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Autore: luvsam    07/01/2023    2 recensioni
Per uscire da casa Brannon, John si era appoggiato a Dean lanciando occhiatacce a suo figlio minore e una volta arrivati al pronto soccorso, lo aveva fulminato costringendolo a rimanere da solo in macchina. Sam aveva aspettato il loro ritorno senza mai alzare lo sguardo e non aveva osato proferir parola quando aveva sentito dire a suo fratello che non potevano viaggiare a lungo e che si sarebbero schiantati al primo motel. Quando si erano fermati, aveva riprovato a sotterrare l’ascia di guerra, ma con un gesto stizzito della mano John gli aveva ribadito che non si sbagliava sul suo conto e che non avrebbe mai avuto le palle di un vero cacciatore.
Buffo, quella storia era iniziata proprio perché voleva dimostrargli il contrario…
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Bobby, Famiglia Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ignaro del fatto che suo padre e suo fratello erano arrivati a Deadwood, Sam era alle prese con il fantasma di Sara Brannon, soprattutto con la sua furia. Da quando era comparsa nel salone la temperatura si era abbassata di colpo e ogni tanto qualche oggetto schizzava da un lato all’altro della stanza infrangendosi contro le pareti. Era decisamente incazzata e dopo aver schivato un vaso, il giovane Winchester cominciò a capire che forse le cose non sarebbero andate lisce come aveva progettato.
Nella sua mente la sua prima caccia in solitario era stata semplice: era entrato, aveva trovato chi infestava la casa, lo aveva allontanato con ferro e sale e poi era tornato trionfante al Singer Salvage per ricevere le scuse da suo padre e prendersi la sua rivincita.
Era stato un pensiero eccitante che lo aveva accompagnato fino a Deadwood, ma, adesso che si trovava ad affrontare la realtà, il piano cominciava a fare acqua per tutta una serie di motivi: punto primo era disarmato , punto secondo non aveva messo in conto di dover anche salare e bruciare un cadavere, punto terzo non aveva la minima idea di dove potesse essere, e se proprio voleva trovare un’altra falla, avrebbe potuto dire che cominciava a dubitare di riuscire a ritornare all’aperto.
Nonostante tutto Sam cercò di restare positivo e pensò che forse il fantasma era lì perché la donna era morta in casa e il caro zip lo avrebbe aiutato a mandarla oltre. Di certo la prospettiva di un “salt and burn” non lo rallegrava perché, pur avendo visto papà e Dean farlo decine di volte e avendo capito il succo della faccenda, non era proprio sicuro che avrebbe saputo ripetere ogni loro gesto, senza contare che non ci sarebbe stato nessuno a guardargli le spalle durante il macabro barbecue. Tra l’altro aveva sempre trovato terribile fare un falò di ciò che restava di un essere umano, quasi irrispettoso, e quando aveva provato a dirlo a papà, lui lo aveva messo a tacere ricordandogli che cosa potevano fare degli spiriti inquieti in libera uscita. Effettivamente sapeva che non portavano che guai, ma allo stesso tempo non riusciva a non provare pietà per loro.  Persino la storia di quel fantasma che lo stava bersagliando in quel momento gli era sembrata triste, ma in questo caso specifico si trattava di sopravvivere e non aveva altra scelta che andare fino in fondo.
Per prima cosa doveva guadagnare tempo e per fare questo doveva allontanarla. Infilò di nuovo la mano nello zaino alla ricerca del pacco di sale che aveva preso a casa di Bobby, ma lo cercò inutilmente e si ricordò di non averlo portato con sè perché, quando era uscito, non lo aveva fatto con l’intenzione di entrare in azione. Si diede dello stupido e le pungenti parole di suo padre gli risuonarono nella mente. Forse aveva ragione lui, non aveva le palle per essere un vero cacciatore perché solo un principiante avrebbe fatto un errore di tale portata. La sgradevole sensazione di aver fallito di nuovo lo investì, ma Sara Brannon non aveva nessuna intenzione di lasciarlo autocommiserarsi e dovette per forza ritornare al presente e pensare in fretta ad un piano B.
“Sono solo menzogne, tutti mentono”
“Io non ho detto nulla”
“Ma eri con quella donna e le hai creduto mentre spargeva fango sulla mia memoria”
“Mi stava solo raccontando la tua storia”
“Quella non era la mia storia, non ho mai fatto quello di cui la gente mi ha accusata”
“Se non hai fatto nulla e sei in pace con te stessa, perché sei ancora qui?”
“Questa è casa mia, dove altro dovrei essere?”
“Beh, quando le persone muoiono..Sai di essere morta, vero?”
“Sì, lo so da tanto tempo ormai. All’inizio non capivo, non ricordavo e ho pensato di essermi solo addormentata nella mia camera da letto. La mia casa sembrava uguale a sempre, ma non era così”
“Che cosa vuoi dire?”
“Sono venuta qui e faceva così freddo. Tutte le cose erano coperte da lenzuola e c’era tanta polvere sul pavimento, come se nessuno ci avesse camminato sopra da secoli. Ho provato a chiamare mio marito, la servitù, ma nessuno ha risposto. C’era un silenzio soffocante, poi è arrivato il suo lamento. Era mio figlio, lo avrei riconosciuto in mezzo a mille, e ho iniziato a  cercarlo. Lo sentivo piangere, ma in casa non lo trovavo da nessuna parte e allora mi sono detta che, se non era dentro, doveva essere fuori con la governante. Ho provato ad uscire, ho aperto la porta e ho tentato di scendere i primi due gradini ed è successo. Mi sono ritrovata nel salone, di nuovo tra freddo e lenzuola.
Dio solo sa quante volte ho provato a raggiungere mio figlio, ma non ci sono mai riuscita, ogni volta si ripeteva sempre la stessa scena. E’ stato allora che ho capito, ho realizzato di essere morta e che sarei rimasta per sempre intrappolata nella mia casa”
“Come sei morta?”
“Non me lo ricordo e cosa più terribile non ricordo che fine abbia fatto mio figlio”
“Ti ricordi di tuo marito?”
“Non voglio parlare di lui”
“Ti ha uccisa?”
Sam si pentì all’istante della domanda che aveva posto perché Sara urlò e lo fece volare dall’altra parte della stanza. Cercò subito di rimettersi in piedi per essere meno vulnerabile, ma aveva battuto la testa e aveva qualche problema di vertigini.
“Merda”-esclamò prima di rotolare dietro un divano alla ricerca di un riparo.
Si toccò la nuca e sentì sulla parte alta un leggero rigonfiamento che prometteva di innalzarsi in fretta. Sperò che non fosse l’antipasto di qualcosa di più serio, ma non era il tempo per un triage perché la situazione stava velocemente precipitando e doveva lasciare al più presto il salone. Dalla sua posizione dietro al divano vide una porta con cerniere a spinta e sperò che potesse essere una potenziale via di fuga. Non che raggiungerla gli avrebbe assicurato la salvezza perché probabilmente Sara lo avrebbe inseguito, però con un po' di fortuna si sarebbe trovato nella zona non padronale. Una porta come quella non poteva dare accesso ad un’altra stanza di rappresentanza, o ad una camera da letto, e gli sembrava di aver letto da qualche parte che la servitù delle vecchie case coloniali usava ingressi defilati per accedere alle cucine. Non era proprio sicuro di quello che ricordava in quel momento perché aveva qualche difficoltà a mettere a fuoco, ma in fondo non era così importante, la sua priorità era allontanarsi dalla prima linea. Valutò in pochi metri la distanza che lo separava dalla porta, ma non aveva alcuna speranza di arrivarci con Sara che continuava a far volare di tutto. Aveva bisogno di un diversivo per distrarla e si guardò intorno alla ricerca di qualcosa che potesse tornargli utile.
Sale e ferro erano le parole che continuavano a frullargli nel cervello e ad un certo punto la fortuna sembrò non girarsi più dall’altra parte perché il fantasma ebbe la bella idea di lanciargli contro l’attizzatoio. Lo vide volare sopra la sua testa e poi rotolare sul pavimento a qualche metro di distanza. Si mise a strisciare ringraziando per una volta l’addestramento ricevuto, lo raggiunse velocemente, poi batté di nuovo in ritirata dietro al divano.
Adesso era armato e se l’avesse colpita, Sara sarebbe scomparsa per un po' e avrebbe potuto muoversi. Strinse forte l’attizzatoio fra le mani, poi sbirciò in direzione del camino per localizzarla.
“Jack diceva di amarmi, avrebbe dovuto avere fiducia in me e invece si è lasciato travolgere dalle chiacchiere. Dovevamo essere una famiglia, dovevamo essere felici”
Ascoltando quelle parole Sam provò di nuovo pietà per quella donna, che protestava così vivacemente la sua innocenza. La vide camminare avanti e indietro davanti al cammino come se parlasse tra sé e sé e sperò che si stesse calmando, ma all’improvviso lanciò un altro urlo raccapricciante e gli oggetti tornarono a volare nella sua direzione. Non poteva restare bloccato dietro al divano, quindi ispirò profondamente e pregando di aver fatto veramente tesoro delle spiegazioni di mr Cooper durante le lezioni di atletica, si tirò su e lanciò l’attizzatoio contro Sara a mò di giavellotto. La colpì e non appena il fantasma scomparve, si mosse il più velocemente possibile e attraversò le porte a cerniera ritrovandosi in cima ad una rampa di scale poco illuminata. La prospettiva di scendere giù per quei gradini non era allettante, ma non aveva scelta, così si mosse e quando arrivò alla fine della rampa, tirò un sospiro di sollievo. Davanti a lui c’era un’enorme cucina e si mise subito a cercare nei mobili del sale. Ne trovò un pacco e ringraziò mentalmente chiunque lo avesse dimenticato. Lo aprì e ne prese una manciata giusto per essere pronto a reagire ad un’apparizione di Sara.
Continuò a muoversi per la cucina e quando vide un’altra porta sul fondo della stanza, sperò che fosse aperta, ma l’illusione di poter lasciare casa Brannon si infranse subito.  Quando mise la mano sul pomello per aprirla, lo sentì molto freddo e quello era un chiaro segno dell’avvicinarsi del fantasma. Provò a ruotarlo, ma ogni suo tentativo si rivelò inutile, così pensò che la cosa migliore fosse trovarsi un riparo in attesa che qualcuno fosse arrivato a salvargli il fondoschiena.
“Chi vuoi che venga, idiota?-si disse.
Scosse la testa incazzato con sè stesso, poi si aggrappò al pensiero che forse Maggie era uscita e aveva chiamato Bobby per dirgli quello che era successo. Il cacciatore avrebbe capito subito come stavano le cose e avrebbe lanciato l’allarme. Era una possibilità, ma poi realizzò che, anche se lo avesse fatto, lui, papà, Dean, erano tutti troppo lontani per evitare che Sara lo facesse a pezzi, quindi doveva cercare di uscirne da solo. Si allontanò dalla porta e si scelse un angolo con una buona visuale sul resto della cucina e si rinchiuse in uno spesso cerchio di sale.
Provato dalle forti emozioni, Sam crollò a terra e provò a riprendere fiato. Per fortuna Sara gli diede la possibilità di farlo e il giovane Winchester cercò di mettere in ordine i suoi pensieri. Aveva bisogno di un piano perché il fantasma sarebbe tornato e iniziò a pensare a cosa avrebbe fatto suo padre in una situazione del genere. Avrebbe di certo messo in ordine i pezzi del puzzle ponendosi delle domande e cercò di ragionare allo stesso modo.
Che cosa era veramente successo dopo che il signor Brannon aveva ucciso il presunto padre di suo figlio?
La famiglia era davvero andata via insieme da Deadwood?
Jack aveva perdonato Sara e si erano ricostruiti una vita altrove?
Riflettendo sulle parole della donna e sul fatto che il suo spirito era prigioniero tra quelle mura,  Sam ritenne più che verosimile la versione che voleva che l’uomo avesse portato a termine la sua vendetta uccidendo la moglie e il neonato, ne avesse occultato i cadaveri all’interno della casa e poi fosse fuggito grazie ai soldi della sua famiglia. In fondo Maggie aveva detto che i Brannon erano molto potenti e nessuno avrebbe mai osato mettersi contro di loro, forze dell’ordine comprese.
“E’ così? Sei prigioniera in questa casa perché è qui che sei stata uccisa insieme al tuo bambino?”
Sam rabbrividì e dopo qualche secondo il fantasma era di nuovo davanti a lui.
“Sei un ragazzino curioso”
“Non sono un ragazzino, sono un cacciatore”
“Cacciatori? Ho sentito parlare di voi come uomini fatti, mentre tu sei un po' acerbo”
“ Sono giovane, ma questo non significa che non sappia fare il mio lavoro e te l’ho dimostrato di sopra”
“Devo concedertelo, sei stato bravo, ma per quanto puoi resistere?”
“Vuoi uccidermi?”
“Non ti sarebbe accaduto nulla se non fossi entrato in casa mia, non sarebbe accaduto niente a nessuno se mi aveste lasciata in pace, ma quella stupida donna continuava a portare gente e a fargli toccare le mie cose”
“Devi andare oltre, questo non è più posto per te”
“E chi lo dice?”
“Non puoi continuare a stare tra i vivi e se me lo permetterai, ti aiuterò a…”
“Tu? Aiutarmi? ”
“Sì. Se trovo il tuo corpo, posso liberarti e farti lasciare questa casa”
“Ma io non voglio lasciarla”
“Non vuoi riposare in pace?”
“Sto bene qui, grazie mille”
“Sara, diventerai sempre più arrabbiata e…”
“Non è un cosa che ti riguarda! Difenderò casa mia da chiunque proverà a portarmela via, te compreso”
“Se mi uccidi, mio padre e mio fratello verranno a cercarti e non avrai scampo”
“Hai una famiglia?”
“Sì, siamo tutti cacciatori”
“Non dovevi venire qui”
Il fantasma fissò Sam per un manciata di secondi, poi inaspettatamente sparì alla sua vista e la cosa, invece di calmarlo, lo allarmò. Il lancio degli oggetti in salone era stato spiacevole, ma, se un nuovo bombardamento fosse partito in cucina, allora le cose sarebbero state ancora più dure data la grande quantità di utensili, che sarebbero potute diventare un’arma. Si guardò nervosamente intorno alla ricerca di un nuovo riparo, eppure niente sembrava vibrare, o oscillare. C’era una calma inquietante, la classica calma prima della tempesta e istintivamente tornò alla porta. Tentò di nuovo di ruotare il pomello e ancora una volta la serratura non scattò sotto la sua pressione.
“Maledizione”
Cercò con lo sguardo qualcosa con cui forzarla e per velocizzare i tempi, molto a malincuore lasciò andare il pugno di sale. Da un cassetto tirò fuori un coltello e uno spiedino, poi si mise a lavoro ben consapevole che, voltandosi, sarebbe stato molto più vulnerabile. Iniziò ad armeggiare ripetendo mentalmente le istruzioni che più di una volta Dean gli aveva dato durante gli allenamenti e allo stesso tempo restò in ascolto di qualsiasi rumore proveniente dalle sue spalle. Avrebbe avuto pochi secondi per afferrare il pacco di sale alla sua destra e reagire, ma non aveva altra scelta che fidarsi della sua capacità di rispondere ad un attacco improvviso. Si concentrò sulla toppa e si domandò se almeno per questa volta la sorte potesse dargli una mano.
   
 
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