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Autore: C_Totoro    20/12/2022    1 recensioni
La Battaglia di Hogwarts è stata persa, Lord Voldemort è stato sconfitto. Antonin Dolohov, ancora una volta, si ritrova rinchiuso ad Azkaban ma, il nuovo Governo guidato da Kingsley Shacklebolt, non mira alla punizione dei carcerati quanto, piuttosto, a una riabilitazione. Niente Dissennatori, niente isolamento perpetuo, le visite sono garantite. Sarà Rabastan Lestrange, compagno di cella di Antonin, a convincere quest'ultimo a rilasciare delle interviste esclusive a Rita Skeeter di modo che la reporter della Gazzetta del Profeta possa sfornare il suo nuovo Best Seller: Vita e segreti di un buon Mangiamorte.
[Compariranno un po' tutti i personaggi, quelli con focus maggiore sono segnalati]
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Antonin Dolohov, Bellatrix Lestrange, Rabastan Lestrange, Rita Skeeter, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Antonin pestò i piedi con forza per terra. Faceva un freddo micidiale, sarebbe bastata una magia semplice per eliminare quel gelo ma, invece, gli organizzatori di quello stupido gala avevano deciso di voler fare gli alternativi e mettere il fuoco scaldante solo vicino ad alcuni gazebo “per avvicinarci al modo di pensare e sentire dei nostri amici babbani”.
Quante scemenze.
“Noioso, eh?”
Antonin si volse stringendosi di più nel mantello “Abbastanza” rispose lanciando un’occhiata all’interno della sala attraverso le vetrate. Aveva deciso di uscire nel giardino perché non riusciva più a sopportare il chiacchiericcio di tutta quella gentaglia inutile. Il Ministero si stava aprendo troppo, invece di mantenere quelle feste esclusive solo alla classe purosangue, le stava aprendo a tutti anche ai Mezzosangue o, ancora peggio, ai Sanguesporco.
“Perché continui a usare quella roba babbana?”
Evan Rosier tirò ancora una boccata di fumo dalla sigaretta, poi rise “Per infastidire mio padre”
Antonin alzò gli occhi al cielo “Sei un Mangiamorte” gli sibilò avvicinandosi al ragazzo più giovane “Dovresti aborrire certe schifezze babbane”
Evan alzò le spalle, poi buttò la sigaretta per terra e la spense con la punta della scarpa “Va bene, va bene, la smetto. Ma solo perché sei tu, Dolohov”
“Penso che l’Oscuro Signore dovrebbe dare il Marchio solo a uomini, non a ragazzini capricciosi che puntano a fare i dispetti ai genitori”
“Dai, Tony, non fare il pesante. Ho detto che smetto! E poi anche mio padre è Mangiamorte, come tu ben sai…”
Antonin annuì “Un Mangiamorte valido, dovresti prendere esempio”
Evan fece una smorfia annoiato da quei discorsi. Non aveva bisogno di prendere esempio da nessuno, lui.
“Posso unirmi?”
“Bella!” esclamò Evan all’improvviso gioioso e con un ampio sorriso “Ma che domande! Certo che puoi unirti!” si girò verso Dolohov “Antonin, non so se ti ricordi mia cugina, Bellatrix. Si sposerà con Rodolphus Lestrange”
Antonin alzò gli angoli della bocca “Ma certo che mi ricordo di Bellatrix” le sorrise un po’ di più cercando di mantenersi cordiale e di cancellare dal suo viso il fastidio provato per Evan Rosier che fumava sigarette babbane “Ti stai divertendo?”
“Penso sia la festa più noiosa alla quale abbia mai partecipato. Rodolphus e Rabastan se la sono svignata in Francia e ora sono seduta da sola a un tavolo circondata da vecchi bavosi francesi”
“Se solo avessi dato ascolto a zia Druella e avessi imparato il francese ora sapresti come comunicare con loro!” la riprese Evan con fare canzonatorio. Conosceva bene la cugina e sapeva che dirle che sua madre Druella poteva avere ragione su qualche cosa era un buon modo per farla impermalire.
“Mi sarei annoiata lo stesso!” sbottò Bellatrix accalorandosi “Speravo di incontrare qualcuno di più interessante, a dirla tutta…”
“Tipo?” chiese Evan, ben sapendo tuttavia a chi Bella si stesse riferendo. Non faceva altro che parlarne da mesi e mesi. Ne era ossessionata, collezionava ritagli di giornale…
“Il Signore Oscuro!” esclamò Bella senza esitazione spostando la sua attenzione su Antonin “Mio padre dice che sei il suo braccio destro”
“Cygnus è troppo gentile” Antonin si passò le mani sulle braccia nel tentativo di scaldarsi, Bella aveva un vestito lungo che le lasciava scoperte le spalle e Antonin si domandò come facesse a non morire congelata “Sei interessata alla Causa, dunque?” chiese cercando di andare al punto; ogni occasione poteva essere buona per trovare nuove reclute. Bellatrix sarebbe anche potuta essere la chiave per arrivare ai due giovani Lestrange. Non sapeva molto di lei: la primogenita di Cygnus e Druella, futura moglie di Rodolphus Lestrange, non era a conoscenza di altri dettagli sulla ragazza. Non aveva idea se Lord Voldemort potesse essere interessato a una come lei oppure no. Ammesso e non concesso che il Cerchio avesse bisogno di donne. A ogni modo, certe decisioni non spettavano di certo a lui, Antonin Dolohov, ma solo ed esclusivamente al suo Padrone e quindi Tony si approcciava a tutti nello stesso modo: curioso di saperne di più e testare le loro intenzioni.
“Certo che lo sono!” esclamò Bella con passione.
“Bella è una fan” interruppe Evan un sorrisetto denigratorio a incurvargli le labbra. Era divertente prendere in giro sua cugina per la sua passione ardente, non tanto per la Causa, quanto per il Signore Oscuro.
“Come tante altre…” borbottò Antonin scuotendo la testa: no, una fan non era ciò che cercava il Signore Oscuro.
“Non deridetemi! Voi non capite! Non sono una fan, non è una cotta…”
“Oh, dai, Bella, l’ho vista la bacheca che tieni in camera!”
Bellatrix arrossì “Va bene, lo trovo un uomo attraente” acconsentì “Ma non è il mio interesse principale!”
“E qual è il tuo interesse principale?” chiese Antonin educato.
“Le Arti Oscure!”
Quella risposta prese completamente in contropiede Tony. Le persone che si avvicinavano ai Mangiamorte erano per la maggior parte interessate a riprendere il potere che i Purosangue avevano perso, interessate ai giochi politici… alcuni erano anche dei piccoli sadici in cerca di sfogare le proprie perversioni sui Babbani. Mai nessuno era davvero interessato alle Arti Oscure di per sé.
“Ho sentito dire che è il Mago Oscuro più potente che il mondo abbia mai visto” proseguì Bella approfittando del fatto che Antonin fosse rimasto zitto, senza parole “Sarei onorata di… di poter apprendere le Arti Oscure da lui”
“Non è mica un professore a Hogwarts” sbottò Antonin battendo le palpebre “Ha di meglio da fare che stare appresso a ragazzine arroganti”
“Oh, Antonin, cosa mi combini?”
Dolohov sussultò e si voltò di scatto nel sentire quella voce fredda modulata però in un tono beffardo.
“Non si trattano così le giovani reclute promettenti”
“Mio Signore” Antonin chinò il capo “Non avete mai… mai espresso il desiderio di insegnare…”
“Ma come no?” Voldemort sorrise “Mi hai anche aspettato alla Testa di Porco mentre facevo il colloquio con Silente”
Antonin strinse le labbra, avrebbe voluto ribattere, ben sapendo che il Signore Oscuro non aveva mai voluto davvero insegnare a Hogwarts ma si trattenne, non voleva beccarsi una punizione. Rimase in silenzio, dunque, cercando di rimanere al gioco e capire quali fossero le sue intenzioni.
Voldemort si avvicinò di più al trio, era vestito in modo elegante ma sobrio; il viso era tirato ed emaciato e i suoi tratti sembravano essere stati confusi, come se qualcuno si fosse avvicinato con una candela e li avesse sciolti e poi sbiaditi. Portava tracce di una bellezza aristocratica ma in quel momento era difficile definirlo attraente era, più che altro, intimidatorio.
“Rosier, ti stai divertendo?”
Evan chinò il capo in modo più profondo di come aveva fatto Antonin poco prima “Mio Signore, si fa quel che si può… ma divertirsi in mezzo alla feccia non è facile”
“Non hai tutti i torti” concordò Voldemort sempre col sorriso sulle labbra. Il suo sguardo saettò su Bellatrix che lo guardava con occhi sgranati e le labbra socchiuse “Non hai mai pensato di presentarmi tua cugina? Giovane purosangue, desiderosa di dedicarsi alle Arti Oscure?”
“Non ha mai espresso questo desiderio con me” ribatté Evan prontamente. La testa di Bellatrix scattò in direzione del cugino “Come prego?” sibilò piccata “Sono mesi che…”
“Che non fai altro che parlare di lui, sì” convenne Evan “Ma… insomma… pensavo mirassi a qualcosa di ehm” tossicchiò “… diverso rispetto alle Arti Oscure”
Bella avvampò.
“Non mi sembra il caso di metterla in imbarazzo” sibilò Voldemort con un sorriso obliquo che gli tagliava il viso “Dopotutto, neanche ci avete presentati ufficialmente”
“Mio Signore, vi presento Bellatrix Black. È la primogenita di Cygnus e Druella, promessa in sposa di Rodolphus Lestrange” si affrettò a dire Dolohov.
Voldemort afferrò la mano di Bellatrix e si chinò a sfiorarne il dorso con le labbra “È un piacere, Bellatrix”
“Bellatrix… be’, non credo che lui abbia bisogno di presentazioni, no?” aggiunse Antonin. Non riusciva a pronunciare il nome Voldemort ad alta voce, non poteva mancare così di rispetto al suo Signore.
“Il piacere è tutto mio, Padrone” rispose Bella, gli occhi luccicavano e fu con un sospiro che lasciò scivolare via la sua mano dalla presa di Voldemort.
Voldemort chinò il capo di lato “E quindi vorresti imparare le Arti Oscure da me” non era una domanda ma una semplice affermazione.
Antonin continuava a far andare il suo sguardo da Voldemort a Bellatrix senza comprendere cosa stesse succedendo. Solitamente, Voldemort non si premurava di conoscere possibili reclute, soprattutto, non era mai così… gentile. C’era qualcosa di diverso nel suo atteggiamento e Antonin faticava a capirne il motivo.
“Ne… ne sarei terribilmente onorata”
“Diciamo che io acconsenta a diventare tuo insegnante di Arti Oscure” proseguì Voldemort con fare discorsivo, pratico “Cosa mi daresti in cambio?”
Bellatrix batté le palpebre, confusa “Posso… posso pagarvi se è ciò che desiderate”
“Oro?” chiese Voldemort, deluso da quella risposta “Non mi serve l’oro” fece battere la lingua sui denti “Non ti viene in mente altro?”
“Io… io non saprei… non ho altro” la voce di Bellatrix era pervasa di disperazione, era evidente non lo volesse deludere ma era altrettanto evidente non sapesse cos’altro dire.
“Hai molto altro da offrire, Bellatrix Black”
Evan prese a ridacchiare ma Voldemort lo fulminò con lo sguardo. Antonin percepì il cambio del suo umore “Non ho istinti così bassi e volgari, Rosier. Non mi riferisco a quello” Evan smise subito di ridere, incassò la testa tra le spalle e rimpicciolì sotto lo sguardo adirato del suo Padrone.
“La tua anima, Bellatrix” rispose Voldemort tornando a concentrarsi su di lei “Il tuo potere magico, i tuoi servigi” sorrise “È da sempre che sono alla ricerca di una persona come te, di una strega pronta a votarsi alle Arti Oscure, a me. Diventerai una preziosa collaboratrice… ammesso che tu voglia sottometterti a me, votarti a me, diventare la mia arma prediletta”
Bellatrix dischiuse le labbra, aveva le guance arrossate “Io… mio Signore, certo” la sua voce era incrinata, quasi commossa “Non… non potrei desiderare nulla di più!”
“Non si torna indietro” l’avvisò Voldemort “Una volta mia, sarai per sempre mia”
Antonin aggrottò le sopracciglia, sempre più confuso. Il servizio dei Mangiamorte era a vita ma il discorso che l’Oscuro Signore stava facendo a Bellatrix sembrava essere diverso rispetto a quello che aveva fatto altre volte in passato. Più intimo, più personale.  
“È diverso, Antonin” gli sibilò Voldemort “Perché Bellatrix è diversa, non te ne sei accorto? Il suo potere magico… ciò che è disposta a fare per me… attento, Dolohov, perché se la ragazza si gioca bene le sue carte perdi il tuo posto al mio fianco…”
“Ahia che cazzo!”
Antonin chiuse gli occhi mentre il vassoio che stava portando cadeva in terra e piatti, bicchieri e posate rotolavano in terra facendo un fracasso incredibile.
“Dolohov sei un disastro!” Mulcibier arrivò con lo strofinaccio in mano “Non sei capace a cucinare, lavi male le stoviglie e ora non sei neanche in gradi di trasportare un vassoio. Meno male che è tutto in plastica altrimenti ci sarebbe un casino qua”
Antonin si inginocchiò per terra affrettandosi a raccogliere le stoviglie cadute. Si morse la lingua perché sapeva che non ne valeva la pena ma ogni volta avrebbe voluto prendere a pugni Mulciber.
“Fatti spostare, per Salazar, non ti sopporta più nessuno qua”
“Non sono un Elfo Domestico!” sbottò Tony. E al diavolo i propositi di trattenersi “Se voi invece siete abituati…”
Mulciber si chinò su di lui e lo afferrò per il bavero della casacca “Senti, Tony, devi capire che non sei più un Mangiamorte. Non c’è più l’Oscuro Signore a cui succhiarlo”
Antonin affondò le unghie nella mano di Mulciber “Non lo succhiavo all’Oscuro Signore!”
“Facevi i turni con Bellatrix?” la cucina si riempì di risatine.
Mulciber non diede ad Antonin il tempo di ribattere “Sparisci e vedi di farti cambiare lavoro, io andrò a lamentarmi di te dagli Auror” lasciò la presa dal bavero di Antonin che cadde a terra con un tonfo sordo. Si rimise in piedi tremante di rabbia. Odiava essere umiliato a quel modo, finché era stato il Signore Oscuro poteva anche sopportarlo… ma Mulciber…
“Lucius” chiamò Antonin appena entrato nel refettorio ed essersi seduto al solito tavolo “Facciamo cambio, volevi lavorare in cucina, no?”
“Ho sentito dire che Mulciber è una vera piattola” rispose Lucius con la sua voce strascicata “Non so se mi conviene”
Antonin socchiuse gli occhi “Meglio della lavanderia, no?”
“Non so…”
“Che cazzo!”
“Antonin!” lo riprese Rabastan “Girano abbastanza voci su di te senza che ti metta anche ad urlare cazzo, sai?” ridacchiò e rimestò il minestrone “Non avevo mai capito che fossi un rivale di Bella ma ora tutto ha senso”
“Finiscila, Rabastan, non sei divertente!” sbottò Antonin arrossendo. Quella maledetta Rita Skeeter aveva pubblicato un pezzo dell’ultima intervista e lui era passato per un finocchio.
“Anche Alecto dice che ora ha tutto più senso” proseguì Rabastan lanciando un’occhiata al tavolo dove la strega sedeva con il fratello “Dice che eri un amante un po’… insomma… mediocre”
Antonin incassò il colpo in silenzio, non voleva approfondire quell’aspetto, faceva troppo male.
“Aveva ragione Bella, dovevo piantarla, è sempre stata una stronza” borbottò Tony.
“È il contrappasso” s’inserì Rodolphus “Almeno impari a tenere chiusa quella bocca, la prossima volta” non aveva apprezzato il modo in cui Antonin aveva parlato di Voldemort e di Bellatrix “Mi hai fatto fare la figura del cornuto”
“È quello che sei” rispose Antonin velenoso ma, come vide lo sguardo di Rodolphus scurirsi, alzò le mani davanti al viso come a volersi discolpare “Cioè, no… insomma… non volevo… oh lascia stare! Tanto io con quella giornalista da quattro soldi non ci parlo più dopo che mi ha fatto passare per un ciuccia-cazzi”
“Hai fatto tutto da solo, Tony” sbadigliò Rabastan.
Forse sì, si disse Antonin mentre si trascinava in giardino per l’ora di aria. Forse effettivamente aveva fatto tutto da solo ma che colpa ne aveva lui se era sempre stato un fedele servitore dell’Oscuro Signore? Lo aveva sempre ammirato, non di certo per il suo aspetto fisico come in tanti farneticavano, ma per il suo incredibile potere magico. Per la sua mente brillante.
Horcrux.
Più di uno.
Chi altro aveva spinto così in là i limiti della magia?
Nessuno mai lo avrebbe rifatto.
Si lasciò cadere a peso morto su una delle panchine e si mise a fissare il cielo mentre i compagni iniziavano a chiacchierare intorno a lui. Ogni giornata era identica alla precedente in una monotonia alienante. La cucina, le angherie di Mulciber, le battute di Rabastan… se la sentiva davvero di rinunciare all’unica cosa che gli dava una parvenza di vita? I suoi colloqui con la Skeeter?
Spostò l’attenzione verso la porta e guardò di sfuggita l’orologio: non mancava poi molto all’orario dei colloqui, doveva prendere una decisione e doveva farlo in fretta.
Si meriterebbe di essere lasciata lì ad aspettare, si disse Antonin annuendo tra sé e sé. Così impara quella sudicia Mezzosangue a farmi passare per un toy boy dell’Oscuro Signore. Come se Bellatrix lo avrebbe permesso, poi.
Si mordicchiò il labbro. Mancava un minuto.
Farò così, mi negherò. Sorrise. L’Auror andrà da lei a dire che Dolohov oggi non è disponibile. S’immaginò Rita che si sistemava gli occhiali sul naso a quella notizia, facendo poi scattare la chiusura della sua borsetta di coccodrillo con fare ansioso. Cosa avrebbe fatto lei senza di lui? Nessun altro era a conoscenza di determinate cose di Lord Voldemort o Tom Riddle. Sì, Rita avrebbe detto all’Auror di tornare, pregarlo, convincerlo. Solo a quel punto Tony si sarebbe palesato in sala colloqui e Rita gli avrebbe chiesto perdono, lo avrebbe implorato…
“Lestrange!”
Entrambi i fratelli alzarono lo sguardo verso l’Auror che si trovò costretto a precisare “Rodolphus”
Antonin sussultò e guardò l’Auror confuso “La signorina Skeeter vuole vederti”
Cosa?
Antonin si alzò in piedi come un automa “E io?” chiese con voce più lamentosa di quanto volesse. L’Auror alzò le spalle indifferente mentre Rodolphus superava il gruppetto e rientrava all’interno dell’edificio per il suo colloquio con Rita Skeeter.
 
Una parte di lui si era aspettata quella chiamata, dopo che quella bocca larga di Tony ne aveva dette di tutti i colori su Bella e il Signore Oscuro. L’altra parte di lui avrebbe voluto essere ovunque tranne che diretto a fare un’intervista con Rita Skeeter.
“Oh, Rodolphus! Che piacere” lo salutò Rita ammiccante facendogli cenno di entrare e sedersi di fronte a lei.
“Non è che hai fatto chiamare il Lestrange sbagliato?” chiese Rodolphus con un sorriso sarcastico.
“Oh, no, figuriamoci. Impossibile confondersi, sciocchino”
Rodolphus si sedette di fronte a Rita e prese a guardarla intensamente, non le avrebbe reso facile il compito. Anzi, avrebbe cercato di metterla a disagio il più possibile.
“Qualche idea sul motivo per cui ho fatto chiamare te invece del buon Tony?”
Rodolphus ridacchiò “Il buon Tony, come lo chiami tu, è stato ferito nei sentimenti. Prima lo fai passare per omosessuale, poi me lo ignori così”
Un guizzo divertito passò negli occhi di Rita “Immaginavo oggi non sarebbe stato dell’umore adatto per parlare con me e io non ho davvero tempo per giochini immaturi” si sistemò gli occhiali sul naso “Per altro, è stata una sua idea quella di indirizzarmi a te”
“E per quale motivo sei interessata a una chiacchierata con me?”
“Non leggi Il Settimanale delle Streghe?
“Sono più uno da Gazzetta del Profeta
“Dolohov mi ha raccontato di tua moglie, Bellatrix, e di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato”
Ex moglie” precisò Rodolphus a denti stretti.
“Ex” convenne Rita annuendo soddisfatta e facendo cenno alla penna prendi-appunti di annotare qualcosa.
“La sua relazione clandestina con Tu-Sai-Chi è stata la causa del divorzio?” chiese Rita, senza mezzi termini. Rodolphus strinse le labbra, non voleva assolutamente parlare della sua vita privata con quella giornalista da strapazzo ma ormai Antonin aveva fatto la frittata e negarsi avrebbe solo lasciato spazio a chiacchiericci inutili.
“Non proprio” rispose Rod “La mancanza di figli, di eredi Lestrange, è stata causa del divorzio”
“Come hai scoperto della relazione tra i due?”
Rod si strinse nelle spalle, neanche se lo ricordava più. Gli sembrava un’informazione che era sempre stata presente nel suo cervello.
“Bellatrix non ha mai nascosto la sua passione per lui”
“Quindi è successo tutto prima ancora che vi sposaste?”
“Sì” rispose Rodolphus quasi senza muovere le labbra. Condividere quelle informazioni era come essere sottoposti a una Cruciatus.
“E tu lo sapevi?”
“Non… non avevo capito l’importanza del loro… rapporto” fece una pausa “Pensavo che quella di Bella fosse una cotta adolescenziale, come quella di tante altre. Insomma, lui era più grande, affascinante, un mago potente, carismatico…”
“Vedo che tutti ci tenente a sottolineare come fosse un bell’uomo”
“Non era un bell’uomo” la interruppe Rodolphus, brusco “E ti invito a non fare certi giochini con me, Skeeter. Non sono Tony” la fissò per qualche secondo, poi aggiunse con tono più accondiscendente “Era un Mago Oscuro potente che piegava la magia come voleva. Bella è sempre stata affascinata da determinate cose”
“Dunque, sono state le Arti Oscure ad affascinarla? A farla cadere tra le spire di Tu-Sai-Chi?”
“Inizialmente, suppongo di sì”
“Poi? Cos’è cambiato?”
Rodolphus rimase in silenzio mentre con la testa riviveva tutti gli anni passati. Gli anni passati a subire, a vedere Bellatrix discendere nell’abnegazione più assoluta per un uomo che non era lui.
“Non lo so” rispose Rod perché non sapeva cosa fosse cambiato, non aveva mai chiesto a Bellatrix per quale motivo fosse così innamorata dell’Oscuro Signore. Cosa amava di lui? Di un uomo che non faceva altro che umiliarla?
“Tu-Sai-Chi… era innamorato di Bellatrix?”
Rod batté le palpebre poi scoppiò a ridere in maniera incontrollata “Oh no” rise più forte “No. È sempre stata la mia consolazione: Bella non è mai stata ricambiata”
“Eppure andavano a letto insieme” insisté Rita.
“Da quando per andare a letto con qualcuno devono essere compresi dei sentimenti?”
“Tony diceva che è stata la sua fiamma più importante, se non l’unica”
“Teneva a lei” concesse Rodolphus perché quello, purtroppo, era innegabile. Soprattutto alla luce della reazione di Lord Voldemort alla morte di Bellatrix “Ma non l’amava. Non amava nessuno” esitò “Nemmeno sé stesso”
Nemmeno sé stesso” ripeté Rita impressionata “Cosa intendi dire?”
“Il Signore Oscuro disprezzava l’amore come sentimento, non lo conosceva e non desiderava conoscerlo”
“Si può provare l’amore anche senza sapere cosa sia”
“Lui non lo provava” ringhiò Rod a denti stretti.
“Mi sembri inflessibile su questo punto” gli occhiali di Rita scivolarono sulla punta del naso e lei lo guardò da sopra le lenti “Posso chiederti perché?”
“Perché vuoi romanticizzare una cosa che nulla ha di romantico”
“Cosa voglio romanticizzare?”
“Il rapporto tra Bellatrix e l’Oscuro Signore!”
“Com’era questo rapporto?”
“Non lo so. Non ho mai voluto approfondire. Antonin e Rabastan possono esserti senz’altro d’aiuto con tutti i dettagli che vuoi”
“A me serve però il tuo punto di vista, Rodolphus” fece Rita senza mai perdere il sorriso “Eri sposato con Bellatrix e sei stato un fedele Mangiamorte… fedele Mangiamorte di un uomo che andava a letto con tua moglie. Com’è stato per te?”
“Come vuoi che sia stato?”
“Non saprei. Io non sarei riuscita a gestire la situazione, non avrei mai potuto ignorare il fatto che il mio capo si trastullasse con mia moglie. Come hai fatto a sopportarlo?”
“Non avevo scelta” borbottò Rodolphus “Cosa potevo fare? Il servizio di Mangiamorte è a vita”
“Hai quindi mai pensato di rinnegare l’Oscuro Signore?”
“No di certo” rispose Rodolphus, diffidente “Era un mago potente, ero convinto avrebbe potuto portarci dove volevamo”
“Gli sei stato fedele anche consapevole del fatto che lui si faceva tua moglie?”
“Non era colpa sua se Bellatrix…” Rodolphus si morse le labbra “Bellatrix era innamorata di lui e non sarebbe tornata da me mai, nemmeno se lui si fosse negato. Era ossessionata da lui, viveva per lui, respirava per lui, ogni suo pensiero, gesto era riservato a lui. Non ho mai avuto speranze e non aveva davvero importanza ciò che il Signore Oscuro facesse o non facesse”
“Interessante” Rita prese ancora un appunto “Quindi dici che a prescindere da Tu-Sai-Chi, Bellatrix non sarebbe mai stata la moglie perfetta, madre dei tuoi figli?”
“Esatto”
“Avete divorziato piuttosto tardi”
“Azkaban è sempre stato un po’ un impedimento”
“Non sei mai stato… irritato, offeso, nei confronti di Tu-Sai-Chi?”
“Era umiliante, certo” rispose Rodolphus raddrizzando la schiena “Tutti i Mangiamorte sapevano cosa succedeva tra il nostro Padrone e Bellatrix, non facevano davvero nulla per nasconderlo”
“Tipo?”
“Battute indecenti durante le riunioni, Bellatrix gli si offriva di continuo”
“Davanti a tutti?”
Rodolphus alzò le spalle.
Non può esistere piacere più grande…
Detto da te, Bellatrix, vuol dire molto…
“Davanti a tutti”
“Cosa pensavano gli altri Mangiamorte?”
“Perché non lo chiedi a loro?”
“Oh che scorbutico!” pigolò Rita muovendo una mano in aria come per scacciare una mosca.
“In tanti hanno pensato che Bellatrix fosse solo la sua sgualdrina e quello era il motivo per cui lui la tenesse così in conto. Si sono dovuti ricredere, tutti quanti, perché nessuno di loro valeva neanche un’unghia di Bellatrix… e le Cruciatus di Bella facevano male. Ogni volta che qualcuno osava fare una battuta…”
“Lo era?”
“Cosa?”
“La sua sgualdrina”
Rodolphus storse la bocca “Abbiamo finito!” si alzò in piedi senza neanche aspettare che l’Auror aprisse la porta.
“Siamo permalosetti, eh?”
“Ti consiglio di trattare bene Dolohov, Skeeter, perché non troverai nessun altro disposto a parlare con te”
“Oh, Lestrange, non essere sciocco. Si trova sempre qualcuno! Ma sì… il buon Tony, rimane sempre il buon Tony…”
  
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