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Autore: Milly_Sunshine    21/12/2022    2 recensioni
Aurora, giovane professoressa di matematica, viene invitata a trascorrere un weekend a casa di un'amica di famiglia. Oscar è il figlio della padrona di casa, è un giornalista che ha lasciato il lavoro per inseguire il sogno di diventare scrittore. Tra i due c'è una forte attrazione e sembrano destinati fin da subito l'una altro. Tuttavia, non sempre la realtà è facile come la si immagina e a volte basta poco perché vecchi segreti che dovevano rimanere tali possano venire alla luce: nel passato di Oscar ci sono ombre e segreti dolorosi sui quali Aurora vuole fare luce. Contesto "persone adulte che vivono negli anni '80/90" non esiste come opzione, quindi vada per contesto generale/ vago, l'unica che può essere adatta.
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Oscar si girò a guardare l'orologio appeso alla parete. Erano passati esattamente diciassette minuti da quando il telefono era squillato e ancora non era riuscito a liberarsi dall'editore, nonostante avessero già fissato un appuntamento per la settimana successiva.
L'insistenza di quell'uomo sapeva essere proverbiale, non smetteva mai di dargli dimostrazione di quell'aspetto della sua personalità. Dal nulla, se ne uscì con un nuovo argomento: «Abbiamo già parlato di te, ma non abbiamo ancora parlato di Olivia Passante. È stata molto apprezzata e lo è tuttora. Sono convinto che dovrebbe tornare sotto i riflettori.»
«Possiamo parlarne martedì prossimo, quando ci vedremo» suggerì Oscar. «Ci sto lavorando.»
«A sentirti, stai lavorando a tutto, ma sulla mia scrivania c'è sempre poco e niente, mentre c'è pieno di gente che vorrebbe stare al tuo posto.»
«Immagino quanti autori emergenti ci siano, desiderosi di averti sempre attaccato come una sanguisuga» ribatté Oscar. «Comunque non preoccuparti, martedì ti farò avere qualcosa. Anzi, sia Oscar Molinari sia Olivia Passante ti faranno avere qualcosa.»
«Mi raccomando, ci conto.»
«Te lo ripeto, avrai quello che...» Oscar si interruppe nell'udire il trillo del campanello. «Mi hanno appena suonato alla porta, ti devo lasciare.»
«Stai scappando, Molinari?»
«No, affatto. Mi stanno davvero suonando alla porta, che tu ci creda o no.»
«Mi piacerebbe vedere casa tua. Dovresti invitarmi, prima o poi.»
Il campenello suonò un'altra volta.
«Devo salutarti, davvero. Non ho invitato nessuno, ma chiunque sia, penso stia ormai decidendo di andarsene. Ci vediamo martedì. Se ho bisogno di te prima, ti chiamo. Ovviamente puoi fare la stessa cosa.»
Senza attendere una risposta da parte dell'editore, Oscar mise giù il ricevitore e si diresse alla porta.
«Chi è?» domandò.
Nessuno rispose, non doveva esserci nessuno sul pianerottolo. Oscar premette il pulsante per aprire il portone e attese qualche istante, prima di ripetere la domanda.
Dall'atrio, due piani più sotto, una voce rispose: «Sono Paolo. Posso salire?»
«Non penso di potertelo impedire» replicò Oscar. «Al massimo potrei chiuderti la porta in faccia.»
Paolo salì senza ribattere. Oscar rimase ad aspettarlo sulla soglia, chiedendosi cosa volesse da lui. Non sarebbe servito molto per scoprirlo.
Quando lo vide apparire, gli ricordò: «Non mi pare di averti invitato.»
«Sì, hai ragione» confermò Paolo. «Scusa se mi sono precipitato qui senza nemmeno avvertirti.»
«Avresti potuto dire che ci avevi provato, ma che avevo il telefono occupato. Saresti stato credibile, dato che mi ha chiamato il mio editore e non mi lasciava più andare.»
Paolo era ormai arrivato a destinazione.
«Posso entrare?»
Oscar lo lasciò passare.
«Sì, certo. Posso offrirti qualcosa?»
«No. Mi fermerò solo pochi minuti.»
Entrarono e fu Paolo a chiudere la porta alle loro spalle, prima di seguire Oscar in cucina.
«Penso di sapere perché tu sia venuto qui» lo informò Oscar. «Ciò non toglie che avresti potuto avvertirmi, l'avrei preferito. Sai bene che non mi piace avere gente che compare a casa mia senza preavviso.»
«Hai ragione, ti chiedo scusa.»
Si sedettero.
«È stato Vittorio a mandarti da me? Oppure Emilia?»
Paolo fece un mezzo sorriso.
«Nessuno dei due.»
«Però non mi stupirebbe sapere che sei qui a causa loro.»
«No, sono qui a causa tua. Mi spieghi che cazzo stai combinando?»
Oscar scosse la testa.
«No, guarda, io non sto facendo niente di male. Non so che cosa ti abbiano raccontato, ma...»
«Non mi fido al cento per cento dei loro racconti, specie di quelli di Vittorio, lo sai che gli piace raccontare cazzate. Non fa altro che dire che lui e sua moglie sono una coppia felice, ma la verità è che si sono lasciati mesi fa. Me l'ha detto Emilia.»
«Oh, che storia interessante. Sei venuto qui per parlarmi di Vittorio e di sua moglie? Non me ne frega niente se stanno insieme o no. Sua moglie l'avrò vista due volte, massimo tre, mentre Vittorio sto bene anche se non lo vedo più. Per quanto riguarda Emilia e le sue rivelazioni, vale lo stesso discorso che ho fatto per Vittorio.»
«Non so perché ce l'hai con loro, ma è quello che sto cercando di capire. Cos'è successo tra di voi?»
«Perché non lo chiedi a loro?»
«Mi hai appena detto che non devo starli a sentire o sbaglio?»
Oscar fu costretto ad ammettere: «Hai ragione, ti ho detto che senz'altro ti racconteranno delle cazzate. Quello che non capisco è perché tu voglia sapere a tutti i costi. Non preferisci proprio startene per i fatti tuoi, senza impicciarti?»
«Mi rendo conto che sarebbe la cosa migliore da fare» ribatté Paolo, «Ma non mi capita molto spesso di fare la cosa migliore.»
«Quindi sei qui a impicciarti, senza che nessuno ti abbia chiamato» replicò Oscar. «Non mi sembra qualcosa di così edificante di cui vantarti.»
Paolo sbuffò.
«Senti, se hai dei problemi con Vittorio ed Emilia lo accetto, ma non c'è bisogno che te la prendi con me. Non sono il loro portavoce, né sono stati loro a mandarmi da te. Sono qui perché voglio sapere da te cosa sia successo. Non me lo vuoi dire? Va bene, come vuoi, però potresti almeno farlo in tono un po' più civile.»
Oscar sospirò.
«Va bene, hai ragione, tu non c'entri niente e mi pare di capire che non ti abbiano messo al corrente di questa storia.»
«Che storia?»
«Emilia si è presentata sotto casa di Aurora per parlarle male di me.»
Paolo spalancò gli occhi.
«E perché l'avrebbe fatto?»
«Non ne ho la più pallida idea.»
«Per caso è interessata a te?»
«Non credo» si affrettò a rispondere Oscar. «Qualche segno in tal senso l'ha dato, in passato, ma non si è mai fatta avanti. Ho sempre pensato che si fosse presa una cotta per Vittorio. Stando a quanto dici, ora che non sta più insieme a sua moglie, magari c'è anche qualcosa, tra lui ed Emilia. Questo spiegherebbe le loro azioni. O meglio, spiegherebbe perché facciano cose strane in coppia, ma non spiegherebbe il motivo per cui abbiano deciso di irrompere senza ragione nella vita di Aurora.»
«Quindi c'entra anche Vittorio con questa...» Paolo ridacchiò. «Come l'hai chiamata? Irruzione senza ragione nella vita di Aurora? Perché non parli in modo normale? Non siamo dentro a uno dei tuoi libri.»
«Ma se neanche l'hai letto il mio libro! Anzi, non penso tu abbia mai letto dei libri in generale. La tua ultima lettura sarà "Topolino" quando eri bambino, o qualcosa del genere.»
«Se posso dire qualcosa a mia difesa, leggo spesso il giornale.»
«Non pensavo fossi così interessato a informarti di quello che succede nel mondo.»
«Non tutto quello che succede nel mondo mi interessa allo stesso modo. Diciamo che dipende dal posto. Per esempio, quello che capita sui campi da calcio, lo trovo molto più interessante di tutto il resto.»
«Lo immaginavo. Oggi non ci sono partite da guardare? O programmi televisivi nei quali commentano le partite dei giorni scorsi?»
«Temo di no.»
«Peccato, quindi dovrò continuare a raccontarti quello che è successo.»
Paolo riepilogò: «Emilia, per qualche ragione a te oscura, si è presentata sotto casa della tua ragazza e si è messa a parlarle male di te. Molto interessante, ma come c'entra Vittorio in tutto questo? Come è arrivato a farne parte e, soprattutto, perché l'hai aggredito?»
«Penso che Vittorio sia la mente pensante» rispose Oscar. «L'impressione che ho avuto è che sia stato lui a convincere Emilia a fare quella sceneggiata. Se così non fosse, comunque, doveva essere d'accordo, dato che Emilia ha dato il suo numero ad Aurora e l'ha pregata di chiamarlo per farsi spiegare da lui chi sono davvero.»
«Molto interessante, sembra di stare all'interno di un film» osservò Paolo. «Peccato che non mi abbiano coinvolto, mi sarebbe piaciuto esserci. Non fraintendermi, non avrei voluto parlare male di te ad Aurora, non avrei niente di male da dirle, però almeno ci avrei capito qualcosa. Qui devo accontentarmi di quel poco che mi ha detto Vittorio e di quel poco che stai aggiungendo tu.»
«Se fossi al posto tuo, non sarei così dispiaciuto di non essere stato coinvolto, ma ciascuno la pensa a modo suo. Dato che sei qui, mi illumini sul perché Emilia e Vittorio hanno fatto quello che hanno fatto?»
«Come ti ho detto, non mi hanno coinvolto, quindi non ne ho la minima idea.»
Oscar mise in chiaro: «Tu e Vittorio siete amici, mentre Emilia la frequenti di sicuro più di me. Che cos'ho fatto di male, secondo i loro standard? Perché vogliono a tutti i costi rovinare la mia vita sentimentale?»
Paolo azzardò: «Quindi Vittorio conosce davvero qualche dettaglio su di te che farebbe scappare via Aurora?»
«Certo che no, non ci sono ragioni per cui Aurora dovrebbe allontanarsi da me» replicò Oscar, «Ma Vittorio potrebbe inventarsi qualsiasi cosa e magari riuscire a sembrare credibile. Se riesce a farsi credere felicemente sposato quando in realtà è separato, tutto è possibile.»
«Non saprei» ammise Paolo. «Non mi viene in mente nessuna ragione per cui dovrebbe parlare male di te ad Aurora. Anzi, non vedo nemmeno come abbiano fatto a rintracciare Aurora: come sapevano dove abitasse, se nemmeno l'hanno mai vista?»
«Appunto, l'hanno cercata appositamente per lo scopo.»
«Ma perché?»
«È quello che sto chiedendo a te. Che cos'ho fatto di male per meritarmi tutto questo? Sono arrivati a coinvolgere una persona che non avevano mai visto in vita loro.»
Paolo gli rivelò: «A volte Vittorio si è lasciato scappare che, se non fosse stato per te, probabilmente Nico sarebbe ancora vivo. Forse ti ritiene responsabile di quello che gli è successo. Penso che esageri, ovviamente, e non condivido il suo pensiero, ma potrebbe essere questo il motivo.»
Per Oscar si trattava solo di una conferma.
«Vittorio ha travisato.»
«Può darsi.»
«No, non può darsi, è sicuro. Era Nico quello che guidava. Non mi aveva nemmeno chiesto se poteva prendere la mia macchina. A volte lo faceva, quella volta invece si è limitato a prendere le chiavi e ad andarsene con la mia auto, senza che io ne fossi informato. E poi, in ogni caso, non sarei responsabile del suo destino solo perché c'era il mio nome sul libretto di circolazione.»
Paolo chiarì: «Vittorio non pensa che sia colpa tua solo perché la macchina era tua. Non so cosa si sia messo in testa, ma crede che Nico abbia iniziato a frequentare gente sbagliata per causa tua. Sei tu che gli hai presentato quel Gabriele e...»
Oscar lo interruppe: «Nico stava cercando un lavoro e Gabriele poteva offrirgli un lavoro. Certo, non l'avrebbe mai preso in considerazione se non fossi stato io a raccomandarlo, ma non vedo perché colpevolizzarmi. Ho sfruttato le mie conoscenze per fare un favore a Nico, tutto qui. Al massimo avrebbe dovuto essere Gabriele a lamentarsi, se Nico non avesse soddisfatto le sue aspettative. Però pare che le cose funzionassero bene, che almeno per una volta Nico non stesse combinando casini.»
«Però a un certo punto è stato licenziato» puntualizzò Paolo. «Deve essere successo qualcosa.»
«Se Vittorio pensa che fossi la balia di Nico e avessi il dovere di vegliare su di lui in ogni singolo momento, allora si sbaglia. Era un uomo adulto. Se l'era sempre cavata da solo, in un modo o nell'altro, prima che ci incontrassimo mentre si improvvisava imbianchino nella casa di mia madre.»
«Gabriele non gli ha dato solo un lavoro, l'ha anche portato verso una strada non proprio positiva.»
«Te lo ripeto, Nico era una persona adulta e senziente. Ho cercato di dirgli di fare attenzione, in certe situazioni, ma certe cose gli entravano da un orecchio e gli uscivano dall'altro. Non potevo fare miracoli. Se Vittorio era così tanto preoccupato per lui ai tempi, poteva fare qualcosa, invece di tacciarmi di essere la causa di tutti i mali.»
«Capisco il tuo punto di vista, ma Nico si era sempre tenuto lontano da certe situazioni, quando non c'eri tu.»
Oscar ripeté: «Nico era una persona adulta e ragionava con la propria testa. Lo so anch'io che aveva un'elevata propensione a fare delle cazzate e che, almeno in parte, si è rovinato per quella ragione. Purtroppo non potevo fare molto di più di quello che ho fatto. Se non fosse stato per me, non avrebbe incontrato Gabriele, su questo hai ragione, ma non è per causa mia se ha fatto quella fine. Anzi, non è nemmeno a causa di Gabriele.»
«C'era sempre di mezzo quella Giuliana, che aveva a che fare con Gabriele» replicò Paolo. «In un modo o nell'altro, Nico doveva ancora avere a che fare con Gabriele.»
«No, non aveva niente a che fare con lui. Si limitava a correre come un pesce lesso ogni volta in cui Giuliana aveva bisogno di qualcosa, con la speranza che un giorno ricambiasse quello che provava per lei, o che pensava di provare.» Pronunciate quelle parole, Oscar rimase in silenzio per qualche istante, prima di realizzare di avere lasciato da parte un argomento. «Veniamo a Emilia, invece.»
«Emilia?» ripeté Paolo. «Cosa dovrei dirti su Emilia?»
«Ti ricordo che Emilia è entrata improvvisamente nella nostra vita dopo che Nico era già morto da mesi» rispose Oscar. «Che cosa c'entra con lui?»
«Dovrebbe c'entrare qualcosa?»
«Non lo so, dimmelo tu. Se Vittorio si è fatto dei viaggi mentali su delle mie presunte responsabilità, tutto quello che posso fare è pensare che abbia una fantasia molto galoppante. Però ci sta, era amico di Nico e probabilmente nutre una sorta di desiderio di vendetta contro le persone che ritiene responsabili della sua morte - non so se sono l'unico ad avere questo onore. Emilia, invece? Nemmeno lo conosceva, per quanto ne sappiamo. O almeno, non lo conosceva per quanto ne so io. Tu, invece, sai qualcosa di più?»
Paolo scosse la testa.
«So solo quello che sai tu. Comunque, se proprio lo vuoi sapere, penso che un'altra delle ragioni per cui Vittorio ce l'ha con te è che non ti sei nemmeno degnato di venire al funerale di Nico.»
«Non mi sono degnato di venire al funerale di Nico» borbottò Oscar. «Vedo che a Vittorio piace molto giudicare gli altri, ma tu non fai tanta differenza. Non sono andato al funerale di Nico perché non me la sentivo. Però, a quanto pare, quello che provo io per voi non esiste, conta solo quello che riguarda voi.»
«Non è così» si difese Paolo. «È vero, forse abbiamo travisato alcune circostanze, in particolare Vittorio, ma non abbiamo mai pensato che i tuoi sentimenti non contassero.»
«Vittorio è convinto che io sia stato la sua rovina, al punto da volersi intromettere nella mia vita privata anche tirando in mezzo persone che non c'entrano niente» insisté Oscar. «Non so fino a che punto tu somigli a lui, ma mi sono stancato di essere considerato sotto questa prospettiva. Nessuno vi ha obbligati a continuare a frequentarmi, dopo la sua morte. Siete sempre stati voi a venire a cercarmi. Anche Emilia mi è venuta a cercare. Inizio a sospettare che una volta mi abbia anche seguito per strada. Anzi, è andata sicuramente così. Mi ha fatto parlare di Aurora, poi anche di Nico. Immagino che sia stato grazie alle sue domande che poi hanno trovato Aurora. Non ho ancora capito che cazzo c'entri Emilia e, dato che non vuoi raccontarmelo, continuerò a non saperne niente. Non importa. Quello che importa è che Emilia e Vittorio stiano lontani da me e da Aurora. E se devi difendere loro, o accusarmi di essermela cercata, per quanto mi riguarda puoi stare lontano da noi anche tu.»
«Ti ho detto che anch'io ho travisato, ai tempi della morte di Nico» ammise Paolo, «Ma non significa che ti ritenga colpevole della sua morte. Magari in un primo momento mi sono lasciato condizionare da quello che diceva Vittorio, poi ho iniziato a ragionare con la mia testa.»
«È un modo come un altro per dirmi che preferisci tenere un piede in due scarpe?»
«No, è un modo come un altro per dirti che mi dispiace che Vittorio si sia comportato così con te, ma che io non c'entro niente. Non sono il vostro mediatore, né sono obbligato a pensare che uno di voi sia un santo e l'altro un pezzo di merda, quindi non mi aspetto di essere trattato come se avessi questo dovere. Per quanto mi riguarda, non mi passa neanche per la testa di presentarmi a casa di Aurora e di dirle che non sei l'uomo giusto per lei e che hai delle cose da nasconderle. Forse hai ragione tu, essere coinvolto fin da subito in questa storia sarebbe stato tutt'altro che interessante.»

   
 
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