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Autore: Fiore di Giada    15/02/2023    0 recensioni
[[I figli di nessuno]]
‒ Sono stato un idiota… ‒ mormorò. Aveva creduto che sua madre avesse compreso le sue idee e non aveva saputo vedere oltre la sua apparenza benevola.
Si era lasciato manipolare e, a causa della sua leggerezza, Luisa era morta annegata in un torrente.
E non aveva nemmeno una tomba su cui piangere la sua tragica fine.
E lei, l’arrogante contessa Carani, si aspettava il suo rispetto incondizionato, come se non fosse accaduto nulla.
No, lei non meritava alcuna considerazione.
La sua sola presenza gli causava ripugnanza fisica.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il cielo, d’un blu cobalto, privo di nubi, era rischiarato dalla luce perlacea della luna piena, che si adagiava sulle piante dell’ampia tenuta dei conti Carani.
Guido, seduto presso una finestra, osservava il paesaggio, mentre lacrime velavano i suoi occhi scuri. Conosce bene quel luogo ameno.
Quelle terre avevano veduto i suoi giochi di bambino.
Sospirò e si passò una mano tra i capelli. In quei giorni, tanto lontani, suo padre era ancora vivo e la malaria, contratta in Africa, non l’aveva consumato.
Sua madre, avvolta in eleganti abiti policromi, riempiva la villa con la sua vivacità.
Era ben lontana dalla donna severa e dura che, forte del suo potere economico, continuava a perseguire una gestione della cava disumana e insensata.
Il suo corpo, d’impeto, si irrigidì e un ruggito sommesso salì sulle sue labbra. Con la sua cecità, aveva distrutto il loro legame.
Non si era curata della sofferenza che, con precisione chirurgica, gli aveva inflitto.
Rise. No, sua madre, pur di compiacere il suo orgoglio classista, non si era curata di nulla.
Aveva condannato a morte Luisa, la figlia del defunto custode della loro cava, colpevole di amarlo e di essere da lui amata.
Per lei, era solo un ostacolo alla sua sete di potere e di dominio.
La sua classe sociale inferiore la rendeva inadatta al matrimonio con l’unico erede Carani.
Sono stato un idiota… ‒ mormorò. Aveva creduto che sua madre avesse compreso le sue idee e non aveva saputo vedere oltre la sua apparenza benevola.
Si era lasciato manipolare e, a causa della sua leggerezza, Luisa era morta annegata in un torrente.
E non aveva nemmeno una tomba su cui piangere la sua tragica fine.
E lei, l’arrogante contessa Carani, si aspettava il suo rispetto incondizionato, come se non fosse accaduto nulla.
No, lei non meritava alcuna considerazione.
La sua sola presenza gli causava ripugnanza fisica.
Guido sospirò. A cosa serviva l’odio?
Lei, arrogante e tronfia, non comprenderà nulla e crederà di avere fatto la scelta giusta.
Inoltre, la sua collera non ridarà la vita alla povera Luisa.
Lei, vittima del suo stesso amore, dormiva il sonno eterno in un gelido torrente.
Alzò lo sguardo e fissò l’astro notturno. La sua amata, ad una bellezza rigogliosa, univa un’indole angelica e gentile.
Ne era sicuro, era in Paradiso, con i suoi genitori ed era libera dal greve peso delle angosce terrene.
Luisa… Ovunque tu sia, perdonami. Perdonami per la mia stupidità, amore mio… ‒

   
 
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