Storie originali > Avventura
Segui la storia  |       
Autore: Daphne_Descends    12/09/2009    2 recensioni
Cassandra è una trovatella con un passato misterioso ed una rara abilità. Lei riesce a vedere. Mostri spaventosi che non appartengono al suo mondo.
Non sa nè perché, nè chi siano, non conosce altro che domande.
Fino a quando sembra che tutti inizino ad interessarsi al ciondolo di sua madre.
E così inizia il viaggio di Cassandra, alla scoperta della verità e di risposte che solo due misteriosi viaggiatori possono darle. Attraversando mari e paesi, in cerca dei colori mancanti per completare la tela della sua vita.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Chapter 3: Cold in the alley

 

«Perché devo sempre andarci io?»
«Non lamentarti! Credi che ti lascerei maneggiare una scopa, con i clienti in sala?»
«Ma Rose-»
«Niente “ma Rose”! Fila!»
Cassandra afferrò il cestino e la borsa che le stava porgendo la donna, arricciando il naso.
«Quando avrò oltrepassato quella porta, te ne pentirai» borbottò scontrosa.
«L’unica cosa di cui mi pentirò sarà del non averti spedita via subito!» le rispose, spingendola verso la porta.
«Vado, vado! Non c’è bisogno di cacciarmi in questo modo!»
Continuando a lamentarsi uscì dalla locanda.
Guardò la lista accartocciata che aveva in mano e sospirò. Le ci sarebbe voluta l’intera mattinata.
 

***

«Dite sul serio, signor Vance? Credevo che si sarebbero messi d’accordo, prima o poi».
«Hanno fatto un gran trambusto, l’altra sera. Arnold non voleva ritrattare nemmeno una virgola, ma Joseph gli ha quasi tirato un bel destro sul naso. Era davvero uno spettacolo, mia cara».
«Ma non è scoppiata nessuna rissa, vero?»
«No, certo che no! Quei due non fanno altro che litigare dalla mattina alla sera, ma sono completamente innocui!» gli occhi scuri del signor Vance brillarono di curiosità, mentre pesava un grosso mazzo di lattuga «Ma dimmi, Cassie, ho sentito che è accaduto qualcosa, ieri sera da Rose».
La ragazza aggrottò le sopracciglia fini, ancora risentita «Un uomo ha creduto di poter trattarci come delle stupide sguattere» sibilò, stringendo i manici del paniere colmo «Ha fatto quasi scoppiare a piangere Elisha!»
Il signor Vance spalancò la bocca, indignato «Imperdonabile!»
«Ma come ha osato!» esclamò la moglie, appena sbucata dall’interno del negozio con una cesta di mele.
«Le ha dato dell’incapace!»
«La piccola Elisha è la ragazza più dolce e brava dell’intera città! Quanto avrei voluto esserci per sputarlo in faccia a quel villano!» la signora Vance era sempre stata una donna disinibita e schietta.
«L’avrei fatto io, se Rose non l’avesse cacciato via!»
«Incredibile!»
«Quella donna è capace di intervenire sempre nei momenti meno opportuni!» soffiò esasperata Cassandra «Stamani mi ha cacciato fuori dalla locanda, per evitare che facessi le pulizie» afferrò i cesti che le porgeva l’uomo.
La signora si lasciò andare in una risata divertita.
«Devi portare tutto indietro da sola?» si stupì il signor Vance «E’ molto pesante».
«Non preoccupatevi, ce la faccio» si aprì in un sorriso gentile, per non far preoccupare la coppia. In fondo erano solo diversi chili di acquisti da trascinare per metri e metri.

«Posso aiutarvi io, se me lo permettete».

Al suo fianco comparve quel tale della locanda. L’uomo con i capelli biondi.
Cassandra boccheggiò stupita per un istante «No, no! Non voglio arrecarvi disturbo!»
«Ma figuratevi. Devo tornare anch’io alla locanda. E i gentiluomini non lasciano le damigelle in pericolo» le sorrise per un istante, poi si voltò verso i signori Vance «Date a me gli acquisti della signorina Cassandra. L’aiuterò io».
La signora Vance glieli prose lieta, scoccando un’occhiata eloquente alla ragazza «Siete molto gentile signore. Senza il vostro aiuto sono sicura che sarebbe stata in seria difficoltà».
«Sono qui per questo».
Cassandra pagò, ricevendo in regalo dal signor Vance una mela, come sempre, e si incamminò con Henry verso la locanda, seguita dagli sguardi curiosi dei Vance.
«Siete stato molto gentile» osservò imbarazzata.
Lui le scoccò uno dei suoi soliti sorrisi incantevoli «E’ il dovere di ogni uomo che si rispetti, aiutare una donna».

In quel preciso momento lo sentì.

Si irrigidì, rabbrividendo: era tornato.
Si guardò attorno lentamente, senza attirare l’attenzione dell’uomo al suo fianco.
La stava seguendo, lo sapeva. Respirò profondamente, resistendo all’impulso di bloccarsi, cercando qualcosa con cui distrarsi.

E fu allora che se ne accorse.
La mascella di Henry si era irrigidita. E lui proseguiva senza dire una parola.
Giunsero in silenzio alla locanda e solo all’interno Cassandra poté tirare un sospiro di sollievo.
«Vi ringrazio immensamente per avermi aiutata».
L’uomo si riscosse e le porse le ceste cariche di frutta e verdura, forzando un sorriso «Ogni volta che lo desiderate. Ora devo andare, è stato un vero piacere».
La salutò con un elegante baciamano e si avviò al piano superiore, in direzione della sua camera.
Cassandra rimase lì incantata: nessuno le aveva mai baciato la mano prima d’ora. Era imbarazzante, ma allo stesso tempo terribilmente ammaliante.
Persino quello sgradevole ricordo scivolò via.
 

***

Sbuffò per l’ennesima volta. Sembrava che Rose la spedisse fuori di proposito negli orari di pulizia. Erano già tre giorni che succedeva.
Lo sapevano tutti che non era in grado di maneggiare un qualsiasi oggetto servisse per pulire una superficie. Ma non era gentile farglielo pesare. Le espressioni divertite di Francis erano insopportabili.

Si scostò una ciocca di capelli dal viso, mentre imboccava un vicolo deserto, per arrivare più in fretta alla locanda.
 
Fu una pessima mossa. E in futuro se ne sarebbe pentita amaramente.

Il gelo la avvolse completamente. Il cesto del pane cadde a terra, rovesciando il contenuto. E Cassandra si strinse le braccia intorno al corpo, guardandosi attorno spaventata.

L’aveva trovata.

Dei passi strascicati la obbligarono a voltarsi.
Era lì.
Non l’aveva mai visto in volto. Aveva solamente avvertito la sua presenza.

Era alto, vestito di un mantello logoro e sfilacciato, il viso coperto da bende nere.
Le si avvicinò, facendola arretrare sempre più. Fino a quando la sua schiena non toccò il muro freddo dietro di lei.
 

In trappola.

Una mano bendata si avvicinò al suo volto. Un brivido la scosse, non appena le sue lunghe dita toccarono la pelle delicata del suo collo.
Deglutì, serrando gli occhi. La mano scese, percorrendo tutte le curve del suo corpo, mentre l’altra sfiorò la catenella d’argento, seguendone la forma.
Il ciondolo era nascosto nell’incavo dei seni, sotto la veste, come sempre. Il suo cuore mancò un battito, quando si accorse che era proprio quello l’obiettivo.
Cercò di respingerlo, con tutte le forze di cui disponeva, ma rimaneva immobile, come se non se ne fosse nemmeno accorto.
Lo sentì toccare il ciondolo, studiarlo e stringerlo nel palmo, senza poter fare nulla. Era completamente indifesa.

Fu allora che il peso di quel corpo estraneo scomparve e poté tornare a respirare.
Si portò d’istinto una mano al gioiello, sospirando di sollievo nell’avvertire il metallo duro e freddo sotto le sue dita.

Davanti a lei non c’era più nessuno. Se non un ragazzo vestito di nero.
E si sentì morire quando alzò gli occhi blu su di lei.
Si fissarono in silenzio, il suo sguardo scese sulle sue mani, ancora strette intorno al ciondolo, poi lo riportò sul suo viso spaventato.
«Lo hai visto anche tu?»
Cassandra sbatté le palpebre. Non era quella la domanda che si aspettava. Anzi, era intenzionata a porgliela lei stessa.
Lui lo capì ed imprecò sottovoce.
«Voi lo vedete?» chiese con un groppo in gola «Chi era?»
Lo vide fare una smorfia, stizzito. Poi iniziò ad andarsene, mormorando «Stai certa che non era umano».
Cassandra si affrettò a seguirlo, la mente piena di domande. Era l’unico che poteva risponderle. L’unico, oltre lei, che riusciva a vedere.
«Aspettate!» lo chiamò, allungando il passo «Dov’è andato?»
«E’ scomparso. Ha preferito scappare, piuttosto che affrontarmi» il biasimo traspariva dalle sue parole, mentre procedeva veloce verso la locanda, che si stagliava a pochi metri da loro.
«Ma cos’era, allora? Voi lo sapete, perché non volete dirmelo?»
Lui si fermò e fissò gli occhi nei suoi.
«Non sono affari che ti riguardano».
Diede un’ultima occhiata al suo ciondolo, in piena vista sul suo petto, ed entrò nel locale.
Cassandra si morse un labbro, irritata, e lo seguì.
Ma lui era già sparito.

«E il pane?»
La ragazza si girò lentamente, assumendo l’espressione più innocente del suo repertorio, e sorrise debolmente a Rose.
«Mi dispiace. Deve essermi caduto».
«Cosa?!» esclamò la donna, infuriata «Cassandra! Smettila una buona volta di avere la testa tra le nuvole! Come posso affidarti degli incarichi, se non riesci a portarli a termine? Se fossi una qualunque ti avrei già sbattuta in strada!»
«Scusa» mormorò contrita.
«Cos’è successo?»
«Non posso dirtelo».
Rose strinse le labbra, ma capì.

Cassandra le diceva sempre tutto, a eccezione di quello che riguardava i suoi viaggi e il suo passato. Non le faceva piacere essere all’oscuro di parte della sua vita, ma le voleva bene, come ad una figlia, e se era questo che lei voleva, allora l’avrebbe accontentata.

Sospirò «Cassandra, c’è qualcosa che vuoi dirmi?»
«Sì. Ma non adesso».
Si arrese «Tra un quarto d’ora si comincia. Preparati».
Cassandra annuì e andò in cucina, consapevole di doverle ben presto dire addio.

 

 

Ecco il terzo capitolo. Finalmente si fanno scoperte interessanti e non proprio piacevoli per la povera Cassandra! Vi ringrazio per aver letto lo scorso capitolo.

Emily Doyle: Ecco l’aggiornamento, con un po’ di ritardo!

Ghen: Come vedi non sono sempre veloci gli aggiornamenti. Mi fa piacere ricevere consigli e, se vuoi continuare, per me non c’è alcun problema, anzi, ne sarei veramente felice! Parlando dello scorso capitolo, personalmente avrei voluto anch’io che Cassie lo schiaffeggiasse, anche perché quell’uomo era decisamente odioso ed insopportabile! In questo capitolo si scopre qualcosina in più sui problemi di Cassandra e anche sui due forestieri! Spero ti sia piaciuto! ^.^

Al prossimo aggiornamento!

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Avventura / Vai alla pagina dell'autore: Daphne_Descends