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Autore: nachiko_nene    18/02/2023    0 recensioni
Nina è una cacciataglie piuttosto vivace e, ancor prima, un'umana. Annoiata dalle questioni politiche, riesce ad accendersi solo quando si parla di missioni avvincenti, feste scatenate e storie romantiche, di quelle che fanno battere il cuore.
Ormai rassegnata all'idea che nella galassia non ci sia più posto per gli umani, civiltà alla quale è stata inferta una grave ingiustizia, volge lo sguardo al futuro consapevole che nulla potrebbe più sorprenderla ormai.
E se, durante una missione, Il ricercato più pericoloso e irriverente che abbia mai conosciuto dovesse iniziare a mettere in discussione ogni sua certezza?
DAL CAPITOLO 1:
" Si avvicinava con calma. La visiera della maschera luccicava nell'oscurità donandogli un'aura ancora più sinistra; Indossava un lungo mantello nero dall'aspetto piuttosto pesante che celava armi di vario genere.
(...)
«Sei un completo disastro» La prese in giro, osservandola rantolare sul pavimento, esausta e dolorante. «Dovresti assicurarti di essere all'altezza del nemico prima di uno scontro.»
«Ma stai un po' zitto... » Boccheggiò tenendosi lo stomaco con entrambe le mani. "
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo undici:La stella che ti porta fuori rotta

 


La periferia aveva l'aspetto di una sconfinata distesa di sabbia. Nessuna casa o edificio, nessuna costruzione che facesse supporre la presenza di civiltà. I due umani erano ormai completamente soli nel raggio di miglia e miglia.

L'uomo rimase a fissare la ragazza a braccia conserte, con un'espressione che non presagiva nulla di buono.

«Cosa stai tramando?» chiese Nina guardandolo con sospetto.

«In tutta onestà, trovo il tuo comportamento piuttosto ambiguo» esordì Lukasz scuotendo la testa, «hai mentito alle autorità... sei venuta dritta da me chiedendomi di tenere la bocca chiusa...»

Le lanciò un'occhiata maliziosa.

«Sai, stride un po' con i valori che ti vanti di seguire.»

«Non è come dici tu» rispose lei con la fretta di chi deve difendersi da un'accusa, «ho solo...omesso qualche dettaglio per guadagnare del tempo, è diverso.»

Lui schioccò le dita con un'enfasi teatrale.

«Oh, ma allora è tutta un'altra storia! Scusa se ho mal interpretato le tue nobili intenzioni.»

Nina strinse le labbra in una smorfia, infastidita dal suo sarcasmo.

Ne aveva abbastanza di quelle insinuazioni non troppo velate, con quale razza di faccia tosta si permetteva di giudicarla?

«Senti» gli rispose a denti stretti, «non ho nessuna intenzione di lasciarci la pelle, si è trattato di un maledetto incidente e voglio trovare una soluzione al più presto.»

Lukasz le rivolse un sorriso machiavellico, soddisfatto di quel primo rigurgito di sincerità.

«Moya malen'kaya lysa...» Parlò in una lingua che il traduttore di Nina non riconobbe.

«E dimmi, hai un piano? Intendo a parte startene lì a tergiversare e sperare di non essere scoperta.»

No, non l'aveva. Ma ovviamente tenne per sé quel particolare.

«Che ti importa? Hai ottenuto ciò che volevi, sei riuscito a farla franca e ora hai l'occasione perfetta per scappare. Stai perdendo del tempo prezioso.»

Fece un gesto con le mani come per scacciarlo.

«Forza, vai» lo esortò, «sei libero, corri dai tuoi amici.»

Lui non si schiodò di un centimetro e rimase a fissarla divertito. «I miei amici?» Ripeté alzando un sopracciglio. «D'accordo, mi sembra di capire che tu non abbia un piano.»

Lei roteò gli occhi esasperata.

«Chi è che sembra preoccupato ora?» lanciò quella provocazione nella speranza di farlo desistere, ma lui rimase imperturbato.

«Infatti lo sono» affermò Lukasz con disarmante candore, «l'idea di lasciarti in pasto a quegli agenti non mi piace per niente.»

L'aria di era fatta densa e carica di elettricità.

Si lanciarono degli sguardi univoci, gli stessi che si erano scambiati nelle prigioni di vetro qualche ora prima, e in un momento di timidezza Nina abbassò la testa nascondendo con tenera goffaggine il rossore sulle guance.

Non ebbe il coraggio di chiedergli spiegazioni.

Non covava più rancore o sentimenti ostili nei suoi confronti, ma l'emozione che la pervadeva quando stavano assieme iniziava ad allarmarla.

Tossicchiò mantenendo gli occhi bassi.

«Quindi... che suggerisci di fare?»

«Appena calerà il minimo sospetto su di te saranno proprio i tuoi compagni a tradirti per primi, non si faranno scrupoli. A tal proposito... è da un po' che volevo chiedertelo: sei sicura che su Xirria non ti abbia visto nessun'altro a parte me?»

Nina si mordicchiò le labbra.

Non ne era affatto sicura perché metà dell'equipaggio non aveva ancora ripreso conoscenza e, di conseguenza, mancavano numerosi rapporti sulla missione, primo tra tutti quello del Capitano.

Scosse la testa.

«Lo immaginavo» sospirò lui picchiettando le dita sul braccio, «puoi anche cercare una soluzione per i tuoi poteri ma è chiaro che per il momento non puoi restare qui. Devi fuggire al più presto.»

«E come, non ho nemmeno una nave.»

«Tu no, ma io sì.»

Si guardarono per qualche secondo e Nina lentamente cominciò a capire dove volesse arrivare.

«Non vorrai rapirmi?» chiese guardandolo con orrore.

«E manlevarti da ogni responsabilità? Non credo proprio cara. Voglio che sia te a chiedermelo.»

Nina lo guardò smarrita.

«Chiederti... cosa

«Di portarti con me, ovviamente»

L'assurdità di quelle parole la lasciò impietrita. Dalle sue labbra emersero solo una serie di balbettii.

«I-io... tu... perché?»

«Ti sto dando l'opportunità di salvarti.»
 

«Mi stai... proponendo di diventare una fuorilegge? Non ci penso proprio!» obiettò la ragazza.

«Ma Nina... lo sei già» disse in tono sommesso, «è solo questione di tempo, l'Arte Oscura non è qualcosa che si può nascondere facilmente.» La vide aprire la bocca per ribattere ma lui la interruppe prima che potesse aggiungere altro:

«No, tuo nonno non può fare nulla per contrastare le leggi del Consiglio.»

Le si inumidirono gli occhi e dovette fare un enorme sforzo per trattenersi. «Be' allora... allora preferisco morire!» rispose a fatica per il groppo alla gola che le si era formato.

L'uomo la guardò con un'espressione così severa che a Nina si contorse lo stomaco.

«Non dire così, sappiamo entrambi che non è vero.»

Tacque per qualche momento osservandola pensieroso, mettendosi poi a sedere in mezzo al deserto. Strinse con forza il pugno sinistro e dopo pochi secondi una debole luce bianca iniziò a pulsare a intermittenza sul palmo della sua mano.

«E adesso che stai facendo?»

«Sto chiamando i miei uomini»

Nina lo guardò scioccata. Era un dispositivo di geo localizzazione?

«Intendi rimanere qui ad aspettarli? Ci metteranno una vita.»

«Ma figurati. Sono sopra le nostre teste già da un pezzo, attendevano solo il mio segnale.»

«Vuoi dire che per tutto questo tempo conoscevano la tua posizione?»

Lukasz non rispose e rimase concentrato sulla luce.

Nina alzò il naso per scrutare il cielo ma si sentì subito una sciocca. Era scontato stessero usando gli scudi mimetici per sorvolare indisturbati le terre dystopiàne.

Durante l'attesa si susseguirono minuti di profondo silenzio e lei ebbe modo di riflettere sulla conversazione appena affrontata. Le parole di Lukasz le avevano aperto gli occhi e ora poteva vedere chiaramente la melma in cui stava sguazzando.
Certo, forse era stata tutta una tattica di manipolazione, ma non aveva torto: farsi trasportare passivamente dagli eventi non avrebbe risolto proprio nulla, non era quel tipo di problema.

Com'era quell'espressione che usava spesso suo nonno? Ah sì, non poteva continuare a ignorare l'elefante nella stanza.

Mentre rimuginava tra sé e sé riconobbe che non doveva essere stato semplice nemmeno per lui farle una proposta del genere, eppure era disposto a correrne i rischi.

Già, ma perché?

Forse ora che ho questi poteri preferisce avermi come alleata piuttosto che come nemica.

Una cosa era certa: doveva tornare a tutti i costi alla normalità e forse la risposta ai suoi problemi era nascosta là fuori, da qualche parte nella galassia.

Si sedette anche lei in mezzo agli arbusti, continuando a rimuginare.

 

•••∆•••
 

Dopo interminabili minuti una luce intensa iniziò a calare dal cielo avvicinandosi sempre di più ai due umani.

«È ora di fare la tua scelta» disse Lukasz voltandosi verso di lei, «sto aspettando.» La sollecitò.

Nina se ne stava seduta poco più in là, raggomitolata in mezzo alle dune, in un mutismo ermetico. Presto delle lacrime iniziarono a rigarle le guance e nascose il viso tra le mani.

Lukasz non batté ciglio e la lasciò sfogare rimanendo in un rispettoso silenzio. Ogni resistenza di Nina stava cedendo, pezzo dopo pezzo, e quei singhiozzi ne erano la prova.

Quando riuscì a calmarsi alzò gli occhi lucidi su di lui.

Esitò qualche attimo, come se stesse raccogliendo tutto il coraggio che aveva in corpo.

Emise un respiro tremulo e finalmente parlò:

«Lukasz... portami con te.»

 

  
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