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Autore: Wymagalt    27/01/2023    2 recensioni
Il mio nome è Delphini Mathildis Black e sono nata il 9 febbraio del 1976. Sono la figlia del Signore Oscuro, Lord Voldemort e della sua più fedele Mangiamorte, Bellatrix Lestrange. Ti chiederai perché abbia scelto di raccontarti la mia storia. Credo principalmente per lasciare una traccia di me che non sia stata riscritta, convalidata o manomessa da mani altrui. Spero avrai la pazienza di accompagnarmi per queste pagine, lasciando fuori i pregiudizi, le paure e le resistenze che naturalmente avrai nei miei confronti. Ti chiedo di tentare. E alla fine, magari, riusciremo a incontrarci da pari: tu con la tua storia e io con la mia.
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Delphini Riddle, Famiglia Lestrange, Famiglia Malfoy, Famiglia Nott | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Lucius/Narcissa, Rodolphus/Bellatrix
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Più contesti
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V.

Ricordo bene gli anni della mia infanzia, per quanto breve. Mia madre e i miei zii costruirono una specie di fortezza attorno a me e io ne ero la principessa. “Principessa”, così mi chiamava zio Rabastan quando giocavamo alla guerra e lui era il mio scudiero. Dietro quella fortezza, però, erano ammessi pochi e io credevo che il mondo fosse composto solo di noi e delle nostre misteriose dinamiche.  
La guerra. Sapevo che imperversava dietro quel portone incantato, che separava il mio mondo di fiabe dal mondo in cui gli adulti poi sparivano. La loro assenza mi gettava in incredibili accessi di pianto. I peggiori, quando mia madre andava con loro. Ma mia madre era una guerriera, mi diceva zio Rodolphus. Così, io giocavo alla guerra anche quando ero sola e lasciata alle cure di nonna Druella. Immaginavo di poter essere lì con loro e di essere acclamata per le mie mirabolanti imprese. Perché presto imparai anche che sarei stata destinata a essere una strega potente.
“Ah!” disse un giorno mia madre quando, con un gesto della mia manina, l’indice teso come una bacchetta, giocavo a fare incantesimi “Presa!” e cadde a terra con la grazia di una bambola a cui erano stati spezzati i fili, reclina sul pavimento.
“Ho vinto! Ho vinto!”  dissi ridendo e correndo attorno a lei.
Lei però rimase così, stesa, senza aprire gli occhi né abbracciarmi per la mia bravura.
“Mamma!” gridai allora, gettandomi verso di lei. Un terribile presentimento mi si era arrampicato sulla spina dorsale, come un presagio lontano. Ero terrorizzata.
“Del!” rispose allora lei ridendo “Oh, Del, scusami, stavo solo scherzando! Piccola mia, sono qua…”
“Non farlo più mamma!” la sgridai “Io ho paura perché tu te ne vai sempre!”
Questa affermazione credo che le abbia fatto male.
“Non è vero che me ne vado sempre!” disse offesa.
“Sì, invece! Mi lasci sola…”
“Non essere ridicola Delphini!” ovviamente non avevo idea di cosa volesse dire “ridicola” ma mi fece male comunque “Hai tutto ciò che una bambina potrebbe desiderare! Cosa credi che dovrei fare? Vorresti che i Babbani vincessero?”
Ecco no, quello non lo volevo proprio. Mi avevano parlato dei Babbani, di come ci avevano perseguitato negli anni passati e io, per quanto non avrei mai potuto ammetterlo, avevo paura di loro, perché ancora non sapevo fare magie e avevo paura che mi potessero rapire. Mi misi a piangere ancora più forte.
Fu allora che entrò zio Rodolphus in camera, i suoi capelli fulvi fecero capolino da dietro la porta:
“Tutto bene?”
“Sì, Delphini sta facendo la difficile”
“Del…” disse zio Rod avvicinandosi a me, in ginocchio “Che succede?”
Non potrò mai ringraziare abbastanza mio zio per essere com’è. Non tutti avrebbero accettato la mia nascita come ha fatto lui. Sarei sempre stata la figlia di un altro, quando Rod era nato per essere un padre.
“Mamma… io … non voglio… non voglio stare sola”
“Oh… Del” disse Rod abbracciandomi “Non sei sola, hai capito?”
“Ma voi ve ne andate!”
“Andiamo ad aiutare tuo padre, sai? Tuo padre sta costruendo un bellissimo regno per la sua principessa, lo sai? E vuole che sia perfetto per quando sarai grande. Non vuoi che lo aiutiamo?”
“Mmh… un regno?”
“Sì, bambina mia. Un regno pieno di magia!”
Mia madre allora si lasciò sfuggire una risatina sarcastica.
“Ma… ci sono i Babbani che mi portano via”
“Non dire assurdità, Del” disse mia madre, alzandosi in piedi e sistemandosi l’abito “Nessuno alzerà mai un dito su di te, mia cara. Sei la figlia del Signore Oscuro, ricordatelo sempre”.
Io feci del mio meglio per non scordarmelo. Ma il mondo fece la sua parte per sottolinearmelo il più spesso possibile, come un promemoria in orbita attorno al sole.
Mia madre non era un tipo materno, ma quando il nostro essere bambine non si scontrava vicendevolmente, era un vero spasso. Mi faceva scendere nelle segrete di casa Lestrange, tra calderoni e alambicchi. E la guardavo mentre preparava pozioni e piano piano mi iniziò a far usare qualche utensile. Mi faceva pesare le polveri e schiacciare le bacche. Ovviamente, con me faceva soltanto pozioni innocue. E ricordo che un giorno, mio padre rimase appoggiato alla porta a guardarci preparare i nostri filtri senza dire una parola. Entrambe facemmo finta di niente, godendoci la sua silenziosa presenza.
Quando compii due anni e mezzo, mio padre iniziò a permettermi di andare a casa sua, in quel regno misterioso che scricchiolava di magia antica e proibito. Il finesettimana divenne il mio momento avventuroso, dove scoprire chi fosse mio padre, da sola.
   
 
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