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Autore: Brume    05/03/2023    3 recensioni
1788, autunno. Oscar e André sono in viaggio per conto del generale e, dopo una notte agitata - soprattutto per lui - arrivano a Le Havre, dove si imbarcheranno per Londra. Ma, durante una sosta forzata in attesa dell' imbarco, arriva nella locanda dove alloggiano un uomo del padre e consegna ad Oscar una lettera. I due saranno costretti a tornare indietro e verrà loro affidato un incarico segreto, anzi, segretissimo.
Storiella di pochi capitoli, lontanamente ispirata alle storie gotiche ma, più che altro, alla figura (secentesca) di Madame Catherine Montvoisin (o Monvoisin)...meglio conosciuta come La Voisin: chiaroveggente, ostetrica,maga...ma , soprattutto, esperta nel creare veleni, per i quali si faceva profumatamente pagare.
Genere: Fantasy, Noir, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Oscar fece sonni agitati; infatti, durante il tempo che aveva passato nel  proprio letto – non molto, in verità – non  aveva fatto altro che girarsi e rigirarsi tra le coltri. Disperata ed ancora più stanca di prima aveva deciso di alzarsi. Tuttavia, la stanchezza dei giorni passati si era accumulata, travolgendola, provocando in lei anche una leggera febbricola.
Solo intorno al mezzogiorno riaprì gli occhi e, subito, ordinò che le fosse preparato un bagno.

Nell’ attesa che la cameriera arrivasse con l’ acqua calda , preparò la vestaglia e iniziò a spogliarsi. e, man mano che le vesti cadevano a terra, si trovò ad osservare  il proprio corpo… e lo trovò cambiato. Si accorse che era dimagrita, anche se non esageratamente e la pelle, di solito luminosa, appariva spenta. Solo viso e mani – le parti più esposte al sole – avevano assunto un leggero colorito.
In generale si sentiva stanca, soprattutto mentalmente; c’era qualcosa di diverso, dalle solite giornate che fisiologicamente capitavano e non necessariamente legate alla faccende femminili che lei tanto detestava.
Questa stanchezza…aveva qualcosa di più profondo e riguardava sia il fisico che l’ anima.

Lei sapeva , era conscia che questo momento sarebbe arrivato.
Avrebbe compiuto trentatrè anni di li a un paio di mesi, e da che aveva memoria, la sua esistenza era sempre stata segnata da doveri e disciplina….aveva forse altra scelta? Poteva forse dire sono stanca, ora cambio vita? E che tipo di vita ,poi?

In quel momento , no. Non era il caso, non lo avrebbe fatto. Non se la sentiva.

Dunque, accettò la stanchezza, accettò i pensieri. Al momento, non poteva fare diversamente.



Quando il bagno fu pronto, una ventina di minuti dopo, Oscar afferrò i fogli sui quali aveva stilato alcuni appunti e, lasciata cadere la vestaglia, si era immersa nell’ acqua che emanava un profumo speziato , diverso dal solito.  Dopo avere appoggiato le preziose carte su di uno sgabello posto accanto alla tinozza aveva chiesto a Jeannine di restare disponibile per la mezz’ ora successiva, congedandola. La ragazza attese dunque dietro al paravento qualsiasi ordine e richiesta della padrona.Lei,  finalmente rimasta sola, fissò dunque le parole che aveva vergato di getto, cercando un collegamento.



‘Barone di Branciforte – Annette – Astrid ( morta) e Annette ( lontana)
Bordello: donna misteriosa. Narcisse?
Dove è il corpo di Astrid? Chi è la donna che ha parlato con André?


André: chi lo ha avvelenato? Cameriere di casa Jarjayes? Caserma? Perché?

La Voisin?





Molti nomi.
 A pensarci bene, poco in comune.  Almeno in apparenza…
Il nome di La Voisin, l’ unica indagata, sempre ne venisse provata l’ esistenza.


Oscar sollevò gli occhi al cielo.

E’ tutto così …così strano! Sul Barone potrei fare molte ipotesi, gli indizi non mancano…ma André? In quale modo è collegato ad essi? Che volessero colpire me, anche indirettamente, sapendo del rapporto che ci lega? Accidenti…è tutto così complicato!




“Mademoiselle…tutto bene? E’ passata un’ora, volevo solo avvisarvi. Posso esservi utile?”
Oscar trasalì: un’ ora? Di già?
“ Grazie, Helene, è tutto a posto. Tra cinque minuti ho finito, dovresti solo aiutarmi a lavare i capelli” rispose.
La giovane fece allora capolino e preparò il necessario; poi uscì, rientrando poco dopo con un secchio colmo  di acqua tiepida.

“Sono pronta, quando volete…ah, quasi dimenticavo: monsieur André ha chiesto di voi, quando sono entrata per ritirare la colazione  così come indicata dal medico. Ecco, André mi ha chiesto di riferirvi che, più tardi, vi attende.”

Oscar annuì, la ringraziò.  
Una volta uscita, attese pazientemente che i capelli si asciugassero sedendo davanti al fuoco , poi si rivestì, alla svelta.
André la stava attendendo.




***

“Ho fatto il prima possibile, André…” disse, non appena entrata nella stanza.
Lui, con grande sorpresa, si trovava seduto, accanto al fuoco, una coperta ed un libro  poggiati sulle gambe; aveva un viso più disteso , sebbene stanco.

“Buongiorno Oscar…Non preoccuparti: come vedi, non scappo!” rispose.

Oscar  prese posto accanto a lui.
“Hai riposato?” le domandò.
“In un certo qual modo, si. Sono molto stanca, André, ma non è solo per quello che sta accadendo…”
Lui la osservò, ma non aggiunse altro. Si era accorto già da un bel pezzo della stanchezza che affliggeva la donna e sperò fosse qualcosa di passaggio.

“ …e’ passato Lassonne?” chiese Oscar

“Si, insieme a quello speziale; dicono che devo stare osservazione e ringraziare la mia buona stella. Dovrò prendere alcuni intrugli ricostituenti per un bel po', dopodiché posso tornare, pian piano, ad avere una vita ‘ normale’ . Tuttavia mi hanno confermato che non potrò più condurre la vita di prima, almeno per il momento…”
Il volto dell’ uomo si rattristò. Oscar annuì e comprese dove lui voleva arrivare.

“André, non disperare. Per ora non dirò nulla né al comando né a mio padre. Non preoccuparti” rispose sforzandosi di apparire serena. L’ uomo accettò le parole della donna.

“Hai mangiato?” domandò ancora Oscar, cambiando argomento.

“Un brodo. Tu?”

“ Al momento, nulla. Ma non ho voglia di scendere, credo mi farò portare qualcosa qui…” rispose.

Lui sorrise.

“…sta diventando un vizio…” buttò li.

Oscar fissò André.
Era stato ad un passo dalla morte eppure, eccolo seduto li, come se nulla fosse, a dispensare con la sua solita ironia tutto ciò che gli passava per la testa…

“..:Si, hai ragione. E’ che non vorrei tu incappassi in Brigitta, ho notato come ti guarda…” rispose lei accettando il gioco.
“…e non hai idea di come mi tocchi, cara Oscar, quando mi sistema le coperte. C’è sempre una mano che sfugge….”

Lei lo fissò, sentendosi avvampare.

“André!” esclamò, poi, coprendosi il viso. Dopo alcuni secondi, lo sentì ridacchiare e capì
l’ intento, sorridendo a sua volta, anche se tremendamente in difficoltà. Fortunatamente André tornò a conversazioni più consone.

“…che farai, oggi, Oscar? Posso esserti utile?” gli domandò lui riportando la conversazione sui dovuti…binari, appunto, fissando il fuoco davanti a se.
La donna si porse in avanti, le braccia distese verso il fuoco, per scaldarsi.

“Andrò a cercare una donna, la chiamano La Voisin. Colei che, a quanto pare, dispensa veleni a tutta la città…” rispose.

L’ uomo cercò di mantenere la calma, ma pensarla sola lo aveva reso nervoso. Preoccupato.

“Non credi sia pericoloso?” domandò.

Lei negò. Appariva tranquilla.

“Se le voci sono vere, dovrei trovarmi davanti una donna di mezza età, professione ostetrica, la quale non credo abbia alcun interesse a farsi riconoscere quindi no, non penso - al momento - di correre alcun pericolo…ah, quasi dimenticavo: quando ho lasciato la tua stanza  ho notato, dalla finestra, il Barone. Passeggiava per la strada con una persona che aveva tutta l’ aria di essere una cocotte e poi sono saliti sulla carrozza dell’ uomo….”

André spalancò gli occhi.

“Ricordi la donna? Che aspetto aveva?” domandò
Oscar ci pensò su un attimo.
“Era vestita in modo appariscente ma non volgare, devo ammetterlo. Bionda, come me, ma più…minuta. Claudicante.  Questo è tutto….” Rispose.
Lui fissò davanti a se, quasi volesse richiamare alla memoria dei ricordi.

“…naturalmente la mia è solo un’ipotesi ma, la ragazza, potrebbe essere Narcisse. Sono arrivati da Rue Breguet o Rue Fromet?” domandò.
“ Credo da Rue Fromet…la via che conduce al bordello.” Rispose lei.
André sapeva che le sue erano solo congetture…ma qualcosa gli diceva che davvero la ragazza vista da Oscar poteva essere Narcisse.

“Tu che pensi?” domandò André. La fissò negli occhi.

“L’ unica cosa di cui sono certa è che non vi sono collegamenti tra ciò che ti è successo e tutto il resto; non vi sono elementi che mi possano fare pensare al contrario. Riguardo al resto, credo che il Barone non ci abbia detto tutto.”
André chiese ad Oscar di poter avere la sua medicina, la quale si trovava sul comodino. Lei si alzò, prese la boccetta lasciata dallo speziale e la portò ad André, che la bevve d’ un colpo corredandola da un bel corollario di smorfie….

“Perché sospetti del Barone di  Branciforte?” le domandò.

Lei riprese il flacone e lo posò sul tavolino li accanto. Quando tornò a sedersi, rimase silenziosa, come a voler cercare parole adatte.
“Sospetto ? No, ho solo qualche dubbio. Dove è sua moglie, perché la tiene lontana? Pensi davvero che una donna comprensiva ed indipendente come lui l’ ha descritta si lasci convincere a starsene da parte? Inoltre, perché stamane l’ ho visto con quella ragazza, cosa c’entra lei con tutto questo?” disse.
André convenì con Oscar. Troppi punti poco chiari…
E poi, questa Voisin...esisteva davvero o poteva essere un capro espiatorio per coprire altro?
Oscar era pensierosa, si alzò.

“Dove vai? Non pranzi? “ chiese André.

Lei negò.

“No, ho cambiato idea. Vorrei fare un salto a casa: ho pensato che se vogliamo una risposta, in questo momento l’ unico modo per ottenerla è cercarla in chi ha tentato di avvelenarti…e sono quasi certa che una di quelle ragazze che hai sentito mentre controllavi i registri c’ entri qualcosa. Non posso iniziare dal Barone, meglio provare dove non possiamo causare danni…

André, assonnato per gli effetti del medicamento che iniziavano ad agire, la fissò.

“…e come potrebbe?” domandò.

Oscar, ora in piedi con le mani poggiate allo schienale della sedia, sostenne lo sguardo dell’ uomo e fornì la sua risposta.
“ André, credo ti sia accorto anche tu che parecchie delle ragazze di palazzo abbiamo una…come dire…infatuazione nei tuoi confronti. Ipotizziamo che una di queste, per i motivi che solo Dio sa, si sia messa in mente qualcosa: non potrebbe aver agito…per farti del male?” disse. Certo, era un ragionamento del tutto empirico, tuttavia…

L’ uomo sorrise. Oscar, sorpreso, lo fissò.
“Non credevo ti fossi accorta di questo” rispose, sarcastico “ in ogni caso…si, il tuo ragionamento non fa una piega…”
“André, vedo anche io certe cose…” rispose “ ad ogni modo, tanto vale accertarsene, no?”
Lui rimase a lungo sulla figura della donna.

“Stai attenta. Ti prego, Oscar, stai attenta” rispose.

Oscar sentì salire dentro di sé ancora quella sensazione, un rimescolarsi dello stomaco, il desiderio di avvicinarsi ad André ed abbracciarlo. Con uno slancio, senza pensarci,  si gettò tra le sue braccia e poi,quasi sconvolta, lo salutò frettolosamente uscendo dalla stanza, direzione Palazzo Jarjayes.

“Oscar…Oscar,amore mio…per quanto tempo…per quanto tempo, ancora, dovrò aspettarti? “mormorò non appena fu uscita. Infine, tornò ad osservare il fuoco, davanti a sé, riprendendo la lettura da dove era rimasta.



***                                           ****                                                                 ****


Dopo che Oscar fu uscita dal palazzo parigino,  la prima cosa che fece fu quella di recarsi presso il comando delle Guardie Francesi; sebbene il Generale Jarjayes avesse già comunicato ed ampiamente spiegato  al diretto superiore della figlia tutto il dovuto, lei sentì comunque l’ esigenza di presentarsi per appurare che tutto procedesse bene. Quindi, dopo aver salutato i vari ufficiali e passato in rassegna i soldati – che chiesero lumi del compagno – ed avere risposto che presto sarebbe tornato da loro, si avviò di gran carriera a palazzo. Se tutto procedeva come ipotizzato, si sarebbe fermata un paio di giorni e poi, magari con notizie fresche e positive, sarebbe tornata in città; ma tutto questo era, appunto, una ipotesi. Vi erano molti aspetti ancora da chiarire e, per quanto potesse impegnarsi, non era in grado di presumerne il decorso.


Quando arrivò, dopo un viaggio relativamente tranquillo, la sera stava scendendo.
Non appena entrò nel cancello, notò in lontananza Nanny.

“Oscar, Oscar, dimmi: come sta il mio André?” domandò la governante una volta che fu a portata d’ orecchi.
Non sapendo cosa le avesse riferito il padre, Oscar, una volta scesa, si avvicinò alla donna e le riferì alcune cose, restando sul vago.

“Sta abbastanza bene, cara nutrice: presto tornerà da te” rispose.

La vecchina sorrise ed insieme entrarono in casa e attraversarono l’ atrio, arrivando fino allo scalone d’ onore.

“Mio padre è nel suo ufficio?” domandò Oscar.

Nanny negò.

“E’ dovuto partire per una missione, improvvisamente….” Rispose. Oscar ne prese atto.

“Bene, Nanny…allora io ora salgo a darmi una rinfrescata, poi, per favore,vorrei cenare.
 E’ un disturbo per te farmi avere qualcosa di leggero?” domandò. Nanny le era cara e da sempre usava mille premure per quella donna.
La nutrice annuì.

“Certo, Oscar, che domande. Posso esserti utile per altro?” domandò.

La giovane rimase per un attimo a pensare.

Potrei…potrei domandare a lei informazioni alle ragazze…

“Si: se non ti dispiace , vorrei che mi portassi la cena personalmente, devo chiederti alcune cose.” Sorpresa, la nutrice fissò la sua adorata bambina; infine, annuì, seria. Un breve saluto, dunque, e le due si divisero. Si sarebbero ritrovate più tardi.
Oscar, una volta tornata in camera sua, si gettò sul letto senza nemmeno togliere gli stivali; il suo pensiero era rivolto, naturalmente, a tutta quella faccenda. Avrebbe davvero scoperto qualcosa di utile?

Tutto questo servirà a qualcosa?

Nanny arrivò circa una oretta più tardi.
Una volta congedata Adeline, servì personalmente – come richiesto - la cena di Oscar poi,  invitata da quest’ ultima, prese posto anch’essa al tavolino dove era stato servito il pasto. La governante era visibilmente agitata e teneva le mani giunte sul ventre. Oscar, notando questo, saltò convenevoli e arrivò direttamente al punto.

“Cara nutrice, stai tranquilla, non ho alcuna cattiva notizia da darti ma vorrei, da te, un favore.”

L’ anziana donna assunse una espressione sorpresa.

“Un favore? Ma certo, Oscar, sono a tua completa disposizione…”

“Vedi, Marie… hai notato qualcosa di strano tra le ragazze della lavanderia, o le cameriere…che so, atteggiamenti più ‘ frivoli’  del solito?”

La governante , da sempre donna pratica e senza peli sulla lingua, rispose  all’ istante.

“Mi stai chiedendo, Oscar, se ho notato atteggiamenti lascivi e..o lesivi nei confronti della tua persona?”
Per poco la giovane non si strozzò con un pezzo di pane.

“No, no! Santo cielo…! …non nei miei confronti ma rivolti, piuttosto, ad…André”

“Cosa ha combinato quel disgraziato?” domandò la nutrice, il volto paonazzo.

“Proprio niente, Marie. Ascolta, io non posso parlartene, non in questo momento…ma è assolutamente necessario che io sappia se qualcuno, in questa casa, si è comportato diversamente dal solito…capisci?”
Marie Grandier ne aveva viste di tutti i colori, seguendo i suoi padroni in giro per la Francia, ospiti del tal parente o del tal amico; nonostante avesse una età di tutto rispetto, non era né stupida né prevenuta.
“ Come ben sai, sono molto severa e tengo sotto controllo tutto ciò che accade in questa casa, proprio per evitare situazioni spiacevoli come quelle occorse… a tua sorella, ricordi?”
Oscar annuì.
Aveva ben presente l’ episodio…
“Si , ma qui non si tratta di una cameriera invaghitasi del padrone… si tratta di una persona che, per qualche motivo, potrebbe arrivare a fare anche del male ….” Rispose.

Marie impallidì; tuttavia continuò il suo racconto.

“ …al momento, mia cara, non ho notato nulla…se non…se non uno strano atteggiamento da parte di una delle nuove ragazze che Clementine ha assunto per la lavanderia….”
Oscar drizzò le orecchie, ma cercò di non far notare lo stupore che quelle parole avevano lasciate in lei…
“Nanny, cosa intendi per strano atteggiamento?” domandò.

“E’ una persona fin troppo esuberante, vanitosa. Mi hanno riportato alcuni pettegolezzi; pare che sia di facili costumi, ecco. Ma non mi hanno riportato nulla di specifico, ad essere onesta….”
La giovane capì che per il momento era inutile andare avanti; avrebbe dovuto affrontare lei, di petto, la situazione, per cavarsi da ogni dubbio.
“Capisco…beh, forse mi sto sbagliando, ma dovevo dirtelo. E’ tutto, cara Nanny; torna pure alle tue incombenze…ah, il cibo era davvero buonissimo! “ disse.
 La nutrice domandò se avesse bisogno d’ altro e riferì che avrebbe mandato qualcuno per sistemare il camino.
“Grazie, Nanny.” rispose Oscar; e la osservò uscire, pensando al contempo che lei avrebbe fatto lo stesso: doveva riflettere e cosa c’era, di meglio, di una passeggiata per farlo?  Nemmeno dieci minuti dopo che la nutrice uscì dalla stanza, Oscar fece lo stesso.



Il mattino seguente, dopo l’ ennesimo sonno agitato, si alzò con la ferma intenzione di farsi in giro nella lavanderia. Ci aveva pensato molto: inutile tergiversare, doveva arrivare diretta al punto, pazienza se quegli ambienti non erano consoni ad un nobile…
Una volta vestita, dunque, scese e si diresse nelle cucine dove una Nanny sorpresa non mancò di prepararle una abbondante colazione che Oscar sorbì seduta davanti al grande tavolone in legno. Infine,  sempre più determinata, si avviò negli ambienti destinati alla lavanderia, che si trovavano in una stanza sul retro della tenuta: con passo deciso percorse il perimetro esterno che conduceva a quel particolare ambiente; subito, dalle finestre semi aperte, sentì oltre che al profumo di una qualche essenza anche un vociare continuo e sommesso. Non vi entrò direttamente ma pensò che fosse meglio far passare quella visita come un normale controllo ed entrò, come se nulla fosse, guardandosi in giro; tuttavia, ciò non tolse che le persone li impegnate furono sorprese nel vederla.

E adesso? Ci sono qui almeno dieci persone….

“Monsieur le Comte, come possiamo esservi utile?” domandò lei la più anziana fra le donne, Cecile, la figlia di Clementine, l’ unica che davvero conoscesse da tempo immemore. Oscar cercò di metterla a proprio agio e sorrise.
“Non voglio disturbarvi ma…posso domandarvi una cosa?” disse.
L’ altra donna lasciò le lenzuola che aveva per le mani , riponendole in un cesto, seguendo Oscar che si stava portando lontano dal un gruppo di lavoranti.

“ Cecile, stanno accadendo alcune strane  cose, ultimamente. Ho la ferma volontà di scoprire cosa, quindi vi domando senza indugio: avete notato atteggiamenti, appunto, strani tra le lavoranti? Le ragazze si comportano normalmente
Cecile , seria, la fissò.
“Perché me lo domandate? Perdonate l’ impudenza di questa mia domanda  ma, ora che mi ci fate pensare, recentemente, una delle nuove assunte…ecco, sta mettendo in giro strane voci…” rispose.
Oscar fece accomodare la donna che, imbarazzata, tentennò un istante.
“Che genere di voci? Hanno a che fare con…con questioni amorose, o similari?”
Cecile annuì.
“…il vostro attendente, André…ecco, la giovane Petra dice di essere stata sedotta dal nipote della nutrice. Lo afferma fin da quanto è arrivata da noi. ”
La giovane, sorpresa, chiese alla donna di uscire da li.

“Cosa intendente? Perché non ne so nulla?” domandò per essere certa di avere capito bene.
“…Monsieur le Comte, non ho ritenuto necessario riferire quelli che a mio parere erano…sono pettegolezzi. Riguardo a ciò che accaduto…ecco, vedete… la ragazza in questione afferma che André le avrebbe fatto alcune proposte indecenti, da lei accettate…ma che in seguito non l’ abbia più presa in considerazione. Insomma, sostiene che lui le abbia promesso chissà cosa senza poi mantenerlo…e Petra, forse per vanto, chi sa? Avrebbe detto alla compagna di lavoro che vorrebbe fargliela pagare. Si vanta di conoscere una persona che potrebbe addirittura provocargli fatture, se non la morte!” rispose d’ un fiato.

Oscar per poco non si sentì mancare ma cercò di mantenere il solito aplomb.
“Mandatela a chiamare, vi prego. E tornate insieme a lei, voglio che mi siate testimone” disse con voce ferma, atona.
Cecile fece come richiesto; presto, fu di ritorno insieme alla ragazza.

“Mi avete mandato a chiamare, Monsieur? Come posso esservi utile?” domandò la giovane.
 Cecile per poco non le mollò un ceffone, non era di certo quello il modo di rivolgersi al giovane conte; Oscar comunque non ci fece nemmeno caso.

“Petra, tu conosci André, vero?” domandò diretta.

“Certo, Monsieur. E’ il mio fidanzato...” rispose questa, giuliva.

Fidanzato?” domandò Oscar, non sapendo se ridere o piangere.

La ragazzina annuì.

“… di grazia…per caso sai dove possa essere finito? Non lo vedo da un pezzo.”
Oscar buttò l’ amo. L’ altra, il capo chino:
“Credevo fosse con voi, l’ ho visto uscire insieme a voi qualche giorno fa e non l’ho più rivisto….”

“…nemmeno io…forse …forse è rientrato in caserma oppure è stato trattenuto, magari da qualche donna…” rispose Oscar, sempre più decisa ad andare a fondo alla questione.

Petra a queste parole  cambiò radicalmente atteggiamento.
Impallidì, iniziò a tremare.

Oscar si avvicinò a lei.

“Tu sai cosa è l’ acqua tofana, vero? Sei gelosa, vorresti vendicarti di lui, sbaglio?” la incalzò allora.
La ragazzina iniziò a dare segni di un chiaro squilibrio. Strabuzzò gli occhi, respirava affannosamente, continuava a ripetere gli stessi gesti più e più volte.

“…io…io… ho una lontana parente che mi…mi ha dato questo filtro, si. Dice che è un potente afrodisiaco…” rispose “ vedete, Monsieur…lui mi aveva promesso molte cose…io sono solo una povera serva…”

Oscar prese fiato, anche se dentro di sé avrebbe desiderato tanto prendere a schiaffi la ragazza. Almeno per quanto riguardava André, la questione sembrava delinearsi.

“ Petra…quel rimedio non è un afrodisiaco, è un veleno…e tu volevi fargli del male, deliberatamente, non mentire! “ urlò.

Petra corse via andandosi a nascondere dietro a Luc, uno dei giardinieri.Le urla di Oscar avevano infatti accorrere alcune persone che fino a quel momento avevano continuato a lavorare.
A quel punto, intervenne Cecile.
 
“Sandrine, Antoinette…per favore, chiedete al custode di venire qui immediatamente…”
Oscar continuò il suo interrogatorio.
“Dunque, Petra? Stammi a sentire: non mi interessa altro che sapere chi è questa donna che ti ha fornito il veleno…”.

La ragazza comparì dal suo nascondiglio.

“ Si chiama Catherine Dehsayes  Montvoisin, è una mia zia acquisita. Non so dove possa vivere,
l’ ho incontrata una sola volta, nei pressi di Rue Sabin” rispose.
 Infine, con grande sorpresa dei presenti,  iniziò a correre afferrò le cesoie che Luc teneva in mano e iniziò a correre attraverso il giardino della tenuta. Oscar la vide scomparire tra le fronde degli alberi che ancora resistevano all’ autunno, seguita da Luc e Cecile e, dopo alcuni minuti, tornò dentro casa, voce incrociò la governante.
Sconvolta, non disse nulla a Nanny, se non che sarebbe ripartita subito dopo pranzo perché una urgenza richiedeva la sua presenza in città.
Immediatamente.



***                               ***                                           ***                                           ****



Come può una persona perdere la testa in questa maniera? Come può arrivare a non riconoscere la realtà?



Oscar cavalcava in sella al proprio stallone da un’ora e per tutto quel tempo non aveva fatto altro che pensare a Petra; ovviamente, essendo strettamente collegati, il pensiero arrivò fino ad André, vittima inconsapevole di quella mente malata. Era stordita dal concatenarsi di eventi, così improvvisi, che lei non avrebbe mai saputo preventivare…

André….

Lui le  mancava tremendamente , sebbene fossero distanti da poco meno di ventiquattro ore; mancava talmente tanto che, per un istante, il cuore sembrò perdere battiti. Prima o poi il momento di affrontarsi sarebbe arrivato,  ne sentiva l’ esigenza, del tutto naturale, dopo tutto quel tempo insieme e dopo i fatti accaduti negli ultimi tempi. Si, aveva passato un periodo in cui lo avrebbe voluto lontano; tuttavia, si era poi resa conto che la vita senza André non avrebbe avuto senso…

…Non è il momento, Oscar disse fra sé cercando di mettere un limite ai pensieri In questo momento hai molte cose da fare…e prima le farai, prima tornerai alla tua vita di sempre!
Queste ultime parole rimasero a lungo nella testa di  Oscar, tanto che  improvvisamente fermò la sua cavalcata e fissò il cielo sopra la propria testa.

Ma…è davvero ciò che voglio? Dio…come sono stanca…!




***                                           ***                                           ***                                                       ***



Nel momento in cui la donna entrò a Parigi, udì rintocchi di campane lontane che annunciavano i vespri. Il tempo era volato, letteralmente, tra le sue dita, disperso tra pensieri e piccole soste.

 Erano passati giorni da quando la faccenda aveva avuto inizio…e lei era ancora li, che correva a destra ed a manca, raccogliendo indizi. Si sentiva soddisfatta, però, per il risultato – inaspettato – di quella mattina; ora sapeva l’ avvelenatrice o presunta tale  aveva un viso, un corpo. Ora, non restava che trovarla: ma non quella sera.  Troppo stanca, non avrebbe ottenuto nulla.  Percorse quindi le strade e le vie che ormai conosceva a menadito e tornò a quella che in quel momento chiamava casa. Il tempo di togliersi la giacca e fu subito dinnanzi la stanza di André.

“André, posso?” domandò , bussando leggermente, restando in attesa di una risposta.

Lei non sentì la sua voce, ma dei passi.
Dopo alcuni istanti lo ritrovò davanti a sé.

“Vedo che ti senti meglio…Lassonne ti ha dato il permesso di muoverti?” domandò.
Lui fece spallucce.
“In verità no, ma ero stanco di stare a letto….ho provato a scendere, a muovermi…ed eccomi qui. Tu, piuttosto? Non ti aspettavo così presto.” disse. La donna osservò André; il viso era disteso, aveva ripreso colore.

“Ho scoperto alcune cose… “
Lui la fissò , curioso.
“Buone nuove?”
Lei annuì.
“Direi di si. Vieni, sediamoci; ti racconterò tutto.”

Quindi, lo prese sottobraccio e, controllando ogni suo passo, andarono a sedersi ; una volta preso posto, lei  non perse tempo e gli raccontò ciò che aveva scoperto: ad André, per poco, non venne un colpo.
“…E’ spaventoso, Oscar…ma non credo che tutto questo sia collegato con il Barone, tuttavia… ha comunque confermato l’ esistenza della donna. Santo Iddio, non riesco a credere che quella ragazzina abbia potuto fare tutto questo!” disse. Ma non era arrabbiato, no; piuttosto, sconvolto.

“La Voisin….andrò a cercarla domani. Starò attenta, prenderò le mie precauzioni…” Mormorò lei, sottovoce, sovrappensiero.
“Non è questo, Oscar, che mi impensierisce. Stavo solo pensando … Ecco, vedi…io penso che tu dovresti iniziare le tue ricerche dal bordello. “ rispose André.
“Sempre li andiamo a finire….”

“…beh, pensaci. Se questa donna è una ostetrica, il fatto che sia presene in una casa
d’ appuntamenti non è del tutto inusuale. Sai quanti  incidenti di percorso possono capitare, con quel genere di lavoro? Magari è un lavoro di copertura, chi lo sa?  Inoltre… tutta la questione parte da li: è in quel luogo che il Barone ha trovato Astrid, è da li che con tutta probabilità è uscito insieme a Narcisse…”

Andrè all’ improvviso si zittì e la sua espressione di fece più intensa, come se avesse appena avuto una epifania.
“…IL BARONE, OSCAR…il Barone!!!” esclamò. Oscar lo fissò come se fosse improvvisamente impazzito.
“Andrè, che ti prende?”
 
L’ uomo allungò le gambe e incrociò le mani sul ventre, fissando il muro davanti a sé.

“Ascoltami: se il Barone ci avesse mentito? Se quello che ci ha raccontato fosse tutta una congettura per sviarci? Pensaci bene, Oscar…non lo hai visto uscire , per caso, da solo con quella ragazza ?”
Lei annuì.
“Certo” rispose poi “ ma che c’entra? “
André la fissò.
“Se davvero ha provato un amore così profondo per quella Astrid, perché già cerca la compagnia di un’altra donna? Non ha forse una moglie? Non desidera ricongiungersi con lei? Sarebbe l’ occasione ideale… invece…si dispera, vuole cercare il responsabile di questa morte…e lo vediamo con un’ altra donna.”

“…dove vuoi arrivare?” domandò Oscar.

André sollevò una mano e sposto alcune ciocche di capelli dal viso.

“A mio parere, il Barone e La Voisin sono più vicini di quanto pensiamo. Riguardo a quanto mi è occorso…potrebbe essere solo che un caso.”
Oscar pensò che l’ uomo non avesse tutti i torti, anzi; più di una volta aveva sfiorando le medesime conclusioni.
Lei piegò la schiena in avanti, poggiando i gomiti sulle proprie gambe. Il suo sguarso andò a sfiorare il pavimento di marmo lucido.
“ Allora dovrò recarmi al bordello e cercare la donna; è molto più semplice che affrontare Monsieur Branciforte…”
Lui annuì.
“Verrò con te.”
Lei si alzò in piedi.
“No. Non posso permettertelo.”
L’ uomo prese fiato, sperando di farla ragionare.
“…Se ci andrai, nel giro di pochi minuti scopriranno che sei una donna. Lascia fare a me…” rispose lui. I suoi occhi fissarono quelli di Oscar.
“Va bene, André: ma promettimi che se si mette male, tu cercherai riparo e lascerai a me il lavoro sporco…” ripose.
Le labbra dell’ uomo si aprirono in un sorriso.
“Come vuoi tu. Dimmi solo quando….”
“Domani sera, André. Sono distrutta, ora” rispose.

L’ uomo la guardò con infinita dolcezza.

“Credo che quando avremo finito con questa storia, avrai bisogno di fuggirtene per un po' nella tua villa in Normandia…” buttò li.
“Lo vorrei tanto…ma chi lo sa, cosa accadrà. Sono stata al comando, ho parlato con D’ Agoult… mi sa che presto mi richiameranno. Non siamo messi bene….” Disse.
André le si avvicinò.

“Qualsiasi cosa accadrà, mi avrai sempre al tuo fianco. “ rispose.

“Sei molto caro, André…” disse.
I due si fissarono, intensamente. Erano talmente vicini che , per un istante e mossi da chissà cosa, i loro visi si sfiorarono.


“Credo sia meglio che tu vada, ora. “ disse André prima che fosse troppo tardi.

“Si, è meglio.” rispose Oscar che, preso un sospiro, girò sui tacchi e tornò nei suoi appartamenti, dove avrebbe passato il resto della serata da sola. 
   
 
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