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Autore: Picci_picci    14/12/2022    1 recensioni
Non avrei saputo dire perché scelsi di tornare in quella scuola. Ero stata ferita, tradita, rapita, stregata e persino uccisa, ma suppongo che ci sia qualcosa di estremamente poetico in tutto questo.
Alla fine, volevo solo giustizia, e ora che Tyler è rientrato in possesso di tutte le sue facoltà mentali e decisionali, l'avrò.
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O Mercoledì che decide di tornare alla NeverMore, dopo le vacanze estive, visto che adesso Tyler ha sotto controllo l'Hyde. Dovevo dargli una fine e un confronto. Ed è nato ciò.
Mercoldì/Tyler
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un urlo; non di dolore o di paura. Che sfortuna.
«O. Mio. Dio! State insieme? Vi prego, ditemi che state insieme!»
Tyler si scosta da me, con un lieve rossore sulle guance che trovo...carino? È possibile?
Io mi limito a trucidare con lo sguardo Enid.
Non ho il tempo di parlare, però, perché Mano mi precede. Piccola appendice chiacchierona.
«Lo sapevo! Lo avevo detto» esulta felice, «batti il cinque, Mano.»
Con un movimento gentile, Tyler mi fa scivolare di lato finché non tocco il letto, e si alza, andandosene con un saluto generale imbarazzato.
«Non parlerai neanche stavolta dei tuoi sentimenti?»
Squadro la bionda fin troppo euforica.
«No» annuncio lapidaria. Ma lei è troppo contenta per prendersela.
Mano inizia a raccontare per filo e per segno cosa è successo (non sanno cos’è la privacy? Ho sempre pensato che sarebbe stato meglio uccidere qualsiasi testimone) e li lascio in pace, i due pettegoli, mentre esco dalla stanza.
Quei due sono peggio delle comari.
Un messaggio illumina lo schermo del telefono nascosto sotto la giacca.
So che non ami i messaggi, ma puoi fare uno strappo alla regola per me?
Inarco un sopracciglio.
Stasera alle otto, cripta di Craigstone?
Alzo gli occhi al cielo.
Sì, ma non ti aspettare che sia puntuale.
Da te, non mi sarei aspettato di meglio.
Potrebbe conoscermi più della maggior parte delle persone. Forse, dovrei togliere il condizionale.

«Mi avete chiamato?»
Mi accomodo nell’ufficio del preside, madre e padre davanti a me.
«Sì, cara, volevamo discutere di una cosa.»
«Certo, pensiamo sia fondamentale dirci certe cose, in famiglia.»
Non mi piace dove sta andando a parare il discorso.
«Inanzi tutto» esclama padre, «volevo dirti che lo zio Fester è riuscito a scappare dalle autorità. Al momento si sta nascondendo a Tahiti, mi ha mandato questo per te.» Allunga la statuetta di una donna polinesiana con il tipico gonnellino di paglia e fiori colorati che ondeggia al movimento di una molla. Semplicemente orribile. Una vera tortura. La userò contro di Pugsley.
La prendo con due dita, nauseata da quella vivacità e la nascondo nel mio zaino.
Lo zio Fester mi conosce bene.
«Qual è l’altro argomento?»
Si scambiano uno dei loro sguardi e quando riportano gli occhi su di me, sorridono in contemporanea. Sto per vomitare.
«Abbiamo saputo-»
«Sì, sono girate voci-», non sanno come continuare, quindi li tolgo dall’impaccio, «andate al punto.»
Madre prende la parola, «abbiamo saputo che stai con Tyler, cara.»
«Mano lo ha detto proprio a tutti?»
«Doveva, siamo una famiglia» esclama padre.
Li fisso, scettica.
«E perché mi avete fatta venire qui?»
Mia madre sospira, «volevamo sentirlo da te, cara. È vero che stai con un serial killer?»
Getto le trecce dietro la schiena, «era pilotato dalla professoressa Thornhill, ma sì, se vogliamo metterla in questi termini, sto con un serial killer.»
Padre scoppia a ride, «meraviglioso!»
«Oh, sì, non potevamo chiedere di meglio» conviene madre, «e com’è? Ti trovi bene?»
Mi alzo mentre lancio un'occhiataccia.
«Suppongo che non siano affari vostri.» Prima di andarmene, però, chiarisco un punto, «non voglio che vi intromettiate, ma sappiate che mi trovo bene con lui. Capisce ogni terribile e oscura parte di me.»
D’altronde, io capisco la sua.
Questa scuola mi ha cambiata decisamente troppo.

«Sappi che non mi farò bendare di nuovo.»
«Ciao anche a te» ribatte con un sorriso, «vogliamo entrare?»
Lo seguo all’interno della cripta, il luogo della mia morte, il luogo del risveglio di Joseph Craigstone e il luogo in cui tutta la verità è venuta a galla. Ha tutte le carte in tavola per diventare il mio posto preferito.
Quando entro, non mi aspettano fili di lucine, anzi, candele nere illuminano la cripta in modo tetro e inquietante.
«Devi farti perdonare qualcosa?»
«Penso l’averti mentito.»
Lo fisso, «potresti essere sulla buona strada.»
Sorride mentre si avvicina alla bara, «sai, non abbiamo mai celebrato il tuo funerale. Pensavo dovessimo rimediare.»
L’istinto primordiale di baciarlo torna prepotentemente.
«E?»
«Ho preparato i fiori, rose rosse, e accesso l’incenso, ma prima, vogliamo iniziare con la mia tortura preferita?»
Un brivido di eccitazione mi percorre la schiena, «quale?»
Con un telecomando, accende il proiettore: Legally Blonde 2 – Una bionda in carriera.
Sta scherzando? Lo guardo male mentre mi siedo, il volto già una maschera di disgusto mentre mi passa i pop corn con un sorriso. Potrei davvero non trovare un ragazzo più sadico.

«Davvero non ti è piaciuto?» chiede ridendo.
«Penso che questa domanda sia superflua tanto quanto le canzoni pop.»
«Ne prendo nota.» Fa per alzarsi in piedi, ma lo blocco con un braccio. Mi accorgo solo ora che è completamente vestito di nero: ha proprio pensato a tutto.
«E tu?»
«Io cosa?»
«La tua tortura?»
Si rimette comodo, «è il tuo funerale, scarafaggio, non il mio.»
«E pensi davvero che al mio funerale vorrei che qualcuno non venisse torturato?»
Mi sento in dovere di approfondire la questione, «Pugsley sicuramente, lui deve essere torturato. Ho lasciato precise indicazioni di come dovrà essere fatto nella mia cassaforte.»
Lui sorride, gli occhi accesi di quella luce oscura.
«Sentiamo, quale sarebbe la tortura che Mercoledì Addams ha pensato per me?»
Con un unico movimento gli prendo il viso tra le mani, «non dovrai toccarmi.»
«Più facile a dirsi che a farsi, credimi.»
Sorrido, «sennò non sarebbe una tortura.»
Lo bacio, proprio come oggi, prima che Enid ci interrompesse e non potrei essere più viva che mai. Sento ogni terminazione nervosa, ogni muscolo, ogni spasmo. Sento lui, il suo calore, il suo corpo, il suo profumo. Mi manda in tilt. Meglio di una sedia elettrica. Quasi meglio della mia esperienza di pre morte. Quasi.
Il terreno gracchia e, quando i miei occhi cadono in basso, vedo gli artigli dell’Hyde che graffiano il cemento, lasciando solchi profondi. Non avrei mai pensato che potesse essere così eccitante.
«Mercoledì, ti prego.»
«No.»
Potrei passare il resto delle ore così.
È un funerale migliore di quello che mi aspettavo.
Dovrò aggiornare le mie ultime volontà.


 

The end?



Angolo Autrice
Sono tornata come avevo promesso con l'ultimo capitolo della storia. Un viaggio breve, ma intenso, che spero vi sia piaciuto e che vi abbia tenuto qualche minuto di compagnia. Ringrazio tutti quelli che mi hanno supportato, commentato, votato o anche solo letto. Siete fantastici!
Un bacio,
Cassie

   
 
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