Fanfic su artisti musicali > Pink Floyd
Segui la storia  |       
Autore: cassiana    30/12/2022    3 recensioni
Sono diverse notti che Roger non riesce a dormire bene, convinto che sia per lo stress e la stanchezza del suo ultimo tour e un po’ anche per l’aspettativa del 50° anniversario dell’uscita di Dark Side Of The Moon, decide di non darci troppo peso. Se non fosse che alcuni vecchi amici vengono a fargli compagnia e gli daranno l’occasione di riflettere sulla sua vita passata, presente e futura.
Genere: Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: David Gilmour, Nick Mason, Richard Wright, Roger Waters, Syd Barrett
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




Your heroes for ghosts?




Le prove per il concerto della sera successiva stavano procedendo come consueto, sebbene Roger fosse sottotono rispetto il suo solito. Non aveva dormito bene la notte prima, anzi secondo lui non aveva dormito affatto, ma chi avrebbe potuto raccontare di aver visto il fantasma di Syd senza essere preso per un vecchio rincoglionito? Così quando quella mattina Kamilah gli aveva fatto la solita videochiamata Roger si era limitato a risponderle che non aveva dormito bene. La donna si era portata una mano al viso:

"Hai la faccia così tirata! Sei sicuro di stare bene?"
"Tranquilla, non ti libererai di me così facilmente!"

Il tono avrebbe voluto essere scherzoso, ma la distanza fece sembrare la battuta una sorta di recriminazione. Roger imprecò dentro di sé e Kamilah strinse le labbra, ma fu un attimo. Si aprì di nuovo in un sorriso pieno:

"Scemo! Mi manchi 'Ger, torna presto da me."

Ora Roger sedeva nel salottino della suite e guardava fuori, verso il cielo nuvoloso pensando a tutto e a niente.

"È il rischio che si corre a mettersi con una donna tanto più giovane."

La voce morbida e leggermente arrochita da anni di fumo lo distolse dalle sue riflessioni e lo fece sobbalzare. Seduto accanto a lui Rick lo guardava e fumava. Roger quasi cadde dal divano e gemette:

"Cristo Rick! Non anche tu…"

Il fantasma di Richard fece una boccata alla sigaretta e sogghignò:

“Sono sorpreso quanto te di trovarmi qua: quanti anni sono che non ci vediamo? Dal 2005 se non ricordo male."

Roger ricordò la loro prima e unica reunion, li avrebbero ricoperti d’oro se si fossero decisi a fare un tour. Ma naturalmente lui e David erano stati troppo testardi per mettere davvero da parte le divergenze di una vita. E poi avevano entrambi i nuovi albi da solisti a cui pensare.

“Tu quale dovresti essere, il fantasma del Natale presente?”

Rick si strinse nelle spalle emanando una nuvoletta di fumo intorno a sè.

“Ne so poco anche io se questo ti consola, so che devo farti vedere una cosa.”

Si alzò e con Roger alle calcagna attraversò la soglia della stanza. Si trovarono in uno studio medico di quelli prestigiosi a quanto sembrò a Roger. David e un uomo dal camice immacolato stavano guardando delle lastre.

“Non c’è proprio altro da fare?”

David si massaggiò la mano destra con la sinistra, le dita deformate dall’artrite formicolavano e iniziavano a fargli di nuovo male.

“Gliel’ho detto Signor Gilmour, a questo stadio solo un’operazione potrebbe salvarle la mano.”
“Ma poi mi assicura che tornerò a suonare come prima?”

Il medico si mise a sedere facendo cenno a David di fare altrettanto:

"Come prima ovviamente no. Dovrà rallentare molto la sua attività e continuare con gli esercizi."
"Ma ho un nuovo progetto in corso, non posso fermarmi! E se l'operazione non andasse bene?"

La voce di David s'incrinò per la paura. Roger si voltò verso Rick:

"Mi hai portato qui per compatirlo? Beh, non lo farò, è vecchio. Lo siamo tutti e due e anche io ho le gambe che mi uccidono."
"Se sono il fantasma del presente evidentemente devo mostrarti il presente."
"Come mai non c'è Polly con lui? Di solito gli sta appiccicata senza mollarlo un secondo."

Uomo e fantasma sogghignarono, Rick rispose:

"Non lo sa. Non lo sa nessuno. Va avanti a forza di antidolorifici."

Per un momento Roger compatì davvero David, sapeva cosa doveva provare e non riusciva ad immaginarsi un giorno senza musica.

"Deve essere un tormento per lui. In fondo suonare è l'unica cosa che sa fare. Quello e sfornare marmocchi."

Aggiunse caustico. David nel frattempo aveva salutato l'ortopedico e mesto camminò fino all'ascensore della clinica. Il suo volto era solcato da profonde rughe di preoccupazione, le labbra portate in avanti nel suo broncio caratteristico. Fece qualche telefonata e Roger e Rick lo seguirono nei suoi giri.

"Spiegami una cosa: come diavolo riesci ancora a fumare?"
"Anche da morti manteniamo le abitudini che avevamo, soprattutto se queste erano particolarmente persistenti."
"Ti rendi conto che è quella merda che ti ha ucciso?"

Rick si strinse nelle spalle indifferente finalmente ai modi sgraziati di Roger e deviò la sua attenzione verso David, seduto al tavolo di un ristorante pretenzioso. Entrambi gli uomini s'illuminarono in volto quando videro la figura corpulenta di Nick avvicinarsi. Ci furono saluti, chiacchiere, scherzi e risate e Roger un po' l'invidiò: voleva assolutamente sentire Nick e organizzare un incontro con lui. Gli anziani musicisti pranzarono e Roger trovava esilarante che quelle che per milioni di fans erano icone del rock nella realtà si comportassero come due pedestri uomini qualunque. Nick agitò con delicatezza la boule di cognac pregiato e sospirò soddisfatto:

"I preparativi per il 50esimo stanno procedendo in fretta e bene. Hai pensato se vuoi preparare qualcosa?"

David si massaggiò la pancia prominente e si grattò il naso. Roger poteva dire che stava per mentire, si voltò verso Rick per commentare:

"Ora gli racconta una cazzata."
"Per essere qualcuno con cui non si parla da più di dieci anni, sei piuttosto consapevole dei suoi tic.”
"Io ricordo tutto, di tutti voi."

Asserì Roger con la sua espressione più supponente. David deviò il discorso:

"Lui che dice?"
"Non ha ancora risposto. "
"Tipico. Probabilmente ha qualche idea maestosa che mostra come lui sia stato fondatore, ideatore, paroliere, ingegnere del suono, batterista, bassista…"

Nick ghignò e bevve un sorso di liquore:

"Sai, penso si sia ammorbidito con gli anni. Forse avremmo potuto quantomeno chiamarlo per quella cosa sulla guerra."

Le sopracciglia di David si sollevarono scettiche:

"Ci avrebbe mandato a farci fottere in due secondi. Lo sai come la pensa.”
“Ma non è vero! - si ribellò Roger scompigliando la bianca capigliatura - Lo vedi come fa? Mi fa sempre passare per lo stronzo di turno quando sa benissimo che le condizioni geopolitiche sono molto più complicate in un quadro di relazioni…”
“Non devi convincere me: io sono ben oltre queste faccende.”

Lo interruppe Rick. David e Nick erano rimasti un minuto in silenzio presi nelle loro riflessioni fino a che David non parlò di nuovo, appoggiandosi pesantemente allo schienale della sedia:

“Senti, chiamami un vecchio sentimentale ma inizio a sentire la mancanza di quel figlio di puttana.”
“Oh - sobbalzò Nick - chi sei e che ne hai fatto del mio amico David?”

I due uomini sghignazzarono scompostamente e per un momento sembrarono i ragazzi di tanti anni prima. Roger sentì una fitta al cuore non seppe nemmeno lui se di nostalgia, invidia, malinconia o tutte queste cose insieme.
Più tardi Rick e Roger stavano passeggiando per il lungo fiume e scorsero lo studio galleggiante di David. Rick fece cenno a Roger di salire:

“Ecco una cosa che ho davvero invidiato a David. Deve essere stata una figata registrare qua sopra.”

Passò una mano sul lucido legno del parapetto, le tavole scricchiolarono sotto i loro piedi. Rick tirò una boccata dalla sigaretta:

“Si, è piuttosto divertente, anche se ho sempre preferito lo studio di casa mia, ma le onde, l’acqua mi ricordavano un po’ la mia vita di mare.”

Roger scosse la testa:

“Mi sono sempre chiesto se alla fine non ti feci un favore tanti anni fa, così ti sei potuto dedicare ai tuoi viaggi in mare.”

Non si avvide dell’occhiataccia che gli lanciò il fantasma se non per una dolorosa puntura al costato che lo fece sussultare. David era seduto alla finestra e osservava i cigni passare, le dita posate sulle corde impossibilitate a muoversi, sul suo viso passò un’espressione di dolore disperato.

“Oh, Rick aiutami!”

Invocò. Il fantasma del tastierista soffiò sulle corde del’arpa di Romany che vibrarono come accarezzate da una brezza leggera. David sorrise come acquietato. Roger schioccò con le labbra e uscì di nuovo sul ponte dell’Astoria dove fu raggiunto da Rick. Gli chiese in tono ironico:

“Vi parlate anche?”
“Certo, David mi parla tutto il tempo. Il più delle volte nella sua mente. E io gli rispondo come posso, ma ci capiamo, ancora. Dopo tutto questo tempo.”
“Blah, siete sempre stati così sdolcinati.”

Rick non rispose e accompagnò il vecchio compagno di band sul divano dove l’aveva trovato. Roger ebbe finalmente il coraggio di guardarlo nei miti occhi azzurri. Rick c’era sempre stato, sin dall’inizio del gruppo, con la sua timidezza, il suo senso del suono, le sue melodie arabeggianti che li avevano fatti uscire dall’anonimato di mille band come la loro. Roger si grattò la nuca e sospirò: non si pentiva di niente, aveva avuto le sue ragioni per fare quello che aveva fatto e pensava che fossero ancora valide. Solo, avrebbe voluto fare le cose in maniera differente.

“Io…senti mi dispiace per quello che ti ho fatto. Lo so che è troppo poco e troppo tardi, ma per quel che vale…mi scuso.”

Porse la mano al fantasma, Rick sorrise e sbiadì poco a poco.





Note Autrice:

Le chiacchiere sulle celebrazioni del cinquantenario si riferiscono ai 50 anni dall'uscita di Dark Side of the Moon che cade proprio quest'anno. Non ho idea di cosa i PF inventeranno ma stanno già alimentando un discreto hype.
Tranquilli, la malattia di David è una mia invenzione!
   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Pink Floyd / Vai alla pagina dell'autore: cassiana