Adelaide di Sant’Erasmo si era spogliata di ogni difesa con Marcello Barbieri, ancora prima di togliersi di dosso gli indumenti.

Per questo non provava imbarazzo, o rimpianto, in quel momento, nuda accanto a lui, i capelli scompigliati, il trucco probabilmente sbavato, e un sorriso che tradiva palesemente quello che stava provando.

Con la testa poggiata languidamente su una mano, gli occhi chiari scrutavano quel volto che aveva imparato a conoscere così bene, ma che nella penombra le sembrava ancora più affascinante.

Non aveva voglia di interrompere quel silenzio con le parole, anzi, le piaceva quasi poter finalmente azzerare il rumore tra di loro, godersi quell’istante senza doverlo per forza riempire, ma Marcello, ovviamente, non era della stessa opinione.

Non che Adelaide si aspettasse qualcosa di diverso, infatti sorrise non appena lui decise di infrangere il silenzio.

“Se stai pensando che sia stata una delusione totale, ti prego, tienilo per te.”

Adelaide rise, di una risata che le scosse tutto il corpo, come spesso accadeva dopo le battute di Marcello.

“Se lo pensassi, saresti già fuori da quella porta.”

Replicò, inarcando un sopracciglio e rubandogli la sigaretta dalle labbra, per portarla alle sue e aspirare un po’ di fumo a sua volta.

L’espressione di sorpresa sul volto di Marcello la fece ridere di nuovo.

“Che c’è?” chiese, fingendosi sorpresa.

“Non l’ho… non ti ho mai visto fumare.”

Rispose lui, inciampando ancora su quel lei che avevano abbandonato solo un paio di ore prima. Lo stupore ancora velava i suoi occhi scuri.

Adelaide sollevò entrambe le spalle, continuando a fumare. 

“So che pensi di conoscermi, ma ci sono ancora molte cose che non sai di me.”

Lo guardò di sottecchi, poi poggiò di nuovo la sigaretta tra le labbra carnose di lui, per abbandonarsi con la testa sulla spalla di Marcello.

Lui riprese a fumare, il braccio libero che tornava a cingerle la vita, disegnando cerchi invisibili con i polpastrelli sulla pelle morbida e accaldata di Adelaide, mentre sulle sue labbra si disegnava un timido sorriso.

“Spero mi lascerai l’occasione di scoprirle.”

Confessò, senza avere però il coraggio di guardarla negli occhi. D’altronde, non avevano avuto tempo di parlare delle implicazioni di quello che era appena successo. La Contessa era così imprevedibile, che Marcello si aspettava anche di non rivederla mai più già dal mattino successivo.

Adelaide lo sentì irrigidirsi, scrutò il suo volto improvvisamente contrito e sollevò una mano, accarezzandogli la guancia e poi costringendolo a spostare lo sguardo verso il basso, occhi neri negli occhi blu.

“Se vorrai.”

Due parole, che nascondevano infiniti oceani di promesse, almeno per Marcello, che si lasciò finalmente andare ad un sorriso pieno, piegando la testa per baciarle dolcemente le labbra.

Avrebbe voluto dirle che era quello che voleva, che forse era quello che sperava dalla prima volta che aveva poggiato le labbra sulla mano di lei, dal primo scambio di sguardi, dai primi sorrisi, dalle prime occhiate languide e scusarsi, scusarsi per aver perso tutto quel tempo, per non aver capito, per non aver lasciato al suo cuore la possibilità di arrendersi a qualcosa che adesso gli appariva così chiaro e limpido.

Ma nella penombra di quella stanza, con il corpo di Adelaide finalmente tra le sue braccia, a Marcello sembrava che ogni parola potesse rompere un incantesimo perfetto. 

Avrebbero avuto tempo, per parlare, per scoprirsi, per reinventarsi insieme. 

Perciò si limitò a prendere Adelaide per la vita e a tirarla su di sé, mentre lei lo ricambiava con una risata piena di stupore, che Marcello non si sarebbe stancato mai di ascoltare.

Avvicinò il naso a quello di Adelaide, accarezzandola dolcemente, mentre le dita di una mano si insinuavano nei boccoli scarlatti di lei, ormai scarmigliati.

Lo voglio. Pensò. Non lo disse, lasciò che fosse il suo corpo a parlare, il resto sarebbe venuto poi.