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Autore: pattydcm    11/01/2023    0 recensioni
Fox non si sarebbe mai aspettato che il suo incarico sotto copertura sarebbe stato del tutto messo in secondo piano dall'arrivo di Mirco Neigo nella sua vita. Il giovane, infatti, lo coinvolgerà in un'avventura ai limiti della realtà, portandolo a diventare la guida vivente di un guardiano di anime.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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51 Sotto shock
 
Gli occhi attenti del capitano dei carabinieri passano da Mirco a Rio ad un ritmo regolare ed è chiaro come abbia già espresso il suo giudizio su questa coppia di giornalisti che mette in giro storie assurde e che questa volta se l’è vista brutta a causa della pessima abitudine di conquistare le bellezze locali. ‘Se la sono cercata’, insomma, sembra dire con ognuno dei sorrisi forzati che aggiunge in coda alle domande, così come se l’è cercata Selvaggia iscrivendosi al concorso di bellezza e forse persino le vittime di quel pazzo assassino.
<< C’è una cosa che non riesco proprio a capire. Perché ha seguito Antonio Niccoli in terrazza? >> chiede a Mirco che attendeva questa scomoda domanda. Fino ad ora ha risposto ripetendo a pappagallo quanto Marco gli ha suggerito, ma questi adesso resta in silenzio. Ha di nuovo sul volto l’espressione di disgusto che gli ha rivolto nelle sue prime apparizioni a Saint Boser, segno che è molto arrabbiato con lui per il pericolo che ha fatto correre al fratello.
“Come dargli torto” sospira Mirco e una fitta al torace gli toglie il fiato.
Potrebbe rispondere che lo ha fatto perché non voleva rischiare che si suicidasse e che per questo l’Energia Universale lo punisse ancora, ma ovviamente il capitano non capirebbe, proprio come lui fatica a comprendere tante delle cose che sono accadute prima nella stanza delle torture e poi in quegli abissi freddi e bui.
<< Vieni qui. Torna da me. Resta qui con me per sempre >>.
Le stesse parole che gli erano esplose nella testa non appena avevano rotto la superficie dell’acqua tornano a fargli dolere il capo adesso. Dal momento in cui si è svegliato nel silenzio di questa stanza rotto appena del respiro lento e regolare di Rio, le frasi enigmatiche pronunciate dal Guardiano d’Ombra sono tornate a risuonargli nelle orecchie come echi lontani che sono poi divenuti sempre più forti, risvegliando in lui il dubbio. Continua, infatti, a chiedersi perché mai il Guardiano d’Ombra abbia ordinato ad Antonio di trascinarlo negli abissi, se, come tante volte gli ha ribadito Alex, il suo obiettivo è quello di assoggettarlo al proprio volere per impadronirsi delle anime che lo cercano. Non avrebbe senso ucciderlo perché a nulla gli servirebbe da morto, dal momento che le anime devono percepire la sua energia per poterlo trovare.
“Ci sono troppe incongruenze” sospira massaggiando la testa dolente.
<< Tutto bene, Mirco? >> gli chiede Rio che non gli toglie di dosso quegli occhi seri e attenti da che si è svegliato.
La sua domanda lo riporta a quella del capitano, che ancora attende pazientemente che gli risponda. Il fatto è che non sa proprio cosa dirgli, perché dovrebbe raccontargli del dubbio che gli ha insinuato nella mente già provata da quanto accaduto a Lumi. Dovrebbe spiegargli anche che era incuriosito all’idea di parlare con un uomo che ha trascorso quasi tutta la vita assoggettato al volere del suo antagonista e che voleva capire cosa avesse provato nel ‘compiere il suo dovere’ proprio come lui porta avanti il proprio da che aveva dieci anni.
Forse intimamente voleva anche salvare quella parte di se stesso che ha rivisto in lui nel momento in cui, avvilito, ha capito quale fosse la verità che si celava dietro la menzogna che lo ha accompagnato per tutta una vita. Una menzogna che non è riuscito a scrollarsi di dosso e che lo ha portato, forse abbindolato da chissà quale promessa, a stringerlo così forte da rendergli difficile respirare. I suoi occhi, però, erano colmi di lacrime mentre continuava a ripetere quel disperato ‘Mi dispiace’ e lo getta nel panico l’idea che Antonio possa aver capito cosa davvero si celi dietro tutto questo complicato schema nel quale loro sono mossi come pedine su una scacchiera. È l’unica spiegazione che può dare al fatto che la scelta di compiere quel salto nel vuoto che lo avrebbe sicuramente ucciso non è stata per nulla liberatoria, né serena per lui.
<< Ehi, Mic, respira! Respira piano >> gli sta dicendo Rio stringendogli il polso sinistro, gesto che insieme ai suoi occhi stanchi, preoccupati, ma comunque accoglienti lo aiuta a ritrovare il controllo di sé.
<< Mi rendo conto di quanto lei debba essere scioccato da ciò che è accaduto, signor Neigo >> interviene il capitano, con malcelato fastidio. << Possiamo fare una pausa e riprendere più tar… >>.
<< No. Ce la faccio >> lo interrompe lui, allontanando Rio da sé. << Quando l’ho visto correre su per le scale e uscire in terrazza ho pensato volesse buttarsi di sotto e… non mi è sembrato giusto. Se Valerio non fosse intervenuto Antonio ci avrebbe uccisi e non potevo accettare che la passasse liscia. Io… io volevo fermarlo, ma… sono stato un idiota perché tanto è morto lo stesso. Ormai quel che è fatto è fatto. Ho rischiato solo di morire con lui e di… di far morire anche te >>.
Alza gli occhi a incontrare quelli di Rio, che scuote appena il capo facendo spallucce come per dirgli: ‘Non fa niente’, mentre il fratello, invece, sembra più che convinto del fatto che faccia bene a darsi dell’idiota.
<< E’ stato un gesto avventato, ma per fortuna siete entrambi usciti vivi da questa brutta storia >> borbotta il capitano. << Credo sia meglio che veniate a sapere da me che avete corso un grande pericolo. Da quanto dichiarato dalla signorina Preziuso, pare che Calogero Lo Presti fosse a conoscenza del luogo in cui Niccoli ha gettato i corpi delle persone che ha ucciso nel corso degli anni, gli stessi che da ieri sera stiamo ripescando dal mare. Abbiamo modo di credere che anche il cadavere che lei, signor Rossi, e Lo Presti avete recuperato la notte del premio ‘Miglior amo’ appartenga ad una delle sue vittime, che a quel tempo è stata suo compagno di scuola >>.
<< Sta parlando di Samuele Mosso? >> lo interrompe Rio riportandogli quanto Calogero gli ha raccontato riguardo al suo amico scomparso e di come questi fosse solito accanirsi contro Antonio, scegliendo proprio il convento abbandonato come luogo in cui agire i suoi atti di bullismo.
<< Non sono uno psicologo, ma credo che possa essere stato proprio il trauma causato da queste ripetute violenze subite al convento abbandonato a portare Niccoli a sceglierlo per commettere i suoi delitti >> aggiunge in conclusione.
<< Questo spiegherebbe perché abbia ucciso Mosso. Dagli esami fin ora condotti sui corpi recuperati quello del bambino sembra essere il primo sul quale si è accanito >> deduce il capitano, segnando un appunto sul taccuino nel quale ha scritto per tutto il tempo.
Mettendolo a parte della confidenza fattagli da Calogero, Rio ha a tutti gli effetti gettato fango sul piccolo beniamino di questa cittadina, cosa che potrebbe portare loro non pochi problemi.  Filomena, la sorella di Samuele Mosso, ad esempio, non perderà occasione di sollevare un vero e proprio polverone contro di loro, che, però, in effetti, renderà un minimo di giustizia ad Antonio per le violenze che ha subito da quel terribile bambino e dall’Ombra che di lui si è presa gioco fino all’ultimo approfittando del suo dolore.
<< Ti è chiaro ora come lavora un professionista, sottiletta? >>.
Rio non gradisce il commento del fratello per quanto sia veritiero. È stato, infatti, capace di portare avanti il suo incarico sotto copertura nonostante si sia trovato preso in mezzo a una situazione pazzesca e ha dato modo alle verità scomode dei vivi di venire a galla, proprio come recita il motto che ha tatuato sul polso e che è tornato ad essere parzialmente visibile. Deve essersene accorto, dal momento che cerca di tenerlo nascosto il più possibile al capitano, che finalmente decide di alzarsi dalla seggiola e congedarsi da loro con uno dei suoi sorrisi tirati.
La sua uscita di scena fa cadere il silenzio nella stanza, rotto dal rumore delle reti del letto di Rio che cigolano sotto il suo peso quando vi si siede. Questi stropiccia forte il viso per poi appoggiare i gomiti alle ginocchia e lì restare con le mani tra i capelli arruffati. Lo sguardo del custode torna a puntare torvo Mirco che inizia a non tollerare la coltre silenziosa che li ha avvolti.
<< Come stai? >> osa chiedergli rompendola.
<< Dovrei fartela io questa domanda >> ribatte lui alzando lento lo sguardo. << Non stai guarendo velocemente come le altre volte >> aggiunge e Mirco posa imbarazzato la mano sul livido violaceo che sta fissando.
<< Non è stato causato da loro >> fa spallucce, innervosito dal fatto di non avere una maglietta da indossare.
<< Oh >> esclama Rio, passando la mano tra i capelli.
<< Il trucco che ti ha dato la tua collega però ha tenuto >> dice cercando di cambiare argomento.
<< Non bene quanto quello semipermanente che aveva applicato prima che il tuo rito lo eliminasse del tutto >> sospira Rio guardando le mani in effetti più chiare rispetto al colore degli avambracci. << Ho pure perso le lenti colorate >> aggiunge affondando di nuovo le dita tra i capelli.
<< Questa settimana hai praticamente sempre indossato gli occhiali da sole. In pochi ti avranno visto senza e la gente non presta mai troppa attenzione ai dettagli >>.
<< Lo so, ma spero comunque che non mi abbiano fatto foto in primo piano. Ho chiesto al sindaco di procurarci un paio di occhiali da sole e un berretto, così da evitare che accada lungo il tragitto verso l’hotel, dove potrò indossare le lenti di scorta. Ci staranno addosso, Mic, è bene tu sia pronto a questo. Quanto accaduto ieri e ciò che verrà fuori nei prossimi giorni sarà molto peggio di quanto è accaduto a Saint Boser e persino a Lumi. Riceveremo mille critiche, giudizi, plausi… per quanto mi riguarda vorrei solo nascondermi in un buco e restarci finchè non si calmano le acque >>.
<< Posso farti compagnia? >> gli chiede ed entrambi ridono piano.  >>.
Ecco che torna il silenzio che Mirco tenta più volte di spezzare dando inizio ad una conversazione senza però riuscirci. Darebbe qualunque cosa per sapere cosa passa per la testa del suo tutor, che sta fissando un punto tra i suoi piedi ed è talmente immobile da dare l’idea di non stare neppure respirando. Marco, poi, si ostina a puntargli contro il suo sguardo torvo e non raccoglie la sua muta richiesta di aiuto.
<< Oh, boja! Mi son stufi! >> sbotta esasperato, dando una manata sul materasso. << Si può sapere a cosa diavolo stai pensando? >> chiede a Rio che lo guarda a lungo stupito per poi lasciarsi andare ad un profondo sospiro.
<< Stavo pensando che ti ho quasi perso >> risponde, mettendolo talmente in imbarazzo da portarlo a preferire il silenzio opprimente di poco prima.
<< Non so se ti ho ringraziato. Non ricordo molto, ma… grazie per avermi salvato >> borbotta.
<< Grazie a te per essere tornato >> ribatte lui, come se la scelta tra passare a miglior vita o restare fosse dipesa da una sua decisione.
<< Pensi che tutto questo casino potrà compromettere il tuo lavoro? >> gli chiede cambiando argomento.
<< A dire il vero no. Anzi, servirà a fare il botto >> ammette Rio.
<< Dici? Selvaggia non ha ancora parlato di quanto propostole da Calogero e non credo che lo farà >>.
<< Questo lo so. Perché sputtanarsi quando può pulirsi la coscienza passando per la povera vittima. Dobbiamo essere cauti, Mirco. Questo è il momento in cui anche solo una parola detta col tono sbagliato può metterci seriamente nei guai >>.
<< Cosa dobbiamo fare, allora? >>.
<< Niente >>.
<< Niente? >> ribatte stupito.
<< Proprio così. Se dovessero porti domande, limitati a ripetere quanto detto prima al capitano mettendo su l’espressione più contrita che hai, che fa sempre audience. Te la senti di andare? Devo trovare il modo di mettermi in contatto con Renzi e aggiornarlo su quanto è successo >>.
Con un tempismo perfetto fa capolino dalla porta il sindaco che si è accollato il compito di condurli sani e salvi fuori da questo ospedale e dalle grinfie di fans e giornalisti quando il dottore li ha dimessi, sebbene non ne fosse del tutto convinto. 
<< So che non potrò mai togliervi dal cuore la brutta esperienza che avete vissuto qui, ma volevo in qualche modo risarcirvi >> dice piazzando a entrambi una scatola tra le mani che scoprono contenere due smartphone di ultimissima generazione. << Così potrete aggiorniate la vostra pagina Facebook per rassicurare i fans e chiamare i vostri cari. A proposito, signor Rossi, mi sono permesso di comunicare le vostre condizioni alla sua fidanzata >> aggiunge rivolgendosi a Rio che imbarazzato borbotta un ‘grazie’ per poi cambiare subito argomento chiedendogli a che punto siano i lavori sulla sua auto.
“Cos’è questa storia della fidanzata?” domanda Mirco al custode, che gli strizza l’occhio senza però rispondere alla sua domanda.
Giorgio si congeda invitandoli a chiamarlo non appena saranno pronti ad andare via e Mirco ne approfitta per alzarsi finalmente dal letto, recuperare i vestiti e concedersi una doccia. Storce il naso dinanzi ai cerchiolini che gli elettrodi hanno lasciato sul suo torace a corollario del grande livido sempre più viola che ha sullo sterno. Il pene, poi, gli brucia da quando l’infermiera ha sfilato il catetere. Osserva affranto il glande arrossato e così si accorge dei lividi causati dalla stretta del Guardiano d’Ombra che ricoprono le sue lunghe e secche gambe.
Il pavimento scompare sotto ai suoi piedi e Mirco si ritrova in compagnia del buio solido che costituisce il corpo del suo antagonista che continua piano ad avvolgerlo, impedendogli di muoversi.
<< Vieni qui. Torna da me. Resta qui con me per sempre >> gli dice, mostrandogli il bianco avorio dei denti aguzzi che rendono spinoso e inquietante quella mezza luna che ha per sorriso. << L’oscurità non è altro che assenza di luce e da questa e solo grazie a questa nascono le ombre. L’Ombra è già dentro di te. Dammi la mia Luce, guardiano. Torna da me! >>.
Il buio solido lo ha ormai avvolto del tutto e si fa strada sul suo viso, scivola dentro di lui attraverso le narici e la bocca e scatena una sequela di immagini sconnesse e violente dinanzi ai suoi occhi. Scenari di guerra, miseria e dolore che hanno per protagonisti persone a lui sconosciute, ma tra le quali riconosce se stesso e Alex.
Un calore dolce, piacevole e avvolgente giunge a scacciare via da lui le lunghe braccia del Guardiano d’Ombra fatte di buio solido e questi si ritira nel suo antro squittendo come un topo ferito.
Mirco riapre piano gli occhi e ritrova Rio al suo fianco, che, preoccupato, tende le mani verso di lui senza però toccarlo come avesse paura di romperlo.
<< Che succede, Ian? >> gli chiede e lui, stupito, scorge nello specchio dinanzi a sé un uomo sulla trentina dai profondi occhi neri, i lineamenti netti e il corpo scolpito.
<< E’ davvero inquietante >> borbotta avvicinando la mano a toccare il suo riflesso e l’incontro delle loro dita gli rammenta quello strano sogno durante il quale il Guardiano gli aveva promesso che non si sarebbe più impadronito del suo corpo.
Allora perché sei qui, adesso?” si chiede, dal momento che non avverte nessuna voce dentro la testa e neppure la pericolosa presenza di qualche anima errante che possa aver allertato Alex al punto da spedire Rio in suo soccorso.
<< Davvero non avevi mai visto il suo volto prima d’ora? >> gli domanda Rio, stupito.
<< Sai, quando lo invoco di solito la situazione è critica e non c’è tempo per guardarsi allo specchio. >> risponde provando repulsione per quel volto severo nel quale non trova nulla di se stesso.
<< Io non ho ancora ben chiaro come funziona il novanta per cento del tuo mondo, ma ho capito che la mia guida non si fa viva mai per caso. Per favore, dimmi cosa sta succedendo >> gli chiede Rio i cui occhi si muovono veloci e preoccupati sul suo viso, proprio come sono soliti fare quelli di sua madre, grandi e inconsciamente spaventati dalla verità che ogni volta accarezza con le sue domande.
Spesso avrebbe voluto lasciarsi andare al pianto tra le braccia rassicuranti di lei e raccontarle dell’inferno che è costretto a vivere in ogni istante della sua vita, ma ogni volta Alex lo ha invitato a desistere, prospettandogli un futuro fatto di ospedali psichiatrici e pesanti dosi di psicofarmaci.
<< Non lo so. Davvero, Liber, io non lo so >> dice, però, stavolta al suo tutor. << Sono stupito quanto te e preoccupato, anche. Non è normale che io parli con la mia voce e pensi con la mia testa dal momento che lui è qui. E non è neppure normale la sua presenza, dato che non ci sono minacce di alcun tipo in questo momento >> sospira indicando il suo riflesso.
Dinanzi ai loro occhi stupiti, le ossa sporgenti sostituiscono i muscoli tonici che lentamente si sgonfiano e la sua solita faccia alla quale non si darebbero più di diciotto anni torna al suo posto nello specchio.
<< Rieccoti qui >> ridacchia Rio, che sembra essere più sollevato.
<< Rieccomi qui, già già >> ridacchia Mirco a sua volta.
<< E sei pure tornato quasi nuovo >> si intromette Marco facendo loro notare come i lividi che aveva sulle gambe siano scomparsi e quello grande e violaceo causato dal massaggio cardiaco ora sembri vecchio di parecchi giorni e ormai prossimo a guarire del tutto. << Forse questa mutazione è il tuo modo di superare lo shock >>.
<< In effetti, nonostante ne abbia viste tante è la prima volta che mi capita di essere sotto shock
>> annuisce concorde con la sua ipotesi. È possibile, infatti, che quello strano sogno ad occhi aperti non fosse altro che un attacco di panico che ha attivato la mutazione richiamando il Guardiano, che lo ha curato grazie all’energia che lo invade con la sua sola presenza. Un’altra ipotesi però si fa strada nella sua mente e nasce da ciò che gli aveva detto l’Emissario durante il loro incontro circa le sue parti di sé che a suo dire stava finalmente per riunire.
<< Dai, ti do una mano, così facciamo prima >> dice Rio, piazzando sul piatto doccia la seggiola di servizio posta accanto al lavandino.
<< Ma no, non è il caso di… >>.
<< Io credo di sì, invece. Fosse anche solo per vendicarmi dell’imbarazzo che ho provato quando sei stato tu a farmi il bagno dopo la scazzottata con gli zombie >> dice invitandolo ad accomodarsi senza dare spazio a repliche.
Mirco ubbidisce e oltre all’imbarazzo per la strana situazione torna a cadere su di loro il fastidioso silenzio, rotto appena dallo scrosciare dell’acqua.
<< Non sapevo ti fossi fidanzato >> dice, nel tentativo di spezzare la tensione.
<< Infatti non lo sono >> ribatte lui infastidito. << Ho solo chiesto al sindaco il cellulare per chiamare Ylenia e capire come stesse. Al resto ha pensato Marco >>.
<< Veramente io ti ho solo fornito il numero di telefono >>.
<< E te ne sei uscito poi con quella storia della relazione segreta >> sbotta Rio, scoccando un’occhiataccia al vuoto dinanzi a loro. Il custode ridacchia sotto i baffi e strizza l’occhio a Mirco prima di rispondere a tono.
<< Beh, tu eri sotto shock, il sindaco ha tratto le sue conclusioni parlando con lei e io ho semplicemente deciso di collegare le due cose nella maniera più logica >>.
<< La più logica, certo! Perché invece dirgli che stavo parlando con mia sorella ti sembrava brutto >>.
<< Avanti, Liber! Quale persona sotto shock chiamerebbe la sorella per farsi confortare? >>.
<< Devi ammettere che ha ragione >> si intromette Mirco.
<< Oh, ti prego, non ti ci mettere anche tu >> sbotta lanciandogli l’asciugamano.
<< Invece ha ragione! Anche lui, infatti, ha usato la stessa scusa con Selvaggia >>.
<< Selvaggia? Che c’entra Selvaggia? >> domanda Rio, guardando furioso Mirco.
Il ragazzo scocca un’occhiataccia al custode, che sembra essersi reso conto troppo tardi di averlo messo nei guai e gli mostra un sorrisetto colpevole.
<< Beh, ecco… lei continuava a dire che sei gay solo perchè non le hai dato retta e io le ho detto che sei fidanzato con una collega >>.
<< Oh cristo! >> esclama Rio portando le mani ai capelli.
<< Eddai, anche tu hai usato la stessa scusa con la maestra di danza >>.
<< Flora! Mi ero completamente dimenticato di lei! Che cazzo di situazione! >> esclama sull’orlo di una crisi di nervi. << Avviso il sindaco che siamo pronti. Voglio andarmene da qui! >> esclama uscendo dal bagno.
Forse hai esagerato un po’ con lui” dice a Marco che si avvicina alla porta dalla quale tiene d’occhio il fratello.
Senti, ho preferito tacere prima perché credo che questa cosa gli avrebbe dato il colpo di grazia” gli dice serio col pensiero. “Ho un’altra ipotesi riguardo a questa metamorfosi randomica che si verifica senza la presenza di anime da salvare. Penso non ti sia difficile immaginare la bomba che ti scoppierebbe addosso se ti capitasse di trasformarti dinanzi a un estraneo o peggio ancora all’orda di giornalisti che vi staranno col fiato sul collo per un bel po’”.
In effetti sarebbe un vero casino, sì” deve ammettere Mirco, che si è già reso conto da un pezzo di scoccare continue occhiate al suo riflesso nello specchio, intimorito dal fatto che il suo corpo possa mutare da un momento all’altro.
Ecco, io mi chiedo se questa non possa essere una spiritosa punizione che l’Energia Universale si è inventata per non essere riuscito ad impedire a quell’idiota di Antonio di suicidarsi”.
Mirco deve ammettere che non aveva assolutamente pensato ad una simile possibilità che purtroppo potrebbe davvero dare un senso a quanto gli sta accadendo.
“Io mi auguro che questa volta tu non abbia ragione. E credo anche sia meglio se teniamo per noi questa cosa, che ne pensi?” propone a Marco che annuisce concorde.
   
 
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