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Autore: cassiana    05/01/2023    3 recensioni
Sono diverse notti che Roger non riesce a dormire bene, convinto che sia per lo stress e la stanchezza del suo ultimo tour e un po’ anche per l’aspettativa del 50° anniversario dell’uscita di Dark Side Of The Moon, decide di non darci troppo peso. Se non fosse che alcuni vecchi amici vengono a fargli compagnia e gli daranno l’occasione di riflettere sulla sua vita passata, presente e futura.
Genere: Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: David Gilmour, Nick Mason, Richard Wright, Roger Waters, Syd Barrett
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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How I wish you were here




Qualche sera dopo Roger si girava e rigirava tra le costose lenzuola del letto di una delle camere degli ospiti della signorile dimora di Nick. Forse aveva mangiato o bevuto troppo, ma si era divertito. Era da parecchio tempo che non trascorreva quasi un'intera giornata col suo vecchio amico. Avevano vagato in macchina per le stradine del Wiltshire, ascoltato i loro vecchi dischi preferiti sul sofisticato impianto stereo di Nick, ridendo e rivangando i vecchi tempi, poi Annette li aveva raggiunti per cena.

"Spero non ti dispiaccia se non abbiamo preparato nulla di più raffinato."

Nick mise la mano su quella della moglie in un gesto protettivo e Roger sorrise:

"Era tutto perfetto Nettie, sei stata magnifica come sempre." "E tu sei un adulatore! Vi lascio alle vostre chiacchiere ora… E Nick non bere troppo, che poi russi."

Annette fece un occhiolino d'intesa a Roger mentre Nick sollevava divertito gli occhi al cielo. Per un momento entrambi gli uomini seguirono la voluttuosa figura della donna farsi strada verso l'uscita della sala da pranzo. Roger sospirò:

"Sei stato proprio un fortunato bastardo a trovare una come lei."

Non aggiunse che anche lui avrebbe voluto una relazione come la loro. Nick si adagiò più comodo nella poltrona e sorrise compiaciuto:

"Hai una bellissima nuova moglie, ho visto le vostre foto e lei sembra molto presa…e anche tu."

Roger si strinse nelle spalle suo malgrado, dopo poco più di un anno dal loro matrimonio e cinque di convivenza non riusciva quasi più a credere che le intenzioni di Kamilah fossero del tutto sincere. Si lasciò scappare:

"Eh, ha vinto alla lotteria."
"Oh, andiamo Rog! Piuttosto come sta andando la tua autobiografia, quanta merda ci butterai addosso?”

Il tono di Nick apparentemente leggero non nascondeva tuttavia una leggera apprensione. Roger si erse sulla poltrona:

“Dico solo la verità. Comunque ho quasi finito, penso che per la fine dell’anno potrebbe essere in uscita.”
“Giusto in tempo per il cinquantesimo…cos’è il tuo modo di festeggiare?”
“A questo proposito… Ho finito di scrivere le note per il cofanetto nuovo.”

Nick sollevò le sopracciglia sperando che non si ripetesse il casino accaduto per Animals che era uscito tre anni dopo il previsto a causa delle impuntature di quei due testoni. Roger stava proseguendo:

“...e penso di presiedere l’inaugurazione di Their Mortal di New York. Ma vorrei fare qualcosa di più. David come sta?”

Roger lo sapeva bene, ma voleva sapere quanto Nick fosse consapevole dei problemi del chitarrista. Infatti lui rispose:

“Credo bene, sta lavorando a quel suo nuovo progetto e credo che anche quello sarà in uscita per la fine dell’anno. Perchè, vuoi fargli una macumba?”

Nick ridacchiò, ma Roger si masticò le labbra:

“Era ora che smuovesse quel suo culo grasso. Ma stavo pensando che sarebbe bello, sai… non so, fare qualcosa insieme?”

Nick sussultò sorpreso:

“Davvero? Ti senti bene o cosa? E’ la seconda volta in pochi giorni che sento te e David fare gli stessi discorsi. Se non fossi ateo penserei che c’è una strana magia nell’aria.”
“Nooo, è solo che siamo vecchi e forse stiamo diventando più saggi.”
“Vecchi si, saggi… ne dubito!”

Entrambi scoppiarono a ridere, ma Roger non smetteva di pensarci mentre si agitava nel letto. Aveva persino fatto una ricerca tra i migliori ortopedici specializzati nella microchirurgia della mano, ovviamente tra di loro c’era il nome del dottore che aveva visitato David, ma Roger voleva il migliore se riusciva a trovarlo. Sbuffò, tutto quel parlare di passato e relazioni vecchie e nuove gli aveva messo una strana malinconia addosso, aveva sempre pensato che fosse stato sfortunato con le sue donne: aveva amato le sue mogli con tutto sè stesso, sempre. Ma poi ognuna si era rivelata una delusione, come se non fosse stata all’altezza del sentimento da lui provato e così iniziavano le recriminazioni, i tradimenti, i silenzi in una giostra perversa che finiva sempre col rompersi in mille pezzi. Quando aveva scritto quel commento alle foto del suo matrimonio, che aveva finalmente trovato qualcuno che si prendesse cura di lui, non aveva voluto lanciare frecciate verso le sue precedenti mogli, anche se ovviamente qualcuno l’aveva letto in quel modo. Ma si sentiva vecchio e stanco e sempre meno combattivo, voleva solo essere amato e non ci riusciva mai.

“Non ci riesci perchè sei un egocentrico egomaniaco.”

La voce di Judy seduta in fondo al letto lo fece sussultare:

“Cristo Raggio di Sole, mi hai quasi fatto venire un infarto!”

Il fantasma della donna sorrise:

“Non te lo meriteresti un infarto, quasi.”
“Sei ancora arrabbiata con me…”

Roger si passò la mano tra gli ancora folti capelli bianchi e si stropicciò la faccia. Per un momento gli sembrò che Judy volesse allungare la mano ad accarezzarlo. Invece lei si alzò e gli fece cenno di seguirla. Dietro la sua figura c’era un codazzo di gattini siamesi e Roger sentì gli occhi riempirsi di lacrime:

“Mi farai vedere la mia morte? Sarà orribile?”
“Non essere melodrammatico. Non è della tua morte che dovresti preoccuparti.”

Raccolse uno dei gatti e lo introdusse in un’ampia camera che Roger riconobbe come il salotto di casa sua a Manhattan. Suo figlio Harry incanutito e corrucciato stava parlando con la sorella che si torceva le mani:

“Non sono sicura…”
“E’ l’unica soluzione, ti dico: ormai è fuori controllo.”

Roger guardò interrogativo Judy che stava accarezzando il gatto e gli fece cenno di ascoltare. I suoi figli gli sembravano invecchiati e sfiniti e gli fece male sapere che molto probabilmente era lui la causa dei loro dolori. Jack entrò sbattendo la porta e sedendo pesantemente sul divano accanto a India.

“Io non lo sopporto più: continua a blaterare di azioni legali, tagliare fondi… la sua demenza sta peggiorando sempre di più.”

Incrociò le braccia, stringendo le labbra. Poco dopo si sentì riaprire la porta e un Roger visibilmente più anziano si fece avanti sorretto da un deambulatore, la voce querula che minacciava:

“Oh eccola qua, la mia prole, le mie grasse sanguisughe! Ho chiamato i miei avvocati: siete fuori dall’eredità. Tutti e tre!”

India si sollevò dal divano e andò verso il padre cercando di calmarlo:

“Dai, papà. Ti riporto in camera tua: sei stanco.”
“Credi che sia un vecchio rincoglionito? Lo so a cosa puntate: volete farmi internare, ma io non ci sto! Judy, diglielo tu che non possono farlo!”

Il Roger del presente guardava sgomento il sè stesso del futuro completamente fuori di sè, si voltò verso il fantasma della prima moglie chiedendole:

“Può vederti?”
“Ovviamente no. “
“Come ho fatto a ridurmi così? Cristo, preferisco tirarmi un colpo in testa prima.”

Judy si strinse nelle spalle come a dire che forse avrebbe potuto farlo, o l’avrebbe fatto. Roger sbiancò e osservò con pena il se stesso portato via e blandito dalla figlia. Sedette accanto a Harry, ormai calvo e la sua bella barba rossa ridotta a un pizzetto grigio.

“E’ iniziato tutto da quel maledetto libro. Vorrei aver potuto bruciare tutte le copie.”

Stava dicendo Jack con voce stanca, ma ancora bellicosa.

“Più che cercare di farlo ritirare non possiamo fare molto.”
“Beh, tra querele, azioni legali e polemiche varie ci è venuto a costare una fortuna!”

Roger non potè evitare che un sorrisetto compiaciuto strisciasse sul suo viso: quello voleva dire che aveva colpito nel segno!
Harry si grattò la pelata e andò a prendersi un bicchiere di cognac e il fratello lo avvertì:

“Fà che non ti veda papà o dirà che stai sperperando il suo patrimonio. Com’è che ti ha definito, un incapace senza arte nè parte? ”
“Per la precisione le sue parole sono state: un inetto di poco talento.
“Già l’incapace dal dubbio gusto musicale sono io. Dio, non posso credere che abbia anche avuto la sfacciataggine di dedicarci quella porcheria.”

Roger giocherellò con gli anelli alle dita, forse era stato troppo duro con i suoi figli; in fondo era vero che lavoravano solo grazie a lui, ma poteva essere orgoglioso di aver trasmesso loro il suo amore per la musica e parte del suo talento. Si mordicchiò le labbra ascoltando ancora i due figli parlare:

“Per non parlare di quello che ha scritto delle nostre madri.”
“L’unica che si è salvata sembra India.”
“E’ sempre stata la sua preferita.”

Bofonchiò Jack.

“Non lo so…sembra che alla fine nessuno sia il suo preferito. A parte se stesso.”

Concluse con amarezza Harry sollevando il bicchiere in aria in una sorta di ironico brindisi. Roger appoggiò i gomiti alle ginocchia e si prese la testa fra le mani: che cosa aveva fatto?
Quando si risollevò era di nuovo seduto sul letto, circondato da gatti fantasma. Judy lo guardava e Roger sentì il cuore stringersi:

“Mi sei mancata sai? Mi è mancata la nostra amicizia … eravamo speciali io e te. Avrei voluto che le cose tra noi andassero diversamente.”
“Davvero? Il fatto che tu mi abbia sputtanata nel tuo disco non ha aiutato, sai?”
“Dio, ero così ferito e arrabbiato. E per la storia di Pink funzionava davvero bene. Lo fa ancora.”

Judy fece un gesto come a sottolineare l’ovvio e proseguì:

“Credi di essere stato tanto furbo a scoprirmi così, forse non ti è mai venuto in mente che ero lì e che io ho voluto che rispondesse lui?”
“Volevi farti scoprire, ma perchè?”
“Forse volevo renderti pan per focaccia, forse volevo farti capire che non ero così scontata. Ma tu come al solito invece di riflettere hai preferito gettarmi addosso tutte le colpe della fine del nostro matrimonio. Usandomi, usandoci.”

Roger allargò le braccia:

“Ma sono un’artista, è così che lavoro. E non dirmi che non sapevi a cosa andavi incontro mettendoti con me.”
“Basta, ho ascoltato fin troppo e non sono venuta qui a recriminare sulla fine della nostra amicizia e del matrimonio. Mi fai compassione Roger: hai solo un’immenso amore dentro di te e non sai come darlo. E’ così triste.”

Finalmente Judy si alzò e gli fece una carezza, Roger sentì la pelle della guancia formicolare al tocco del fantasma.

“No, aspetta Raggio di Sole!”

Ma Judy era scomparsa accompagnata dall’eco di un delicato miagolio.
Roger si svegliò boccheggiante e corse ad aprire la finestra, l’alba stava colorando d’oro rosa le campagne del Wiltshire e lui si affrettò a preparare i bagagli e salutare Nick e Nettie.
Aveva fretta di tornare alla sua suite, sedette al laptop e richiamò le bozze della sua autobiografia. Ci mise quasi l’intero pomeriggio nel finire la lettura e man mano che andava avanti si sentiva sempre più nauseato. Il suo libro era spazzatura, lo sfogo di un uomo amareggiato e rancoroso che non si faceva scrupolo nel gettare fango su tutto e tutti, persino sui suoi figli. Non sembrava migliore deningrando gli altri, solo più meschino. Si masticò l’interno della guancia e si mise in contatto col suo agente letterario:

“Si, voglio fare dei cambiamenti sulla bozza. Sì, su quasi tutto in realtà…Sì mi serve aiuto, come si chiama quel giornalista … esatto lui. Chiamalo e chiedigli se per favore può aiutarmi col casino che ho combinato. Sì, certo che mi sento bene!”

Chiuse la chiamata e tambureggiò sul piano del tavolo, lo sguardo gli cadde sul foglio dove aveva trascritto i recapiti degli ortopedici, osservò i numeri pensieroso. Prese il cellulare e lo guardò assente: doveva avere il suo numero in rubrica. Chissà se funzionava ancora, richiamò il numero e rimase con il polpastrello sospeso sullo schermo per un momento. Fece un lungo sospiro poi si decise a premere sul simbolo della chiamata. Mentre dall’altra parte il telefono squillava a vuoto dentro di sè si disse che era ancora in tempo, che poteva chiudere la chiamata e non pensarci più. Stava per farlo quando la voce che ricordava bene rispose e Roger chiuse gli occhi e si buttò:

“David? Sono Roger.”





Angolo Autrice:

Judy Trim è stata la prima moglie di Roger nonchè sua migliore amica e amore di gioventù ed è morta nel 2001 di cancro.
Roger sta davvero scrivendo la sua autobiografia in cui ha già annunciato sarà scritta la verità su come sono andate le cose… o almeno la sua verità.
   
 
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