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Autore: Onda nel silenzio    12/02/2023    7 recensioni
"Chopper, scusa un attimo, devo..."
Oh.
Zoro rimane inchiodato sulla soglia della porta aperta.
Quello che ha davanti non è decisamente Chopper.
Ma Trafalgar Law. In piedi davanti a Nami.
Seduta sul lettino dell'infermeria con la camicetta completamente sbottonata.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Trafalgar Law | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Non credi che dovresti riposare? Se ti alleni così rischi di risentirne."

"Riposare? Tsk."

Gli aveva risposto con un ghigno di spavalda sufficienza, facendogli passare la voglia di preoccuparsi per lui. Usopp si era limitato ad alzare gli occhi al cielo con un'espressione che diceva 'Sei senza speranze', ed era tornato a concentrarsi sulla sua pesca senza aggiungere altro.

Questo era successo ieri.

Oggi, puntuale come una sorta di scherzo del destino, c'è il mal di testa a fargli compagnia. Uno di quegli incessanti mal di testa da post allenamento come non gliene capitavano da secoli. Zoro deve aver saltato qualche pausa tra una serie con il bilanciere e l'altra. Forse più di 'qualche'. Per sua fortuna quando passa per la sala da pranzo la trova deserta, almeno si risparmia il fastidio di essere investito da schiamazzi e rumori molesti.

Sembra che gli altri siano ancora fuori sul ponte, eccetto Chopper. Perché la porta dell'infermeria è leggermente socchiusa. Dall'interno non proviene alcun rumore, il piccolo dottore starà sicuramente facendo l'inventario. Gli dispiace disturbarlo mentre è impegnato, ma in fin dei conti non deve fare altro che prendere le solite pillole e andarsene, non ha bisogno della sua assistenza.

"Chopper, scusa un attimo, devo..."

Oh.

Zoro rimane inchiodato sulla soglia della porta aperta.

Quello che ha davanti non è decisamente Chopper.  

Ma Trafalgar Law. In piedi davanti a Nami. Seduta sul lettino dell'infermeria con la camicetta completamente sbottonata.

Ah.

"Zoro... ma che cavolo!"

La protesta di lei, che si copre rapidamente il seno, lo riscuote dalla sua stasi involontaria.

"Mi dispiace, avrei dovuto..."

"... bussare? Già!"

Nami si riabbottona svelta la camicetta, un leggero, inequivocabile rossore sulle guance. Zoro nota che sul volto di Trafalgar Law, allontanatosi di poco da lei, aleggia l'ombra di un sorrisetto ironico che sembra dire 'Ops...'

Serra la mascella, dando loro le spalle per andarsene. "E voi avreste dovuto chiudere la porta!"

Il mal di testa ora si è convertito in un martello pneumatico che lo colpisce sempre più forte.

 

 

~~~

 

 

"Mi spiace per quell'incidente con la navigatrice."

Zoro continua a fissare l'acquario della Sunny senza battere ciglio. "Non hai nulla di cui scusarti, anche se non si fosse trattato di una visita medica" calca involontariamente quelle ultime parole in tono aspro, "non sarebbero affari miei."

"Non parlo di quello che è successo in infermeria" chiarisce Law, atono, "però, lo ammetto" — l'altro fa saettare lo sguardo sul suo volto riflesso sul vetro — "non posso dire di aver avuto una brutta visuale."

Le narici di Zoro fremono.

“Mi riferisco a ieri. Ho notato che ti ha dato un certo fastidio che sia stato io a stabilire la rotta al posto della Gatta Ladra.”

Zoro si porta la bottiglia alle labbra e tracanna un ampio sorso di sakè, sostenendo il suo sguardo con sfida. “Hai ragione, mi ha dato fastidio” non si spreca in diplomazia, “hai interrotto la nostra navigatrice mentre stava parlando, assumendoti un ruolo che non ti spetta.”

"Oh, io invece penso che il motivo del tuo fastidio sia un altro."

Zoro distoglie lo sguardo dal suo riflesso nell'acquario, puntandolo direttamente su di lui. "Ovvero?"

Law regge il contatto visivo senza scomporsi. Non sorride, eppure lo scintillio che gli attraversa le pupille gli sembra derisorio. "Che ho interrotto Nami." 

Lo sta prendendo in giro. 

È palese.

O è deficiente.

"Stiamo dicendo la stessa cosa."

“Non credo proprio.”

Quella faccia da schiaffi, quella convinzione granitica, quell’espressione disinvolta, seria, eppure vestita di una provocazione che trapela al di sotto della sua compostezza – tutto di quel tizio ispira a Zoro voglia di dargli una bella lezione.

“Alleanza o no, tu non mi piaci” sputa fuori senza mezzi termini.

L'altro stira le labbra in un lieve sorriso che non gli arriva agli occhi.

Di nuovo quello scintillio.

“L’avevo intuito. Anche lei me l’ha detto.”

“Lei chi?”

“Mi ha consigliato di non darci peso” – fottuto bastardo, lo fai apposta o cosa? , “di non prenderla sul personale perché sei fatto così, diffidente di natura con gli estranei.”

“E ti basi su quello che ti dicono gli altri per farti un’idea su qualcuno?”

“Niente affatto.” Law abbassa lo sguardo sulle proprie mani, le ruota e poi le riporta alla posizione iniziale, osservando le dita su cui sono incise le lettere che formano la parola ‘morte’ con assorta tranquillità. “Credo a quello che vedo.”

Tipo che sei coglione? Perché io non vedo molto altro.

“Volevo solo mettere in chiaro la questione, non m’importa di cosa pensi di me.”

Zoro stringe le labbra. All’esterno non suggerisce nient’altro all’infuori della sua solita calma imperiosa.

“Dovremo sforzarci di andare d’accordo.” Law si allontana dall’acquario. “In fondo” gli si ferma a fianco, a testa alta, “qui, non sei tu il capitano.”

Lo spadaccino scopre i denti in un sorriso sardonico, un sorriso predatorio, scavato dalle ombre al passaggio di uno squalo che inghiotte momentaneamente la luce nella stanza. “Per tua fortuna.”

Il chirurgo risponde alla provocazione con un ‘mmh’ a tratti annoiato a tratti compiaciuto, superandolo a passi lenti e misurati, e se ne va senza replicare.

Patetico megalomane.

Insulso doppiogiochista.

E il tuo cappello è una merda. 

 
 

~~~


 

Punk Hazard è sempre più lontana. Zoro è impaziente di sbarcare, la Sunny sta iniziando a essere un po' troppo affollata per i suoi gusti. Il ragazzino di Wano, poi, fa per dieci da solo. Sempre a ficcare il naso in giro, a mettere le mani dove non dovrebbe — le mani, soprattutto. 

E, come se non bastasse, quel pagliaccio mancato di Caesar Clown non fa che piagnucolare dalla mattina alla sera. 

Sì, si ripete Zoro, c'è decisamente troppa gente in mezzo ai coglioni. 

'È forte. Tipo super forte.' 

L'alcol che gli scivola giù per la gola ha un sapore indigesto, mentre ripensa a quelle parole. Parole che ha sentito dire qualche giorno prima da Nami, mentre stava conversando con Usopp a proposito di uno dei nuovi 'ospiti', per lui intruso.

Trafalgar Law. Quel saccente, oltremodo irritante che-vada-a-farsi-fottere chirurgo della ohmiodiochepauramorte che aveva osato provocarlo. 

'È forte. Tipo super forte.' 

Come aveva calcato quella precisazione Nami...

E intelligente, ripete una fastidiosa voce nella sua  testa. Trafalgar Law è forte e anche intelligente. Per quanto detesti ammetterlo, è la realtà dei fatti. 

E l'intelligenza, a Nami, piace in modo particolare. 

"Come va col mal di testa?" 

La Nami che l'ha appena raggiunto nel giardino della nave, e che ora è ferma alle sue spalle. 

"Quale mal di testa?" 

Zoro la sente avvicinarsi con passo stranamente leggero. 

"Ecco che inizi ad atteggiarti." 

A quel commento scherzoso libera un suono che è un misto tra un sospiro e una breve risata. "Non mi atteggio" puntualizza contrariato, "penso solo che Chopper non avrebbe dovuto attaccare i manifesti per una sciocchezza del genere." 

"Mmh, a giudicare dal tono da vecchio scorbutico" finge di riflettere lei, "direi che non ti è affatto passato." 

"Nami..." sospira con fare di ammonimento. 

"Zoro?" è la risposta malandrina che ottiene di rimando. "Se vuoi..." 

"... ehi!" protesta seccato, quando gli sottrae a tradimento la bottiglia. 

"... posso darti un pugno in testa, così da farti passare il fastidio a modo mio." 

"No, grazie" replica lui, improvvisamente dimentico dell'alcol rubato, "io, a differenza di qualcuno, preferisco attenermi solo al parere del mio medico." 

Nami si blocca a metà nell'atto di sederglisi accanto. "Siamo in due" ammette poi, prendendo posto. Per un po' sembra che non sia intenzionata ad aggiungere altro. 

Con la scusa di voler provare a riprendersi la bottiglia, Zoro la guarda di sfuggita mentre volta appena la testa di lato. 

"È stato Chopper a dirmi di rivolgermi a Law." 

Nami fissa dritto davanti a sé, dove la linea del mare e quella dell'orizzonte si fondono nel velo scuro della notte. È seria, fin troppo.

"Stavolta ammetto di essermi preoccupata anch'io. Il seno è una zona delicata, dovresti saperlo, e Law..." Esita, come se stesse soppesando le parole da usare, "beh, diciamo che i suoi poteri hanno fatto proprio al caso mio."

Zoro, mezzo sorpreso e mezzo a disagio per la piega presa dalla conversazione, sente affiorare un velato senso di colpa che si irrobustisce di secondo in secondo. "Quindi adesso è tutto a posto?" 

"Così pare" Nami beve un sorso di rum, "mi ha fatto un controllo molto accurato." 

"Immagino."

Non può evitarlo. Quel commento, serio ma comunque sprizzante sarcasmo da tutti i pori, gli esce di getto, come un impulso fisico a sottrarsi al fuoco. 

"Fammi capire una cosa..." 

Zoro non la sta guardando in faccia, eppure riesce a immaginare perfettamente la sua espressione cospirativa dal tono che sta usando, qualcosa che non promette nulla di buono. 

"... tu puoi tranquillamente portare in spalla giovani spadaccine..." 

Che cavolo c'entra Tashigi adesso? 

"... e io non posso farmi visitare da un dottore senza che ci siano conseguenze?" 

"Non farti strane idee" replica perentorio, "la stavo aiutando perché era ferita, sai che è della Mari—" 

"Non devi mica giustificarti" lo interrompe Nami con leggerezza, "anche perché se l'avessi abbandonata ti avrei preso a calci." 

Dove diavolo vuole arrivare? 

"È questo, per me" — la sua voce gli arriva più vicina del previsto, solleticandogli l'orecchio — "che si chiama comportarsi da vero gentiluomo."

Zoro è di pietra, non muove un muscolo, continua a fissare dritto davanti a sé. Non vede realmente né l'albero maestro né le curve delle onde nere, sente solo la temperatura circostante salire bruscamente. 

"Sei così dolce." 

... Eh?

Può avvertire il sorriso ironico nella voce di quella strega. No, non ci sta a farsi prendere in giro così. "Che razza di stronzate ti saltano in—" 

Zoro si blocca a metà strada nell'atto di voltare la testa verso di lei. Perché Nami, con un gesto che gli fa perdere la parola e anche il respiro, gli posa inaspettatamente un bacio sulla guancia.

Un bacio fugace, delicato. 

Un bacio innocente, senza secondi fini. 

"Non preoccuparti, Zoro" la sente mormorargli all'orecchio, "tu, per me, sei meglio di lui."

 

 

~~~

 

Non si avverte nient'altro che lo sciabordio delle onde e il verso di qualche solitario gabbiano all'orizzonte. 

Si sta dannatamente bene lì seduti in totale solitudine. 

Peccato solo per l'arrivo del cuoco — Zoro ha imparato a riconoscere i passi di ognuno dei suoi compagni, non ha dubbi che sia lui — che incrina quella quiete sospesa nel silenzio della natura. 

Non si gira nemmeno a guardarlo. Sente un lieve odore di nicotina nell'aria, immagina che il sopracciglio a ricciolo si fumerà la sua sigaretta e poi se ne andrà. 

Invece... 

"Cosa c'è?" 

Sanji non gli risponde. Continua a fissarlo e basta, come sta facendo da quando è arrivato. Insistente, irritante, insopportabile. 

"Beh, ti sei fumato anche il cervello? 

"Zoro?" 

"Perspicace. Sì, è il mio nome."

"Eh." 

"Come 'eh'?" 

Silenzio. 

"Insomma, che cazzo vuoi?" Gira il volto verso di lui e lo trova a studiarlo con un' espressione stranita tra il cauto e il perplesso. 

"Sapere cosa ci fai qui imbambolato."

Imbambolato? 

Zoro fa spallucce. "Devo essermi attardato a pensare." 

"'Attardato'?" Sanji calca quella parola con particolare enfasi. "Dico, hai visto di che colore è il cielo?" 

"Eh." 

"Eh." 

"Quindi?" 

"Sono le sei del mattino!" 

Zoro solleva sorpreso lo sguardo al cielo tinto di tenui raggi rosati, poi lo dirotta sul mare rischiarato d'argento. "Come, è già mattina?" 

È davvero rimasto lì tutto quel tempo, dopo che Nami se n'è andata? 

Sanji continua a fissarlo in modo strano, come se gli avesse appena detto che ha tredici dita dei piedi e una coda pelosa rosa confetto nascosta sotto l'haramaki. 

"Ma ti sei rincoglionito?" 

"Senti, cuoco rimbambito, se stai aspettando che ti infili quella sigaretta di merda su per il naso, accomodati!" 

Sanji ignora la sua provocazione. Il che è decisamente preoccupante.

"Hai un'aria così strana..." 

Lo sta facendo incazzare sempre di più. "In che senso?" 

Il cuoco assottiglia le palpebre, studiandolo come un fenomeno da laboratorio. "Tipo" espira pensierosamente una nuvola di fumo, impiegando parecchio tempo per rispondere, "come se ti avessero detto che la spada più preziosa del mondo sarà tua."

 

 

~~~

 

Law si porta una mano alla testa di scatto. Qualcosa gli si è impigliato nel cappello e glielo ha fatto cadere. Si volta verso Momonosuke e lo vede portarsi una mano davanti alla bocca nel tentativo di coprire una smorfia. "Ops" lo sente farfugliare mentre soffoca una risata. 

Fissa con disprezzo sia lui che la sua dannatissima canna da pesca. 

"Ahah, sei troppo forte!" Rufy, seduto accanto al ragazzino, scoppia a ridere di fronte alla sua faccia ostile. 

Law non replica. Pensa solo che quel marmocchio fastidioso abbia una mira pietosa, a meno che non l'abbia colpito di proposito.

Un rumore di passi in avvicinamento — lenti e alteri — gli suggerisce immediatamente l'identità di chi gli si è avvicinato. Quando questi gli si ferma a fianco volta appena la testa nella sua direzione. 

"Il tuo cappello." Lo spadaccino glielo tende con espressione seria, ma Law avverte lo scherno impresso nel suo tono e il ghigno che cela sotto i denti. Gli viene istintivo spostare lo sguardo in alto,  verso il secondo piano della poppa. 

Dove sorprende la navigatrice fare l'occhiolino a Zoro. 

Law afferra il cappello con aria tronfia. 

"Attento" lo spadaccino gli passa davanti, l'ombra del suo ghigno trattenuto fattosi ancora più sprezzante, "non perdere anche quello."

Che pezzo di merda.




 

~~~
 
 
 

 

"Hai un'aria strana..." 

"In che senso?" 

"Tipo... come se ti avessero detto che la spada più preziosa del mondo sarà tua." 

'Tu, per me, sei meglio di lui.'

Zoro fissa Sanji compiaciuto, scoprendo i denti in un sorriso sfrontato. 

"Forse lo è già."

 






 

 

 

 

 

Note
La scena in cui Law interrompe Nami mentre sta dando indicazioni sulla rotta e decide al posto suo si verifica alla fine di Punk Hazard. Lì Zoro commenta con "Chi si crede di essere?" o giù di lì. Ovviamente non ho perso occasione per sfruttare la cosa ( ͡° ͜ʖ ͡°)

 

 

 
 
  
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