Anime & Manga > Magi: The Labyrinth of Magic
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Autore: MIV93    20/01/2023    1 recensioni
Sulle ali della trama originale, nella vita dei nostri eroi comparirà un nuovo gruppo di scalmanati il cui capitano è un vecchio amico di infanzia di Sinbad. All'interno del gruppo vi è una strana ragazza dalla vita misteriosa che ben presto si intreccerà con Sinbad e la sua famiglia. Un nuovo paese da salvare, nuove avventure, amori pericolosi e tanto altro..
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Judal, Morgiana, Nuovo personaggio, Sinbad
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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The power of nature
 


 
 
Passi veloci e pesanti rimbombavano tra le mura ricoperte di muschio e degradate dal tempo dentro un lungo corridoio a diversi metri sotto la capitale di Tenoran. L’odore stantio e di muffa pungeva il naso e, nonostante alcuni raggi di luce filtrassero dal soffitto, l’aria non riusciva a circolare bene e nel complesso quell’ambiente risultava particolarmente umido e dal forte odore di stantio. Il lungo corridoio era fatto di mattonelle grigie macchiate di vegetazione verde, mentre il soffittò della galleria era sorretto da diverse colonne e strutture portanti scavate nella pietra oppure costruite con alte colonne di mattoni.

“Dove stiamo andando?” chiese in maniera piuttosto sbrigativa un mago proveniente da Kou.

L’uomo, dalla lunga tunica bianca circondata alla vita da una cintura fatta in corda con numerosi gingilli appesi, si voltò a guardare il mago con irritazione:” Ti sto portando esattamente dove mi avete chiesto tu e quella strana donna” rispose con ovvietà.

“Perché avete nascosto questa…cosa?” chiese il mago con curiosità.

Il tenoriano lo guardò stralunato, alzò poi gli occhi al cielo con nervosismo:” Il nostro popolo ha inventato questo colosso per avere la forza di espanderci e conquistare altre terre. Non ti sarai bevuto anche tu la storia del posto perfetto, senza guerre ne schiavitù... – rise sommersamene, – i tenoriani erano un popolo guerrafondaio, ma non avevano abbastanza conoscenze per portare avanti questo progetto… ma, dato che erano assetati di potere, una volta racimolato abbastanza rukh, i nostri antenati attivarono questo colosso per iniziare il piano di conquista oltre le terre di Tenoran.”

“Ma qualcosa deve essere andato male…” proseguì il mago guardando alcune raffigurazioni dipinte sul muro.

“Non sappiamo spiegarcelo, ma quella macchina tenuta insieme dal rukh ha acquisito una coscienza propria, come se le terre di Tenoran avessero preso vita in quel mostro e si fossero ribellate a noi. Ho ipotizzato che, essendo fatta con materiali proveniente dal cuore di Tenoran, la coscienza del nostro stesso paese si fosse concentrata dentro e, dato che non voleva portare distruzione e sangue nel mondo, si è ribellata a noi.”

“Quindi perché tenerlo alimentato se avete paura di questa cosa?” chiese incerto il mago.

Il sacerdote tenoriano scosse la testa piuttosto indignato:” Dopo l’accaduto, la famiglia reale ha avuto paura e purtroppo per generazioni l’idea di riportarla in vita è stata sempre di più dimenticata, fino a diventare una proibizione con l’ascesa al trono della nonna della attuale regina Neli. Per paura che queste conoscenze potessero andare in mani sbagliate, il nostro popolo è rimasto chiuso su queste terre per anni, rinunciando di esporsi ad altri paesi. Il popolo con il tempo si è arreso a questa vita, trovandola persino piacevole, e pensando che la famiglia reale fosse così potente da essere temuta e venerata proprio per questa forza. Io non credo proprio a niente, voglio la guerra, voglio che questo popolo possa andare a conquistare altre terre, voglio di più…”

Il mago sorrise furbo:” Quindi avete chiesto aiuto a noi?” concluse sornione.

“Siete stati voi a proporci una mano, – sottolineò il sacerdote guardandolo torvo, – e dato che sembrate intendervene più di me, ho deciso di tradire il mio popolo per riportare in vita la vera forza di Tenoran”.

“Il nostro capo ha detto che trasformando il rukh bianco in rukh nero quel colosso diventerà ancora più forte, dato che avrà accesso ad un rukh illimitato, e potrebbe essere abbastanza forte da generare un Dark Spot. Se è vero che quel colosso è alimentato dal rukh di Tenoran stessa, come se fosse un enorme creatura vivente, allora questo oggetto trasformerà tutto quel rukh in rukh nero e la corruzione si espanderà nelle vene di Tenoran come un lento veleno” disse il mago in maniera piuttosto vaga, conscio del fatto che il tenoriano non ci avrebbe capito molto.

Il mago fece una pausa, mentre guardava stupefatto l’enorme mostro che aveva davanti agli occhi, poi si voltò a guardare il sacerdote e gli consegnò una spada nera. “Hai detto di essere un mago, giusto? Quando deciderai di fonderti con quel colosso, assicurati di utilizzare questa spada nera, farà cadere nella depravazione il tuo rukh e poi si diffonderà in tutto il colosso...”



 
[...]


 
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Zona Nord delle isole Tenoran...


L’esercito di Kou nelle isole di Tenoran aveva imposto il proprio dominio e le proprie leggi, ma non erano ancora iniziati i lavori per ricostruire quelle isole e far assomigliare l’architettura delle varie città a quella di Kou nel continente principale. I soldati si erano limitati ad insediarsi nelle città più grandi piazzando fuori dall’ingresso di ogni città o villaggio la bandiera dell’impero dominante, inoltre, dato che la popolazione di Tenoran si era arresa, l’impero aveva concesso al popolo di continuare con la propria vita, purché rispettassero le nuove leggi imposte e obbedissero a quello che ora era il comandante delle isole di Tenoran: Ren Kouen.

Non c’era stato un cambio rivoluzionario nella vita dei tenoriani, ma era anche vero che gli invasori avevano conquistato le terre di Tenoran da poco, inoltre, persino Kouen stesso non aveva avuto le idee chiare su quello che erano venuti a fare a Tenoran. O meglio, aveva avuto modo di capirlo diverse settimane dopo, ma il suo esercito si era limitato a invadere le città principali per assicurarsi di sedare eventuali rivolte, senza però focalizzarsi sulla vera e propria trasformazione di Tenoran. L’esercito era quindi in una sorta di stand-by e alcuni avevano iniziato a pensare che l’invasione di Tenoran fosse solo qualcosa di passeggero e poco rilevante nei piani espansionistici di Kou.

Nonostante i dubbi e le incertezze, quel giorno sembrava essere certa un’unica cosa: era arrivato il famoso giorno, quindi Neli era giunta nella città principale che stava a Nord proprio per dare il via alla ribellione. La notizia del ritorno di Neli aveva fatto il giro delle isole, mobilitando in silenzio tutta la popolazione che, lentamente e discretamente, si era preparata per la ribellione finale.

Quella mattina il sole si era alzato dalla linea dell’orizzonte del mare, mostrandosi in tutta la sua forza e illuminando orgoglioso tutta la distesa di acqua che circondava le isole di Tenoran e la folta vegetazione. Una distesa di nuvole basse, tipiche delle isole in mezzo al mare, copriva l’intero cielo, rendendolo un mare ribaltato dalla consistenza soffice e nascondendo il sole ormai alto nel cielo. La distesa nuvolosa, illuminata dai raggi mattutini del sole, prese a colorarsi di arancione e di tanto in tanto da qualche buco in mezzo alle nuvole cadevano sulla terra lunghi raggi di luce.

 

Neli, accompagnata da Masrur e Ja’far poco distanti da lei, era posizionata in cima ad un’enorme struttura simil-ziggurat alta circa un centinaio di metri. Il vento aveva preso a soffiare e la donna finalmente si tolse il copricapo che le teneva coperta la testa, rivelando un volto dipinto da lunghi tratti neri e rossi e due occhi color nocciola carichi di determinazione e voglia di rivalsa. Alzò solennemente il suo bastone legnoso, che improvvisamente iniziò a risplendere di una strana luce bianca, poi urlò a pieni polmoni:” MIO FEDELE POPOLO, LA VOSTRA REGINA È TORNATA, ORA RIPRENDIAMOCI CIO’ CHE È NOSTRO,” detto ciò, la vegetazione che circondava la struttura prese a crescere e ad allungarsi in maniera anomala, circondando l’edificio fino ad arrivare ai piedi di Neli per sollevarla ancora più in alto. 

Un’ovazione generale si alzò da ogni angolo della città a nord, centinaia di tenoriani uscirono dalle proprie abitazioni, mentre altri si andarono a rifugiare dentro alla foresta per sfruttare la geografia e la vegetazione per nascondersi dentro di essa e far perdere le proprie tracce ai soldati di Kou. Ma la cosa che lasciò allibiti e terrorizzati gli invasori fu la vegetazione della foresta pluviale che prese vita: lunghi rami nodosi si allungarono come serpenti dentro alle città per imprigionare l’esercito di Kou, animali di tutte le taglie e forme uscirono dalla loro tana per attaccare con artigli e morsi, e figure dall’aspetto mostruoso e indefinito si generavano nell’aria per piombare addosso a loro. La natura stava prendendo vita con ogni sua forma, dal più piccolo batterio al più grosso degli alberi, dando vita ad uno spettacolo incredibile e terrorizzante allo stesso tempo.

“C..che diavolo è successo? – urlò un soldato dimenando la proprio lancia per contrastare l’attacco di un grosso felino, – cosa diavolo sta accadendo a questo popolo?”

Il disorientamento e la confusione iniziale dei soldati li portò inizialmente a contrastare l’avanzata della natura con le armi e con la magia, nonostante i maghi di Kou fossero in netta minoranza rispetto a tutta la popolazione di maghi di Tenoran, poi alcuni di loro dovettero battere in ritirata a causa dell’effetto sorpresa che li aveva colti impreparati.

Una risata rimbombò sopra tutto il casino generale: un uomo dalla corporatura robusta, con due grossi baffi neri ripiegati leggermente all’insù e un naso da maiale, si fece strada tra la folla di soldati, ruotando la sua lunga lancia dalla punta a forma di luna: “Cosa diavolo state combinando, idioti!?” tuonò l’omone, mostrando una fila di denti nera come la pece.

Seishuu Ri, ovvero l’uomo accanto a Kin Gaku, sospirò rumorosamente, guardando di sbieco il suo compagno:” Meno male che il principe Kouen ci ha mandato a nord, che avesse previsto tutto questo?”

Kin si limitò a scuotere le spalle in maniera piuttosto sbrigativa:” Non lo so, ma queste marionette di Tenoran sono state buone e remissive fino a qualche ora fa, con il ritorno della loro regina sembrano completamente assatanati”.

Detto ciò, la lancia di Kin iniziò a illuminarsi, così il bracciale al polso di Seisshu, e ben presto le due figure mostruose divennero dei colossi alti decine di metri. Seisshu era un ammasso di muscoli con una folta chioma di serpenti blu che gli ricadeva sulla schiena e che utilizzava per intrufolarsi tra i palazzi e la natura per attaccare qualsiasi cosa, mentre Kin divenne ancora più grosso e il suo viso si distorse ancora di più in quello di un maiale.

Un enorme ramo si avviluppò intorno alla caviglia di Kin, ma quest’ultimo lo afferrò con una mano e lo dilaniò con i suoi denti:” Dirigetevi più a sud, qua ci pensiamo noi a far abbassare la cresta a questi moscerini” ordinò Kin all’esercito.

“Ora o mai più popolo di Tenoran, non lasciateli scappare a sud”. A quel punto fu di nuovo il turno di Neli, che incitò la folla a continuare a combattere, non lasciando scappare per nessun motivo l’esercito a sud.

Zenko si portò di fronte ai due colossi, sputò a terra con disprezzo poi urlò: “Vieni, contenitore di metallo nato da Marchiosia, consacro a te il mio corpo, diventa tutt'uno con me!” e dall’enorme scimitarra legata alla sua cintura, un simbolo magico iniziò ad illuminarsi e la figura animalesca di Zenko si trasformò in un enorme bestione alto quanto Kin e Seisshu, dalla folta chioma bianca che gli percorreva tutta la spina dorsale e dalla dentatura così affilata da poter rompere con le sue mascelle poderose qualsiasi cosa.

“E tu chi cazzo saresti?” sbottò Kin, alzando un sopracciglio e mettendo in mostra il suo solito atteggiamento sboccato e irruento.

Zenko frenò un ringhio, simile ad una delle sue risate animalesche, poi disse in maniera piuttosto sfacciata:” Ti sembro uno che si perde nei convenevoli?” detto ciò, prese uno dei serpenti di Seisshu, che avevano provato ad attaccarlo lateralmente, e lo spezzò a metà con la sola forza delle mani.

“Piccola Morgiana, mi raccomando, stai attenta” Senza Nome e Masrur si avvicinarono silenziosi a Morgiana, la quale era stata in silenzio a guardare la scena proprio dietro all’ormai enorme Zenko.

Morgiana annuì debolmente, poi si voltò a fissare incuriosita Masrur:” Neli dov’è?”

“Con Ja’far," – disse brevemente lui, poi spostò lo sguardo verso i due colossi di Kou, – "vi darò una mano” concluse senza dare troppe spiegazioni.

Mentre Kin e Zenko si confrontavano in uno scontro di pura forza bruta, lo sguardo selvaggio e intimidatorio di Seisshu si spostò verso il gruppo di persone che avevano accompagnato Zenko:” Voi pulci cosa credete di fare?” chiese prima di lanciare contro di loro decine di serpenti bluastri pronti a divorarli.

   
 
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