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Autore: Be_Yourself    04/03/2023    0 recensioni
(Zelda Breath of the wild)
Honey è una dei più abili combattenti tra le schiere dei cavalieri di Hyrule, anche se un po’ testa calda e casinista. Tutto il contrario di Link, l’altro cavaliere più abile del regno: taciturno, tranquillo e piuttosto solitario.
Nonostante tutto – o forse proprio per la regola secondo cui gli opposti si attraggono – Honey e Link hanno legato moltissimo da quando entrambi sono stati scelti come cavalieri di Hyrule, così tanto da diventare migliori amici, e la loro amicizia si rivelerà provvidenziale quando Link verrà scelto come cavaliere personale della principessa Zelda, di cui è segretamente infatuato.
Un viaggio nelle terre Gerudo per ottenere l’aiuto della Matriarca Urbosa potrebbe essere l’occasione perfetta per far scoccare la scintilla tra la principessa e il suo cavaliere… con un piccolo aiuto e un po’ di fortuna.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Link, Nuovo Personaggio, Princess Zelda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1
I migliori cavalieri di Hyrule


Quella sera la locanda del borgo di Hyrule era più affollata del solito. Dopotutto erano in pieno periodo di fiere, e mercanti da ogni parte del regno avevano affollato la zona intorno al castello per vendere le loro merci più pregiate.
Link sbadigliò con aria stanca mentre seguiva Honey oltre la porta. Il caldo asfissiante e l’odore di idromele che permeava l’aria lo colpirono come un pugno, e lui si ritrovò a domandarsi perché ogni volta si lasciasse convincere dall’amica ad andare in quel posto. Inoltre per lui rimaneva un mistero come l’altra riuscisse ad essere allegra e pimpante a quell’ora della sera anche dopo un’intera giornata passata tra ronde e allenamenti.
Presero posto ad un minuscolo tavolo per due in fondo alla sala stracolma di gente. Link sbadigliò ancora, ma Honey parve non notarlo – o più probabilmente ignorò la cosa – e ordinò da bere per entrambi.
«Per me no» si affrettò a dirle lui, serio ma anche vagamente lamentoso «L’ultima volta che ho bevuto qualcosa che hai ordinato tu sono praticamente collassato e il mattino dopo non mi sono svegliato in tempo per il mio turno di guardia. Sono un cavaliere, non posso permettermi di essere così incosciente».
Honey lo guardò con espressione innocente «E io cosa ne potevo sapere che la tua resistenza all’alcool è pari a quella di un poppante? A proposito, vuoi che ti ordini una brocca di latte?» lo prese in giro bonariamente, ma si guadagnò un’occhiata truce.
«Mi hai convinto a venire qui soltanto prendermi in giro?».
«Guarda che sei tu che hai tirato fuori l’argomento».
Link sospirò e rimase in silenzio. Provare a vincere con Honey su quel fronte era una battaglia persa in partenza, sapeva usare le parole tanto quanto la spada. Lui, invece, non era così tanto loquace.
Quando la cameriera tornò al loro tavolo con due boccali e li mise davanti a loro, Link le chiese qualcosa che non fosse alcolico. La cameriera si scusò, convinta di aver sbagliato a versare la bevanda, e fece per riprendere il boccale.
«No, nessuno sbaglio!» intervenne prontamente Honey, afferrando il boccale che era davanti all’amico e trascinandolo verso di sé, poi fece l’occhiolino alla cameriera «Stasera ho molta sete».
L’altro osservò i due enormi boccali stracolmi di idromele e strabuzzò gli occhi, domandandosi come potesse Honey reggere tutto quell’alcool.
«Ci sono abituata, tutto qui. E poi mi piace» disse lei, intuendo perfettamente i pensieri dell’amico. Dopotutto quella era una delle cose che avevano contribuito a farli diventare così tanto amici: Link era silenzioso, parlava davvero poco, quasi lo avrebbe fatto soltanto quando strettamente necessario; Honey, invece, parlava tanto, forse troppo, ma era altrettanto brava a capire cosa passasse per la testa di una persona senza bisogno che questa parlasse, e quella cosa a Link piaceva.
Lei prese a sorseggiare l’idromele da uno dei due boccali, mentre si guardava intorno, incuriosita da tutte quelle persone provenienti da ogni parte del regno: c’erano soprattutto Rito e donne Gerudo, ma anche alcuni Zora e Goron. Questi ultimi, data la loro stazza, erano costretti a consumare le loro bevande stando in piedi o seduti sul pavimento, dato che le esili sedie in legno della locanda non avrebbero potuto reggerli.
Anche Link si guardava intorno con aria incuriosita mentre sorseggiava il proprio succo di bacche selvatiche che aveva un sapore dolce ma con un retrogusto leggermente aspro.
«Sono proprio curiosa di scoprire quali merci particolari verranno vendute alla fiera di quest’anno. Ho sentito dire che i Rito sono abili fabbricanti di frecce ed hanno trovato il modo di creare anche quelle esplosive» disse la ragazza, tutta eccitata «Le Gerudo invece sanno fabbricare gioielli come nessun altro. Devo assolutamente comprare un nuovo paio di orecchini o una nuova collana».
A quel punto l’attenzione di Link tornò tutta sull’amica, la fronte aggrottata in un’espressione di scetticismo e sorpresa. Non ricordava di aver mai visto l’altra indossare nulla del genere, né interessarsi a quel tipo di accessori.
«Le Gerudo sanno creare gioielli con particolari proprietà magiche» si affrettò a spiegare l’altra, interpretando lo sguardo dell’amico «I loro gioielli possono essere utili per resistere alle temperature più estreme, o ai fulmini, o al fuoco. Cose di questo tipo».
Ah, ecco, adesso tutto aveva un senso. Era strano che Honey pensasse a qualcosa che non riguardasse le battaglie, o l’alcool… o le ragazze.
I gioielli delle Gerudo avevano proprietà che potevano essere utili in una missione o contro determinati nemici, quasi come un’armatura, perciò l’altra era interessata ad acquistarli.
«Certo, costano parecchio» continuò lei con aria pensierosa, mettendo da parte il primo boccale ormai già vuoto e prendendo l’altro «Ma forse riuscirò a contrattare un buon prezzo».
Rimasero lì ancora per un po’, osservando il numero crescente di avventori che arrivavano alla locanda e conversando tra un sorso e l’altro di idromele e succo. Beh, per lo più era Honey a parlare, Link ascoltava con aria ora interessata, ora interrogativa, ora sorpresa.
Soprattutto gli parlò del popolo Gerudo, di quella città il cui accesso era vietato agli uomini e che nessuna donna poteva lasciare finché non avesse raggiunto la maggiore età.
Honey aveva vissuto due anni lì prima di tornare a casa e decidere di entrare a far parte dei cavalieri di Hyrule, lì aveva appreso le usanze delle Gerudo, il loro modo di combattere che comprendeva l’utilizzo della lancia o della scimitarra, e aveva imparato a sopravvivere alle estreme condizioni del deserto.
«Mi piacerebbe tornarci nella Cittadella Gerudo adesso che ho l’età per bere. C’è un locale che serve una famosa bevanda, il Vay meets voy, ma non ho mai potuto assaggiarla perché all’epoca ero troppo giovane e la proprietaria non si lasciava ingannare facilmente. Chissà se si ricorda ancora di me e di tutti i metodi fantasiosi che ho provato per farle credere che fossi più grande della mia età».
Link spalancò gli occhi nel sentire quelle parole, poi sospirò e si spalmò una mano sul viso come per dire che l’altra era proprio senza speranza.
Se non avesse visto lui stesso quanto l’amica fosse abile in combattimento e quanto fosse ligia al dovere se si trattava del suo ruolo in difesa del regno, si sarebbe domandato come avesse fatto a diventare cavaliere, visti i suoi modi molto discutibili e la sua quasi totale noncuranza anche delle regole più semplici.
Di tanto in tanto finiva nei guai, infatti, e un paio di volte si era ritrovato proprio lui a doverla arrestare dopo che l’altra aveva iniziato una rissa: una volta con alcuni avventori della taverna, un’altra con dei suoi compagni cavalieri.
Honey era proprio una testa calda, ed era molto permalosa se le veniva detto qualcosa che non le piaceva, ma era anche un ottimo cavaliere, per quello ogni volta riusciva a cavarsela soltanto con una ramanzina oppure una notte in cella.
Link pensava sempre che se lei non avesse avuto la vocazione e il desiderio di diventare un cavaliere, probabilmente avrebbe finito con l’essere la più tremenda piantagrane del regno.
Finito di bere il suo succo, Link si alzò dalla sedia «Adesso è meglio che vada a dormire, devo essere in forma per domattina» disse all’altra, guardandola con aria seria «Faresti bene ad andare anche tu. Hai sentito cosa ha detto oggi il capitano, domani il re verrà alla caserma per constatare di persona se i suoi cavalieri sono davvero capaci e degni di proteggere il regno».
L’altra fece un gesto disinteressato con la mano «Il segreto in queste occasioni è comportarsi come al solito senza farsi prendere dalla voglia di fare bella figura, altrimenti il nervosismo farà accadere l’esatto contrario. Sei un cavaliere impeccabile, Link, domani comportati come al solito fingendo che il re non sia nemmeno lì e andrà tutto bene» gli suggerì in tono affettuoso e rassicurante «E comunque pare che la vera ragione della visita sia quella di scegliere un possibile candidato che diventerà il cavaliere personale della principessa Zelda» aggiunse poi, alzandosi a propria volta e dirigendosi fuori dalla locanda insieme a Link, che la guardò sorpreso e un po’ scettico.
«Me lo ha detto una delle domestiche della principessa con cui sono diventata piuttosto… ecco… intima» spiegò, arrossendo leggermente, e l’altro capì cosa volessero dire quelle parole.
Anche lui arrossì, e fu grato che si trovassero già fuori dalla locanda, nell’oscurità della notte, così Honey non lo avrebbe notato.
Diventare il cavaliere personale della principessa Zelda sarebbe stato un grande onore per chiunque, ma per lui sarebbe stato un vero e proprio sogno avere l’occasione di passare con lei praticamente tutto il tempo, e riuscire, magari, a conoscerla meglio.
Non aveva mai parlato a nessuno di quei sentimenti, sarebbe stato troppo imbarazzante.
Lui era figlio di un cavaliere, era praticamente cresciuto al castello di Hyrule e la prima volta che aveva visto la principessa erano entrambi ancora piccoli, ma lui non avrebbe mai dimenticato quel momento.
Stava giocando con una spada di legno in un piccolo cortile vicino agli alloggi delle guardie reali, colpiva un piccolo manichino che suo padre gli aveva costruito per permettergli di allenarsi in attesa di essere abbastanza grande da poter usare una spada vera. Era così concentrato nel cercare di imitare i movimenti che aveva visto fare alle guardie durante l’allenamento, da non accorgersi che qualcuno lo stava osservando ormai da un po’. Se ne accorse solamente quando la spada gli cadde dalle mani e una sottile risatina provenne da un punto alla propria destra.
Quando si voltò, con aria infastidita e pronto a dirne quattro a chiunque stesse ridendo di lui, vide la ragazzina più graziosa che avesse mai incontrato in vita sua.
Non che fino ad allora si fosse mai reso conto che le ragazzine potessero essere graziose, in effetti.
Qualcosa dentro di lui si mosse, come un fuoco che divampa violento e improvviso e che arrivò a colorirgli le guance, e lui rinunciò ad ogni proposito di mostrarsi offeso e infastidito.
L’altra, tuttavia, parve piuttosto imbarazzata, infatti arrossì a propria volta e si scusò per aver riso, dopodiché gli fece i complimenti per il modo in cui sapeva usare la spada.
Restarono per qualche minuto a conversare nel tipico modo timido, impacciato e un po’ diffidente dei bambini – ad oggi Link neppure ricordava più di cosa avessero parlato – poi qualcuno chiamò la ragazzina e lei si affrettò a correre via, ma non prima di avergli detto il proprio nome: Zelda.
Da quel giorno Link era irrimediabilmente infatuato della principessa, e nonostante gli anni passati quel sentimento non era svanito. Nonostante non avesse più avuto occasione di parlarle, ogni volta che la vedeva anche soltanto di sfuggita quei sentimenti riaffioravano e crescevano ancora più forti di quanto fossero stati fino ad allora.
Sì, sarebbe stato bello diventare il cavaliere personale della principessa e poter finalmente avere l’occasione di parlare di nuovo con lei.
Adesso sì che si sentiva nervoso al pensiero della visita del re.


 
Angolo autrice
Nel caso qualcuno se lo stesse chiedendo, sì, Honey sono io, o meglio, il mio (discutibile) alter ego all’interno delle storie. Certe volte non mi accontento di giocare a fare Dio con le vite di personaggi non miei, devo proprio andare a rompergli le scatole di persona 😂
A parte questo, spero che il primo capitolo vi sia piaciuto. È una piccola fanfiction divertente e senza pretese su questo gioco che ho amato alla follia e che mi ha fatta stare fino a notte fonda a cercare quegli stramaledetti korogu 😂 (però ne è valsa la pena).
Alla prossima!

 
 
  
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