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Autore: Khailea    05/01/2023    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo: 
Jack
Daimonas 
Ailea
Khal 
Lighneers 
Zell 
Astral 
Lacie 
Hope 
Grace 
Milton 
Seraph 
Alexander 
Johanna 
Samantha 
Nadeshiko 
Ayame 
Ryujin
Yume
Cirno
Vladimir
Annabelle
Wyen
 
 
 
 
 
 
 
 
Wyen camminava in prima fila, con la testa bassa per l’imbarazzo ed il fratello accanto a sé.
Yume si era veramente impegnata per trovarle dei buoni abiti, ed in un certo senso ci era anche riuscita, solo che erano talmente belli da farla sentire al centro dell’attenzione, e come sensazione era decisamente nuova per un’ombra che, fino ad ora, si era mossa indisturbata senza mai essere guardata da nessuno.
Come richiesto, Yume le aveva trovato un costume intero, simile a quello della scuola tranne per il colore verde scuro, che non scopriva eccessivamente, ma con delle balze ai lacci sulle spalle che rendevano così la parte superiore simile ad un top.
Wyen aveva chiesto se fosse possibile mettere anche una gonna, visto si sentiva a disagio a camminare in mezzo a tanta gente in quel modo, Yume però non era stata d’accordo, ma le era venuta incontro ed avevano trovato un accordo: una lunga maglia trasparente, di una tenue tonalità di blu brillantinato, che le arrivava alle cosce.
In quel modo era sì coperta, ma elegante e non eccessivamente.
In aggiunta le avevano anche preso un ampio cappello di paglia bianca, e nell’insieme stava veramente bene.
Daimonas le stava vicino per farla sentire più serena, ma era molto felice del risultato che Yume aveva ottenuto.
Anche lui si era preoccupato sarebbe stata eccessiva, invece aveva ascoltato la sorella, aiutandola facendola sentire a suo agio.
Di fatto, quando le ragazze la videro da vicine, furono tutte colpite.
-Wow, stai benissimo Wyen!- le sorrise Milton.
-È vero, sei proprio elegante.- annuì Vladimir.
-G-grazie…-
La ragazza sorrise, nascondendosi sotto il cappello.
Forse, essere notata, poteva essere una bella sensazione.
-Nyaaa fratellone! Mi hai portato le biglie?- gridò Lacie lanciandosi verso il fratello, bloccandosi quando vide l’enorme sacco che aveva con sé. -Nya? Quante ne hai comprate nya?- chiese sorpresa.
-Tutte quelle che servivano.-
Lacie ridacchiò divertita, raccogliendo solo una bustina di biglie. -Grazie nya, la pista è praticamente pronta nya.-
-Bene, possiamo iniziare la nostra battaglia allora!- esclamò Cirno, prendendo a sua volta delle biglie da Astral.
-A queste ci pensi ora?- gli chiese Seraph, guardandolo mentre si stendeva sullo sdraio.
-Dopo, ora mi rilasso un po’.-
Grace e Nate fecero lo stesso, con la ragazza ancora imbronciava che affondava le dita nella sabbia.
In una manciata di minuti anche gli altri arrivarono. Hope ed Alexander furono i primi, e la ragazza salutò timidamente tutti, cercando di sorridere anche a Grace, ma questa ancora non se la sentiva di parlarle, visto il rischio di perdere le staffe e trattarla male ingiustamente, quindi non rispose.
Dopo di loro arrivarono Johanna e Sammy, poi Lighneers, che si sedette nel punto più distante da Ayame, sotto lo sguardo vigile di Yume ed Annabelle, e per ultimi Ailea e Khal.
Daimonas rimase in silenzio, continuando a fissare la strada di blocchi verso il resort, ma Jack ancora non arrivava.
-Bene, direi che sono pronto per la mia passeggiata. Andiamo Milton?- chiese Vladimir alzandosi.
-Certo, qualcun altro vuole venire?-
-A me non dispiacerebbe.- annuì Wyen, sperando di potersi avvicinare al mare.
Non le sarebbe dispiaciuto anche nuotare, ma voleva sentire la sabbia sotto i piedi, e godersi l’aria salmastra ed il calore sulla pelle ancora per un po’.
-Io resto ancora un po’ qui.- disse Daimonas, sperando non fosse un problema.
-Assisterai alla mia vittoria allora nya.- sorrise Lacie soddisfatta della pista di fronte a sé.
-Non ci contare troppo.- ribatté Cirno, posizionando la propria biglia al punto di partenza.
-Veniamo anche noi.- disse Grace, prendendo per il polso Nate costringendolo ad alzarsi.
Una passeggiata non poteva farle che bene, se stava ancora ferma rischiava di esplodere.
L’espressione di Hope si incupì ancora di più, temendo la sua scelta dipendesse dal fatto lei era arrivata.
Alexander intuì i suoi pensieri, e guardò torvo Grace, pretendendo con lo sguardo che si scusasse, ma la ragazza lo ignorò.
Le avrebbe parlato, e risolto la cosa, ma con i suoi tempi.
-Ayame, che ne dici invece se noi andiamo a farci un bagno?- disse Yume, afferrando il braccio dell’amica.
-D’accordo…-
-Oh, anche io voglio venire!- esclamò Sammy, scattando pronta per andare.
-Se non vi dispiace, mi unirei anche io.- chiese cortesemente Ryujin, e nessuna ebbe da obbiettare.
-Sarai il nostro bagnino in caso di pericolo.- ridacchiò Yume, avviandosi verso il mare.
Con la coda dell’occhio Lighneers la guardò andarsene, assottigliando le labbra, infastidito, sapendo il perché l’aveva fatto.
Quella dannata voleva solo complicargli la vita…
Ancora non era certo abile nel controllare le sue emozioni ed a nasconderle, soprattutto ad Annabelle, che da quando il professor Zero le aveva affidato il compito di preparare da mangiare per il ragazzo, lo osservava con estrema attenzione.
Cos’era successo tra lui ed Ayame?
Purtroppo, sapeva che avrebbe ancora dovuto aspettare a lungo per ricevere una risposta… sperava solo che la verità non fosse troppo cruda.
 
 
 
 
 
 
 
 
Jack:
 
Fino ad ora Jack era rimasto nella hall, aspettando che tutti i suoi amici arrivassero e lo superassero.
A ciascuno aveva semplicemente detto si sarebbe goduto i divanetti nei dintorni, e che sarebbe arrivato più tardi.
Era la verità dopotutto, aveva già avvertito il suo collega del perché di quel suo lavoretto improvviso, e l’uomo fortunatamente si era detto molto disponibile ad aiutarlo, e l’aveva rassicurato che il resort era talmente efficiente da non richiedergli troppa fatica nel lavoro. perciò poteva andare e venire a piacimento, senza farsi problemi con i turni.
Michele era una bravissima persona, ed anche simpatica. Insomma, un omone grande e grosso dai capelli biondi e gli occhi azzurri, che aveva sempre un sorriso sulla faccia.
-Allora, due cose importanti in generale. Devi sempre avere un accendino o un apribottiglie nella tasca.- gli disse appena il turno cominciò. -Per ora te li presto io, appena puoi comprali però.-
-Certo, ma non credo mi ubriacherò più di tanto.-
-Ahaha, sei simpatico. Comunque è così anche da altre parti, per dare sempre al cliente ciò di cui ha bisogno. Per oggi però ti affiderei più che altro i succhi per i bambini.-
-Va bene, si deve pur partire dalla gavetta dopotutto.-
-Te la caverai, a quest’ora cominciano ad arrivare i genitori con i figli, e qualcosina la prendono sempre.-
Effettivamente, nonostante l’orario tardo, molti stavano ancora uscendo dalle proprie stanze per andare in spiaggia.
Se lui fosse stato in un simile resort, senza l’impegno di dovere lavorare, si sarebbe svegliato alle sette solo per farsi una bella nuotata.
Beh, il fatto non avesse bisogno di dormire però gli dava anche un certo vantaggio in più.
Una famigliola con un bambino era appena scesa per le scale, e proprio come Michele gli aveva detto avevano preso qualche spuntino e dei succhi di frutta.
Un senso di nostalgia lo colpì pensando alle vecchie vacanze in famiglia. Nonostante tutto quello che era successo, e la sua tragica fine, quei ricordi erano ancora agrodolci.
Il padre non veniva smesso negli hotel per via del suo lavoro, che lo teneva sempre occupato, ma si assicurava di mandarli nei posti migliori.
Sicuramente più per una questione di immagine, ma da piccolo la cosa non lo toccava.
Era felice quando sua madre gli comprava un succo, e quando andava a giocare con i suoi fratelli in spiaggia.
Non poteva rivivere quei ricordi, ma sperava di poterne creare di simili un giorno.
Era anche per questo dopotutto che si stava impegnando tanto per prendere l’anello a Daimonas, nella speranza che, se fossero tornati assieme, avrebbero potuto trascorrere tantissime vacanze in posti simili, viaggiando il mondo, e scoprendo cose nuove.
Un piccolo sorriso gli comparve sulle labbra, e fu ancora più grato nei confronti del signor Allister per avergli dato la possibilità di guadagnare ciò che gli serviva.
-Bravo così ragazzo, con un sorriso si lavora meglio.- si complimentò con lui Michele, dandogli una pacca sulla spalla. -Ricordati anche di pulire sempre il bancone dalle briciole.-
-Agli ordini capo.-
 
 
 
 
 
 
 
 
Ayame-Yume-Sammy-Ryujin-Grace-Nate-Vladimir-Wyen-Milton:
 
Il vento che le scompigliava i capelli, la sabbia che si infilava tra le dita.
Il mare le era mancato, perfino quel mare, di fronte al resort del padre, ma Grace non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce.
Era anche per questo motivo che non era voluta tornare, perché sapeva che, in un modo o nell’altro, si sarebbe ammorbidita, e la rabbia sarebbe svanita, ed allora avrebbe permesso al padre di dire quello che voleva, ed avrebbero litigato di nuovo.
Era stanca delle discussioni, del fatto non l’ascoltasse mai, e per quanto Nate fosse convinto del contrario dubitava che la sua presenza potesse cambiare qualcosa.
Dubitava che suo padre fosse veramente cambiato, perché mai avrebbe dovuto?
Con le braccia incrociate la ragazza fissava il mare, cercando strenuamente di aggrapparsi alla rabbia per non scivolare nuovamente negli stessi errori del passato, ma il moto delle onde la rilassava e basta.
-Ehi, sorellina, che ne dici di toglierti questo broncio?- la prese in giro il fratello, picchiettandole sulla punta del naso.
-Ti tiro un morso se lo rifai.- l’avvertì lei, battendo i denti quando il ragazzo si azzardò ad avvicinare il dito.
-Grazie per essere rimasta comunque. Avevo paura saresti tornata in città a piedi.- ammise Nate.
-Ci ho pensato, ma dovevo assicurarmi tu ti comportassi per bene.-
-Ahah, quindi ora sei tu che tieni d’occhio me?- rise lui, mettendole un braccio sulla spalla.
Grace sorrise, lasciandolo fare. -Come ho sempre fatto.-
-E dei tuoi amici che mi dici invece? Si stanno comportando bene?- chiese lui, con quel suo solito fare protettivo, lanciando uno sguardo a Vladimir.
-Sì, non preoccuparti. So cavarmela.-
-Dici che sai cavartela perché è successo qualcosa, o perché pensi qualcosa succederà?-
La ragazza alzò gli occhi al cielo.
Ed ecco che tornava il suo fratellone geloso.
-Lo dico perché non voglio tu ti faccia venire degli stupidi tarli nella testa.-
-Va bene va bene, ma se succede qualcosa, dimmelo, ok?-
-D’accordo, solo se tu farai lo stesso.-
I due camminarono a braccetto lasciando impronte nella sabbia, mentre qualche metro più in là, davanti a loro, Milton camminava sul bagnasciuga, con Wyen accanto che sfiorava l’acqua e Vladimir che invece, con le caviglie immerse, produceva alti schizzi.
-Sì, ci voleva proprio.- disse il ragazzo soddisfatto, sorridendo. -Siete sicure di non volere venire anche voi?-
-Io sono apposto, preferisco non bagnarmi troppo per il momento.- gli rispose Milton, e Wyen annuì d’accordo.
Oltretutto, non le sembrava decoroso per una ragazza muoversi in quel modo.
-Ehi Wyen, è la prima volta che vedi il mare?- le chiese Vladimir. -Daimonas la prima volta che l’ha visto non riusciva a smettere di guardarlo. O era con Jack?-
Milton ridacchiò intenerita. -Penso tutti e due.-
-Sì, è la prima volta, però nel luogo dove ho vissuto c’era una piscina, quindi so nuotare.-
-Fortunata, un vero lusso.-
-Sono sicura che anche tu ne hai una nascosta sul tetto.- lo prese in giro Milton.
-No, in cantina.-
Wyen camminava lentamente, tenendo con una mano il cappello per evitare che volasse.
Raramente stava senza il fratello, ma Milton era una presenza conosciuta e sicura, e Vladimir non sembrava una brutta persona.
Inoltre, forse era il momento giusto per fare alcune domande.
-… posso chiedervi, che tipo è Jack?-
I due la guardarono sorpresi, ma in fin dei conti era l’ex del fratello, quindi era comprensibile chiedesse cose simili.
-Un mattacchione.- rispose Vladimir molto semplicemente.
-È una persona sempre pronta a strappare un sorriso agli altri, ma anche molto seria ed affidabile.- disse invece Milton, desiderando far fare una bella figura al ragazzo.
-E quando stava insieme a mio fratello… lo trattava bene?-
-Sì, era molto protettivo, ma voleva solo il bene di Daimonas.- la rassicurò Milton.
-Tuo fratello purtroppo è un po’ uno scavezzacollo. Pensa sempre prima agli altri che a sé.- commentò invece Vladimir, facendo corrugare la fronte della ragazza.
-Non mi sembra una brutta caratteristica. Ha un buon cuore.-
-Sì, ma mette anche la sua vita a rischio troppe volte, e questo ha fatto stare male molti del gruppo.-
Vladimir era spietatamente sincero, però era proprio quello che era successo, ed anche Milton non poteva negarlo.
-Le relazioni sono complicate, di tutti i tipi.- tentò comunque di aggiungere. -Hai ragione, è bello che Daimonas sia una persona altruista, ma tutti noi vorremmo che imparasse anche a fidarsi di noi. A non lanciarsi nel pericolo senza parlarci, per trovare delle soluzioni assieme.-
-Capisco…-
Era veramente complicato, ma allo stesso tempo semplice.
Daimonas glielo aveva accennato, e sapeva che stava facendo dei progressi per loro.
Speranzosamente, sarebbe valsa la pena di tutti i suoi sforzi.
Non molto distante dal punto in cui i cinque erano partiti intanto, Ayame, Yume, Sammy e Ryujin stavano facendo il bagno.
Sammy si era già lanciata, e Ryujin era con lei tenendola per le mani e sollevandola in aria per farle fare degli schizzi, ma Ayame invece era seduta accanto al bagnasciuga, e non sembrava intenzionata a muoversi.
Yume la guardò con una fitta al cuore, e visto Ryujin si stava occupando della piccola decise era il momento di parlare.
Gentilmente andò a sedersi vicino a lei, spingendole delicatamente la testa sulla propria spalla.
-Tesoro… vuoi parlarmi?-
Ayame strinse le labbra, sentendo gli occhi bruciarle di nuovo.
Più teneva quei pensieri per sé più si sentiva male, e non poteva aspettare lo psicologo per tirarli fuori.
-… come fai, quando non provi quello che dovresti provare? Come fai a… a sistemare tutto…- i singhiozzi le ruppero la voce, e la ragazza schiacciò il viso sulla spalla dell’amica, cominciando a piangere.
Un dubbio cominciò a farsi largo nella mente di Yume.
Non è che…
-Tesoro, questi sentimenti che non provi più… centrano con Lighneers.-
Il silenzio dell’amica, ed un singhiozzo più forte degli altri, bastarono come risposta.
Yume ne fu talmente stordita da non riuscire nemmeno a capacitarsene all’inizio.
Ayame… non amava più Lighneers?
-Ayame, ti ha fatto qualcosa di male?- chiese preoccupata, l’altra però scosse il capo.
Doveva essere sicuramente successo l’altra sera.
Forse il ragazzo le aveva detto qualcosa, o lei aveva visto qualcosa, però non riuscì a chiederglielo.
Sapeva perché stava male, ma non poteva aiutarla.
Solo il tempo poteva.
-Ehi, va tutto bene… sei stata sincera con te stessa. Questo è l’importante.- disse abbracciandola.
-Mi sento una persona orribile…- ammise l’altra, stringendosi a lei.
-Non lo sei. Non si può costringere il proprio cuore a volere ciò che non desidera. Proprio per questo è importante essere sinceri. E sono sicura che tu e Lighneers potrete rimanere amici.-
Sinceramente era meno dannoso in quel modo.
Lighneers non era gran che come amico, ma sempre meglio che averlo come cotta.
Ayame purtroppo però non aveva detto tutta la verità, ed il non farlo nemmeno con Yume la faceva solo sentire peggio.
Tuttavia, si morse la lingua, costringendosi a non farlo.
Lighneers sicuramente non voleva che altri sapessero delle sue debolezze, del fatto l’aveva visto come la persona fragile e debole che era in realtà.
Per quanto fosse difficile, doveva tenere quel segreto per sé, glielo doveva come forma di rispetto.
Almeno per il momento, aveva solo bisogno di un abbraccio, e di lasciarsi andare…
 
 
 
 
 
 
 
 
Cirno-Lacie-Seraph-Astral-Daimonas-Ailea-Khal-Zell-Hope-Alex-Annabelle-Ligh-Nadeshiko-Johanna:
 
Astral osservava la sorella da sotto il cappello, senza nascondere la soddisfazione nel vederla giocare serena.
Cirno sicuramente era perfetta per tenerle compagnia, vista la sua riserva infinita di energia, ed avevano messo su una pista con i controfiocchi.
Ancora meglio però, era il fatto che lui non era costretto a giocare.
Assieme ad Astral, sullo stesso sdraio, c’era Seraph, ed il ragazzo si godeva la morbidezza della sua pelle contro la sua, sotto il calore del sole.
-Perché non lo facciamo più spesso.- sussurrò, chiudendo l’occhio.
-Perché normalmente saremmo a scuola a quest’ora.- rispose lei.
-Ridillo, rende tutto ancora più soddisfacente.
L’unico tarlo fastidioso poteva essere la presenza del professor Zero, ma almeno per il momento l’uomo non c’era, ed erano liberi di fare quello che volevano.
Forse era un vampiro, che cacciava solo di notte.
-Nya un altro giro, un altro giro nya!- gridò Lacie, arrivata in pareggio con Cirno all’ennesimo turno.
-Non aspettarti di vincere, se non fosse per il tuo costumino ti avrei già stracciata.-
Astral la guardò in malo modo, ma la ragazza non si rimangiò le sue parole.
Era vero in fondo che il costume di Lacie era molto bello, e con le curve che aveva le stava divinamente.
In verità di questa distrazione l’altra ne era pienamente consapevole, e la usava a suo vantaggio.
-Ragazze, che ne dite di fare una pausa e di andarmi a prendere un succo?- chiese loro Nadeshiko, prendendo dalla borsa alcuni jewel. -Potete prendere qualcosa anche per voi.-
-Io passo nya.-
-Se ci metti di mezzo un bacio, vado io.- disse invece Cirno.
-Sulla fronte.-
-Guancia.-
-Una carezza sulla testa.-
-Andata!-
Abbandonando la partita Cirno si alzò prendendo le monete, dirigendosi verso il bar in lontananza, pensando nel frattempo a quale gelato prendersi con il resto.
Nadeshiko sorrise soddisfatta, mentre Ailea scosse il capo. -Quella è senza speranza.-
-Vuoi anche tu un succo?- le chiese Khal mordendole la spalla.
-Anche il tuo ragazzo è senza speranza.- commentò Nadeshiko.
-Vuoi della sabbia in bocca?- ringhiò Ailea minacciosa, senza però spaventare minimamente l’altra.
Tutte quelle urla in compenso servirono solo a svegliare Zell. -Ehi, vi dispiace?-
-Sì. Se volevi dormire tanto valeva rimanessi in camera.- rispose Nadeshiko.
-E come prendevo la tintarella?-
Stavolta Nadeshiko non obbiettò, e Zell considerandola una vittoria tornò a dormire.
Con Cirno e Lacie in pausa dai loro giochi era sicuramente più facile. Johanna per quanto si fosse decisa ad uscire era ancora giù d’umore, e fissava il cellulare in attesa che Mattia atterrasse per poterlo chiamare di nuovo.
Hope era ancora in silenzio, con Alexander accanto a lei che le accarezzava la mano, e nemmeno Annabelle e Lighneers erano di grandi parole al momento.
Entrambi erano pieni di pensieri, anche se un po’ diversi visto quelli della ragazza riguardavano soprattutto il come chiedere all’altro cosa fosse successo.
Alla fine sospirando rinunciò al farlo in quel momento, visto erano insieme ad altri, e frugò nello zaino prendendo un giornalino.
-Ehi, ti va di fare delle parole crociate.- chiese picchiettando con una matita il braccio di Lighneers.
Aveva trovato il giornalino nell’hotel, e le era sembrato una buona idea prenderlo.
Con un mezzo sorriso guardò Lighneers in attesa le rispondesse, anche se il ragazzo si prese decisamente più tempo del previsto.
Il lato di lui più cupo e rabbioso ringhiava di cacciarla, ma l’ammonimento di Zero gli risuonò ancora una volta nella testa.
Per quanto fosse difficile, doveva schiacciare quella rabbia.
-… ok.-
Nessuno commentò la sua risposta, per quanto riempì tutti di sorprese, soprattutto Ailea e Seraph, che si lanciarono uno sguardo preoccupato temendo potesse capitare ad Annabelle la stessa rovina di Ayame.
Per non mettere la pulce nell’orecchio preferirono entrambe tacere, ascoltando il rumore del mare ed il verso dei gabbiani.
Un’ora trascorse in fretta, poi un’altra, e tutti tornarono agli sdrai per pranzare con dei panini comprati al bar dell’hotel.
Era un pomeriggio perfetto, ma Daimonas non poté goderselo appieno, perché per tutto il tempo tenne d’occhio la strada verso il resort.
Jack non era ancora arrivato, e cominciava a temere non l’avrebbe fatto.
Si era sentito male? Era successo qualcosa?
Gli aveva detto che sarebbe arrivato, ma se invece fosse stata una bugia, perché in verità non voleva trascorrere del tempo con lui?
Soprattutto quest’ultimo pensiero non gli dava tregua, ma quando finalmente intravide il ragazzo in lontananza ogni dubbio andò via come una nuvola grigia.
Jack aveva lavorato fino ad ora perdendo la cognizione del tempo, ed aveva inventato rapidamente una scusa per evitare di destare sospetti: nel giro di una decina di minuti era andato al negozio, svaligiandolo comprando una marea di gingilli e vestiti per tutti.
Proprio in quel momento infatti aveva almeno quattro sportone per braccio.
-Ehi! Scusate il ritardo! Ho preso dei souvenir!-
   
 
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