persona capace di cavarsela in qualsiasi situazione si trovi.”-

Draco avvertì una piacevole sensazione all'altezza della bocca dello stomaco. Era passato molto tempo dall'ultima volta che qualcuno gli aveva detto una cosa del genere.
Quando aveva informato i suoi genitori di voler intraprendere un corso di studi per diventare medimago, gli era stato poco gentilmente fatto notare che l'unica cosa in cui sarebbe stato veramente bravo sarebbe stata l'amministrazione degli affari di famiglia. A detta di suo padre, se non aveva intenzione di dedicare anima e corpo alla gestione del proprio patrimonio, tanto valeva che non facesse un bel niente. Almeno così non avrebbe procurato danni a nessuno.
Di tutta risposta, Draco aveva fatto le valige e se ne era andato di casa per dimostrare a suo padre, ma soprattutto a se stesso, che impegnandosi avrebbe raggiunto qualsiasi traguardo si sarebbe posto.

-“Chissà, staremo a vedere. Comunque, quale sarebbe la domanda che continua a tormentarti?”-

Harry allungò lentamente una mano verso il bordo della tuta che l'altro stava indossando, sfiorandogli con i polpastrelli l'addome piatto, e, con un'intraprendenza che non sapeva neanche lui di avere, lo alzò leggermente, sotto lo sguardo sbigottito di Draco.

-“Mi chiedevo se ti tingessi anche qui sotto.”-

Draco lo buttò in malo modo giù dal letto, facendo in modo che nella caduta non si portasse dietro anche l'mp3, dopodiché si alzò e uscì semplicemente dalla stanza, sbattendosi la porta del bagno alle spalle.

-“I miei capelli sono naturali. Naturali, capito?”-

Ma le sue urla furono ben presto coperte dal suono delle risate del moro, che sembrava non avere la minima intenzione di smetterla. Non subito, almeno.
Il rumore della doccia fu abbastanza eloquente ed Harry scomparve con un sorrido birichino sulle labbra.
Se Draco voleva giocare, allora avrebbero giocato.


 
Continua...





 
  
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