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Autore: Atreyu95    21/01/2023    0 recensioni
Dee e Gareth sono migliori amici e vivono in un noiosa cittadina del Galles.
Dee é una wedding planner, Gareth é un fotografo ed entrambi lavorano per la medesima agenzia.
É il 1 Dicembre 1995 quando la loro vita monotona viene stravolta dall'incontro con una misteriosa creatura che svelerà ad entrambi un oscuro segreto e li condurrà in un luogo magico, che era rimasto fino a quel momento invisibile ai loro occhi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si dice che tutti abbiano una storia da raccontare, eppure non avrei mai immaginato che anche io avrei potuto un giorno narrare la mia. Quella mattina, quando tutto ebbe inizio,sembrava essere un giorno come tutti gli altri, un pallido giorno d'autunno che sembrava volersi susseguire come quelli che lo avevano preceduto. Soffiava un forte vento, tanto da far tremare i vetri instabili delle finestre della cucina. Me ne stavo seduta su di una comoda poltroncina, sorseggiando del tè, una miscela irlandese deliziosa che mi era stata regalata da un mio amico tempo prima. Sul davanzale della finestra, un piccolo passerotto venne ad abbeverarsi, approfittando delle goccioline d'acqua che lo pioggia aveva lasciato dietro di se. A quel passerotto se ne aggiunse un altro e poi un altro ancora;di tanto in tanto, lasciavo loro da mangiare. Erano circa le sette e trenta, quando il telefono a muro squillò, facendomi sobbalzare e distogliendomi dai miei pensieri. «Pronto?» Risposi, domandandomi chi potesse essere a quell'ora. «Buongiorno Dee, sono la signora Williams. Ti ricordi del nostro appuntamento, vero? Ho assolutamente bisogno della sua consulenza e non posso attendere oltre. » Sospirai e mi maledì per aver dato ai miei clienti la possibilità di potermi contattare oltre l'orario di lavoro. Era stato il mio capo a convincermi: «Suvvia Dee, sono certo che nessuno sarà così invadente. Si tratta solo di business. Devi convincerli che non esista al modo qualcuno che sia meglio di te. » Così aveva detto. «Buongiorno signora. Certo che lo ricordo. Stavo giusto uscendo per recarmi in agenzia. Quindi, se vuole scusarmi, adesso dovrei andare. » Mentii. L'agenzia non avrebbe aperto prima delle nove ma non avevo alcuna intenzione di parlare con la signora Williams. Kate Williams era una persona deliziosa ma decisamente logorroica; non avrei augurato a nessuno diintrattenere una conversazione con lei di prima mattina. Kate mi salutò cordialmente per poi sbattermi il telefono in faccia. Lavoravo come wedding planner per una prestigiosa agenzia ai tempi e su di me gravavano enormi responsabilità; il mio capo era davvero uno stronzo e se anche una minima cosa non fosse andata per il verso giusto, mi avrebbe licenziata senza pensarci su due volte. Afferrai il cappotto e lo zaino ed uscì di casa, chiudendo la porta alle mie spalle. L'aria era fredda e i deboli raggi del sole si facevano strada a fatica fra la coltre di nuvole grige che ricoprivano il cielo quel giorno. Sul marciapiedi di fronte a me, si ergeva un cartello sporco di terra ed escrementi di uccello sul quale compariva la scritta,ormai a malapena leggibile: “Benvenuti a Carmarthen”. Montai in sella alla mia bici e iniziai a pedalare svogliatamente verso l'agenzia. Imboccai come al solito il tragitto che tagliava attraverso il bosco;amavo il silenzio che contraddistingueva quella strada. Il cinguettio degli uccelli mi metteva di buon umore e l'odore degli alberi e della terra bagnata,riusciva a farmi dimenticare la puzza di smog che invadeva la città. Adoravo osservare gli scoiattoli grigi che saltavano da un ramo all'altro, alla ricerca di cibo. Si narrava inoltre,che fra qui boschi dimorassero creature fantastiche che si palesavano solo la notte, quando tutti dormivano;mio nonno era solito trascorrere qui i pomeriggi autunnali, perché diceva che con un pizzico di pazienza sarebbe stato possibile incrociare il loro sguardo. «Piccola Dee, la notte cala prima in autunno. Sono certo che non dovremmo attendere al lungo. Ti va di aspettare il crepuscolo qui con me?» La voce calda di mio nonno riusciva sempre a tranquillizzarmi e a farmi sentire al sicuro. Non c'era persona al mondo che amassi più di lui. Dopo la sua morte continuai a recarmi in questi boschi di nascosto, fino a quando la fanciullezza non mi abbandonò ed io non fui costretta a mettere da parte la fantasia. Quel giorno era l'anniversario della sua morte...e il mio compleanno. Compievo ventotto anni. Gli occhi mi si riempirono di lacrime. Uscita da quel sentiero iniziai a pedalare velocemente per allontanarmi il più velocemente possibile dai quei boschi. Arrivai all'agenzia dopo circa venti minuti e seduto ad aspettarmi su una panchina, con mia grande sorpresa, vi era Gareth, il mio unico vero amico. Stringeva un piccolo sacchetto fra le mani. Alcune ciocche di capelli, di un color biondo cenere gli ricadevano morbide sul volto, incorniciando il suo volto. L'aria fredda faceva apparire il suo volto più pallido, mettendo in risalto il colore dei suoi occhi, che brillavano di uno splendido azzurro. La barba stava diventando man mano sempre più folta. Mi venne in contro e non appena fui scesa dalla bici, mi strinse forte a se e mi sollevò leggermente:«Buon compleanno Dee!» Ricambiai quell'abbraccio, stringendolo a mia volta:«Grazie. Hey, cosa hai lì?»Chiesi curiosa, cercando di strappargli il sacchetto dalle mani «Hey, questi sono per la pausa pranzo! Ho preso dei dolci speciali solo per te.»Disse ridendo, mentre teneva il sacchetto sollevato sopra la sua testa;aveva un sorriso dolcissimo. «Guastafeste.»Risposi, sorridendo. Gareth era molto più grande di me, aveva poco più di quarant'anni ai tempi e da quando ci eravamo conosciuti, mi aveva presa sotto la sua ala protettrice. «Stasera pizza a casa mia?» Chiese lui, prendendomi sotto braccio. «Assolutamente si.» Risposi, poggiando la testa sulla sua spalla. «Perfetto.» Replicò, scompigliandomi i capelli. Io a Gareth entrammo in agenzia e ci recammo dei rispettivi spogliatoi, per indossare le nostre divise da lavoro. Osservandomi allo specchio, non potei fare a meno di notare quanto col passare del tempo, quel completo stesse iniziando a starmi sempre più stretto. Inarcai un sopracciglio e senza perdere ulteriormente tempo uscì dallo spogliatoio e raggiunsi la mia scrivania. Mi accomodai goffamente sulla sedia e mi preparai ad accogliere tutti coloro che si sarebbero presentati in agenzia quel giorno.
   
 
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