[[L\\\'angelo bianco]] [Scritta per la challenge "Angst Time". Il prompt scelto è il 17, ossia "Sofferenza"]
Guido, dopo la morte della moglie e della figlia, resta solo davanti alle loro tombe.
Una panoramica sui suoi pensieri.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Nubi
grigie, minacciose, coprivano il cimitero di Carrara e un vento
gelido fischiava tra le lapidi grigie, facendo ondeggiare le foglie
degli alberi.
Di
tanto in tanto, un lampo livido, come una lama, illuminava il
camposanto d'una luce sinistra, mentre gocce di pioggia, prima rade,
poi sempre più fitte, cadevano e riempivano l'aria d'un fitto
ticchettio.
Guido,
chiuso nella cappella Carani, osservava il paesaggio. Il funerale si
era concluso, ma lui non riusciva ad allontanarsi da quel luogo.
Ed
è stato lui, col suo odio, l'artefice di quella distruzione.
Aveva
voluto punire Elena e le sue macchinazioni, che avevano portato alla
tragica morte di suo figlio Bruno.
Nella
sua mente, dilaniata dal dolore, lei doveva sopportare il peso delle
sue colpe, con la perdita della loro amata figlia, Anna.
Doveva
accettare la sua pena, senza alcuna ribellione.
Scosse
la testa, amareggiato. Il temperamento forte di Elena si era
rivoltato contro un simile, crudele ordine, ed era fuggita con Anna.
Il
mare le aveva uccise, poi aveva restituito i loro corpi privi di
vita.
Colpevole.
Colpevole. In
quei lenti e lunghi giorni d'attesa, quella parola aveva tormentato
la sua mente.
Solo
l'aspra giustizia divina, ne era sicuro, gli aveva impedito di
sprofondare nell'abisso della pazzia.
Quella
pace, a cui pare anelava, gli era stata negata ed era stato costretto
e sentire il peso della sua colpa.
Perché
si era arrogato di un diritto che a lui, misero mortale, non era
concesso?Come
aveva potuto non accorgersi delle sue colpe?Pur
di allontanare il ricordo martellante di Luisa, aveva sposato Elena,
ma la nascita di Anna non aveva attenuato quel vuoto dilaniante.Aveva
usato sua moglie come un rimpiazzo della sua amata, da cui era stato
irrimediabilmente separato.Aveva
cercato di negare a se stesso quel sentimento, ma non ci era riuscito
ed Elena aveva ben compreso la situazione.Anche
lei aveva sofferto per un amore mai ricambiato e la sua collera aveva
travolto innocenti.Erano
stati entrambi stupidi, come bambini capricciosi.Non
sarebbe stata sufficiente la separazione? Perché aveva voluto
esagerare?Girò
la testa e il suo sguardo vagò sulle varie sepolture.Sollevò
la mano e la appoggiò sull’ultimo sarcofago, su cui erano posati
mazzi di rose bianche e rosse. Ormai, solo fiori poteva portare alla
sua famiglia.Lui
era l’unico membro della sua famiglia e il gelo del dolore, come un
sarcofago, copriva il suo cuore.Per
un odio esasperato, si era condannato ad un’eterna solitudine.─Che
Dio vi accolga… Ora, nessuno vi separerà più. ─
mormorò.Per
alcuni istanti, rimase immobile, mentre le lacrime sgorgavano dai
suoi occhi, poi aprì la porta della cappella e uscì, allontanandosi
nella giornata grigia.