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Autore: C_Totoro    04/01/2023    1 recensioni
La Battaglia di Hogwarts è stata persa, Lord Voldemort è stato sconfitto. Antonin Dolohov, ancora una volta, si ritrova rinchiuso ad Azkaban ma, il nuovo Governo guidato da Kingsley Shacklebolt, non mira alla punizione dei carcerati quanto, piuttosto, a una riabilitazione. Niente Dissennatori, niente isolamento perpetuo, le visite sono garantite. Sarà Rabastan Lestrange, compagno di cella di Antonin, a convincere quest'ultimo a rilasciare delle interviste esclusive a Rita Skeeter di modo che la reporter della Gazzetta del Profeta possa sfornare il suo nuovo Best Seller: Vita e segreti di un buon Mangiamorte.
[Compariranno un po' tutti i personaggi, quelli con focus maggiore sono segnalati]
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Antonin Dolohov, Bellatrix Lestrange, Rabastan Lestrange, Rita Skeeter, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Rita arrivò in ufficio puntale alle nove come tutte le mattine, si sedette alla sua scrivania con una tazza di caffè bollente e prese ad analizzare le foto che Bozo aveva scattato anni prima.
Bellatrix e Rodolphus Lestrange al loro matrimonio, Antonin Dolohov al primo processo, Lord Voldemort in uno dei suoi primi comizi. Rita si concentrò su quella foto in particolare; Voldemort era completamente diverso dalle descrizioni fatte da Potter e dal corpo morto che era stato ritrovato in Sala Grande. Era un uomo alto, dal fisico prestante, gli occhi erano rossi ma il naso era perfetto, zigomi alti… nel complesso, si sarebbe potuto senz’altro definire un bell’uomo. Rita passò alla foto successiva e quasi si versò il caffè addosso: Bellatrix e Voldemort. Insieme. I suoi occhi scintillarono, Bellatrix guardava Voldemort come se non potesse esistere niente di più bello al mondo e il modo in cui Voldemort rispondeva a quello sguardo – un sopracciglio alzato e poi un sorriso – fece nascere le farfalle all’interno dello stomaco di Rita, figurarsi quindi cosa doveva aver provato Bellatrix. Non poteva credere di non aver mai notato certi dettagli…
Rita alzò lo sguardo dalle foto con un sospiro mentre un forte bussare alla porta interrompeva la sua analisi “Cosa c’è?” chiese come la testa di Bozo comparve.
“Sono arrivati”
Rita sbuffò e lanciò uno sguardo all’orologio “Sono in anticipo”
“Lo so. Dico loro di aspettare?”
“Ma no, falli entrare” rispose, poi tra i denti sibilò “Prima me li levo di torno meglio è”.
“Signorina Skeeter”
Rita si alzò in piedi e sfoggiò uno dei sorrisi più falsi che le riuscirono “Oh, Harry!” esclamò circumnavigando la scrivania per andare a salutare il ragazzo. Non si curò del suo imbarazzo e gli scoccò un bacio sulla guancia “Un vero piacere incontrarti”. Lanciò uno sguardo al ragazzo alla sua sinistra, alto, dinoccolato, rosso.
“Weasley?” chiese, indifferente.
“Lui è il mio amico Ron” rispose Harry con garbo “Immagino ti ricorderai di lei, invece…”
“Signorina Perfettini” lo interruppe Rita scoccando un’occhiataccia a Hermione “Come dimenticarmene”. Le due donne si osservarono in silenzio per alcuni istanti poi Rita si volse, agitò la bacchetta facendo comparire tre poltroncine e si andò a risedere dietro alla sua scrivania.
“Come posso aiutarvi?” domandò, cercando di andare dritta al punto perché, davvero, non poteva perdere tempo.
“Vorremmo parlare delle interviste che stai facendo” rispose Hermione. Rita stiracchiò le labbra “C’è qualche problema con quelle?”
“Beh sì” disse Ron con tono secco “Fai sembrare i Mangiamorte come se fossero usciti da una canzone di Celestina Warbeck”.
Rita roteò gli occhi “Ai miei lettori piace”
“Ai tuoi lettori piace troppo” specificò Harry “Non puoi far passare i Mangiamorte e Lord Voldemort come se fossero dei… dei…”
“Degli esseri umani?” chiese Rita con uno scintillio negli occhi “Perché vedi, Harry caro, è esattamente quello che sono”
“Il punto è” s’intromise Hermione “Che la gente inizia a simpatizzare per loro” tirò fuori l’ultimo articolo che Rita aveva scritto “Qua parli di Bellatrix Lestrange, la Mangiamorte pluriomicida che ha torturato i Paciock fino alla follia, quella che ha ucciso Ninfadora Tonks, Sirius Black… che ha torturato me a Villa Malfoy?”
Rita scoccò un’occhiata al giornale che la Granger stava tenendo in mano Bellatrix Black, la Strega Oscura che amava senza limiti: chi era davvero il braccio destro del Signore Oscuro?
“E di chi altro se no?”
“No, perché sembra invece che tu stia parlando di una sorella gemella buona!”
Rita sbuffò “Bellatrix era una pazza manica” acconsentì. Era stata sua compagna a Hogwarts, se la ricordava molto bene “Ma era anche innamorata di Voi-Sapete-Chi”
Voldemort” sibilò Harry “È morto. perché non riesci a pronunciarne il nome?”
Rita si strinse nelle spalle mentre un brivido le scendeva lungo la schiena nel sentire quel nome “Chiamalo come vuoi. Lei era innamorata di lui. Avevano una relazione, me lo hanno confermato tutti. Dolohov, i due fratelli Lestrange, Malfoy, Travers, Yaxley…”
“Non è questo il punto” la interruppe di nuovo Hermione “Lo sappiamo che è vero”
“Oh, oh” Rita si raddrizzò sulla sua sedia e si sistemò gli occhiali “Come sarebbe a dire sappiamo che è vero? Avete informazioni scottanti?” il suo sguardo cadde su Harry e la sua cicatrice “Condividevi la mente con il Signore Oscuro… hai qualche ricordo da raccontare?”
“Io… NO!” Harry scosse il capo con foga “Niente di tutto ciò”
Rita abbassò lo sguardo delusa “Quindi? Sapete che è la verità. Qual è il problema?”
“Le persone iniziano a provare pena per… per tutti loro. È come se si stessero dimenticando di ciò che hanno fatto per finire ad Azkaban o morire”
“Mi state chiedendo di interrompere le mie interviste? Di modificare la realtà? Di censurarmi?” chiese Rita “Oh, prima fate i paladini della verità, di quelli che andranno contro il sistema… e ora eccovi qui, a chiedermi esattamente quello che mi chiedeva Caramell”
“Non è quello che stiamo dicendo” precisò Hermione “Vogliamo… vorremmo… che nelle interviste ti concentrassi anche sui crimini, su qualcosa che ricordi ai lettori chi sono davvero i Mangiamorte. Se vuoi continuare col romanzo rosa su Bellatrix e Voldemort va bene ma… ma… qualche dettaglio in più su ciò che hanno fatto, sulle torture, uccisioni…”
“Oh, la gente ama il macabro”
“No, non dettagli di quel tipo! Dettagli su… sul loro pensiero. Chiedi a Dolohov se si è pentito, le persone che ha ucciso, torturato… di quello che faceva Voldemort…”
Rita alzò un sopracciglio “Le persone conoscono già queste cose”
“Ricordiamogliele”
“Non vedo perché dovrei farlo”
“Perché per una volta potresti essere dalla parte del giusto!”
“No, grazie, rifiuto l’offerta e vado avanti”
Harry strinse i pugni sulle ginocchia. Poi sospirò, rassegnato. Non aveva altra scelta se davvero voleva dimostrarsi diverso da Caramell e allo stesso tempo cercare di raddrizzare le interviste della Skeeter.
 “Va bene… ti offro un’intervista esclusiva su di me, sul periodo in cui mi sono dato alla macchia con Hermione e Ron, come abbiamo trovato gli Horcrux…”
Rita batté le mani entusiasta “Oh, ora sì che ragioniamo!”
 
*

“Bella non me l’ha mai detto!”
“A essere sincero, non credo che lei si ricordasse…” Tony esitò “Insomma, ti ricorderai di come stava subito dopo la caduta del Signore Oscuro, no?”
Rabastan annuì “Sì, certo, però… l’hai baciata!”
“Tu la baciavi di continuo!” ribatté Antonin esasperato da quella conversazione. Che importanza aveva ciò che aveva o non aveva fatto con Bella? Era successo un’eternità prima e, soprattutto, non aveva significato assolutamente nulla. Non per lui e non per lei.
“Oh, oh” fece Rabastan.
“Cosa?”
“DOLOHOV!”
Antonin sussultò e spalancò gli occhi arrestando il suo cammino.
“Alecto?” chiese, stupito, incredulo. Non aveva fatto che ignorarlo per tutti quei mesi e ora…
Non c’è niente tra me e Bellatrix… lo sai che lei vede solo il Signore Oscuro” Alecto gli stampò il giornale in faccia “E ora vengo a scoprire che pomiciavate insieme!”
Antonin afferrò Il Settimanale delle Streghe che Alecto continuava a premergli sul viso “Non pomiciavamo!”
“No? Rita Skeeter dice che vi siete baciati” Alecto stava sputacchiando in giro e Rabastan si allontanò di qualche passo disgustato “Prima scopro che ti piacciono gli uomini”
“Non mi piacciono gli uomini!”
“Ora che te la facevi con quella cagna!”
“Ehi, ehi, piano con le parole” s’intromise Rabastan.
“Stai zitto tu! Lo sappiamo tutti che anche tu ti appartavi con lei”
“Io?” domandò Rabastan divertito “Bellatrix non me l’avrebbe data neanche per sbaglio”
“Non me ne fotte nulla di quello che ci facevi tu” rispose Alecto poi si rivolse di nuovo verso Dolohov “Ma tu! Mi avevi giurato…”
“Ale…” iniziò Antonin, confuso da tutta quella furia “Non c’è mai stato nulla tra me e Bella… saprai bene che lei aveva una relazione con il Signore Oscuro”
“Quindi questo articolo è falso? Non hai detto a Rita Skeeter di esserti baciato con Bellatrix?”
Antonin si passò una mano tra i capelli “No, ok… c’è stato un bacio”
“Mi fai schifo!” urlò Alecto prima di voltarsi e andarsene. Antonin rimase a fissarne la schiena per qualche istante poi ritornò in sé “Ah, io ti faccio schifo?” urlò raggiungendola di nuovo e obbligandola a voltarsi verso di lui “E tu che te la sei fatta con un Auror mentre io marcivo in questa fogna, invece va bene, eh?”
“Io l’ho fatto per sopravvivere, Tony, non perché mi piaceva!”
“Bella mi ha baciato in preda a un delirio!”
Oh Bella, Bella di qua, Bella di su…” Alecto ansimava “E la reazione che hai avuto alla sua morte… Sei PATETICO!”
“Era la mia migliore amica” sbottò Antonin ferito dalle parole della strega “E valeva dieci volte te”
Alecto rimase senza parole per alcuni secondi poi si liberò della presa di Antonin e se ne andò senza aggiungere altro.
“Beh, Tony, i miei complimenti” disse Rabastan avvicinandosi all’amico “Non potevi davvero dire niente di meglio di questo per riconquistarla”
Antonin incrociò le braccia, lo sguardo fisso sulla schiena di Alecto che si allontanava “Basta. Ci rinuncio, Rab. Io non ho davvero fatto niente di male… che se ne vada a fanculo!”
“OH!” esclamò Rabastan mettendogli un braccio intorno alle spalle “Ti eri proprio imminchionito appresso a lei! Ora sì che mi piaci”
“Non urlare, cretino che la gente poi pensa male”
Rabastan si mise a ridere e insieme si diressero verso il cortile dove passavano le ore d’aria.
“E così ti sei fatto Bella” lo accolse Rodolphus non appena Antonin e Rabastan si avvicinarono a lui, Lucius e Travers.
“Non mi sono fatto Bella” chiarì Antonin per l’ennesima volta.
Rodolphus fece una smorfia “Rabastan ci pomiciava tutti i giorni”
“Oh, dai, Rod non fare il pesante. A parte che non pomiciavamo, ma poi lo sai che Bella ed io…”
“Tu te la sei limonata…”
“Non abbiamo limonato!” esclamò Antonin “Bella era… ma possibile che solo io ricordi quanto stesse male?”
“Stava così male per il suo amato Padrone che ha infilato la lingua in bocca a te?” chiese Travers con un sopracciglio alzato.
Antonin lo squadrò per qualche secondo e, involontariamente, il suo sguardo indugiò per qualche momento in più sul suo inguine.
“C’è qualche problema?”
“No, no” rispose Antonin scuotendo la testa e arrossendo.
“Tu l’hai mai baciata, Joseph?” chiese Rodolphus a Travers.
“Io? Ma se neanche sapeva il mio nome…”
“Bella non si baciava con chiunque” la difese Antonin “E non è che quello con me sia stato proprio un… un bacio… insomma…”
“E cos’è stato?”
Antonin si smaterializzò a Villa Riddle tenendo stretta in pugno la lettera di Bellatrix.
“Tony!” esclamò Bella andandogli incontro. Aveva in viso un’espressione ansiosa e continuava a torcersi le mani.
“Cosa c’è?” chiese Antonin brusco. Era con Alecto quando la lettera di Bellatrix lo aveva raggiunto implorandolo di raggiungerlo lì.
“È andato dai Potter” rispose Bella in un soffio “Ho una brutta sensazione… qualcosa… qualcosa non va. Dovevamo andare noi! La Profezia era su di lui e per questo avrebbe dovuto dare il compito a qualcun altro!”
Antonin si trattenne dall’imprecare. Aveva rinunciato a una notte di passione con Alecto per stare a sentire i discorsi senza senso di Bellatrix?
“Bella…” iniziò paziente Antonin.
“Aspetta con me, Tony, ti prego” Bella sembrava sull’orlo delle lacrime “Non credo di poter rimanere sola”
Antonin si volse verso la porta d’ingresso poi riportò l’attenzione su Bella “E sia” disse entrando nella stanza e avvicinandosi alla strega “Va bene, aspetto con te”
“Oh, Tony, grazie, grazie!” esclamò Bellatrix abbracciandolo forte.
“Cosa dirà il Signore Oscuro quando mi vedrà qui con te? Io non posso entrare in questa casa come mi pare e piace come fai tu”
“Gli parlerò io” lo rassicurò Bella lasciandolo andare “Vedrai che non si arrabbierà”
“Sarà…” ma Antonin non era convinto, Bellatrix sembrava non voler capire che lei avesse un trattamento di favore che, a tutti gli altri, era interdetto.
I minuti iniziarono a passare, Antonin si sedette al tavolo mentre Bellatrix continuava a misurare la stanza e a guardarsi intorno con aria di pena.
“Bella” la chiamò Antonin per l’ennesima volta “Perché non ti siedi?”
“Non riesco a stare ferma”
“Eh, lo vedo. Ma cosa risolvi?”
“Se dovesse succedergli qualcosa?”
“Ma cosa vuoi gli succeda? Sta andando da un moccioso, cosa dovrebbe fargli? Vomitargli addosso?”
“Ci sono anche i Potter adulti”
“Due maghi da quattro soldi, credi non sia in grado di occuparsene?”
“Certo che è in grado! Ma c’è la Profezia…”
“La Profezia che stiamo cercando di prevenire”
“Non si prevengono le profezie, Tony”
Dolohov sbuffò.
“Beh, avresti potuto dirglielo” rispose Antonin non sapendo più cosa replicare.
“Gliel’ho detto”
“Cosa?”
Bella arrestò il proprio cammino “Gliel’ho detto”
Antonin batté le palpebre “E sei ancora qui per raccontarlo?”
“Ma lui non mi ha ascoltata!”
Antonin rimase in silenzio.
“Tony, non mi ascolta mai. Mai! Mai mi dà retta… come con quel Piton. Io gliel’ho detto che non dobbiamo fidarci. E lui cosa fa?”
“Cosa fa?” chiese Antonin come instupidito, ancora confuso dal fatto che Bella potesse permettersi di dire certe cose al Signore Oscuro.
“Gli dice di fare la spia e andare a Hogwarts! Come se io non gli avessi detto niente, capisci?”
“Eh…”
“E ora siamo in questa situazione” proseguì Bellatrix, parlava veloce, quasi come se fosse da sola e non si aspettasse nessun tipo di replica dalla parte dell’altro mago.
“Vedrai che tornerà presto” le disse Antonin, perché davvero non sapeva come confortarla. Neanche riusciva a capire le sue preoccupazioni. Successe poi tutto all’improvviso, sentì come degli spilli conficcarsi sul suo avambraccio sinistro lì dove c’era il tatuaggio, si strappò la manica della veste in tempo per vedere il Marchio Nero come ritirarsi, scomparire… non aveva senso…
“Cosa?” chiese Bellatrix, anche lei con la manica alzata, il suo sguardo fisso sul Marchio ormai inesistente.
Antonin si alzò in piedi “Dobbiamo andare via di qua, Bella” le disse afferrandola per un braccio e tentando di trascinarla via.
“Cosa? NO!” sbottò Bellatrix cercando di divincolarsi “Io non me ne vado finché lui non torna”
Antonin le rivolse un’occhiataccia “Non dire fesserie, Bella, gli Auror saranno qui a momenti”
“Ci sono le protezioni messe su dal Signore Oscuro”
“Bella…”
“No, Tony, no!” Bellatrix urlava “Io non me ne vado finché lui non è qui!”
“BELLATRIX!” gridò Antonin afferrandola per le spalle e guardandola dritto in faccia “Lui non tornerà”
“Certo che tornerà, me lo ha promesso”
“Se n’è andato”
“Cosa? NO!”
Antonin la guardò basito, non capiva, lo stava prendendo in giro?
La obbligò a guardarsi l’avambraccio bianco, niente più Marchio “Lo vedi? Non c’è più”
“No…”
“Bella, lui non c’è più”
“TU MENTI!”
“Bella… se n’è andato, è stato sconfitto. Il Marchio è svanito e questo può voler dire solo una cosa”
L’urlo di Bellatrix fu straziante. Si alzò forte e rimbombò per tutta la sala. Le mani di Bellatrix volarono ai capelli e staccarono qualche ciocca. Antonin la lasciò andare spaventato e Bella cadde a terra come un peso morto, continuando a urlare. La sua voce era intrisa di dolore, sconvolta. I suoi occhi sembravano non vederci nemmeno più e le sue mani continuavano a tirarsi i capelli.
“Bella…” Antonin provò a chiamarla e a farla rinsavire “Non c’è tempo per questo”
Ma Bellatrix era ancora in terra, urlante, le guance solcate da copiose lacrime.
“Gli Auror, Bella, cazzo”
Il primo impulso di Antonin fu quello di andarsene e lasciarla lì… ma come poteva lasciare indietro Bella? Si inginocchiò di fronte a lei e le afferrò i polsi per impedirle di continuare a strapparsi le ciocche di capelli.
“Guardami” le disse tentando di catturare il suo sguardo “Ascoltami!” proseguì “Dobbiamo andare via, via prima che gli Auror arrivino qui e ci trovino”
Bellatrix chiuse gli occhi e, finalmente, smise anche di urlare. Antonin lo prese come un consenso, le passò una mano intorno alla vita e cercò di farla rimettere in piedi. Bellatrix abbandonò la testa sulla sua spalla.
“Bella…” la chiamò Antonin.
“Padrone” balbettò Bellatrix, confusa. Antonin volse il capo nella sua direzione e fu in quel momento che Bella catturò le sue labbra, baciandolo con foga senza quasi rendersi conto di cosa stesse facendo…
“Dolohov!” l’urlo dell’Auror lo riportò alla realtà “Hai una visita”.
Antonin fece un cenno ai compagni e si diresse verso la sala visite. Per qualche motivo si sentiva agitato, forse era stato il ricordo di Bellatrix, della caduta del Signore Oscuro…
“Ciao, Tony” lo salutò Rita.
Antonin notò qualcosa di diverso, sembrava meno entusiasta del solito
“Signorina Skeeter” annuì Dolohov sedendosi di fronte a lei.
Rita sistemò la sua borsetta di coccodrillo, la pergamena e la penna prendi-appunti.
“Raccontami un po’ delle tue missioni da Mangiamorte”
Antonin la guardò per qualche istante confuso “Pensavo volesse sapere del mio bacio con Bella?”
“Volevo” concordò Rita “Ma poi ho riletto gli appunti e, insomma, non credo ci sia molto altro da dire, no? Hai detto che Bellatrix era sconvolta per la scomparsa di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato”
“È così” rispose Antonin, guardingo. Non poteva credere che Rita avesse davvero cambiato idea, non era da lei mollare la presa su informazioni così succulente.
“Non mi sembra ci sia altro da dire”
“Sarà…”
“Allora? Le tue missioni da Mangiamorte?”
Antonin si strinse nelle spalle.
“Prima di finire ad Azkaban sedici anni fa lavoravi al Ministero, giusto?”
Antonin annuì.
“Qual era il tuo compito?”
“Passare informazioni al Signore Oscuro, aiutarlo a contattare altri Ministeri e a farsi una rete di contatti solida”
“Non avevi altre missioni?”
“Del tipo?”
“Quante persone hai ucciso?”
“Persone?” Antonin si accarezzò il mento “Contiamo anche i Babbani?”
“I Babbani sono persone, Tony”
Antonin ridacchiò “Io non credo proprio, signorina Skeeter. I Babbani sono feccia”
“Contando anche i Babbani” rispose allora Rita cercando di mantenere un tono neutro. Trovava meno divertente quel tipo di intervista e, anzi, il modo in cui Dolohov parlava dei Babbani la metteva a disagio.
“Ah non lo so, non ho tenuto di certo il conto. Tanti”
“Più o meno di dieci?”
Antonin rise “Dieci Babbani? Intende al giorno?”
Rita sentì un brivido scenderle lungo la schiena “E maghi?”
“Il giusto”
“Esiste un numero giusto di omicidi?”
“Chiunque volesse contrastare il Signore Oscuro meritava la morte”
“Come Gideon e Fabian Prewett?”
“Quella è stata autodifesa. Loro volevano portarmi a marcire qua dentro”
“Come Remus Lupin?”
“Gli ibridi contano come maghi?”
Antonin si sistemò un po’ meglio sulla sedia “Perché mi sta facendo queste domande, Rita?” le chiese incrociando le braccia sul petto “Pensavo fosse interessata a qualcosa di più… piccante e non di informazioni che la stampa già conosce”
“Le persone si stanno affezionando a te, Tony” rispose Rita “E pare questo non sia permesso”
“Non è permesso vedere come anche noi Mangiamorte abbiamo sentimenti e ragioni?”
“Non credo esistano ragioni per fare quello che hai fatto”
“Non la facevo così pedante”
“Non sono pedante, solo poco interessata alla politica. Sono più per il… gossip”
“Possiamo tornare a quello”
Rita si sistemò gli occhiali sul naso “Come dicevo, bisogna anche mostrare il tuo lato rozzo, quello da Mangiamorte” gettò uno sguardo sui suoi appunti “Come funzionavano le riunioni dei Mangiamorte?”
Antonin alzò un sopracciglio “Ci riunivamo e parlavamo”
“Dai, Tony, sono sicura che puoi fare meglio di così”
“Dipende dalle riunioni” sospirò Antonin “Se erano con i fedelissimi, eravamo a viso scoperto”
“Chi erano i fedelissimi?”
“Inizialmente noi Mangiamorte più anziani”
“Bellatrix?”
“No, non inizialmente” Antonin scosse la testa “Ma delle nuove leve, è senz’altro quella che ci ha messo meno a entrare nel Cerchio più stretto”
“Quindi le riunioni con gli intimi a viso scoperto”
“Sì”
“Come avvenivano quelle a viso coperto?”
“Con Mangiamorte appena entrati o con reclute che ancora non avevano il Marchio Nero. Viso coperto, voce camuffata. Solo il Signore Oscuro sapeva il nome di tutti i partecipanti”
“E questo è il motivo per il quale dopo la Prima Guerra Magica è stato così difficile trovare tutti i Mangiamorte”
“Esatto” annuì Antonin.
“A parte maschera sì o maschera no, le riunioni erano distinte in altro modo?”
“In quelle a viso coperto avvenivano gli omicidi, le torture… le Cacce al Babbano”
“Cacce al Babbano?”
Antonin fece un ghigno “È il nostro sport” ammiccò “Ci dividevamo in gruppi e andavamo a seminare terrore tra i Babbani. Omicidio? Dieci punti a Babbano. Tortura? Cinque punti a Babbano”
Rita guardò per qualche secondo Dolohov inorridita, non capiva se la stesse prendendo in giro o se fosse serio. L’espressione del Mangiamorte però, non sembrava affatto giocosa era, anzi, piuttosto compassato.
“In quelle a viso scoperto?” chiese Rita. Dentro di sé stava maledicendo Potter, la signorina Perfettini e quel Weasley. Lei non voleva fare articoli così seriosi, non aveva senso riportare questo genere di informazioni: i lettori sapevano bene chi fossero i Mangiamorte, quello che voleva fare lei era invece mostrare un lato che non era possibile conoscere per chi era al di fuori del Cerchio e, la relazione tra Bellatrix e Voldemort, era senz’altro una di quelle cose.
“Erano più politiche” rispose Antonin annoiato “Persone da avvicinare con le buone, persone da imperiare, chi torturare… chi faceva parte dell’Ordine della Fenice…” Antonin arricciò il naso “Non vuoi sapere di quando ho visto Bellatrix intrattenersi con il Signore Oscuro?”
Rita quasi fece cadere la boccetta d’inchiostro “COSA?” strabuzzò gli occhi, Antonin aveva in viso un’espressione vittoriosa, supponente.
“Li hai visti insieme mentre…?”
“Più o meno”
“Dimmi di più”
“Non vuoi sapere delle riunioni a viso coperto?”
“Oh, Tony, non tenermi sulle spine!”
“Non mi sembra sia una buona idea” borbottò Antonin seguendo però comunque Rabastan e Travers per i corridoi di Villa Malfoy.
“Scusami ma siamo rimasti per quattordici anni a marcire ad Azkaban, ci meritiamo la riserva di Fire Whiskey di Lucius” ribatté Rabastan senza neanche voltarsi a guardare il compagno “E dobbiamo approfittarne finché siamo qui, perché appena verremo trasferiti non potremo più appropriarcene”
Continuarono a percorrere il corridoio con passo svelto, tentando di fare meno rumore possibile.
“Dite che tiene la porta chiusa?” chiese Travers.
“No” rispose Rabastan avvicinandosi alla porta del salotto socchiusa con un ghigno vittorioso. I tre fecero capolino nel salotto ma Antonin non era preparato a ciò che vide. Sul tavolo sedeva Bellatrix aveva entrambe le mani arpionate al bordo del tavolo, la schiena incurvata e il capo reclinato all’indietro, il seno scoperto con i capezzoli turgidi che si alzava e abbassava al ritmo del suo ansimare. I tre Mangiamorte si bloccarono sulla soglia della porta senza sapere cosa fare, l’immagine di Bella che godeva li aveva come paralizzati. Lo sguardo di Antonin accarezzò la figura di Bella e fu a quel punto che si accorse che, tra le gambe spalancate della strega, era inginocchiato un uomo.
Rodolphus, pensò stupidamente Dolohov ma, come se Bella avesse aspettato solo quel momento per confutare le sue supposizioni, la sentì sospirare “Oh, Padrone!”
Antonin raggelò.
L’Oscuro Signore in ginocchio?
“Se continui così vengo…” balbettò Bellatrix “Ti voglio dentro… non farmi venire così…”
L’Oscuro Signore in ginocchio che si fa dare del tu?
Antonin era confuso.
“Oh, mio Signore!” la voce di Bellatrix si faceva sempre più stridula e il respiro sempre più pesante. Era evidente stesse godendo e fosse vicina all’orgasmo “Padrone, vi prego… vi prego… oh non fermatevi!”
Antonin fece un passo indietro, non era sicuro di voler continuare a guardare perché, quando quei due avessero finito di intrattenersi, non sarebbero stati senz’altro contenti di vederli lì a fare i voyeur.
“Ah… ah… ah…”
Le labbra di Bella erano socchiuse e incurvate in un sorriso. Volse il capo nella loro direzione e socchiuse gli occhi, fu in quel momento che la sua espressione, da estasiata e vicina al culmine del piacere, si fece inorridita. Lanciò uno strillo e, prima che Antonin avesse il tempo di comprendere, si ritrovò a fissare gli occhi rossi di Lord Voldemort, la sua bacchetta puntata su di loro. La cosa che più colpì Antonin fu vedere come il Signore Oscuro avesse appoggiato una mano sul tavolo, coprendo di fatto Bellatrix alla vista con il proprio corpo, come a volerle fare da scudo e proteggerla da eventuali colpi, incantesimi, maledizioni.
“Ah, siete voi” commentò Lord Voldemort, gli occhi socchiusi a studiarli ma abbassando la bacchetta “Mi sembrava strano le mie protezioni avessero fatto entrare qualcuno di indesiderato”
I tre Mangiamorte chinarono il capo, non sapevano cosa aspettarsi.
“Cosa ci fate qua?”
“Volevamo bere la riserva speciale di Fire Whiskey di Lucius, mio Signore” rispose Rabastan rialzando il capo “Sapete, dopo quattordici anni ad Azkaban, mi sembra una ricompensa onesta” e, senza aspettare nessun invito, senza indugiare, entrò nel salotto e si diresse a passo sicuro verso il mobiletto degli alcolici. Travers esitò per qualche secondo, poi seguì Rabastan a testa bassa, senza riuscire a guardare il Signore Oscuro. Antonin rimase sulla porta, una parte di lui voleva seguire gli altri due compagni, l’altra voleva andarsene lì il più in fretta possibile perché, ammesso e non concesso che il Signore Oscuro fosse così gentile da risparmiarli, sicuramente Bella non sarebbe stata così tanto generosa: le avevano interrotto un orgasmo con i fiocchi.
“E non potevate aspettare?” domandò Bellatrix, si era tirata di nuovo su la veste coprendo il seno ed era scesa dal tavolo.
“No” rispose Rabastan, stava smanettando sul mobile, Lucius aveva messo degli incantesimi di protezione “Perdonateci, mio Signore, per avervi interrotto”
“Nessuna interruzione” ribatté Lord Voldemort “A Bellatrix fa bene prendersi delle pause, ogni tanto tende a essere troppo impaziente”
Antonin esitò ancora per qualche istante poi, però, notando come il Signore Oscuro sembrasse di buon umore, si decise a entrare e a chiudersi la porta alle spalle. Si sedette su una delle poltrone vicino al caminetto accanto a Travers e aspettò paziente che Rabastan riuscisse ad aggirare gli incantesimi protettivi di Lucius.
“Mio Signore, volete unirvi?” domandò Dolohov dal momento che, invece di andarsene con Bella, continuava a rimanere lì in piedi a fissarli.
“Perché no” rispose Voldemort abbandonando la sua postazione accanto a Bellatrix e sedendosi in una delle poltrone rimaste “Una bevuta con i miei fedeli Mangiamorte, con quelli che invece di rinnegarmi sono andati ad Azkaban, mi sembra doverosa”
“Mai” disse Rabastan versando il Fire Whiskey nei bicchieri “Non avrei mai potuto rinnegarvi, Padrone” proseguì con passione “Bella, credi di voler venire qui o resterai là a guardarci torva e a farci il malocchio?”
Bellatrix sbuffò e si avvicinò a loro, si lasciò cadere sull’ultima poltrona rimasta, poi si raccolse le gambe appoggiando i piedi sulla seduta della poltrona. I bicchieri di alcol vennero distribuiti.
“A voi, mio Signore” esclamò Travers alzando il bicchiere in direzione di Voldemort.
“No, a voi” rispose il Signore Oscuro con un sorriso forzato “Per essere rimasti fedeli in tempi tanto bui”
“Come ha detto Rabastan” disse Antonin “Non avremmo potuto fare altrimenti”
“In tanti non ci hanno pensato due volte a fingersi imperiati. Lord Voldemort non dimentica e premia la fedeltà dei suoi sottoposti, non pensate che mi sia passata inosservata”
I cinque sorseggiarono il Whiskey e Bellatrix fece una smorfia disgustata.
“Non ti piace?” le chiese Rabastan con un sorrisetto divertito “Immagino il tuo disappunto forse speravi di… bere qualcos’altro…”
Bellatrix alzò il dito medio nella sua direzione ma le sue guance si fecero rosse.
“Vaffanculo, Rab”
“Vuoi venirci con me?”
Bellatrix gli rivolse un’occhiataccia, poi la sua attenzione passò sul Signore Oscuro che, tuttavia, sembrava non essersi impermalito per quelle allusioni.
“Di nuovo” fece Rabastan “Perdono per l’interruzione”
Voldemort stiracchiò le labbra in un sorriso freddo che non raggiungeva gli occhi “Avremmo dovuto chiudere la porta”
“Mi manca il sesso” fece dopo un po’ Travers quasi sovrappensiero e come se le parole gli fossero uscite senza rendersene conto. Quando realizzò cosa avesse detto arrossì e si coprì la bocca con una mano “Mi dispiace, io…”
“Qual è la tua posizione preferita?” chiese Rabastan senza curarsi dell’imbarazzo dell’altro. Travers rimase un attimo pensieroso “Smorzacandela disse, mi piace vedere una bella figa che si muove sopra di me”
Bellatrix distolse lo sguardo infastidita, Rabastan e Antonin ridacchiarono in segno di approvazione, Voldemort, ancora una volta, alzò semplicemente gli angoli della bocca: non si capiva se fosse o meno divertito.
“E tu, Tony?”
Antonin si prese del tempo per pensarci su, bevve ancora un sorso di Whiskey “Missionario” rispose dopo qualche secondo.
“Buuuh!” Rabastan fece una pernacchia “Sei sempre il solito noiosone, Tony! Si può essere più banali?”
“Mi piace dettare il ritmo e scopare fino in fondo” cercò di discolparsi Dolohov “E quale sarebbe scusa la tua posizione preferita?”
“In piedi contro al muro” rispose Rabastan senza esitazione.
“Qualcosa di comodo” rise Travers scuotendo la testa, il suo sguardo cadde su Bellatrix che fissava il fuoco come se volesse finirci dentro “E tu, Bella?”
Bellatrix riportò la sua attenzione sul gruppo di uomini seduti con lei “Non ricordo di averti mai dato il permesso di chiamarmi Bella” rispose piccata. Travers alzò le mani in alto in segno di resa “Oh, scusa tanto, signora Lestrange”
Bellatrix fece una smorfia nel sentire il cognome Lestrange.
“Dai Bella” s’intromise Rabastan “Ti lamenti sempre che non ti facciamo sentire parte del gruppo e poi, nel momento in cui ti trattiamo come una di noi, fai tanto la riservata?”
Bellatrix voltò il capo verso Voldemort che le fece uno svagato cenno di assenso “Pecorina” rispose allora Bella “Dall’uomo giusto, mi piace essere dominata”
“Intrigante” rispose Rabastan. Antonin sentì qualcosa smuoversi sotto la veste nell’immaginarsi Bellatrix a quattro zampe.
“Vi consiglio l’Occlumanzia” sibilò Voldemort infastidito e Antonin serrò gli occhi tentando di chiudere la mente.
“E voi, Padrone… se posso chiedere?” domandò Rabastan. Era curioso di capire che cosa piacesse a un uomo della portata di Lord Voldemort.
“Io sono ancora più banale e noioso del povero Antonin” ribatté Voldemort. Per la prima volta durante quella serata sembrava sinceramente divertito.
“Missionario, mio Signore?” chiese Travers reso coraggioso dall’alcol.
“Oh no” Voldemort si strinse nelle spalle “Qualsiasi posizione preveda stare tra le cosce di Bellatrix è la mia preferita”
“Non l’ha detto davvero!” esclamò Rita Skeeter. Aveva gli occhi spalancati dalla sorpresa e la bocca aperta in una perfetta “O”.
“No, non posso credere proprio l’abbia detto davvero!”
“E invece sì” annuì Antonin compiaciuto da quella reazione.
“Era innamorato di lei!”
Antonin guardò Rita Skeeter come se avesse davanti la persona più idiota che avesse mai avuto la sventura di incontrare “Non dica fesserie, signorina Skeeter” la rimproverò.
“Ma…”
Antonin scosse la testa “Era il suo modo di manipolarla” lo disse come se fosse la cosa più scontata del mondo e, all’improvviso, sentì come se una mano ghiacciata gli stesse stritolando il cuore: Bellatrix si sarebbe meritata di più.
  
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