Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Milly_Sunshine    05/01/2023    3 recensioni
Aurora, giovane professoressa di matematica, viene invitata a trascorrere un weekend a casa di un'amica di famiglia. Oscar è il figlio della padrona di casa, è un giornalista che ha lasciato il lavoro per inseguire il sogno di diventare scrittore. Tra i due c'è una forte attrazione e sembrano destinati fin da subito l'una altro. Tuttavia, non sempre la realtà è facile come la si immagina e a volte basta poco perché vecchi segreti che dovevano rimanere tali possano venire alla luce: nel passato di Oscar ci sono ombre e segreti dolorosi sui quali Aurora vuole fare luce. Contesto "persone adulte che vivono negli anni '80/90" non esiste come opzione, quindi vada per contesto generale/ vago, l'unica che può essere adatta.
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Dal pianerottolo giunse una voce: «Ehi, mi potete aprire?»
«Scusa, si deve essere chiusa la porta» osservò Aurora, facendo per alzarsi in piedi.
Nora le fece un cenno, come a indicarle di rimanere seduta.
«Vado io.»
Andò ad aprire e fece entrare Paolo, che aveva uno scatolone in mano.
Aurora, dall'interno del soggiorno, diede loro istruzioni: «Mettete tutto nella mia stanza da letto, poi ci do un'occhiata stasera.»
Poco dopo Nora tornò, seguita da Paolo. Aurora guardò quest'ultimo con occhi carichi di gratitudine.
«Senza di te, non avrei saputo come fare.»
Vittorio intervenne, indicando se stesso ed Emilia: «Veramente anche noi abbiamo fatto qualcosa.»
«E infatti vi ho già ringraziati» precisò Aurora. «Comunque, ve lo ripeto, grazie di tutto. Se non ci foste stati voi, non avrei nemmeno saputo dove sbattere la testa, in queste ultime settimane.»
Non che al momento lo sapesse, ma quantomeno aveva ricevuto aiuto nei giorni più difficili. Quello in cui avrebbe dovuto annunciare alla suocera l'avvenuto matrimonio con Oscar era divenuto quello in cui le era stata comunicata la notizia della morte di suo marito. Era un'idea devastante, che Aurora non aveva preso in considerazione nemmeno quando Oscar era ancora incosciente in terapia intensiva, ma le circostanze nelle quali era avvenuta erano ancora più angoscianti di qualsiasi pensiero avesse potuto formulare.
Gabriele si era introdotto all'interno dell'ospedale ed era riuscito a passare inosservato. Si era camuffato rubando un camice e si era introdotto nel corso della notte nella stanza nella quale Oscar era ricoverato. Non era chiaro cosa fosse accaduto tra di loro, ma era molto probabile che Gabriele si fosse recato là con l'intenzione di sbarazzarsi di Oscar. Mentre quest'ultimo giaceva quasi inerme a letto, aveva spezzato bruscamente la sua vita con una coltellata alla gola. La morte era stata istantanea e subito dopo l'assassino si era dato alla fuga, che non era tuttavia durata molto: era stato identificato e rintracciato nell'arco di poche ore.
Vittorio ed Emilia avevano fatto molto per Aurora nei giorni tremendi che erano seguiti, nonostante non avessero alcun obbligo nei suoi confronti e la stessa Aurora li avesse conosciuti a malapena, fino a quel momento. Nell'arco di poche settimane, tuttavia, aveva maturato la certezza di poterli considerare amici.
Quando il padrone di casa di Oscar l'aveva contattata per chiederle che cos'avesse intenzione di fare con l'appartamento nel quale suo marito aveva abitato insieme a Nico, Aurora gli aveva assicurato che, in tempi brevi, l'avrebbe svuotato di tutto ciò che vi era dentro.
Erano stati sempre Vittorio ed Emilia a offrirsi di aiutarla a sgomberarlo. A loro si era aggiunto Paolo e, proprio per via della sua presenza, Aurora aveva chiesto a Nora di aggiungersi. Non le era ben chiaro se tra i due ci fosse interesse reciproco, ma ci sperava.
La settimana precedente Emilia aveva portato via dell'appartamento gli effetti personali di Nico, con l'intento di consegnarli a Floriana, mentre in quel weekend era toccato a ciò che era appartenuto a Oscar. Aurora aveva fatto portare tutto a casa sua.
Oltre alle questioni prettamente pratiche, tutti i presenti dimostravano sincero interesse nei suoi confronti, talora diventando anche un po' troppo pesanti, come Paolo che, pochi istanti dopo essersi seduto, le domandò: «Come va con la signora Molinari?»
Il fatto che i rapporti tra Aurora e la madre di Oscar non fossero idilliaci - seppure non più tesi come all'epoca in cui Luisa l'aveva tacciata di avere delle responsabilità in merito al ferimento di Oscar e le aveva impedito di vederlo - era ben risaputo, ma non vi era evoluzione.
«Va tutto come prima» gli assicurò Aurora. «Meno la vedo e meno la sento e meglio è.»
«Gliel'hai già detto?»
«L'avrebbe scoperto ugualmente.»
«Come ha reagito?»
«Gliel'ho fatto comunicare da mia madre. Subito dopo ha cercato di contattarmi, ma non ho risposto. O almeno, penso fosse lei che mi telefonava con insistenza, ma ho sempre fatto finta di niente. Messaggi in segreteria non ne ha lasciati ed è stato meglio così. Ha solo comunicato a mia madre che ritiene di avere diritto di vedere suo nipote, quando nascerà, e di essere pronta ad andare per vie legali.»
Emilia borbottò: «Davvero molto simpatica quella donna. Più il tempo passa e più inizio a pensare che Nico sia stato fortunato, quando ha deciso di abbandonarlo. Peraltro vorrebbe farti causa per che cosa? Per caso le hai fatto sapere che non vuoi che lo veda?»
Aurora scosse la testa.
«No, certo che no, non mi sarebbe mai venuta in mente una simile idea. Oscar non ha mai saputo che avremmo avuto un figlio, ma non sarebbe sicuramente stato d'accordo con un pensiero del genere. Non era molto felice di come si comportasse sua madre, ma non desiderava tagliarla fuori dalla sua vita, solo convincerla a rispettare i suoi spazi. Non vorrebbe certo che a Luisa non fosse permesso di avere un ruolo nella vita di suo nipote.»
«E allora che cosa vuole?» obiettò Emilia. «Per caso controllarti come faceva con Oscar quando stava in ospedale? Immagino che sia difficile anche per lei, ma almeno potrebbe sforzarsi di mostrare un po' di rispetto nei tuoi confronti.»
«Luisa Molinari non ha molto chiaro che cosa sia il rispetto, su questo mi sono messa il cuore in pace già da tempo. Ad ogni modo non le permetterò di prendere decisioni al posto mio.»
«Mi sembra una buona idea.»
Vittorio concordò con Emilia: «Anche secondo me. La signora Molinari deve darsi una calmata. Ha già fatto abbastanza casini quando c'era ancora Oscar, almeno adesso dovrebbe darsi una controllata.»
«Adesso, però» li pregò Aurora, «Basta parlare di lei. Ne ho già abbastanza quando sono con i miei, anche loro non fanno altro che parlarmi di Luisa. Io, invece, ho altri pensieri, al momento.» Si rivolse a Emilia. «Mi piacerebbe incontrare Floriana, la madre di Nico. Oscar sembrava felice di averla rivista.»
«Credo che anche a lei piacerebbe incontrare te» rispose Emilia. «Anche se non ti conosce, mi ha chiesto di te, qualche volta. Anche Floriana era contenta dell'incontro con Oscar, ma si sente colpevole per quello che gli è accaduto. Se non gli avesse mai fatto certe confidenze, Oscar non avrebbe capito che la morte di Nico non era stata solo un incidente.»
«Non è colpa sua.»
«Gliel'ho detto un sacco di volte, ma non mi sta molto a sentire. Magari, se le parlassi tu, avresti più effetto.»
«Va bene. Fammi sapere tu, quando sarà disposta a incontrarmi.»
Fu Emilia a organizzare la visita, che di svolse una settimana più tardi, la domenica pomeriggio. Aurora vi si recò da sola, partendo in anticipo e arrivando sotto casa di Floriana Pizzi una ventina di minuti prima rispetto all'orario dell'appuntamento. Avrebbe potuto suonare il campanello e farsi aprire, ma preferì attendere che giungesse l'ora alla quale la madre di Nico le aveva chiesto di vedersi.
Rimase seduta in macchina, pensando a come tutto fosse radicalmente cambiato proprio il giorno in cui Oscar di era recato a casa della stessa donna.
"Floriana non c'entra nulla con la sua morte" si ripeté Aurora. Non c'era bisogno di convincersi, ma temeva pensieri intrusivi che potessero suggerirle, anche solo per una frazione di secondo, l'esatto contrario.
Attese.
Attese che venisse l'orario.
A quel punto scese dall'auto e suonò il campanello, chiedendosi che cosa le avrebbe riservato il resto del pomeriggio.
Quando Floriana aprì il portone, Aurora si affrettò a salire le scale, trovandosi poco dopo al cospetto della donna. Era proprio come se la immaginava, doveva essere merito delle descrizioni di Oscar.
«La signorina Aurora?» le chiese Floriana.
«La signora Aurora» la corresse, «Ma può chiamarmi solo Aurora.»
«Io sono Floriana» si presentò la madre di Nico, tendendole la mano.
Aurora gliela strinse.
«Piacere di conoscerla.»
«Il piacere è mio» replicò Floriana. «Sono contenta che sia venuta a trovarmi. Venga dentro.»
Aurora entrò. La seguì in cucina, dove vide subito, incorniciata alla parete, la fotografia di Riccardo.
«Suo nipote è venuto al mio matrimonio. È proprio un bel bambino.»
«Me l'ha raccontato. Ha detto che gli è piaciuto, per quanto possa essere piacevole un matrimonio all'interno di un ospedale.»
«Anche a me è piaciuto che Riccardo ci fosse: una sorpresa dell'ultimo momento, ma che ha portato molta allegria. Un matrimonio all'interno di un ospedale non è un granché, almeno con lui è stato meno deprimente.»
Floriana annuì.
«Riccardo sarebbe in grado di portare allegria ovunque. Ma prego, si sieda.»
Aurora si accomodò e Floriana fece lo stesso.
«Come sta?» chiesero l'una all'altra quasi all'unisono.
Nessuna delle due diede una risposta.
Floriana indicò la foto di Riccardo.
«Somiglia tantissimo a mio figlio Nico. Mio nipote è un bambino più tranquillo, ma fisicamente è identico al papà... e non solo fisicamente, credo. Riccardo è come avrei voluto fosse Nico: meno scalmanato, ma con un carattere molto simile. Mi sembra di rivedere Nico ogni volta in cui vedo Riccardo.»
«Purtroppo non ho mai conosciuto Nico» replicò Aurora, «Ma Oscar mi ha parlato molto bene di lui.»
«A proposito, la ringrazio per avermi fatto avere, tramite Emilia, le cose che erano rimaste a casa sua e di Oscar. Mi ha fatto molto piacere.»
«In realtà non sapevo come comportarmi. Mi sono ritrovata a dovere decidere di quello che c'era a casa di Oscar e ho pensato che fosse giusto fare avere tutto a Emilia o a lei.»
«Ha fatto bene» confermò Floriana. «Non mi sarebbe dispiaciuto se fosse stata Emilia a tenersi tutto, ma ha deciso così. Per quanto lei e Nico si fossero lasciati, mi piace ricordarli come coppia. Magari lo sarebbero stati di nuovo, se mio figlio non si fosse preso una sbandata per quella donna, Giuliana. Non aveva raccontato a nessuno della loro relazione, se non a me. Mi piace pensare che se lo fosse tenuto per sé perché non era convinto di quello che faceva, che ci fosse ancora Emilia nei suoi pensieri. Non riesco a credere che non abbia mai parlato a Oscar di lei.»
«Come le ho detto, non ho mai conosciuto Nico, quindi non posso avere una vera e propria idea» rispose Aurora, «Ma non mi piace pensare alle persone come se fossero solo la metà di una coppia. Nico era di più del suo matrimonio fallito, così come era di più della sua cotta per Giuliana, anche se è morto proprio per quella ragione.»
Floriana scosse la testa.
«No, Nico non è morto perché si è innamorato di quella donna, è morto perché un gran pezzo di merda l'ha ammazzato e, purtroppo, quel pezzo di merda non si è accontentato né di lui né di Giuliana. Mi dispiace tanto per quello che ha fatto a suo marito. Oscar non meritava di morire così. Se solo potessi tornare indietro... Non so cosa farei, ma parlargli di Nico, di Giuliana e del fatto che Nico temesse per la propria vita non è stata una buona scelta.»
Aurora replicò: «Emilia mi ha detto che si sente colpevole per questo, ma si sbaglia. Lei non ha colpe, Floriana. L'unico colpevole è l'uomo che li ha uccisi.»
«Cosa importa se siamo o non siamo colpevoli?» obiettò Floriana. «Lo so, non ho responsabilità, ma se non avessi detto certe cose a suo marito, di sicuro non si sarebbe andato a cacciare in una trappola.»
«C'è chi prepara le trappole e chi si limita a non chiedersi se ci saranno trappole in cui incappare. Non ha bisogno di sentirsi colpevole. Sono certa che abbia già abbastanza rimpianti, senza doversene costruire altri ad arte.»
«Rimpianti? Non credo di averne.»
«Ne è sicura? Non c'è nulla che avrebbe voluto dire a Nico, ma non gli ha mai detto?»
«Beh, se la mette in questi termini, molte cose. Avrei voluto dirgli che gli volevo bene. È scontato, forse, ma appunto, solo quando perdiamo una persona ci rendiamo conto di quante cose scontate non potremmo più dire loro.»
Aurora sospirò.
«La capisco. Non ho nemmeno mai detto a Oscar che lo amavo. Anche questo è banale e sono sicura che comunque l'avesse intuito, ma forse avrei dovuto essere più esplicita. Comunque non è niente in confronto al fatto di non avergli mai detto di aspettare un bambino.»
«Lo sapeva da molto?»
«Pochi giorni.»
«Perché non gliel'ha detto?»
«Perché ci siamo rivisti solo il giorno del matrimonio. Temevo che troppe emozioni in un colpo solo fossero troppo difficili sa reggere... e ho sbagliato, perché così non lo scoprirà mai.»
«Non sono mai stata molto religiosa, mentre il paranormale proprio mi ha sempre inquietato, ma ho sempre pensato che rimanga qualcosa, delle persone che se ne vanno. Magari suo marito è ancora qui, intorno a noi, e ha saputo del bambino che nascerà.»
«Non so se Oscar sia ancora qui, ma preferirei avesse raggiunto la pace eterna, piuttosto che saperlo vagare sulla Terra come alla ricerca di qualcosa che non potrà mai trovare.»
«Capisco quello che intende, Aurora. Gliel'ho detto: il paranormale è inquietante, per me. Nemmeno io sarei felice per Nico, se stesse vagando senza meta tra i vivi. Preferirei saperlo altrove, magari insieme a Oscar. Mi parlava di lui ogni volta in cui ci incontravamo. Lo adorava e, quando Oscar è venuto a trovarmi, ne ho capito le ragioni. So che sembra un po' fuori luogo, ma penso sia stata una donna fortunata, Aurora.»
Rimasero entrambe in silenzio per lunghi istanti, poi Aurora convenne: «Sì, lo ammetto, sono stata fortunata. Per quanto Oscar adesso non ci sia più e dovrò sentire la sua mancanza per il resto della mia vita, tutto quello che conta per me è averlo incontrato. Siamo stati bene insieme, anche se sono stati solo quattro mesi.»
«Quattro mesi possono valere più di una vita intera» replicò Floriana. «Mi dispiace davvero tanto per come è andata a finire, ma sono contenta che Oscar abbia avuto accanto, anche se per poco tempo, una persona che lo amava e della quale ricambiava sicuramente l'amore. Penso che se lo meritasse. Era un ragazzino a modo, in passato, ed era diventato un uomo a modo, nonostante...» Si interruppe, apparendo un po' imbarazzata. «Mi scusi, non avrei dovuto dirlo.»
Aurora sorrise.
«Non l'ha detto.»
«Ho paura che abbia capito lo stesso.»
«Intendeva dire nonostante sia cresciuto con Luisa Molinari?»
«Lo so, non avrei dovuto permettermi.»
Aurora puntualizzò: «Se ha paura di offendermi, stia tranquilla. Mia suocera è una donna piuttosto difficile e non mi ha mai davvero considerata come una persona all'altezza. Anch'io penso che Oscar non somigliasse per niente a sua madre... ed è una buona cosa, assolutamente. Se fosse stato anche solo un po' simile a Luisa», ormai aveva già smesso da settimane di chiamarla zia, «non credo mi sarei mai innamorata di lui.»
Floriana ribatté: «Lo credo anch'io.»
«Da quanto ho capito, si è comportata in modo terribile.»
«Oscar le ha detto la verità su Nico?»
«Sì.»
«Non c'è da sorprendersi che l'abbia fatto. Sono convinta che Oscar non volesse avere segreti, con lei.»
Aurora non commentò. Si limitò a tornare al discorso accennato poco prima.
«È terribile che Luisa abbia reagito con così tanta indifferenza alla morte di Nico.»
«Ormai mi sono rassegnata» ammise Floriana. «Per lei i soldi e l'ambizione venivano prima di tutto. L'unica ragione per cui non era in grado di provare amore per Nico era che le avrebbe impedito di sposare il signor Molinari e di non avere più problemi economici vita natural durante. Quando si trattava di Nico, quella donna era un pezzo di ghiaccio e non cambierà mai. Ma sa cosa le dico? Meglio così. Non sono stata una madre modello, neanche da lontano, e ne sono consapevole. Però Luisa Molinari l'ha odiato senza ragione quando era un ragazzino innocente, invece io l'ho amato mentre era un uomo che faceva a pezzi la propria vita. Nico era figlio mio, non suo.» Abbassò lo sguardo. «Mi scusi, mi sono lasciata andare. Posso offrirle qualcosa da bere? Le va un tè?»
Aurora stava per rifiutare, ma cambiò idea: le veniva offerta la possibilità di prolungare il proprio tempo in compagnia di quella donna e, chissà, magari la possibilità di passare ad argomento più leggeri.
«Va bene.»
Rimase a casa di Floriana finché non scese la sera. Ascoltò la madre di Nico raccontarle eventi passati della propria vita, poi finì per diventare lei stessa voce narrante. Chissà come, arrivò anche a parlarle del suo incontro con Oscar sul molo, l'estate precedente.
Quando scese per tornare a casa, ci stava ancora pensanso. Salì in macchina con davanti a sé l'immagine del "poeta maledetto" che, comparendo all'improvviso nella sua esistenza, sosteneva che fossero simili.
«Avevi ragione, Oscar» mormorò Aurora, chiudendo la portiera. «Eravamo più simili di quanto pensassi quella mattina e tutto ciò che volevo era passare il resto dei miei giorni con te.»
Solo silenzio, dentro e fuori di lei. Ormai era tardi, Oscar non poteva più risponderle. Tutto ciò che poteva fare era limitarsi a immaginare la sua voce, con la vana speranza di essere udita.
Accese il motore e avviò il tergicristallo. Il parabrezza era bagnato a causa dell'umidità. Faceva freddo, c'era la nebbia e il mese di gennaio sembrava non finire mai.
"Vedi, mentre ti chiedo di non amarmi per sempre, che ieri era gennaio e presto sarà dicembre" sembrava dirle la voce di Oscar mentre si metteva in strada.
Aurora tornò a casa, pensando al blocco degli appunti che spesso sfogliava. L'indomani avrebbe contattato l'editore, informandolo di avere degli inediti di Oscar, nella speranza che non pretendesse di trasformarli in inediti di Olivia Passante, né che l'unica ragione per avere il nome del vero autore in copertina fosse la sua tragica storia.

*** fine ***

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Milly_Sunshine