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Autore: slanif    08/02/2023    1 recensioni
100 Prompt.
100 Storie.
Alcune collegate, altre no.
Un'infinità di personaggi, anche i più improbabili.
Coppie sia Het che Slash.
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Vari personaggi
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Titolo: Canada
Autore: slanif
Prompt: 69
Personaggio/Coppia: Charlie Weasley/Original Character
Contesto: Altro Contesto
Rating: Verde
Parole: 2.053
 
 
Quando era arrivata in Canada tre giorni prima per andare a trovare gli zii paterni del suo futuro marito, Lila Moya non avrebbe mai immaginato di trovarsi davanti al suo più grande rimpianto: Charlie Weasley.
Eppure, avrebbe dovuto immaginare che, quando gli zii di Thomas avevano parlato di una fiera con “animali esotici e incredibili”, dovessero esserci per forza anche dei Draghi.
Lila aveva saputo, per vie traverse e molta fatica, cosa aveva fatto Charlie negli ultimi anni, perciò sapeva che lavorava in Romania proprio con quella particolare (e pericolosa) specie di animali; ecco perché avrebbe dovuto pensarci.
Quando aveva scoperto che si era trasferito così lontano per lavorare con i Draghi, un moto di orrore era sorto nel suo petto, mentre il panico la spingeva quasi a lanciare via la cautela e andare a sincerarsi che stesse bene. Non che ne avesse diritto, ovviamente, ma... I suoi sentimenti non potevano essere controllati.
Nel silenzio del suo cuore, Lila poteva ammettere almeno con se stessa che quello che lei e Charlie avevano condiviso durante l’ultimo anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, era stato la cosa più bella e il periodo più felice della sua vita. La prima e unica volta in cui si era sentita amata esattamente per quello che era, non per quello che possedeva o per quello che ci si aspettava da lei.
Charlie non aveva mai visto null’altro che lei e per quell’unica volta nella sua vita, si era illusa che potesse allontanarsi dalle aspettative che il cognome Moya portava con sé e vivere una vita felice, magari frugale, ma con l’uomo di cui era perdutamente innamorata.
Quando aveva dovuto dire a Charlie che sarebbe andata via per sempre, aveva dovuto anche mentire, dire lui che quella che avevano avuto era stata una cosa senza importanza. Aveva visto il dolore, nel suo sguardo. Oh, se l’aveva visto... Così crudo e autentico, onesto. Come era Charlie.
Avrebbe voluto dirgli: «Non è vero. Ti giuro che è tutta una bugia. Ti amo. Mi dispiace. Non vado da nessuna parte, te lo prometto.» Ma non aveva potuto.
Così, era partita il mattino seguente con i suoi genitori per tornare a New York e qualche anno dopo si era ritrovata fidanzata con Thomas Norton, prossimi alle nozze, che lei aveva fatto di tutto per rimandare il più a lungo possibile. Si era fatta anche lanciare una fattura dalla sua Elfa Domestica personale, per giustificare il fatto che si sentisse “indisposta”. Lila aveva tentato ogni espediente per evitare di sposarsi, ma... Ormai non aveva più idee e quella visita in Canada serviva a presentarla agli zii di Thomas e a invitarli personalmente al loro matrimonio, come era buona educazione fare tra le famiglie di Purosangue come loro.
Lila lanciò un’occhiata al suo futuro marito, che camminava di fianco a lei sorridendo. Stava chiacchierando con i suoi zii ed era molto carino. Un uomo raffinato, perbene, di buona educazione e molto ricco. Il partito perfetto secondo sua madre e suo padre, ma non per Lila.
A lei piacevano uomini dai colori fiammanti, cicatrici sulle braccia e le mani dovute agli animali che amava curare e un sorriso sincero e disarmante, che le aveva fatto tremare le ginocchia sin dalla prima volta che l’aveva visto, quando lui gli era praticamente piombato addosso saltando da una scala all’altra.
Il suo cuore si strizzò come uno straccio bagnato, a quel ricordo.
Era bastato quel momento per capire. Per sapere, dentro di lei, che quel ragazzo pieno di lentiggini e gli occhi azzurri come il cielo a primavera, le avrebbe rovinato per sempre la vita.
Si era ripromessa di non cedere. Di non frequentarlo. Ma lui era stato insistente, divertente e gentile; così carino.
Alla fine lei si era ritrovata a concedergli tutto, anima, cuore e corpo, anche se aveva sempre saputo che sarebbe stata una cattiva idea; ma non se ne era mai pentita. Non lo faceva nemmeno in quel momento, mentre lo osservava fuori dall’arena dove si trovava il gigantesco Drago rosso, a parlare con quello che immaginava fosse un suo collega. Stava ridendo per qualcosa e il suono arrivò fino a lei, trasportato dal vento freddo dell’autunno canadese.
La sua mano ebbe uno spasmo, nell’incavo del braccio di Thomas dove riposava.
L’uomo se ne accorse e le chiese: «Tutto bene, cara?»
«Magnificamente,» mentì. «Ho solo...»
«Cosa?» domandò lui, incuriosito, seguendo la linea del suo sguardo e notando Charlie e l’altro uomo per la prima volta. «Li conosci?»
«Uno di loro. Andavamo a scuola insieme.» Che senso aveva mentire?
«Oh, ma è magnifico!» esclamò Thomas con un sorriso, tirandola in avanti con gentilezza. «Andiamo, voglio conoscerlo. Non mi hai mai parlato molto del tempo che hai passato a Hogwarts.»
Il panico si impadronì di lei a quelle parole. «No, non credo che... Non voglio disturbare...» tentò, aggrappandosi alle prime cose che le vennero in mente.
«Sciocchezze, cara,» intervenne la zia di Thomas con un sorriso. «Sono sicura che avrai piacere di salutarlo, no?»
«Io... Sì, certo,» rispose, sconfitta. Ovvio, una parte di lei era felice di poterlo fare, ma l’altra parte... Oltretutto che dubitava che Charlie volesse rivederla. Non aveva mai tentato di mettersi in contatto con lei, nemmeno una volta, per quanto Lila ci avesse sperato, anche se continuava a darsi della sciocca per questo.
Andare a Hogwarts era stata una scelta dei suoi genitori, che avevano voluto seguire gli interessi di suo padre direttamente nel Regno Unito, pensando che avrebbero avuto qualche anno prima di tornare in America, ma poi le cose erano andate diversamente dal previsto e nel giro di undici mesi erano tornati indietro. Sua madre e suo padre si erano rivelati immensamente felici della cosa, mentre lei...
«Ehi, tu! Scusa!» La voce di Thomas la riportò bruscamente alla realtà.
Spalancò gli occhi quando si rese conto di trovarsi a circa cinque metri da Charlie, ormai, con Thomas che la tirava e gli zii di lui al seguito.
Charlie e l’altro uomo alzarono lo sguardo e... Fu come se un fulmine la colpisse in mezzo alla testa. I suoi occhi verdi si intrecciarono a quelli azzurri di Charlie e tutti quegli anni separati sembrarono svanire, cancellati dal battito furioso del suo cuore, che le chiedeva di riunirsi all’altra sua metà, immobile come una statua a fissarla con espressione scioccata.
Quando Thomas si fermò di fronte a loro, ad appena un metro, Lila alzò lo sguardo sul secondogenito dei Weasley. «Ciao, Charlie.» La sua voce tremò un po’, così si schiarì la gola.
Charlie la fissò senza proferire parola, con gli occhi ancora sgranati. Le nocche erano bianche, per la forza con cui stringeva i guanti ignifughi tra i palmi.
«Lila mi stava dicendo che andavate a scuola insieme. Io sono Thomas Norton, il suo fidanzato,» si presentò l’uomo con cui era ancora a braccetto.
A quelle parole Charlie sembrò risvegliarsi e lanciò un’occhiata veloce a Thomas, allungando meccanicamente il braccio. «Uhm, salve. Sì. Sono Charlie Weasley,» si presentò, con voce tentennante, mentre lo sguardo saettava sulla sua mano sinistra, in cui spiccava il diamante grande come una nocciolina (che lei trovava a dir poco esagerato), soprattutto grazie al soprabito nero di Thomas, che sembrava farlo brillare più del necessario.
Lila dovette farsi forza per non sfilare il braccio da quello di Thomas e nascondere quell’anello ridicolo.
«Oh, era un... Com’è che si chiamava la tua Casa a Hogwarts, cara?» domandò Thomas, spostando l’attenzione su di lei. «Percoranera
«Corvonero,» lo corressero Lila e Charlie insieme.
Si guardarono di nuovo per un momento prima di distogliere lo sguardo.
«Oh, sì, giusto. Beh, anche lei era un Corvonero?» insisté Thomas, chiaramente ignaro della tensione tra la sua fidanzata e quell’uomo dai capelli rossi.
«No, ero un Grifondoro, ma frequentando lo stesso anno capitava di avere parecchie lezioni in comune,» spiegò Charlie, senza staccare gli occhi da Thomas, che era più alto di lui e di sicuro più pulito, al momento. Charlie indossava dei jeans lisi, una maglietta macchiata, una specie di pettorina piena di lacci e stivali da lavoro. Le sue braccia e il suo viso erano sporchi di fuliggine e anche se sembrava trascurato e bisognoso di un bagno, Lila lo trovò meraviglioso in modo del tutto irragionevole.
Perché mi fa ancora questo effetto?
Lila in fondo sapeva perché: ne era ancora innamorata. Lo era sempre stata e sempre avrebbe continuato; ma loro due non erano fatti per stare insieme. Le loro vite erano troppo diverse. Le aspettative delle loro famiglie all’opposto.
Lila continuava a ripeterselo da anni.
Sperava prima o poi di riuscire a convincersene davvero.
«Magnifico,» disse Thomas. «È qui per lavoro?»
«Sì, mi occupo di allevamento e salvaguardia dei Draghi,» spiegò Charlie, continuando a non spostare lo sguardo su di lei con espressione ostinata, come se volesse illudersi che Lila non esistesse.
«Che lavoro pericoloso!» esclamò la zia. «La sua famiglia dev’essere molto preoccupata.»
Charlie accennò un sorriso per la prima volta da quando si erano avvicinati. «Un po’, ma sono fieri di me.»
Ma certo che lo sono, avrebbe voluto dire. Come avrebbero potuto non esserlo? Charlie era un brav’uomo e un gran lavoratore. Aveva sentito solo cose positive su di lui.
«Magnifico,» ripeté Thomas. «Ma basta monopolizzare la conversazione,» sorrise, prima di lanciarle uno sguardo. «Porto gli zii a prendere qualcosa al pub. Tu fai quattro chiacchiere col tuo amico e raggiungici quando hai finito, va bene?»
Lila avrebbe voluto dire di no, che non andava bene per niente e che comunque poteva decidere da sola cosa fare. Non serviva che lui la trattasse come una bambina. Ma c’erano i suoi zii e non voleva fare scenate. Così, sorridendo a denti stretti, disse: «Ma certo. Ci vediamo tra poco.»
Zii e nipote si allontanarono e lei si ritrovò da sola con Charlie Weasley per la prima volta da molti anni. «Uhm...»
«Perché gli permetti di dirti cosa fare?» ruppe il silenzio Charlie, fissandola con sguardo confuso; le sopracciglia aggrottate. «La Lila Moya che conosco io non avrebbe permesso a nessuno di fare una cosa del genere.»
Avrebbe voluto piangere. Abbracciarlo e dirgli che era meraviglioso, perché era l’unico che la capisse e la conoscesse davvero; ma aveva perso ogni diritto di farlo. Così mentì, come era tanto brava a fare: «Voleva solo essere gentile.»
Charlie alzò un sopracciglio. «Se lo dici tu...»
Lila lo conosceva abbastanza bene da sapere che non era sincero. «Lavori qui in Canada, dunque?» chiese subito, per cambiare discorso. Conosceva la risposta, ovviamente, ma Charlie non doveva sapere che lei si era informata, perciò era un argomento logico da affrontare come prima cosa dopo tanto tempo.
«No, lavoro in Romania.» Charlie si rigirò i guanti tra le mani. «Tu che ci fai qui?»
«Siamo venuti a trovare gli zii di Thomas. Noi...» La voce gli si spezzò e non riuscì a continuare. Lanciò uno sguardo all’uomo di fronte a lei.
Charlie la stava fissando. Dalla punta delle scarpe nere col tacco al vestito viola scuro di seta lungo fino alle caviglie, con una scollatura a V che mostrava appena l’inizio del seno, un fiocco legato al collo e un lungo mantello nero di velluto. Salì poi ai capelli scuri posati su una spalla e al cappello abbinato con la punta.
«Vi state per sposare,» esalò piano, quando arrivò ai suoi occhi.
Lila strinse le labbra carnose e annuì rigidamente.
«Beh, congratulazioni, allora,» disse lui, rigido tanto quanto lei. «Adesso scusami, ma devo tornare al lavoro.»
Lila avrebbe voluto dirgli tante cose, ma anche stavolta lui non gliene diede il tempo e le voltò le spalle, sparendo oltre la tenda posta vicino all’arena, dove sicuramente avevano il necessario per badare ai Draghi e probabilmente i loro letti.
Lila rimase per un lungo minuto a fissare la stoffa beige che si muoveva leggera nella brezza e quando si rese conto che lui non sarebbe riapparso, col cuore pesante e lo stomaco aggrovigliato, se ne tornò da Thomas e si lasciò alle spalle – per l’ennesima, dolorosa volta – l’amore della sua vita, che non provava null’altro per lei che odio e rancore.
Le bruciarono gli occhi, ma si asciugò le lacrime frettolosamente.
Aveva fatto le sue scelte e quelle erano le conseguenze.
Doveva solo imparare a farci i conti, in barba al suo cuore traditore, che sembrava incapace di amare chiunque altro che non fosse Charlie Weasley.
   
 
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