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Autore: Dreamer47    08/02/2023    1 recensioni
È il 2005.
Sam e Dean sono ancora all'oscuro dei piani di Azazel.
Le loro giornate sono intrise di mostri e di streghe, vogliono ancora trovare John ed uccidere l'assassino di Mary, quando una ragazza incontrata per caso entrerà a far parte della loro vita.
Hunters' legacies non è solamente la storia dei fratelli Winchester, ma anche quella di Abby Harrison, una giovane ragazza dal cuore spezzato e dal destino turbolento il cui unico scopo è la vendetta.
Insieme, riusciranno ad ottenere ciò che vogliono più di ogni altra cosa.
Genere: Erotico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU, Soulmate!AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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Hunter's legacies
Capitolo 42.
 
 
I vagiti calmi e pacifici iniziarono a diffondersi per tutto bunker, insieme alla risata contagiosa della piccola Mary che sembrava aver portato una ventata di aria nuova. La bambina continuava a prendersi gioco di Anael e di Castiel, gattonando da un angelo all'altro che stessero seduti vicini sulle sedie del grande tavolo della sala lettura: Anael aveva sempre avuto un debole per Mary e aveva desiderato tanto che Abby la tenesse con sé sin dal primo istante in cui la fece nascere, eppure sapeva che grande sacrifico stesse facendo la sua amica per per salvare la figlia, allontanandola dal loro mondo per tenerla al sicuro. 
I suoi tentativi erano stati però vani, dato che Abaddon era riuscita a trovarla ugualmente: ecco quali era state le conseguenze della magia nera che Abby avesse praticato per trovare Anael, quando venne rapita da Abaddon. 
Ed ecco come il Cavaliere aveva scoperto l'esistenza della piccola Mary, leggendo nella mente della cacciatrice che era stata trasportata nel corpo di Anael quando Abaddon la torturava. 
Mary rise di gusto sedendosi in braccio a Castiel e lo guardò negli occhi con aria curiosa e furba, mentre salivava sulla sua camicia e gli tirava la cravatta con un gesto allegro, dimostrandosi la bambina solare e dolce che Anael gli avesse descritto mentre lo metteva al corrente di ciò che lei ed Abby avessero nascosto durante la sua permanenza e di Dean in Purgatorio, lasciandolo esterrefatto e completamente senza parole: quella piccola bimba che non stesse mai ferma e che iniziò ad emettere una serie di suoni sconnessi mentre cercava di parlare per farsi capire, stentava a credere che fosse la figlia di Dean ed Abby. 
Castiel si fece serio e ricambiò  lo sguardo della bambina, guardando dritto nei suoi occhi verdi e accennò un sorriso intenerito e divertito, guardando l'angelo al suo fianco che sorridesse esattamente come lui. "Mary ha fame. Ho..ho letto nei suoi pensieri ed è quello che sta cercando di dire. Prova anche un forte fastidio alle gengive, le fanno tanto tanto male". 
Anael sorrise divertita, scuotendo la testa e iniziò a dirgli che leggere nei pensieri della bambina equivalesse a barare e che i comuni genitori non disponessero delle loro particolari abilità, trovandosi costretti ad imparare a distinguere i vari tipi di pianto che un neonato fosse in grado di emettere per farsi capire. 
Prima che Castiel potesse anche solo aprire la bocca per rispondere, Abby sbucò dal corridoio brandendo un piatto fondo fumante con un piccolo cucchiaio all'interno ed un biberon riempito di acqua, avvicinandosi ai due e sorridendo teneramente quando vide il modo in cui Mary avesse preso possesso di entrambi. 
"È l'ora della cena, piccola. Sarai affamata. Vuoi mangiare?" chiese Abby sorridendo e sfiorandole la tempia, abbassandosi nella sua direzione e baciandole delicatamente una guancia, prima di metterle un bavaglino attorno al collo per evitare che si sporcasse. 
Si sedette accanto a Castiel che la guardò senza avere la minima idea di cosa fare, ma Abby lo rassicurò dicendogli di limitarsi a tenere la piccola mentre lei procedesse ad imboccarla, boccone dopo boccone: mescolò ciò che avesse preparato per sua figlia e di cui Anael le avesse parlato sin dall'inizio della sua gravidanza per prepararla al fatto di diventare madre consigliandole cosa farle mangiare. 
Abby iniziò a pensare che sua figlia avesse davvero preso da entrambi i genitori in fatto di appetito, dato che Mary mandò giù la quasi totalità del pasto che avesse preparato per lei; presto le pulí il viso con un tovagliolo e le porse il biberon, osservandola mentre se lo portava alle labbra con un sorriso e lo inclinava tutto da sola mentre beveva, e ringraziò di aver fatto pratica con la sua sorellina quando era solo una bambina. 
Mary iniziò presto a sillabare di nuovo, passando dalle gambe dell'angelo a quelle della madre, che la prese in braccio e la strinse forte al petto, sentendo il suo odore nelle narici e sentendo che quella piccola creaturina le appartenesse. 
Chiuse gli occhi per qualche istante mentre la stringeva, sforzandosi di non pensare alle ultime parole dei Abaddon perché voleva ritagliare un solo minuto di pace insieme a sua figlia. 
Adesso poteva ammetterlo. 
Adesso la sua intera famiglia sarebbe stata messa al corrente della nuova vita che avesse generato insieme a Dean. 
Ed Abby sarebbe stata libera di presentare quella bimba che stesse di nuovo giocando con le sue ciocche scure come sua figlia. 
Si accorse solamente dopo un paio di secondi delle due presenze che si stavano avvicinando molto lentamente alle sue spalle ed aprì gli occhi, voltandosi interamente nella loro direzione con un sorriso. 
Guardò Sam, che per un solo istante si lasciò alle spalle tutto ciò che di negativo fosse mai accaduto nella loro vita per perdersi dietro al sorriso di quella piccoletta, e si avvicinò con un sorriso intenerito ed emozionato, piegandosi sulle ginocchia e ridendo di gusto mentre guardava Mary essere ancora tremendamente sveglia, senza però azzardarsi a toccarla. "Wow..". 
Abby sorrise ampiamente e assecondò tutti i movimenti della figlia come se li avesse sempre conosciuta, ed incrociò lo sguardo dell'uomo davanti a sé. 
"Lui è tuo zio, piccola Mary. Lo zio Sam" disse mentre sentiva il cuore battere velocemente, osservando Mary voltarsi nella direzione del ragazzo, che sorrise timidamente verso Sam. "Prendila". 
Abby ignorò le proteste del ragazzo che scosse la testa e fece per allontanarsi perché spaventato, non avendo la minima idea di come si tenesse un bambino così piccolo, e la porse fra le sue grandi braccia con una risata di cuore, tranquillizzandolo mentre Mary si aggrappava alla sua camicia a quadretti con un risolino divertito, trovandosi immediatamente ad un livello più alto rispetto a quando qualunque altra persona l'avesse tenuta in braccio. 
Sam la guardò negli occhi verdi quando Mary si mise faccia a faccia con lui, toccandogli il viso appena barbuto con le sue piccole manine per poi afferrare i capelli per giocare come facesse con la madre. Mentre Sam familiarizzava con Mary ed osservava ogni singolo suo tratto, non riuscì a far a meno di notare l'estrema somiglianza con suo fratello specialmente per il colore degli occhi, e dentro di sé si sentí tremendamente emozionato perché aveva sentito parlare di Mary così tante volte nei vari litigi fra Abby e Dean, e adesso che se la trovava davanti non riusciva a non sentire il bene che li legasse. 
Sam rise di gusto quando la piccola gli afferrò il naso ed iniziò a borbottare qualcosa, per poi iniziare a masticare la manica della sua camicia per alleviare il dolore alle gengive, e non riusciva far altro che rimanere ipnotizzato dalla sua bellezza. "Wow, io non so che.. Questa è mia nipote. Chi l'avrebbe mai detto? Un'altra Winchester". 
Abby sorrise sentendo il cuore scaldarsi e poi spostò lo sguardo sul ragazzo dietro Sam; Dean sorrideva pacificamente, beandosi del fatto che tutte le persone che amasse di più al mondo, finalmente potevano concentrarsi in un'unica stanza. 
Dean era felice, era finalmente completo. 
Eppure c'era ancora tanto che non andasse in lui: non aveva la minima idea di come controllarsi e dopo ciò che fosse successo con Abaddon, avesse iniziato a pensare che non ci sarebbe mai riuscito. 
Abby si avvicinò silenziosamente oltrepassando Sam e Mary, e gli fu al fianco, avvolgendo le braccia attorno alla sua schiena e baciandogli il petto con delicatezza, mentre sentiva la sua stretta sui fianchi; in silenzio si sollevò sulle punte per dargli un bacio a fior di labbra e lo strinse forte, guardandolo negli occhi con un sorriso rassicurante per dirgli che sarebbe andato tutto bene, che ce l'avrebbero fatta insieme, risolvendo un problema dietro l'altro. 
Dean ricambiò quel bacio e la strinse a sé, chiudendo gli occhi per qualche secondo e sospirando rumorosamente, mettendo poi un po di distanza fra loro due. 
Osservò il modo allarmato in cui la ragazza lo stesse guardando e sospirò, sciogliendo la presa e andando vicino al fratello decretando che adesso fosse il suo turno di stare con Mary; prese la piccola che gli fosse mancata davvero tanto fra le braccia e le sorrise, notando il modo in cui Mary cambiasse atteggiamento quando fosse fra le loro braccia. 
Mary sorrideva in un modo sornione, tranquillo e amorevole quando si rivolgeva ai suoi genitori.
Dean iniziò a chiedersi se Mary fosse davvero in grado di capire la differenza fra le sue braccia o quelle di Abby, rispetto a quelle di qualsiasi altra persona, eppure la vide rilassarsi contro il suo petto e pressare con le sue piccole dita sul suo collo emettendo un risolino. 
Le baciò la testa con delicatezza, muovendosi appena un po' di più per farla addormentare fra le sue braccia com'era abituato a fare con Sam quando era solamente un neonato, ed iniziò a pensare che in nessuna delle sue ipotesi mentali avesse mai immaginato di avere Mary tutta per sé in quel modo; le sorrise e la baciò di nuovo, stringendola forte, e poi si fece serio voltandosi e guardando Abby. "Abaddon ha diffuso la notizia dell'esistenza di Mary, parlava di una profezia..".
"Non ne ho mai sentito parlare, Dean" si affrettò a dire Castiel attirando l'attenzione su di lui, alzandosi dalla sedia ed avvicinandosi. 
"Neanche io" continuò Anael sospirando ed avvicinandosi con uno slancio, lasciando ondeggiare i lunghi capelli sulla schiena ed incrociando lo sguardo sereno di Mary. "Forse potremmo provare a parlare con i Cupido. Magari loro potranno spiegare..". 
"Non è necessario" rispose Dean scuotendo la testa e facendo spallucce, guardando la bambina fra le sue braccia e sospirando lentamente. Adesso che la guardava, adesso che era finalmente al sicuro, a casa con la sua vera famiglia, a Dean non importava altro. "Qualsiasi sia la Profezia, mia figlia dovrà essere protetta da qualsiasi attacco. Ucciderò chiunque voglia farle del male: che sia un demone o un angelo". 
Castiel ed Anael annuirono, considerandolo come un avvertimento da diffondere in Paradiso. E sapevano che avrebbero dovuto trovare Crowley per far sì che desse l'ordine di non avvicinarsi neanche alla bambina. 
Abby si morse il labbro inferiore con fare nervoso, continuando a guardare sua figlia che stesse quasi per addormentarsi fra le braccia del padre. E la magia si spezzò: aveva avuto Mary indietro, ma questo avrebbe richiesto un enorme costo. 
Proteggerla a costo della vita di tutti gli altri. "Anche Metatron ne è a conoscenza".
Dean strinse la mascella ed annuì serio, così come fece il fratello che si voltò verso la ragazza con aria seria e preoccupata. "Si. Metatron ed i suoi seguaci". 
"Dobbiamo proteggerla dagli attacchi dei demoni e da quella degli angeli". Abby deglutí a fatica sentendosi pervasa dalla paura e dal timore che qualcosa o qualcuno potesse fare del male alla sua bambina e spostò lo sguardo su Anael e Castiel. "Dobbiamo organizzarci, mettere sù un piano e fermare entrambe le fazioni. Nessun altro si avvicinerà mai più a Mary, non lo permetterò!". 
Sam sospirò rumorosamente ed osservò il suo sguardo preoccupato, udendo la sua voce rotta dalla paura. Si mise le mani contro i fianchi, alternando lo sguardo fra i presenti per poi focalizzarsi su quello di Dean ed Abby, guardando infine la piccola che ormai dormisse bellamente sul petto del padre. "Non è così facile, Abby: non sappiamo neanche dove sia Metatron, cosa voglia fare e..". 
"È in Paradiso, penso che stia iniziando a preparare un attacco contro i nostri angeli per distruggerli e punirli per non essersi uniti a lui" disse Castiel guardandoli con aria solenne mista a preoccupazione, voltandosi a guardare Anael al suo fianco, che fece un passo avanti fino a raggiungere la ragazza, stringendole una mano e cercando di confortarla come meglio riuscisse. 
Abby sentí gli occhi pizzicare e si sentí vulnerabile come mai prima d'ora: i loro nemici avevano sempre potuto usare uno di loro come ostaggio, ma usare Mary. 
Era solamente una bambina di poco meno di un anno. 
Indifesa. Innocua. 
Non importava chi sarebbe diventata. 
Incrociò lo sguardo di Dean ed Abby vide uno specchio dei suoi occhi: pensava di aver saltato quel passaggio. 
Si era esiliata dalla sua famiglia, aveva partorito la bambina in segreto, l'aveva data in adozione. Eppure, il problema si stava ripresentando. 
Come diavolo avrebbero potuto tenerla al sicuro per sempre? 
"Non spaventatevi, sono venuto per parlare!".
Una voce alle loro spalle li fece voltare tutti sussultando, perché credevano di aver rinforzato i sigilli e le trappole del bunker per evitare che potessero entrare persone indesiderate: Gadreel mise le mani avanti ed avanzò lentamente, scendendo i due scalini per arrivare più vicino al grande tavolo posto a ridosso delle scale principali.
Dean sgranò gli occhi e sentí il sangue salirgli al cervello e farlo smettere di ragionare: fece scivolare Mary fra le braccia di Abby e le spinse entrambe dietro alle sue spalle per mettersi davanti a loro e proteggerle, così come fece Anael, lasciando il fianco della ragazza per far fronte unito con Dean, Sam e Castiel. "Che cosa diavolo vuoi?". 
Il tono che usò Dean fu secco e sprezzante, mentre udiva Mary svegliarsi ed iniziare a piangere ancora una volta, come quando si era trovata in presenza di Abaddon. 
Dean strinse forte i pugni con rabbia incontrollata mentre il Marchio sul suo braccio iniziò a pulsare sempre di più, specialmente quando vide Gadreel sporgersi appena nella loro direzione per osservare con un sorriso la piccola fra le braccia di Abby. "È un piacere fare la tua conoscenza, piccola Mary. Ti stavo aspettando da secoli". 
 
 
 
"È scritto che guiderà gli angeli nella battaglia finale contro l'inferno, con la stessa forza e intelligenza dei suoi genitori. Mary ci salverà tutti". 
Fu il tono presuntuoso e perentorio con cui lo disse che l'aveva spinta a scattare come una molla, dopo aver lasciato la bambina fra le braccia di Anael, fino ad arrivare a pochi passi da Gadreel ed a colpirlo con un sonoro pugno dritto in viso che lo fece barcollare all'indietro fino a cadere rovinosamente sul freddo pavimento di marmo del bunker; l'angelo si portò una mano al labbro inferiore, sentendo il sangue del suo tramite fuoriuscire all'esterno, ma Gadreel sorrise divertito perché sapeva quanto sarebbe stata dura far accettare loro la verità sulla profezia. 
"Lei è solo una bambina: se uno di voi angeli verrà a vantare una supremazia su di lei, vi ucciderò uno dopo l'altro, sono stata chiara?". 
Poprio prima che Abby riuscisse a piegarsi su di lui per colpirlo nuovamente spinta da un'improvvisa rabbia, le braccia possenti di Sam le strinsero la vita sollevandola da terra e la allontanarono dall'angelo di solamente quattro o cinque passi, dato il modo in cui Abby aveva preso a dimenarsi per liberarsi. 
"Mary non sarà sola. Secondo la profezia, lei non sarà l'unica figlia Winchester che guiderà la battaglia".
Abby scambiò una veloce occhiata con Dean, perché non avevano mai parlato di avere dei figli ancor prima che la ragazza restasse incinta di Mary, figuriamoci adesso che si trovavano alle prese con una neonata senza neanche averci mai pensato su davvero. 
I tre cacciatori rimasero senza parole per un lungo momento, fin quando Castiel si avvicinò all'angelo a terra ancora sanguinante e lo aiutò ad alzarsi con un'espressione dispiaciuta sul volto, guardandolo negli occhi per un lungo secondo mentre gli chiedeva il motivo della sua visita: Gadreel confessò loro che tutti i seguaci di Anael e Castiel fossero ormai passati dalla parte di Metatron, il quale avesse confessato loro che Castiel fosse un impostore e che avesse rubato la grazia ad un altro angelo per sopravvivere. 
Gadreel chiese loro aiuto per poter sconfiggere Metatron che si fosse ormai impadronito della tavoletta degli angeli, dalla quale prendesse un grande potere che lo rendesse inarrestabile, ed i tre cacciatori non potevano credere che dopo Abaddon vi sarebbe stato qualcuno di egualmente pericoloso. 
Gadreel inoltre confessò loro di sapere del Marchio di Caino, che facesse proprio al caso loro perché era esattamente l'unica cosa in grado di uccidere Metatron; poi l'angelo fece qualche passo avanti verso il maggiore del fratelli, porgendogli una mano per pattuite un'alleanza e lasciarsi alle spalle i loro trascorsi, ma qualcosa scattò nella mente di Dean che non riuscì a controllarsi: pensò al modo in cui Gadreel lo avesse ingannato quando si fosse fidato di lui e lo avesse lasciato entrare nel corpo di suo fratello, quando aveva mentito sulla sua identità, o quando avesse ucciso Kevin sotto i suoi occhi impotenti. 
Qualcosa scattò e Dean vide nuovamente tutto rosso come quando aveva ucciso Abaddon senza controllo, stringendo la mano all'angelo solamente per avvicinarlo di più a sé e ferirlo mortalmente con la sua Lama, dopo averla sottratta al fratello a sua insaputa: Sam lasciò la presa su Abby correndo verso il fratello per bloccarlo e Castiel fece altrettanto, tirandolo lontano dall'angelo che cadde a terra sanguinante e privo di forze, tenendosi l'addome chiuso con le sue dita, pressando per non far uscire i suoi stessi organi. 
Dean continuò a dimenarsi dalla presa di Sam e Cas, cercando di scattare in avanti per portare a termine il lavoro ed uccidere l'angelo che lo avesse ingannato in più di un'occasione, sembrando un animale feroce prenda del suo istinto primordiale di uccidere. 
Ben presto ritrovò la via di sé stesso, iniziando a calmarsi col respiro affannoso, quando un pianto forte e spaventato giunse alle sue orecchie facendolo voltare dalla parte opposta: Mary si dimenava e piangeva forte fra le braccia di Anael, spaventata per l'ennesima volta quella sera, e Dean sgranò gli occhi e sentí gli occhi pizzicare mentre lasciò cadere nuovamente la Lama a terra, osservando gli occhi verdi della piccola puntati contro i suoi. 
 
 
 
Aprí gli occhi confusi guardandosi attorno, sentendosi disorientata e completamente frastornata mentre un forte dolore al collo la costrinse a toccarsi la parte lesa, gemendo appena e sedendosi di scatto sul terreno sul quale giacesse senza neanche ricordare perché; solo quando vide Sam privo di conoscenza sdraiato accanto a sé iniziò a ricordare ciò che fosse accaduto loro. 
"Oh, no no no. Sam, Sammy, dai svegliati, Sam!!" esclamò gattonando sul terreno umito per avvicinarsi di più al ragazzo e scuoterlo forte, schiaffeggiandogli il viso con forza per farlo svegliare. 
Abby vide Sam aprire gli occhi e respirare pesantemente, sedendosi di scatto accanto a lei e mettendo su lo stesso sguardo confuso che lei stesse indossando, guardandosi attorno e toccandosi il braccio dolente e la tempia: Dean non ci era andato leggero con loro, li aveva stesi entrambi per non farsi seguire, lasciandoli a terra privi di conoscenza per andare in contro alla sua battaglia con Metatron completamente da solo. 
A niente era servito rinchiudere il maggiore nella prigione nascosta della 7b, dato che Dean aveva invocato Crowley per farsi liberare e si era messo sulle tracce di Metatron completamente da solo, e quando erano riusciti a rintracciarlo ed a convincerlo a tornare ad indagare con loro, Dean aveva semplicemente mollato il Re per tornare con la sua famiglia. 
Si era scusato, dicendo che il Marchio lo stava davvero facendo impazzire, e poi una volta cavata loro l'informazione su dove si trovasse Metatron aveva colpito suo fratello con un pugno in viso così forte da fargli perdere conoscenza e aveva poi afferrato Abby a tradimento, passandole un braccio attorno al collo ed usando tutta la delicatezza possibile mentre le faceva mancare l'aria quel tanto che bastava per farla dormire.
Abby seguì Sam svelta, che quasi non si curava che la ragazza non tenesse il suo passo perché era troppo preoccupato per suo fratello, e corse velocemente all'interno del campo dei senzatetto con cui aveva avuto a che fare Metatron: la ragazza vide Sam estrarre la pistola e puntarla vero la folla che si fosse radunata attorno a lui, facendosi indicare dove si trovasse il loro Messia, e non curandosi delle altre parole che uscirono dalla loro bocca. 
Entrambi avevano una sensazione di ansia e di incertezza dentro i loro cuori, che si tramutò in paura allo stato puro quando entrarono nel magazzino in costruzione dentro il quale si fosse nascosto Metatron e videro la lama angelica dell'angelo trapassare lo sterno di Dean, caduto già a terra sanguinante. 
"Nooo!". 
Le urla dei due ragazzi arrivarono dritte alle orecchie di Metatron, che sorrise vittorioso nei loro confronti e si diede alla fuga in meno di cinque secondi, mentre Dean si voltò verso di loro con un'espressione piuttosto sorpresa di vederli lì; non si curarono della fuga dell'angelo, piuttosto Sam ed Abby accorsero nella direzione del maggiore per controllare le ferite che riportasse.
"Va bene, va tutto bene, non preoccuparti Dean. Lo risolveremo.." sussurrò Abby annuendo convinta mentre gli pressava il petto con le mani per fermare l'emorragia, mentre sui suoi occhi si formava uno strato lucido che le impedisse di mettere a fuoco il ragazzo davanti a lei; sollevò il viso verso l'alto, guardando il soffitto ancora incompleto. "Anael, Cas!!". 
Senza aver ottenuto risposto, Abby tornò a guardare Dean negli occhi spaventati e gli sorrise per infondergli tranquillità; Dean non side nulla, si limitò a stringerle forte la mano lasciando che Abby scorgesse nei suoi occhi verdi il vero Dean. 
Quello che ultimamente era stato sovrastato dalla forza del Marchio, che era finito per tirare i fili di sé come se fosse una marionetta.  Sam spezzò quel momento in pochi attimi: le spinse via le mani per sollevare il fratello e tenerlo su con un braccio sulla sua schiena, ed Abby prestò lo aiuto a sorreggerlo, tenendogli una mano pressata sul petto sanguinante. 
"Andrà bene, vedrai che andrà tutto bene..". 
Dean udì le parole di Abby, udì il modo in cui le ripetesse come una litania più per convincere se stessa che per convincere lui, e sentí la forte stretta con cui suo fratello lo tenesse in piedi e che non avesse alcuna intenzione di lasciarlo andare. 
Ma Dean percepiva già le forze del suo corpo venirgli meno, mentre tenere gli occhi aperti diventava un'impresa sempre più ardua. 
Sapeva che da quella ferita non si poteva guarire, sapeva che solamente Castiel o Anael avrebbero potuto guarirlo. 
Ma sarebbe stato troppo tardi quando sarebbero arrivati, perché Dean stava morendo. 
Per questo decise di puntare i piedi a terra e di non muoversi più, fermando i due ragazzi che lo stessero trascinando fuori da quel magazzino per provare a salvarlo. 
I due lo guardarono chiedendo spiegazioni ma Dean non disse nulla, limitandosi ad appoggiarsi con la schiena e con fatica contro uno dei pilastri in costruzione, sollevando le braccia verso di loro e sfiorando i loro visi con un sorriso intenerito. "Va bene così: non voglio diventare un assassino e questa cosa sul mio braccio mi sta facendo diventare un mostro ed io.. io non voglio esserlo".
Abby rimase a fissarlo in silenzio per un momento mentre sentiva la stretta sul suo viso diventare via via più leggera, e dischiuse appena le labbra in un'espressione sorpresa perché quella era l'ennesima volta quel giorno che le cose non andassero secondo i suoi piani: Dean stava dicendo addio perché sapeva di non potercela fare. 
Ma il fratello scosse la testa e cercò di convincerlo che ce l'avrebbero fatta insieme, com'erano sempre stati, sentendo però per l'ultima volta la risata di Dean. 
"Sono fiero di noi". 
Dopo quelle parole il maggiore cercò di resistere più che poteva, prendendosi gli ultimi istanti della sua vita per guardarli con un sorriso compiaciuto sul volto insanguinato e martoriato dai colpi di Metatron, e guardò Sam annuendo ed intimandogli di prendersi cura per lui della sua famiglia, di proteggere Mary; poi spostò lo sguardo su quello lacrimoso di Abby, che scosse la testa ed appoggiò la fronte alla sua, afferrandolo forte dalla giacca per non lasciarlo andare, mentre lo guardava negli occhi con aria supplichevole. "No, no, no, no. Non lasciarmi, non di nuovo. Ti prego..". 
Impiegò le sue ultime forze per avvicinarla a sé e stringerla più forte, sfiorandole le labbra con le sue per l'ultima volta, stringendola in un bacio che sapeva d'addio. "Ti ho sempre amata, ragazzina..".
Abby sentí le lacrime scivolare più velocemente dagli occhi e scosse la testa abbassando lo sguardo, perché non voleva sentirsi dire quelle parole, voleva vederlo in piedi ed in salute a tenerle continuamente testa ed a litigare, ad arrabbiarsi l'un l'altra per le scelte pessime che facevano. 
Ma quando Abby sollevò nuovamente lo sguardo, tutto ciò che vide furono le palpebre chiuse di Dean e sentí la sua mano chiusa attorno alla sua guancia scivolare a penzolone, ormai senza vita. 
 
 
 
"Sembra che saremo solamente io e te, piccolina.." sussurrò sospirando, mentre sfiorava i capelli della piccola Mary che si era dimenata dalle braccia di Silver non appena l'avesse vista entrare. 
Abby si strinse alla piccola, con gli occhi ancora arrossati dal pianto e si sedette sulla sedia di legno della sala lettura, sospirando rumorosamente e cercando di trattenere tutto ciò che provasse dentro di sé perché non era il luogo né il momento adatto per sfogarsi; sentí una forte stretta sul suo braccio e sollevò lo sguardo verso il suo, incrociando quello della sorella seduta davanti a sé che la guardasse come se potesse davvero capire il suo dolore. 
Ma nessuno poteva. 
Aveva spesso odiato Dean nel corso della loro relazione ed avevano perso del tempo a stare lontani ed a non risolvere i propri problemi per orgoglio, e si erano persi così tante volte. 
Ma anche quando si odiavano, mai per un momento avevano smesso di amarsi. 
E non importava che Abby fosse circondata dai suoi fratelli, da quello strano di Matt, da Sam o da sua figlia: adesso si sentiva terribilmente da sola e vuota.
Sentiva il caos nel suo petto. 
Sentiva un vuoto incolmabile che pulsava e le stritolava le ossa, il fegato, il cuore. 
Di riflesso strinse Mary di più, che per la prima volta l'abbracciò rimanendo in silenzio. Come se fosse un'adulta. Come se capisse la situazione e volesse consolare sua madre. 
Osservò lo sguardo di Silver distogliersi da lei e spostarsi su qualcosa dietro di sé, notando il modo in cui gli occhi della sorella avessero iniziato a versare delle calde lacrime, ed Abby capì che i Sam e Dan stessero trasportando il corpo di Dean nella loro stanza. 
Ma la ragazza non volle guardare ed abbassò il viso di Mary sul suo petto per far sì che anche lei non potesse guardare, e scosse la testa perché era troppo; si alzò dopo qualche istante, passando la bambina fra le braccia della zia e scosse la testa, osservando in fondo alla sala Anael e Castiel comparire con un battito di ali. 
Vide il suo angelo avanzare verso di lei ed abbracciarla forte, ma Abby rimase immobile ad osservare sopra la sua spalla la stanza con sguardo vitreo, stando a sentire Castiel che blaterasse qualcosa sul fatto di aver rinchiuso Metatron e avergli sottratto la tavoletta angelica. 
Ma ad Abby non importava, non le importava proprio un accidente di niente: si divincolò dalla presa dell'angelo, dirigendosi verso il mobile bar per versarsi un abbondantissimo bicchiere di Whisky, bevendolo tutto d'un sorso ad occhi chiusi perché voleva davvero dimenticare. 
Dimenticare il dolore, dimenticare la paura, dimenticare quella vita, dimenticare di essere mai entrata alla Road House quel giorno e aver incontrato i Winchester, dimenticare Dean. 
Sospirò rumorosamente e scosse la testa, aprendo gli occhi e ritrovandosi i due angeli e la sorella intenti a guardarla; avrebbe voluto trovare qualcosa da dire, ma non poteva. 
Le faceva male solamente respirare, figuriamoci parlare. 
Scosse la testa e si diresse nel lungo corridoio alla destra delle scale: lo percorse in silenzio sentendosi frastornata. 
Si fermò in cucina dove si sedette sulla panca e bevve un altro lungo bicchiere di Whisky, uno dopo l'altro, fino a che la bottiglia  restò completamente vuota ed Abby abbandonò la sua testa contro le braccia incrociate sul tavolo, perché era arrivato il momento di chiudere gli occhi e dimenticare. 
 
 
  
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