Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: ilenia23    12/09/2009    4 recensioni
E' vietato usare il tag b se non in occasioni speciali.
Ladynotorius assistente amministratrice su efp.

E se Albus Silente avesse una figlia? E se Sirius Black  se ne innamorasse? E se la storia fosse andata tutto in un altro modo o quasi?
Un intenso sguardo, durato un solo istante.
Pieno di dolcissima tensione.
Complicità.
E paura.
E ansia.
E passione.
E felicità straziante.
Gioia pura, autentica.
In un brevissimo sguardo  tutto questo.
Eravamo tutto questo io e Sirius.
E quel poco d’amore che c’era.
Genere: Drammatico, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Rieccomi con un nuovo chap!!! Innanzi tutto, GRAZIE a tutti i nuovi e ai vecchi recensori, appassionati e anche solo visitatori di questa storia.  Mi fa molto piacere che vi sia piaciuta così tanto. Passiamo alla chiarificazione dei vostri dubbi:
Per Musa Talia: hai come al solito centrato perfettamente il mio dilemma. Nel senso che la storia si sbroglierà ad un punto in cui tutto si riallinerà alla storia della Rowling. Il punto è che io nella mia mente contorta ho pensato a qualche ideuzza per modificare ancora una volta la trama. Però il fatto è che ho paura di incasinare troppo le cose, dopo che finalmente ero riuscita a far quadrare tutto!!!! La risposta è che sono fortemente indecisa e dipende da come riesco a sviluppare , a livello formale e di contenuti,le mie idee. Comunque non ti preoccupare perchè in linea di massima gli avvenimenti rimarranno uguali, cioè sconfitta di Voldemort per mano di Harry...ecc...come hai potuto vedere io cerco soltanto di dare voce a particolari e a storie che la Rowling non ha mai approfondito...fin ora non ho cambiato troppo il corso degli eventi...
Per quelli che mi chiedono di svelare i misteri bhe, ovviamente mi devo mordere la lingua!!!! Vi posso solo dire che siete moooolto perspicaci.
Comunque, sempre per quanto riguarda Piton, sto meditando di mettere anche un suo punto di vista per non screditarlo troppo altrimenti diventerebbe una cosa abbastanza irreale ma stiamo parlando di molti capitoli avanti. Nel frattempo godetevi questo...
Piccola anticipazione sul prossimo: si continuerà sul filone vecchia generazione...e tanti segreti saranno svelati, o almeno, tra quei due!!!  Perchè a voi non ho intenzione di rivelare nient'altro per i prossimi due chap poi arriverà una SORPRESONA!!! Leggete per credere. Baci, Ile.



Hogwarts - 1975

Regulus Black

Quella sera ero cupo, di malumore, non mi andava di fare niente.
L’unico desiderio era di restarmene chiuso in dormitorio. Ma purtroppo l’etichetta veniva prima di tutto e Bellatrix mi aveva fatto promettere di essere presente quella sera insieme a loro.
Per cui seppur di malavoglia scesi nella Sala Comune verde argento e individuai immediatamente la banda.
Li chiamavo così.
Non potevo considerarli davvero amici, i rapporti che ci univano erano ben più intricati e oscuri per poterli compendiare in normali sentimenti adolescenziali.
Forse convenienza, familiarismo,politica, diplomazia, interessi comuni, ma non di certo amicizia.
Eravamo stati cresciuti tutti con la stessa mentalità aristocratica, snob, elitaria. Era naturale che in un ambiente come quello la gente come noi si ritrovasse insieme, era quello che si aspettavano tutti ed era così che andava.
Non potevo negare che mi sentissi più che spesso costretto a frequentarli, sempre troppo contenuto nei modi e nei gesti, come se dovessi cercare in continuazione di essere all’altezza, di dimostrare che mio fratello fosse l’eccezione che confermasse la regola.
Dovevo rimediare ai suoi errori, era sempre stato così.
Ma con il tempo la mia cerchia imparò a trattarmi con rispetto e benevolenza, esattamente come gli altri adepti.
Non potevo dirmi completamente estraneo a quella realtà, mi piaceva essere ammirato e temuto dagli altri Serpeverde, era nel sangue dei Black la voglia di gloria, l’ambizione, il successo. Per non parlare delle aspettative e dell’ orgoglio che procuravo ai miei genitori e che contribuivo ad accrescere ogni giorno di più.
Tutto questo mi appagava, era come una specie di redenzione, di riscatto agli occhi degli altri per colpa di Sirius. Comportarmi nell’ esatto modo che ci si aspettava da me era la cosa giusta..per tutti.
Non ero perfettamente convinto che fosse la cosa migliore anche per me ma cercavo di convincermene…dovevo convincermi.
“Reg ,  finalmente..” biascicò Bella, accoccolata tra le braccia di Lestrange.
Il modo in cui pronunciò il mio nome, il modo in cui faceva saettare gli occhi da una direzione all’ altra come una folle, mi raggelò il sangue.
C’era qualcosa che andava al di là della perfidia in mia cugina..lei era dannata.
“Scusate..un emicrania tremenda..è colpa di questi maledetti ragazzini che scorazzano urlanti. Ormai le famiglie non insegnano più la disciplina..”.
“Regulus, vieni qua, ci penso io a te..”soffiò come una gatta Astrid Hayes, facendomi poggiare la testa sul suo ventre.
Era una ragazza bellissima, aristocratica, ricca e machiavellica.
 Perfetta per un Black, quindi.
Mi adulava e mi venerava come un dio fin dal secondo anno, da quando incominciai a frequentare quelli che “contano”.
Per ironia della sorte, Astrid era esattamente tutto quello di cui avevo bisogno.
Pensava che fosse esclusivamente lei a trarre beneficio da quella relazione, se così vogliamo chiamarla.
Fama, rispetto, invidia, attenzione…erano questi i vantaggi di stare con uno come me. Io sapevo benissimo che la realtà era ben diversa. Tutto quello che mi ero costruito attorno era pura apparenza. La mia vita era avvolta da una cupa nube di ipocrisia, convenienza e opportunismo.
In realtà stare con Astrid mi  dava lo stesso effetto che mi facevano gli sguardi delle matricole Serpeverde colmi di ammirazione, le lacrime di commozione di mia madre, le pacche sulle spalle di mio padre, i sorrisi di compiacimento, il timore e l’ invidia che leggevo nei visi dei miei nemici: carezzavano il mio spirito, curavano le mie costanti insicurezze, mi aiutavano a fissare meglio la maschera in volto, a tenere ancora tutto in piedi.
Non sapevo per quanto sarebbe rimasto eretto il mio castello di carte ma sapevo che  dovevo, dovevo resistere…per tutti gli altri.      
“Di che parlavate?”esclamai mentre mi lasciavo massaggiare le tempie dalle dita esperte di Astrid.
“Questa sera il tema è cambiato..Pensiamo che sia il giunto il momento di farla pagare alla figlia del vecchio filobabbano suonato”disse Avary, battendo le mani sulle spalle dell’esile Piton.
“V - vuoi dire Aryana Silente?”balbettai ma ripresi immediatamente il mio contegno.
“Certo, ti ricordi quella storiella in biblioteca? Avary e Piton ne stanno pagando ancora le conseguenze,non è così?ghignò Lestrange mentre accarezzava i capelli di Bella.
“È inutile che ghigni Lestrange, è solo per un colpo di fortuna che ti sei risparmiato le punizioni di Luma”gli risposi beffardo, cercando di recuperare il mio solito cipiglio.
“In più quella se ne va in giro facendo la principessa come se questo castello fosse suo, solo perché suo padre le ha insegnato qualche trucchetto per fare colpo sulla gente...feccia..”disse melliflua Bellatrix.
Era gelosa fino all’ osso, tutte le prime donne lo sono.
“Ad ogni modo, dobbiamo fargliela pagare. Per le vacanze di Natale, io e Piton rimaniamo al castello. Pensateci: scuola deserta, professori dimezzati, Gazza abbassa la guardia..è perfetto”disse Avary.
“Perfetto un corno. Io lo spettacolo non me lo voglio perdere e non ho intenzione di rimanere a castello per Natale”sputò Lestrange.
“Io e Piton faremo così, voi fate un po’ come vi pare ma io voglio vendicarmi subito, anzi, è passato già troppo tempo”.
“Ma si, Rodolphus, tanto avremmo tempo e modo di rifarci..”quasi miagolò Bella, facendo le fusa nel suo orecchio.
Non ascoltai più il resto della conversazione, ero troppo impegnato a codificare il nodo appena formatosi nel mio stomaco.
Aryana era la ragazza che piaceva a Sirius, la migliore amica della ragazza di Potter, e poi non era neanche così male. Era capitato che la trovassi intenta a guardarmi ma in un modo diverso dagli altri: non con disprezzo, adulazione o timore ma solo con curiosità. Ogni volta che lo faceva sembrava che mi stesse frugando dentro la testa.
In ogni caso, non avrei voluto che le fosse successo qualcosa.
In fondo non ci aveva fatto un torto tanto grande, era solo per noia e per l’ orgoglio ferito dalle punizioni che se la stavano prendendo con lei..
Rimasi tutta la serata a rimuginare ma scacciai dalla testa le mie idee insane..aiutarla era una follia.
Ero un Serpeverde, un Black, ero uno di loro.
Dovevo sottostare alle regole.
Niente di più facile, era la cosa che mi riusciva meglio: ubbidire.
 
*************************

“Sei solo un secchione, Sev” lo canzonò Lestrange, mentre uscivamo dall’ aula di Trasfigurazione.
Ma l’atmosfera ilare in cui eravamo avvolti si spense immediatamente non appena incrociammo nei corridoi Sirius e Potter.
Stavano come al solito scorazzando per il castello, mentre sarebbero dovuti essere a lezione, tipico di Sirius.
Probabilmente erano venuti lì apposta per litigare, non sarebbe stata la prima volta.
Si limitarono a guardarsi con sfida, beffanti, senza dire una parola e infine ognuno andò per la sua strada, ai lati opposti.
Non c’era niente da fare, le cose andavano così.
E allora perché sentivo quel macigno dentro lo stomaco, quel nodo alla gola che mi impediva persino di inghiottire? Cercai di soffocare quell’impulso che ormai cresceva dentro di me dalla sera prima ma fu inutile.
“Ragazzi, ho dimenticato una cosa in aula, scusate”dissi, correndo indietro.
Non sapevo neanche cosa Merlino stessi facendo.
Sarei andato lì, davanti a lui, e cosa gli avrei detto?
 Mi sentivo un idiota ma seguivo il mio istinto, una delle rare volte.
Magari ne sarebbe valsa la pena. Li vidi: erano esattamente a pochi metri dove li avevamo incrociati qualche secondo prima.
Ripresi un passo normale, controllato.
Non avrei fatto la figura dell’idiota che corre dal fratellone, anche se era esattamente ciò che stavo facendo.
“Ehi..”mormorai, ignorando lo sguardo schifato di Potter su di me.
“Regulus..”proferì gelido Sirius.
Era la classica piega che prendevano le nostre conversazioni: sia io che lui mantenevamo un atteggiamento distaccato e formale, cercando di non degenerare nello scontro ma allo stesso tempo marcando fortemente il concetto che nessuno dei due voleva intrattenere rapporti l’uno con l’altro.
“Se la mamma ha per me altre lettere cariche di insulti, puoi anche tenertele”sibilò stoico.
“Non è niente di tutto questo. Potrei parlarti..da solo?”.
“James non ha segreti con me”.
Tipico di Sirius anche questo.
 Gettai un’ occhiata di sbieco nei confronti di Potter e sospirai, facendo crescere in me il sentimento del rimorso per quella conversazione che non avrebbe mai dovuto iniziare.
Eppure andai a fondo, conscio dei sensi di colpa infiniti che ne avrei ricavato.
“Senti, la tua amica, la figlia di Silente..bhe..stacci attento..”borbottai risoluto e cercai di svignarmela.
“Aspetta, che vuoi dire?”.
“Quello che ho detto. Tieni gli occhi aperti, qualcuno potrebbe avercela con lei..”.
“Qualcuno chi? Per caso qualcuno degli idioti che frequenti?”.
“Probabile”.
“Sai, qualcosa di più preciso?”.
“No..solo..durante le vacanze di Natale..”.
Ci scambiammo una rapida occhiata eloquente, poi mi voltai e feci per andarmene.  
“Reg, aspetta..”esclamò titubante Sirius.
Un pugno nello stomaco a sentire quel nomignolo.
Era da millenni che non mi chiamava così.
“Che c’è?”.
“Perché lo stai facendo?”disse con un tono di voce quasi gentile.
“Facendo cosa? Io e te non abbiamo avuto nessuna conversazione, chiaro?”.
“Era sottinteso questo ma intendevo..cosa diavolo stai facendo con quegli idioti?Che ci fai con loro?”.
“Cerco di rimediare a quello che non hai mai fatto tu, Sir”dissi, voltandomi e non guardandomi indietro.

***************************

Sirius Black

“Perciò rimani qui?”disse Regulus con tutta l’aria di chi voleva chiudere il prima possibile quella dannatissima conversazione.
 Stavamo a tre metri di distanza nonostante stessimo avendo un dialogo, sempre se quello si potesse chiamare tale. Le carrozze dirette alla stazione di Hogsmeade cominciavano a riempirsi di volti felici di tornare a casa per le vacanze di natale.
“Certo che rimango qui, non penserai che voglia venire a casa?”.
“Credevo che andassi con quella feccia che ti porti dappresso”sibilò lanciando un’occhiataccia a James il quale  nel frattempo amoreggiava con Lily. “Comunque è meglio così, almeno non dovrò sentire la mamma piangere per colpa tua”.
“Da quand’è che nostra madre piange?”esclamai sarcastico.
“Da quando si ritrova un bastardo come te come figlio”.
“Continua a pensare pure che i nostri genitori siano le vittime innocenti ed io il loro carnefice..continua a startene sotto le sottane della mamma..quando diventerai un vero uomo, fammi sapere”.
“Se diventare un uomo significa essere come te..allora credo che rimarrò un poppante per molto tempo”.
“Mi sa che non ti conviene..la puzza del pannolino sporco si sente fino a qui”.
Rimanemmo per non so quanto tempo a fissarci, con gli occhi ridotti a due fessure e i pugni stretti.
Esattamente come quando eravamo bambini..solo che questo non era più un gioco..
“È  tornato tutto come prima, vero? Ti hanno rifatto il lavaggio del cervello. Non ha nessuna importanza quello che hai fatto per Aryana..è tutto tornato esattamente come prima”dissi rompendo il silenzio che mi fracassava i timpani.
“Eravamo d’accordo che non avremmo parlato mai più di questa cosa. Non so neanche io perché l’ ho fatto. Ho commesso un errore, anzi, sai cosa? Dimenticatelo”.
Fissai i miei occhi grigi nei suoi altrettanto grigi.
L’ avevo perso, di nuovo.
Quella luce in fondo al tunnel che avevo intravisto si era spenta. Non era rimasto più niente di quel barlume di speranza.
Un passo avanti corrispondeva poi a dieci passi indietro.
Era sempre stato così con Regulus, forse anche per colpa mia. Non potevo perderlo di vista un secondo ed era già nelle grinfie di qualche serpe. Avrei dovuto stargli addosso tutti quegli anni, convincerlo della nostra diversità.
Ma non lo feci, per il mio egoismo, per il mio orgoglio, per la mia svogliatezza.
Credevo che Regulus fosse un capitolo chiuso della mia vita, una sfida persa. Non volevo averci più niente a che fare perché questo voleva dire avere un legame con la mia famiglia,mentre io avrei solo voluto dimenticare. E quando stavo per riuscirci, quando stavo per liberarmi di quel fardello insostenibile che era  il mio passato, ecco che Regulus fece quel gesto inaspettato, che solo una persona con il cuore puro avrebbe potuto compiere.
Ma era solo un falso allarme, scattato per sbaglio.
Anche se ci avevo creduto intensamente che le cose stavo per cambiare, non era cambiato assolutamente nulla.   
“Bon voyage, fratellino” sibilai con odio.
Se ne andò sprezzante dai suoi infimi amici, non mancando quasi di lussarmi la spalla.
Gettai un’occhiata verso il loro gruppo: quasi tutti avevano preso posto in carrozza tranne Piton e Avary, evidentemente sarebbero rimasti al castello. Non era una novità che Piton trascorresse le vacanze di Natale ad Hogwarts ma era davvero insolito che Avary non tornasse a fare il cocco di casa nel suo castello.
Quello che Regulus aveva spifferato era vero: le serpi stavano tramando vendetta nell’ombra.
Raggiunsi Remus che stava dando gli ultimi saluti a Peter e James.
“Manco se stessero partendo per la guerra..”esclamai,stampandomi la solita aria da scanzonato in viso.
“Felpato, sei sicuro che vuoi restare qui? Lo sai che a casa mia sei sempre il benvenuto..”disse James.
“James, lo sai che devo restare qua..”.
“Andiamo, non mi dire che sei convinto di quelle idiozie che ti ha detto tuo fratello? È ovvio che è una trappola o forse l’ennesima beffa. Sanno qual è il tuo punto debole e lo usano contro di te”.
“E se invece fosse vero?Senti, Regulus non è certo molto degno di stima..ma se ha addirittura vinto il repulso di parlarmi, vuol dire che è per una cosa importante”.
“Come vuoi, ma non dire che non ti avevo avvertito..”.
“Si, si..adesso invece di fare lo sbruffone, sbrigati ad andare con Peter alla carrozza..”.
“Allora, ci vediamo tra dieci giorni..”.
“Certo e vedi di tornare qua tutto intero..”esclamai gioviale, mentre chiudevo lo sportello della carrozza.
Io e Remus restammo lì per un po’.
Le carrozze si allontanavano sempre di più fino a quando non divennero dei puntini piccolissimi.
Il mio sguardo però non era puntato sulle carrozze ma su di Lei.
Guardava il paesaggio, come tutti gli altri. Accanto a lei c’ era Angelica, l’unica che non era partita escludendo noi, Piton, Avary e qualche altro studente.
“Starai tutte le vacanze con gli occhi puntati addosso a Aryana, sbaglio?”esclamò Remus interrompendo le mie fantasie.
“Certo”.
“Ma non avevi chiuso con lei?”.
“Era quello che credevo anch’io”dissi mentre ci affrettavamo a tornare dentro al castello.
Il freddo glaciale di Dicembre cominciava a farsi sentire.


                                                                                      **************************   
Guferia di Hogwarts

Aryana Silente

Rilessi velocemente le lettere destinate rispettivamente ad Uriel e ai miei nonni.
Cercavo di concentrarmi ma non potevo far altro che pensare a Sirius.
Cosa ci faceva qui ad Hogwarts?Non sarebbe dovuto tornare a casa per le vacanze?
Mi decisi ad uccidere quei pensieri, non doveva importarmene niente di quello che faceva.
Scelsi un gufo che sembrava particolarmente veloce, gli legai le pergamene alla zampa e lo lasciai volare via. Rimasi per qualche secondo ad ammirare lo splendido orizzonte che si affacciava su Hogwarts, lasciando che il vento mi scompigliasse i capelli e mi sferzasse il volto, dopodiché mi voltai per uscire ma una spiacevole sorpresa si piazzò davanti ai miei occhi: Piton e Avery.
I due maghi mi squadrarono dalla testa ai piedi, con un sorriso provocatorio e arrogante stampato sul volto.
Decisi di ignorarli e mi avviai tranquillamente verso l’uscita ma Avery mi sbarrò la strada.
“Cosa volete?”.
“Nox” esclamò Piton e tutte le luci della guferia si spensero.
Fulmineamente mi scansai di lato per non farmi acciuffare da Avary. Sentii la dura e fredda pietra del muro premere sulla mia schiena e istintivamente mi accucciai. Afferrai la bacchetta e cercai di concentrarmi il più possibile ma non riuscivo a vedere niente.
L’unica cosa che sentivo era il frusciare delle loro vesti..mi stavano cercando.
Il loro apparente vantaggio,il buio, gli si era ritorto contro. Per fortuna la mia velocità e i miei riflessi elfici li avevano colti alla sprovvista. Purtroppo ero certa che in poco più di un minuto mi avrebbero trovata, la guferia non era poi così grande,anzi, tutt’altro.
Dovevo trovare in fretta un modo per uscire da quella situazione..
“Presa”esclamò Piton, acciuffandomi per i capelli.
 Se solo avessi potuto vederlo avrei potuto usare la magia ma purtroppo era buio pesto. Avery mi disarmò prima che potessi fare un tentativo con la bacchetta per cui non mi restava altro da fare, se non aspettare di conoscere la loro prossima mossa.
“Lumus” esclamò Piton e di colpo la guferia fu nuovamente illuminata.
Severus Piton non si accorse che aveva appena fatto la cosa più sbagliata che potesse fare.
Non appena ebbi focalizzato il volto di Avery di fronte a me, con un leggero movimento delle pupille, lo lanciai dall’altro lato della guferia. Piton era alle mie spalle per cui non potevo fare quasi niente contro di lui ma approfittati della sua sorpresa per assestargli una gomitata nelle costole e ,così facendo, mi liberai dalla sua morsa. Non appena mi voltai ,però, Piton era sparito. Doveva aver usato una delle sue oscure magie. Tenendo salda la bacchetta nelle mie mani, mi guardai attorno ma di Piton alcuna traccia. All’improvviso sentii un biascichio proveniente dall’ angolo della guferia, dove poc’anzi mi ero nascosta. Senza neanche pronunciare l’incantesimo, con un colpo di bacchetta puntai in quel preciso punto. Con uno stridulo Severus Piton ritornò visibile e si rialzò con una smorfia di dolore in volto. Stavo per mandarlo a terra quando due mani callose mi afferrarono per le spalle: Avery mi stava premendo la bacchetta dritto alla gola. Stavo per mandare un’altra volta Piton a terra quando con un movimento della bacchetta mi gettò della polvere negli occhi. Aveva capito come usavo la magia elfica. Rimasi senza poter vedere e i due maghi se ne approfittarono..
“Crucio” esclamò Piton.
Non sentii niente.
 Sorrisi.
Era la prima volta che riuscivo a pronunciare un incantesimo scudo senza l’uso della vista e della bacchetta.
 Un riflesso automatico.
Un esterrefatto Piton ripeté la formuletta per parecchie volte,invano.
“Sorpreso, Piton?” sibilai pungente.
Colpito e affondato.
Finalmente riuscii a togliermi dagli occhi la polvere e riacquisii l’uso della vista.
Prima di poter fare qualsiasi cosa, la porta si spalancò: Sirius Black e Remus Lupin avevano appena varcato l’uscio della guferia con le bacchette sfoderate.
“Ma guarda un po’ chi c’ è…”esclamò Avary,ironico.
“Leva le tue manacce di dosso a Silente, Avary”.
“Altrimenti cosa fai,Black?”.
“Questo..”rispose mentre scagliava uno stupeficium addosso a Avary che venne immediatamente scagliato sul muro. Io caddi a terra per l’impatto mentre Sirius lanciava maledizioni contro Piton, e Remus teneva a bada Avery.
All’improvviso sentimmo delle voci avvicinarsi: Gazza e Mrs Purr stavano velocemente salendo su per la torre.
“Chi è là? Cosa sono questi rumori?”urlò rocamente il guardiano.
Sirius e Piton misero giù le bacchette.
Ci lanciammo tutti occhiate piene di tensione.
In extremis il malandrino Sirius,abituato a quella serie di situazioni, esclamò: “Presto, di qua”.
Indicò una porticina di legno alta poco più di un metro,nascosta da un pagliericcio. Per primo andò Remus,poi, vedendomi riluttante, Sirius mi afferrò per un braccio e,praticamente a forza, mi fece entrare nel minuscolo buco.
“Voi restate qua e vi inventate una scusa per Gazza. Sarà meglio per voi che sia convincente…Ah, quasi dimenticavo, noi qua non ci siamo mai visti e lasciate in pace Silente o dovrete vedervela con noi..”.
“Che paura…”biascicò Piton.
“Vedrai se non ti faremo paura,Mocciosus. Devo ricordarti in quanti modi possiamo renderti la vita impossibile?”disse, non lasciando il tempo per controbattere a Piton e scomparendo nel buco,richiudendosi la porticina alle spalle.
“Lumus”esclamai,tirando fuori la bacchetta. Lo spazio attorno a noi si illuminò:eravamo in un cunicolo più stretto che lungo,posti in fila indiana,uno dietro l’altro con capofila Remus e chiudi fila Sirius.
“Forse è meglio che sia tu a fare luce, Remus”disse Sirius.
“Certo…Lumus”sussurrò Lupin e la sua bacchetta magicamente produsse un potente fiotto di luce.
“D-dove siamo?” esclamai interdetta.
“è un passaggio segreto. Non preoccuparti, Remus ed io conosciamo molto bene la strada, non hai niente da temere con noi vicino” rispose con un misto di sarcasmo e istinto protettivo Sirius. Non riuscivo mai a capire se stesse scherzando o meno.
Cominciammo a camminare dapprima velocemente, poi, visto che il cunicolo si faceva sempre più difficile da attraversare, fummo costretti a rallentare il passo.
Io inciampai un paio di volte ma fortunatamente Sirius,dietro di me, mi riusciva a prendere prima che toccassi terra.
Non era da me inciampare.
“Manca ancora molto?”dissi, asciugandomi il sudore e la polvere dalla fronte.
“Non preoccuparti siamo quasi arrivati” rispose Remus con la sua voce rassicurante.
“Dove conduce questo passaggio?”.
“Dritto alla Sala Comune” rispose Remus, pazientemente.
“Come sapete della sua esistenza?”.
“Oh, ci sono talmente tante cose che non sai su di noi, piccola e ingenua Aryana”esclamò Sirius, mentre mi tirava su per l’ennesima volta prima che toccassi terra.
“Vuoi stare attenta a dove metti i piedi? Sono stanco di doverti riacciuffare ogni due secondi..Non mi sembravi una che cadeva tanto facilmente..”disse,ridendo.
“Infatti…è che ho un po’ di problemi con gli spazi chiusi..”dissi con un tono alquanto tentennante.
“Non ti senti bene?”chiese ,sinceramente preoccupato.
“No, no…sto bene..e poi ormai siamo arrivati..”.
“Comunque stai tranquilla ci sono io qua a prenderti se cadi o se svieni..sarò il tuo angelo custode” sussurrò al mio orecchio.
“Grazie..”balbettai imbarazzata, guardando dritto davanti a me.
Odiavo fare la parte della bambina indifesa.
Non era da me.
Finalmente arrivammo alla meta.
Remus aprì una porticina di legno,identica a quella della guferia e ci ritrovammo dietro un muro della Sala Comune. Dopo esserci accertati che fosse vuota, ricomparimmo da dietro l’arazzo,luridi e sudati,nella stanza deserta.
“Allora, Silente, dopo che ti abbiamo salvato il faccino, ci aspettiamo delle spiegazioni, come minimo. Come mai Mocciosus e Avary ce l’avevano con te?”.    
“Innanzi tutto non mi avete salvato il faccino, me la sarei cavata benissimo da sola e, in ogni caso, non sono affari tuoi”.
“E dai, non partire subito sulla difensiva..era solo per sapere…” rispose Sirius, gettandosi sul divano.
“Bhe, immagino che sia perché un po’ di tempo fa li ho beccati mentre torturavano un ragazzino in biblioteca e ho messo fine ai loro giochetti perversi”.
“Lodevole da parte tua, Silente”.
“Vabbè,io mi vado a fare una doccia..ci vediamo dopo Sir..”esclamò Remus, imboccando l’ingresso del dormitorio maschile.
“Credo che anche io farò lo stesso..”dissi più a me stessa che a Sirius.
“Aspetta,dove vai?”.
Si era alzato fulmineamente e mi aveva afferrato il braccio, facendomi voltare verso di lui.
“Black, hai questo dannato vizio di bloccare le persone con la forza…”.
“E tu hai questo dannato vizio di scappare via non appena ti trovi con me da sola”.
“Ecco appunto, io qualche domanda me la porrei..”risposi sarcastica.
“Andiamo, Aryana…non mi hai neanche ringraziato per quello che ho fatto oggi..”.
“Ti ho già ringraziato nel cunicolo ma poi ,a pensarci bene, non ti devo niente. Me la sarei cavata ugualmente”.
“Certo…con una bacchetta puntata alla gola e un'altra alla schiena?”.
“Ci sono così tante cose che non sai di me, piccolo e ingenuo Sir..”gli feci il verso.
“Sbaglio o mi hai chiamato Sir?Facciamo progressi..”.
“Bene. Visto che abbiamo chiarito la situazione, credo che io possa andare adesso..”dissi, ignorando il suo tuono suadente e avviandomi verso il dormitorio.
“Andiamo, Aryana. Per quanto ancora vorrai giocare?”chiese all’improvviso serio, sbarrandomi il passaggio. “Non mi fraintendere.  I nostri scambi di idee sono uno spasso oltre che tremendamente eccitanti ma…io voglio di più”mormorò accattivante.
“E che cos’è che vorresti esattamente?”miagolai, stando al gioco.
“è estremamente semplice oltre che scontato: te”gongolò avvicinandosi al mio viso.
Mossa da manuale.
“Mai”sputai, respingendolo.  
“Basta con i giochetti, Aryana” disse serissimo, bloccandomi per un braccio. “Ascolta, io potrei continuare in eterno a giocare così con te ma non è giusto. Potrei fingere che non soffra quando ti vedo, potrei continuare a scacciare dalla mia mente l’immagine del nostro bacio che continuo a ricordare incessantemente. Potrei passare da una ragazza all’altra, fingendo che tu per me vali quanto loro cioè niente. Potrei continuare ad essere il fiero e ribelle Sirius Black. Potrei farlo,non credere che non possa.  Ma io scelgo di combattere per noi. Io scelgo te. Perché so che potrei essere molto di più di questo insieme a te. So che saremmo incredibili insieme. Lo so che hai paura. Anche io, molta.  Ma preferisco morire di paura provandoci che restare una vita aspettando qualcosa di più sicuro. Perché la verità è che non me ne frega niente della sicurezza. La verità è che stare in bilico con te e per te è una sensazione terribilmente incredibile. E non so come spiegartelo ma è così. È come trattenere il fiato fino a che non ti gira la testa. È la sensazione che provi un attimo prima di cadere, quando la vertigine ti scala la schiena e arriva dritto al cervello. La verità è che nella vita non troverò mai qualcosa di meglio di te. E so che se non lo faccio ora, me ne pentirò per il resto della mia vita…”
Mi baciò.
Mise le sue mani tra i miei capelli e mi baciò.
Le lacrime inondavano il mio viso.
Lui continuava a baciarmi.
Scossa elettrica.
Il cuore aveva smesso di battere.
Una voce fievole dentro la mia testa: no,no,no. Maledizione,no. Spazzata via dalla lingua di Sirius che accarezza la mia.
Trattengo il respiro da circa un minuto.
Realizzo che si può respirare con il naso.
Aria nei polmoni.
Mani nei capelli di Sirius. Bella sensazione.
Sirius intreccia le sue dita alle mie, mentre continua a baciarmi.
Voglio morire.
Voglio vivere.
Voglio gridare.
Non so cosa fare.
Ho paura  di quando finirà.
Non voglio che finisca.
La mia testa smette di pensare quando Sirius fa aderire il mio corpo al suo. Mai provata una cosa simile. Fuoco.
La mia mente torna a formulare pensieri anche se uno si accavalla agli altri prepotentemente: Sirius, Sirius, Sirius.
Come si fa ad abituarsi a una cosa simile?
Non voglio svegliarmi. Non voglio,non voglio, non voglio.
Suona la sveglia.
Si staccò inaspettatamente, così come si era attaccato a me. Probabilmente avevo un’espressione stupida in faccia. L’espressione di chi si sta scervellando per pensare a che diavolo di faccia si debba avere in certe situazioni.  Mi fissò negli occhi e sorrise con quella sua solita smorfia malandrina stampata in volto. Non potei fare a meno di sorridergli anch’io. Perché uno può arrabbiarsi, imprecare, piangere, ma quando arriva l’amore non puoi fare altro che mollare e lasciarti andare.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ilenia23