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Autore: thespoonriver    12/03/2023    1 recensioni
Itachi e Sasuke Uchiha si trasferiscono nella città di Napoli dopo la separazione dei loro genitori.
[NaruSasu]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Itachi, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Nota: Ho finito questa parte della one shot da un pezzo. L’ho modificata diverse volte chiedendomi se potesse piacere o meno. Io stessa ne sono molto scettica e insicura ma è l’unica forma che sono riuscita a dare alla mia idea. Una relazione senza troppi problemi (in questo capitolo sarà solo accennata l’Uchihacest) e mi piaceva sperimentare dei comportamenti un po’ OOC evitando di andare sempre nel ridondante.  C’è parecchio linguaggio scurrile, avverto.Ringrazio chi ha inserito la storia tra le seguite o le preferite, spero che qualcuno commenti anche con critiche. Le critiche costruttive fanno sempre bene. Alla prossima e buona lettura! 

Spoon. 

 

Una musichetta a metà tra blues e rock iniziò a riecheggiare nell’appartamento arioso di Arenella. Itachi adirato raggiunse la stanza del fratello, con il cordless trattenuto fra la spalla sinistra e la lunga ciocca di capelli corvini. Intimò all’altro di abbassare il volume, ma quel dispetto lo aveva fatto per impedire a suo fratello maggiore di parlare con Shisui al telefono. Di tutta risposta, Sasuke alzò la manopola dell’impianto stereo e iniziò a ondeggiare, imitando le movenze di Mark Knopfler quando eseguiva gli assoli di chitarra ai concerti. Il maggiore degli Uchiha mostrò il dito medio, richiudendo dietro sé la porta e riprendendo a parlare con l’amico. 

Dopo aver fatto la doccia ed essersi vestito, Sasuke entrò in cucina per fare colazione trovando solo Collocati e la madre seduti attorno al tavolo. Il moro assottigliò le sopracciglia, chiuse le labbra in un broncio e decise di prendere un paio di biscotti al volo. 

Itachi era già uscito, di nuovo. 

Sasuke prese il canonico autobus e arrivò abbastanza in orario al Montale, si fermò a parlare con Suigetsu e Shikamaru. Successivamente, cacciò un libro dallo zaino ed entrò nel corridoio della scuola. Mentre stava girando la pagina, un braccio lo tirò via in un angolo. 

“Buof-giorno” esordì Uzumaki, con una goleador tra i denti. Sasuke lo osservò attentamente e scosse la testa infastidito. Che baka! 

“Sei il solito testone,” commentò. 

“Oh, buongiorno anche a te Sasukino… già nervoso di prima mattina?” Commentò con un risolino il biondo. 

“Sasukino?” sbatté le palpebre disgustato. 

“Qui usiamo i vezzeggiativi. Tipo Sasuketto, Sasukino, Sasukello… per te ho scelto Sasukino perché sei mio” l’ultima parte della frase la disse pianissimo, quasi impercettibilmente. Gli rifilò un bacetto sulla guancia. Sasuke chiuse la mano a pugno e gliela suonò in una spalla, costringendolo ad allontanarsi. 

“Usuratonkaci, ma come ti permetti?” 

“Ahi. Ieri sera non la pensavi così tesoro.” Il moro bloccò l’ultima parola con una mano sulla sua bocca, per sincerarsi che nessuno sentisse. 

“Vuoi prenderle di prima mattina?” scandì. “Hai bevuto?” Uzumaki avrebbe risposto che sì, effettivamente si drogava. Si drogava di quel rapporto: dei capelli lisci corvini di Sasuke, della sua bocca, del collo ossuto o di quegli occhi pazzeschi. 

“No, stavo solo giocando come un adolescente qualsiasi. Non voglio prenderle ma prenderlo forse sì.” Lo pronunciò in un modo ridicolissimo, incalzandolo. 

“Sei il re dei deficienti” esclamò sbigottito l’altro. Il compagno non aveva problemi a esplicitare i suoi desideri più profondi e insidiosi. Oppure a rammentare quanto desiderasse averlo sotto di sé. 

“Non sono pazzo né scemo” si discolpò. “Quello che è successo tra noi mi ha mandato su di giri e non penso ad altro.” Confessò Naruto. Arrossirono entrambi, tenendosi per mano. 

Naruto aveva scoperto di essere omosessuale a dodici anni, invaghendosi di un ragazzino di nome Ciro. Abitava di fronte l’appartamento di Jiraiya. Nulla di paragonabile alla sensazione di stordimento che provava in presenza di Sasuke. 

“Anche a me è p-piaciuto” disse sottile Sasuke. 

“Che significa usarotankaci?” Colse la difficoltà del moro e cambiò discorso per evitare l’imbarazzo. 

“Usuratonkaci,” lo corresse. “Significa perdente, essere insulso.” Sasuke rise. 

“Stronzo, proprio con te dovevo accoppiarmi?” Il biondo si guardò attorno, certo che non ci fosse nessuno, lo strinse a sé trattenendolo per i fianchi e lo baciò.  

Uchiha abbassò la fronte posandola nell’incavo del collo dell’altro, inspirando. Le sue guance diventarono rosse, non gli era mai capitato con nessuno nemmeno in Giappone. Itachi avrebbe riso di quella cotta. 

In Italia, come nel resto del mondo, essere omosessuale non era una buona cosa. In Giappone, peggio del peggio. Sasuke aveva capito di essere attratto dai ragazzi quando aveva posato gli occhi su Naruto Uzumaki. Tutto fremeva nei lombi, rendendolo bisognoso di stringerlo, baciarlo,sorreggerlo…farci l’amore. 

Naruto lo cullò dolcemente, talvolta dandogli dei baci leggeri sulla testa; amava carezzare i suoi capelli e perdersi negli occhi pece dell’altro. Furono riportati alla realtà da una voce familiare che si stava avvicinando. Si staccarono bruscamente, impauriti da un’eventuale reazione. 

“Vediamoci nel pomeriggio” propose il biondo. 

“Sì, dove?” 

“È una sorpresa.” 

Sasuke sbuffò impaziente. 



Naruto e Sasuke raggiunsero Piazza Amedeo in scooter. Parcheggiarono non molto lontano, beandosi del clima fresco e soleggiato. Il moro non era mai stato in quel lato della città e lo seguì incantato dalla bellezza dei palazzi. La stagione autunnale era iniziata da poco ma un gelato al cioccolato fondente con panna non guastò. Lo adorarono, immediatamente. Naruto sporcò il naso di cioccolato, prontamente Sasuke lo tolse con la punta del dito. Come ringraziamento gli regalò un sorriso caloroso. Successivamente, il giapponese seguì il biondo lungo le strade, fermandosi davanti un negozio di vinili. 

“Hai il giradischi o lo stereo in casa?” Domandò, ricordando di averlo visto diverse volte assorto nei suoi pensieri ad ascoltare musica con il walkman a scuola. 

“Stereo” ribatté prontamente. Entrarono nella piccola struttura che sembrava più il paese dei balocchi o una scena della Fabbrica di Cioccolato. Piccolo l’ambiente, fornito nelle versioni vinile e cassette con diverse tipologie di scelta.  

Naruto non era molto ferrato a livello culturale. Non era cresciuto in un ambiente stimolante, Jiraiya viaggiava molto per lavoro ed inoltre il ruolo di preside lo tratteneva spesso fuori casa. Apprezzava la musica, ascoltava le hit parade alla radio ma nulla di memorabile. Gli anni Ottanta non lo interessavano più di tanto. Sasuke era il suo esatto contrario: studioso, colto, acuto e attento alle novità più importanti. Si sentiva completo, standogli semplicemente accanto. 

Rimase indietro, come in quei film americani, quando gli sconosciuti si fermano a osservare altri sconosciuti assorti nelle loro cose. 

 Il moro frugò le mani tra i vecchi dischi. Successi rock, musica classica. Un’altra cosa che amava… ne era certo, se ne era innamorato; amava il modo in cui si stupiva delle cose semplici di cui era appassionato. Tratteggiò i suoi passi con gli occhi, entusiasta di essere lì con lui. Dopo qualche minuto, Sasuke ritornò da Naruto con una cassetta in mano. 

“Conosci?” Domandò esibendo in bella mostra la copertina. 

“Algebra?” Scosse la tessa in senso di diniego. “Non credo di conoscerli, sono italiani?” 

“Bene.” Pronunciò soltanto. Si avviò in cassa e acquistò la cassetta, porgendola poi a Naruto. “Aspetto il tuo parere,” aggiunse con un occhiolino. I due continuarono a passeggiare fino a raggiungere un parchetto con una panchina. Si sedettero entrambi; 

“Senti Sas’ke” disse Naruto dopo qualche minuto di silenzio. “Quello che è successo tra me e te ha un significato?”. 

Uchiha sbatté le palpebre stordito e pensoso. Lo tirò più a sé e lo scrutò intensamente. 

“Che cosa ti fa credere che io ti abbia preso in giro?” Sbottò irritato. 

“Non l’ho mai detto!” Bisbigliò dispiaciuto Naruto. “Noto la tua titubanza e non vorrei essere considerato un incidente di percorso.” 

“Qual è il problema? Non mi prenderei mai gioco di te così…” 

“Pensavo mi odiassi, poi le cose in discoteca sono precipitate e non lo so come interpretarla. A me piacciono i ragazzi, solo i ragazzi.” Chiarì Uzumaki incrociando le caviglie e infilando le mani nelle tasche del giubbino. 

“Io non me lo sono mai chiesto devo ammettere che mi è piaciuto ciò che è successo.” 

“Non hai mai avuto ragazze dove vivevi tu?” 

“Ho dato il primo bacio a una mia cara amica che si chiama Yumi. È una ragazza gentile, vive a Konoha. Ma non l’ho mai amata.” 

“Avevi degli amici lì che ti mancano?” 

“Non molti, la persona che amo di più al mondo è venuta con me.” Non approfondì il discorso sulla persona tanto amata, approfittò per chiedergli qualcosa di cui aveva estrema curiosità: 

“Shikamaru, mi chiedevo se lui è il tuo ragazzo. State sempre insieme.” Naruto sorrise, togliendo la mano destra dal giubbino. La depositò sulla guancia di Sasuke, spostandogli una ciocca ribelle dietro all’orecchio. 

“È il mio migliore amico. Non nascondo che nella fase di scoperta della mia sessualità ho pensato a lui in quel modo ma non devi preoccuparti.” 

“Non mi preoccupo, chissenefrega!” Evidentemente, non era così. Sasuke era diventato stranamente geloso e apprensivo. 

“Sì, certo… certo” ridacchiò il biondo. Sasuke lo guardò torvo, assottigliando le labbra. In risposta, Naruto gli si avvicinò all’orecchio facendolo avvampare. 

“Quando fai queste espressioni da bimbo scontento ti piegherei a metà, non prima di averti riempito di baci.” Sasuke sussultò, abbassando lo sguardo. 

“Cosa trovi in me?” Chiese. 

“Sei il ragazzo più popolare della scuola, scemo. Piaci a tutti. Ma ciò che piace a me, di te, sono un’infinità di dettagli e piccoli pezzetti che mi fanno desiderare ogni singola parte che ti riguarda.” Confessò placido. “Vediamo, adoro quando metti il broncio, quando fai il saputello o quando copri questi splendidi occhi con i capelli.” Adorava il calore che lo coinvolgeva quando Sasuke gli mostrava improvvise dimostrazioni d’affetto.  

Uchiha strizzò gli occhi, Naruto si guardò attorno poi si avvicinò per stampare un bacio sulle sue labbra. Le trovò leggermente screpolate e asciutte. L’altro approfondì il bacio costringendo Uzumaki ad aprire la bocca. 



Il trillo della campanella colse di sorpresa Naruto e Sasuke seduti sulle scale che conducevano alle ultime sezioni del quinto anno. L’anno stava avanzando velocemente e la frenesia di Sasuke per l’iscrizione all’università cresceva a dismisura creando non pochi problemi alla quasi coppia che si era formata tra i due. Girava con un notebook malconcio pieno di idee e scarabocchi. Avrebbe consegnato il compito per Kakashi a breve, ma si sentiva in alto mare. Adirato di non arrivare mai al livello del fratello.  

Del resto, il quarto anno era un passaggio per l’ultimo, il prossimo anno avrebbe costituito il ponte per il suo futuro e non voleva sbagliare nulla. C’era anche la questione dell’università e del ritorno a Konoha. Seguì senza fiatare Uzumaki, prendendo posto nel solito banco.  

“Si può sapere che cosa hai oggi?” Naruto interruppe il vagare dei suoi pensieri, dopo la lezione di latino. 

“Sono solo un po’ stanco. Il compito sta portando via le mie energie migliori.” Lo tranquillizzò. 

L’occhiata preoccupata che gli rivolse l’altro fu ben altro che contenta.  

“Con me puoi parlare, lo sai” lo incitò. 

“Itachi mi ignora,” confessò addolorato. Erano giorni che rimandava una conversazione seria e sincera tra loro. Lo notava spensierato persino contento di vivere a Napoli. Al contrario di quanto si erano promessi, Sasuke era convinto che lui non fosse più minimamente intenzionato a ritornare in Giappone. In più, non riusciva a legare con il nuovo nucleo familiare che si era stabilito. 

“Frequenta l’università ha una mole di studio superiore rispetto alla nostra. Magari sarà stressato per gli esami, no?” Uchiha non era per niente convinto che lo studio potesse essere un problema per lui. Erano cambiate le ambizioni e i desideri di Itachi. Non riusciva ad affrontarlo, lucidamente. Situazione che preoccupò notevolmente il biondo.  

“È colpa di Shisui!” affermò arrabbiato e vago l'Uchiha. 

“Un suo amico?” 

Sasuke annuì sardonico. “Lo detesto è un tipo che fa filosofia, non mi piace per niente.” 

“Questo Shisui è uno studente di filosofia?” 

“No, studia scienze politiche come Itachi ma ha un concetto strano della vita non mi piace per niente. Un filosofo nel modo di agire, la mia convinzione è che lui dice molte falsità.” 

Shisui aveva messo strane idee a Itachi. Era stato adottato da una famiglia, voleva rivoluzionare il modo di fare associazionismo in facoltà, eppure quel ragazzo non lo convinceva. Non si trattava di semplice gelosia, tutt’altro. Odiava quei perbenismi politicamente corretti, questioni mai esplorate sul campo. Non riusciva a capire come mai il suo nii-san preferiva passare più tempo con lui. Seguiva assiduamente la candidatura di Shisui come rappresentate delle associazioni di facoltà. Era convinto che suo fratello avesse dei sentimenti nei suoi riguardi e la cosa lo mandava in tilt, per il solo fatto di essere stato messo da parte come il peggiore dei pacchi postali. 

 Naruto notò lo sguardo combattuto del compagno e se lo tirò addosso con ardore. Sasuke inspirò piano, cercando di calmarsi. Odiava profondamente essere lì, aver dovuto sacrificare una vita in Giappone che tutto sommato gli piaceva e lo appagava. Inspirò l'acqua di colonia dell'altro, profumo che lo mandò in visibilio, eccitandolo. Anche quell’incontro con Naruto destava movimentazione: era combattuto sui sentimenti forti che stavano nascendo incapaci di trovare una spiegazione logica a parole. Frequentavano la quarta liceo, cosa ne sarebbe stato di loro l’anno prossimo? 

Secondariamente, ma non meno importante, i sentimenti ambigui che provava per suo fratello lo rendevano ancora più agitato. Erano tante le situazioni da dover affrontare, trovare il coraggio di parlarne anche a Naruto. 

“Ritorniamo in aula” disse soltanto Sasuke. 



Il ‘mezzo’ di Naruto Uzumaki è sorretto sul cavalletto, il suo proprietario tira distrattamente da una sigaretta, quasi ridotta a mozzicone. Osservò il grigiore di quella giornata, il mare biancastro e il venticello che faceva svolazzare la sciarpa attorcigliata attorno al collo. Con il sedere si diede una spinta e si mise dritto sul motorino. Poggiò le mani sul lato del freno e le fece tamburellare in una strana attesa. 

“Ohi, scusa il ritardo” disse affaticato un ragazzo dai capelli lunghi. “Mi fai dare un tiro?” Lo incalzò febbricitante. 

“Tieni” Uzumaki gli passò la sigaretta ridotta quasi a mozzicone. L’altro fece un tiro e sospirò estasiato. 

“Tutto ok?” Domandò il biondo. 

“Se Sasuke sapesse che fumo mi ucciderebbe. C’è stato un periodo in cui era stressato e pippava parecchio. L’ho convinto a smettere…” Seguì un risolino nervoso. 

“E se sapesse che sei uscito con me?” 

“Uhm, male. Sono convinto che tu gli piaccia. Piaci anche a me, come persona intendo.”  

“Grazie, anche tu sei simpatico. Ti ho invitato per fare due chiacchiere e per farti una proposta.” Itachi lo osservò attentamente, ascoltandolo. 

“Stasera è il compleanno di Shikamaru, credo che tu lo conosca. So che non vai d’accordo con tuo fratello ultimamente e forse alla festa potreste venirvi incontro e divertirvi.” Il maggiore degli Uchiha lo scrutò a fondo. Sospirò mordicchiandosi il labbro inferiore. 

“Posso portare un amico?” Shisui.  Quel nome vorticò nella testa di Naruto pesantemente, il problema era proprio l’amico che voleva portare, ma non poteva dirlo. 

“Beh… se vuoi, perché no?”Sarebbe stato un disastro; Uzumaki non poté fare a meno di pensarlo, ma ormai il gioco era fatto. 

“Sasuke non sa che mi hai telefonato vero?” 

“No, sta male per quello che è successo tra voi e vorrei fare qualcosa…” ribadì convinto. 

“Conosco il mio fratellino, te la farà pagare per questo.” 

“L’ho sempre saputo che Sas’ke è nu guaglione complicato.” 



Shikamaru Nara era seduto a capo tavola con Kiba alla sua destra, Naruto e Sasuke alla sua sinistra. Il clima che si respirava era conviviale e tranquillo. Il biondino teneva la mano poggiata sul ginocchio del compagno e ogni tanto gli riservava delle occhiate languide, leggermente turbato dal guaio che aveva causato. Quando Sasuke vide arrivare Itachi con Shisui al seguito, gli occhi del minore degli Uchiha si ridussero a fessura. Guardò in cagnesco Uzumaki che impallidì e tossì. 

“Ho pensato…” provò a giustificarsi, nell’orecchio. 

“Hai pensato male. Che cazzo ci fa Itachi qua? E quello poi?” sbottò inviperito. 

“Non sapevo che lo avrebbe portato! Volevo fare una cosa carina per te.” 

Sasuke si alzò dalla sedia e uscì dalla sala. Itachi scambiò un’occhiata con Naruto, poi lo intimò di lasciar fare a lui. Raggiunse il minore nel parcheggio e lo chiamò. Lo sguardo furente e il tremolio delle mani urlavano codice rosso da tutte le parti. Avrebbe assistito a una sfuriata del fratello. Il rapporto tra Itachi e Sasuke era sempre stato molto ambiguo. Provavano qualcosa di profondo, scarnificante, lacerante da poter essere spiegato con le mere parole. Erano sì fratelli, ma uniti da un legame di ossessione e gelosia senza precedenti. La devozione del più piccolo per il più grande, superava ogni umana comprensione. 

“Non prendertela con Naruto-kun” provò a dire il maggiore. Si appoggiò accanto a lui su un muretto. 

“Lo chiami così adesso?” gli riservò un’ulteriore occhiataccia. 

“Qual è il problema otouto? Sono qui, parliamone” suggerì calmo. 

“Qual è il problema?” Ripeté basito l’altro. “Porca merda Itachi! Mi ignori da settimane, hai convinto tuo fratello a trasferirsi qui e te la spassi con quello che è gay sicuro. Si vede da come ti guarda.” 

“Anche tu e Naruto siete gay. Sasuke, mi dispiace averti deluso. L’università mi porta via tanto tempo e non riesco dedicarti più di quanto faccio.” 

“Quindi state insieme?” Replicò gelido, tralasciando l’altra parte. E io? Pensò. Era stato sostituito con estrema facilità, eppure aveva sempre pensato di essere l’ingranaggio mancante di Itachi. Errore madornale. 

“È un amico, al momento. Otouto, lo sai che tra me e te le cose non potranno mai decollare, no? Sei mio fratello non è sano. Ho comesso degli errori, forse non sono stato l’adulto che avrei dovuto essere. So che da quando sei nato tra me e te le cose sono state subito complicate però non possiamo cambiare la biologia.” A Sasuke la biologia importava poco. 

Itachi non amava nessuno più di suo fratello, però lo desiderava felice e realizzato. Nel mondo non c’era spazio per quei tipi di rapporti. Lo aveva sempre respinto e tenuto a distanza per evitare di dover tagliare il rapporto con lui in futuro ma neanche la vicinanza di Naruto era servita. 

“Io sono sempre” il maggiore lo fermò prima che fosse troppo tardi. Lo abbracciò forte. Erano stati decine se non centinaia i tentativi di dichiarazione da parte del minore nei suoi riguardi. Non lo avrebbe mai più permesso. 

“Sasuke, non esiste persona che io ami più di te. Darei la mia stessa vita, ma non possiamo e se non imparerai ad accettarlo, conosci le conseguenze. Ad accettare il fatto che possiamo essere solo fratelli, ti spingerò a odiarmi, tagliandoti completamente fuori.” Chiarì guardandolo dritto negli occhi. “Pensavo che amassi Naruto, o quantomeno che fossi preso da lui. È un bravo ragazzo, gentile con tutti e molto simpatico. Il contrario di come sei tu potrebbe funzionare.” 

“Lui mi piace, ma è te che voglio nii-san.” Il minore lo tirò a sé provando a rubargli un bacio.  

Naruto, uscito per cercarli dal locale, li trovò in quell’istante e rimase scioccato dalla scena. I due si staccarono e lo videro, provando a rincorrerlo per parlargli. 

“Naruto!” Urlò Sasuke. 

“Cazzo, con tuo fratello?” sputò velenoso. Prese letteralmente a calci il suo motorino. “Hai una storia con Itachi?”  

“No!” urlarono all’unisono.  

“Naruto-kun ascolta, io e mio fratello siamo un po’ particolari ma non è come credi.” 

“Ah, no e com’è la storia? Per questo Sas’ke odia Shisui. Ora è tutto chiaro! È geloso perché vuole te.” Disse a Itachi che, in risposta, chiuse gli occhi mortificato. 

“Sono sempre stato sincero, Itachi è tutta la mia vita.” 

“Bene, nessuno te la toglierà… la tua vita.” Uchiha non intendeva dire solo quello, ma non uscì altro. La sua sincerità fu fraintesa, come disinteresse nei riguardi di Naruto. Era possibile amare due persone in modo completamente diverso? 

Naruto Uzumaki tirò giù il cavalletto, indossò il casco, accese bruscamente il motore con un collo di gomito e partì. In quel preciso momento un dolore sconvolgente affiorò nello stomaco di Sasuke rendendolo vulnerabile. Il maggiore lo guardò male. Odiava aver trattato così Naruto. Provava qualcosa anche per lui, non era solo riuscito a spiegarsi meglio. 

Seguirono settimane buie, tentativi di parlare con Naruto e respingimenti continui. L’aveva fatta grossa. Il rapporto tra i due fratelli visibilmente incrinato, soprattutto dopo la confessione di Itachi: aveva una cotta significativa per Shisui e, ironia della sorte, era ricambiato. Fin da bambino Sasuke non aveva mai cercato approcci con altre persone, il suo unico scopo era eccellere per rendere fieri e orgogliosi padre e fratello maggiore. Quando aveva posato gli occhi su Naruto, tutto era cambiato. Non si trattava di un ripiego per sostituire Itachi. Come avrebbe fatto a spiegarglielo? Aveva anche scoperto che Naruto serbava rancore nei suoi confronti. 



“Ho avuto modo di leggere la tua dissertazione sull’argomento concordato. Sei uno studente dalle brillanti qualità, già da livello universitario. Maturazione precoce della scrittura, ottima capacità di analisi.” Commentò Kakashi Hatake, con lo sguardo fisso sul compito di Sasuke. I complimenti lo smossero di poco, riportando tutte le energie sulla questione Naruto Uzumaki. 

“Bene, professor Hatake.” Proferì semplicemente, congedandosi. 

Camminando nel corridoio Uchiha incontrò Nara scusandosi per il problema che aveva causato. Gli regalò un cd di un gruppo nascente black metal che aveva trovato attraverso sommarie ricerche. L’amico di Naruto si disse preoccupato per lui e che li aveva capiti e perdonati. In fondo, Sasuke conosceva veramente poco l’altro e faticava a mostrare le sue emozioni. Notò che aveva cambiato posto e fila, lasciandolo solo nel banco. 

Sasuke nei giorni a seguire, lo osservò da lontano, in disparte con i suoi appunti. Decise di lasciare perdere per il momento e concentrarsi sullo studio. Suigetsu gli si avvicinò con metà panino in mano e iniziò a parlargli. 

“Che cosa hai fatto a Uzumaki?” Disse, indicando il biondo in lontananza intento a parlare con Kiba e Shikamaru. 

“Perché deduci che sia colpa mia?” rispose sbattendo le palpebre.  

“Non è uno che molla l’osso facilmente. Evita di parlarti da giorni e ha cambiato posto. Comunque, se ti va puoi parlare con me.” Si auto indicò. 

“Non ho granché da dire, meglio così non ha importanza.” 



Un mese dopo Sasuke era seduto su una sedia di plastica a una festa in spiaggia. Era appena iniziato l’inverno, il cambiamento freddo del clima e il venticello non avevano intaccato la volontà dei giovani di divertirsi su un lido ormai abbandonato. In disparte, Sasuke aveva un viso estremamente pallido, a contrasto con i capelli corvini. Era perfettamente individuabile grazie a una polo blu elettrico e una felpa dello stesso colore, messa sopra con la zip ferma al terzo bottoncino che lasciava intravedere il colletto. I jeans larghi e un paio di sneakers. Naruto, dal canto suo, era il più bello della serata. Si ritrovò a pensare, senza fatica, Uchiha.  

Indossava dei jeans neri aderenti e una camicia di un azzurro che si abbinava perfettamente agli occhi del ragazzo. Uno strano e inusuale abbigliamento per uno come lui. Ancheggiava a ritmo di musica con Ino Yamamaka. Le portò le mani dietro la testa e poi le fece compiere diverse piroette. Quando la musica si fermò un tipo di nome Deidara lo afferrò per il braccio e lo condusse in un luogo appartato. Sasuke strinse le mani in un pugno; si alzò furente e li seguì. Quel biondo provò a baciarlo, ma Uchiha lo afferrò per il codino costringendolo a girarsi. Naruto sorrise sghembo, stordito da quella singolarità nel comportamento di Sasuke. Deidara lo insultò, l’altro provò a sferrargli un pugno che però si beccò indietro, Sasuke. Cadde in malo modo con il naso che gocciolava di sangue. Naruto spinse via Deidarà e lo allontanò, inginocchiandosi per assistere Uchiha. 

“Ma che cazzo ti è preso?” Domandò con un risolino isterico Uzumaki, preoccupato per la sua incolumità. Il naso era tumefatto, si gonfiò e perse una quantità importante di sangue.

“Che immaturo! Limonare con un altro per farmela pagare.” Sbottò tirando su con il naso dolorante. La camicia azzurra di Uzumaki diventò una pozza di sangue, a causa della vicinanza con il ferito. 

“Stai buono, sto cercando di fare un tampone con la carta.” Lo intimò l’altro. 

“Chi ti dice che l’ho fatto per te?” Nessuno in effetti, ma era tremendamente geloso e lo desiderava.  

Sasuke alzò le spalle. “Perché ti piaccio e quella fighetta bionda fa cagare.” Tentò un'intuizione, come spiegazione plausibile.

“Non sono Itachi” proseguì, rammaricato l'altro. Naruto sapeva di non poter reggere il confronto e la situazione lo mandava in bestia. 

“Hai frainteso, io amo mio fratello ma chiaramente non è più di quello. Tu sei un’altra cosa… hai capito male.” 

“E la dichiarazione?” Non vi era invenzione in ciò a cui Naruto aveva assistito. 

“Siamo complicati ma non siamo mai andati oltre, non sarebbe giusto né consentito.” 

“Sei possessivo, Sas’ke. Non ti avevo mai visto così... mi piace questo tuo lato alfa” lo prese in giro Naruto, ridacchiando. Sasuke lo guardò male, il biondo accorciò le distanze, gli afferrò il volto tra le mani e lo baciò. Seguì un bacio metallico, fatto di passione, sangue e saliva. Uchiha lo tenne fermo a terra, con i polsi legati sulla testa e gli salì ai lati dei fianchi, imprigionandolo in un malizioso gioco di intese. Possessivo, sì lo era.  Glielo avrebbe dimostrato molto presto legandolo a sé per un tempo indefinito.

All’alba si trovarono avvinghiati, mezzi nudi, sotto la struttura portante del lido in legno malandato. Osservarono il mare agitato di fronte a loro e si scambiarono qualche effusione: baci, lappate, carezze, esplorazioni corporee. Naruto lo teneva stretto al petto, con gli occhi ancora richiusi dalla stanchezza dovuta all’eccessiva passione.  

“Che cosa succederà in futuro tra noi?” 

“Non lo so è tutto imprevedibile, ma accanto a te il futuro sembra niente male.”  

“Facciamo un patto” Propose Naruto, stringendolo di più a sé. 

“Spara!” Affrettò a rispondere. 

“Ripartiamo da zero,” disse. Alzò la mano e la allungò in direzione del moro, in segno di presentazione, come se si conoscessero da pochi secondi e la passione li avesse colti alla sprovvista, quasi cinematograficamente . “Io sono Naruto Uzumaki. Mi piacciono i panini, la musica da discoteca e amo divertirmi.”  

“Sasuke Uchiha,” afferrò la mano e strinse. “Non ho preferenze particolari. Leggo e studio.” Naruto annuì contento.  

“Vuoi uscire con me? Un appuntamento vero, partendo da zero? Senza Itachi, Shisui e gli altri?” 

“Sei strano forte! Prima scopi con la gente e poi gli chiedi un appuntamento Uzumaki?” 

"È difficile resisterti Sas’ke. Anzi, prima di rientrare, propongo un bis giusto per essere sicuri di non farci mancare niente.” 

Passarono altri mesi in tranquillità, quello che era nato come un rapporto indefinito diventò sempre più maturo e vicino al sentimento d’amore. Di comune accordo, Itachi e Sasuke stabilirono dei confini per far funzionare la loro fratellanza: il maggiore prese in affitto un appartamento insieme a Shisui, permettendoselo attraverso un lavoro part time. Sasuke continuò a impegnarsi nello studio al fine di scegliere appropriatamente la facoltà. Tutto sommato, la vita a Napoli stava iniziando ad assumere forme e colori e doveva tutto a Naruto Uzumaki. 
   
 
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