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Autore: C_Totoro    14/01/2023    1 recensioni
La Battaglia di Hogwarts è stata persa, Lord Voldemort è stato sconfitto. Antonin Dolohov, ancora una volta, si ritrova rinchiuso ad Azkaban ma, il nuovo Governo guidato da Kingsley Shacklebolt, non mira alla punizione dei carcerati quanto, piuttosto, a una riabilitazione. Niente Dissennatori, niente isolamento perpetuo, le visite sono garantite. Sarà Rabastan Lestrange, compagno di cella di Antonin, a convincere quest'ultimo a rilasciare delle interviste esclusive a Rita Skeeter di modo che la reporter della Gazzetta del Profeta possa sfornare il suo nuovo Best Seller: Vita e segreti di un buon Mangiamorte.
[Compariranno un po' tutti i personaggi, quelli con focus maggiore sono segnalati]
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Antonin Dolohov, Bellatrix Lestrange, Rabastan Lestrange, Rita Skeeter, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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A Rita sembrava quasi di essere ritornata a due anni prima, a quando aveva incontrato Potter per quell’intervista col Cavillo. Inizialmente era stata contrariata – non scriveva più gratuitamente da diversi anni – ma era stata proprio quell’intervista a farla ritornare in auge dopo le ritorsioni della signorina Perfettini. E ora eccolo lì, il magico trio, lì di fronte a lei a pregarla di intervistarli.
“Come avete scoperto di questi Horcrux?” chiese Rita mentre la penna prendi-appunti continuava a sfrecciare sulla pergamena. Stavano ormai parlando da diverse ore.
“È stato l’ultimo compito lasciatoci da Silente” rispose Harry. Sembrava stesse sforzandosi di rispondere ma, in realtà, non volesse rivelare niente di più di quello che era già stato detto.
“Come lo ha capito Silente?” indagò ancora Rita, senza perdere l’entusiasmo.
“Era riuscito a recuperare dei… dei ricordi. Riguardo a Voldemort”
“Ad esempio?”
“È stato lui ad aprire la Camera dei Segreti…”
Rita alzò un sopracciglio “Entrambe le volte?”
“Entrambe le volte” annuì Harry.
“Quindi è grazie a lui che abbiamo Mirtilla Malcontenta?”
Harry le rivolse un’occhiataccia e Rita annuì facendo cenno alla penna di eliminare quell’ultimo commento.
“Mi ripeteresti quali sono stati i suoi… Horcrux?”
Harry si mosse sulla sedia a disagio. Avevano discusso a lungo lui, Ron ed Hermione riguardo al fatto di rivelare o meno l’esistenza degli Horcrux al mondo intero. E se qualcuno avesse deciso di replicare la follia di Voldemort? Ma, alla fine, si erano decisi per la verità: il mondo doveva sapere della ferocia di Voldemort, di quanto avesse deciso di spingersi oltre i limiti prestabiliti. Non potevano lasciare l’intera comunità magica nell’ignoranza.
“Il suo diario da adolescente…”
“Buffo” interruppe Rita “Doveva essere sensibile per scrivere un diario…”
“Voldemort era uno psicopatico” interruppe Hermione “Smettila di romanticizzarlo!”
Rita roteò gli occhi eliminando il proprio commento. Quei tre erano noiosi “L’anello dei Gaunt, appartenuto alla sua famiglia. Il Medaglione di Serpeverde, la Coppa di Tassorosso, il Diadema di Corvonero, Nagini… e io”
“Il diario lo hai distrutto al tuo secondo anno” confermò Rita.
Harry annuì.
“Quindi rimanevano tutti gli altri…”
“L’anello è stato trovato e distrutto da Silente” disse Harry “Ma… la Maledizione… era potente. Ricorderai che nell’ultimo periodo la sua mano sembrava quasi in putrefazione”
Rita fece un cenno di assenso.
“Era a causa della Maledizione di Voldemort”
“E continui ad affermare che Severus Piton fosse d’accordo con Silente? Che il mostro che tutti credevamo esistere, invece…”
“Severus Piton mi ha protetto dal primo giorno” rispose Harry, convinto “Silente ha chiesto a Piton di ucciderlo. Sapeva che i suoi giorni erano contati, a causa della maledizione apposta sull’anello, e quindi… quindi… era necessario che Piton lo uccidesse per assicurarsi che Voldemort non avesse più dubbi sulla sua lealtà”
“Voldemort si fidava di Piton?”
“Abbastanza da renderlo il Preside di Hogwarts” rispose Harry “Ma non era legato a lui in nessun modo: lo ha brutalmente assassinato non appena ha pensato non gli fosse più utile a nulla”
“Il Medaglione di Serpeverde e la Coppa di Tassorosso…”
“Il Medaglione era stato nascosto in una grotta… Regulus Black l’ha trovato per primo e ha cercato di distruggerlo”
“Regulus Black. Fratello di Sirius e cugino di Bellatrix?”
“Lui”
Rita prese a ridacchiare “Perdonatemi ma trovo divertente che, in un modo o nell’altro, i Black – che tutti abbiano sempre creduto così puristi – siano in realtà parte fondamentale della caduta di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato”
“Voldemort” corresse Harry a denti stretti.
Rita fece un gesto impaziente “Sirius Black ha combattuto in prima linea tra i ranghi dell’Ordine della Fenice, Andromeda Black in Tonks… be’, si è sposata un Nato Babbano e ha resistito a diverse torture da parte dei Mangiamorte, senza rivelare dove fossi. Anche lei parte dell’Ordine della Fenice. Narcissa Black in Malfoy ha mentito dicendo fossi morto quando non lo eri…”
“Senza di loro non sarei qua” annuì Harry. Sirius, Andromeda… e sì, anche Narcissa Malfoy, erano tutti stati fondamentali.
“E ora scopriamo che anche Regulus Black da Mangiamorte quale era è passato tra i ranghi dei buoni?”
“Sappiamo che morto nel tentativo di distruggere una parte di Voldemort” disse Harry. Purtroppo, non avrebbe mai potuto sapere di più, Regulus era morto senza condividere con nessuno i suoi pensieri.
“Solo Bellatrix era fedele…”
“E sappiamo ora perché” borbottò Ron infastidito.
“Ah l’amore…” fece Rita, con tono sognante. Harry fece un gesto seccato ma Rita non aveva intenzione di fermarsi “E infatti è a lei che l’Oscuro Signore ha affidato la Coppa di Tassorosso, un pezzo della sua anima
“È così” annuì Harry seccato.
“E lei l’ha messa nella sua camera blindata alla Gringott”
“Sì”
“E non l’ha punita quando ha scoperto che era stata trafugata”
“Esatto”
“Interessante”
“Non abbiamo bisogno di un altro capitolo sulla storia d’amore tra Bellatrix e Voldemort!” sibilò Hermione.
“Signorina Perfettini, mi stavo solo accertando di avere un quadro chiaro della situazione”
“Il quadro chiaro è che, per ogni volta che Voldemort ha creato degli Horcrux ha ucciso delle persone innocenti!” riprese fiato “Il quadro chiaro è che Bellatrix ha torturato e ucciso per divertimento e per compiacere un mostro che, di umano, non aveva più nulla”
“Noi giornalisti dobbiamo riportare informazioni, non elargire giudizi” fece Rita con uno scintillio negli occhi.
“Riporta le informazioni, allora! Voldemort ha ucciso suo padre… suo padre!
“Che, a onor del vero, non ha mai voluto avere nulla a che fare con lui”
“E quindi meritava di essere assassinato?”
“Non è quello che ho detto” Rita si passò la lingua sulle labbra “Ma aggiungerò senz’altro questa preziosa informazione”
“Ha lasciato marcire suo zio ad Azkaban per dei crimini che non aveva commesso”
“Oh, non è che i Gaunt fossero proprio senza macchia e senza colpa”
“Non è stato Orfin a uccidere Tom Riddle Senior”
“Va bene, va bene…” Rita era annoiata “Nagini… è stata uccisa da Neville Paciock”
“È esatto”
“E Voldemort stesso ha ucciso un pezzo della sua anima quando ti ha lanciato addosso l’Avada Kedavra
Harry chiuse gli occhi. Poi annuì.
“E questo lo ha reso mortale, infine”
“Sì”
“Ma non più debole”
“I suoi poteri sono sempre rimasti intatti”
“Eppure, sei riuscito a sconfiggerlo. Credi di essere più potente di lui?”
“In un… duello magico alla pari non avrei avuto speranze” ammise Harry. Era inutile girarci intorno, Voldemort era al livello di Silente, non al suo.
“Hai tentato di… salvarlo alla fine, gli hai chiesto di trovare del rimorso, del pentimento”
“Tutti si meritano la pace”
“Ha ucciso i tuoi genitori”
“Lo so”
“Lo hai perdonato?”
Harry non rispose.
 
*
 
“Sei sicuro di non volerti occupare tu della cucina?”
“Sicurissimo, grazie”
“Secondo me sei portato”
“Tony, hai cagato il cazzo”
Antonin gonfiò le guance e voltò le spalle a Rabastan. Non ne poteva più di quella vita in cui doveva sottostare a Mulciber. Chi si credeva di essere quel ragazzino viziato che non aveva neanche la metà dei suoi anni? Aveva chiesto a chiunque – chiunque – di fare cambio con lui. Avrebbe fatto volentieri qualsiasi altro lavoro – sì, anche pulire i cessi – ma nessuno voleva mettersi in cucina con quel disagiato di Mulciber. Non poteva pensare di passare tutta la sua esistenza a quel modo ma, d’altra parte, che scelta aveva? Le nuove regole del Ministero della Magia parlavano chiaro: tutti dovevano avere un lavoro all’interno di Azkaban.
Entrò in cucina a capo basso, senza incontrare lo sguardo di nessuno, e si mise subito a pelare le patate sperando che Mulciber lo lasciasse in pace. Di speranza, ne aveva poca, soprattutto da quando aveva rifiutato le sue avances.
“Forse dovresti metterti a sbucciare i piselli e non a pelare le patate” gli sibilò Mulciber passandogli accanto. Antonin strinse il coltello che aveva in mano, provò a fare qualche respiro profondo per calmarsi ma, le risate degli altri presenti in cucina, iniziarono a rimbombargli in testa. Si volse di scatto e, con un urlo, affondò la lama del coltello nella schiena di Mulciber.
“Ma che cazzo!” urlò quello voltandosi per fronteggiare Dolohov. Antonin estrasse il coltello: la lama era diventata molle e non aveva provocato nessuna ferita nell’altro.
“Sei un…” Mulciber gli strinse le mani intorno al collo e Antonin iniziò a boccheggiare. Pensò che, tutto sommato, poteva anche morire: cosa aveva da perdere se non una vita di reclusione? Stava diventando paonazzo e dagli occhi scesero lacrime.
“Cosa sta succedendo qui?” l’Auror fece il suo ingresso attirato dalle urla “Relascio!
Mulciber venne scaraventato contro la credenza che si aprì e, tutte le padelle, gli caddero in testa. Antonin si lasciò cadere in ginocchio e prese a tossire.
“Mi avete davvero stufato, voi due” disse l’Auror piegandosi su Antonin per assicurarsi stesse bene.
“Riesci a respirare, Dolohov?”
Antonin annuì.
“Hai bisogno dell’infermeria?”
“Quello ha provato ad accoltellarmi!” proruppe Mulciber rimettendosi in piedi e avvicinandosi a Dolohov e all’Auror.
“Non l’ho visto” rispose l’Auror senza neanche considerare più di tanto l’altro Mangiamorte.
“Che fai, Tony, gliel’hai succhiato anche a lui?”
Antonin alzò lo sguardo su Mulciber: la tentazione di saltargli addosso era forte.
“Basta così” l’Auror si rialzò in piedi “Mulciber, torna nella tua cella”
Cosa?
Antonin sorrise, soddisfatto.
“E tu, Dolohov, vieni con me”
Il sorriso scomparve immediatamente dal viso di Antonin.
“Perché?”
“Perché lo dico io, muoviti”
Antonin si rimise in piedi e seguì l’Auror fuori dalla cucina mentre le altre guardie rimettevano in riga i carcerati.
“Non voglio andare di nuovo in isolamento” disse Antonin seguendo l’Auror che, tuttavia, non gli diede alcuna risposta.
“Dentro”
Antonin entrò nella stanza esitante.
“Oh, Tony, che brutta cera!”
Antonin batté le palpebre “Rita?”
“Oh, finalmente passiamo al tu, tesoro?”
Antonin era confuso, quella non era la sala colloqui: nessun incantesimo era apposto tra il visitatore e il carcerato.
“Ho chiesto un permesso speciale” spiegò Rita “Voglio… voglio provare il brivido di essere in presenza di un Mangiamorte senza protezioni”
Antonin alzò un sopracciglio scettico “Come se potessi fare qualcosa…”
“Lo faresti, potessi?”
Antonin ci pensò un po’ su, si sedette sul divanetto nell’angolo e Rita prese posto accanto a lui “No” rispose dopo qualche istante “Rabastan non me lo permetterebbe mai”
Rita rise e scosse la testa.
“Sai, Tony” iniziò Rita con fare discorsivo “Parlando con Potter mi sono resa conto che non abbiamo mai toccato alcuni argomenti molto interessanti”
Antonin si passò le mani sul collo, gli doleva terribilmente.
“Cosa hai fatto?” domandò Rita sporgendosi verso di lui. Il suo profumo gli entrò nelle narici e Antonin arricciò il naso “Niente. Un litigio con Mulciber”
“Fatti spostare”
“Ci sto provando. Non ci sono lavori disponibili”
Rita alzò lo sguardo su Dolohov e lo osservò intensamente per qualche secondo poi si rimise seduta dritta “Dicevo, parlando con Potter… ci sono degli argomenti che vorrei trattare”
“Tipo?”
“I Mangiamorte che hanno tradito”
Antonin incrociò le braccia a mo’ di difesa “E cosa vorresti sapere?”
“Karkaroff”
“Karkaroff è stato ucciso dall’Oscuro Signore” rispose Antonin “Ha cantato tutti i nomi che gli sono venuti in mente. Il mio compreso”
“Avete torturato insieme dei Babbani”
“Sì” annuì Antonin “È capitato fossimo assegnati alla stessa squadra”
“Era il tuo compagno più frequente?”
“Non direi” rispose Antonin alzando le spalle.
“Puoi dirmi come erano formate le coppie?”
“Dipende…”
“Da cosa?”
“Dalla presenza o meno dell’Oscuro Signore”
“Se era presente?”
“Stava con Bella”
“Come un’uscita romantica, per loro?”
Antonin rise “Se per te andare a torturare e uccidere persone può considerarsi un’uscita romantica…” lasciò la frase in sospeso e alzò le spalle.
“Rabastan e Rodolphus…” proseguì Antonin “Io spesso ero con Evan”
“Rosier?”
“Sì”
“Ma dipende…”
“E se l’Oscuro Signore non era presente?”
“Bella spesso stava con Rod” si grattò il mento “Oppure con me o con Rabastan”
“Non succedeva spesso stessi con Karkaroff”
“È senz’altro successo un paio di volte”
“Ti aspettavi il suo tradimento?”
“No e neanche l’Oscuro Signore, altrimenti non lo avrebbe lasciato entrare nel cerchio ristretto”
“Cosa mi dici di Regulus Black, invece?”
Antonin si afferrò gli avambracci con le mani come dovesse trattenersi dal muoversi “Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere”
“Era il cugino di Bellatrix”
“L’ha presentato lei all’Oscuro Signore”
“Era molto giovane quando è morto”
“Pensavamo… pensavamo fosse rimasto ucciso in missione, da un giorno all’altro è sparito nel nulla”
“E invece, voleva eliminare un pezzo di anima di quello che era stato il suo Padrone”
Antonin non rispose. Non riusciva neanche a guardare Rita in faccia.
“Hai mai avuto sentore non fosse convinto?”
Antonin scosse la testa “No, certo che no. Altrimenti lo avrei detto all’Oscuro Signore! Pensavo solo fosse preoccupato per Bella”
“Perché doveva essere preoccupato per sua cugina?”
“Perché non la conosceva” spiegò Antonin “Perché conosceva la Bellatrix dei salotti purosangue, quella che si presentava nell’alta società e non la Bellatrix Mangiamorte. Pensavo… pensavo si trattasse solo di quello”
“Hai qualche ricordo da condividere con me, Tony?”
“Evan… non so, non mi piace!”
Antonin aprì la porta del salotto di Villa Riddle; era molto in anticipo per la riunione e l’Oscuro Signore neanche era ancora presente nella Villa. Fece qualche passò all’interno del salotto poco illuminato e, seduti in due poltrone vicino al fuoco tremolante, c’erano Evan Rosier e Regulus Black. Stavano parlottando a bassa voce ma, quando Tony era entrato, Regulus si era zittito.
“Ah, Tony!” esclamò Evan facendogli gesto di avvicinarsi “Vieni che qui, il mio giovane cuginetto, è preoccupato”
Regulus lanciò un’occhiataccia a Evan, come se volesse intimargli di chiudere la bocca ma, Antonin bene lo sapeva, Rosier non chiudeva mai la bocca.
“Cosa ti preoccupa, Black?” chiese Antonin. Regulus era giovane e relativamente nuovo tra i ranghi dei Mangiamorte: doveva cercare di mantenere una certa autorità. Autorità che, chiaramente, ormai aveva perso con Rosier.
“Niente” borbottò Regulus “Cose di famiglia”
“Il Cerchio dei Mangiamorte è famiglia” puntualizzò Dolohov.
“Si tratta di Bellatrix” s’intromise Evan con un sorriso furbo “Dice che non la riconosce”
“In che senso?”
Regulus si mosse a disagio sulla poltrona “Quando… quando il Signore Oscuro è presente lei… lei… si degrada” pronunciò l’ultima parola con voce poco più alta di un sussurro “Lei è una Black!” aggiunse con più passione “Dovrebbe mantenere un certo… riguardo, portamento, invece…”
“Invece?” incalzò Antonin sedendosi svogliato su una delle poltrone libere. Evan sogghignava come se le sue orecchie non avessero mai sentito niente di più spassoso.
“Beh… ma non lo avete notato anche voi?”
“Che Bella con il Signore Oscuro si comporta come una cagna in calore che vuole essere montata?” chiese Evan con tono formale in contrasto con le parole sboccate che gli erano uscite dalla bocca. Regulus arrossì “Mia cugina non è così”
Antonin rise e scosse la testa “Tua cugina è esattamente così”
Regulus non sembrava convinto “L’Oscuro Signore…” proseguì titubante “Io non me lo aspettavo così…”
“Così come?”
“Spietato”
“Siamo Mangiamorte, Reg” disse Evan, all’improvviso serio “Stiamo combattendo per un mondo migliore, per preservare la magia. Dobbiamo essere spietati. Tutti noi. Non solo l’Oscuro Signore”
“Lui è spietato anche con noi!”
“Significa che ce lo meritiamo” rispose Antonin concentrandosi su Black. Quei discorsi non gli piacevano e, se l’Oscuro Signore li avesse trovati nella testa del giovane mago, non ne sarebbe stato di certo entusiasta.
Regulus si morse le labbra e rimase in silenzio “Bella…” si schiarì la voce “È sposata con Rodolphus”
Evan e Antonin si scambiarono uno sguardo divertito. Era esilarante vedere quel ragazzino entrare nel mondo dei grandi e rendersi conto che la vita era diversa da come gli era stata presentata in Casa Black.
“Rodolphus sa che Bella… a Bella… insomma, che lei…”
“Guarda che Bellatrix non si offende se dici che si vede che vorrebbe essere scopata dall’Oscuro Signore” lo interruppe Evan “Perdonami, te ne sei accorto tu che sei entrato nel Cerchio da qualche mese e credi non se ne sia accorto Rodolphus?”
Regulus sembrava imbarazzato. Come se una parte di lui non potesse trattenersi dal proseguire ma l’altra avrebbe voluto sotterrarsi piuttosto che farlo “Io non mi riferisco al sesso!” puntualizzò infine “Non capisco come sia possibile che una donna come Bella… che lei si sia innamorata di uno come lui”
“Come lui?” chiese Antonin
“Be’, ecco… insomma, lui… non la ricambia! Si vede che non la ricambia e poi… non è Purosangue”
Antonin raddrizzò la schiena e assottigliò lo sguardo “Come, prego?”
Regulus sembrò rimpicciolire sotto l’occhiataccia di Tony “Hai capito cosa voglio dire! L’Oscuro Signore è un leader straordinario, il più grande stregone che il Mondo Magico abbia mai visto ma…”
“Non finire la frase” lo bloccò Evan “Ti voglio bene, Regulus, e non voglio piangere la tua morte”
“Non ha importanza?”
“No” rispose Evan “Non ha nessuna importanza”
“Neanche per Bella?”
“Quando si tratta di Lui per Bella tutto perde d’importanza” rispose Antonin
“Lui non ricambia” insisté Regulus “Voglio bene a Bella e non voglio vederla soffrire”
“Che dolce il mio cuginetto”
Antonin sussultò e si volse; sull’ingresso c’era Bellatrix.
“Vedi perché Regulus è il mio preferito, Evan?” chiese gioiosa ancheggiando fino a dove sedevano loro “Perché si preoccupa per me, al contrario di te che sei sempre pronto ad affossarmi”
Evan le fece un ghigno “Regulus è solo ancora molto innocente, gli passerà”
“Perché credi io soffra, Reg?” chiese Bellatrix in modo sbadato sedendosi sul bracciolo della poltrona di Antonin. Si chinò su di lui e gli passò il braccio intorno alle spalle. Antonin scostò il viso nel tentativo di allontanarsi da lei. Detestava il modo in cui quella strega si divertiva a giocare con lui.
“Perché… Bella…” Regulus lanciò un’occhiata disperata a Evan che, dopo aver esitato per qualche secondo, decise di andare in suo soccorso.
“Perché, Bella, devi capire che non tutti sono abituati a vederti fare la puttana”
“La puttana?” sibilò Bella risentita
“Converrai con me che, il modo in cui ti comporti qui, non è proprio uguale al tuo modo di fare davanti a Walburga e Druella”
“Il fatto di non comportarmi come quelle due oche mi renderebbe puttana?” chiese Bellatrix con un sopracciglio alzato “Allora puttana e fiera di esserlo” concluse velenosa.
“Ma no, Bella” s’inserì di nuovo Regulus “Però tu sei una Black!”
“E quindi?” domandò Bellatrix con alterigia.
“E quindi da te ci si aspettano certe cose. Non che tu faccia l’amante di un… di uno che neanche ti considera! Non lo vedi, Bella? Non lo vedi come ti usa? Te e tutti quanti noi!”
“Cosa?” la voce di Bellatrix era bassa e Antonin l’afferrò per un braccio bloccandole i movimenti proprio poco prima che la sua mano volasse sulla bacchetta.
“Cazzo, Reg” Evan si era alzato in piedi e messo di fronte a Regulus “Ti sei rincretinito?”
“Qualcuno deve pur dirle che sta votando la sua vita a un uomo che non la vuole”
“Levati di torno” ordinò Antonin sempre tenendo stretta Bellatrix “Evan, porta via Black!”
Il crac della smaterializzazione venne coperto dai singhiozzi di Bella che invasero la stanza.
“Dai, Bella” provò a consolarla Antonin. Ormai ce l’aveva in braccio ed era impossibilitato a ogni movimento “Cosa vuoi che ne sappia tuo cugino”
“Ma ha ragione, Tony” sussurrò Bellatrix contro il collo dell’amico “Lo sai anche tu che ha ragione”
Antonin rimase in silenzio.
“Io lo amo”
“Dai, Bella” ripeté Antonin perché, davvero, non sapeva che altro dirle.
“Lo amo” Bellatrix lo disse di nuovo “Per lui farei qualsiasi cosa… e lui non vuole neanche sentirsi dire che io… che lo amo!”
Antonin le passò una mano sulla schiena nel tentativo di consolarla. Cos’altro poteva fare?
“Mi dispiace, Bella, non so che dirti”
“Lei lo amava” disse Rita “Lo amava davvero”
Antonin annuì.
“Ma lui no”
Antonin si strinse nelle spalle “Non credo sapesse cosa significhi amare”
“E Regulus Black…” Rita si passò la piuma verde acido sulle labbra “Si è reso conto di come, nonostante l’amore di Bellatrix, il Signore Oscuro la stesse usando”
Antonin fissò il suo sguardo su Rita. Forse sì. Forse era stato quello a far titubare Regulus, il fatto che si fosse reso conto che… che il Signore Oscuro non era in grado di amare. Neanche una donna come Bellatrix che per lui avrebbe fatto letteralmente ogni cosa. E forse aveva trovato la falla: Bella era così appassionata alla Causa eppure aveva votato la sua vita, il suo amore, la sua anima a un Mezzosangue.
“Cosa la rendeva diversa da Andromeda?” chiese Rita.
“Come?”
“Dico, cosa rendeva Bellatrix diversa dalla sorella Andromeda?”
“A parte il fatto che una fosse una Mangiamorte pluriomicida, dici?” chiese Antonin con tono faceto.
“A parte quello” annuì Rita sembrava seria “Innamorate entrambe di un non-Purosangue. Forse Regulus si sarà fatto la stessa domanda”.
Antonin rimase in silenzio perché, effettivamente, non sapeva cosa dire.
  
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