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Autore: mattmary15    26/02/2023    2 recensioni
Questa storia è stata scritta per la challenge 'Cards on the table' di 'Non solo Sherlok' Gruppo eventi multifandom. Racconta gli eventi di Bakugo, Deku, Todoroki e altri personaggi in un ipotetico futuro post finale di MHA così come l'ho immaginato.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou, Nuovo personaggio, Shouto Todoroki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia è stata scritta per partecipare alla challenge #cardsonthetable del gruppo eventi multifandom 'Non solo Sherlock'.
I prompt del primo capitolo dei quattro previsti dalla challenge sono: Cibo cinese / Slice of life / Cessate il fuoco / X nota ogni dettaglio.

Capitolo IV
Cessate il fuoco

Tokyo - 6 mesi dopo

L’odore di cibo cinese riempiva l’aria della sala relax dell’agenzia di Best Jeanist.

Kaminari stava litigando da mezz’ora con i chow mein ai gamberetti che rifilava a Jiro dopo averli sfilati dal resto del piatto.

La ragazza lo stava rimproverando perché il maiale in agrodolce non bastava per tutti.

“Che razza di ordinazione hai fatto?” Gli urlò contro quando si accorse che anche anche le porzioni di wonton e di pollo kung pao non erano sufficienti.

“E’ colpa di Shinso. Lui non era previsto e nemmeno Deku e Ochaco.”

Controller scosse le spalle addentando un altro involtino primavera mentre Deku arrossì.

“Mi dispiace ma Kirishima ha insistito.” Quest’ultimo non si perse d’animo. Gli passò un braccio intorno al collo e lo tirò a sé ridendo.

“Più siamo e meglio è. Vero Nogami?”

La ragazza era alle prese con i dumpling. Gli sorrise e annuì.

“Capita così di rado di poter stare tutti assieme.”

La musica ad alto volume che partì dallo stereo le impedì di continuare.

“Ragazzi questa ve la ricordate?” Chiese facendo partire ‘Hero too’ il brano che avevano cantato insieme al festival scolastico del primo anno di accademia.

La porta della stanza si aprì e Bakugo entrò con due buste di carta piene di altro cibo cinese.

“Kacchan mi hai salvato! Sei il mio eroe!” Esclamò Denki.

“Stupido idiota che non sei altro, ti avviso. Se non basta, ci vai tu di nuovo al ristorante di sotto!” Gli rispose Katsuki buttando un’occhiata perplessa alla tavola imbandita.

“Basterà.” Accennò Ochaco. “Ce n’è anche per Shoto e Momoi.” 

Nel sentirli nominare Bakugo si girò e guardò in direzione di Yuki. La ragazza fece finta di non notarlo e mise in tavola quello che aveva preparato.

Il campanello dell’appartamento suonò e Bakugo precedette Kirishima alla porta. Il ragazzo gli poggiò una mano sull’avambraccio e parlò senza guardarlo negli occhi.

“Ce la fai? Non sei costretto.”

In altri tempi, Katsuki gli avrebbe fatto esplodere la faccia ma si limitò a sbuffare.

“Quello che doveva succedere tra noi, è già successo. Non sarò io a fare lo stronzo per primo.”

Kirishima lo lasciò. Davanti agli occhi gli ripassò l’immagine di Katsuki che faceva partire la registrazione della sua canzone nella stanza di ospedale di Yuki, di lui che cantava appassionatamente ‘I want so much to open your eyes ‘cause I need you look into mine’ e di Shoto che lo strattonava per fargli lasciare la camera in cui Nogami giaceva in coma, di come lui s’era battuto per restare, per finire la sua canzone e assistere al miracolo di Yuki che apriva i suoi occhi e gli stringeva le mani.

A quel punto era stato ovvio a tutti, non solo a Shoto, che Nogami e Bakugo erano legati in un modo che non era possibile neanche definire.

Quando Yuki aveva lasciato la clinica, aveva rotto anche il fidanzamento con Shoto.

Kirishima aveva immaginato che lei e Bakugo avrebbero fatto un grande annuncio di lì a poco ma non era successo niente.

Avevano continuato a vivere negli alloggi dell’agenzia senza cambiare niente nel loro modo di stare assieme. Volavano ancora parolacce, critiche, esplodevano cose e la temperatura degli uffici saliva e scendeva all’improvviso.

A quest’ultimo pensiero sorrise e tornò nella sala relax.

Bakugo aprì la porta e fissò i nuovi arrivati.

“Sono tutti di là.” Disse Katsuki facendosi da parte. 

Momoi era bellissima e gli sorrise in modo gentile. Gli fece un cenno col capo e lo superò. Shoto entrò ma non si mosse di un passo. Bakugo chiuse la porta e rimase in attesa.

“Non faremo scenate oggi.” Disse Shoto voltandosi a guardarlo in faccia.

“Non ne faremo.”

“Ok. Grazie per l’invito.”

“E’ Deku che ti ha invitato.”

“Lo so, pensavo solo che prima o poi dovevamo rivederci e forse è meglio in una circostanza come questa.”

“Un ambiente controllato e lontano dai riflettori intendi?”

Shoto sorrise e Bakugo si lasciò scappare un ghigno.

“Siamo due dei Top Three. Dobbiamo darci un contegno.”

“Tu devi, visto che sei sempre sulle prime pagine dei tabloid.” Shoto si rabbuiò appena.

“Lei come sta?”

“Chiediglielo tu. E’ di là con gli altri.”

“Non l’ho più vista dopo che è uscita dall’ospedale.”

“Non è cambiata di una virgola.”

“Vi ho visti in azione in tv. Si espone troppo. Non la proteggi abbastanza.”

“La proteggo quando ne ha bisogno. Pensa alla tua di fidanzata.”

“Lo faccio.”

“Auguri. Andiamo o te la stai facendo sotto?”

“Sei sempre il solito.” Concluse Shoto avviandosi verso la stanza in cui si stava facendo festa.

Bakugo raggiunse la cucina dove Yuki stava ancora preparando vassoi.

“Il tuo ex e la sua nuova fiamma sono arrivati. Sicuro che vada bene?” Lei scrollò le spalle.

“Non lo vedo da quando l’ho lasciato. Ha tutto il diritto di andare avanti.”

“Sai quanto me ne frega? Questi li prendo io.” Disse afferrando due piatti mentre Yuki frugava ancora tra le buste e i cassetti. “Si può sapere che diavolo cerchi?”

“La salsa di soia.”

“Muoviti, io non lo mangio il cibo freddo.” Concluse lui tornando in salotto.

 

I ragazzi attorno al tavolo ridevano e si rubavano le portate dai piatti.

Kirishima prendeva in giro Shinso che imitava la voce di Deku. Ochaco rideva e si stringeva al braccio del suo ragazzo. Momoi raccontava l’ultimo episodio in cui Shoto e suo padre avevano fatto squadra con l’orgoglio nella voce mentre Todoroki la pregava di smetterla con dolcezza. Denki e Kyouka avevano decisamente bevuto troppo e si erano concessi qualche effusione di troppo sotto lo sguardo indispettito di Bakugo.

Questi addentò un raviolo al vapore lanciando un’occhiata a Yuki che mangiava tranquilla al suo fianco. Sembrava avere la testa tra le nuvole. 

Improvvisamente se la vide di nuovo a quindici anni, i capelli legati in una coda alta e i modi di fare impacciati di quando era entrata alla Yuei.

Con il dorso della mano spostò verso di lei il barattolo della salsa di soia e continuò a mangiare.

Lei parve rendersi conto solo in quel momento che ciò che stava cercando era stato sempre sotto ai suoi occhi.

Afferrò il contenitore e lo guardò con attenzione per poi usarlo sui suoi gamberi. Lo ripose vicino alla mano di Katsuki.

Quello di cui aveva sempre avuto bisogno era proprio accanto a lei.

“Sembrano tutti felici.” Gli disse sottovoce.

“Sembriamo tutti felici.” La corresse lui.

“E il cessate il fuoco tra te e Shoto durerà?”

“Dipende da te.”

“Dopo aver ascoltato la tua canzone ho aperto gli occhi. Non basta?”

“Quello che ho sempre odiato di te è che ti accontenti.”

Lei si girò a guardarlo dritto in faccia e gli sorrise.

“Quello che amo di te è che non ti accontenti mai.”

“Promettimi che non cambierà niente tra di noi.” Lei gli posò la testa sulla spalla comprendendo finalmente cosa significavano quelle parole. 

“Solo una cosa o due. Lo prometto.” 

In sottofondo la radio trasmetteva una vecchia canzone.

“Get up, get out, get away from these liars ‘cause they don’t get your soul or your fire.

Take my hand, knot your fingers through mine and we’ll walk from this dark room for the last time. Every minute from this minute now we can di what we like anywhere. 

I want so much to open your eyes ‘cause I need you look into mine. Tell me that you’ll open your eyes.” 



PS La canzone in calce al capitolo è Open Your Eyes degli Snow Patrol e l'ho scoperta dopo avere scritto la storia. Inizialmente non avevo previsto che Bakugo svegliasse Nogami in quel modo ma le parole della canzone si adattavano troppo bene alla scena. Bakugo avrebbe dovuto suonare la batteria nella stanza di ospedale e cantare dal vivo con l'aiuto dei suoi amici dell'agenzia ma i prompt non si sono prestati.
Grazie per essere arrivati fin qui.

 

 

  
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