I Hate You ~
«Non riesco a capire …»
esordì Tess, guardando la sua amica con aria sorpresa, mentre quella metteva su
una faccia imbronciata da record. «Non riesco proprio ad
arrivarci, Danielle, è … assurdo. Del tutto sbagliato. Contro natura. Terribile».
«A chi lo dici» mugugnò Danielle, in risposta,
guardando il compito di biologia con aria truce.
«Sei sempre, sempre stata la migliore. Alle elementari, alle medie e alle
superiori. Come diamine è possibile che tu …?»
«Mi faccia superare da un pallone gonfiato che nella sua vita non fa altro che
mettere su la sua bella faccia imbronciata? » concluse
per l’amica, con voce irritata. Tess annuì, sollevata dal peso di non dover
dire lei quelle parole. «Non lo so. Non so cosa diamine abbia
quel tizio per prendere più di me»
E intanto si voltò verso di lui e gli riservò un’occhiataccia che avrebbe
spaventato chiunque. Danielle Brown era famosa per quegli sguardi assassini e
la maggior parte degli studenti – maschi e femmine, primini e non – tendeva ad
aver paura di quello sguardo e a scappare immediatamente. Lui no. Lui no,
santissimo cielo.
Lui alzò la testa nella sua direzione
e le rivolse un sorriso divertito.
Maledetto. Ma io scoprirò come fai a
prendere voti più alti dei miei, lo saprò.
«E’ qualcosa di quasi fantascientifico, Elle. Tu ti
fai superare dall’ultimo arrivato? Il mondo inizierà a girare al contrario …»
Tess continuava a parlare e più Tess parlava e più
Danielle sentiva la collera montare dentro di lei.
«Ora basta, okay? Mi ha superato. Io ho preso A e lui ha preso A+» sbottò lei, improvvisamente, dedicando
l’occhiataccia spaventosa alla sua migliore amica. «Ma
basta, non ho più intenzione di parlarne! »
Tess annuì, spaventata, e tornò a guardare il suo compito, improvvisamente
interessata agli errori che aveva commesso.
Danielle ringhiò, infuriata.
Solitamente, i ben poco laboriosi studenti di Forks si accontentavano di una
stentatissima sufficienza, ma Danielle Brown non era una che si compiaceva di
poco. Dall’età di quattordici anni, appena arrivata in quella scuola, si era
dimostrata la migliore del suo anno e persino degli anni a venire. Ci aveva
sempre dato dentro con lo studio, per dimostrare che, anche se era nata e
cresciuta a Forks, era completamente diversa da quei debosciati con cui si trovava
a che fare. Voleva entrare nel migliore dei college, magari a Yale o a Dartmouth. Voleva essere la migliore.
Col cavolo.
Da quando erano arrivati, era stata allegramente surclassata. Anzi, da quando
era arrivato lui. Lui e i suoi
sorrisetti idioti, lui e i suoi ‘meravigliosi capelli di bronzo’ come li
chiamava Tess, lui e le sue espressioni sempre, perennemente, inevitabilmente
corrucciate l’aveva superata in tutte, tutte
le maledettissime materie.
Se Danielle Brown fosse stata un’adolescente normale come Tess o le sue
compagne di classe, non avrebbe detto nulla. Si sarebbe limitata a sospirare
e dire ‘oh, non fa niente. Sei
decisamente più bravo di me, lo sanno tutti ’.
Ma Danielle Brown non era un’adolescente normale. Era l’ambizione fatta a persona
e non si sarebbe certo fatta abbindolare da quel tipo.
Diamine, quanto ti odio, maledetto
Cullen!
Edward Cullen fece uno di quei sorrisetti divertiti che irritavano Danielle da
morire. Divertito da cosa non aveva l’onore e il piacere di saperlo, ma bastava
quel sorriso irritante per farla arrabbiare.
Danielle ringhiò e fissò male il suo compito, per poi metterselo in cartella e,
al suono della campanella, fuggire via dall’aula, senza neanche aspettare la
sua amica Tess.
«Ehi, ciao»
Ora lo ammazzo,
ora lo ammazzo, ora lo ammazzo.
Una voce terribilmente melodiosa aveva pronunciato quelle parole con tono
dolce. La ragazza sospirò e si girò verso di lui che, ovviamente, senza alcuna ombra di dubbio era Edward Cullen.
«Uhm, ‘ao» sbottò lei, fulminandolo con lo sguardo e sperando che sparisse il
più presto possibile. «Devo andare a casa entro dieci minuti, quindi magari
sbrigati ed evita di farmi perdere tempo, eh? »
«Senti Danielle» esordì lui, rivolgendole un sorriso scintillante e dedicandole
una delle sue occhiate ammalianti, ma lei sembrava immune a tutto questo. «Mi
dispiace. Io non ho alcuna intenzione di superarti, lo
sai, vero? »
E sfoderò ancora uno di quei sorrisi da modello.
Danielle sospirò ringhiò e fece per spingerlo indietro, ma quello rimase
immobile e lei si ritrovò a sbattere le dita contro il marmo ghiacciato delle
sue spalle. Divenne ancora più irritata e lo fulminò
nuovamente, desiderando di essere improvvisamente più forte di lui.
«Ti odio, Cullen» sputò fuori, sperando che sparisse in quel momento, che si
aprisse una botola e inghiottisse il maledetto Edward Cullen in cinque secondi
o poco più.
«Danielle, io non ti voglio affatto superare. Per me sei la migliore» e sfoderò
uno dei suoi sorrisi sghembi o, più facilmente, stupidi. Danielle odiava quei
sorrisi stupidi e l’avrebbe preso volentieri a schiaffi se l’esperienza di
prima non le fosse ampiamente bastata.
E poi accadde.
Gli occhi dorati di Edward Cullen divennero tutt’uno con i suoi, oro nel cielo,
cielo nell’oro. Le sorrise di nuovo e a lei tremarono le ginocchia e ricambiò
il sorriso.
E … puff!
Danielle Brown gli rivolse un sorriso, ammaliata dal suo sguardo, e scrollò le
spalle come a dire ‘non conta niente, tu sei mille volte meglio di me ’ .
Edward sorrise, deliziato, e poi si voltò nell’altra direzione, lasciando
Danielle sospirante dietro di lui.
Perché anche Danielle Brown, in fondo (ma molto in fondo), era un’adolescente
normale.
Ma anche no.
Si liberò in fretta dell’espressione da idiota totale che aveva sul viso e
assottigliò lo sguardo, fulminando il pavimento sotto i suoi piedi. Cielo,
avrebbe dato tutto l’oro del mondo – compresi gli occhi assurdi di lui – per liberarsi
di Edward Cullen.
E, mentre si sistemava la tracolla della borsa sulla spalla, gli augurò
un’immediata disgrazia, sperando che le sue preghiere fossero esaudite.
Il giorno dopo Isabella Marie Swan arrivò in città.
Angolo Autrice
Oggi sono triste, eh.
E siccome sono triste, ho scritto questa cosa demente.
Domani inizia la scuola, io ho ancora quattro versioni da fare – due latino,
due greco – e ho la testa che mi scoppia, dato che – siccome ho la mania di
ridurmi sempre all’ultimo momento – mi sono svegliata alle sei e dalle sei e
mezza di mattina ho fatto otto versioni – fino alle
undici di oggi.
Comunque, questo non vi interessa, vero?
Giusto, non so perché io stia ciarlando.
Uhm,sì,
la storia.
Allora, in realtà era una specie di parodia di Twilight
datata tre secoli fa. Praticamente questa ragazza,
Danielle, per una –non-so-quale magia, finiva nel
corpo di Bella e Bella nel corpo di Danielle e Danielle si ritrovava a che fare
con Edward Cullen, una cosa che tutte la ragazze della scuola desideravano … ma
lei no, d’oh. E comunque tutta la storia girava
attorno ai lati schizofrenici di Edward che Bella trovava adorabili – guardarla
dormire, seguirla, roba del genere – ma che Danielle trovava psicopatici.
Però non sono riuscita a scrivere nulla, come mio
solito, e mi sono ridotta a questa shot che era
appena il prologo della parodia.
Comunque, non so se un giorno la scriverò. Ora no di
certo, ma più in là, magari. Intanto ho pubblicato questa shot
come una sorta di addio all’estate.
Ebbene sì, per me l’estate finisce a mezzanotte. E tante grazie.
Comunque, non ho null’altro da dire.
Questa shot è completamente demente e lo so.
Alla prossima,
El.