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Autore: __eryn__    07/03/2023    1 recensioni
Sono passati mesi da quando Melville ha perso la sua memoria. Ci sono solo due elementi che lo collegano al suo passato: un'ocarina che porta sempre con sé e una melodia.
Dopo quell'accaduto, il giovane quattordicenne ha iniziato a vivere una vita tranquilla e monotona con un anziano agricoltore che lo accolse a casa sua.
Il ragazzo ricambia l'accoglienza del vecchio lavorando nel suo campo di grano chiedendo tutte le sere alla luna domande sulla sua memoria.
Una notte, però, tutto cambia non appena lo spirito della Luna si palesa nell' orto rivelandogli che le risposte che cerca può trovarle solo nel borgo di Irurel.
Così Melville si dirigerà al borgo alla ricerca dei suoi ricordi, farà la conoscenza con due simpatici adolescenti ma scoprirà che quel luogo ha un'influenza negativa su di lui che gli farà combattere con delle crisi che lo portano a pericolosi sdoppiamenti di personalità.
Genere: Angst, Avventura, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 7

IRUREL

POV: MELVILLE

Sono passate già diverse ore ed è calata già la sera.
Non ho mangiato nulla da quando sono a bordo del vascello, mi brontola lo stomaco e la ferita sulla gamba non è ancora stata medicata. 
Strizzo gli occhi per il dolore e tiro su con il naso singhiozzando.
Il vascello si è fermato e alzo lo sguardo vedendo Daiana avvicinarsi a me.
<< Siamo arrivati, sai quello che devi fare >> Mi sussurra slegandomi dal pennone in legno.
<< Avrai qualche giorno di tempo. Se non ci consegnerai la corona ti cercheremo >>
<< Ma avevi detto che siete stati esiliati da Irurel >> Le dico con un tono basso.
<< Lo so, infatti come metterai piede in mare sarai nelle nostre mani, e poi nessuno ci vieta di farti un agguato, noi pirati non rispettiamo nessuna regola >> Si rialza e mi sorride con cattiveria. 
<< D-Devo prima curare la ferita >> 
<< Lo farai, ma non qui. Portami la corona del principe >> 
Letteralmente mi caccia dal vascello tramite un ponticello e i suoi seguaci mi spingono ad attraversarlo. 
Cerco di camminare ma il foro sulla gamba mi costringe a cadere a terra. 
Tento di rialzarmi lentamente e ricomincio a barcollare. 
Finalmente metto piede nel borgo di Irurel. 
<< Issiamo l'ancora!! >> Alza la voce Daiana e in battibaleno sono già scomparsi nella nebbia del mare.
Inizio di nuovo a camminare ma nuovamente cado a terra e le mie mani si poggiano sulla riva macchiandosi di sabbia dorata.
Improvvisamente spalanco gli occhi, vedo il mio riflesso nell'acqua limpida e mi accorgo di avere la tempia colorata di rosso e il sangue si era seccato ricoprendo metà del mio viso.
Vi poggio lentamente le dita per toccare quella sensazione ruvida e la mia espressione non si degna di modificarsi. 
Tutto quel sangue dovuto a quell'impatto con la pistola che mi fece svenire mi fa rabbrividire ancora adesso. 
Spingo le mani sulle labbra sentendo salire la nausea e il senso di vomito tenta di fuoriuscire dalla bocca.
La forza di resistere a quel cumulo immenso di emozioni è cessata in un batter d'occhio e mi ritrovo a piangere, tutta l'adrenalina che ho cercato di trattenere fino ad ora e la stanchezza per il viaggio si stanno sfogando con le mie urla e con queste lacrime che scendono interrottamente. 
Stringo il terreno con le mie mani e strizzo gli occhi completamente fradici e gonfi.
<< E-Ehi! >> Sento un balbettio e tutto si ferma improvvisamente. 
Mi volto lentamente indietro, e le gambe che mi tremano un po'. 
Che altra sventura può capitarmi adesso? 
Cos'altro devo patire? 
In che altro modo il destino vuole punirmi ancora? 
<< Ma... cosa... >> 
Sussurra quella figura poggiandosi le mani sulla bocca non appena mi guarda sorpresa. Ha cominciato a fissarmi il sangue sul viso con i suoi occhi scuri contornati da folte ciglia che si spalancano in uno sguardo preoccupato. 
Sembra una ragazza della mia età, un caschetto rosa le incornicia il viso armonioso. 
È vestita con un indumento viola che le copre dal petto fino a metà delle cosce, le gambe sono coperte delle calze retinate che finiscono dalle ginocchia in giù nei suoi stivali grigi. 
Alzo lo sguardo notando che sulla testa porta un grande cappello da strega e una lanterna volteggia incastrata sulla punta del copricapo. 
<< Che cosa ti è successo?? Sono stati loro? >> Lei comincia a correre verso di me con un'espressione impietosita.
Io la guardo confuso e le domando: << Loro... chi? >>
<< I pirati! Li ho visti! Sei sceso dal loro vascello. Non mi sono avvicinata perché credevo che fossi uno di loro... >> Si accovaccia davanti a me poi abbassa lo sguardo notando il foro sulla mia gamba.
<< L-La tua gamba... >>
Giro lo sguardo altrove e mi mordo fortemente il labbro inferiore.
<< Dobbiamo medicarla! Vieni con me >> Si alza da terra e mi porge la sua mano per far alzare anche a me, così l'afferro e mi ritrovo davanti a lei.
Provo a fare pochi passi ma il dolore lancinante che sento supera ogni limite di sopportazione.
Lei si accorge delle mie difficoltà e decide di aiutarmi a camminare prendendomi il braccio e lo porta sulle sue spalle così da avere un appoggio.
In quel momento sono così vicino a lei da riuscire a sentire un dolce profumo di mela rossa avvolgerle il collo. 
<< Non voglio pesarti >> Le dico dispiaciuto mentre continuo a zoppicare lentamente.
<< Non dirlo neanche. Il proiettile era uscito, vero? >>
A quel punto spalanco gli occhi, non ricordo di aver visto la pallottola uscire dalla mia gamba, non c'era nulla sul pavimento del vascello se non il mio sangue.
Scuoto la testa in cenno di "no" e comincio ad agitarmi.
<< Che cosa?! Andiamo a casa mia, bisogna toglierlo prima che possa ferirti ulteriormente! >>
Dopo aver detto così, iniziamo ad avviarci verso un sentiero rigoglioso di piante e un muretto in pietra ci accompagna nella stessa direzione. 
Farò bene a fidarmi di lei? 
Sembra determinata ad aiutarmi. 
Non credo sia una brutta persona, anzi, forse potrebbe cooperare con me per orientarmi in questo borgo... no, meglio di no, non voglio metterla in mezzo alla mia confusionaria e folle storia. 
Arriviamo nel suo appartamento e non appena spalanca la porta mi accorgo che il pavimento è pieno zeppo di libri e sulle mensole dominano ampolle, amuleti ed erbe di qualsiasi tipo. 
Mi fa sedere su una sedia in legno e la vedo correre da una donna bendata con dei lunghi capelli rosa. 
Guardare quella figura alta e adulta mi fa uno strano effetto... sento un'aura invisibile ma molto potente avvolgerla. 
Sembra una dea, è maestosa, pare eterea e magica. 
<< Mamma! Dove abbiamo messo la pozione antidolorifico di Rachel?? >> Domanda l'adolescente cercando in affanno negli scaffali quella fiala. 
<< Ecco, tieni. Che sta succedendo? >> Chiede la donna vedendomi preoccupata e porge alla ragazza la pozione. 
<< I pirati! Sono tornati e lo hanno ferito, bisogna togliergli il proiettile dalla ferita! >> Esclama la più bassa avvicinandosi a me con la fiala in vetro e delle piccole pinze. 
Ingoio un nodo di saliva che sembra non terminare mai. 
Farà un male assurdo... 
Ammetto di essere un po' in ansia e comincio a sudare freddo. 
Mi fa bere quel liquido giallognolo da quella fialetta e la mia bocca si piega in una smorfia disgustata. 
Aveva un sapore terribile. 
La vedo accovacciarsi davanti a me e una sensazione di preoccupazione inizia a tremare sul mio corpo. 
<< Farà un po' male... >> Mi guarda con le sopracciglia abbassate.
<< Tu guarda altrove >> Continua a dire e decido di voltare lo sguardo verso la donna bendata che si accinge ad uscire dalla stanza.
Strizzo gli occhi per l'agitazione e inizio a sentire il materiale metallico entrare nel foro.
Un dolore lancinante mi costringe a spalancare le iridi ambrate e la sensazione di nausea mi obbliga a tapparmi fortemente la bocca spingendo il palmo di entrambe le mani sulle labbra screpolate dai miei stessi morsi.
Sento l'adrenalina pungermi come una scossa sulla schiena e mi sale fin sulle spalle irrigidendole come statue.
Cerco di soffocare i gemiti ma non è così semplice, la sofferenza è davvero tanta.
Stringo le dita dei piedi e mi viene difficile restare calmo.
Percepisco un fuoco bruciare sotto la pelle, un ardente fiamma incandescente colare dal foro e scivola sulla coscia fino a gocciolare sul pavimento. 
Riesco a sentire il mio stesso respiro, è ansimante, e la mia vista comincia ad annebbiarsi, tutte le figure si stanno sfumano tra di loro. 
I suoni esterni diventano ovattati ma riesco a sentire un passo veloce avvicinarsi a noi e la stessa donna bendata che chiama la ragazza dicendole di fermarsi.


ANGOLO AUTRICE
Buongiorno a tutti cari lettori e lettrici! 
Sono tornata nel mio spazietto a fine capitolo.
Ammetto che solitamente nelle mie precedenti storie scrivevo capitoli davvero lunghissimi, con quest'altra invece sto cambiando un po' per sperimentazione e per mettermi nuovamente alla prova.

Parlando di questo capitolo: finalmente Melville si trova a Irurel! 
Non vedo l'ora di farvi conoscere i vari personaggi che abitano nel borgo, sono davvero curiosa di sapere a quale personaggio vi affezionerete!
Un rigraziamento prima di concludere va a Rick73, grazie ancora per il tuo supporto e per aver messo la storia nella cartella delle seguite! Significa molto per me. 

Grazie a tutti per la pazienza di leggere fino a qui! Fatemi sapere cosa ne pensate di Melville e qualche vostra considerazione che mi fa sempre molto piacere leggere!
Al prossimo capitolo, a presto!

 


 
   
 
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