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Autore: Rumenna    12/03/2023    0 recensioni
Estate dei sedici anni: il momento in cui credi che sarete amici per tutta la vita, in cui pensi che basti crederci per farcela, in cui essere ricambiata dalla tua crush sia il dilemma più grande della tua esistenza, in cui una canzone da tre minuti e quaranta secondi può risollevarti di morale.
Ma poi in un batter d'occhio ti ritrovi a sfogliare un vecchio album di fotografie e a chiederti dove siano finiti quei sogni, quelle serate a confidarci di quanto detestavamo il mondo e soprattutto a chiederti dove siano finiti quegli amici.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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L'appartamento nel quale papà e Laura vivono è composto da soli due piani e i loro unici vicini sono una coppia tranquilla: avrò molto tempo per rilassarmi, bambini permettendo.

La casa è abbastanza grande ed accogliente, tinteggiata con colori caldi e piena di piante stupende, che ho scoperto solo di recente e con estrema sorpresa essere finte. Laura ci saluta calorosamente e ci accompagna nella stanza degli ospiti, dove io e Cinzia lasciamo i bagagli.

«Laura sembra simpatica, ha un sorriso bellissimo!» mi dice Cinzia appoggiando i bagagli sul letto, mentre io ci sono sprofondata di peso. «Ma che fai te ne stai sdraiata sul letto proprio adesso che siamo arrivate?» eccola che inizia a fare i capricci.

«Lasciami in pace, sono reduce da vomito e bambini urlanti nelle orecchie.»

Ma Cinzia decide di ignorarmi facendomi il solletico, a cui non posso non rispondere: iniziamo una battaglia senza sosta finché non sentiamo bussare alla porta.

«Arrivo!» apro la porta, Laura mi sorride con un bel piatto sul quale ci sono due fette di torta al cioccolato.

«Spero di non aver interrotto niente… Ho pensato che aveste fame dopo il viaggio in treno e vi ho portato una fetta di torta!»

Mi sistemo i capelli fuori posto. «Figurati, stavamo…» un momento, qualcosa non va: «Ehi, che vuoi dire? Non mi accoppierei mai con lei fosse l'ultimo essere vivente sul pianeta! Io sostengo la comunità LGBT+ da una vita ma non ne faccio parte!» mi sono riseduta sbuffando.

«Beh, che c'è di male, anche io sono di mentalità aperta!» fa una risata e si siede accanto a me: ho provato a dirle di tutto negli anni, ma non l'ho mai vista arrabbiarsi. Che santa donna. Poi inizia a bisbigliarci con fare confidenziale: «A dire la verità, quando avevo quindici anni ho avuto una storia con la mia compagna di banco.»

La guardo sbigottita: «Stai mentendo!»

«No, no, si chiamava Carla e tra di noi è durata per un annetto circa…» fa una smorfia buffa ed un cenno con la mano cercando di cacciare via quel ricordo adolescenziale finito male.

Chissà se papà lo sa.

«Che cos'avete da confabulare tutte e tre?» ci chiede papà davanti alla porta con una macchinina in mano.

«Parlavamo di quanto era buona la torta!» Cinzia risponde a fatica a causa delle guance piene.

«Te la sei mangiata tutta tu?!» le urlo, lei mi risponde sorridendo con la faccia da scema.

«Ti sto facendo un favore! È meglio che tu non la mangi, visto che hai dato di stomaco sul treno!»

Ah, mi ha fregato la torta e dovrei anche ringraziarla? La volevo mettere da parte per dopo…

«Non ti sei sentita bene? Influenza?» Laura mi mette una mano sulla fronte.

«Non ho l'influenza!»

Papà mi si avvicina con aria grave: «Tua madre mi ha chiamato dicendo che avete avuto una lite furiosa e che venivi a stare qui per qualche giorno a riflettere, ha detto che eri così presa dai tuoi problemi che hai avuto una bocciatura all'esame. Non sarà che… quella cosa?» lo vedo agitare le mani davanti alla pancia.

«Oh, bontà divina!» mi sto innervosendo davvero. «Ma potete lasciare alla mia povera nefasta sfera sessuale un po' di privacy? Ma che avete tutti quanti?» sbuffo istericamente.

Mio padre fa un'espressione arrendevole e si allontana dalla stanza con le mani in alto.

«Tesoro, credo che sia proprio questo il problema.» mi dice Cinzia con una pacca sulla spalla, mentre la fulmino con lo sguardo «La tua situazione è nefasta, come dici tu. Hai bisogno di trovarti un ragazzo.»

«Non c'è nessun ragazzo che ti piace? Quando ero ragazzina io avevo una cotta alla settimana!» Laura e Cinzia si scambiano un cenno d'intesa.

«No! No e non ne voglio cercare uno! Sto bene da sola!»

Le due mi guardano con aria triste e con evidente commiserazione.

Non ho bisogno della loro pietà, lo so benissimo da sola che merito di restare zitella per tutta la vita per colpa del mio brutto carattere, che le cose non accadono mai per caso e che sono un'idiota totale.

Non credo di meritare le delusioni che ho avuto in passato, ma se mi sono capitate vorrà dire che c'è qualcosa di sbagliato in me ed io non voglio più soffrire… quindi me ne resto per i fattacci miei.

Tanto al ruolo di zitella acida mi ci sto già conformando a meraviglia.

Mi asciugo le lacrime e vado in bagno a lavarmi, mettendo fine alla conversazione.

 

   
 
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