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Autore: GattyP    02/03/2023    1 recensioni
STORIA SOSPESA
Un improbabile trio di campioni di Hogwarts per una edizione particolare del Torneo Tremaghi.
(La storia partecipa al "Torneo Tremaghi – Harry Potter Edition" indetto sul gruppo facebook "l'Angolo di Madama Rosmerta")
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 4.

Seconda prova - parte prima


Questa storia partecipa al “Torneo Tremaghi - Harry Potter Edition” indetto sul gruppo Facebook “L’angolo di Madama Rosmerta”



- Devi dirglielo, Draco. Sono preoccupata per te.– mi diceva Astoria. Troppo gentile ed empatica per essere una serpeverde, in effetti. Astoria è una brava ragazza. E, in effetti, è anche veramente carina: occhi azzurri, capelli biondi, un bel portamento, belle gambe e, da quel che potevo immaginare sotto la divisa, anche un bel seno. Tra lei e la Rossa… ma cosa stavo pensando?.

- Devi chiedere scusa ad Hermione! - continuava Astoria

Eravamo nel nostro “covo”, cioè nella stanza che ci avevano assegnato ad inizio Torneo, e, di lì a poco, sarebbe iniziata la seconda prova. Non eravamo riusciti ad aprire in nessun modo quel cazzo di barilotto con l’indizio: le avevamo provate tutte, anche mettendolo a mollo nel bagno dei prefetti (ricordo la piacevolissima scena della Rossa e di Astoria in bikini, che cercavano di affondare il barilotto nella piscina… visione fantastica, ragazze deliziose… ancora comparivano nei miei sogni!), ma senza risultato. Avevamo poi saputo che i barilotti non si sarebbero aperti se non durante la seconda prova, su cui non sapevamo assolutamente niente... top secret, insomma! Ma, al posto di preoccuparsi per quello che Ginny (avevamo scelto lei per questa prova) avrebbe dovuto affrontare, la Rossa e Astoria si erano messe a parlare in continuazione di qualsiasi argomento frullasse nelle loro teste. Forse per far calare la tensione della prova imminente, forse perché sono un po’ logorroiche (in effetti tutte le ragazze che conosco chiacchierano in continuazione!), parlavano continuamente, per giunta ora di me. Anche perché poco prima avevo malauguratamente ammesso che stavo diventando dipendente dalle pozioni senza sogni che continuava a darmi la Chips.

- Ha ragione Astoria! – aggiunse la Rossa che, al posto di pensare allo Sfregiato, elencandone i pregi (come faceva in continuazione), o alla seconda prova (che doveva affrontare lei di lì a poco), pensava ai fatti miei – Devi assolutamente chiedere scusa ad Hermione per il tuo inqualificabile comportamento!

Io, a dire il vero, non avevo mai menzionato la Granger, ma le mie due “socie” l’avevano capito da sole, se non altro perché cercavo sempre di evitarla e cercavo una scusa per allontanarmi quando lei appariva. E si immaginavano, come in effetti era, che mi tormentasse il ricordo di quello che zia Bella aveva fatto a Malfoy Manor durante la guerra. E il rimorso perché non ero intervenuto. Ora, dopo gli avvenimenti al ballo del ceppo, in cui avevo mostrato un mio lato apprezzabile (dai Grifondoro almeno, ma è meglio nasconderlo per non essere preso in giro da Zabini o da qualcun altro dei miei amici) opponendomi allo stupido piano di quella stupida della Skeeter, anche la Rossa si mostrava gentile nei miei confronti e, per Salazar, si sentiva autorizzata a darmi assennati consigli. Insomma, tra lei, me e Astoria, sembrava quasi che fossimo una famiglia. Beh, famiglia fino ad un certo punto, dato che nessuno dei due immaginava i sogni che facevo…

Comunque, sulla Granger non volevo pensarci adesso, e poi lei mi odiava...

- Lei non ti odia, Draco – continuò la Weasley. Che mi avesse letto nel pensiero? No, impossibile, sono un occlumante piuttosto abile. Merito di quella pazza di zia – Non le ho mai sentito una parola di odio, o di astio, nei tuoi confronti, quando qualcuno parlava male di te e pensava che la tua conversione fosse solo di facciata. Un paio di volte, anzi, ha difeso, genericamente, i serpeverde da giudizi troppo netti…

- I giudizi netti sono in qualche modo motivati – ho dovuto ammettere tra i denti – E quando… mia zia… le ha fatto… quell’incisione… ero presente…

- Per me devi chiederle perdono, Draco – insisteva Astoria, appoggiandosi al mio braccio. Non è difficile, Draco, e poi andrà meglio anche per la tua fobia del sangue...

Toh, Astoria aveva studiato magipsicologia… o magipsichiatria, dato che cominciavo a diventare un caso interessante di studio. La Chips ultimamente si era convinta che fossi emofobico (in effetti non lo ero stato prima degli avvenimenti incriminati), dato che il sangue mi dava vertigini, palpitazione, sudore freddo, capogiri, che evitavo solo fuggendo velocemente e vomitando subito dopo. Cosa che aveva lasciata sconcertata Daphne Greengrass, qualche mese prima, quando ero fuggito di corsa, interrompendo uno sviluppo forse interessante nei nostri rapporti, quando si era fatta una piccola ferita alla mano! Che poi questo dipendesse dalla Granger, però, era tutto da dimostrare.

- Vogliamo concentrarci su questa maledetta seconda prova? - ho detto a questo punto. Non mi piaceva quando mi analizzavano. Se avessi avuto bisogno di uno strizzacervelli, avrei potuto farmene pagare uno dai miei genitori! Che, tra l’altro, non sapevano come buttar via i soldi, da quanti ne avevano!

- Va bene, come vuoi, Draco – e poi, sempre la Rossa: - Cosa sappiamo, Astoria?

La piccola Greengrass aveva in mano il barilotto preso ad Ethliin… cioè al lupo mannaro e, come al solito, lo scosse. C’era il solito oggetto che sbatteva contro le pareti e, immaginavamo, forse un messaggio che spiegava quale sarebbe stato l’obiettivo della prova.

- Beh, mi sembra evidente... – dissi per l’ennesima volta – non lo sappiamo e non lo sapremo prima dell’inizio della prova!

Del resto erano settimane che continuavamo a immaginare in cosa sarebbe consistita e cosa c’era in quel cazzo di barilotto! E avevamo anche dovuto sorbirci anche le ipotesi di San Potter e di tutto il clan Weasley, di Daphnee e Nott, di tutti i Corvonero possibili e immaginabili (che si divertivano un sacco a proporci ipotesi fantasiose, lambiccate e stravaganti: quelli sono tutti matti!)

- Comunque, Ginny, sta’ tranquilla. Se possiamo, io e Draco ti aiuteremo… Ho fatto incetta di libri magici e li potrai portare con te – ha detto Astoria, scuotendo il borsello che aveva appeso al collo. Incantesimo di estensione irriconoscibile, che aveva fatto la Granger, tanto per cambiare: Il borsello conteneva decine di libri riguardanti cantilene e incantesimi magici di emergenza, grazie ai quali un povero mago, magari naufragato in un’isola deserta, poteva sperare di sopravvivere.

- Forse potremmo utilizzare… - ha detto a questo punto Ginny, guardando Astoria, ma ha interrotto la frase, quando si è accorta che stavo ascoltando

- Sì, lo so… beh, in quel caso... – aggiunse Astoria, ma anche lei non ha terminato la frase.

- E lui? - disse sottovoce facendo un cenno verso di me. Come se fossi cieco e sordo… Avevo capito benissimo che stavano parlando di me.

- Io mi fido… - sussurrò con un filo di voce Astoria.

- Ehi, ho capito. Parlate di me – sono intervenuto ad alta voce – Cosa c’entro io? E cosa dovete utilizzare? Di cosa ti fidi?

- Niente! - hanno risposto in coro le mie due compagne. Astoria è arrossita, indice che quella era una bugia bella e buona, cosa che, per altro, avevo capito subito. La Rossa invece mi stava guardando con uno sguardo piuttosto serio, come se mi soppesasse. Per prudenza ho alzato tutte le barriere mentali di mia conoscenza, così da mettere al sicuro i miei pensieri. Meglio non fidarsi della Rossa: anche se ora eravamo “amici” (o quasi), poteva essere una jena, lo sapevo...

- Ok, se non me lo volete dire, non c’è problema… - ho detto, con la mia espressione triste, da bravo ragazzo deluso (espressione non male, devo forse migliorarla un tantino, ma è piuttosto convincente… o almeno lo è stata per rimorchiare qualche ragazza nelle settimane passate!)

Comunque è stata un’ottima mossa. Delle volte mi stupisco da solo. Dopo tutte quelle menate che siamo una squadra (che come un mantra le ragazze mi/si ripetevano continuamente), dopo il mio comportamento impeccabile tenuto al ballo del ceppo, ecco, loro avevano un segreto che non volevano condividere con il loro correttissimo compagno di squadra: ero riuscito perfettamente a farle sentire in colpa.

Ginny, un po’ arrossita (per quanto è possibile per una rossa arrossire), ha guardato negli occhi Astoria, che ha fatto un lieve movimento della testa, in verticale. Mi avrebbero detto qualcosa, me lo sentivo, quando è entrata la strega bassa della Commissione di controllo del Torneo: - Forza, ragazzi, si inizia. Voi due in Sala Grande! Ginny Weasley, invece, con me, che ti preparano per la prova!


La Stanza era stata riccamente arredata con pipistrelli e fantasmini fluttuanti, ma, cosa insolita ad Hogwarts, dietro le spalle della Vecchia e dei professori, era stato montato un grande telo bianco, che mi ricordava quegli strani luoghi babbani, “cinema” mi sembra che si chiamino, dove vanno a vedere i “filmi”, cioè quelle immagini che si muovono, ma registrate, un po’ come in un pensatoio, ma in una stanza buia, anche se è giorno. Però il telo era bianco e non c’era nessun filmo. In fondo alla sala, strapiena di alunni, c’erano i soliti giornalisti e i soliti invitati del Ministero, tra i quali si muoveva, odiosa come sempre, quella vecchia strega della Skeeter. L’oblivion della Granger aveva perfettamente funzionato e l’articolo che aveva scritto per il ballo del ceppo era stato piuttosto innocuo (cioè sempre condito con malevole e velenose allusioni riguardanti la Granger e la Weasley, e naturalmente i loro partner, ma niente di diverso da quello che faceva di solito; io, per esempio, ero stato quasi completamente trascurato).

In fondo alla sala, sul tavolo degli insegnanti, accanto alla preside, c’era la commissione di controllo al gran completo del Torneo, con i pezzi grossi del ministero e i presidi di Durmstrang e Beuauxbatons. Vicino alla Vecchia c’era il fratello della Rossa, quello noioso che lavorava al ministero, Percy Weasley, che cominciò a fare il solito barboso discorso, con tanto di insopportabili lodi alla commissione stessa, al primo ministro (che quel tipo inseriva ogni tanto), alla perfetta organizzazione del torneo: che palle! Per fortuna poi ha preso la parola la strega piccoletta, molto più pratica, che ci ha dato un sacco di informazioni interessanti sulla prova. Ci ha spiegato infatti che i tre campioni (la Rossa, un tal Ivan Gosporov di Durmstrang e una biondina niente male, Yvette Monterau, che mi guardava sbattendo le ciglia in un modo piuttosto invitante), che in quel momento non erano in Sala, sarebbero stati trasportati in un luogo a noi vicino, ma da cui era difficile uscire (boh? Il solito campo da quidditch trasformato magicamente in labirinto? C’ero stato qualche giorno prima, ma non avevo notato nessun cambiamento). Qui i campioni si sarebbero svegliati, avrebbero aperto il barilotto e sarebbero stati sottoposti a difficilissime prove, prove che avrebbero dovuto superare… senza bacchette (!), come dei veri babbani!!! (nooo! Basta con questa fanatica adesione alla vita babbana! La politica del Ministero comincia a diventare troppo babbanofila!).

Un mormorio si diffuse in aula, ma la tipetta subito riprese il centro dell’attenzione. “Non preoccupatevi, però: potremo vedere i tre campioni su questo schermo e visionare tutto quello che stanno facendo, in ogni loro istante, grazie ad un incantesimo Videomultisensor che proietterà le azioni dei tre campioni in tempo reale! Questo ultimo accorgimento è stato predisposto anche per motivi di sicurezza, affinché, in caso di pericolo, una squadra di emergenza possa affiancare e recuperare subito i tre campioni…”

Ok, non invidiavo la Rossa… senza bacchetta, brrr, come una babbana qualsiasi, a vedersela con chissà quali esseri! Beh, avrei tifato per lei, assistendo allo spettacolo comodamente seduto, del resto lei era in gamba…

Naturalmente i compagni dei campioni – continuava a dire la tipetta – non saranno qui con noi, ma saranno isolati in una stanza del castello con una mappa del luogo dal quale i campioni dovranno uscire e potranno comunicare con loro, grazie ad un frammento di specchio gemello, per essere eventualmente guidati… ma solo per dieci minuti ogni mezz’ora! Per un totale di sei volte!!!”

Brusio nella sala. Astoria mi aveva preso la mano e me la stringeva forte. Ma cosa c’entravamo noi? E così non potevo neanche rilassarmi, ma dovevo essere rinchiuso, isolato con Astoria, magari al freddo, affamato, in qualche aula in disuso del castello, per comunicare con la Rossa. Che palle di gara! Ma chi aveva avuto l’idea? Non era meglio che il campione/la campionessa affrontasse con la magia qualche drago, come aveva fatto nella passata edizione lo sfregiato? Almeno io e Astoria saremmo stati tranquilli, insieme a tutti gli altri a tifare tranquillamente!

- E ora – aggiunse la Vecchia - i compagni vadano nelle stanze loro assegnate, da cui non potranno uscire fino alla fine della prova, per non essere aiutati da nessuno! Non potete portare libri o altro materiale. Tutti verranno perquisiti! Avrete a disposizione solo il frammento di specchio e una mappa del luogo in cui il campione si troverà. Cercate di aiutare il vostro campione! Ricordatevi che il primo collegamento avverrà tra un’ora e venti minuti, cioè alle 16.20. Invece i campioni si stanno ora preparando per essere trasportati, addormentati, nel luogo prescelto per loro, dove si sveglieranno tra un’ora esatta, cioè alle 16.00. E ricordate, i campioni avranno solo tre ore di tempo: se nessuno uscirà in tale periodo, la commissione valuterà che, tra i campioni, si trova più vicino ad una delle uscite. E… buona fortuna a tutti!


Naturalmente le tre squadre di supporto dei campioni erano state collocate in tre luoghi diversi del castello. La nostra era minuscola, e subito gli incaricati del torneo hanno sigillato con qualche incantesimo a tempo: si sarebbe aperta solo dopo quattro ore. Per fortuna c’era una porticina e un bagnetto. Sigillato insieme alla Greengrass: Blaise sarebbe scoppiato dalla rabbia, dato che, anche se andava in giro abbracciata alla Parkison, sapevo che ancora pensava ad Astoria. Me lo ricordava il pugno che mi aveva dato qualche tempo prima e le occhiate feroci che mi rivolgeva pensando che le andassi dietro! In effetti l’avevo portata al ballo del ceppo, anche se in realtà eravamo solo amici: lei era gentile, io ero gentile… Per Merlino, l’avevo sognata nuda in uno dei miei sogni, ma questo non contava, vero?

Naturalmente eravamo stati perquisiti e non avevamo potuto portare dentro niente, nè la borsetta piena di libri che Astoria aveva preparato, né altro materiale e neanche le bacchette! Di cosa avevano paura, che provassimo ad evadere? La stanza era spartana, e anche piuttosto squallida. Sulla parete una grande pendola, che indicava l’ora esatta, su un tavolino del cibo, vicino un vecchio divano e, su un vecchio tavolaccio tarlato, una grande mappa… dell’impianto idraulico di Hogwarts! Ecco dove stavano collocando la Rossa addormentata! Brrr. Per fortuna io avevo già dato: odio i topi! Di fianco alla mappa un frammento di specchio gemello, che ci avrebbe permesso di entrare in contatto con la Rossa, naturalmente alle 16.20, come ci avevano spiegato.

Erano le 15.00, quindi avevamo ancora tempo.

- Bene – disse Astoria, pratica – Studiamo la mappa.

E così ci siamo messi subito a studiare praticamente ogni anfratto di quel posto disgraziato. Che era immenso e labirintico, aveva diverse uscite, ma anche tanti vicoli ciechi, tubi che si intersecavano a vari livelli in ogni direzione, pieni, presumibilmente, topi ed altre bestiacce!

Alla fine, verso le 15.45, individuate alcuni promettenti uscite, ci siamo fermati un attimo, anche perché avevamo una certa fame e quello che gli elfi avevano messo sul tavolino sembrava piuttosto invitante

- Non so se potremo aiutarla… Magari riuscissimo ad indicarle la strada verso l’uscita più vicina! – ho detto – Ma come facciamo a capire dove l’hanno collocata? Potrebbe essere dovunque… questi condotti del cazzo si assomigliano tutti, immagino… saranno pieni di topi o di avvincini… E poi parlare solo per dieci minuti tre volte all’ora. E’ troppo poco. E non sappiamo cosa succede nel frattempo! Lei può essersi spostata da una zona ad un’altra, è pieno di bivi, di giunzioni, di diramazioni...

Astoria mi ha guardato intensamente. Mi voleva dire qualcosa, me ne ero accorto. Già prima della separazione lei e Ginny avevano alluso a qualcosa che poi non mi avevano detto. C’entrava con la gara?

- Devi dirmi qualcosa? - le ho chiesto direttamente, mentre sorseggiavamo una tazza di caffè. Non so perché, ma… guardavo le sue labbra, rosse e carnose. Erano invitanti… mi è saltata in mente una strana voglia di... baciarla. Ho distolto lo sguardo, ma non è servito granché, dato che le puntavo… le gambe! Che qualcuno avesse messo amortenzia nelle pietanze? Astoria in effetti non era male e aveva delle belle gambe… peccato che la camicetta fosse allacciata, ma forse riuscivo a intravvedere… Ok, meglio pensare a qualcos’altro…

Astoria, che stava riflettendo tra sé e sé, mi ha guardato e: - Abbiamo un vantaggio. Un vantaggio di cui nessuno è a conoscenza. Ma nessuno deve saperlo. Ho la tua parola?

- Certo, Astoria. Hai la parola di Draco Malfoy – le ho detto, serio serio, guardandola. Aveva dei begli occhi, in effetti.

Si è seduta sul divanaccio tarlato e impolverato (ma gli elfi non hanno fatto pulizia oggi?) e mi ha chiesto di fare altrettanto. Poi ha cominciato.

- L’anno scorso, Draco, abbiamo avuto qualche… problema... con… l’autorità, lo sai. Io ho tenuto un profilo basso e nessuno mi ha collegato alla resistenza, mentre Ginny, insieme a Paciock e ad altri, hanno dato del filo da torcere ai Carrow.

Sì, lo sapevo. Come non ne avessero parlato tutti i giornali montando epici racconti sul Silver Trio e su tutto quello che avevano combinato: la Skeeter avrebbe fatto almeno sette articoli anche sul furto di una barretta di cioccolata... E poi ero presente anch’io. Anche se, per la resistenza, non avevo fatto niente: avevo sostenuto, per fortuna in modo piuttosto blando, il preside Piton e i Carrow...

- Tu forse non mi hai notato, ma… ti sei chiesto come facevano Ginny e i suoi amici ad evitare sistematicamente le trappole che i Carrow preparavano, a colpire proprio quando non se l’aspettavano, a mostrarsi innocenti in un luogo mentre qualcun altro colpiva in un altro?

No, non me l’ero chiesto e non avevo la più piccola idea. Né più di tanto mi ero interessato a quella specie di resistenza. Io avevo passato buona parte dell’anno, o almeno i momenti liberi, nel dormitorio di Serpeverde, scisso tra la paura di tornare a casa e rivedere quel cane di Voldemort, possa bruciare quello che è rimasto della sua anima all’inferno, e il desiderio di rivedere mia madre. E stavo male, male davvero, ma questo nessuno lo sapeva. Dovevo fingere di essere un efficiente e impeccabile mangiamorte, mentre vomitavo solo a pensare quello che facevano quei pazzi...

- Io li ho aiutati, spesso… Nessuno sospettava di me, di una serpeverde di una famiglia antichissima… io fornivo tutte le informazioni possibili a Ginny...

- E come ci saresti riuscita? - le ho chiesto. Interessante, ma, comunque, non vedevo cosa c’entrasse questo racconto con il torneo Tremaghi e il nostro ruolo di consiglieri della Rossa.

- Hai mai sentito parlare di “legilimanzia a distanza”?

- Beh… mia zia mi ha detto che in alcuni rarissimi casi è documentata… ma non è un dono comune, è rarissima… neanche Voldemort ci riusciva, a parte con lo Sfre… con Harry Potter, a quanto raccontano i giornali, ma lì il caso è diverso, dato che era un horcrux, se non sbaglio...

Dove voleva andare a parare? Ho quindi aggiunto: - Ma, per quel che ne so, ci deve essere un legame fortissimo tra uno dei rari soggetti in grado di esercitare legilimanzia a distanza e il suo legame… i due devono essere “una cosa sola”, mi ha spiegato quella pazza di mia zia, anche sentimentalmente… anzi zia mi ha detto anche sessualmente… tanto che lei, bacata com’era, cercava di comunicare mentalmente con quel pazzo di Voldemort, con cui andava a letto… Però inutilmente… Sai, mia zia era pazza, ma di legilimanzia se ne intendeva: mi ha dato lezioni pratiche e lezioni teoriche di legilimanzia… lei era bravissima in questo. Ma, scusa, questo cosa c’entra?

- Ho una malattia… una brutta malattia… non so se lo sai…

No, non lo sapevo. Cazzo!

- … prima o poi morirò…. Una maledizione genetica che colpisce, ogni tante generazioni, i membri femminili della mia famiglia, ma non è detto che sia pericolosa e, in ogni caso, non avrò problemi per ora. Per fortuna, per molti anni la malattia sarà quiescente e si manifesterà solo quando sar- vecchia… ma, per quanto ne so… una conseguenza della malattia, come ho visto in alcuni libri che ho consultato… o forse la malattia non c’entra, forse ho sempre avuto questa capacità… non so… comunque sono in grado di effettuare legilimanzia a distanza, lettura del pensiero a distanza. Naturalmente solo con un’unica persona a cui sono legata…. molto legata... legata in tutti i sensi…

L’ho guardata. Cosa voleva dire?

- Io e Ginny abbiamo avuto una storia… nessuno deve saperlo, soprattutto la Skeeter, che ci ricamerebbe sopra chissà quante porcate sull’amore “lesbo” della fidanzata del salvatore del mondo magico… Ginny ama Harry… l’ha sempre amato… lo vedi anche tu come sono appiccicati quando si vedono… è la ragazza più etero che conosco… tant’è che la Skeeter imbastisce fantasiosi racconti su presunte relazioni con metà del corpo maschile di Hogwarts… giornalista idiota… in realtà Ginny sente attrazione anche… nell’altro campo… e vuole bene anche a me… in modo diverso da quello che prova per Harry, ma mi vuole bene… come anche io le voglio bene, anche se sono attratta anche dai ragazzi… addirittura da quelli stronzi come Blaise, che possa andarsene a… - e qui l’ha mandato in un posto impronunciabile. - E ti assicuro che non siamo gelose… è stato un passaggio, un momento...

Io ero shockato. Mica mi importa se due ragazze hanno una relazione, saranno fatti loro... solo che non me lo aspettavo! Non da loro due! Avevano nascosto tutto benissimo! Dovevo metabolizzare l’idea... Ho cancellato per un attimo dalla mente l’immagine delle due ragazze che mi piacevano avvinghiate l’una all’altra. Era forse meglio concentrarsi su altro...

- E quindi voi due… - ho detto, un po’ balbettando

- Eravamo molto unite, in tutti i sensi. E ora, anche se fisicamente non siamo più… vicine… anche se abbiamo una vita sentimentale diversa, che coinvolge altre persone, altri ragazzi, ci vogliamo bene, un po’ come due grandi amiche, come due sorelle. E, per quanto ne so e quanto ho visto in questi mesi, in cui Ginny era felicemente sistemata con Harry, e anch’io avevo una storia con quello stronzo di Blaise, il collegamento mentale è rimasto… posso leggere i suoi pensieri, comunicare, a distanza, con Ginny, come comunicavo l’anno scorso… Ma questo non vuol dire che non mi piacciono anche i ragazzi…

Non sapevo cosa dire. Certo, lasciando da parte lo shock della rivelazione, la cosa poteva essere utile… Avremmo potuto comunicare con la Rossa senza che nessuno se ne accorgesse…

- e non mi vergogno di cosa è successo. Semplicemente è stato un momento della mia vita, che ha avuto lati positivi e negativi. Nè sono gelosa, e neanche Ginny…

- Va bene. Per me è ok. - le ho detto. Ok, erano fatti loro. C’eravamo di nuovo avvicinati, eravamo vicinissimi. Ci guardavamo negli occhi.

- Sono contenta di avertelo detto. E, sai, a prescindere dalla bella amicizia che è rimasta con Ginny, ora mi sento vicina a qualcuno, qualcuno di sesso maschile… - e Astoria mi si è avvicinata sempre più, sempre guardandomi negli occhi; io, non so perché, guardavo lei e le sue labbra: - … sai, uno, in particolare, che ultimamente ho apprezzato… sembra un dannato figlio di papà, un po’ borioso, ma conoscendolo meglio ci si accorge che è un bravo ragazzo...

La distanza tra noi due si è subito accorciata e, un attimo dopo ci stavamo baciando.


   
 
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