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Autore: Signorina Granger    14/02/2023    1 recensioni
Raccolta di OS a tema San Valentino💖💘
I. Alphard & Anjali
II. Joël & Sabrina
III. Hector & Adela
IV. Erik & Maxine
V. Marley & Malai
VI. Hiro & Tallulah
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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CAN’T HELP FALLING IN LOVE
 
 

​I. La definizione di anime gemelle 



Mancavano due settimane a San Valentino, e Alphard Vostokoff era un uomo disperato. Per la prima volta in vita sua, a 36 anni compiuti, si accingeva a festeggiare la nota festa degli innamorati insieme ad una donna, che per inciso era anche la più bella e meravigliosa creatura che avesse mai incontrato.
Alphard non aveva mai comprato niente per nessuno in occasione della festa più commerciale che fosse mai esistita, anzi, l’aveva sempre reputata una colossale stronzata tenuta in piedi solo dal capitalismo e da ottime strategie di marketing, e anche quando il 14 febbraio era caduto nel mezzo di una delle sue brevi relazioni passate non vi aveva mai dato peso – suscitando puntualmente la cocente indignazione della diretta interessata o del diretto interessato –. Ma quell’anno le cose erano diverse: come avrebbe potuto non regalare niente ad Anjali che, occorre ripeterlo, era la più bella e meravigliosa creatura che avesse mai incontrato?
Una domanda a cui Alphard stentava a trovare risposta anche dopo lunghe riflessioni, una domanda che stava iniziando a dargli il tormento ad ogni ora del giorno e della notte: il primo San Valentino di Anjali come sua fidanzata doveva essere perfetto sotto ogni aspetto, e lui ancora non aveva idea di che cosa regalarle. Che cosa regalare ad una donna per farle capire quanto per lui fosse perfetta e degna di meritare qualsiasi cosa avesse mai potuto desiderare?
Aveva chiesto aiuto a sua madre, naturalmente, a Briar e persino a Sabrina, che in quanto migliore amica della diretta interessata costituiva senza ombra di dubbio la fonte più autorevole dalla quale ricavare consigli. Disgraziatamente però nemmeno lei gli era stata di grande aiuto, limitandosi ad assicurargli che per quanto raffinati e costosi potessero essere i gusti di Anjali era anche una donna in grado di comprarsi da sola pressochè qualsiasi cosa:
Penso che più che comprarle qualcosa potresti regalarle qualcosa di più personale. Anjali è una romanticona e ha già avuto relazioni con uomini ricchi che hanno speso cifre da capogiro per lei, penso che apprezzerebbe molto di più qualcosa di meno materialista e più simbolico.”
Per certi versi Sabrina poteva anche aver ragione, ma ancora Alphard non sapeva come uscire da quell’inghippo: decisamente non era tipo da regalarle qualcosa di fatto con le sue mani, le sue uniche vene creative riguardavano la musica e il disegno. Le aveva già fatto e regalato diversi ritratti in passato, e di certo non poteva regalarle una canzone suonata al violino visto che disgraziatamente, a differenza del fidanzato di Sabrina St John, non era un compositore.
Che cosa regalarle, di personale e di simbolico?
La risposta gli giunse infine più o meno alle due del mattino, nel pieno di una notte insonne, quando Alphard Vostokoff spalancò gli occhi castani, si mise a sedere di scatto sul costosissimo materasso del letto a due piazze del suo attico situato nel centro di Bangkok e dopo una breve riflessione si alzò scostandosi bruscamente le coperte di dosso destando dal sonno la sua gatta, che miagolò infastidita prima di balzare giù dal letto e uscire indignata dalla stanza. Alphard tuttavia non ci badò, precipitandosi nello studio per accendere il suo computer.
 
Alphy sarebbe arrivato a minuti, e Anjali Kumar stava marciando davanti all’ingresso, calpestando il soffice e spesso tappeto indiano che ricopriva il pregiatissimo parquet del suo appartamento situato nel cuore di Zurigo con un paio di Louboutin nuove di zecca, comprate appositamente per quel giorno speciale una settimana prima. La sera precedente aveva invece tenuto Sabrina al telefono per più di un’ora, costringendola ad un’eterna videochiamata mirata a scegliere quale abito indossare: Sabrina l’aveva consigliata dal suo divano, con Salem in braccio e una tazza di tè in mano, fino a quando quel guastafeste di Joël Moyal non si era intromesso, decretando di voler partecipare a sua volta con commenti ironici che avevano solo contribuito ad innervosire fortemente la svizzera.
Alla fine Joël era stato bandito e l’abito scelto, e ora Anjali era pronta. Doveva solo aspettare che Alphy arrivasse.
Quando finalmente udì uno scampanellio alla porta Anjali si precipitò ad aprire senza nemmeno darsi un’ultima controllata allo specchio, tanta era l’impazienza di vederlo, e quando si trovò finalmente Alphard di fronte – sorridente e avvolto da un cappotto nero a doppio petto – tutto quello che riuscì a fare su gettargli le braccia al collo.
“Finalmente, mi sei mancato!”
Non si vedevano da dieci giorni ed era mancata molto anche a lui, tanto che Alphard sorrise mentre le cingeva la vita con le braccia, stringendola a sé prima di depositarle un tenero bacio sulla fronte.
“Anche tu. Buon San Valentino Anjali.”
Anche indossando i tacchi Anjali era alta una decina di centimetri meno di lui e dovette sollevare leggermente la testa per poterlo guardare negli occhi, sorridendogli con le iridi celesti animati da un felice luccichio mentre le dita di Alphard le sfioravano gentilmente i lunghi capelli scuri sulla schiena.
“Grazie Alphy, anche a te. Hai fame? Basta che mi infili il cappotto e sono pronta.”
“Un miracolo, insomma.”
Un sorrisino beffardo sollevò gli angoli delle labbra di Alphard all’udire le parole della strega, che ricambiò il sorriso ma non lo risparmiò comunque da un giocoso buffetto sul petto mentre scivolava dalla sua stretta per andare a recuperare borsa e capotto dall’enorme armadio a muro dell’ingresso.
“Voglio solo che questa serata inizi il più presto possibile.”
Alphard non rispose, limitandosi a sorridere mentre la guardava sfilare un elegante cappotto rosso, sciarpa, guanti e baschetto neri dall’armadio insieme ad una borsetta di Chanel, non potendo far altro che concordare silenziosamente con lei. Nello specifico moriva dalla voglia di darle il suo regalo, ma per quello poteva solo dirsi di avere pazienza: voleva che fosse assolutamente perfetto.
 
Anjali gli aveva promesso di portarlo in uno dei ristoranti più strani in cui fosse mai stata e Alphard, dall’animo curioso dell’instancabile viaggiatore, aveva accettato di buon grado la sfida: di posti ne aveva visti tantissimi e ormai sorprenderlo rappresentava un’impresa ardua, ma quando lui e Anjali, usciti dal palazzo dove la strega abitava, si Smaterializzarono riapparendo nei pressi di un porto dove erano state ormeggiate file di barche che galleggiavano immobili sull’acqua gelida Alphard si ritrovò suo malgrado a darle ragione. Non aveva mai visto un posto simile in tutta la sua vita.
“Allora, sono riuscita a sorprenderti?”
Anjali ridacchiò mentre camminava coraggiosamente all’indietro sui tacchi davanti a lui, stringendogli la mano guantata nella propria mentre Alphard faceva vagare sbigottito lo sguardo prima sul lago, sulle barche immobili e sull’enorme edificio che si affacciava sul porto, mentre il freddo che li avvolgeva si faceva sempre più pungente e ogni suo respiro si condensava in piccole nubi di vapore caldo:
“Dove siamo?!”
“Non ci siamo poi allontanati molto, siamo a Lachen. Quello è il Lago di Zurigo. Preparati a mangiare la miglior fonduta della tua vita.”
In effetti, ciò che aveva sorpreso Alphard non era stata tanto la location della loro cena in sé, quanto più la presenza, di fronte al molo, di una lunga fila di enormi palle natalizie colorate dotate di porte di vetro. E fu proprio all’interno di una di quelle inusuali strutture che Anjali lo condusse, aprendo la porta per rivelare un interno completamente rivestito in legno, con tanto di tavolo circolare, stufetta a gas vintage e una panca che occupava metà della circonferenza dell’enorme decorazione. Fu un sollievo entrare in un ambiente riscaldato anche dopo solo quei brevi istanti passati al freddo, ma Alphard era talmente impegnato a contemplare con meraviglia l’interno della piccola struttura da quasi non percepire nemmeno il cambio di temperatura:
“Che razza di posto è?!”
“Te l’ho detto, che è un ristorante atipico. Nei mesi freddi si può mangiare dentro ad una di queste. Non è meraviglioso?”
Anjali sorrise e lo guardò con occhi luccicanti e pieni di gioia, felice di essere riuscita a stupirlo. Il suo riuscire ad entusiasmarsi, a sorridere e ad essere felice per ogni piccola cosa e momento passato insieme era forse ciò che Alphard preferiva di lei in assoluto, e di fronte a quel sorriso candido e a quello sguardo non seppe resistere, chinandosi su di lei per baciarla ancor prima di sfilarsi il cappotto. Era lei ad essere meravigliosa, nonché diversa da qualsiasi altra donna avesse mai conosciuto e frequentato, soprattutto in un ambiente come quello da cui entrambi venivano.
La scelta di Anjali si rivelò, in effetti, ancora più perfetta di quanto la strega stessa non avesse immaginato: essendo soli potevano godere della massima privacy, condizione che avrebbe reso il suo regalo ancora più speciale. Quando poi, tra un sorso di vin brulè e l’altro, si accorsero dei fiocchi di neve che avevano iniziato a scendere fuori dalla palla di neve Alphard iniziò a sentirsi più euforico e grato che mai alla sua buona stella: niente avrebbe potuto rendere quel momento più perfetto, probabilmente.
 
“Non è giusto che tu non abbia ordinato il dolce e ora stia rubando il mio.”
Anjali raccolse una generosa quantità di sufflè al cioccolato insieme ad un po’ di gelato alla crema prima di portarsi il cucchiaio alle labbra, scoccando un’occhiata torva al fidanzato quando lo vide allungare il proprio verso il dolce a sua volta:
“Amore è condivisione.”
Alphard sorrise, divertito, ma invece di imitarlo Anjali cercò di allontanare il suo cucchiaio dal dolce con il proprio, sbuffando infastidita mentre scuoteva la testa:
“Non quando si tratta di cioccolato!”
“Troverai anche la forza di perdonarmi, ne sono sicuro.”
O almeno così Alphard sperò, visto e considerato quanto quel regalo gli avesse tolto il sonno per giorni interi fino ad appena due settimane prima. Quando il momento di scambiarsi i regali arrivò a tutti gli effetti Alphard era un fascio di nervi, terrorizzato all’idea che il suo regalo non le piacesse o, peggio, che rifiutasse quanto stava per chiederle. Anjali sorrideva e sembrava al settimo cielo mentre gli posava davanti una busta rossa con il suo nome scritto sul retro con la sua elegante calligrafia, e ciò non fece che incrementare la consistente ansia del mago, che temette di vederle sparire il sorriso dal volto mentre la imitava, posandole a sua volta una busta davanti.
“Ci tengo a sottolineare che avresti anche potuto non darmi nulla, la cosa a cui più tenevo era vederti stasera.”
Il sorriso di Anjali si allargò e il suo sguardo si addolcì mentre parlava tenendo i grandi occhi chiari fissi su di lui e apriva con delicatezza la busta senza guardarla, sollevando il lembo più corto mentre Alphard cercava di imitare il suo sorriso, impegnato nella medesima operazione: quello che stavano vivendo era, sulla carta, un momento perfetto. Sperava solo di non riuscire a rovinarlo in qualche modo, lui che in fondo di relazioni serie ne sapeva ben poco.
“Vale anche per me.”
Quando entrambi ebbero aperto le buste e svelatone il contenuto, rimasero senza parole: Alphard strabuzzò gli occhi scuri quando si trovò davanti nientemeno che un biglietto aereo col suo nome, e per un terribile istante si chiese se per caso non avessero scambiato le buste e lui avesse finito con l’aprire il regalo destinato ad Anjali, ma quando sollevò la testa per posare lo sguardo su di lei capì, a giudicare dall’espressione sgomenta della donna, che il suo non era stato un errore. Anjali sollevò il biglietto che aveva davanti, trovandone molti altri infilati con cura sotto di esso, e infine ricambiò il suo sguardo altrettanto attonito, incredula:
“Alphy, hai preso… biglietti per Parigi e Venezia?”
Tu hai preso biglietti per Parigi!”
Ci siamo regalati la stessa cosa?”
“Pare di sì. Volevo solo che stessimo insieme per più di un weekend di fila.”
Un mucchio di scenari catastrofici avevano preso vita nella mente di Alphard sin da quando aveva preso quei biglietti, e quasi tutti avevano fine con Anjali delusa o amareggiata. Quella che aveva di fronte era invece la solita, bellissima Anjali sorridente di sempre, e quella vista oltre a scaldargli il cuore lo alleggerì non poco mentre annuiva, sorridendo a sua volta sentendosi un po’ più rilassato rispetto a soli due minuti prima.
“Anche io. Beh, immagino che potrei cambiare le date di quelli che ho preso io. Staremo dieci interi giorni insieme, non mi sembra vero.”
Anjali sorrise mentre rimetteva divertita i biglietti nella sua busta e Alphard sentì come un peso enorme sollevarglisi dallo stomaco, anche se ancora doveva chiederle la cosa più importante: deciso a non perdere altro tempo si spostò sulla panca ricurva in modo da avvicinarlesi, prendendole le mani curate tra le sue per guardarla ansioso.
“Anjali, ascolta… Stasera volevo chiederti una cosa.”
“Dimmi.”
Anjali, ancora entusiasta alla prospettiva di trascorrere più di quarantott’ore insieme di fila, avvenimento che non si verificava dal periodo natalizio, quando lui era rimasto per una settimana da lei a Zurigo e poi lei era andata a conoscere la sua famiglia in Inghilterra, lo guardò senza riuscire a smettere di sorridere ma chiedendosi perché le sembrasse improvvisamente così nervoso, proprio lui che era forse una delle persone più sicure di sé che avesse mai conosciuto.
 “Sono davvero stanco di questa situazione, e penso e spero che valga anche per te. Lo sapevamo, naturalmente, quanto viviamo distanti quando abbiamo deciso di continuare a vederci anche dopo la fine dell’estate, ma da qualche settimana comincia a pesarmi davvero troppo, tutta questa distanza.”
“Lo so Alphy, anche a me manchi sempre molto.”
Nel pronunciare quelle parole il tono e l’espressione sul viso di Anjali si ammorbidirono ancora di più mentre le dita della strega prendevano ad accarezzargli gentilmente le sue, e Alphard annuì riuscendo finalmente ad accennare un sorriso, felice di sentirglielo dire, prima di continuare senza riuscire a distogliere gli occhi da quelli di lei:
“So che ami la Svizzera, che è casa tua, che sei molto legata alla tua famiglia e ai tuoi amici… E che l’idea di trasferirti dall’altra parte del mondo non ti farebbe impazzire. Perciò pensavo che magari potrei venire io a… vivere a Zurigo.”
“Alphy, mi stai chiedendo di convivere?”
“Credo di sì.”
Anjali lo guardò stupita e Alphard annuì mentre deglutiva a fatica, sentendosi più che mai preda di una terribile angoscia all’idea di ricevere un rifiuto. Forse era un po’ da pazzi visto che non si conoscevano che da qualche mese, ma sentiva che era la cosa giusta. Fortunatamente dopo qualche istante di destabilizzazione Alphard vive le labbra di Anjali distendersi in un sorriso radioso, quello che amava tanto, e la strega si sporse verso di lui per abbracciarlo.
“Giuro, credevo che non me l’avresti mai chiesto e che alla fine avrei dovuto incastrarti! Certo che puoi venire a stare da me, ammetto che trovare spazio per i vestiti di entrambi non sarà facile, ma sono pronta a fare dei sacrifici pur di far stare anche la tua collezione di scarpe italiane nella cabina armadio. Ti amo.”
Anche Alphard sorrise mentre la stringeva a sé, scoccandole un bacio sulla guancia prima di affondare il viso tra i suoi lunghi e profumati capelli castani.
“Anche io.”









Sto pubblicando da telefono, un esperimento che non ci tenevo proprio a vivere in prima persona, quindi spero che il testo ne esca leggibile e la formattazione un minimo decente. 
Come promesso eccomi con una piccola Raccolta a tema San Valentino, inaugurata da una delle coppie più recenti e adorabili di cui ho scritto. Grazie a Bea, a Neardja e a Sesy per avermi chiesto di scrivere di loro❤️
Pubblicherò OS sparse per tutto il giorno nei ritagli di tempo, quindi a prestissimo. 
Signorina Granger 

 
   
 
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