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Autore: __eryn__    01/03/2023    1 recensioni
Sono passati mesi da quando Melville ha perso la sua memoria. Ci sono solo due elementi che lo collegano al suo passato: un'ocarina che porta sempre con sé e una melodia.
Dopo quell'accaduto, il giovane quattordicenne ha iniziato a vivere una vita tranquilla e monotona con un anziano agricoltore che lo accolse a casa sua.
Il ragazzo ricambia l'accoglienza del vecchio lavorando nel suo campo di grano chiedendo tutte le sere alla luna domande sulla sua memoria.
Una notte, però, tutto cambia non appena lo spirito della Luna si palesa nell' orto rivelandogli che le risposte che cerca può trovarle solo nel borgo di Irurel.
Così Melville si dirigerà al borgo alla ricerca dei suoi ricordi, farà la conoscenza con due simpatici adolescenti ma scoprirà che quel luogo ha un'influenza negativa su di lui che gli farà combattere con delle crisi che lo portano a pericolosi sdoppiamenti di personalità.
Genere: Angst, Avventura, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 5
 
L'INIZIO DI UNA NUOVA AVVENTURA
 
POV: MELVILLE

<< Quindi è questa la tua decisione >> Afferma Cedric poggiando le braccia sui braccioli della poltrona.
Io annuisco massaggiandomi il braccio per timore della sua reazione. 
Non voglio rattristarlo, lo so che poi sarà nuovamente solo a casa... so che conosce le persone di Arindel ma anche senza di me potrà sentirsi comunque in compagnia?
Forse è vero che sono freddo, che non mi identifico come una persona calda, io sono preoccupato per lui ma non voglio diventare un peso e ho un obiettivo da raggiungere.
<< M-mi dispiace! >> Piego la schiena in avanti e strizzo gli occhi tremando con le gambe.
<< Melville, perché ti stai scusando? >> Mi domanda curvando le sopracciglia.
<< Perché... perché ti lascerò solo! Tu sei stato così gentile con me e io non ti sto contraccambiando abbastanza! Anzi me ne sto andando >> I miei occhi iniziano a riempirsi di lacrime, lo ammetto, mi ci sono affezionato a lui.
Sapeva sempre come tirarmi su il morale quando mi sentivo solo e triste.
Era Cedric ad occuparsi di me. 
Sono stato come un nipote, mi ha sempre trattato bene, ha avuto così tanta pazienza con me nonostante il primo mese non ho praticamente mai parlato. 
Lui c'è stato per me... chi ci sarà ad Irurel per me? 
<< Melville tu mi hai reso molto felice, sono stato bene in tua compagnia ma non devi preoccuparti per me! Andrò a fare più partite di scacchi al centro di Arindel! Le vincerò tutte, vedrai >> Cedric sorride e si alza dalla poltrona. 
Si avvicina a me e mi accarezza la spalla, a quel punto torno io a parlargli. 
<< La verità è che non voglio lasciarti. Se solo tu... >>
Se solo potesse venire con me...
So che non può... la sua vita è qui ad Arindel, non voglio creargli un peso...
<< Melville... >> Mi sussurra mentre io cerco di asciugare continuamente le lacrime che scendono sulle mie guance arrossate. 
<< Scusami Cedric... >> Singhiozzo e lui mi abbraccia mentre io lo stringo forte a me.
<< Non serve scusarti, dico davvero. Voglio che procedi verso il tuo obbiettivo. Io credo in te, sono sicuro che troverai la tua memoria >>
Mi accarezza la schiena dolcemente mentre ho lasciato che le mie lacrime bollenti parlino al posto mio. 
 
Si è fatto pomeriggio e sono già a diversi passi lontano dalla casa di Cedric.
Mi guardo indietro notando in lontananza il campo di grano dove ho passato gran parte delle mie serate.
Mi tornano le lacrime a gli occhi, un miscuglio di emozioni si stanno scatenando nella mia testa, sia per quanto riguarda la lontananza da Cedric e Arindel, sia perché sto per iniziare la mia avventura.
Finalmente so dove devo incominciare a cercare i miei ricordi.
Un passo dopo l'altro vengo pervaso da una strana adrenalina, quasi piacevole in realtà.
 
Sono arrivato al porto e faccio la fila per i passeggeri.
Per fortuna non ho tante persone davanti.
Sento una morsa allo stomaco, si contorce e l'ansia inizia a salire.
Non appena metterò piede su quella nave non potrò tornare indietro.
Percepisco arrivare la nausea, il cuore mi batte forte, sembra sfondare il petto. 
Credo di avere le vertigini, incombono i primi capogiri, così mi poggio alla parete di pietra mentre attendo il mio turno.
Il mio respiro è strano... Penso di essere in affanno...
<< Quattrocentocinquanta rupie >>
<< Cosa?! >> Esclamo con un balzo mentre l'agente mi guarda dall'alto.
<< Quattrocentocinquanta rupie o niente sbarco per te >>
Io non ho tutte queste rupie!
E ora come faccio? Non accetta nemmeno il pagamento a rate.
<< Spostati e fai continuare la fila >> Dice lui con un tono secco della voce e mi scansa con un colpetto in avanti sulla spalla con la sua mano.
Devo pensare in fretta a delle soluzioni...
Tornare indietro e chiedere le rupie in più a Cedric è fuori discussione.
Potrei restare qui e lavorare finché non potrò permettermi il viaggio ma non posso aspettare ulteriormente.
I miei ricordi sono sempre più lontani, non posso restare ancora qui.
Mi allontano dalla nave e mi guardo intorno stringendo la mia ocarina.
Improvvisamente mi si illumina un' idea. 
So che non si fa... ma l'unico modo che mi è venuto in mente in quel momento è quello di intrufolarmi e nascondermi.
Mi sovviene il ricordo del bambino che ho visto stamattina, lo stesso che ha detto di essersi nascosto in una scatola e durante il gioco di nascondino nessuno lo aveva visto.
Tutte le navi dovrebbero portare a Irurel, di conseguenza riesco ad entrare in uno dei barili e attendo di essere caricato.
Resto rannicchiato e in silenzio.
Sento l'adrenalina a mille e il cuore esplodere.
Ma cosa sto facendo? Cedric non mi ha insegnato questo... 
Questa mia azione non è buona. 
Perché mi sto comportando così? 
Non ho il coraggio di uscire da qui...
Sento l'aria mancare, faccio fatica a respirare ma non posso permettermi di fare rumore, così spingo le mani sulla mia bocca mentre le lacrime iniziano ad offuscarmi la vista. 
Che cosa potrebbe succedere se mai mi scoprissero?
Non faccio in tempo a rispondermi che mi sento sollevare da un grosso uomo che dopo un "Ohissà" mi ha tirato su e mi fa poggiare sul suolo di quel che potrebbe essere una nave.
Hanno messo il barile sul suolo, sono sul naviglio. 
Ora non posso tornare indietro. 
Spero di non avere il mal di mare.
Cerco di mettermi un po' più comodo e mi accorgo che il barile ha un piccolo foro.
Tento di sbirciare avvicinando il viso a quel buco ovale e mi accorgo che qualcosa non va.
Le persone che camminano trascinando i barili sono vestiti in un modo diverso da quelli che ho visto nell'altra nave.
Hanno delle bandane rosse e altre blu, stivali neri e camicette strappate con le maniche larghe.
Alcuni di loro portano dei tatuaggi, altri degli orecchini.
Molti di loro hanno delle sciabole che tengono nel fodero posto sulle loro cinture, altri tengono una bandiera nera e su di essa vi è disegnato un teschio bianco con una benda.
Li sento cantare... nominano leggende del mare e ora mi accorgo di essere in una trappola.
Questa non è una nave... ma un vascello di pirati!
Spingo le mani sulla bocca per cercare di non far uscire alcun lamento e i miei occhi sono spalancati nel guardare quella spaventosa realtà.
Ho paura... ora che faccio? 
Devo scappare, fuggire da qui al più presto! 
<< Ciurma! È ora di salpare! >> 
Ad esclamare è la voce di una piratessa. 
Cerco di fissarla dalla fessura, porta la pelle abbronzata e lentigginosa, i suoi capelli lunghi e castani le ricadono disordinati sulla schiena, porta un cappello nero alto con un piccolo teschio grigio. 
È decorata di gioielli, probabilmente rubati, i suoi orecchini sono grandi e tondi color oro mentre al collo porta una collana di perle brillanti e due conchiglie rosa. 
Veste in modo bizzarro, un corpetto blu sopra una camicetta bianca con le maniche larghe e sui polsi dei polsini stretti anch'essi color oro. 
I suoi larghi pantaloncini color mare sono strappati sulle ginocchia mentre i piedi sono nascosti da alti stivali marroni. 
Come gli altri pirati ha una cintura sotto i fianchi e vi sono cucite delle tasche, cosa ci nasconderà? Oggetti rubati? 
 
Devo uscire dal barile, ora che siamo salpati sarà anche più difficile stare in equilibrio.
Dovrò anche sbrigarmi a nuotare, se aspetto ancora la distanza tra il vascello e Arindel sarà sempre maggiore!
Ma come fare? Se alzo il coperchio del barile qualcuno mi noterà, sono in troppi.
Potrei rotolare con il barile ma sarebbe troppo sospetto.
Non riesco a pensare ad altre soluzioni che improvvisamente il barile perde l'equilibrio rovesciandosi sul suolo e il coperchio... si apre.
Scivolo fuori sbattendo la faccia a terra e mi lamento per il dolore.
Poggio le mani per coprire il naso da cui ha cominciato a colare il sangue, poi alzo lo sguardo ritrovandomi davanti alla piratessa che mi analizza dall'alto con i suoi occhi scuri.
<< Ma guarda un po'... abbiamo un gamberetto di mare a bordo >> Mi fissa con un sorrisetto inquietante sul viso e la vedo prendere qualcosa dalla cintura.
Sento il vociferio dei pirati e continuo a restare immobile. 
Non riesco a dire una parola... sono pietrificato dalla paura.
Sento le gambe e le braccia tremare, il cuore sta scoppiando, il mio respiro è veloce e le mie pupille si sono rimpicciolite dal terrore di morire.
Sento nuovamente la nausea salire alle stelle e i suoni esterni comincio a sentirli sdoppiati. 
La mia vista è un po' offuscata ma riesco perfettamente a vedere la piratessa puntarmi una pistola davanti a me. 
La bocca dell'arma si poggia sulla mia fronte e il sorriso della ragazza diventa ancora più spaventoso.



 
   
 
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