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Autore: Coso96    16/02/2023    2 recensioni
[Hazbin Hotel]
[Hazbin Hotel]
[Helluva Boss]
Frank è un semplice ragazzo di campagna, ma ha sempre vissuto con un senso di insoddisfazione inspiegabile.
Un giorno, però, delle creature di nostra conoscenza attentano alla sua vita, facendo sorgere finalmente un interesse da tempo perduto.
Cosa dovrà scoprire? Chi lo vuole morto ovviamente. Preparatevi a scoprire l'avventura del primo umano che decise di entrare negli inferi per pura noia.
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Frank, Charlie e Lilith erano nella limousine, il primo chiaramente annoiato dal viaggio.
“Come ti stanno i nuovi vestiti?” Chiese Charlie indicando il vestiario del mortale, ovvero una maglia di lana rossa insieme ad un pantalone della tuta.
“Mi stanno bene, grazie. Quanto ci vuole ancora?” Chiese spazientito il mortale.
“Poco, non avere fretta.” Replicò la regina.
Nonostante fosse in presenza del suo ultimo bersaglio, il mortale rimase di una compostezza invidiabile. Non aveva ancora un piano per eliminarla, anzi, in realtà non era neanche sicuro di farcela. Non nascondeva la sua curiosità sul dono della regina, anche se probabilmente sarebbe stato inutile ai suoi fini.
La limousine si fermò davanti ad una specie di magazzino diroccato circondato da demoni in armatura, i quali, non appena notarono la presenza della regina e sua figlia, si inchinarono di fronte a loro.
“Odio quando lo fanno.” Bofonchiò Charlie scendendo dalla limousine, seguita dalla regina e dal mortale.
“Mia regina, principessa, è con gioia che vi informo che la guardia che ha venduto quell'infante al proprietario dell'arena è stata punita.” Disse uno dei demoni in armatura.
Il mortale notò l'anonimità delle loro armature: erano grigie, munite di spallacci placcati in argento, guanti d'arme, elmo con visiera, pesanti calzari di cuoio e una spessa corazza di acciaio con una imbottitura sotto. Sembravano prodotte in serie, dato che ogni guardia era uguale all'altra, non c'erano guardie più piccole o più grosse. 
“Spero per voi che abbia sofferto.” Sibilò la regina con un ringhio rabbioso.
“Come da procedura, mia regina.”
“Molto bene. Charlie, Frank, andiamo dentro.” Ordinò la regina entrando nel magazzino.
Una volta dentro, ciò che vide il mortale lo lasciò a bocca aperta: migliaia, no, milioni di neonati demoniaci dormivano sereni in una sorta di giardino lungo centinaia di chilometri, sembrava non finire mai. Centinaia di donne vestite da suora si prendevano cura degli infanti, facendogli fare il ruttino, nutrendoli e di qualsiasi altra cosa avessero bisogno.
“Non pensavo che all'inferno ci fossero così tante suore...” Commentò il mortale ricordando il suo incontro con Berenice, anche se lei era una cannibale, quindi aveva senso fosse all'inferno.
“Queste suore che vedi erano brave persone in vita, ma ciò non è bastato a risparmiargli la dannazione eterna. Mi aiutano prendendosi cura dei bambini non battezzati che finiscono in questo posto e in cambio le lascio rimanere qui, al sicuro dagli sterminatori o da altri demoni.” Spiegò la regina con un sorriso malinconico sul volto.
“Qui... ma dove siamo esattamente?  Da fuori il magazzino sembrava decisamente più piccolo.”
“Ho creato questa dimensione con i miei poteri, è una riproduzione del giardino dell'eden, sarebbe più grande se mio marito mi avesse aiutato.” Continuò la regina.
“Non immagini quanti bambini muoiono ogni giorno, mia madre fa il possibile per tenerli al sicuro, ma non riusciamo a salvarli tutti. Certe volte gli sterminatori sono più veloci di noi.” Disse Charlie tristemente.
Il mortale continuò a guardarsi intorno, sempre più stupefatto. Gli uccellini cantavano, gli alberi sembravano quelli della terra, mentre i fiori erano in piena fioritura. Sembrava di essere in paradiso, il che era abbastanza ironico dato che erano all'inferno. Ma c'era qualcosa che non andava: perché l'avevano portato qui?
“Non capisco, volete che vi aiuti a occuparvi di questi infanti?” Chiese Frank confuso.
“Charlie mi ha detto che tua figlia è morta durante il parto insieme a tua moglie.” Disse la regina prendendo uno degli infanti dalle braccia di una delle suore e mostrandolo al mortale.
Era una piccola demone dalla pelle rossastra con ali da pipistrello e corna giallastre. I denti erano affilati come rasoi, ma ciò non disturbò il mortale, perché era troppo occupato a specchiarsi sui suoi occhi color smeraldo. Gli stessi occhi di sua moglie.
Frank iniziò a indietreggiare.
“Non può essere...” Sussurrò sudando freddo.
“L'anima si forma durante il sesto mese di gravidanza. Frank Callahan... ti presento tua figlia.” 
Il mortale si inginocchiò a terra.
“Come è possibile?” Chiese con l'occhio spalancato.
“Non capisco, non sei felice di poter conoscere tua figlia?” Chiese Charlie, confusa dalla reazione del suo amico mortale.
Frank era senza parole, paralizzato da un'emozione che non provava da molto tempo: felicità.
La regina si avvicinò al mortale, si sedette vicino a lui e gli passò l'infante.
“Puoi tenerla se vuoi, non morde mica.”
Le mani del mortale iniziarono a tremare una volta entrate in contatto con la morbidissima pelle della creaturina, ma quando gli leccò il pollice, tutta la tensione che aveva accumulato in quei giorni sparì come per magia.
“Così... piccola.” Sussurrò accarezzando il viso di sua figlia.
“Puoi darle un nome se vuoi. Dopotutto sei suo padre.”
Il mortale guardò la regina con un'espressione colma di gratitudine.
“Mia moglie voleva chiamarla Sarah, Sarah Callahan.”
“Sarah, eh? Suona proprio bene.” Disse la regina poggiando la mano sulla spalla del mortale.
Il dubbio assalì la mente dell'umano: perché uccidere una creatura così buona? 
Guardò il volto di sua figlia e la passò ad una delle suore. Sapeva che non poteva portarla a casa con sé, conosceva le regole dell'inferno, ma se avesse ucciso la regina, chi avrebbe protetto lei e gli altri infanti?
Si alzò di colpo, facendo sobbalzare la regina, prese la pistola, allarmando per un attimo le suore presenti, ma ciò che fece dopo colpì non poco Lilith: fece cadere la sua arma e la distrusse calpestandola.
“Charlie, Lilith, vi devo parlare.”
“Cosa succede, Frank?” Chiese Charlie notando la serietà dell'amico.
“Ricordi quando siamo andati da Cherri Bomb? Beh, mi ha proposto un patto.”
“Non avrai mica...” Fece allarmata Charlie.
“No, non ho ceduto la mia anima, anche se ci ha provato. Abbiamo fatto un patto verbale, io avrei dovuto uccidere 6 demoni e lei mi avrebbe detto chi mi vuole morto.”
La principessa cominciò a collegare i punti.
“Quindi gli overlord che hai ucciso...”
“Bersagli da eliminare. Tutto qui.”
“I conti non tornano, hai ucciso solo 3 demoni da quando sei qui.”
“Seviathan era uno dei bersagli, quindi con lui non ho dovuto sporcarmi le mani, mentre Stolas e Octavia.”
“Frank, cosa hai fatto?” Sussurrò Charlie con sgomento.
“Li ho uccisi. Il bersaglio era solo Stolas, ma ho dovuto uccidere pure la figlia.”
“E chi era l'ultimo bersaglio?” Chiese Charlie sull'orlo delle lacrime.
Il mortale non rispose, si limitò a guardare la regina, ma ciò bastò a Charlie.
“Frank...”
Il mortale si prostrò alla regina e alla principessa.
“Vi ringrazio per esservi presi cura di mia figlia, affronterò qualsiasi punizione meriti per la morte di Stolas e Octavia.”
La calorosa risata della regina fu così imponente da svegliare la metà degli infanti presenti in quel giardino.
“Punizione? Qui all'inferno vige la legge del più forte, se sono morti per mano di un mortale, vuol dire che non meritavano il loro titolo.”
“Ma... avevo intenzione di uccidere pure te.”
Una seconda risata svegliò l'altra metà degli infanti.
“Alla fine hai deciso di non farlo e ciò mi rallegra, sarebbe stato triste eliminare colui che ha salvato mia figlia.”
L'ultima frase fece sudare freddo il mortale. Non stava mentendo.
“Alzati.” Ordinò Charlie avvicinandosi a Frank con lo sguardo iracondo.
Frank si alzò e affrontò l'espressione della principessa, la quale sembrava un misto di tristezza e rabbia.
“Per tutto questo tempo non ho fatto altro che aiutarti, persino quando ho scoperto che avevi ucciso quegli overlord, sono rimasta dalla tua parte, ma ora scopro che la nostra amicizia non significava niente per te, volevi solo arrivare a mia madre.”
“Ti sbagli!!!” Gridò Frank afferrando le spalle della principessa. “Charlie, sei il demone più buono che abbia mai incontrato, mi hai dato i tuoi consigli, il tuo denaro, la tua casa e la tua amicizia. Diamine, senza di te sarei morto almeno due volte.”
“Questo non ti da il diritto di uccidere demoni innocenti! Pensi che solo perché siamo demoni meritiamo il nulla? Pensi di poter uccidere chiunque solo perché hai un'anima pura?!”
Il mortale distolse lo sguardo, incapace di affrontare quello di Charlie.
“Aveva 17 anni...” Sussurrò la principessa con gli occhi lucidi.
“Cosa?”
“Octavia aveva solo 17 anni e tu l'hai uccisa.”
“Non ho avuto scel...”
Uno schiaffo della ragazza interruppe la frase del mortale.
“C'è sempre una scelta!!” Gridò a pieni polmoni. “Ma tu hai deciso di farlo nonostante tutto.”
La principessa si asciugò le lacrime e uscì dal giardino di sua madre, il mortale provò  a seguirla, ma lei lo fulminò con lo sguardo. Non voleva essere seguita.
“Non fare caso a mia figlia, a lei non sono mai piaciute le regole dell'inferno. Le passerà.” 
“Lo capisco...” Sussurrò Frank stringendo i pugni. 
“Comunque, c'è qualcosa che non torna, perché un overlord  vuole uccidere dei reali?” Chiese la regina. “Posso capire uccidere gli altri overlord per aumentare la propria influenza, ma ammazzare dei reali non darebbe alcun vantaggio ad un'anima peccatrice.”
“Non ho chiesto i particolari, volevo solo sapere il nome del committente, non mi importava il resto.”
“Hai il numero di questa Cherri?”
“Si...”
“Allora chiamala e dille che mi hai ucciso.”
Il mortale fece un'espressione confusa.
“Cosa hai in mente?”
“Voglio solo sapere perché questo overlord ha puntato dei reali, tutto qui.”
“Non puoi andare da lei e chiederglielo?”
“Beh, sarebbe estremamente facile andare lì ed eliminarla con le mie mani, ma prima voglio sapere cosa ha in mente. Su, chiamala.”
Il mortale prese il cellulare e digitò il numero di Cherri Bomb.
“Frank! Allora, hai delle novità?”
“La regina è morta.”
“Ah... sei stato veloce. Vieni nel mio ufficio e ti dirò chi ti vuole morto.”
“Sarò lì tra poco.”
La regina gli sorrise. 
“Vedi? Facile, no?”
“ Mi servirà la tua limousine.”
“Prendila pure, ma cerca di non ridurre troppo male il mio autista.”
Il mortale uscì dal giardino e si diresse verso la limousine, ma un singhiozzio strozzato  lo fermò un attimo prima che aprisse la portiera. Charlie era sul marciapiede con la fronte sulle ginocchia, in lacrime. Una guardia provò ad avvicinarsi per consolarla, ma un malosguardo della ragazza la convinse che forse non era una buona idea.
Frank si accarezzò la guancia pulsante e sospirò. Per quanto fosse desideroso di conoscere l'identità di chi lo voleva morto, non poteva lasciare la sua amica in quelle condizioni. Si sedette vicino a lei e le mise una mano sulla spalla.
“Se non mi avessi conosciuto, avresti ucciso mia madre?” 
“Probabilmente avrebbe ammazzato lei me.” Replicò lui sghignazzando.
“Capisco...” Sussurrò Charlie.
“Senti... ho fatto molti errori nella mia vita, come uccidere mia moglie e mia figlia.”
“Tua figlia e tua moglie sono morte entrambe durante il parto.”
“Sono stato io a mettere incinta Emma, quindi le ho uccise io...”
“Non hai ucciso nessuno. La tua anima è pura per il Signore.”
“Sai che consolazione, lo stesso tizio che ha mandato milioni di infanti innocenti all'inferno solo perché un prete non gli ha bagnato la fronte.”
“Dove vuoi arrivare?”
“Quello che voglio dire è che conoscerti... non è stato un errore.”
Il mortale fece per andarsene, ma la piccola mano della principessa afferrò la sua.
“Come sta la guancia?” Chiese timidamente.
“Fa un male cane, ma me lo sono meritato.”
“Mi... dispiace.”
“No... sono io che devo scusarmi. Non posso far tornare Octavia e suo padre, ma posso prometterti che non ucciderò più demoni.”
“Davvero?”
Il mortale prese il suo rosario scarlatto, lo stesso rosario che aveva usato per soffocare Octavia,  aprì la bocca e iniziò a masticare.
“Che cazzo fai?” Fece Charlie sbalordita.
“Ti dimostro che non ucciderò più demoni, cazzo, sta roba ha un saporaccio.” Bofonchiò lui masticando voracemente la preziosa reliquia.
La principessa iniziò a ridere talmente tanto che le uscirono le lacrime.
“Eheh, avresti potuto distruggerlo come la pistola.”
“Beh, ,mi sarei risparmiato questo saporaccio.”Disse lui ingoiando con non poco sforzo la reliquia.
La principessa prese dalla tasca una delle sue stelle adesive e la attaccò sulla guancia del mortale.
“Direi che questo tuo gesto vale un punto amicizia. Ti abbraccerei, ma so che...?!!?”
Charlie non si rese neanche conto che le braccia del mortale l'avevano avvolta completamente in un abbraccio.
“Pensavo non ti piacessero gli abbracci...”
“Sei una delle poche eccezioni.” Replicò Frank staccandosi dal corpo della principessa.
“Come farai con il tuo patto verbale?  Se non ucciderai mia madre, non saprai mai chi ti vuole morto.”
“Tua madre si è già inventata un piano per quello. Si fingerà morta, così avrò l'informazione da Cherri. Poi useremo il tempo che mi rimane per scoprire chi vuole morta te.”
“Il tempo che ti rimane?”
Il mortale si rese conto di aver parlato troppo, quindi cambiò argomento.
“Volevo dire, vuoi venire con me?” 
“Va bene...”
La principessa e il mortale presero la limousine e si diressero verso l'ufficio di Cherri Bomb. Durante il viaggio, Charlie pensò intensamente alle ultime parole del mortale. Cosa voleva dire con – Il tempo che mi rimane-?
Una volta arrivati ed aver attraversato la porta fatta di granate dell'ufficio con la dovuta cautela, un proiettile attraversò l'aorta del mortale, che cadde a terra in una pozza di sangue.
Charlie rimase paralizzata per diversi secondi, quando la voce di Cherri Bomb la fece tornare in sé.
“Beccato.”
“Frank!!” Gridò la principessa mettendo la mano sul petto del mortale in un  vano tentativo di fermare l'emorragia.
“Che idiota!” Fece l'overlord tenendo la canna fumante della sua pistola puntata sul corpo di Frank.
“Non solo mi hai portato la principessa degli inferi su un piatto d'argento, ma hai anche ucciso l'unica entità che poteva fermare il mio piano.”
“Tu...” Ringhiò il mortale sputando sangue.
“Rispetterò la mia parte del patto dicendoti che sono io che ho assoldato la I.M.P. Sapevo che avrebbero fallito e sapevo che li avresti seguiti nel portale. Non ero certa che saresti riuscito ad uccidere gli overlord e gli altri demoni , ma ho dovuto ricredermi. Sei perfino riuscito a uccidere la regina, complimenti.”
Un branco di Hellhound armati di lance angeliche circondarono Charlie e Frank.
“Perché?” Chiese la principessa mentre cercava di mantenere sveglio il mortale.
“Perché voglio creare un inferno senza paura, un inferno senza sterminatori da temere, e l'unico modo per farlo è distruggere il paradiso.”
“Vuoi... distruggere il paradiso?”
“Ma che ne può sapere la principessa degli inferi della paura che proviamo ogni anno per colpa degli sterminatori, delle persone che perdiamo, sei sempre stata al sicuro tra le braccia di papino e mammina. Ma ora finisce qui. Non appena Frank morirà dissanguato dentro questa spada, la sua anima verrà assorbita da essa e si unirà alle altre 665 anime pure che sono morte qui dentro.”
“Sapevo che questa spada non era un edificio normale...” Ringhiò Frank mentre cercava in tutti i modi di alzarsi.
“Perspicace. Questa spada è la stessa lama che il pezzo grosso lassù usò per tagliare le ali di Lucifero e bandirlo qui sotto. ”
Il mortale provò a parlare, ma purtroppo stava sanguinando troppo, prima di morire, riuscì a dire solo una cosa.
“Charlie... scappa...”
“Buttatelo insieme agli altri e uccidete la principessa. Non voglio ostacoli.”
Fu in quel momento che qualcosa si ruppe dentro Charlie. Anche nei suoi ultimi istanti, era preoccupato per lei. La terra iniziò a tremare, fiamme infernali iniziarono a circondarla, mentre le lacrime bagnavano il suo viso, uno degli hellhound cercò di avvicinarsi, ma venne ridotto in cenere dopo neanche un passo.
“Cosa succede?” Fece Cherri indietreggiando.
Due ali fatte di fiamme infernali si manifestarono sulla schiena della principessa, i denti diventarono degli aghi acuminati, mentre le corna si facevano sempre più simili a quelle della madre, sembrava che la sua furia avesse preso forma.
“La pagherai!” Ringhiò la principessa creando uno spadone fatto di fiamme infernali nella mano destra.
Cherri fece una smorfia rabbiosa.
“Che state aspettando, idioti?! Ammazzatela!” 
Gli Hellhound indietreggiarono impauriti: non volevano fare la fine del loro collega.
“Branco di codardi!” Ringhiò l'overlord tirando fuori una katana angelica da dietro la scrivania in marmo.
“Ti mostrerò perché sono diventata un overlord, ragazzina!”
Lo spadone della principessa si fece più ardente che mai, pronto a bruciare le carni di quella... puttana.
“Prepararti!”
Cherri si avventò sulla principessa, ma lei deviò facilmente il primo attacco con il suo spadone, per poi colpirla con un pugno che le ruppe un terzo dei denti che aveva nella bocca.
“Ah, brutta stronza!” Sibilò Cherri mentre si teneva la bocca sanguinante.
Un secondo pugno la proiettò fuori dalla finestra e la fece atterrare sul tettuccio di un'auto. La principessa si gettò su di lei dal piano più alto della spada-edificio e caricò un fendente che la ciclope evitò per il rotto della cuffia. 
Il colpo fu devastante: oltre ad aver tagliato in due l'auto, aveva creato una voragine lunga almeno un kilometro. Se Cherri non l'avesse evitato, sarebbe sicuramente morta.
Si rialzò con la schiena dolorante a causa del brusco atterraggio, ma Charlie non aveva finito.
Prese un profondo respiro e sputò un muro di fiamme sulla ciclope, ma lei tagliò le fiamme con la sua fidata katana angelica e le attraversò senza farsi apparentemente nulla.
“Creerò un inferno che non conoscerai mai!” Sibilò con un sorriso soddisfatto la ciclope.
La principessa venne circondata da un'aura omicida: come osava sorridere in quel modo dopo aver ucciso il suo amico? Aveva sempre pensato che tutti meritassero una seconda opportunità, ma ora l'unica cosa che pensava era come far soffrire quella troia. Creò un secondo spadone nella mano sinistra e lo lanciò sulla ciclope, la quale evitò il colpo saltando di lato, ma quella sarebbe stata la sua ultima mossa: Charlie sparì dalla visuale della ciclope, che ci mise poco a rendersi conto che ai suoi piedi si era aperto un portale.
“Oh, cazzo.”
La mano della principessa uscì dal portale e afferrò la gola dell'overlord.
“La tua morte non sarà piacevole!” Ringhiò Charlie sbattendo a terra la ciclope, per poi cominciare a riempirla di pugni.
Mentre veniva fatta una plastica facciale alla sua faccia, l'overlord prese dalla tasca una granata angelica e tolse la sicura.
L'esplosione che seguì  scaraventò Charlie contro la limousine di famiglia, spaventando l'autista, mentre Cherri atterrò di schiena sul marciapiede, ma almeno era riuscita ad allontanarsi dalla furia della principessa.
“Ok, forse ti ho sottovalutata, principessa, ma è un errore che non intendo ripetere!” Ringhiò alzandosi a fatica.
L'overlord prese il telefono e mandò un messaggio ad uno dei suoi scagnozzi.
Fu in quel momento che le fondamenta stesse dell'inferno iniziarono a crollare.
La voragine creata da Charlie iniziò ad allargarsi, un centinaio di mani colossali iniziarono a farsi strada nel girone della superbia, mentre un ghigno soddisfatto decorava il viso della ciclope. Infine, il possessore di quelle mani, un colosso dalla pelle di un grigio innaturale con cento braccia e cinquanta teste, si mostrò. Le teste avevano ognuna un'espressione rabbiosa sul volto e sputavano sprizzi di fiamme dalla bocca.
“Cos'è quello?” Fece la principessa mentre la sua rabbia si trasformava lentamente in paura.
“AHAHAHAHAHA! Charlie.... ti presento Briareo, uno dei centimani.” Disse la ciclope.
L'essere titanico ruggì, un ruggito che sembrava più un pianto che altro, un pianto che fece rabbrividire persino Lucifero in persona.
“Hm, e come hai intenzione di controllare il centimane che rappresenta la forza?” Chiese la regina comparendo alle spalle di Cherri Bomb, facendola sobbalzare.
“Lilith?!?! Tu, viva?”
L'overlord iniziò a sudare freddo: che cazzo stava succedendo? Frank le aveva detto di averla uccisa.
“Non dovresti credere a tutto quello che ti dicono.” Disse la regina con un ghigno sadico sul volto.
Cherri indietreggiò impaurita, non aveva chance di sopravvivenza contro la regina e questo lo sapevano entrambe.
“Oh, non fare quella faccia, ti aspettavi davvero che un umano, per quanto inusualmente forte, potesse uccidermi? Ora guardami mentre faccio fuori Briareo, perché dopo toccherà a te.”
“Mamma!!” Gridò Charlie. “Frank è...”
“Vivo.” Concluse la regina.
“Cosa?!?” Fecero all'unisono la principessa e l'overlord.
“L'anello che tiene al dito si sta già occupando della sua ferita. Non ho idea di dove l'abbia preso, ma è un bastardo fortunato.”
Un sospirò di sollievo uscì dalla bocca della principessa.
“Ora pensiamo a questo colosso.” Ringhiò la regina scricchiolandosi le mani.
Il centimane percepì la presenza della regina e non ci pensò due volte ad attaccarla con tutta la sua possanza, ma Lilith alzò la mano sinistra e respinse l'essere titanico con uno schiocco di dita.
Briareo, nonostante la stazza, fece una capriola all'indietro e atterrò su entrambe le gambe proprio vicino alla spada. La osservò per diversi secondi prima di tentare di estrarla dal terreno con la sua immensa forza.
“Mamma, Frank è ancora lì dentro. Devi fermarlo!!” Gridò Charlie.
La regina scattò in avanti e fece un salto così alto da arrivare ad una delle facce del centimane.
Il colpo che seguì poi distrusse completamente  una delle teste del titano, che mollò la spada e inizio a urlare di dolore. Ma c'era un problema: ora la regina era in aria, ciò voleva dire che non poteva evitare una delle tante mani del centimane, che la afferrò al volo e lanciò nel terreno con una tale brutalità da creare una folata di vento che investì Charlie e l'overlord.
“Mamma!”
“Ahahah...AHAHAHAHAHAHA!” Rise Cherri vittoriosa. “E io che pensavo che il centimane non ce l'avrebbe fatta, ma devo.... ?!?!”
La ciclope spalancò l'occhio quando vide la regina rialzarsi dalla voragine che il centimane aveva creato, un rivolo di sangue le usciva dalla testa, ma sembrava stare bene. Si toccò la fronte e notò di star sanguinando. Sorrise e si leccò la mano sporca di sangue. Quando era stata l'ultima volta che aveva sanguinato? Non se lo ricordava, ma una cosa era certa: si stava divertendo un mondo.
Briareo si accinse a calpestare la formica che aveva osato distruggere una delle sue 50 teste, ma una catena fatta di fiamme infernali gli bloccò il piede un attimo prima che la calpestasse.
Lilith schioccò le dita ed evocò centinaia di catene, che si legarono ad ogni arto del titano, bloccandolo sul posto.
Il pentagramma nel cielo si aprì in due, dando spazio ad una meteora grande più o meno quanto il colosso, che, in un ultimo disperato tentativo di sopravvivere, liberò le sue mani spezzando le catene, afferrò la roccia infuocata e la usò per schiacciare la regina, creando un'onda d'urto talmente violenta che fece crollare un quarto degli edifici della città.




L'impatto tra le due potenze fu sufficiente da svegliare Frank, troppo preoccupato per Charlie per dare peso al dolore al dito. Probabilmente si era giocato altri quattro giorni e ciò voleva dire che gli rimanevano tra le 23 e le 24 ore. Si affacciò alla finestra distrutta e lo vide: un enorme essere che stava attaccando il terreno con tutte le sue forze con una roccia infuocata. Non riuscì a capire cosa stesse attaccando, c'era troppa polvere. Si affrettò ad uscire dall'edificio, sperando che Charlie non fosse stata schiacciata da quell'essere. Dopo essersi guardato intorno, vide la principessa e Cherri che stavano guardando il titano, la seconda con un'espressione vittoriosa sul volto.
“Charlie, che sta succedendo?!?! Cos'è quell'affare?!” Finalmente il mortale notò la trasformazione di   Charlie. “E cosa è successo a te?!”
“Frank!!” Gridò la principessa buttandosi tra le braccia del mortale. “Devi aiutarla!!”
“Aiutare chi?”
“Mamma sta affrontando quel colosso tutta da sola.”
“E cosa ti aspetti che faccia?”
“Non lo so, inventati un piano, ma fa qualcosa, ti prego.”
“Non potete fermare il centimane, niente può.” Disse Cherri.
Il mortale iniziò a pensare.
“Ok, ci basta distrarlo, ma Charlie, dovrai fare la tua parte.”
“Qualsiasi cosa per mia madre.”
Il titano smise di percuotere la regina per riprendere fiato, ormai il sorriso divertito di Lilith era sparito insieme ad una delle sue braccia, ridotta in frantumi dalle numerose percosse di Briareo. 
“Non è ancora... finita.” Ringhiò la regina poco prima che il suo corpo cedesse.
Il colosso si accinse a prendere il corpo esanime della regina, ma un fendente di  Charlie gli tagliò la mano. Mentre Briareo urlava di dolore, Frank si avvicinò alla regina e la prese in spalla.
“Ce la faccio.” Bofonchiò lei.
“Invece no.”
Il mortale iniziò a correre, mentre Charlie distraeva il colosso volandogli attorno come una zanzara, ma Cherri si mise tra lui e l'auto per la fuga.
“Dove credi di andare?” Sibilò lei sguainando la sua katana angelica. “La regina morirà oggi.”
Frank poggiò a terra Lilith e si mise proprio di fronte a lei.
“Dovrai passare sul mio cadavere.”
“Hm, va bene.”
Cherri impiantò la sua katana nel terreno e tirò fuori dalla scollatura del seno due normalissimi pugnali.
“Arrenditi, Cherri, la spada non ha assorbito la mia anima, il tuo piano è fallito.”
“Tu dici? Briareo odia il paradiso quasi quanto me da quando il pezzo grosso lassù l'ha condannato a soffrire in eterno nel settimo girone, probabilmente ha già percepito il potere che giace nella spada, quindi, anche se manca un'anima, dovrebbe essere in grado di distruggerlo.” Sibilò lei lanciandosi sul mortale.
Frank evitò i numerosi fendenti di Cherri e, non appena vide l'occasione, la colpì con un braccio teso sulla gola, che le fece mancare il fiato per diversi secondi. 
Il mortale approfittò del momento per scavalcare la ciclope e prendere la katana che aveva impiantato nel terreno.
“Oh, furbo, sicuro di saperla usare?”
Il mortale puntò la lama sull'overlord.
“Devo usare la parte affilata per colpire.”
Frank iniziò a camminare verso Cherri, l'overlord iniziò a fare lo stesso. I due avversari scattarono in avanti quasi contemporaneamente, entrambi con le armi sguainate. L'impatto fra i due fu così istantaneo che si vide solo una singola scintilla, dopodiché si trovarono entrambi a dare le spalle all'altro.
Il braccio sinistro di Frank cadde, mentre un ghigno sadico compariva tra le labbra di Cherri bomb.
“Anche se mi uccidi, non riuscirai a fermare il centimane.” 
Entrambe le braccia dell'overlord caddero a terra, mentre la sua risata maniacale echeggiava nei sette gironi.
“AHAHAHAHAH!!! Moriranno tutti, ogni singolo angelo lassù pagherà per ciò che ha fatto!!” Gridò cadendo sulle ginocchia.
Il mortale la ignorò e andò a prendere di nuovo la regina, ormai svenuta a causa dei colpi che aveva subito. La portò nella limousine e ordinò all'autista di andare a tavoletta.
Neanche il tempo di girarsi che Charlie le venne lanciata addosso dal centimane, proiettandoli entrambi contro la parete di un grattacielo.
“Charlie, stai bene?” Chiese il mortale sradicandosi dalla parete.
La principessa si rialzò dolorante e tossì del sangue.
“Sto bene. Ma se mamma non ce l'ha fatta, io non posso fare niente.”
Charlie notò il braccio mancante dell'amico.
“Frank... il tuo braccio.”
Il mortale si coprì la ferita sanguinante con la mano.
“Ora non importa, dobbiamo occuparci di quell'affare.”
“Hai un piano?”
Il mortale guardò la sua mano e si ricordò di un dettaglio che riguardava i demoni.
“Se la principessa facesse un patto con un'anima pura, cosa otterrebbe?” Chiese con un ghigno.
La principessa sgranò gli occhi.
“Sei impazzito?! Non puoi fare un patto con me!”
“Posso e voglio, è l'unico modo per salvare il paradiso e le persone a me care che stanno lassù.”
“Hai idea di cosa comporterà? Diventerai un peccatore, e quando morirai finirai all'inferno con me.”
Il mortale indicò il colosso che ora stava cercando di estrarre la spada dal terreno.
“Sei tu che non capisci! Quell'affare ha quasi ucciso tua madre, cosa credi che farà non appena avrà distrutto il paradiso? Si scatenerà qui all'inferno, nessuno sarà  al sicuro, nemmeno mia figlia.”
“Ma...”
“Ma non hai risposto alla mia domanda.” La interruppe Frank. “ Cosa otterresti?”
“Il legame che si forma con un patto tra un demone e un umano è indissolubile, saremo legati per sempre. Certo, otterrei un potere inimmaginabile, ma sei certo di volerlo fare?”
Il mortale tese la mano a Charlie.
“Se devo affidare la mia anima a qualcuno, sono felice che sia l'unico demone con l'anima pura che si trova qui sotto.”
Charlie gli sorrise.
“Va bene... facciamolo.” Disse afferrando la mano del mortale. “Frank Callahan, vuoi cedere la tua anima a me per sconfiggere il centimane?”
Un'aura verdognola circondò i due amici.
“Sarà un piacere.”
L'aura verdognola sparì di colpo con un risucchiò sordo, al che Frank si chiese se avesse funzionato.
Ma la luce che vide negli occhi della principessa gli tolse ogni dubbio.
“Non ti deluderò, Frank.” Sussurrò Charlie spiccando il volo circondata da fiamme infernali.
“So che non lo farai.” Disse il mortale cadendo sulle ginocchia: aveva perso troppo sangue e il suo corpo non ce la faceva più. 
Il centimane estrasse finalmente la spada dal terreno e si preparò a lanciarla contro il paradiso, quando un calcio a piedi uniti della principessa gli trapassò il torace da parte a parte, creando un buco  grande quanto un campo da calcio. 
Briareo sputò sangue dalle numerose bocche e ringhiò rabbioso, mentre Charlie lo guardava dall'alto in basso.
Lo spadone nella mano destra della principessa iniziò ad ingrandirsi, diventando di una tale stazza da essere paragonabile alla spada del centimane, che, nonostante il buco nel petto, attaccò la principessa con un fendente verticale, ma Charlie parò l'attacco e lo rispedì al mittente, mentre una colossale sfera di fuoco si creava nella sua mano sinistra.
“Ora. Brucia.”
La principessa assimilò la sfera di fuoco e si buttò nella ferita del colosso, il quale iniziò a bruciare dall'interno.
“PROMINENCE BUUUUUUUURN!!” Gridò Charlie mentre liberava le fiamme dentro il corpo di quel mostro, riducendolo ad un enorme cumulo di cenere e pelle morta.
La principessa atterrò vicino a quello che rimaneva del centimane, annullò la sua trasformazione  e riprese fiato. Era finita. 
Tornò da Frank per dargli la bella notizia, ma quando vide il suo corpo a terra si allarmò.
“Frank!”
Charlie corse verso il corpo esanime del mortale e si inginocchiò accanto a lui.
“Charlie... ce l'hai fatta.” Sussurrrò con voce flebile il mortale. 
La principessa non rispose, stava trattenendo le lacrime.
“Su, su, non fare quella faccia, tanto tornerò come anima dannata.”
“Ma Frank, vivrai nella paura degli sterminatori, non voglio che tu soffra ulteriormente.”
“Sono sicuro che mi troverò bene.”
Il mortale le sorrise e, lentamente, chiuse l'occhio, per poi smettere di respirare. Definitivamente.
“E così muore una delle mie principali fonti di intrattenimento.” Sibilò Alastor comparendo alle spalle della principessa. “Vogliamo seppellirlo insieme, cara Charlie?”  
La futura regina afferrò il collo di Alastor e iniziò a stringere con forza.
“Lui non era una fonte di intrattenimento, era mio amico, e non permetterò ad un demone che pensa solo a se stesso di mancargli di rispetto.” Ringhiò mentre sprizzi di fiamme infernali le uscivano dalla bocca.
Alastor cercò di dire qualcosa, ma la presa che la principessa aveva sulla sua trachea era troppo stretta, quindi si limitò ad annuire nella speranza che lo mollasse.
Charlie sbuffò e mollò la presa.
“Sparisci e lasciami sola.” Ordinò.
“Certamente, principessa.” Disse Alastor facendo un inchino.
“No, no, no, non può essere!” Ringhìo Cherri sbattendo la testa sul  terreno per la frustrazione. 
“Tutto il mio lavoro... distrutto da una principessa e un misero mortale.”
Charlie sentì le parole dell'overlord, quindi abbandonò il corpo del mortale, prese la katana angelica da terra e iniziò a camminare verso Cherri Bomb.
“Fa pure.” Sussurrò lei iniziando a piangere copiosamente. “ Tanto siamo comunque tutti morti.”
La principessa alzò un sopracciglio.
“Cosa vuoi dire, Cherri?”
Fu in quel momento che uno sterminatore atterrò proprio accanto all'overlord e la impalò seduta stante.
“Cosa ci fai tu qui?” Chiese Charlie indietreggiando.
Lo sterminatore ignorò la domanda e si avventò sulla principessa, ma un'auto lo investì un attimo prima che le loro lame collidessero.
“Charlie, dobbiamo andare. ORA!” Gridò Vaggie prendendo la compagna per il polso e facendola salire sull'auto.
“Vaggie, che cosa succede?”
Vaggie premette sull'acceleratore, mentre lo sterminatore si rialzava senza neanche un graffio.
“Non lo so, ma gli angeli stanno arrivando.”
“Ma lo sterminio annuale è ancora lontano.”
“Lo so, per questo è strano, dov'è Frank?”
La principessa abbassò lo sguardo.
“Non ce l'ha fatta...”
“Cosa?!?!” Gridò Angel dal sedile passeggero. “Che palle, non ho neanche avuto l'opportunità di scoparmelo.”
Un secondo sterminatore atterrò sul cofano dell'auto di Vaggie con l'intenzione di fare fuori la principessa e tutti i demoni presenti, ma a dargli benvenuto fu solo un caricatore di mitragliatrice di Angel, che lo fece cadere in strada.
“Quindi mi stai dicendo che l'unica creatura che conoscevamo capace di far fuori definitivamente questi cosi è morta? La mia solita fortuna!” Ringhiò Vaggie investendo altri tre sterminatori con una derapata. 



“Ora: sconosciuta. Luogo: sconosciuto.”


Frank si svegliò su un letto estremamente soffice, lo tastò con la mano sinistra e notò con sorpresa di avere di nuovo il braccio. Anche il suo abbigliamento era cambiato: ora indossava una veste bianca con dei calzini del medesimo colore.
Si guardò intorno: era in una lussuosa  camera da letto completamente bianca, dove, al centro della stanza, si trovava un'entità descritta solo nella bibbia. Aveva due enormi ali di angelo, i capelli biondi e un volto stupendo, quasi femminile. Il suo sguardo, benevolo come pochi, nascondeva una certa malizia. Almeno questa fu l'impressione del mortale.
“Ben svegliato, io sono Gabriele e sarò la tua guida. Spero che il nuovo occhio e il braccio siano di tuo gradimento.”
Il mortale si tastò la faccia e si rese finalmente conto di avere entrambi gli occhi.
“Dove sono?” Chiese spaesato.
“Sei in paradiso.”
“Ah... ok. Perché?”
“Prima del tuo patto con Charlie, la tua anima era tra le più pure del mondo terreno, quindi abbiamo reciso il contratto che hai fatto con lei nel momento della tua morte. Parzialmente almeno.”
“Parzialmente?”
L'angelo pensò un attimo per trovare le parole che avrebbero dovuto spiegare la situazione al mortale.
“Vedila in questo modo: ora l'anima tua e quella della principessa sono legate da un nodo, noi l'abbiamo semplicemente allentato un poco. Purtroppo i patti tra demoni e umani sono una bella gatta da pelare pure per noi.”
“Ci saranno effetti collaterali?”
“Si, ma niente di preoccupante.”
“Continuo a non capire, non dovrei essere all'inferno?”
“Si e no, se avessi fatto un patto per ottenere potere e fama saresti rimasto all'inferno, ma hai usato il tuo patto per proteggere il paradiso e noi questo non lo dimenticheremo.”
“Io ho dovuto solo stringere una mano, il grosso del lavoro l'ha fatto la principessa.”
“Vero. Ma tu sapevi a cosa andavi incontro, e nonostante questo hai comunque fatto quel patto, e poi... un angelo in particolare ti voleva qui.”
Gli occhi di Frank brillarono.
“Vuoi dire che lei?”
“Si, è qui.”
Frank scattò fuori dalla stanza in cerca della sua amata, ma sbatté contro una donna dalla chioma argentata, facendola cadere a terra con un sonoro tonfo insieme alla zuppa che stava trasportando.
“Oh, scusa, ti ho fatto...?!”
Il mortale si specchiò sugli occhi color smeraldo della donna e la riconobbe.
“Emma?”
“Cavolo, Frank, stavo venendo a portarti la cena , sei il solito combina guai.”
Frank sollevò la donna da terra e iniziò a strofinare la barba sulla sua guancia.
“Sono così felice di vederti!”
“Si, anch'io.”
“Ho incontrato nostra figlia durante la mia gita all'inferno.”
L'espressione di Emma si incupì.
“Io non ho una figlia.”
Frank indietreggiò confuso.
“Cosa?”
“Mia figlia ormai è solo un demone che deve essere distrutto.”
“Non puoi pensarlo sul serio.”
“Tanto morirà con gli altri durante l'epurazione. Vado a prenderti un'altra zuppa.”
Il mortale la guardò allontanarsi con un'espressione turbata.
“Epurazione?” Sussurrò preoccupato.
“Vedo che hai rincontrato tua moglie, è andata bene?” Chiese Gabriele uscendo dalla stanza.
“Non come mi aspettavo, ma mi ha parlato di un'epurazione. Di che si tratta?”
“Ah, la semplice distruzione di tutta la feccia che vive all'inferno, compreso Lucifero in persona insieme a quella troia di sua figlia.”
Il mortale strinse i pugni, trattenendo a stento la rabbia per come aveva chiamato Charlie, ma rimase composto: doveva sapere di più su questa epurazione.
“E come procederete?”
“Sai perché esiste lo sterminio annuale?”
“No, perché?”
“Esiste per impedire ai demoni di superare di numero noi angeli. Come ben sai, poche anime finiscono in paradiso e ancora meno diventano angeli, per questo ci tuteliamo in questo modo.”
“E cosa succederà agli umani peccatori? Dove finiranno una volta morti?”
“Verranno cancellati seduta stante.”
Il mortale digrignò i denti: ora ne aveva abbastanza. Afferrò il collo dell'angelo e lo sbatté al muro con tutta la sua forza. 
“Dimmi come fermo questa epurazione oppure ti spiumo le ali.”
“Vorresti sfidare il volere del Signore?”
“Se il suo volere è uccidere mia figlia e i miei amici allora si.”
“Molto bene.” 
Un'onda di luce sacra respinse indietro il mortale, liberando Gabriele.
“Sapevo che eri stato corrotto dalla feccia demoniaca, ma tua moglie aveva insistito. Pensavo fossi salvabile, ma purtroppo non capisci che i demoni sono tutti...?!?!?”
Un pugno di Frank frantumò completamente il naso di Gabriele, facendogli perdere i sensi in pochi attimi.
“Cavolo, l'ho colpito troppo forte.”
Il mortale si guardò intorno. Sembrava non esserci nessuno, quindi prese il corpo svenuto dell'angelo, lo trascinò nella sua stanza e lo legò con le lenzuola del  letto, dopodiché prese un secchio di acqua fredda dal bagno e glielo butto addosso, svegliandolo.
“Tu... pagherai per questa umiliazione.” Ringhiò l'angelo con la bocca sporca di sangue.
“Basta ciance, come fermo l'epurazione? E non costringermi a torturarti.”
“Ti rendi conto di ciò che stai facendo? Ti stai inimicando tutto il paradiso per della feccia infer...AAAAAAAAAAAAHHHHHHHH.”
Frank aveva spezzato una delle dita dell'angelo.
“Ho ancora nove dita.”
“Va bene, va bene, parlerò.”
“Ti ascolto.”
“Il macchinario che produce gli sterminatori si trova a sud da qui, a circa cento metri. Se lo distruggi, l'epurazione non sarà più possibile.”
“Grazie!”
Frank uscì dalla stanza e si diresse verso il luogo indicatogli, lasciando Gabriele legato come un salame.
“Aspetta, non mi sleghi?!”
Il mortale tornò indietro, si tolse un calzino e glielo infilò in bocca, dopodiché uscì e chiuse a chiave la porta della stanza.
“Dafffnato basardo!!” Bofonchiò Gabriele.
Mentre si dirigeva verso la stanza di produzione degli sterminatori, il mortale poté dare un'occhiata in giro. Il paradiso era... paradisiaco: piccoli cherubini giocavano in un parco giochi placcato d'oro, diverse anime pure si godevano un pranzo su un tavolo fatto di nuvole, un cucciolo di cane gli si avvicinò con una stecca di zucchero filato in bocca, mentre diversi arcobaleni facevano da sfondo a quello spettacolo. 
Frank si fermò davanti alla stanza col cartello con su scritto -Vietato entrare- ed... entrò.
Ciò che vide gli fece cadere la mascella: una colossale catena di montaggio fatta apposta per creare gli angeli sterminatori, ma, a differenza degli sterminatori che aveva incontrato, questi sembravano privi di qualsivoglia segno di vita, come se fossero... spenti. Venivano lanciati alla fine del nastro trasportatore in una sorta di buco da cui si vedeva l'inferno. 
Il mortale iniziò a cercare un pulsante, una leva, qualsiasi cosa, ma sembrava non esserci niente di tutto ciò.
“Non puoi fermare l'epurazione.” Disse Emma entrando nella stanza con una zuppa tra le mani. “Ti consiglio di mangiare qualcosa.”
“Non cercare di fermarmi, Emma.” Ringhiò il mortale mettendosi in guardia.
“Sai, ti ho osservato per molto tempo da quando sono morta. All'inizio ero felice che stessi uccidendo dei demoni, dopotutto quella feccia merita il nulla, ma ti ho visto anche provare sensi di colpa. Quando hai ucciso quella giovane demone, è lì che hai cominciato a deludermi.”
Emma poggiò la zuppa su un tavolino e iniziò a girare intorno al mortale in modo provocatorio.
“E quando hai visto quegli infanti? Tu non capisci che un demone rimane tale anche da infante, sono esseri malvagi e devono essere distrutti.”
“E che mi dici di Charlie? Di nostra  figlia? Della regina?! Le loro gesta non sono affatto malvagie.”
“La principessa crede che esista un modo per redimere i peccatori, ma ti dirò... la trovo un'idea stupida. Perché redimere quando puoi eliminare completamente?”
Il mortale iniziò a indietreggiare.
“Non deve finire così. Puoi ancora vivere in pace qui con me, in paradiso. Perché sacrificare la pace eterna per un branco di demoni?”
Il mortale ci pensò per qualche secondo.
“Sai, prima di arrivare qui ho messo sottosopra l'inferno per avere risposte.”
“Ne sono consapevole, ho visto tutto da qui.”
“Quindi...” Un ghigno divertito decorò il volto del mortale. “...Perché non mettere sottosopra pure il paradiso?”
“E se questa tua scelta portasse alla fine del genere umano e dei tuoi amici demoni?”
L'espressione del mortale divenne seria.
“Di che stai parlando?”
Emma sghignazzò.
“Parlo del piano B. Se l'epurazione non andrà a buon fine, Gabriele suonerà la tromba del giorno del giudizio e così condannerà tutto il genere umano.”
“Che c'entrano gli umani con questo?”
“Pensaci bene. Niente umani vuol dire niente peccatori. Comunque, il pulsante per disattivare permanentemente gli sterminatori si trova nell'ufficio dell'angelo Adam, il capo degli sterminatori. Si trova nella porta accanto. Buona fortuna.”
“Non hai intenzione di fermarmi?”
“Per quanto odi ogni genere demoniaco, conosco bene mio marito. So che non cambierai idea e i miei sentimenti nei tuoi confronti mi impediscono di farti del male, ti chiedo solo una cosa.”
Emma poggiò la mano sul petto del mortale.
“Non morire di nuovo.”
Frank prese la mano della moglie e la baciò.
“Non lo farò...” 
Il mortale uscì dalla catena di montaggio, mentre lo sguardo preoccupato della moglie lo seguiva lesto.
“Le tue scelte avranno catastrofiche conseguenze, caro marito.”
Frank provò a bussare alla porta di Adam, ma una voce stridula e irritante lo fermò.
“Entra pure.” Disse la voce.
La porta si aprì da sola, mettendo in allerta il mortale.
“Devo dire che è stato divertente vedere la mia ex venir ridotta in quello stato dal centimane, peccato che sia sopravvissuta... anche se devo ringraziare te per questo.”
L'angelo che era di fronte al mortale era molto simile agli sterminatori, ma era più peculiare: indossava una giacca bianca, sulla punta delle corna aveva degli ornamenti dorati, mentre le sue ali erano del medesimo colore degli ornamenti, la sua aureola, dorata anche questa, non aveva la gemma rossa che distingueva gli altri sterminatori.
“Ex?” Chiese confuso Frank.
L'angelo tirò fuori una chitarra dorata e la puntò sul mortale.
“Io sono Adam, capo degli sterminatori e ammazza demoni per eccellenza.” Adam iniziò a strimpellare la sua chitarra. “ Ho sentito che vuoi fermare l'epurazione, ma ti chiedo... cosa speri di fare tu, un umano, contro il volere del nostro capo?”
“Dimmi dov'è il pulsante e nessuno si farà male.”
“Intendi questo?” Disse Adam tirando fuori dalla giacca un telecomando con un pulsante giallastro. “Purtroppo il mio lavoro non lo permette.”
Il capo degli sterminatori scattò in avanti, afferrò il collo del mortale e lo colpì sui reni con la punta della sua chitarra, spingendolo contro una delle pareti dell'ufficio.
“Pensavi che sarebbe stato facile come quelli che hai ammazzato all'inferno?” Lo schernì Adam  strimpellando nuovamente la sua chitarra.
Il mortale sputò sangue e ringhiò rabbioso. Il bastardo era più forte di quanto sembrasse. Si rialzò dolorante e impiantò il suo piede destro nel terreno per darsi la spinta, ma Adam gli afferrò la testa e la sbatté sul pavimento fino a ridurre il suo viso ad una polpa sanguinolenta.
“Beh, è stato breve ma intenso, qualche ultima parola?” Sibilò l'angelo trasformando la sua chitarra in una sorta di mannaia dentata.
“Solo una...” Disse il mortale mostrando nella mano destra il telecomando che avrebbe fermato gli sterminatori.
“Fregato!”
Adam non ebbe neanche il tempo di chiedersi come avesse fatto a prenderlo, perché Frank premette il pulsante di disattivazione.





“Girone della superbia, Pentagram City, 5 minuti prima della disattivazione.”




Un demone con un vestito bianco,  un cappello a cilindro del medesimo colore e uno scettro con il pinnacolo a forma di mela era circondato dai cadaveri di vari sterminatori, un ghigno divertito decorava il suo volto.
“Quindi è questo che temono i miei sudditi. Le luride truppe di un leader che non vuole sporcarsi le mani.”
Il demone prese una lancia angelica da uno dei cadaveri e iniziò a stuzzicarsi i denti con essa.
“Devo considerare questo un vero e proprio  atto di guerra, non ho ragione... padre?”
Charlie, Vaggie, Angel e il resto dello staff dell'hotel si erano sigillati nella stanza della principessa, ma gli sterminatori continuavano a picchiare la porta, non avrebbe retto ancora per molto.
“Siamo fottuti!” Gridò Angel Dust mentre metteva una scrivania davanti alla porta per rallentare gli angeli.
“Sta zitto, sta zitto, sto cercando di pensare!” Lo sgridò Vaggie strappandosi i capelli per lo stress.
“Se ci fosse Frank ci avrebbe aiutati...” Disse tristemente Charlie trattenendo le lacrime.
Vaggie afferrò la faccia della compagna e la guardò dritta negli occhi.
“Charlie, mi dispiace che il tuo amico sia morto, ma adesso dobbiamo pensare a sopravvivere, ci serve un piano.”
La principessa iniziò a piangere.
“Frank aveva sempre un piano.”
Uno degli sterminatori fece il giro dell'edificio ed entrò nella stanza attraverso la finestra,  Vaggie si mise davanti alla sua compagna con fare protettivo e chiuse l'occhio, consapevole che sarebbe morta a breve, ma almeno l'avrebbe fatto proteggendo chi ama.
Fu in quel momento che lo sterminatore smise di muoversi, quasi come se fosse stato spento da qualcosa. 
“Questa non è la parte dove ci ammazza tutti?” Chiese Husk bevendo il suo alcol scadente.
Angel Dust punzecchiò lo sterminatore con la sua mazza da baseball, ma questo non si mosse di un millimetro.
“Ehm... è morto?” Si chiese il demone ragno.
La principessa si affacciò alla finestra e notò con stupore che tutti gli sterminatori  attorno all'hotel erano fermi come statue.
“Ragazzi... credo che siamo salvi.”
“Non capisco... che è successo?” Chiese Vaggie.
“Frank...” Sussurrò la principessa sentendo uno strano calore nel petto. “Non ho idea di come abbia fatto, ma credo sia finito in paradiso nonostante il nostro patto.”
“Calmati, zuccherino, di che patto stai parlando?” Chiese Angel.
“Ho fatto un patto con lui prima che morisse per sconfiggere il centimane.”
“Hai fatto cosa?!  Per sconfiggere che!?” Fece allarmata Vaggie.
La principessa sorrise alla fidanzata.
“Credetemi, è l'unica spiegazione possibile. Quello scemo ci ha salvato di nuovo.”
“Se è davvero così... cosa sta succedendo in paradiso in questo momento?” Chiese Niffty.
La principessa posò lo sguardo sul paradiso.
“Qualsiasi cosa stia succedendo, possiamo solo sperare che stia bene.”



“Nel frattempo, in paradiso, nell'ufficio di Adam.”


“Lurido figlio di puttana, mangia sterco di seconda categoria, merda secca calpestata da una mandria di porci, hai idea di ciò che hai fatto?” Fece adirato Adam agitando la sua chitarra-mannaia.
Il mortale, nonostante le ferite, sorrise.
“Ho salvato i miei amici e degli infanti innocenti, quindi fottiti.”
Adam alzò la sua mannaia al cielo, pronto a farla cadere sulla faccia di quell'idiota.
“Spero che il nulla sia di tuo gradimento, perché è lì che finirai.”
Prima che potesse dare il colpo di grazia a Frank, una mano bloccò la sua mannaia tra l'indice e il medio.
“Sembra che mio nipote ti stia causando problemi, Adam.”
La voce che aveva appena parlato era rauca e imponente e apparteneva ad un uomo di una sessantina di anni ricoperto di cicatrici. Le sue ali, nere come la pece, andavano in netto contrasto con i suoi capelli bianchi.
Una vena pulsante comparì sulla tempia di Adam.
“Arthur Callahan, sto solo facendo il mio lavoro.”
“Il tuo lavoro consiste nell'uccidere demoni, nient'altro.”
“Quindi mi stai dicendo che dovrei risparmiare colui che ha ostacolato il nostro piano?”
“Non te lo sto dicendo... te lo sto ordinando.”
L'espressione sul viso di Adam divenne un misto di frustrazione e rabbia, ma non poteva andare contro i suoi superiori, non era un arcangelo... non ancora.
“Va bene, tanto abbiamo ancora il piano B.”
Adam uscì dal suo ufficio, mentre Arthur si inginocchiò vicino al nipote per assicurarsi che fosse cosciente.
“Grazie per l'aiuto, nonno.”
Arthur sorrise al nipote.
“Vedo che non sei sorpreso di vedermi.”
“Beh, ho visto così tante cose che sinceramente me lo aspettavo fossi qui. Oh, merda, credo mi abbia rotto la faccia.”
“Hai appena affrontato il capo degli sterminatori, cosa ti aspettavi?”
“Sinceramente? Me lo aspettavo debole come quelli che ho eliminato all'inferno, ma sono felice di rivederti.”
“Riesci ad alzarti?”
Frank si alzò a fatica e si rese presto conto che alzarsi dopo aver ricevuto un pestaggio del genere non era stata la migliore delle idee, infatti cadde tra le braccia del nonno dopo pochi secondi.
“Ok,  direi di no...” Disse con un sorriso sporco di sangue.
Arthur sospirò rassegnato, prese in spalla il nipote e iniziò a correre: doveva portarlo via da lì il prima possibile.
“Dove mi stai portando?” Chiese Frank confuso.
“Credi di poter stare qui dopo che hai causato così tanti problemi? Ti sto portando via da qui!”
“No!” Gridò Frank iniziando ad agitarsi sulla spalla del nonno. “ Devo fermare il piano B!”
“Impossibile. Il giorno del giudizio deve succedere, hai solo anticipato il tutto di un centinaio di anni.”
“Merda...” Imprecò Frank.
“Vuoi fermarlo? Dovrai farlo  dalla terra.”
“Che vuoi dire, nonno?”
“Non appena atterrerai sulla terra, cerca i quattro cuori, solo così potrai fermare l'apocalisse.”
“Nonno, non capisco, non sono già morto?”
“Presto capirai.”
I due arrivarono in un enorme ascensore placcato d'oro, dove una voce robotica gli diede il benvenuto.
“Benvenuti alla vostra prima reincarnazione, spero che il vostro viaggio nel mondo terreno sia privo di demoni e di peccato come la vostra precedente vita, selezionare quali benedizioni aggiungere alla vostra nuova vita.”
Arthur buttò il nipote all'interno dell'ascensore, si avvicinò al pannello di controllo esterno, premette un paio di pulsanti e lo distrusse con un calcio, sovraccaricando il macchinario.
“Attenzione, attenzione, troppe benedizioni scelte, rischio di morte imminente.”
“Nonno, che diavolo fai?” Chiese il giovane Callahan dall'interno del macchinario, ancora impossibilitato dal rialzarsi.
“Ti salvo la vita.”
“Io ho appena sentito rischio di morte!”
“Sopravvivrai, il tuo corpo reggerà, ne sono cer...!?”
Una spada perforò il torace dell'arcangelo.
“Oh, Arthur, sei una delusione...” Ringhiò Gabriele estraendo la sua spada dal torace di Arthur, che cadde in ginocchio con un ringhio rabbioso.
“Nonno!!” Gridò Frank preoccupato.
“Capo, ha distrutto il pannello, non posso fermare la sua reincarnazione!”Disse un cherubino mentre tentava di riparare il pannello distrutto da Arthur.
“Lascia che si reincarni...”Fece Gabriele con un ghigno sadico. “Tanto non importa che benedizioni avrà , morirà insieme agli altri umani, e saranno proprio i suoi amici demoni a farlo fuori. Pagherà per avermi rotto il naso.”
L'angelo prese in mano la sua tromba, la stessa tromba che, secondo la leggenda, avrebbe fatto iniziare l'apocalisse, e la suonò.
“Che i figli degli inferi divorino i peccatori, siano dannati loro, i loro figli e i figli dei loro figli.”





“Nota del tizio che scrive”
Hola, Adam è canonico ed esiste davvero nell'universo di hazbin hotel. Per quanto riguarda il suo rapporto con Lilith. Partiamo dal racconto biblico di Adamo ed Eva. Dio creò Adamo dalla terra e gli infuse la vita con il suo soffio vitale, poi creò Eva estraendo una costola del primo umano, dopodiché essi mangiarono i frutti dell'albero proibito a causa del serpente, acquisendo la consapevolezza di essere nudi, cosa di cui prima non sentivano vergogna. Questa fu la prova agli occhi di Dio che avevano trasgredito il suo divieto, così li cacciò dal paradiso terrestre. Tornando al rapporto tra Lilith e Adam, nel folclore ebraico, alcuni cabalisti crearono un racconto satirico, che, attenzione, non c'entra nulla con la bibbia, chiamato l'alfabeto di Ben Sira.
Questo testo mitologico scritto nel medioevo immagina che prima di Eva, Adamo avesse avuto una prima moglie, ovvero Lilith, creata anch'essa dalla terra.
Secondo questo racconto Lilith sarebbe stata in perenne contrasto col marito perché si rifiutava di obbedirgli e di essergli sottomessa. 
Scappata dal paradiso terrestre, avrebbe preferito vivere con i demoni piuttosto che tornare con Adamo. E secondo questa teoria Adam è l'ex di Lilith. 
Ovviamente mi è piaciuta l'idea di un ex rancoroso, quindi l'ho aggiunta nella mia storia. Alla prossima! E si, ho citato un anime con la mossa di Charlie.
PS: Briareo fa parte della mitologia greca, ho un po' unito le mitologie qui, spero vi sia piaciuto.
   
 
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