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Autore: KyubiKonanOfAkatsuki    11/09/2009    1 recensioni
[Prima fanfic su One Piece!][Metto Spoiler perchè, in pratica, la storia è basata sulle mini-avventure dal CP9 a partire dal n.50 in poi] Kokitsune è (così almeno lei crede) una volpe con strane caratteristiche umane: cammina su due zampe, parla e si comporta come una persona. Riesce a mutare a piacimento il proprio corpo, trasformandosi spesso in una grottesca caricatura volpina dei suoi compagni, l'ex-CP9. Il suo aspetto è dovuto all'ingestione di un Frutto del Diavolo, il Kon Kon modello Novecode(Kyuubi), stranamente non appartenente alla categoria Zoo Zoo. Nonostante appaia sempre allegra e sorridente, il suo passato è segnato da dolore e morte, e un odio profondo verso la razza umana. Solamente Kalifa è riuscita a cambiare quest'ultimo aspetto di Kokitsune. Tuttavia ancora non capisce... Cos'è esattamente l'amicizia? Era sicura di aver già sentito quella parola prima... L'aveva sentita, combattendo contro quei strani pirati e quel ragazzo di gomma... Questa è la storia di una ragazza che ha imparato sorridere anche quando è triste.
Genere: Triste, Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cipher Pool 9, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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xKibakun93: Ecco qui la bandiera: http://img338.imageshack.us/img338/4365/bandiera.jpg

(Mi è uscita maluccio, ma è il massimo che ho saputo fare O_o )

Ora c’è da vedere se Lucci non ucciderà Kokitsune per le sue battutine a doppio senso XD

 

 

Passarono i giorni. La vita a bordo della nave era abbastanza noiosa, anche se ogni tanto la quiete veniva spezzata da situazioni più o meno equivoche…

 

Kokitsune: -Ahia, accidenti, Lucci! Mi stai facendo male!-

Lucci: -Certo che crolli subito-

Kokitsune: -Smettila! Non è vero! Basta! Mi arrendo!-

Lucci: -Di già?-

 

Kalifa, che nel frattempo stava passando davanti alla cabina in cui il leopardo e la volpe alloggiavano, si fermò insospettita davanti alla porta, chiusa, ad ascoltare…

 

Kokitsune: -Ngh… Hai vinto! Basta!-

Lucci: -Ancora un po’…-

Kalifa: -TU…!-

 

L’ex-segretaria era irrotta nella stanza, ma vide solamente Lucci e Kokitsune seduti a un tavolo occupati a fare braccio di ferro.

 

Lucci: -Uhm?-

Kokitsune: -Che c’è, Kalifa?-

Kalifa: -Ecco… Io pensavo… Che…-

Lucci: -E poi dice ‘molestie sessuali’…-

Kokitsune: -Che cosa credevi che stessimo facendo, scusa? Lucci mi sta distruggendo il braccio destro-

Kalifa: -Aheeem… Io vado a vedere che fanno gli altri-

 

Ognuno a bordo si rendeva utile e adempiva ai suoi doveri: Jyabura, per quanto osservasse in giro, non aveva ancora avvistato la terraferma. Kaku, al timone, seguiva le indicazioni di Lucci: stavano tornando all’isola dove, da piccoli, li avevano iniziati alle Rokushiki…

 

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Kokitsune, ormai diciottenne, era seduta tra Kalifa e Kumadori, in una stanza grigia e triste, le sedie nere come il pavimento. Era lì che venivano portate tutte le persone che avrebbero potuto servire al Governo e, se venivano giudicate adatte, venivano condotte a un’isola dove venivano addestrati per imparare le Rokushiki. C’erano solo due porte, praticamente quasi invisibili contro i muri. Una è da dove erano entrati i tre, l’altra era riconoscibile solamente perché c’era scritto a grandi lettere, in rosso ‘Vietato Entrare, solo personale autorizzato’.

Davanti a loro un ragazzino sulla quindicina, i capelli neri e corti, sembrava messo lì solo per impedire loro di andarsene. Li guardava come se non fossero degni di lui, l’aria matura e un pulcino tra le mani. Lucci e Hattori.

 

Lucci: -Tu-

 

Indicò Kokitsune.

 

Lucci: -Carino che i tuoi amici siano venuti qui per accompagnarti… O per consegnarti…-

Kokitsune: -Noi siamo qui perché il padre della mia amica, qui presente, ci ha detto che il Governo aveva bisogno di noi o cose del genere… Ha parlato della CP9. Noi siamo le nuove reclute-

Lucci: -Allora siete voi i miei compagni… Certo che potevano affibbiarmi qualcosa di meglio che una leonessa… Un pipistrello… O qualunque cosa tu sia…-

 

Kokitsune ringhiò.

 

Lucci: -… Una secchiona e un ragazzino strano. Mi bastavano già quegli altri stramboidi… Il tizio a palla, il moccioso con la cicatrice, il tipo con le corna e il nasone…-

 

La porta con le scritte si aprì. Ne uscirono un uomo alto, i capelli fino alle spalle neri e appena ondulati, dall’aria boriosa. Al suo fianco un ragazzo sui ventotto anni, i capelli viola e gli occhi stranamente scuri, così come il naso.

 

Spandine: -… Andiamo Spandam! Sono sicuro che sarai un ottimo capo!-

Spandam: -Lo penso anche io, padre!-

Spandine: -Adesso vattene, devo controllare le reclute… Tu, volpe! Vieni con me-

 

Spandine afferrò il polso di Kokitsune e la tirò con forza per farla alzare. Kalifa fece per fermarlo, ma la volpe le assicurò…

 

Kokitsune: -Andrà tutto bene, tesoro. Vedrai!-

 

Sorrise dolcemente, ma sapeva che la sua amica non era per nulla rassicurata. L’uomo la trascinò oltre la porta dalla quale era arrivato e la chiuse a chiave.

L’altra stanza era sorprendentemente bianca. Sembrava (e magari era) uno studio medico, c’erano però strane apparecchiature che non aveva mai visto, ed era più che sicura che non fossero cose che stanno in uno studio professionale.

 

Spandine: -Vado a chiamare il dottore nell’altra stanza. Stenditi sul lettino e non muoverti-

 

Kokitsune obbedì, chiedendosi che cosa le avrebbero fatto. Aveva come un brutto presentimento. Qualche secondo dopo Spandine tornò con un uomo con un camice immacolato, piuttosto anziano.

 

Spandine: -Eccola. Le alte sfere del Governo l’hanno ritenuta una possibile recluta per il CP9. Ha vissuto per un po’ di tempo con il padre della bionda là fuori, uno dei miei agenti, e poi con la vecchia Yamanbako-

Medico: -Vediamo… Sarà meglio che si spogli, così posso procedere con i test-

Spandine: -Hai sentito, mostro? Obbedisci-

 

Kokitsune, che si vergognava, pensò di chiedere aiuto agli spiriti della sua famiglia, invisibili eppure sempre presenti, accanto a lei…

 

Kokitsune: -Cambiatemi… Da ragazza a ragazzo…-

 

Istantaneamente, il suo fisico cambiò, il petto diventò muscoloso, i tratti cambiarono e una barbetta caprina le (o gli) crebbe sotto il mento. Fortunatamente i suoi esaminatori stavano parlando fitto fitto tra loro e sembravano non averla vista. Si tolse i pochi vestiti che portava (una canottiera e dei pantaloncini in jeans corti) e richiamò l’attenzione.

 

Spandine: -Cosa…?! Sono sicuro che prima era… Era femmina!-

Dottore: -Forse è ermafrodita… Ma questo potrebbe essere solo un trucchetto tipico della sua specie… Se è davvero una kitsune. E come lei probabilmente sa…-

 

Kokitsune seguì preoccupato\a con lo sguardo il dottore che stava attivando uno strano macchinario, una specie di pressa con la croce del Governo come un enorme stampino. Si illuminò istantaneamente di una luce rosso sangue, emanava un calore molto forte.

 

Dottore: -… Le kitsune sono capaci di cambiare il loro aspetto. Quindi, se ci volesse tradire, potrebbe facilmente ingannarci. Però c’è una cosa che non possono cambiare…-

 

La pressa a forma di croce venne spostata sopra di lei\lui. La volpe capì istantaneamente quello che le stava per succedere. Balzò subito via, ma Spandine aveva afferrato un coltello (probabilmente usato per le operazioni), la\lo afferrò dalla spalla e, nel tentativo di fermarla\o, le\gli tagliò per sbaglio l’orecchio destro, di poco per fortuna, ma ora Kokitsune aveva un semicerchio al lato dell’orecchio, come se le\gli avessero sparato. La volpe non riuscì a mantenere la trasformazione e tornò femmina, e Spandine la bloccò di nuovo sul lettino.

 

Spandine: -Avevo ragione! A quanto pare, quando sei maschio la forza aumenta mentre l’agilità diminuisce… E il contrario quando sei femmina!-

 

La pressa le cadde subito sul petto. Lei gridò, un urlo disumano che sentirono anche da fuori, perché Kalifa e Kumadori la chiamavano preoccupati da dietro la porta. Il dolore era insopportabile, sentiva l’oggetto perforarle la pelle, comprimerle le ossa. La stanza era piena di vapore grigiastro, sul pavimento sotto al lettino cadeva il sangue della ferita di Kokitsune. Quanto era durata quella tortura? Lei non lo sapeva. Sapeva solo che stava piangendo, gridava e scalciava come un demonio nella speranza che presto sarebbe finita. Poi, finalmente, si sentì alleggerita. La croce-stampo, insanguinata, le era stata tolta di dosso. Il bruciore che sentì quando vennero a pulirle il sangue di dosso fu nulla a confronto. Poi le passarono del disinfettante.

 

Dottore: -… Le kitsune non possono cambiare qualcosa come una cicatrice. Un segno permanente-

 

Le somministrarono un tranquillante e procedettero con i test. In seguito, si rivestì e venne ricondotta fuori, dai suoi amici. Si sentiva stordita, con tutto il sangue che aveva perso, tanto che crollò dopo qualche passo. Kalifa le corse subito incontro, le lacrime agli occhi…

 

Kalifa: -Ko… Che cosa ti hanno fatto? Perché non mi rispondi…?-

Kokitsune: -Va tutto bene piccola… Non ho niente…-

 

Con parecchi sforzi, Kokitsune si inginocchiò. Tuttavia, la bionda intravide delle ciocche di pelo bruciato e qualcosa di rosa dove di solito la pelliccia era bianca…

 

Kalifa: -Fai vedere!-

 

Le alzò la maglietta e vide la grande ferita, ora rossa perché non del tutto cicatrizzata, gonfia e ancora dolorante.

 

Kalifa: -TU QUESTA LA CHIAMI NIENTE?!-

Kumadori: -Yo yoi! Cosa ti hanno fatto?!-

Kokitsune: -Non è nulla, vi dico… Brucia solo un pochino, nulla di ché…-

 

Spandine: -Tu, bionda! E’ il tuo turno!-

Kalifa: -COSA AVETE FATTO ALLA MIA AMICA?! COSA LE AVETE FATTO?!-

 

L’uomo ignorò totalmente le sue urla, la trascinò senza tanti problemi nella stanza bianca e chiuse la porta. Kumadori prese Kokitsune, cercando di non farle male, Lucci ghignò.

 

Lucci: -Guarda che carini… Un tipo strano e un mostro… Che strana coppia, però-

Kumadori: -Yo yoi… E’ lei il mostro solo per il suo aspetto, o tu per come sei dentro?-

 

Il ragazzo dai capelli corvini si ammutolì, ma squadrò l’altro con aria di superiorità e disprezzo.

 

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Kalifa: -Il luogo dove stiamo andando non è segnato in nessuna cartina-

Jyabura: -Tsk… Volevano mantenere il segreto, quelli là…-

Kalifa: -Comunque, se mi ricordo bene e se stiamo seguendo la rotta giusta, entro dopodomani dovremmo arrivare-

Lucci: -Una volta là, prenderemo tutto quello che potrebbe esserci utile, come erbe medicinali, carne… Mi sto stufando di mangiare sempre pesce-

Kokitsune: -E se incontrassimo… Come posso dire… Qualche malintenzionato del Governo?-

Lucci: -Beh… Ci ‘giocheremo’ un pochino e poi lo uccideremo…-

Kokitsune: -Oh Lucci, non sai come vorrei ‘giocare’ con te…-

Lucci: -Ripeti quello che hai detto-

Kokitsune: -Ooooh, come si è fatto tardi! Sarà meglio che vada a prendere qualcosa per la cena-

 

Disse la volpe, sparendo dall’altra parte della nave.

  
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