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Autore: Stillathogwarts    20/12/2022    3 recensioni
Cinque anni dopo la fine della guerra, il Wizengamot scavalca il Ministro Shacklebolt e fa approvare una Legge sui Matrimoni, nonostante lo scontento generale.
Hermione si ritrova così a dover sposare un Draco Malfoy che mostra fin da subito uno strano e incomprensibile comportamento, mentre una serie di segreti e omissioni iniziano pian piano a venire a galla.
• Marriage Law trope, ma a modo mio (per favore, leggete il primo n.d.a.).
• DRAMIONE
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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The Weight of Us



CAPITOLO 10
The Charity Ball





 






POV HERMIONE
 



Anche se Ron aveva ormai sposato Pansy e lei era ormai più che certa di stare sviluppando dei sentimenti per Draco, pur non capendo bene di che tipo, Hermione continuava a fare ricerche. Era un lavoro sfiancante, ma non poteva abbandonare nessuna delle sue attività.
Lavorava di mattina al Ministero, - Sirius restava a casa con Draco, tranne nei giorni in cui era convocato anche lui e che il piccolo trascorreva da Andromeda -, e poi, quando tornava, di solito all’orario del pisolino pomeridiano di Sirius, raggiungeva il biondino nel laboratorio e si dedicavano alla pozione.
Come aveva fatto nei precedenti mesi, Hermione trascorreva gran parti delle sue notti in biblioteca.
Se all’inizio aveva a disposizione più ore, da quando il suo rapporto con Draco si era evoluto, esse diventavano sempre di meno; i due, infatti, si attardavano sempre più a lungo in salotto insieme, - non che Hermione tenesse conto del tempo che scorreva, al contrario, ne perdeva completamente la cognizione -, i pasti erano divenuti più lunghi e distesi, il tutto alternato a sessioni di pomiciate in qualunque angolo della casa si incontrassero o si trovassero, purché fosse lontano dagli occhi attenti di Sirius.
Così, puntualmente, si ritrovava a vagare per la biblioteca alle due di notte, a leggere fino alle quattro e poi a tornare nella sua camera per dormire un paio d’ore prima di svegliarsi per andare nuovamente al Ministero.
Dopo diverse settimane a quel ritmo, Hermione stava iniziando ad accusarne i colpi; era debole e stanca, pallida e né i trucchi babbani, né quelli magici, riuscivano più a coprire le occhiaie.
Draco aveva iniziato a chiederle se stesse bene già dopo qualche giorno, rivelando un lato apprensivo che Hermione non credeva avesse in sé; nonostante le sue rassicurazioni, però, il biondino diveniva giorno dopo giorno sempre più preoccupato.
«C’è… qualche problema?»
«No, no…»
«Sembri stare male» le aveva fatto notare. «Ti sei pentita di qualcosa? Vuoi che…»
«Non c’entri tu» si era affrettata a rispondere, perché onestamente, non voleva rinunciare alle loro pomiciate. Non aveva detto che se avessero voluto avrebbero potuto anche divertirsi? Hermione non si lasciava avvolgere dal calore di un uomo da quando aveva avuto Sirius e quello prima… beh, neanche lo ricordava.
«Solo un periodo caotico al lavoro. C’è molto da fare…»
Sembrava averle creduto, ma era più attento del solito alle sue esigenze. Aveva persino iniziato a farla dormire un’ora in più, dicendole che era il caso che svegliasse lui Sirius e che lo sistemasse.
Hermione era sorpresa che non avesse menzionato gli elfi, ma Draco le aveva risposto che era suo figlio e che ci avrebbe pensato lui al bambino. Rimaneva sempre spiazzata quando parlava in quel modo, perché le sembrava stranissimo sentirgli dire frasi del genere; parlava come se fosse sempre stato lì, se fosse sempre stato parte delle loro vite, se… se fosse stato veramente suo padre.
Aveva supposto che, a conti fatti, “padre” non indicava solo chi ti metteva al mondo, ma chi ti cresceva prima di tutto e forse il biondino, anche in base alla sua esperienza, tendeva a ragionare secondo quel principio. Forse, lo considerava veramente come se fosse suo e nella sua testa quelle non erano false parole. Dal suo punto di vista, Hermione pensava che fosse solo questione di farci l’abitudine.
E poi una sera, la giovane credette di aver trovato qualcosa. Era un passaggio ingarbugliato su un testo riguardante i matrimoni combinati dei Purosangue, ma dopo ore e ore di decriptazione, non aveva portato a nulla. Rassegnata e scoraggiata, Hermione voleva raggiungere la sua stanza, ma non ne aveva le forze; i suoi occhi non volevano saperne di aprirsi.
Per fortuna Ginny aveva rinviato la cena prevista per quella sera… per fortuna il giorno dopo era domenica… poteva restare a letto…
«Hermione.»
La voce preoccupata di Draco la destò all’improvviso. Non aveva idea di quante volte l’avesse già chiamata o avesse provato a svegliarla. «Mmh?»
«Che accidenti stai facendo?» le chiese in tono confuso e apprensivo al contempo.
«Leggevo», biascicò con la bocca impastata dal sonno.
«Lo vedo», commentò sarcasticamente il biondino. «È per questo che sei così distrutta ultimamente? Trascorri le notti in biblioteca?»
Hermione mugugnò una risposta confusa. «Unico… mento… per farlo…»
«È per via della Pozione?», chiese lui, aiutandola a raddrizzarsi. «Puoi dire a me, posso pensarci io, non devi…»
La frase cadde nel vuoto e il suo viso si pietrificò nel vedere i testi su cui la giovane stava lavorando. Hermione imprecò tra sé. Non voleva che pensasse che il suo strenuo applicarsi per far abolire la Marriage Law e annullare tutti quei matrimoni forzati avesse a che fare con la loro situazione in particolare.
Il modo in cui l’aveva ferita trovarlo con Pansy quel pomeriggio e il sollievo che aveva provato nell’apprendere che non era accaduto nulla tra di loro, le avevano fatto realizzare che c’erano tutte le possibilità che lei si stesse innamorando di lui. Era sicura di tenere al biondino, in qualche misura, ma non poteva comunque permettere che quella storia dei matrimoni forzati andasse avanti.
«Stai… stai ancora cercando una via d’uscita?», domandò Draco, la fronte corrugata e la voce leggermente spezzata.
«Certo che lo sto facendo», rispose lei, tornando improvvisamente lucida, sveglia.
«Ma… io pensavo… insomma, nell’ultimo periodo noi…» farfugliò lui, la fronte corrugata e l’espressione ferita.
«Ci sono ancora altri gruppi che possono essere salvati e Cuore o no, anime gemelle o no, l’associazione di Ron alla Parkinson e quella di Nott a una Nata Babbana, ed io spero che li tengano d’occhio, è una prova sufficiente che quell’Artefatto non tiene conto dei trascorsi storici e di potenziali pregiudizi pericolosi, pertanto la sua interpretazione non è una garanzia!»
Draco la fissò con la bocca dischiusa senza dire niente.
«Cosa?» lo interrogò lei, vedendo che si era rinchiuso in un mutismo selettivo quasi punitivo.
«Credevo che stessimo meglio», ribatté secco lui. «Parli di nuovo di ‘salvataggi’, dubbi sulla legittimità del match e… volevi che il Ministero ti tenesse d’occhio?»
Hermione si chiese se ci fosse una sola cosa in tutto il discorso che non avesse travisato. «No! Non ce n’era bisogno con noi! È Nott quello che ha ancora i pregiudizi, l’anno scorso lo hanno persino visto in un ritrovo per neo-Mangiamorte, solo che non avevamo le prove per arrestarlo e ora è sposato con una Nata Babbana! E sì, parlo di salvare gli altri perché un matrimonio del genere non è mai giusto! Non mi importa a cosa siete abituati voi nobili!» trillò agitata, poi trasse un respiro profondo. «Questo… questo, però, non c’entra niente con noi.»
Lei stava lavorando per Kingsley, aveva appoggiato la sua ricerca, le aveva dato man forte e sostegno, nonché una valanga di nuovi testi da consultare… lui non poteva indagare apertamente o il Wizengamot avrebbe spinto per la sua rimozione dalla carica di Ministro.
Draco sollevò un sopracciglio. «No?»
«No», confermò lei. «Devo intanto riuscire a far revocare la legge, poi a far annullare i matrimoni già tenuti. Chi vuole restare insieme può tranquillamente farlo, risposarsi anche subito. Ma chi non lo desidera, ha il diritto di venire tirato fuori da un matrimonio senza amore.»
«E tu? Cosa faresti?» le chiese immediatamente, stringendo il labbro inferiore tra i denti. I suoi occhi erano indecifrabili in quel momento.
Hermione si immobilizzò e deglutì con forza.
Dannazione, non aveva ancora preso neanche un caffè, non poteva avere questo tipo di conversazione in quel momento!
«Tu… tu cosa vorresti fare?»
La sua voce uscì più incerta e flebile di quanto sperasse.
Draco deglutì. «Io sono stato chiaro con te fin dall’inizio», le disse in tono asciutto. «Sai già cosa farei. La domanda è dove ti collochi tu.»
Hermione sospirò. «Non lo so», ammise debolmente.
Gli occhi di lui tremarono leggermente, il suo naso si arricciò impercettibilmente.
La giovane pensò a Sirius, a come fosse felice in quel periodo, alla premurosità di Draco nei suoi confronti; poi pensò ai piccoli gesti che faceva ogni giorno per lei, al modo in cui la stringeva o la baciava, al fatto che ogni suo tocco la destabilizzava e scatenava in lei forti emozioni travolgenti.
E all’improvviso, la risposta divenne chiara nella sua mente: lei voleva sapere se il Cuore aveva avuto ragione, su di loro, perché c’era qualcosa che le diceva che allontanarsi da lui non era affatto giusto, che non lo voleva veramente, anche se non capiva cosa fosse di preciso. Una specie di istinto, forse, che la spingeva verso di lui, tra le sue braccia, incoraggiato dai desideri del proprio corpo.
«Mi piacerebbe continuare a… conoscerci», mormorò, mordendosi il labbro inferiore, le guance arrossate. «Vedere come va senza l’influenza del Ministero.»
Le dita di Draco sfiorarono le sue mani, che erano entrambe posate sul tavolo mentre si torturava le dita.
«Non… non mi lasceresti e basta?»
Hermione ingoiò saliva e chiamò a sé tutto il suo coraggio per guardarlo negli occhi.
Forse anche lui aveva, inaspettatamente, iniziato ad affezionarsi a lei.
Sperava solo che non lo facesse esclusivamente per Sirius, era il motivo per cui una parte di lei avrebbe preferito aspettare ulteriormente prima di procedere con il riconoscimento… o forse aveva gettato la spugna così in fretta perché, in cuor suo, aveva iniziato a sperare che tra lei e Draco potesse veramente funzionare.
«No», sussurrò in tono fermo. «Non più.»
Il biondino le accennò un mezzo sorriso e fece un cenno di comprensione con il capo; poi si piegò e le diede un bacio sulla tempia, indugiando con le labbra sulla sua pelle per molto più tempo del necessario. Il contatto della sua mano con la sua guancia la fece accalorare.
«Tilly e Tippy hanno preparato la colazione.»
*
Dicembre arrivò senza che se ne rendesse conto.
Aveva passato un’intera domenica a contrattare con Draco sulle decorazioni natalizie con cui addobbare la proprietà ed era uscita vittoriosa dalle negoziazioni, ottenendo più di quanto si aspettasse.
Hermione sospettava che tutto il tempo che il biondino trascorreva con Sirius aveva sortito una certa influenza su di lui, che avesse contribuito a farlo sciogliere un po’, ad ammorbidirlo.
Avevano optato per il multicolore, così da non offendere né lo spirito Grifondoro di lei, né quello Serpeverde di lui. Avevano portato Sirius a Diagon Alley per acquistare il materiale e poi si erano divertiti a posizionarlo in giro per la casa e nel giardino.
Hermione non riusciva a credere che quella era la sua normalità da quasi sei mesi.
Era sposata con Draco Malfoy da quasi sei mesi.
Pomiciava con Draco Malfoy da quasi tre mesi.
Sebbene avessero portato il loro rapporto su un altro livello, non erano ancora andati fino in fondo. Non ne avevano neanche parlato. L’unica conversazione sulla questione che avevano avuto riguardava le pozioni anticoncezionali; le aveva domandato se ne prendesse e, quando lei aveva detto di no, aveva commentato con un fermo: «Bene.»
Le aveva chiesto di rivolgersi a lui se avesse deciso di iniziare ad assumerle, così che gliele preparasse egli stesso, perché non si fidava delle compagnie di produzione di Pozioni per quello. Hermione non aveva indagato oltre sulla questione perché l’imbarazzo l’aveva fatta ammutolire, così si era limitata ad annuire. Magari un giorno avrebbe scoperto il motivo ugualmente.
Non avevano discusso di tempistiche in merito ai loro rapporti intimi, però.
Immaginava che anche Draco fosse titubante sull’argomento, perché fare sesso avrebbe significato consolidare il loro matrimonio, essere veramente sposati.
Annullarlo prima della fine dei cinque anni sarebbe stato praticamente impossibile, dopo.
Ma lei non era più sicura di volerlo fare, né di restare ferma sulla sua posizione iniziale di non rinnovare i voti dopo la scadenza.
E come poteva esserlo, quando vedeva Draco sollevare Sirius per mettere la stella in cima all’albero e il bambino rideva in quel modo spensierato e felice? Quando il biondino alzava lo sguardo su di lei, sorridendo e i suoi occhi grigi sembravano luminosi quanto le lucine che si accendevano e spegnevano sul camino?
Draco aveva un sorriso meraviglioso.
Hermione si chiedeva perché lo nascondesse sempre dietro a un fastidioso ghigno quando andavano a scuola; se fosse stato un po’ meno stronzo, ne era certa, sarebbe stato molto popolare tra le ragazze nel castello, come Cedric ai suoi tempi, e non avrebbe avuto niente a che fare con il suo lignaggio.
Draco Malfoy era attraente; non c’era una singola parte di lui che non desse il suo contributo significativo all’insieme. Era alto, slanciato, aveva un’aura di mistero che aleggiava attorno a lui, la sua eleganza era quasi disarmante, il colore dei suoi occhi peculiare e magnetico, i suoi capelli praticamente perfetti.
E le sue mani… Hermione impazziva per le sue mani. Cercava sempre di non soffermarsi su di esse, perché dal guardarle all’immaginarle su di lei era un attimo.
A volte si sorprendeva ancora del modo dolce con cui la sfiorava o la toccava, dai gesti che le riserbava, dalle premure che mostrava nei suoi confronti… e dal totale rispetto dei suoi tempi e dei suoi spazi.
«Ehi, non vieni?»
Hermione si riscosse dalle sue fantasticherie e arrossì. Afferrò due bicchieri di vino e lo raggiunse; gliene porse uno e tenne l’altro per sé.
Avevano avviato quella tradizione senza premeditarlo in alcun modo.
Ogni venerdì, sedevano su una pila di cuscini e guardavano un film insieme a Sirius.
Il bambino adorava quelle serate, allora, per il periodo di Natale, avevano deciso di farlo ogni sera.
Era vacanza, dopotutto.
Draco si distendeva, poggiando la schiena contro il divano, Hermione si rannicchiava contro di lui e Sirius si accoccolava tra di loro.
Sembravano veramente una famiglia.
Forse, Hermione era arrivata a considerarla in quanto tale, alla fine.
Alzò lo sguardo per guardarlo e lo trovò a osservarla con quell’aria inspiegabilmente malinconica che scorgeva nei suoi occhi di tanto in tanto.
«Tutto bene?», gli domandò dolcemente, gettando una rapida occhiata a Sirius che ora dormiva con la testa posata sul suo grembo.
Draco annuì brevemente.
Le lasciò un bacio casto sulle labbra, poi si schiarì la gola. «Mentre parlavi con Weasley dal camino è arrivata una lettera dal Ministero» le disse. «L’ho aperta, visto che era indirizzata a entrambi. È l’invito per il ballo di beneficienza.»
«Quando sarà?»
«Il 26.»
Hermione riaffondò il viso nel suo petto. «Va bene.»
«Chiedono la conferma di partecipazione.»
«Non vuoi andarci?», gli domandò incerta.
«Volevo sapere prima cosa preferissi fare tu», replicò lui, con voce calda. «Se… te la senti.»
Hermione era così abituata a sentirvi la freddezza che ogni volta reprimeva a stento i brividi quando lo sentiva parlare in quel modo. In sei mesi, non si era ancora abituata a quelle differenze abissali tra il Draco che si trovava accanto e quello che ricordava da Hogwarts.
Corrugò leggermente la fronte e tornò a guardarlo. «Perché non dovrei sentirmela?»
Draco deglutì. «Insomma, sarebbe la nostra… prima uscita pubblica ufficiale.»
«Ti mette a disagio?» chiese lei, titubante.
«No, no, assolutamente. No», rispose il biondino, agitandosi leggermente. «Volevo assicurarmi che fossi pronta a compiere questo passo.»
Hermione annuì. «Dobbiamo capire se portare anche Sirius o meno.»
Il biondino si morse il labbro inferiore. «Non lo so. Ci saranno sguardi e sussurri per tutto il tempo…»
La giovane si raddrizzò, mettendosi a sedere in maniera più composta e facendo attenzione a non svegliare il bambino nel mentre. «Credi che sarebbe meglio evitare?»
Draco la guardò sorpreso. «Mi stai… stai chiedendo la mia opinione? In merito a una decisione che riguarda Sirius?»
Gli sorrise dolcemente. «Beh, sei suo padre… no?»
Vide immediatamente la commozione nel suo sguardo; era la prima volta che lo riconosceva veramente in quanto tale. La afferrò per la nuca e la baciò con vigore, poi posò la fronte contro la sua e tirò su col naso.
«Io per quest’anno lo lascerei da Andromeda, ma se anche lei andrà al ballo, lo porteremo con noi.»
Hermione annuì. «Con Teddy insieme a lui non ci farà neanche caso alle reazioni della gente indiscreta.»
«E se si presenta con i capelli come ai miei, essendo la sua prima uscita pubblica, magari…»
«Magari la gente smetterà di dubitare», terminò lei al suo posto.
Draco annuì. «Per cosa stava sbraitando Weasley, comunque?»
La giovane grugnì. «È arrabbiato con me perché ho presentato al Ministero una mozione per far bandire completamente i filtri d’amore e i Tiri Vispi Weasley ne vendono molti.»
«Non è stato carino da parte tua colpire i loro incassi.»
«Sei mai stato sotto l’effetto di un filtro d’amore?»
Lui fece una smorfia di assenso che le fece sollevare un sopracciglio, ma non indagò.
«Beh, anche Ron», sbuffò Hermione. «E non avrei neanche dovuto spiegargli perché l’ho fatto. C’è un problema di consenso alla base, con quella roba.»
«Ehi, non ti scaldare!» esclamò Draco. «Io sono d’accordo con te!»
«Sì?» fece lei, sorridendo genuinamente.
«Pansy ha cercato di rifilarmene uno subito dopo averla lasciata al sesto anno», raccontò lui, arricciando il naso. «Non è stato bello. Ed è stato ancor meno bello svegliarsi con la faccia ghignante di Piton davanti.»
Hermione scoppiò a ridere. «Avrei dato qualsiasi cosa per vederlo!»
Il biondino si morse il labbro per qualche istante, poi scosse la testa e rise nervosamente; lei non comprese quel gesto. Lo guardò rimettersi in piedi e prendere con cautela il bambino tra le braccia. «Lo porto a letto, prima che lo svegli con la tua risata incontenibile.»
La ragazza cacciò la lingua, poi tornò seria. «Torni qui, dopo?»
«Sì», rispose lui, dolcemente.
«Ti aspetto, allora.»
*
Vivere così vicino al mare era un po’ scomodo durante i mesi invernali, Hermione non ci aveva pensato all’inizio, ma d’altronde non uscivano molto in quel periodo dell’anno e la villa era magicamente riscaldata, per cui non era veramente un problema.
Draco aveva fatto in modo che potessero smaterializzarsi direttamente davanti al cancello, in modo da non dover attraversare la spiaggia coperta di neve quando rincasavano.
«Lo zio Harry ha un Ungaro Spinato tatuato sul petto?» chiese Sirius, mentre cercava goffamente di liberarsi della sua cravatta. «L’ho sentito dire a quelle due streghe identiche…»
«Sono gemelle, Sirius» lo informò la madre. «E no, lo sai benissimo che non è vero.»
«Beh, ho pensato che fosse nascosto per non farmelo vedere» commentò lui. «Dicevano che glielo aveva detto zia Ginny. Io, comunque, ho detto loro che adesso è un drago a tre teste che sputano fuoco.»
«Merlino!» esclamò Hermione, con le lacrime agli occhi. Persino Draco stava ridendo.
«Perché? Credo sia più figo» considerò ancora. «Non trovi?»
«Penso che tu sia veramente fortunato che zio Harry ti adori così tanto» ribatté lei, ridacchiando e scompigliandole i capelli, quella sera argentei. 
«E zio Ron ha veramente una puffola pigmea sul-»
«No!», lo interruppe Hermione. «Zia Ginny se lo era inventata per fargli un dispetto.»
«Adoro la zia Ginny» sghignazzò Sirius, in una risata così uguale a quella di Draco che la visione nel suo insieme la destabilizzò e non poco.
Strinse il labbro tra i denti. Era normale, in fondo, no? Trascorrevano molto tempo insieme, non c’era da sorprendersi così tanto.
Il biondino le teneva una mano stretta in vita mentre percorrevano il viale nel giardino che conduceva alla porta d’ingresso della villa.
Era stata una serata stancante.
A Hermione venivano ancora i brividi al ricordo dello sguardo che il giovane le aveva lanciato quando l’aveva vista scendere le scale con quell’abito nero, il modo in cui i suoi occhi, insolitamente scuri, erano scivolati sulla sua figura, sulla sua schiena nuda, sul suo collo esposto. Il modo con cui la teneva stretta a sé mentre ballavano, il suo mezzo sorriso, la luce nei suoi occhi in ogni piccolo gesto che l’avrebbe fatta riconoscere dal mondo in quanto sua moglie
«Ora posso smettere di comportarmi in modo stupido vero?» chiese ancora il bambino, sbuffando.
«Modo stupido?» gli fece eco Draco, perplesso.
«Sì, tutte quelle regole» chiarì lui, con aria annoiata. «Spalle alte, mento all’insù, postura dritta…»
Il biondino si accigliò. «Ehi, pensi che io sia stupido?»
Hermione soffocò una risata e gli tirò una leggera gomitata. «Non prenderla sul personale, è un bambino!»
«Non ho detto questo, ma la zia Andromeda ci teneva così tanto a insegnare a me e a Teddy il portamento da tenere in queste occasioni e ci ha dato lezioni per mesi» raccontò il piccolo, con aria annoiata. «Secondo lei, la ringrazieremo quando saremo grandi perché l’eleganza attrae le ragazze.»
«Io sono d’accordo con zia Andromeda» affermò Draco, in tono risoluto. «È così che ho conquistato la mamma, sai?»
Hermione scosse il capo, ridendo divertita. Non era esattamente vero, ma neanche troppo sbagliato.
Sirius fece spallucce. «Sarà, ma noi avremmo preferito usare quel tempo per giocare» ribadì il piccolo, poi si voltò a guardare la madre e lasciò andare un grosso sbadiglio.
«Va bene», sbuffò Draco, visibilmente ancora incerto se lasciar perdere la questione o approfondire l’argomento avvalorando la sua tesi, poi se lo caricò in spalla e si avviò su per le scale.
Hermione si sfilò mantello e coprispalle e si fermò in cucina per bere un bicchiere d’acqua.
All’improvviso, sentì le mani di Draco posarsi sulle sue spalle e premere sui suoi muscoli stanchi.
«Sirius è già crollato» la informò. «Tu? Sei stanca?» le chiese poi, con voce bassa.
La giovane annuì brevemente. «Questi eventi mi portano via più energia di quanto mi piaccia ammettere», disse.
Un angolo delle labbra di lui si sollevò leggermente. «Essere al centro dell’attenzione ti stanca?»
«Di cosa stai parlando?» commentò lei, ridacchiando divertita.
«Tu proprio non te ne rendi conto, vero?» sussurrò al suo orecchio. «Sei fottutamente bella.»
Hermione arrossì violentemente. «Sono convinta che tu stia esagerando.»
Draco ridusse le distanze tra di loro, facendo aderire la schiena di lei al suo petto.
«No, non sto esagerando», dichiarò convinto. «Avevi gli occhi di tutti addosso e se non fossi stata stretta a me per tutta la sera, ne avrei odiato ogni momento.»
La giovane deglutì sentendo quelle parole, la sua voce roca le mandava scariche lungo tutta la schiena; quando le dita del biondino si spostarono a massaggiarle il collo, Hermione esalò un gemito di piacere misto ad approvazione.
Sentì il respiro di Draco farsi più pesante dietro di lei, poi le labbra di lui posarsi sulla sua pelle, tracciare la linea dalla spalla alla base del suo orecchio, lasciando una scia di piccoli baci al loro passaggio.
«Draco…» lo chiamò con voce soffocata. «Che stai facendo?»
Hermione si sentiva instabile, come se da un momento all’altro avrebbe potuto perdere la testa o sciogliersi sul pavimento.
Lo avvertì deglutire, poi una folata di respiro caldo, dritta sul suo collo, la fece rabbrividire.
«Ti voglio.»
Il calore scoppiò dentro di lei non appena quelle due parole uscirono dalle labbra del biondino.
Trattenne il respiro e non si rese conto di quanto tempo dopo tornò ad espirare e inspirare di nuovo, per riempire d’aria i suoi polmoni.
«Hai bevuto molto questa sera…» si sforzò di far uscire le parole, ma una parte di lei pregava già che lui la contradicesse.
Draco si abbandonò a una breve risata gutturale. «Credi che debba essere ubriaco per desiderarti, Hermione?»
Le sue mani percorrevano le linee del suo profilo, facendola quasi tremare, offuscandole la mente.
«Non sono ubriaco.»
La voltò lentamente verso di sé e quando i suoi occhi incontrarono quelli argentei di lui, Hermione li trovò scuriti dal desiderio.
«Se non sei pronta dillo tranquillamente, ma non rigirare la cosa su di me, come se non fosse evidente che muoio dalla voglia di farti mia.»
Hermione deglutì forte. «Tu… lo vuoi?»
Il biondino sbuffò una risata, prese a tracciarle le labbra con il pollice, lentamente; la guardò negli occhi con una tale intensità che le gambe di Hermione divennero gelatina e il suo stomaco fece una capriola. «Voglio», le assicurò lui e il suo tono era definitivo, roco, bramoso.
La mano di lei scivolò lungo il suo petto, poi Hermione si alzò sulle punte per baciarlo con trasporto. «Anch’io» sussurrò contro la sua bocca e due secondi dopo era seduta sul tavolo da pranzo, con il vestito sollevato e Draco posizionato tra le sue gambe.
Le sfilò i lunghi guanti neri dalle mani e si portò la sua mano sinistra sulle labbra, forse leggendo il suo disagio in seguito a quel gesto, poi li lasciò cadere sul pavimento.
Hermione rabbrividiva ogni volta che la sua lingua sfiorava la sua pelle a intermittenza; non le importava più che stesse vedendo quelle orribili lettere incise sul suo avambraccio, era come se passandoci sopra con le sue labbra, le stesse cancellando dalla sua mente. Richiuse le gambe attorno al suo bacino e affondò le dita tra i suoi capelli morbidi, cercando di spingersi abbastanza in su col busto da raggiungere di nuovo le sue labbra.
«Andiamo di sopra», mugugnò tra un bacio e l’altro e un battito di ciglia dopo erano nella stanza di lui, la stava adagiando sul letto con premura.
«Draco, io…»
«Ci hai ripensato?» le domandò preoccupato. «Mi fermo se non ne sei sicura…»
«No, no» fece lei, con voce tremula. «È solo che… io non ricordo nessuna delle mie esperienze passate e…»
Il biondino le sorrise dolcemente. «Ci penso io a te, va bene?» le chiese, chinandosi nuovamente su di lei. «Fidati di me, Hermione.»
*
Il mondo era ancora un’esplosione di colori quando Draco affondò il viso nella sua spalla e i suoi movimenti si fecero più rapidi e decisi. Sentì il suo affanno e i suoi respiri corti, il suo petto tremare contro il proprio, le sue mani stringerla e le sue labbra cercare la sua pelle.
Ansimò per qualche secondo contro il suo orecchio, poi si sollevò leggermente, - Hermione riuscì a vedere il suo sforzo fisico nel farlo, anche se la sua vista era leggermente sfocata in quel momento e l’eco dei battiti fuori controllo del suo cuore rimbombava in tutto il suo essere, - le prese il volto tra le mani, la baciò e disse, risoluto, con voce roca e disperata: «Io ti amo.»
Gli occhi di Hermione si allargarono sentendo quelle parole inaspettate e il suo cuore prese a battere ancora più velocemente, al punto che si chiese se non sarebbe venuto fuori dalla sua gabbia toracica da un momento all’altro.
Il tempo parve fermarsi attorno a lei.
Draco la baciò di nuovo, poi scivolò fuori da lei e si lasciò cadere di lato, trascinandosela con sé, portandosi il suo capo sul proprio petto.
Hermione constatò che anche il suo cuore batteva con prepotenza, sentendolo contro l’orecchio.
Si strinse un po’ di più a lui, sentendosi come se fosse fatta di gelatina, e, quando il suo respiro si fu calmato leggermente, alzò lo sguardo sul suo viso e provò a parlare. «Draco, io…»
Lui abbassò il mento per guardarla negli occhi e scosse leggermente il capo. «Ssh», le sussurrò, poggiando un dito sulle sue labbra. «Non dire niente.»
Le accarezzò dolcemente la guancia, si passò la lingua tra le labbra. «Volevo solo che sapessi che sono innamorato di te.»
*
C’era qualcosa di profondamente giusto nel fare l’amore con Draco, Hermione lo aveva notato la terza notte che erano stati insieme.
I loro corpi si incastravano alla perfezione, i loro ritmi si combinavano e si incontravano nel mezzo, facendo impazzire entrambi; o almeno, così le sembrava di capire dai gemiti strozzati che lui si lasciava sfuggire.
Anche se non ricordava nulla delle sue uniche esperienze passate, del ragazzo con cui aveva condiviso le sue prime volte, sembrava che il suo corpo rammentasse piuttosto bene cosa fare; l’imbarazzo della prima volta non si era ripresentato in quelle a seguire. Avere le sue mani su di sé, le sembrava giusto, perfetto.
Hermione non riusciva a spiegarselo con esattezza, immaginava semplicemente che in quei mesi avessero raggiunto un livello di intimità tale da rendere il tutto poco imbarazzante.
I bagni in piscina, le serate trascorse a baciarsi e toccarsi attraverso i vestiti, quelle in cui si erano lasciati andare un po’ di più… forse avevano fatto le cose per bene. Forse si erano avvicinati l’uno all’altra con i giusti tempi, lentamente e senza forzare e sforzare dei passi avanti, che quando era arrivato il momento di fare l’ultimo passo, erano inevitabilmente pronti entrambi.
Draco era destabilizzante; sin dalla loro prima volta, sembrava sapere perfettamente dove volesse essere toccata, cosa le piacesse, come strapparle i gemiti più sonori, quali fossero i punti del suo corpo dov’era più sensibile… il modo in cui le piaceva essere amata in generale. Sembrava sapere persino che la eccitava sentirgli sussurrare cose contro il suo orecchio, di tanto in tanto, e la tonalità di voce che l’accendeva di più, le posizioni che le davano più piacere.
La cosa le fece sospettare che avesse molta esperienza in merito e quella consapevolezza le diede un vago fastidio alla bocca dello stomaco e al petto. Forse, era consapevole di tutte quelle cose perché, semplicemente, era così per tutte le donne, o gran parte di esse, e, magari, in quei cinque anni dopo Hogwarts, ne aveva avute tante nel suo letto.
La domanda la stava tormentando da ormai una settimana, tanto che era divenuta quasi un’ossessione, per cui alla fine, dopo un mese di congetture, glielo aveva chiesto.
«Draco, posso farti una domanda personale?»
Lui rise, un suono basso e gutturale. «Sei mia moglie», le rammentò, leccandosi il labbro lentamente. «A tutti gli effetti, ora. Dovresti riuscire a porgermene una senza sentire la necessità di chiedermi il permesso.»
Hermione iniziò a mordicchiarsi l’interno della guancia, dubbiosa, così lui aggiunse un giocoso «Non mordo, promesso», ammiccò nella sua direzione, poi concluse: «Almeno, non in questo contesto.»
Lei arrossì leggermente, prendendo a torturarsi le dita nascoste sotto le lenzuola.
«Con quante donne sei stato?»
Sputò fuori il quesito tutto d’un fiato, in un fruscio nervoso di suoni incerti. Lui la osservò con evidente curiosità per qualche secondo, poi, guardandola intensamente negli occhi, rispose: «Soltanto una.»
Hermione deglutì; non era sicura di cosa significasse.
Solo lei?
Solo un’altra, oltre a lei?
La storia provava che fosse troppo esperto per essere alle prime armi, per cui dedusse che l’opzione corretta fosse la seconda e sebbene fosse curiosa di scoprire l’identità della donna che lo aveva avuto prima di lei, non fece domande in merito, si limitò ad annuire e abbozzare un leggero sorriso. Forse temeva il confronto o forse non voleva sentire il nome di Pansy Parkinson scivolare via dalle sue labbra mentre erano a letto, nudi e sudati, ancora avvinghiati l’uno all’altro in modo forse leggermente innaturale.
Il suo respiro divenne accelerato all’improvviso e il cuore prese a pulsarle violentemente, mentre alcune parole, incastrate nella sua gola, premevano per venir fuori; le sue dita tremavano, per cui teneva le sue mani saldamente bloccate l’una nell’altra.
Erano parole che gli doveva, in qualche modo, parole che esprimevano un sentimento che forse lui aveva già compreso da solo, per cui non aveva senso trattenerle oltre.
«Draco», mormorò dopo una lunga pausa di silenzio. «Io credo…» esitò un istante, trasse un respiro profondo per farsi coraggio. «Io mi sto innamorando di te.»






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n.d.a.
Salve!
Innanzitutto volevo ringraziare chi di voi mi ha lasciato una recensione, per me è molto importante ricevere il parere di chi legge le mie storie!
Secondo, volevo avvisarvi che durante il periodo natalizio, potrei saltare degli aggiornamenti per questa storia, perciò ho deciso di cambiare il programma. Aggiornerò The Weight of Us il giovedì, mentre la short story natalizia verrà aggiornata il martedì e il sabato. Salazar's Code resta invariata. Purtroppo non sono riuscita a sistemare anche The Weight of Us prima del mio periodo incasinato e sono costretta a ridurre a un aggiornamento settimanale, soprattutto visto che i capitoli di questa storia sono molto lunghi. Vi ringrazio per la comprensione e spero di cuore che la storia stia continuando a piacervi. Fatemelo sapere nelle recensioni se vi va :)
A presto!
   
 
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