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Autore: HoneyNeechan    29/12/2022    0 recensioni
Sequel di INCONTRO - Da quando le loro strade si sono incrociate sia Donnie sia Lola devono fare i conti chi con il proprio fratello e chi con lo stress della situazione...
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Donatello Hamato, Nuovo personaggio, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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La musica era alta, assordante quasi, ma si interruppe immediatamente al terzo squillo del campanello della porta.
"Oh finalmente! Spero sia il sushi che ho ordinato!", il ragazzo si alzò con uno scatto fulmineo dal divano sul quale se n'era stato steso, in attesa.
Era già la terza volta che ordinava del cibo quel giorno, ma non gli importava; avrebbe bruciato le calorie in eccesso con un pò di "ginnastica".
Il campanello dell'appartamento suonò ancora poco prima che lui aprisse, pronto ad accogliere con un sorriso il corriere e il suo delizioso pacco; ma quale non fu il suo stupore nel vedersi davanti una ragazza dai capelli neri e blu, ricci ed indomabili, vestita solo di un pantaloncino e un top nonostante fuori stesse diluviando.
"Lola! Sugarcube che ci fai qui??".
La ragazza gli sorrise incerta, passandosi una mano tra i capelli fradici: "Ciao Richard. Scusa se ti disturbo, so che a quest'ora del pomeriggio dormi. Ma stava diluviando e..."
"Baby ma scherzi?? Entra, entra!", si scostò per lasciarla passare, chiudendo la porta e andando poi velocemente a prendere un asciugamano per farla asciugare, "Oggi mi sono svegliato con una fame esagerata, per cui sono rimasto sveglio ad aspettare il terzo fattorino della giornata! Immagino tu sia qui perchè abito più vicino al tuo locale, no? Accidenti, quel deficente del tuo capo quando la smetterà di cambiarti i turni in questa maniera assurda?? Prima mattina, poi sera, pomeriggio con neve e grandine!! Anche se non capisco come nel bel mezzo di luglio possa arrivare tanta pioggia, cioè il tempo è proprio incasinato! Insomma questa non è vita! Oh, che sbadato! Non ti ho nemmeno chiesto se vuoi qualcosa da bere o da mangiare! Che ti porto? The freddo, una limonata? Qualcosa di alcolico? No, aspetta meglio di no, a quest'ora non lo reggi, non sei mica me! Ahahah! Che ne dici di un succo? Arancia, pesca, pera, mela, scegli quello che vuoi honey". Richard parlava a raffica, facendole domande delle quali non aspettava nemmeno la risposta, andando avanti e indietro dalla cucina del suo appartamento e continuando a posare bottiglie e stuzzichini sul tavolino tra la TV e il divano; Lola, conoscendolo, si limitava semplicemente ad annuire e a  sorridergli.
Lei e Richard, detto amichevolmente Rich (sia come nomignolo, sia perchè effettivamente il ragazzo era eccessivamente ricco), si conoscevano da quasi 5 anni; era un giovane allegro, dalla parlantina svelta e al quale piaceva fare la bella vita, oltre ad avere una passione smodata per il colore per capelli. Lola non ricordava di averlo mai visto per più di 3 mesi con lo stesso colore: viola, rosa, azzurri, arancioni, biondi, rossi... non si stancava mai di cambiare!
Il suo ultimo e attuale cambio di stile aveva previsto un bellissimo colore verde evidenziatore contenuto in un taglio sbarazzino con tanto di frangia (Lola aveva sempre avuto il sospetto che se la fosse tagliata da solo per quanto fosse stranamente asimmetrica), e in più aveva avuto l'assurda idea di tatuarsi un finto neo al di sotto dell'occhio destro.
"I nei sono una cosa stupenda! Io non ne ho neanche uno, quindi me lo sono fatto fare bello in vista!", era stata la sua risposta allo sguardo alquanto scioccato della ragazza.
Un suo difetto? Era un tipo abbastanza lunatico: poteva passare dall'essere al settimo cielo al chiudersi per giorni nel suo quadrilocale in centro, senza voler vedere nè sentire nessuno; durante uno di quei periodi bui, Lola ricordava benissimo che in un'unica volta nella quale era riuscita ad entrare con il suo permesso nel suo appartamento aveva trovato il caos, risultato molto probabilmente da un attacco di rabbia da parte del ragazzo.
Una distruzione totale, della quale Lola si augurava di non dover essere mai testimone.
Proprio in quel momento il campanello suonò ancora, annunciando l'arrivo del sushi.
"Allora bimba, cosa mi racconti di bello nella vita? Qualche novità? Qualcuno di nuovo?? A proposito com'è andata quella serata con la tua amica? Vi siete divertite?", Rich non smise di farle domande nemmeno quando si sedettero sul divano a mangiare.
"Rich per favore, non parlare con la bocca piena, ti soffocherai", lo rimproverò lei, dandogli un lieve colpetto sulla spalla con le bacchette ancora sporche di soia, lasciandogli due puntini scuri sulla pelle. La cosa non sembrò dargli fastidio, anzi; si zittì per qualche secondo, osservando intensamente quei due puntini neri, prima di sorridere con entusiasmo e sporgersi per afferrare il suo cellulare. "Tesoro che idea! Fammi una foto al braccio, mi farò tatuare altri due nei proprio così e proprio qui!".
"Ma la vuoi piantare?", rise la ragazza, facendogli però comunque la foto, "Se continui di questo passo comincerai a riempirti di tatuaggi!"
"E dove sta il problema? Posso permettermeli! E più di un mio clientre mi ha confessato di volermi vedere con qualche disegno sulla pelle! Per esempio...", e come suo solito partì con il raccontarle della sua ennesima avventura.
Lola si accomodò meglio sul divano, provando a rilassarsi, lasciando che le sue parole facessero da sottofondo a quel piccolo momento di relax che stava cercando di regalarsi; in quell'ultima settimana di luglio il bar era stato preso d'assalto, soprattutto di sera, e il suo capo, essendo il classico spilorcio malefico che avrebbe preferito tagliarsi un braccio piuttosto che assumere altra gente, l'aveva costretta a fare doppi turni per più giorni, ed ora era sfinita. 
"Sugarcake va tutto bene? Sinceramente, hai una faccia che non mi piace affatto". Richard le si avvicinò, prendendole delicatamente le mani tra le sue, scrutandola con uno sguardo preoccupato.
"Si scusami... è solo un periodo stressante..."
"Parlamene! Troveremo una soluzione a tutti i tuoi problemi e se ti servono soldi non esitare a chiederli! Per te farei qualunque cosa baby lo sai! Potresti stare da me per un pò! Che ne dici eh? E' anche più vicino a dove lavori e in più potrei accompagnarti io con la Porche! Sarebbe grandioso! Potremmo anche-".
"Richard per favore! Come faccio a parlare se non mi lasci nemmeno iniziare?", rise lei, mettendogli una mano sulla bocca per provare a zittirlo, ricevendo in risposta una risatina soffocata e un segnale di resa da parte del ragazzo, che si decise finalmente a zittirsi e a mettersi più comodo sul divano, sorseggiando il suo drink.
Iniziò a raccontargli tutto, dal fatto che il suo capo le stava dando sempre più lavoro da fare, minacciandola di licenziarla se non avesse accettato (alla quale Richard ricominciò ad inveire e ad offrirle nuovamente e per l'ennesima volta ospitalità gratuita), fino ad arrivare al momento in cui aveva avuto la sua prima allucinazione su quella strana tartaruga e di come l'avesse rivista anche da sobria. Inizialmente avrebbe voluto evitare di menzionarla, ma tre lei e Rich non c'erano mai stati segreti e in più la considerava ormai come una cosa passata; erano giorni che non aveva più avuto incontri con il misterioso anfibio.
Nonostante questo non riuscì comunque ad evitarsi un'occhiata di traverso da parte dell'amico al racconto: "Elisabeth May O'Neil, ti prego dimmi che non fai uso di sostanze strane!".
Al che lei rispose con un sorriso e dandogli una pacca sulla spalla per rassicurarlo; non avrebbe mai fatto una cosa del genere, sapeva i rischi che potevano comportare certe decisioni.
"Te l'ho detto, è tutta colpa dello stress se ho avuto quelle visioni. A meno che tu non stia per rivelarmi che a New York esistono delle tartarughe giganti che girano per la città, credo proprio che questa faccenda posso lasciarmela alle spalle", si ravvivò i capelli, allungando poi una mano dietro di lei e afferrando un cuscino.
"Un'altra cosa, Richard".
Il ragazzo non ebbe il tempo di replicare che si ritrovò suddetto cuscino lanciato dritto in faccia!
"Non chiamarmi mai più con quel nome".
   
 
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