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Autore: SSONGMAR    22/12/2022    1 recensioni
Elizabeth Liburn ha ventiquattro anni, una vita agiata e l'amore di una nonna che vive con lei gli ultimi istanti della sua vita.
Nonostante la malattia dell'anziana donna, Elizabeth cerca di organizzare i giorni che la separano dalla fine creando con lei un involucro di equilibrio e serenità. Tale equilibrio viene sconvolto un giorno da Reece Woodville, un affascinante scapolo figlio di un ricco imprenditore che resta sinceramente colpito dalla bellezza della giovane donna. Elizabeth, lusingata dalle genuine attenzioni dell'uomo, cede alla sua corte senza badare alle conseguenze che quell'azione comporterà. Riusciranno a far fronte al loro destino e a trovare la loro ragione per vivere?
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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 A Reason for living
Capitolo III
 
Trascorsi sei mesi di lutto, alla tenuta dei Liburn cominciava a sentirsi nell’aria il fermento per le nozze. Nel frattempo Elizabeth aveva compiuto ventiquattro anni e secondo alcuni la sua bellezza era sbocciata in una primavera anticipata.
Lo stesso non si poteva dire per i Woodville.
Roger Woodville, infatti, aveva minacciato suo figlio e l’intera eredità nel caso avesse davvero deciso di sposare la figlia dei Liburn: «Piuttosto preferirei vederti calpestare il mio cadavere anziché legato a quella famiglia. Non avrai mai la mia benedizione per questo inutile matrimonio!» Per dissuaderlo aveva invitato alla proprietà la figlia di un suo vecchio amico, nonché ricco e potente imprenditore che sicuramente avrebbe portato vantaggiosi profitti al loro già indistruttibile impero.
Catherine, una donna sulla trentina dall’aspetto curato e accattivante, aveva sentito parlare a sua volta dello scapolo d’oro tanto ambito dalle nobildonne che la circondavano. Che fosse in sartoria, alle sale da tè o in qualsiasi altro luogo di ritrovo, Reece Woodville era sempre presente e sulla bocca di tutti. Vi erano persone che lo amavano e altri che lo criticavano a causa dello scandalo passato con la principessa Alexandra, uno scandalo che aveva alimentato maggiormente la curiosità della donna. Pertanto aveva colto quella occasione al volo e aveva risposto all’invito con estrema positività. Il suo scopo era sedurre quell’uomo e sapeva che ce l’avrebbe fatta.
«Il viaggio è stato di vostro gradimento?» Roger aveva lasciato il letto solo per accogliere con il sorriso la sua ospite, nonostante avesse i baffi arruffati e ancora i calzoni del pigiama. Catherine gli aveva sorriso amabilmente, mostrando una dentatura perfettamente bianca oltre il rosso accecante del suo rossetto.
«È un piacere essere vostra ospite, signor Woodville. Mio padre le manda i suoi più cari saluti.» Naturalmente Reece, impegnato nel suo ufficio tra scartoffie e proposte d’affari, era completamente all’oscuro dei progetti di suo padre e aveva pensato a Catherine come un’ospite qualsiasi. Ma Catherine aveva sin da subito mostrato un marcato interesse per l’uomo, sferrando le sue mosse seduttrici alla luce del giorno.
Per festeggiare quell’incontro “voluto dal destino”, Roger Woodville aveva organizzato una cena con diversi invitati ed Elizabeth, inconsapevole tanto quanto Reece, era tra questi. La sua gioia nell’accettare l’invito era tale da farsi confezionare un abito esclusivamente per quella occasione, ignara della sorpresa che l’attendeva.
La casa era stata decorata a dovere. Le stanze erano illuminate da enormi candelabri e la sala grande era stata allestita con un palchetto per i musicisti e un ampio tavolo dove i commensali avrebbero dovuto accomodarsi.
Nonostante la vita agiata della giovane donna, tutto quello sfarzo era per lei motivo di sorpresa. Si era presentata in perfetto orario con un abito lungo blu notte, i capelli raccolti con un diadema impreziosito da pietre luminose e dei guanti che le coprivano le braccia fino ai gomiti. Reece era rimasto ancora una volta stupefatto dalla sua bellezza, per non dire intontito dall’eleganza e la grazia che sfoggiava con estrema disinvoltura. Tuttavia Catherine si era posta al suo fianco senza indugiare, convinta del ruolo che presto l’avrebbe attesa. Tra gli ospiti, infatti, si vociferava un annuncio importante. Roger Woodville avrebbe finalmente presentato a tutti la futura moglie di suo figlio, nonché nuora e madre dei suoi nipoti. Stava seduto sulla sua enorme sedia in via del tutto eccezionale, incoraggiato dai medici che gli avevano assicurato che, almeno per qualche ora, la sua malattia non sarebbe stata così preoccupante da rendergli impossibile una cena in compagnia. Reece si era avvicinato ad Elizabeth con lo scopo di invitarla a danzare al centro della sala, sebbene alcun ospite stesse facendo lo stesso. Con imbarazzo ed emozione Elizabeth aveva sfilato i guanti, allungato la mano e stretta in quella del suo amato. L’anulare sinistro era impreziosito dalla presenza dell’anello che l’uomo le aveva donato. I due si guardarono negli occhi con amore e quel dettaglio tanto importante non era sfuggito all’attenzione dei presenti, tanto meno a quella di Catherine che, con disappunto, aveva lanciato uno sguardo eloquente a un infastidito Roger. La musica stava accompagnando i due al centro della sala quando, con un colpo di tosse impaziente, il padrone di casa si era alzato richiamando l’attenzione di tutti. Immediatamente i musicisti avevano smesso di suonare e un brusio di voci si era presto propagato tra i presenti. Nel cuore di Elizabeth un brutto presentimento si stava man mano insediando e tra le braccia di Reece cercava riparo e sicurezza.
«A tutti voi che avete risposto positivamente al mio invito, voglio fare un annuncio importante. Mio figlio, il mio unico figlio, finalmente ha scelto la sua sposa.» L’uomo aveva invitato tutti ad alzare i calici che erano stati generosamente riempiti. Reece ed Elizabeth si erano guardati negli occhi confusi.
«Diamo un caloroso benvenuto alla signorina Catherine Finch, una perla rara in questo mare ricco di imitazioni.» La donna si era fatta avanti nel suo abito grigio e il trucco appariscente. Aveva lasciato che i capelli biondo cenere le cadessero morbidi lungo la schiena e con un inchino aveva salutato la schiera di invitati rimasti in silenzio. Per giorni, se non mesi, il matrimonio di Elizabeth e Reece era stato sulla bocca di tutti e adesso quell’improvviso cambio di carte in tavola aveva lasciato sul volto dei presenti un velo di sorpresa. Elizabeth, con le lacrime agli occhi, si era staccata dal suo amato indietreggiando di qualche passo, mentre Reece dal suo canto stava fissando insistentemente suo padre con un cipiglio.
«Che cosa significa tutto questo?» aveva borbottato a denti stretti in una maniera così piccata da alimentare il fastidioso brusio.
«Che cosa intendi?» aveva domandato Roger fintamente confuso «non era forse questa la notizia che attendevi con affanno?»
Il vecchio imprenditore aveva riso di gusto, mostrando ai presenti un atteggiamento puramente goliardico. Elizabeth si era sentita improvvisamente ricoperta d’imbarazzo, nonostante non fosse stata lei a mettersi in ridicolo di fronte ad un numero indefinito di persone. Aveva chinato il capo ed era scappata via, mossa da confusione e stordimento…solo da lontano le era parso di sentire la voce di Reece che l’aveva disperatamente chiamata a sé.

Qualcosa di grande o qualcuno di straordinariamente potente poteva sapere quanto Margaret Liburn avrebbe odiato quell’indecente situazione. Sua nipote Elizabeth, nonostante la tacita benedizione data sul letto di morte, aveva lasciato la festa con rammarico e con le gote arrossate aveva percorso a grandi falcate la navata principale per lasciare la tenuta.
Roger Woodville beveva nel frattempo il suo calice di vino con aria soddisfatta. Con quel gesto plateale aveva alimentato le terribili voci che già circolavano sulla totale incapacità che aveva suo figlio nel tenere a sé salde le relazioni, ma ciò che per lui contava era l’aver finalmente ottenuto ciò che bramava da tempo.
Reece era rimasto imprigionato. Inconsapevole, forse, per tutta la vita.


 
  
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