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Autore: Neko    12/09/2009    4 recensioni
Voglio raccontarvi una storia. La mia e quella di una persona a me cara. voglio parlarvi delle ingiustizie che i capi di un villaggio commettono su esseri senza difese. della lotta di una persona che per 15 anni non ha conosciuto altro che dolore e che era all'oscuro di cosa volesse dire vivere una vita normale. Voglio dirvi come è riuscito, con grande capacità, a lasciarsi il passato alle spalle e a diventare la persona che ora è apprezzata da tutta Konoha
Genere: Generale, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Capitolo 20: Pazzia

 

Ci volle del tempo prima che il fumo dell’esplosione potesse diradarsi completamente. Solo quando esso scomparve ci accorgemmo che qualcosa era cambiato.

La donna, che avevamo imprigionato, era scomparsa e ora era  nelle grinfie del prigioniero che aveva fatto saltare in aria la parete della sua cella.

Il mio primo pensiero fu che avesse preso la donna in ostaggio per non essere nuovamente catturato e per poter scappare indisturbato.

Non fui solo io a fare questo ragionamento. Kiba e Naruto ebbero l’istinto di andare a liberare la donna, ma qualcosa glielo impedì.

Qualcosa non tornava.

Quella donna aveva aiutato quell’uomo a fuggire, quindi doveva essere per forza una sua complice, senza un abilità innata che controlla la mente altrui, difficilmente il prigioniero avrebbe potuto manipolare la donna come gli pareva.

Infatti la donna era tra le braccia dell’uomo, ma non era trattenuta a forza. Era essa che abbracciava l’evasore e quest’ultimo ricambiava. I due dovevano conoscersi ed erano ben contenti di potersi nuovamente stringere l’un l’altro.

Era una scena commovente, ma quell’essere era un fuggitivo e aveva sulle sue spalle un grosso nuovo reato,oltre a quello per cui era finito in prigione: il lancio di arnesi esplosivi su abitazioni popolate.

Non potevamo rimanere li a far finta di niente…dovevamo agire.

“Ehi voi due…è stata vostra l’opera di bombardare l’ospedale?” chiese Kiba.

L’uomo sorrise malignamente e non sembrò smentire la domanda di Kiba. Sembrava piuttosto compiaciuto del suo gesto, nonostante il suo vero obbiettivo fosse l’hokege.

Ma se vuoi vendicarti su qualcuno cosa c’è di meglio che colpire le cose a cui essi tengono maggiormente?

Tsunade era un medico ed era affezionata al suo lavoro e ai suoi pazienti. Se poi si metteva in conto che era il capo del villaggio ed essa non era riuscita a prevedere una tale tragedia contro il proprio paese…il colpo inflitto era maggiore  se paragonato alla bomba che avrebbe colpito solo lei.

“non so perché tu ce l’abbia tanto con Tsunade, ma non ti permetterò di fare altre stupidaggini come quella dell’ospedale” disse Naruto arrabbiato.

Il prigioniero fissò il ragazzo e rimase sorpreso.

“Ma tu sei…il bambino volpe! Allora è vero la voce che si era sparsa in prigione, ti hanno liberato. Eppure mi sembrava una cosa alquanto impossibile!”

Naruto lo guardò in modo strano “Come fai a sapere chi sono? Ci conosciamo?”

“è logico che tu non ti ricorda di me. Avevi all’incirca due anni quando sono stato rinchiuso nella cella accanto la tua. Ti offrivo il mio cibo quando quegli schifosi ambu non ti davano niente, perché non ti ritenevano degno di avere anche quel servizio. Per loro era già tanto se non ti uccidevano. Eri solo un mostro ai loro occhi, solo io ti vedevo per quello che eri. Un bambino….un bambino piccolo abbandonato a se stesso e messo in prigione nonostante fosse innocente!”

Naruto sbatté le palpebre.

“In fin dei conti, non siamo tanto diversi! Entrambi siamo messi in un luogo squallido senza una vera e propria colpa!” disse l’uomo stringendo i pugni.

“Cosa vorresti dire? Che l’hokage ti ha rinchiuso in prigione nonostante non avessi compiuto nessun crimine?” chiesi disgustata.

Non poteva essere vero quello che diceva, l’hokage non lo avrebbe mai fatto.

Inoltre scoprimmo che non era stata Tsunade a farlo rinchiudere,  ma Sandaime.

Quindi si voleva vendicare su qualcuno che non aveva colpa?

“Non credere che sia tanto innocente. Più volte ho supplicato l’hokage di rivedere il mio caso. Le ho spiegato tutto per filo e per segno. Non sono stato io a uccidere i miei genitori. Il colpevole è mio fratello, ma essendo un membro della radice, è sempre stato protetto dai suoi superiori e sono stato incastrato io. Mi hanno impedito di vivere una vita normale. Desideravo una famiglia, ma mi è stato impedito. Ora mi sono stancato, avrò la mia vendetta!”

“è orribile il tuo comportamento. Già la vendetta è un sentimento oscuro di suo, ma scaricata addosso a chi non ha colpa…è una cosa deplorevole!” disse Kiba indignato.

“Che differenza fa? È la stessa cosa che è successa a me. anche io non avevo colpa. Compierò ciò che mi sono prefissato e scatenerò la mia vendetta e su tutti coloro che proveranno a ostacolarmi!” disse l’uomo in modo arrogante.

“Allora dovrai cominciare con noi!” disse Naruto.

“D’accordo! Sinceramente mi dispiace, non volevo prendermela con te! Mi sei sempre stato simpatico! Peccato, visto che anche tu hai provato la mia stessa ingiustizia, potevi unirti a me!”

“Non mi interessa! Meglio lasciarsi il passato alle spalle piuttosto che aggravare la propria situazione. Mi hanno dato un’opportunità di essere libero e non la sprecherò per la tua pazzia, Anzi, ti fermerò con le mie stesse mani, per far vedere che il villaggio può contare su di me!”

Ero orgogliosa di Naruto, non mi aspettavo una risposta diversa.

“Come vuoi!” l’uomo compose dei sigilli, dopo di chè ci furono altri innumerevoli esplosioni per tutta la prigione.

Il prigioniero aveva pensato a tutto. Sapeva che da solo non sarebbe riuscito a fare niente e mettendosi d’accordo con i suoi compagni di prigione, prepararono un piano di fuga.

Ora la maggior parte dei criminali era libera.

Molti ambu erano impegnati a fermare i fuggitivi.

Era il caos.

Presto altri ninja di qualunque rango giunsero sul luogo e con loro anche Tsunade.

La mia maestra rimase sorpresa nel conoscere la situazione e si girò verso l’artefice di tutto ciò con uno sguardo indignato.

“Salve Hokage, piaciuto lo scherzetto in ospedale?” disse l’uomo divertito.

Kuroi, cosa ti è saltato in mente? Sei forse impazzito?” disse Tsunade urlando.

“Può darsi. Mai provato a stare anni rinchiuso in quel buco? No non credo! Tu hai vissuto sempre nel lusso, infischiandotene delle mie richieste e quelle di mia moglie!”

Tsunade sospirò “Sei un povero illuso se pensi che io possa liberare chiunque con un semplice gesto. Stavo lavorando sul tuo caso. Ora che Danzou è morto stavo indagando sulla colpevolezza di tuo fratello. E indovina un po’? tuo fratello ha confessato e ora giace rinchiuso nelle prigioni del palazzo dell’hokage in attesa di trasferimento in queste prigioni. Mi mancava solo la firma dei consiglio per farti scarcerare!” disse L’hokage afferrando i documenti che avrebbero portato l’uomo alla liberazione. Li mostrò all’uomo e successivamente li stracciò “Ora puoi scordarti la libertà a vita! Hai messo in pericolo l’intero villaggio, sei fortunato se non ti sarà assegnata anche la pena capitale!”

“Bene allora direi che non ho niente da perdere!” disse l’uomo facendo allontanare la moglie in modo tale che non venisse travolta dalla battaglia.

Si sentirono altre numerose esplosioni in varie parti del villaggio.

L’uomo rise di gusto “Vedremo chi avrà la meglio. Un solo passo e farò saltare in aria l’intero villaggio!”

Qui c’era in gioco veramente molto, ma le esplosioni all’interno del villaggio non potevano essere solo causa di Kuroi, ma anche sua moglie d e piazzare ordigni esplosivi indisturbata.

Che pazzia. Volevano tanto la libertà di avere una vita felice e ora non solo l’uomo sarebbe marcito in galera per il resto della vita, ma anche la donna essendo complice di un crimine.

Rivolsi il mio sguardo verso la donna. Leggevo nei suoi occhi tristezza, come se non volesse che ciò non fosse vero. Non era una persona cattiva, semplicemente aveva fatto la sua scelta. Il bene del villaggio o la sua felicità?

Aveva scelto la seconda opzione e cosa aveva ottenuto? Il marito sarebbe stato presto liberato e avrebbero potuto vivere felici…invece ora avevano perso tutto, felicità e libertà.

Fumo nero di altre nuove esplosioni cominciò ad alzarsi alto nel cielo.

Kiba, tu e Akamaru cercate con il vostro fiuto e con l’aiuto di un byakugan, le altre bombe e disinnescatele. Sakur,a Tsunade, andate a curare i feriti, a lui ci penso io!” disse Naruto.

Con un po’ di incertezza, seguimmo i suoi ordini. Sapevamo di poterci fidare di Naruto e in quel momento era necessario che ognuno eseguisse il compito che meglio sapeva fare.

E quello che meglio si addiceva a Naruto, oltre il combattere era il parlare.

 

 

  
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