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Autore: Kokus    26/02/2023    3 recensioni
Era bastata una stupida giornata come quella dedicata ai “Giochi dell'Amicizia” per fargli realizzare tante cose, una più irritante dell'altra.
(Come, ad esempio, il fatto che Kaito Tenjo, sotto sotto, non fosse poi così male… molto sotto, s'intende).
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Shonen-ai | Personaggi: Kaito Tenjo/Kite Tenjo, Ryoga/Shark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ci interessa
L'ultimo evento che c'è stato su Duel Links (“The Friendship Games – Girag Appears!”) è stato ricco di sorprese e noi, da brave Kaito/Ryoga shippers, non potevamo non ricamarci su qualcosa.

Ci siamo divertite molto a scrivere questa piccola One Shot e speriamo che sia di vostro gradimento; siete inoltre liberissimi di interpretarla come meglio credete, infatti abbiamo inserito sia “Nessuna” che “Shonen-ai” nel tipo di coppia, anche se noi ovviamente tendiamo più per lo Shonen-ai, ma dettagli lol

Buona lettura!



Non ci interessa



Ryoga si stava allontanando dal campo da baseball con fare annoiato e, a tratti, anche irritato.
Aveva perso mezza giornata per cosa, esattamente?
Per degli stupidissimi “Giochi dell'Amicizia” organizzati da un tizio che nemmeno conosceva, ecco per cosa.
Un tizio alquanto sospetto, a dirla tutta, ma in quel momento non aveva voglia di indagare oltre.

Come se ciò non bastasse, era stato proprio Girag – si chiamava così quel tipo, vero? – a formare le coppie e… cielo, fra tutti i partecipanti proprio con Kaito doveva piazzarlo?
A essere onesto, però, non era andata poi così male: si erano mostrati entrambi contrari e avevano fatto fronte comune, ma non per essere capitati nella stessa squadra, bensì perché nessuno dei due aveva mai espresso il desiderio di partecipare a quell'iniziativa – sul serio, chi lo conosceva quel Girag? – ed erano stati costretti a duellare contro Yuma e i suoi amici, divisi anche loro in coppie.
E se doveva continuare a essere onesto... in fondo era stato bello.
Gli costava uno sforzo immane ammetterlo, ma duellare in squadra con Kaito era stato proprio bello.

Avevano raggiunto una complicità incredibile e completamente inaspettata; erano miracolosamente riusciti a mettere da parte ogni tipo di attrito che impediva loro di parlare e collaborare in maniera normale senza provare il costante desiderio di punzecchiarsi per ogni minima cosa – che poi, a dirla tutta, era sempre Ryoga a cominciare, ma Kaito non perdeva mai occasione per dargli corda, quindi…
Era stato strano trovarsi dalla stessa parte, soprattutto in tutti i sensi, ma più duellavano insieme e più la competizione saliva, tanto che erano arrivati a prendere fin troppo sul serio quell'evento che di ufficiale non aveva proprio nulla.

E fu proprio per quello che alla fine Ryoga aveva deciso di andarsene: perché la competizione era inesistente.
A parte Yuma, che era l'unico avversario degno di nota in quel marasma di ragazzini esagitati, non c'era proprio nessuno per cui valesse la pena restare per un altro duello (a parte Rio, la sua gemella, s'intende): lui e Kaito avevano sbaragliato quasi tutta la concorrenza ed erano vicinissimi alla vittoria, ma a lui non interessava affatto vincere una competizione a cui non voleva nemmeno partecipare e con ogni probabilità Kaito la pensava allo stesso modo.

(Che strano trovarsi d'accordo su tutto dopo mesi trascorsi a farsi la guerra per dei nonnulla altamente discutibili e dimenticabili).

In fondo Kaito era sicuramente meglio averlo come alleato che come rivale – il loro primo (e ultimo) duello che li aveva visti scontrarsi in una situazione per nulla piacevole gli era bastato, almeno per il momento.
Ryoga alcune volte ripensava a quegli attimi concitati e colmi di ansia, quasi da tachicardia; ricordava bene il terrore che gli era strisciato sottopelle, insinuandosi nelle vene, raggelandolo sul posto.
Non poteva certo negare che il primo impatto che Kaito aveva avuto su di lui fosse stato alquanto negativo, ma ora… ora era diverso.
Era bastata una stupida giornata come quella dedicata ai “Giochi dell'Amicizia” per fargli realizzare tante cose, una più irritante dell'altra.

(Come, ad esempio, il fatto che Kaito Tenjo, sotto sotto, non fosse poi così male… molto sotto, s'intende).

Con un sospiro pregno di rassegnazione, Ryoga affondò le mani nelle tasche dei pantaloni, lasciando che un piccolo sbuffo di vento gli carezzasse le gote e gli scompigliasse un poco i capelli.
«Ho fame» disse, alzando lo sguardo al cielo mentre si fermava. «Credo che andrò al konbini a prendere qualcosa. Tu che fai?»

Non era necessario voltarsi per constatare che Kaito si trovasse a pochi passi da lui e che, in una manciata di secondi, l'avrebbe raggiunto.
«Vengo con te. Anch'io ho fame».
«Okay».

Era strano, davvero strano, parlarsi in quel modo – nella normalità più assoluta.
E per la prima volta Ryoga non provò nemmeno l'impulso di sciorinare parole che era sicuro infastidissero Kaito al solo scopo di ottenere una sua reazione alterata, bensì desiderò continuare a parlare con lui in tutta tranquillità.

«Tu che ne pensi?» domandò, ora che Kaito camminava accanto a lui.
«Di quel tipo che ha organizzato l'evento?»
«Sì».
«Non mi convince neanche un po'».
Ci mancò poco che Ryoga incurvasse le labbra in un sorriso. «Oggi andiamo particolarmente d'accordo» si lasciò sfuggire, ma non fu niente in confronto alla risposta di Kaito.

«Non mi dispiacerebbe se le cose tra noi andassero sempre così».

Si voltò a guardarlo, un'espressione completamente sbalestrata stampata in volto, mentre quella di Kaito rimaneva pressoché la solita.
«Forse pretendo troppo, me ne rendo conto,» proseguì Kaito, «e dubito fortemente che riusciremo ad andare d'accordo in ogni occasione come abbiamo fatto oggi, ma…»
Lasciò la sua riflessione in sospeso, con un'impercettibile alzata di spalle, come se fosse in procinto di dire qualcosa che, se fosse evaso dalla sua bocca, avrebbe con ogni probabilità reso quel momento decisamente ambiguo.
E Ryoga lo intuì perché era esattamente ciò che pensava anche lui.

(È stato bello fare squadra con te).

«Sì, ho capito» disse soltanto, distogliendo lo sguardo. «Possiamo provarci… magari partendo proprio da quel tizio sospetto. Sarà meglio raccogliere qualche informazione a riguardo».
Kaito annuì. «Allora conto su di te, partner».

E ci mancò poco che Ryoga inciampasse per la sorpresa – uno stranissimo sussulto del cuore.
In ogni caso, Kaito l'avrebbe sorretto.

Tra partner si fa così, no?
   
 
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