xKibakun93: Ecco qui la bandiera: http://img338.imageshack.us/img338/4365/bandiera.jpg
(Mi è uscita maluccio, ma è il massimo che ho saputo fare O_o
)
Ora c’è da vedere se Lucci non ucciderà Kokitsune per le sue battutine a
doppio senso XD
Passarono i giorni. La vita a bordo della nave era abbastanza noiosa,
anche se ogni tanto la quiete veniva spezzata da situazioni più o meno
equivoche…
Kokitsune: -Ahia, accidenti, Lucci! Mi stai facendo
male!-
Lucci: -Certo che crolli subito-
Kokitsune: -Smettila! Non è vero! Basta! Mi
arrendo!-
Lucci: -Di già?-
Kalifa, che nel frattempo stava passando davanti alla cabina in cui il
leopardo e la volpe alloggiavano, si fermò insospettita davanti alla porta,
chiusa, ad ascoltare…
Kokitsune: -Ngh… Hai vinto! Basta!-
Lucci: -Ancora un po’…-
Kalifa: -TU…!-
L’ex-segretaria era irrotta nella stanza, ma vide solamente Lucci e
Kokitsune seduti a un tavolo occupati a fare braccio di ferro.
Lucci: -Uhm?-
Kokitsune: -Che c’è, Kalifa?-
Kalifa: -Ecco… Io pensavo… Che…-
Lucci: -E poi dice ‘molestie sessuali’…-
Kokitsune: -Che cosa credevi che stessimo facendo, scusa? Lucci mi sta
distruggendo il braccio destro-
Kalifa: -Aheeem… Io vado a vedere che fanno gli
altri-
Ognuno a bordo si rendeva utile e adempiva ai suoi doveri: Jyabura, per
quanto osservasse in giro, non aveva ancora avvistato la terraferma. Kaku, al
timone, seguiva le indicazioni di Lucci: stavano tornando all’isola dove, da
piccoli, li avevano iniziati alle Rokushiki…
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Kokitsune, ormai diciottenne, era seduta tra Kalifa e Kumadori, in una
stanza grigia e triste, le sedie nere come il pavimento. Era lì che venivano
portate tutte le persone che avrebbero potuto servire al Governo e, se venivano
giudicate adatte, venivano condotte a un’isola dove venivano addestrati per
imparare le Rokushiki. C’erano solo due porte, praticamente quasi invisibili
contro i muri. Una è da dove erano entrati i tre, l’altra era riconoscibile
solamente perché c’era scritto a grandi lettere, in rosso ‘Vietato Entrare, solo
personale autorizzato’.
Davanti a loro un ragazzino sulla quindicina, i capelli neri e corti,
sembrava messo lì solo per impedire loro di andarsene. Li guardava come se non
fossero degni di lui, l’aria matura e un pulcino tra le mani. Lucci e
Hattori.
Lucci: -Tu-
Indicò Kokitsune.
Lucci: -Carino che i tuoi amici siano venuti qui per accompagnarti… O per
consegnarti…-
Kokitsune: -Noi siamo qui perché il padre della mia amica, qui presente,
ci ha detto che il Governo aveva bisogno di noi o cose del genere… Ha parlato
della CP9. Noi siamo le nuove reclute-
Lucci: -Allora siete voi i miei compagni… Certo che potevano affibbiarmi
qualcosa di meglio che una leonessa… Un pipistrello… O qualunque cosa tu
sia…-
Kokitsune ringhiò.
Lucci: -… Una secchiona e un ragazzino strano. Mi bastavano già quegli
altri stramboidi… Il tizio a palla, il moccioso con la cicatrice, il tipo con le
corna e il nasone…-
La porta con le scritte si aprì. Ne uscirono un uomo alto, i capelli fino
alle spalle neri e appena ondulati, dall’aria boriosa. Al suo fianco un ragazzo
sui ventotto anni, i capelli viola e gli occhi stranamente scuri, così come il
naso.
Spandine: -… Andiamo Spandam! Sono sicuro che sarai un ottimo
capo!-
Spandam: -Lo penso anche io, padre!-
Spandine: -Adesso vattene, devo controllare le reclute… Tu, volpe! Vieni
con me-
Spandine afferrò il polso di Kokitsune e la tirò con forza per farla
alzare. Kalifa fece per fermarlo, ma la volpe le
assicurò…
Kokitsune: -Andrà tutto bene, tesoro.
Vedrai!-
Sorrise dolcemente, ma sapeva che la sua amica non era per nulla
rassicurata. L’uomo la trascinò oltre la porta dalla quale era arrivato e la
chiuse a chiave.
L’altra stanza era sorprendentemente bianca. Sembrava (e magari era) uno
studio medico, c’erano però strane apparecchiature che non aveva mai visto, ed
era più che sicura che non fossero cose che stanno in uno studio professionale.
Spandine: -Vado a chiamare il dottore nell’altra stanza. Stenditi sul
lettino e non muoverti-
Kokitsune obbedì, chiedendosi che cosa le avrebbero fatto. Aveva come un
brutto presentimento. Qualche secondo dopo Spandine tornò con un uomo con un
camice immacolato, piuttosto anziano.
Spandine: -Eccola. Le alte sfere del Governo l’hanno ritenuta una
possibile recluta per il CP9. Ha vissuto per un po’ di tempo con il padre della
bionda là fuori, uno dei miei agenti, e poi con la vecchia
Yamanbako-
Medico: -Vediamo… Sarà meglio che si spogli, così posso procedere con i
test-
Spandine: -Hai sentito, mostro? Obbedisci-
Kokitsune, che si vergognava, pensò di chiedere aiuto agli spiriti della
sua famiglia, invisibili eppure sempre presenti, accanto a
lei…
Kokitsune: -Cambiatemi… Da ragazza a
ragazzo…-
Istantaneamente, il suo fisico cambiò, il petto diventò muscoloso, i
tratti cambiarono e una barbetta caprina le (o gli) crebbe sotto il mento.
Fortunatamente i suoi esaminatori stavano parlando fitto fitto tra loro e
sembravano non averla vista. Si tolse i pochi vestiti che portava (una
canottiera e dei pantaloncini in jeans corti) e richiamò
l’attenzione.
Spandine: -Cosa…?! Sono sicuro che prima era… Era
femmina!-
Dottore: -Forse è ermafrodita… Ma questo potrebbe essere solo un
trucchetto tipico della sua specie… Se è davvero una kitsune. E come lei
probabilmente sa…-
Kokitsune seguì preoccupato\a con lo sguardo il dottore che stava
attivando uno strano macchinario, una specie di pressa con la croce del Governo
come un enorme stampino. Si illuminò istantaneamente di una luce rosso sangue,
emanava un calore molto forte.
Dottore: -… Le kitsune sono capaci di cambiare il loro aspetto. Quindi,
se ci volesse tradire, potrebbe facilmente ingannarci. Però c’è una cosa che non
possono cambiare…-
La pressa a forma di croce venne spostata sopra di lei\lui. La volpe capì
istantaneamente quello che le stava per succedere. Balzò subito via, ma Spandine
aveva afferrato un coltello (probabilmente usato per le operazioni), la\lo
afferrò dalla spalla e, nel tentativo di fermarla\o, le\gli tagliò per sbaglio
l’orecchio destro, di poco per fortuna, ma ora Kokitsune aveva un semicerchio al
lato dell’orecchio, come se le\gli avessero sparato. La volpe non riuscì a
mantenere la trasformazione e tornò femmina, e Spandine la bloccò di nuovo sul
lettino.
Spandine: -Avevo ragione! A quanto pare, quando sei maschio la forza
aumenta mentre l’agilità diminuisce… E il contrario quando sei
femmina!-
La pressa le cadde subito sul petto. Lei gridò, un urlo disumano che
sentirono anche da fuori, perché Kalifa e Kumadori la chiamavano preoccupati da
dietro la porta. Il dolore era insopportabile, sentiva l’oggetto perforarle la
pelle, comprimerle le ossa. La stanza era piena di vapore grigiastro, sul
pavimento sotto al lettino cadeva il sangue della ferita di Kokitsune. Quanto
era durata quella tortura? Lei non lo sapeva. Sapeva solo che stava piangendo,
gridava e scalciava come un demonio nella speranza che presto sarebbe finita.
Poi, finalmente, si sentì alleggerita. La croce-stampo, insanguinata, le era
stata tolta di dosso. Il bruciore che sentì quando vennero a pulirle il sangue
di dosso fu nulla a confronto. Poi le passarono del disinfettante.
Dottore: -… Le kitsune non possono cambiare qualcosa come una cicatrice.
Un segno permanente-
Le somministrarono un tranquillante e procedettero con i test. In
seguito, si rivestì e venne ricondotta fuori, dai suoi amici. Si sentiva
stordita, con tutto il sangue che aveva perso, tanto che crollò dopo qualche
passo. Kalifa le corse subito incontro, le lacrime agli
occhi…
Kalifa: -Ko… Che cosa ti hanno fatto? Perché non mi
rispondi…?-
Kokitsune: -Va tutto bene piccola… Non ho
niente…-
Con parecchi sforzi, Kokitsune si inginocchiò. Tuttavia, la bionda
intravide delle ciocche di pelo bruciato e qualcosa di rosa dove di solito la
pelliccia era bianca…
Kalifa: -Fai vedere!-
Le alzò la maglietta e vide la grande ferita, ora rossa perché non del
tutto cicatrizzata, gonfia e ancora dolorante.
Kalifa: -TU QUESTA
Kumadori: -Yo yoi! Cosa ti hanno fatto?!-
Kokitsune: -Non è nulla, vi dico… Brucia solo un pochino, nulla di
ché…-
Spandine: -Tu, bionda! E’ il tuo turno!-
Kalifa: -COSA AVETE FATTO ALLA MIA AMICA?! COSA LE AVETE
FATTO?!-
L’uomo ignorò totalmente le sue urla, la trascinò senza tanti problemi
nella stanza bianca e chiuse la porta. Kumadori prese Kokitsune, cercando di non
farle male, Lucci ghignò.
Lucci: -Guarda che carini… Un tipo strano e un mostro… Che strana coppia,
però-
Kumadori: -Yo yoi… E’ lei il mostro solo per il suo aspetto, o tu per
come sei dentro?-
Il ragazzo dai capelli corvini si ammutolì, ma squadrò l’altro con aria
di superiorità e disprezzo.
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Kalifa: -Il luogo dove stiamo andando non è segnato in nessuna
cartina-
Jyabura: -Tsk… Volevano mantenere il segreto, quelli
là…-
Kalifa: -Comunque, se mi ricordo bene e se stiamo seguendo la rotta
giusta, entro dopodomani dovremmo arrivare-
Lucci: -Una volta là, prenderemo tutto quello che potrebbe esserci utile,
come erbe medicinali, carne… Mi sto stufando di mangiare sempre
pesce-
Kokitsune: -E se incontrassimo… Come posso dire… Qualche malintenzionato
del Governo?-
Lucci: -Beh… Ci ‘giocheremo’ un pochino e poi lo
uccideremo…-
Kokitsune: -Oh Lucci, non sai come vorrei ‘giocare’ con
te…-
Lucci: -Ripeti quello che hai detto-
Kokitsune: -Ooooh, come si è fatto tardi! Sarà meglio che vada a prendere
qualcosa per la cena-
Disse la volpe, sparendo dall’altra parte della nave.