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Autore: michaelgosling    11/03/2023    0 recensioni
Tre amiche appassionate una di Harry Potter, una di Star Trek e una della Disney in seguito ad un incidente vengono catapultate ognuna in uno di questi universi, ma non di quello di cui sono fan.
Proveranno ad usare quello che sanno della storia per renderla migliore? O le loro azioni porteranno ad un finale peggiore? La loro presenza influenzerà queste storie molto più di quanto immaginano, perché una sola persona può cambiare tutto.
[Fandom Variabile: il Fandom in cui verrà pubblicata la storia dipenderà dall'ambientazione dell'ultimo capitolo pubblicato. Sarà comunque possibile trovare la storia anche negli altri due Fandom nella categoria Crossover]
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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QUEL CASTELLO DELLA SCOZIA – CAPITOLO 10
 
 
 
 
 
 
“Penso.. penso di aver sbagliato qualcosa.. non dovrebbe essere di questo colore.. vero?” balbettò Beverly a bassa voce, stando bene attenta a non farsi sentire da Piton.
 
Yvonne lasciò per un momento la sua postazione per poter guardare dentro il calderone della Serpeverde.
 
Il liquido al suo interno era rosso.
 
“Hai seguito le istruzioni alla lettera?”
 
“Sì. Penso. Credo..?”
 
Yvonne gettò una rapida occhiata dietro di sé. Malfoy continuava a fulminarla con lo sguardo, cosa che aveva fatto più o meno da quel giorno in Sala Grande in cui la notizia di Harry Potter nuovo Cercatore di Grifondoro aveva fatto il giro della scuola. Dal canto suo lei si era sempre assicurata di essere con qualcuno ogni volta che era in giro per la scuola, per far sì che per Malfoy fosse ancora più difficile beccarla da sola.
 
Se vorrà parlarmi di nuovo di quella faccenda, dovrà farlo quando saremo soli. E per farlo dovrà essere lui a sudare, questa volta.
 
Per fare questo, si era attaccata a Beverly e ad Andrea come una cozza: si sedeva sempre accanto ad una delle due a lezione, e quando girava per il castello era sempre con loro, il che era tutt’altro che spiacevole, essendo entrambi dolci e gentili.
 
Si stava anche allontanando a poco a poco da Hermione: non ricordava gli eventi del primo film con esattezza, ma era piuttosto sicura che l’evento del Troll ad Halloween era vicino, e così lei sarebbe passata a diventare la migliore amica di Harry e Ron, e si sarebbe totalmente dimenticata di lei.
 
Ma nulla era importante come evitare Neville.
 
Se evitarlo prima del loro incontro in Infermeria era importante, ora era diventato fondamentale, quasi la cosa più indispensabile. E tutto sommato, ci stava riuscendo bene. Forse si stava facendo dei problemi per niente. Forse lui si era già dimenticato di lei, come Hermione del resto.
 
Ma quando voltò lo sguardo quel giorno a lezione di Pozioni, non vide solo Malfoy, ma anche Piton, che si stava avvicinando al suo tavolo. Tornò in fretta alla sua postazione, e dopo aver lanciato un’occhiata al suo calderone, prese il mestolo e iniziò mescolare.
 
“Cosa sto guardando, Sutton?” fece in tono annoiato Piton, alludendo al calderone di Beverly.
 
Lei sussultò dallo spavento. Deve non essersi accorta che si stava avvicinando.
 
Beverly guardò l’insegnante come se stesse per dire che l’aveva spaventata e che non l’aveva sentito arrivare, ma si morse le labbra “La.. la pozione..?”
 
“Un pessimo tentativo per una pozione direi..”
 
Si sentirono delle risate. Yvonne fu seriamente tentata di girarsi per vedere chi avesse riso per guardarlo male, ma si trattenne.
 
“Io..”
 
“Ha seguito le istruzioni della ricetta?”
 
“Sì..?”
 
“Glielo chiedo di nuovo, Sutton. E questa volta mi risponda onestamente. Ha seguito le istruzioni della ricetta?”
 
“Io.. io..” Beverly era nel panico, ma sapeva quello che Piton voleva sentirsi dire, e alla fine cedette “..no.”
 
“Perché non sono sorpreso, Sutton?” brontolò Piton, poi si avvicinò al calderone di Yvonne, e dalla faccia che aveva si capiva che si aspettava lo stesso disastro.
 
Mentre guardava al suo interno, Yvonne si stringeva le dita. Non era terrorizzata da Piton quanto gli altri studenti, ma effettivamente le faceva un po’ di soggezione, soprattutto perché le tornavano alla mente tutti quegli insegnanti che aveva avuto e che l’avevano trattata ingiustamente, come faceva Piton con la maggior parte degli studenti, e la Casa alla quale apparteneva non avrebbe certamente aiutato.
 
Quando Piton sollevò lo sguardo per guardare Yvonne, appariva dubbioso e sospettoso, ma al contempo leggermente infastidito “Non male, Rolland. Cinque punti a Grifondoro.”
 
Yvonne non aveva nessuna idea di quale espressione doveva avere sul viso in quel momento, ma quello che sentiva era di essere rimasta con la bocca spalancata per lo stupore.
 
Ho fatto bene qualcosa??
Piton che ha dato dei punti a Grifondoro??
Piton che ha dato dei punti a Grifondoro grazie a lei??
 
Senza neanche accorgersene si voltò, e vide Hermione che le sorrideva entusiasta, mentre qualche altro Grifondoro le davano segno di apprezzamento, tra i quali Ron e Harry. Malfoy era più irritato di prima. Si voltò nuovamente prima di dover incrociare Neville.
 
 
 
 
 
 
 
 
*
 
 
 
 
 
 
L’essere sempre o con Beverly o con Andrea si era rivelato un buon piano all’inizio, ma era impossibile da attuare a lungo termine. La privacy non esisteva ad Hogwarts, e Yvonne era obbligata a convivere con il resto degli studenti in ogni momento tranne che per la notte e quando andava in bagno, e stare sempre nella Sala Comune non era assolutamente fattibile.
 
E infatti, dopo qualche giorno, accadde l’inevitabile.
 
Era un martedì, e le lezioni della giornata si erano appena concluse. Yvonne aveva raccolto i suoi libri ed era diretta nel cortile della Torre dell’Orologio per fare i suoi compiti in pace.
 
I libri erano pesanti e Yvonne li reggeva a fatica, ma quando vide in lontananza una panchina tirò un sospiro di sollievo. Varcò la soglia del cortile e..
 
..si trovò Neville davanti.
 
Ma porca..
Perché?
Perché ogni volta che spero che non accada qualcosa, accade?
Perché ogni volta che spero di non imbattermi in qualcuno nello specifico, mi imbatto proprio in quel qualcuno?
In quanti siamo in questo fottuto castello? Perché devo sempre imbattermi in quelle due tre persone che voglio che siano distanti anni luce da me?
Io odio questo posto.
E questo posto odia me, evidentemente.
 
“Ciao.” Disse timidamente Neville, toccandosi nervosamente le dita, cosa che farebbe anche Yvonne se non avesse le mani occupate con quei fottutissimi libri.
 
“Ciao.” Sussurrò lei a fatica, come se anche parlare fosse diventato difficile.
 
“Volevo..” Neville distolse lo sguardo “..volevo ringraziarti.. per la Ricordella.. e per le cose che mi hai detto.. quando me l’hai riportata.”
 
“L’hai già fatto.” Disse Yvonne senza neanche pensarci, rendendosi conto solo in un secondo momento che il modo in cui l’aveva detto poteva apparire rude e seccato.
 
“Oh devi studiare?” come se Neville notasse solo in quel momento che Yvonne aveva dei libri tra le mani “…scusa, non volevo disturbarti..”
 
“S—sì. Che devo studiare, voglio dire. Ma non.. non mi disturbi. Affatto.” Fece Yvonne, mettendoci una enorme pausa tra una parola e un’altra, come se a parlare fosse un robot.
 
Oddio.
Non so più parlare adesso?
 
“Sei stata grande a Pozioni. Non avevo mai visto il professor Pit—Piton..” Neville balbettò nel dire il nome dell’insegnante, poi deglutì “..dare dei punti a Grifondoro.”
 
“In effetti, non so perché l’abbia fatto. La mia pozione non era niente di che. Quella che ha fatto Hermione era migliore.”
 
Eppure aveva dato dei punti a Grifondoro grazie a lei, non a Hermione? Perché? Non riusciva ancora a comprenderlo.
 
“Io sono negato in Pozioni, come in tante altre cose.. e il professor Pi-Piton mi fa davvero paura. Non è che.. se hai tempo.. potresti.. potresti aiutarmi con Pozioni..?”
 
Yvonne non aveva la minima idea di come stesse riuscendo a restare in piedi con un espressione decente sulla faccia, e a non aver ancora fatto cadere i libri.
 
Quello era.. il realizzarsi di uno dei suoi peggiori incubi.
 
No.
No no no no.
Ma.. perché sta succedendo tutto questo?
Non era giusto!
Lei si era preparata!
Aveva fatto di tutto per stare lontana da Neville il più possibile, eppure l’universo continuava a metterla in queste situazioni scomode.
Se solo fosse in grado di dirgli di no.
Di urlargli contro.
Di bullizzarlo come faceva Malfoy.
Così Neville l’avrebbe odiata, o sarebbe stato spaventato da lei, e non si sarebbe mai più avvicinato.
Ma come faceva?
Come poteva?
Non riusciva neanche a dirgli di no a quella proposta di studiare insieme, come fare a dirgli di no guardandolo negli occhi?
Solo il pensiero le faceva male.
 
“Io.. io..”
 
E adesso?
Cosa faccio?
Cosa dico?
Come ne esco?
 
“Io..”
 
“Sparisci, Paciock.” Una voce alta e tonante interruppe i balbettii imbarazzanti di Yvonne.
 
In verità la sua voce non era stata così alta e tonante, ma così era parsa a Yvonne, perché non si era minimamente accorta della presenza di Malfoy prima di quel momento, e a giudicare dal salto fatto da Neville, neanche lui.
 
Non sono mai stata così felice di vedere Malfoy.
 
“Sei ancora qui?” sbottò nuovamente Malfoy, quando Neville non si era ancora mosso.
 
Neville guardò Yvonne.
 
“Ci vediamo dopo, Neville.” Sussurrò lei, cercando di apparire il più naturale possibile, il che per una volta, le riuscì bene. Era sempre difficile per lei parlare con Neville senza dare di matto, ma il fatto che non fossero più da soli aveva aiutato notevolmente.
 
Neville le sorrise di nuovo e poi si dileguò.
 
Ora erano solo lei e Malfoy.
E lei si sentiva pronta.
Pronta per il secondo round con lui.
Ed era intenzionata a vincerlo.
 
“Posso aiutarti?” chiese lei con nonchalance e un’espressione volutamente annoiata, come se non avesse idea del perché Malfoy volesse parlare con lei.
 
“Voglio sapere come facevi a saperlo.”
 
“Sapere cosa, esattamente?”
 
“Lo sai benissimo, non fare la finta stupida con me.”
 
Certo che lo sapeva, ma ci teneva ad umiliare Malfoy per bene, per fargli capire come lui faceva sentire gli altri.
 
In fondo, lei lo aveva avvertito e lo aveva avvicinato con le migliori delle intenzioni, e lui l’aveva schernita ed ignorata. Non c’era nessuna ragione per cui ora lei dovesse aiutarlo.
 
“Non ho la minima idea di quello di cui tu stai parlando. Temo che dovrai essere più preciso di così.”
 
Da come la stava guardando, Yvonne sapeva che Malfoy aveva capito molto bene che lei sapesse esattamente quello di cui stava parlando, ma aveva anche capito che non l’avrebbe mai ammesso. Il Serpeverde fumava di rabbia, ma alla fine cedette.
 
“Parlo di Potter. Che sapevi che sarebbe entrato nella squadra di Quidditch della vostra ridicola Casa.”
 
“Ah, quello!” sorrise Yvonne, fingendo di aver finalmente compreso e ricordato “..già. Una storia davvero interessante.”
 
“Voglio sapere come facevi a saperlo! Dimmelo!”
 
“E perché dovrei, di grazia?”
 
“Dimmelo o..”
 
“O cosa? Tuo padre lo verrà a sapere?”
 
Malfoy aprì la bocca per parlare, ma venne bruscamente interrotto.
 
“Stai bene, Yvonne?” chiese all’improvviso una terza voce.
 
Yvonne e Malfoy si girarono e videro Harry e Ron pochi distanti da loro che li guardavano. A parlare dei due era stato Harry.
 
Potter conosce il mio nome?
E da quando?
Come fa a conoscerlo?
 
“Si chiama conversazione privata, Potter. Ne hai mai sentito parlare?” sbottò Malfoy.
 
Harry e Ron ignorarono Malfoy e si girarono verso Yvonne. Lei fece loro segno che andava tutto bene, così si allontanarono. Appena furono fuori portata d’ascolto, Malfoy ritornò all’attacco.
 
“Tu hai fatto qualcosa! Non so cosa, ma hai fatto qualcosa! Hai fatto sì che accadesse!”
 
Yvonne spalancò gli occhi così tanto che fu pienamente visibile anche se portava gli occhiali. “Io ho fatto qualcosa? Io? Una lurida Mezzosangue? E io che pensavo che tu disprezzassi i nati Babbani! A quanto pare no, pensi che i nati Babbani, come me, abbiano più capacità dei purosangue, come te. Ah, non vedo l’ora di dirlo a Hermione.. e a Potter!”
 
“Tu.. tu non..” Malfoy era così furioso che non riusciva nemmeno ad articolare le parole “..andrò dalla McGranitt! Le dirò tutto! Le dirò che hai architettato tutto tu con lo zampino di Potter, e che per questo la sua ammissione alla squadra di Quidditch non è regolare!”
 
Yvonne smise di ridere, ma continuava a trovare il tutto molto divertente.
 
“Sì, immagino che ci crederà. Esattamente come tu ci hai creduto quando te l’ho raccontato prima che accadesse.”
 
“La pagherai per questo!”
 
“Per cosa? Cos’è questo per cui dovrei pagare, esattamente? Io quel giorno volevo darti il mio aiuto Malfoy, perché come hai avuto modo di constatare, so cosa accadrà, il come lo so non ha nessuna importanza. Cosa accadrà anche a te, tra le altre cose. Ma tu mi hai riso in faccia, cosa che mi aspettavo avresti fatto onestamente. Quindi adesso ti arrangi.”
 
“Non mi serve il tuo aiuto!”
 
“Bene. Allora ciao.” Disse tranquillamente Yvonne, girandosi ed allontanandosi.
 
Ma dopo un paio di passi sentì nuovamente la voce di Malfoy.
 
“Cosa vuoi?” sbottò lui, ancora irritato, ma sconfitto.
 
Yvonne sorrise orgogliosa di sé stessa come non lo era stata da molto tempo. Gli andò incontro.
 
“Qui non si tratta di quello che voglio io.” Sospirò “..io non ci guadagno niente a dirti queste cose. Voglio solo aiutarti a rendere la tua vita meno miserabile.”
 
“Miserabile?!? Ma con chi credi di parlare? Io sono..”
 
Yvonne lo interruppe subito.
 
“Sì, non mi interessa.” Disse seccamente lei “…non è la purezza del sangue o il tuo cognome a renderti una persona migliore. Sono i gesti, il modo di fare e soprattutto le azioni. E ti assicuro che non andrai lontano da solo, senza amici perché ritieni che gli altri siano inferiori a te.”
 
“Io ho degli amici!”
 
“No. Non ne hai.”
 
Malfoy parve arrabbiarsi notevolmente per la sicurezza che aveva Yvonne in quel momento riguardo faccende che riguardavano lui.
 
“Tiger e Goyle..”
 
“Non sono tuoi amici, lo so io, lo sai tu, lo sanno loro e lo sanno tutti. Sono due pupazzetti che ti seguono ovunque solo per il tuo cognome. Ora dimmi. Preferisci avere al tuo fianco qualcuno che tiene sinceramente a te o qualcuno che ti fa da schiavo solo perché ha paura del potere di tuo padre? Io non sono una grande ammiratrice di Potter, ma lui sarebbe un amico nettamente migliore di quei due. Un amico leale, pronto a gettarsi nella fossa dei lupi per i suoi amici. Pensi che Tiger e Goyle lo farebbero per te?”
 
Malfoy rimase in silenzio. Yvonne non seppe dire se stesse sinceramente valutando quello che gli aveva detto o se molto più semplicemente non sapesse cosa dire.
 
“Ma se vuoi avere degli amici che siano leali con te, e gentili con te e che si preoccupino per te.. anche tu devi essere quel genere di amico per loro. Perché se continuerai a pensare solo alla purezza del sangue e all’onore e a te stesso, ti circonderai solo di persone che pensano solo alla purezza del sangue, all’onore.. e a loro stessi. Nessuno si girerà ad aiutarti quando avrai bisogno, se tu non lo farai con gli altri.”
 
“Io..” fece una pausa “..io non ho bisogno di nessuno.”
 
Fu più o meno la stessa cosa che gli aveva detto la prima volta, quando lo aveva avvertito di Harry. Eppure.. c’era qualcosa di diverso, questa volta. La voce di Malfoy era più debole.. più incerta? I suoi occhi pieni di dubbi, tutt’altro che sicuri.
 
Forse.. forse c’era uno spiraglio.
 
“Pensaci.” Disse Yvonne, rendendosi conto che forzandolo a prendere una decisione in quel momento sarebbe stato peggio.
 
Malfoy si voltò e fece per andarsene, ma poi Yvonne parlò nuovamente.
 
“Se cambierai idea.. sai dove trovarmi.”
 
Il Serpeverde non si era voltato a guardarla quando aveva parlato, ma si era fermato. Yvonne sapeva che l’aveva sentita. E che aveva capito.
 
Ora non restava che aspettare.
Aspettare e pregare che prendesse la decisione giusta.
 
 
 
 
 
 
*
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Yvonne si assicurò di passare la notte di Halloween nel Dormitorio. In mattinata, quando c’era stata la lezione di Incantesimi e l’apprendimento di Wingardium Leviosa, sapeva già cosa sarebbe accaduto quella sera.
 
Riusciva quasi a sentire i passi del Troll.
 
Quella notte, andò a dormire presto e serenamente, con la certezza che da quel momento in avanti, Hermione non sarebbe più stato un problema suo.






 
  
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